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Elezioni comunali romane: le vostre posizioni


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Se non sbaglio a questo giro a Roma sono 150 per gli scrutatori e 160 i presidenti (c'è un tot di base più un extra per ogni scheda), comunque non è un segreto di stato, basta cercare su Google "compensi scrutatori" e trovi tutto.

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Io ho avuto un po' di problemi con i rappresentanti di lista durante lo scrutinio del municipio, senza loro a rompere avrei finito almeno mezz'ora prima.

sul municipio però spesso sono i candidati stessi a fare i rappresentanti di lista ->logicamente cercano di accaparrarsi anche i voti più improponibili x avere la possibilità di sfangarsi il cadreghino.

Io ieri notte c'ho avuto problemi solo con quello di fratelli d'italia: alle 2 l'avrei ammazzato!

rompicoglioni e puzzava d'alcol a livelli di ubriachezza molesta.. stavo a contà i voti di lista e strillava "ma che cazzo me ne frega di quanti voti ha preso il pd o i grullini!! me devi da dì solo quante cazzo sò le preferenze mia e poi annatevene tutti a morì ammazzati!!". giusto x farti capì il livello,

i rappresentnati dell'altre liste gli hanno imbruttito e stava a partì la rissa.

ho chiamato i finanzieri in guardiola e l'ho buttato fuori, tra gli applausi degli altri.

Che non m'hanno più contestato una virgola...

-sai il vechio slogan "colpirne uno per educarne cento"? beh, l'ho messo in pratica...-

 

-----

 

@ pix: per la precisione (e anche perchè cmq sono dati pubblici), i compensi per sta sfacchinata saranno:

SEGGI ORDINARI ROMA

Presidenti                   €. 187,00 ( €. 150,00 + €. 37,00 per scheda municipio )

Scrutatori e segretari   €. 145,00 ( €. 120,00 + €. 25,00 per scheda municipio )

 

SEGGI ORDINARI NEL TERRITORIO DEL MUNICIPIO 10 DOVE SI VOTA SOLO PER IL SINDACO E IL RINNOVO DELL’ASSEMBLEA CAPITOLINA:

Presidenti                   €. 150,00

Scrutatori e segretari   €. 120,00

-i presidenti prendono qsa in più, ma hanno anche parecchie responsabilità in più, oltre al coordinamento del team di lavoro; chè se ci fossero rogne si va sul penale..-

 

Ancora non è stato comunicato quali saranno i compensi per i ballottaggi del 19 (il seggio è confermato in automatico);

penso raddoppierà le cifre, visto che si rivoterà sia per il comune sia per i municipi; ma l'ufficialità ancora non c'è

Edited by freedog
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L'Espresso

 

Virginia Raggi, 37 anni, nata e cresciuta a Roma in zona Appio Latino, elementari alla Giardinieri, medie alla Pascoli, liceo scientifico Newton all'Esquilino, studi universitari in Giurisprudenza («Ho capito che la matematica non era il mio forte»), laurea con 110 e lode, quindi il ben noto praticantato allo studio Previti («Un mio professore mi ha messo in contatto con loro, ho fatto un colloquio e mi hanno preso»), poi in proprio con altri legali. Da 15 anni vive in zona Ottavia e oggi è la candidata del Movimento 5 stelle alla carica di sindaco di Roma, in testa a tutti sondaggi.

 

Qual è il problema più sentito e più urgente da affrontare a Roma?

«Il traffico, la mobilità».

Da affrontare come?
«Prima di tutto facendo applicare le norme. Le auto in seconda fila creano ingorghi, quindi anche inquinamento, e costituiscono un ostacolo alla visibilità, perciò aumentano il rischio di incidenti: bisogna multarle. Poi servono tante corsie preferenziali, con i semafori intelligenti collegati via gps all'autobus, per creare un'onda verde. Per le preferenziali è necessario riorganizzare i pass e mettere più controlli, sia attraverso più personale in strada sia con dispositivi elettronici. E bisogna riparare le buche, facendo le gare in modo legale e partendo dalle strade più devastate e trafficate».

Gli autobus turistici enormi, che ingolfano le strade e se trovano un'auto in seconda fila fermano tutto mezza giornata?
«Li terremo fuori dall'anello ferroviario, con parcheggi di scambio che portino i turisti in centro con navette elettriche e navette ibride, ma anche con mezzi pubblici normali. Progressivamente gli autobus turistici verranno tolti dal centro».

A Roma c'è una percentuale di "portoghesi" sui mezzi pubblici del 29 per cento. Il doppio della media nazionale. Cosa pensa di fare?
«È una delle nostre battaglie storiche e la vogliamo combattere in maniera ferrea. In metropolitana metteremo la vidimazione del biglietto anche in uscita. Sugli autobus prevederemo l'entrata solo dalla porta anteriore in modo che un controllore (e, progressivamente, lo stesso autista) verifichi che chi sale a bordo abbia un regolare titolo di viaggio. In più, sviluppo e diffusione del biglietto elettronico, anche personalizzato e con eventuali sconti sulla tariffa in determinate fasce orarie».

Non sono sicuro che gli autisti dell'Atac siano disposti a fare anche da controllori.
«All'inizio infatti prevediamo una seconda persona a bordo. Più avanti, concorderemo le funzioni in più dell'autista confrontandoci con i loro sindacati. Se l'obiettivo comune è riorganizzare l'azienda, si può trovare un accordo. Ma non solo per i controllori, anche per il resto».

Cioè?
«Serve un business plan per rivedere la struttura di Atac e renderla più funzionale. Ridurremo il numero dei dirigenti ma vorremmo riorganizzare anche il personale operativo, amministrativo, i funzionari, o quadri. Sempre parlando con i sindacati per l'obiettivo comune di rivitalizzare l'Atac».

Come pensa di affrontare il problema della cosiddetta emergenza abitativa in città? 
«Prima di tutto dobbiamo far ripartire la macchina delle assegnazioni perché abbiamo una lista d'attesa lunghissima. C'è gente in attesa dal bando del 2000, qualcuno è pure morto mentre aspettava un alloggio».

Ma il comune ce le ha le case da assegnare?
«C'è da fare un rapido ed efficace censimento del patrimonio pubblico comunale per capire quanti immobili possono essere destinati a questa emergenza. Poi bisogna fare un lavoro sulle occupazioni abusive, un fenomeno che ha due facce: da una parte ci sono prepotenze e racket, dall'altra veri drammi umani da non prendere sotto gamba. È un terreno molto scivoloso, in cui dovremo mettere ordine. Ma l'urgenza è far ripartire le assegnazioni regolari, anche con verifiche periodiche sulla permanenza dei requisiti: una casa popolare non deve essere assegnata a vita, come avviene ora, ma soltanto finché sussiste il disagio economico di chi la richiede».

 

È giusto staccare la luce e l'acqua a chi occupa case?

«L'acqua no, è un diritto di tutti e a tutti deve essere erogata. Sulla luce effettivamente una riflessione può essere fatta. Ma la vera questione è porre termine alle occupazioni abusive con programmi di reinserimento delle famiglie fuori dalle case del Comune».

È giusto che il Comune si occupi di accogliere gli immigrati, specie quelli transitanti?
«Questo è previsto dalle norme, giusto o sbagliato che sia. Sarebbe giusto invece che il governo centrale si occupasse meglio di questo tema, decidendo chi deve essere compreso in un programma di inclusione e chi invece deve essere espulso. Invece ora i migranti vengono lasciati nelle città a ciondolare e basta».

L’anno scorso a Roma le strutture comunali per l’accoglienza ai migranti erano zero. Senza la Croce Rossa, le Ong e il Baobab migliaia di persone avrebbero dormito per strada. E ora gli sbarchi stanno ricominciando.
«Il Comune deve occuparsi di queste persone prevedendo delle strutture di transito, purché sia davvero un transito».

 

Lei come sindaco darebbe strutture comunali ad associazioni o Ong - come il Baobab appunto - per fare accoglienza?

«Ci si può riflettere, ma è importante che il Comune abbia comunque il controllo di queste strutture, anche se gestite da associazioni o volontari. Bisogna controllare le attività che fanno, i servizi che erogano e così via. In generale, e non solo per l'accoglienza ai migranti, quando il Comune affida a soggetti terzi l'erogazione di alcuni servizi poi non deve mai lavarsene le mani, deve sempre controllare, è una sua funzione».

Hanno fatto bene Tronca e Alfano a sgomberare il Baobab?
«Il problema è sempre questo: diritti, doveri e drammi umani. L'amministrazione ha omesso per anni di gestire delle situazioni che adesso stanno esplodendo come bombe. Pare che al Baobab ci fossero delle situazioni poco chiare, ma allo stesso tempo il Baobab per alcuni periodi ha permesso di ospitare persone che avevano trovato altra sistemazione quindi l'alternativa era buttarle per strada».

Ma lei da sindaco avrebbe chiesto lo sgombero del Baobab sì o no?
«Io da sindaco avrei controllato molto meglio in modo da avere poi tutti gli elementi per valutare e decidere».

Che cosa vuol fare con i campi rom?
«Dobbiamo progressivamente superarli, come del resto ci dice l'Europa. Prima di tutto con un vero censimento non solo anagrafico, ma anche patrimoniale di tutte le persone che ci abitano. Poi dobbiamo avviare queste persone verso percorsi di inclusione dividendo quelle che sono in una condizione economica tale da meritare un supporto e quelle che invece no. I cittadini di etnia rom hanno i diritti e i doveri di tutti gli altri: se sono in età scolare devono andare a scuola, se sono in età lavorativa devono cercare un lavoro e pagare le tasse, se hanno la possibilità di pagarsi una casa se la devono trovare, se non ce l'hanno vanno aiutati come gli altri».

Alcuni dicono: brava la Raggi, ma i poteri di Roma sono incancreniti e diffusi, se la "magneranno", cioè le metteranno i bastoni tra le ruote su tutto, dalla raccolta dei rifiuti al funzionamento dei mezzi pubblici.
«Ne ho piena coscienza. Ma io anzi mi auguro che ci provino, a mettermi i bastoni tra le ruote perché vuol dire che sto iniziando a scardinare i poteri forti e i loro equilibri. Li sfido».

Come li affronterà, questi poteri?
«Rimanendo molto determinata sul programma».

Che giudizio dà dell’operato di Tronca in questi mesi?
«Tronca ha ecceduto nelle sue prerogative, a partire dalla privatizzazione degli asili nido, dal taglio dei servizi, dalle nomine di super funzionari con cui poi il sindaco eletto dovrà lavorare per cinque anni senza averli scelti. E la sua lotta agli sprechi è stata molto comunicata sui media ma poco fatta nella realtà».

Voto su Tronca da uno a dieci?
«Insufficiente».

E della giunta Marino che giudizio dà?
«Scarso, scarsissimo. Abbiamo provato a lottare non solo su quelli che erano i nostri punti programmatici ma anche su temi indicati proprio dal programma di Marino (mobilità sostenibile, servizi sociali, trasparenza del ciclo dei rifiuti) e che la sua stessa giunta ignorava. Pensavamo che focalizzandoci su quegli aspetti che anche noi condividevamo si sarebbe potuto portare a casa qualche risultato: lei non ci crederà ma anche su quelle battaglie che facevano parte del programma di Marino abbiamo trovato opposizione netta. Poi la vicenda di Mafia Capitale ha mostrato come gli stessi problemi che avevano caratterizzato la giunta Alemanno si erano riprodotti uguali».

Voto da uno a dieci dei due anni e mezzo di Marino?
«Largamente sotto la sufficienza»

Hanno fatto bene o male i consiglieri comunali del Pd ad andare a dimettersi davanti al notaio per mandarlo a casa?
«Hanno fatto male per la scelta della procedura. Noi avevamo depositato una mozione di sfiducia e chiedevamo a gran voce che avessero il coraggio di venire in aula a votare la sfiducia al sindaco per il suo operato. Loro hanno preferito una via più vigliacca, andando dal notaio».

Renzi ha mandato a casa Marino, ma chi può garantire che lei non sia obbligata a rispondere, da sindaco, alle mail firmate "staff di Grillo" come quella denunciata da Pizzarotti?
«Quali mail dovrebbe inviarmi lo staff di Grillo?».

Non lo so, Pizzarotti ne ha ricevuta qualcuna e ha risposto che non era tenuto a fornire repliche e spiegazioni a "mail anonime".
«Io quando ho ricevuto mail per sapere come stava andando la campagna ho sempre risposto».

Ma ha ragione Pizzarotti a definirle "mail anonime"?

«Secondo me no, dal momento che quella casella è sempre stata utilizzata per comunicazioni. O è sempre anonima o non è mai anonima, non è che lo diventa a un certo punto».

Ma se non è anonima lei quindi sa chi sono e come si chiamano le persone che sono dietro a questa casella.
«Penso di sì».

E chi sono?
«Dipende dalla comunicazione».

Scusi, ma se lei lo sa non ci può dire chi sono le persone che si firmano "staff di Grillo"?
«Io non ho mai ricevuto una mail firmata "staff di Grillo". Io ho ricevuto delle mail firmate da persone con nome e cognome, diverse a seconda delle questioni che venivano sottoposte, cioè due: mi hanno chiesto come stava procedendo la campagna e se avevo bisogno di un supporto».

E chi erano queste persone?
«Si tratta di comunicazioni private, quindi questo mi permetto di non dirlo».

Suppongo che lei abbia firmato il codice di comportamento per i candidati di Roma pubblicato sul blog di Beppe Grillo, giusto?
«Sì».

Al punto 2 il codice dice: "Le proposte di atti di alta amministrazione verranno preventivamente sottoposte a parere tecnico-legale a cura dello staff coordinato dai garanti del Movimento 5 Stelle". Questo vuol dire che prima di prendere una decisione su atti di alta amministrazione lei dovrà parlare con qualcuno a Milano. A quale titolo questo staff interviene nelle decisioni che lei dovrà prendere su Roma?
«È uno staff tecnico legale coordinato dai garanti. Avvocati che ci aiutano, per esempio, a fare ricerche legali sulle persone da nominare. È una garanzia ulteriore avere più occhi che controllano determinati atti come le nomine. Noi riteniamo che sia utile avere la possibilità di confrontarsi con qualcuno che si avvicina e propone la propria candidatura, anche come assessore».

Al punto 7 il codice dice che "le proposte di nomina dei collaboratori delle strutture di diretta collaborazione o dei collaboratori dovranno essere preventivamente approvate a cura dello staff coordinato dai garanti del Movimento 5 Stelle". Ma perché un sindaco di Roma deve farsi approvare i collaboratori da altri? Lei così non sarà autonoma o sbaglio?
«Io ritengo di essere autonoma».

 

Mi scusi avvocato, ma questo articolo dice il contrario.

«Io ritengo di poter validamente interpretare l'articolo nel senso che quelle che sono le persone che collaboreranno con me passeranno attraverso un parere di questo staff, ma poi sarò io a nominarle».

Ma il codice non parla di parere, parla di approvazione.
«Se il bene di tutti è quello di consentire al Movimento 5 Stelle di essere coadiuvato da persone valide e dallo staff arriva un parere che è ben motivato, ben venga un parere di questo genere, scherziamo?».

Ma lei poi deciderà in proprio?
«Io deciderò con l'aiuto di tutte le persone che sono chiamate a darmi un supporto».

Che cos'è questo "staff coordinato dai garanti del Movimento 5 Stelle"?
«Lo staff è un ufficio legale che si occupa di aiutarci. Ad esempio nelle nomine, come le dicevo».

Non pensa che avendo un ruolo non così secondario i cittadini debbano sapere da chi è composto, con nomi e cognomi?
«Sì, eventualmente ve li comunicheremo».

Come "ve li comunicheremo"?
«Le sto dicendo che glieli dirò».

Ma perché adesso non me li può dire?
«Perché non li ricordo a memoria».

Quindi mi manda una mail appena finita l'intervista?
«Perché no?»

È un impegno?
«Certo».
(La mail promessa da Raggi non è mai pervenuta, ma il giorno 24 maggio il blog di Beppe Grillo ha postato questo elenco di nomi in relazione allo staff di cui sopra)

Al punto 9 il codice dice che il candidato «assume l’impegno di dimettersi laddove venga iscritto nel registro degli indagati e la maggioranza degli iscritti al M5S mediante consultazione in rete ovvero i garanti del Movimento decidano per tale soluzione». In altri termini, se lei si ritrova indagata i garanti del Movimento possono decidere di farla dimettere. Non ritiene che questo dia un potere eccessivo a qualcuno che i romani non hanno votato?
«Secondo me no. E ormai dei due garanti purtroppo è rimasto uno solo, visto che Casaleggio è morto, quindi c'è solo Beppe. Vede, il garante è una figura che ci aiuta a rispettare i nostri principi. Quindi io ritengo che nel momento in cui una persona si discosta da questi principi, se è onesta deve fare un passo indietro; se invece nonostante le violazioni continua a fare le cose in nome del Movimento, è giusto che ci sia qualcuno che a un certo punto dica basta».

Quindi se lei fosse eventualmente indagata e Beppe Grillo le chiedesse di dimettersi, lei lo farebbe?
«Questo c'è scritto, sì».

Pensa che questa situazione di attribuzione di poteri alla Casaleggio e al suo staff sia transitoria, e che gradualmente il M5s debba andare verso altre forme decisionali interne più democratiche, o questa situazione va bene, è quella giusta?

«Questo no lo so. So invece che il 72 per cento degli italiani intervistati in merito a questo codice etico ha detto di condividerlo pienamente, auspicando che anche gli altri partiti ne avessero uno come questo, perché sono stanchi di essere presi in giro da politici che  fanno una campagna elettorale promettendo certe cose poi una volta eletti cambiano casacca. In realtà quello che c'è scritto nel codice è quello che vorrebbero non dico tutti gli italiani, ma la grande maggioranza».

Magari non mettendo la decisione finale in mano a una sola persona o sbaglio?
«Il 72 per cento l'ha condiviso così com'è. Evidentemente va bene che ci sia la figura di un garante».

Il M5S secondo lei è più simile a Podemos o all'Ukip di Farage?
«Ritengo che sia distante da entrambi».

C'è qualche partito o movimento politico all'estero che le piace più di altri?
«Podemos lo stiamo osservando. È una realtà che, per quanto non vicina al M5S, sta portando avanti come noi un esperimento dal basso, quindi lo osserviamo. Così come abbiamo osservato il movimento di Occupy Wall Street e adesso guardiamo la Nuit debout in Francia. Questo significa che in tanti Paesi diversi le persone iniziano a prendere coscienza del potere che hanno».

Il M5S chiede un referendum perché i cittadini possano decidere se restare nell'euro o uscirne. Lei a quel referendum cosa voterebbe?
«Sono sincera: dovrei studiare bene la questione per capire i pro e i contro. A oggi credo che la cosa più importante sia dare ai cittadini la possibilità di scelta su una questione sulla quale nessuno di noi ha potuto scegliere. Sarebbe già un grandissimo passo in avanti. Per quanto riguarda me, credo che la questione sia molto delicata e vorrei avere la possibilità di studiarla prima di esprimermi in un senso o nell'altro».

Dice Giachetti che in questa campagna lei si rivolge a un elettorato di destra e usa un linguaggio più di destra che di sinistra.
«Giusto ieri sono stata a un convegno dell'Usb e mi hanno detto che facevo discorsi di sinistra. Noi diciamo cose di buon senso poi a seconda di chi ci legge talvolta sembra che parliamo all'elettorato di destra o a quello di sinistra. La verità che quello che noi proponiamo è condiviso da cittadini che provengono sia da destra sia da sinistra. Andrei oltre questo schema».

Ecco: che cosa vogliono dire secondo lei oggi destra e sinistra?
«Nulla. Visto che tra l'altro al governo stanno insieme, Renzi, Alfano, Verdini...».

Questi i partiti. Ma quanto agli "ideali" di destra e sinistra?
«Gli ideali purtroppo sono morti. Un partito sedicente di sinistra come il Pd sta attuando cose più di destra della destra stessa. Veda le privatizzazioni, l'abolizione dell'articolo 18, il Jobs act. Politiche che storicamente non potremmo mai definire di sinistra».

Ci può dire due o tre libri - saggi o romanzi - che lei considera formativi della sua personalità umana e politica?
«Ho letto tanto, specie da giovane e avuto diversi periodi. Quello in cui mi sentivo molto stimolata da Herman Hesse, ad esempio. Un altro in cui mi sentivo molto stimolata da Oriana Fallaci. Poi c'è stato quello in cui intellettualmente mi stimolava Cesare Pavese. Sono andata un po' a blocchi, ecco».

E adesso?
«Ora sto leggendo "E io pago", di Daniele Frongia e Laura Maragnani. Parla del disastro di Roma, gli sprechi, le cose sbagliate. Molto interessante».

 

Per chiudere, allora, torniamo su Roma. Qual è la cosa di questa città che le piace di più e quella che le piace di meno?

«Quella che mi piace di più è affacciarmi e vedere il Tevere scorrere: una cosa che mi rilassa. Quella che mi piace di meno è il degrado, il traffico, i rifiuti. Ma anche il degrado sociale di una città in cui le persone solo sole, in cui sembra sparita la coesione».

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sono rimasto molto avvilito dall'età media dei votanti, e mica alle 7, alle 11. Grosso modo 65 anni. Almwno tre vecchi in carrozzella.

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quale sarebbe l'età media dei votanti?

sopra la cinquantina di sicuro

---

OT:

a sor maè, ma sei stato de seggio pure tu?

e com'è che non m'hai detto niente??

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Hinzelmann
sopra la cinquantina di sicuro

 

Beh ma se l'età media degli italiani è 44/45 anni, l'età media

degli aventi diritto al voto - tolti i minorenni che seppur pochi

saranno un 18% - cresce in modo del tutto naturale ad over

50

 

Quindi siamo d'accordo che sicuramente è over 50, ma lo è

per effetto del fatto che per votare occorre essere maggiorenni

Eventualmente conterebbe il gap fra età media del corpo elettorale

ed età media dei votanti effettivi

 

Cercando su internet ho scoperto ad esempio che l'età media degli

elettori bolognesi è 54 anni ma lo è per mero effetto demografico, non

ho trovato un dato nazionale però è già abbastanza indicativo

 

Né servirebbe a molto estendere il voto ai 16nni, che a livello nazionale

rappresentano solo il 2% della popolazione, semmai concedere il voto

ai residenti stranieri la cui età media è sensibilmente più bassa

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hinz, potrei anche dirti che l'età media dei votanti è quella pensionabile post-riforma Fornero,

però sinceramente non mi sono messo (nè avrei avuto tempo per farlo) a calcolare esattamente quale sia!

 

di certo gli ultraottantenni che ho visto al mio seggio sono almeno il triplo degli under 25!

 

cmq noto che anche altri forumisti che sono stati scrutatori sto week end confermano il dato dell'età media molto alta dei votanti

Edited by freedog
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Sì, anche da me la media era decisamente alta, ma in generale quella zona (a ridosso della stazione Tiburtina) è piuttosto vecchia, se ci sono tanti giovani è perché sono studenti fuori sede. I vecchi comunque sono quelli più attaccati al voto, da me è venuto pure uno con la bombola retta dalla figlia...

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L'Espresso

 

Virginia Raggi, 37 anni, nata e cresciuta a Roma in zona Appio Latino, elementari alla Giardinieri, medie alla Pascoli, liceo scientifico Newton all'Esquilino, studi universitari in Giurisprudenza («Ho capito che la matematica non era il mio forte»), laurea con 110 e lode, quindi il ben noto praticantato allo studio Previti («Un mio professore mi ha messo in contatto con loro, ho fatto un colloquio e mi hanno preso»), poi in proprio con altri legali. Da 15 anni vive in zona Ottavia e oggi è la candidata del Movimento 5 stelle alla carica di sindaco di Roma, in testa a tutti sondaggi.

 

Qual è il problema più sentito e più urgente da affrontare a Roma?

«Il traffico, la mobilità».Da affrontare come?«Prima di tutto facendo applicare le norme. Le auto in seconda fila creano ingorghi, quindi anche inquinamento, e costituiscono un ostacolo alla visibilità, perciò aumentano il rischio di incidenti: bisogna multarle. Poi servono tante corsie preferenziali, con i semafori intelligenti collegati via gps all'autobus, per creare un'onda verde. Per le preferenziali è necessario riorganizzare i pass e mettere più controlli, sia attraverso più personale in strada sia con dispositivi elettronici. E bisogna riparare le buche, facendo le gare in modo legale e partendo dalle strade più devastate e trafficate».Gli autobus turistici enormi, che ingolfano le strade e se trovano un'auto in seconda fila fermano tutto mezza giornata?«Li terremo fuori dall'anello ferroviario, con parcheggi di scambio che portino i turisti in centro con navette elettriche e navette ibride, ma anche con mezzi pubblici normali. Progressivamente gli autobus turistici verranno tolti dal centro».A Roma c'è una percentuale di "portoghesi" sui mezzi pubblici del 29 per cento. Il doppio della media nazionale. Cosa pensa di fare?«È una delle nostre battaglie storiche e la vogliamo combattere in maniera ferrea. In metropolitana metteremo la vidimazione del biglietto anche in uscita. Sugli autobus prevederemo l'entrata solo dalla porta anteriore in modo che un controllore (e, progressivamente, lo stesso autista) verifichi che chi sale a bordo abbia un regolare titolo di viaggio. In più, sviluppo e diffusione del biglietto elettronico, anche personalizzato e con eventuali sconti sulla tariffa in determinate fasce orarie».Non sono sicuro che gli autisti dell'Atac siano disposti a fare anche da controllori.«All'inizio infatti prevediamo una seconda persona a bordo. Più avanti, concorderemo le funzioni in più dell'autista confrontandoci con i loro sindacati. Se l'obiettivo comune è riorganizzare l'azienda, si può trovare un accordo. Ma non solo per i controllori, anche per il resto».Cioè?«Serve un business plan per rivedere la struttura di Atac e renderla più funzionale. Ridurremo il numero dei dirigenti ma vorremmo riorganizzare anche il personale operativo, amministrativo, i funzionari, o quadri. Sempre parlando con i sindacati per l'obiettivo comune di rivitalizzare l'Atac».Come pensa di affrontare il problema della cosiddetta emergenza abitativa in città? «Prima di tutto dobbiamo far ripartire la macchina delle assegnazioni perché abbiamo una lista d'attesa lunghissima. C'è gente in attesa dal bando del 2000, qualcuno è pure morto mentre aspettava un alloggio».Ma il comune ce le ha le case da assegnare?«C'è da fare un rapido ed efficace censimento del patrimonio pubblico comunale per capire quanti immobili possono essere destinati a questa emergenza. Poi bisogna fare un lavoro sulle occupazioni abusive, un fenomeno che ha due facce: da una parte ci sono prepotenze e racket, dall'altra veri drammi umani da non prendere sotto gamba. È un terreno molto scivoloso, in cui dovremo mettere ordine. Ma l'urgenza è far ripartire le assegnazioni regolari, anche con verifiche periodiche sulla permanenza dei requisiti: una casa popolare non deve essere assegnata a vita, come avviene ora, ma soltanto finché sussiste il disagio economico di chi la richiede».

 

È giusto staccare la luce e l'acqua a chi occupa case?

«L'acqua no, è un diritto di tutti e a tutti deve essere erogata. Sulla luce effettivamente una riflessione può essere fatta. Ma la vera questione è porre termine alle occupazioni abusive con programmi di reinserimento delle famiglie fuori dalle case del Comune».È giusto che il Comune si occupi di accogliere gli immigrati, specie quelli transitanti?«Questo è previsto dalle norme, giusto o sbagliato che sia. Sarebbe giusto invece che il governo centrale si occupasse meglio di questo tema, decidendo chi deve essere compreso in un programma di inclusione e chi invece deve essere espulso. Invece ora i migranti vengono lasciati nelle città a ciondolare e basta».L’anno scorso a Roma le strutture comunali per l’accoglienza ai migranti erano zero. Senza la Croce Rossa, le Ong e il Baobab migliaia di persone avrebbero dormito per strada. E ora gli sbarchi stanno ricominciando.«Il Comune deve occuparsi di queste persone prevedendo delle strutture di transito, purché sia davvero un transito».

 

Lei come sindaco darebbe strutture comunali ad associazioni o Ong - come il Baobab appunto - per fare accoglienza?

«Ci si può riflettere, ma è importante che il Comune abbia comunque il controllo di queste strutture, anche se gestite da associazioni o volontari. Bisogna controllare le attività che fanno, i servizi che erogano e così via. In generale, e non solo per l'accoglienza ai migranti, quando il Comune affida a soggetti terzi l'erogazione di alcuni servizi poi non deve mai lavarsene le mani, deve sempre controllare, è una sua funzione».Hanno fatto bene Tronca e Alfano a sgomberare il Baobab?«Il problema è sempre questo: diritti, doveri e drammi umani. L'amministrazione ha omesso per anni di gestire delle situazioni che adesso stanno esplodendo come bombe. Pare che al Baobab ci fossero delle situazioni poco chiare, ma allo stesso tempo il Baobab per alcuni periodi ha permesso di ospitare persone che avevano trovato altra sistemazione quindi l'alternativa era buttarle per strada».Ma lei da sindaco avrebbe chiesto lo sgombero del Baobab sì o no?«Io da sindaco avrei controllato molto meglio in modo da avere poi tutti gli elementi per valutare e decidere».Che cosa vuol fare con i campi rom?«Dobbiamo progressivamente superarli, come del resto ci dice l'Europa. Prima di tutto con un vero censimento non solo anagrafico, ma anche patrimoniale di tutte le persone che ci abitano. Poi dobbiamo avviare queste persone verso percorsi di inclusione dividendo quelle che sono in una condizione economica tale da meritare un supporto e quelle che invece no. I cittadini di etnia rom hanno i diritti e i doveri di tutti gli altri: se sono in età scolare devono andare a scuola, se sono in età lavorativa devono cercare un lavoro e pagare le tasse, se hanno la possibilità di pagarsi una casa se la devono trovare, se non ce l'hanno vanno aiutati come gli altri».Alcuni dicono: brava la Raggi, ma i poteri di Roma sono incancreniti e diffusi, se la "magneranno", cioè le metteranno i bastoni tra le ruote su tutto, dalla raccolta dei rifiuti al funzionamento dei mezzi pubblici.«Ne ho piena coscienza. Ma io anzi mi auguro che ci provino, a mettermi i bastoni tra le ruote perché vuol dire che sto iniziando a scardinare i poteri forti e i loro equilibri. Li sfido».Come li affronterà, questi poteri?«Rimanendo molto determinata sul programma».Che giudizio dà dell’operato di Tronca in questi mesi?«Tronca ha ecceduto nelle sue prerogative, a partire dalla privatizzazione degli asili nido, dal taglio dei servizi, dalle nomine di super funzionari con cui poi il sindaco eletto dovrà lavorare per cinque anni senza averli scelti. E la sua lotta agli sprechi è stata molto comunicata sui media ma poco fatta nella realtà».Voto su Tronca da uno a dieci?«Insufficiente».E della giunta Marino che giudizio dà?«Scarso, scarsissimo. Abbiamo provato a lottare non solo su quelli che erano i nostri punti programmatici ma anche su temi indicati proprio dal programma di Marino (mobilità sostenibile, servizi sociali, trasparenza del ciclo dei rifiuti) e che la sua stessa giunta ignorava. Pensavamo che focalizzandoci su quegli aspetti che anche noi condividevamo si sarebbe potuto portare a casa qualche risultato: lei non ci crederà ma anche su quelle battaglie che facevano parte del programma di Marino abbiamo trovato opposizione netta. Poi la vicenda di Mafia Capitale ha mostrato come gli stessi problemi che avevano caratterizzato la giunta Alemanno si erano riprodotti uguali».Voto da uno a dieci dei due anni e mezzo di Marino?«Largamente sotto la sufficienza»Hanno fatto bene o male i consiglieri comunali del Pd ad andare a dimettersi davanti al notaio per mandarlo a casa?«Hanno fatto male per la scelta della procedura. Noi avevamo depositato una mozione di sfiducia e chiedevamo a gran voce che avessero il coraggio di venire in aula a votare la sfiducia al sindaco per il suo operato. Loro hanno preferito una via più vigliacca, andando dal notaio».Renzi ha mandato a casa Marino, ma chi può garantire che lei non sia obbligata a rispondere, da sindaco, alle mail firmate "staff di Grillo" come quella denunciata da Pizzarotti?«Quali mail dovrebbe inviarmi lo staff di Grillo?».Non lo so, Pizzarotti ne ha ricevuta qualcuna e ha risposto che non era tenuto a fornire repliche e spiegazioni a "mail anonime".«Io quando ho ricevuto mail per sapere come stava andando la campagna ho sempre risposto».Ma ha ragione Pizzarotti a definirle "mail anonime"?
«Secondo me no, dal momento che quella casella è sempre stata utilizzata per comunicazioni. O è sempre anonima o non è mai anonima, non è che lo diventa a un certo punto».Ma se non è anonima lei quindi sa chi sono e come si chiamano le persone che sono dietro a questa casella.«Penso di sì».E chi sono?«Dipende dalla comunicazione».Scusi, ma se lei lo sa non ci può dire chi sono le persone che si firmano "staff di Grillo"?«Io non ho mai ricevuto una mail firmata "staff di Grillo". Io ho ricevuto delle mail firmate da persone con nome e cognome, diverse a seconda delle questioni che venivano sottoposte, cioè due: mi hanno chiesto come stava procedendo la campagna e se avevo bisogno di un supporto».E chi erano queste persone?«Si tratta di comunicazioni private, quindi questo mi permetto di non dirlo».Suppongo che lei abbia firmato il codice di comportamento per i candidati di Roma pubblicato sul blog di Beppe Grillo, giusto?«Sì».Al punto 2 il codice dice: "Le proposte di atti di alta amministrazione verranno preventivamente sottoposte a parere tecnico-legale a cura dello staff coordinato dai garanti del Movimento 5 Stelle". Questo vuol dire che prima di prendere una decisione su atti di alta amministrazione lei dovrà parlare con qualcuno a Milano. A quale titolo questo staff interviene nelle decisioni che lei dovrà prendere su Roma?«È uno staff tecnico legale coordinato dai garanti. Avvocati che ci aiutano, per esempio, a fare ricerche legali sulle persone da nominare. È una garanzia ulteriore avere più occhi che controllano determinati atti come le nomine. Noi riteniamo che sia utile avere la possibilità di confrontarsi con qualcuno che si avvicina e propone la propria candidatura, anche come assessore».Al punto 7 il codice dice che "le proposte di nomina dei collaboratori delle strutture di diretta collaborazione o dei collaboratori dovranno essere preventivamente approvate a cura dello staff coordinato dai garanti del Movimento 5 Stelle". Ma perché un sindaco di Roma deve farsi approvare i collaboratori da altri? Lei così non sarà autonoma o sbaglio?«Io ritengo di essere autonoma».

 

Mi scusi avvocato, ma questo articolo dice il contrario.

«Io ritengo di poter validamente interpretare l'articolo nel senso che quelle che sono le persone che collaboreranno con me passeranno attraverso un parere di questo staff, ma poi sarò io a nominarle».Ma il codice non parla di parere, parla di approvazione.«Se il bene di tutti è quello di consentire al Movimento 5 Stelle di essere coadiuvato da persone valide e dallo staff arriva un parere che è ben motivato, ben venga un parere di questo genere, scherziamo?».Ma lei poi deciderà in proprio?«Io deciderò con l'aiuto di tutte le persone che sono chiamate a darmi un supporto».Che cos'è questo "staff coordinato dai garanti del Movimento 5 Stelle"?«Lo staff è un ufficio legale che si occupa di aiutarci. Ad esempio nelle nomine, come le dicevo».Non pensa che avendo un ruolo non così secondario i cittadini debbano sapere da chi è composto, con nomi e cognomi?«Sì, eventualmente ve li comunicheremo».Come "ve li comunicheremo"?«Le sto dicendo che glieli dirò».Ma perché adesso non me li può dire?«Perché non li ricordo a memoria».Quindi mi manda una mail appena finita l'intervista?«Perché no?»È un impegno?«Certo».(La mail promessa da Raggi non è mai pervenuta, ma il giorno 24 maggio il blog di Beppe Grillo ha postato questo elenco di nomi in relazione allo staff di cui sopra)Al punto 9 il codice dice che il candidato «assume l’impegno di dimettersi laddove venga iscritto nel registro degli indagati e la maggioranza degli iscritti al M5S mediante consultazione in rete ovvero i garanti del Movimento decidano per tale soluzione». In altri termini, se lei si ritrova indagata i garanti del Movimento possono decidere di farla dimettere. Non ritiene che questo dia un potere eccessivo a qualcuno che i romani non hanno votato?«Secondo me no. E ormai dei due garanti purtroppo è rimasto uno solo, visto che Casaleggio è morto, quindi c'è solo Beppe. Vede, il garante è una figura che ci aiuta a rispettare i nostri principi. Quindi io ritengo che nel momento in cui una persona si discosta da questi principi, se è onesta deve fare un passo indietro; se invece nonostante le violazioni continua a fare le cose in nome del Movimento, è giusto che ci sia qualcuno che a un certo punto dica basta».Quindi se lei fosse eventualmente indagata e Beppe Grillo le chiedesse di dimettersi, lei lo farebbe?«Questo c'è scritto, sì».Pensa che questa situazione di attribuzione di poteri alla Casaleggio e al suo staff sia transitoria, e che gradualmente il M5s debba andare verso altre forme decisionali interne più democratiche, o questa situazione va bene, è quella giusta?
«Questo no lo so. So invece che il 72 per cento degli italiani intervistati in merito a questo codice etico ha detto di condividerlo pienamente, auspicando che anche gli altri partiti ne avessero uno come questo, perché sono stanchi di essere presi in giro da politici che  fanno una campagna elettorale promettendo certe cose poi una volta eletti cambiano casacca. In realtà quello che c'è scritto nel codice è quello che vorrebbero non dico tutti gli italiani, ma la grande maggioranza».Magari non mettendo la decisione finale in mano a una sola persona o sbaglio?«Il 72 per cento l'ha condiviso così com'è. Evidentemente va bene che ci sia la figura di un garante».Il M5S secondo lei è più simile a Podemos o all'Ukip di Farage?«Ritengo che sia distante da entrambi».C'è qualche partito o movimento politico all'estero che le piace più di altri?«Podemos lo stiamo osservando. È una realtà che, per quanto non vicina al M5S, sta portando avanti come noi un esperimento dal basso, quindi lo osserviamo. Così come abbiamo osservato il movimento di Occupy Wall Street e adesso guardiamo la Nuit debout in Francia. Questo significa che in tanti Paesi diversi le persone iniziano a prendere coscienza del potere che hanno».Il M5S chiede un referendum perché i cittadini possano decidere se restare nell'euro o uscirne. Lei a quel referendum cosa voterebbe?«Sono sincera: dovrei studiare bene la questione per capire i pro e i contro. A oggi credo che la cosa più importante sia dare ai cittadini la possibilità di scelta su una questione sulla quale nessuno di noi ha potuto scegliere. Sarebbe già un grandissimo passo in avanti. Per quanto riguarda me, credo che la questione sia molto delicata e vorrei avere la possibilità di studiarla prima di esprimermi in un senso o nell'altro».Dice Giachetti che in questa campagna lei si rivolge a un elettorato di destra e usa un linguaggio più di destra che di sinistra.«Giusto ieri sono stata a un convegno dell'Usb e mi hanno detto che facevo discorsi di sinistra. Noi diciamo cose di buon senso poi a seconda di chi ci legge talvolta sembra che parliamo all'elettorato di destra o a quello di sinistra. La verità che quello che noi proponiamo è condiviso da cittadini che provengono sia da destra sia da sinistra. Andrei oltre questo schema».Ecco: che cosa vogliono dire secondo lei oggi destra e sinistra?«Nulla. Visto che tra l'altro al governo stanno insieme, Renzi, Alfano, Verdini...».Questi i partiti. Ma quanto agli "ideali" di destra e sinistra?«Gli ideali purtroppo sono morti. Un partito sedicente di sinistra come il Pd sta attuando cose più di destra della destra stessa. Veda le privatizzazioni, l'abolizione dell'articolo 18, il Jobs act. Politiche che storicamente non potremmo mai definire di sinistra».Ci può dire due o tre libri - saggi o romanzi - che lei considera formativi della sua personalità umana e politica?«Ho letto tanto, specie da giovane e avuto diversi periodi. Quello in cui mi sentivo molto stimolata da Herman Hesse, ad esempio. Un altro in cui mi sentivo molto stimolata da Oriana Fallaci. Poi c'è stato quello in cui intellettualmente mi stimolava Cesare Pavese. Sono andata un po' a blocchi, ecco».E adesso?«Ora sto leggendo "E io pago", di Daniele Frongia e Laura Maragnani. Parla del disastro di Roma, gli sprechi, le cose sbagliate. Molto interessante».

 

Per chiudere, allora, torniamo su Roma. Qual è la cosa di questa città che le piace di più e quella che le piace di meno?

«Quella che mi piace di più è affacciarmi e vedere il Tevere scorrere: una cosa che mi rilassa. Quella che mi piace di meno è il degrado, il traffico, i rifiuti. Ma anche il degrado sociale di una città in cui le persone solo sole, in cui sembra sparita la coesione».

Ahahahah che scenetta da farsa teatrale!

Comunque Salvini ha dichiarato che voterebbe per la Raggi. Più chiaro di così.

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Hinzelmann

 

 

Sì, anche da me la media era decisamente alta, ma in generale quella zona (a ridosso della stazione Tiburtina) è piuttosto vecchia, se ci sono tanti giovani è perché sono studenti fuori sede. I vecchi comunque sono quelli più attaccati al voto, da me è venuto pure uno con la bombola retta dalla figlia...

 

Certamente nelle vecchie generazioni può incidere maggiormente

la concezione del voto come dovere civico, che era dominante nella

prima repubblica, coi limiti però derivanti dagli acciacchi dell'età.

 

Per una persona che si fa portare con la bombola a votare, prenotando

ambulanza etc. dobbiamo presumere 9 over 80nni malati, che rimangono

a casa

 

In più - soprattutto nel voto amministrativo - incide il fatto che molti 19-25nni

sono studenti fuori sede, cioè essendo una fascia di età a spiccata mobilità sociale

ci sono ragazzi che studiano e ci sono occupati-precari-itineranti etc

 

Alla mobilità interna giovanile, che certo un peso nelle grandi città ce l'ha, fa poi riscontro

l'elevata mobilità internazionale, moltissimi giovani sono infatti oramai stranieri ( questi la

residenza ce l'hanno per il permesso di soggiorno ) che non votano

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molti 19-25nni sono studenti fuori sede, cioè essendo una fascia di età a spiccata mobilità sociale ci sono ragazzi che studiano e ci sono occupati-precari-itineranti etc

questo è vero nei paeselli, meno a Roma,

dove con 3 università + tutti gli atenei più o meno privati e/o preteschi,

vai fuori sede solo se fai l'Erasmus o ti sei trasferito a Londra a fà il cameriere;

sennò tutti gli altri stanno a fà i bamboccioni -chi più chi meno- a casa di mammà.

 

Eppure, pur residendo qui, i giuovin goliardi non votano!

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Hinzelmann

E' vero che probabilmente i 2000 studenti laziali che

vanno a studiare fuori sono in maggioranza della provincia

e non di Roma città, ma è anche vero che i 7000 giovani che

vengono nel Lazio a studiare dal Sud si concentrano tutti a Roma

 

Il risultato quindi è che la città sembra più giovane di quello che realmente

è ( allo stesso modo passeggiando per il centro di Bologna tu non pensi che

l'età media dell'elettore bolognese sia 54 anni, tu pensi sia una città più giovane )

 

A ciò si aggiungono i giovani che vengono a Roma per lavorare, ma non avendo lavori

stabili non cambiano la residenza o ce l'hanno ma sono stranieri

 

Questo era il senso del mio intervento

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hinz, io parlavo degli under 30 iscritti nella lista elettorale della sezione che presiedo, non dei giuovincielli che girano per la città!

 

ce ne saranno almeno un centinaio -forse due-, ma a votare non ne viene manco una decina!!

-e penso sia lo stesso anche nei seggi di blood e lum-

Edited by freedog
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Hinzelmann

Suppongo si possa andare avanti a non capirsi per cento pagine Lol

Non conta ciò che hai notato tu, o ciò che risulta nel tuo seggio

 

Ciò che conta è quale è l'età media del corpo elettorale di Roma

e quale è l'età media dei votanti effettivi

 

Dopodiché è oggettivo che le grandi città sembrano più giovani

di quello che elettoralmente sono, per i fenomeni da me descritti

( non conoscendo i dati di Roma mi sono riferito a Bologna )

 

E se vogliamo aggiungerci un dato di realtà, a Roma si è votato più che a Milano

ed ha preso più voti la candidata giovane Raggi e la lista giovane M5S

 

Quindi qualcosa non torna

 

Può essere che i "vecchi" romani siano andati in massa a votare la candidata più

giovane ed il partito nuovo, certo che sì...ma io non credo che il 35% della Raggi venga

in maggioranza dal voto degli over 70, per intenderci

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Può essere che i "vecchi" romani siano andati in massa a votare la candidata più

giovane ed il partito nuovo, certo che sì...ma io non credo che il 35% della Raggi venga

in maggioranza dal voto degli over 70, per intenderci

 

No, la Raggi ha vinto grazie al voto della fascia 18-34, se avessero votato solo gli over 55 andavano al ballottaggio Giachetti e Meloni con largo distacco dalla candidata del M5S.

 

http://www.nextquotidiano.it/wp-content/uploads/2016/06/pd-partito-giovani.jpg

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Hinzelmann

Più che altro @Fabius81 il tuo schema conferma ciò

che io avevo - devo dire facilmente - anticipato prima

del voto

 

E cioè che gli anziani avrebbero votato Marchini

 

Solo che i risultati di Marchini poi sono stati sotto le aspettative

questo significa che piacere ai vecchi non è stato così determinante

a Roma

 

PS poi noto che Marchini nel seggio di Freedog è andato meglio e questo

può significare che il suo seggio è più vecchio della media o vi hanno votato

meno giovani della media...

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E cioè che gli anziani avrebbero votato Marchini

 

Solo che i risultati di Marchini poi sono stati sotto le aspettative

questo significa che piacere ai vecchi non è stato così determinante

a Roma

 

 

Si, due dati però sono molto significativi da questo voto : il flop di Giachetti nei quartieri "operai" e il mezzo flop della Meloni nei quartieri "bene". Il primo si spiega chiaramente con il travaso di voti dall'Ulivo prima e PD poi al M5S, il secondo è meno comprensibile, quartieri come Parioli dove AN era regolarmente il primo partito anni fa hanno tradito l'elettorato storico?

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Hinzelmann

Credo che la tua analisi geografica del voto, cioè per reddito e composizione

sociale sia datata, cioè legata alla prima Repubblica

 

Nel senso che -credo - anche Veltroni e Rutelli stravincessero nel centro ed ai Parioli

però non so se ricordo bene

 

La Meloni ha superato Giachetti a Tor Bella Monica-Pigneto-Centocelle ( dove il PD è terzo!! )

Fassina ha fatto il suo record alla Garbatella ( ma non meraviglia è storicamente di sinistra )

Marchini a Cassia-Flaminia ( quartieri-bene? non so se il suo...?? )

 

Il Pd è il partito votato dal Centro e dagli anziani ( anche se non al livello di Marchini ma è il

secondo partito per anzianità )

 

La Meloni è decisamente più "giovane" e "popolare"

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Marchini nel seggio di Freedog è andato meglio e questo può significare che il suo seggio è più vecchio della media o vi hanno votato meno giovani della media...

probabile.

 

cmq, leggo anche che c'è sto casino in atto

http://roma.repubblica.it/cronaca/2016/06/08/news/roma_municipali_anomalie_nello_spoglio_verifiche_in_almeno_30_sezioni-141567869/

e sinceramente, me lo aspettavo!

so di certo che sabato tantissimi presidenti & scrutatori nominati non si sono presentati al seggio, ed hanno dovuto raccattare letteralmente la qsi per tappare sti buchi.

ottenendo sto capolavoro di risultato!

-e un riconteggio, specie nei municipi, può cambiare tutto: più di qualcuno che adesso risulterebbe eletto consigliere può essere scavalcato da altri candidati!-


 

 

Nel senso che -credo - anche Veltroni e Rutelli stravincessero nel centro ed ai Parioli però non so se ricordo bene

se è per questo, perfino il tenero Ignazio Maria 3 anni fa ha stravinto in tutti i municipi, anche perchè Aledanno non lo sopportava più nessuno!

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A me non stupisce che la destra vinca in quartieri come il Pigneto e Centocelle - anche se sembrano quartieri "ggiovani" come si diceva più su sono pieni di fuori sede, inoltre essendo anche più abbordabili per gli affitti sono pieni di stranieri, il che causa risentimento negli autoctoni. Vorrei sapere com'è andato l'XI, che è quello dove abito io (Ostiense-Testaccio), anche qui il tasso di stranieri è parecchio alto ma è una zona molto più tranquilla rispetto a Roma Est.

Cassia-Flaminia sono sicuramente quartieri bene, per certi versi anche più dei Parioli.

 

Il casino sui riconteggi non mi sorprende, da noi c'era almeno un seggio nel caos, ma sicuramente anche tanta disorganizzazione.

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Vorrei sapere com'è andato l'XI

http://www.elezioni.comune.roma.it/elezioni/2016/comunali/a062016/SINLIS11.htm

PS @ lum & blood:

avviso tecnico

come immaginavo, l'aggiornamento del portale del comune comunica che

IN OCCASIONE DEL TURNO DI BALLOTTAGGIO  DEL 19 GIUGNO AI COMPONENTI DI SEGGIO SPETTANO GLI STESSI ONORARI  ELENCATI PER IL PRIMO TURNO

 

-in compenso però coi ballottaggi lo scrutinio è una (ca)volata: con meno di un'ora si finiscono tutte e due le urne!!!-

Edited by freedog
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La Meloni ha superato Giachetti a Tor Bella Monica-Pigneto-Centocelle ( dove il PD è terzo!! )

Fassina ha fatto il suo record alla Garbatella ( ma non meraviglia è storicamente di sinistra )

Marchini a Cassia-Flaminia ( quartieri-bene? non so se il suo...?? )

 

Ma Torbella Monaca e Pigneto non sono storicamente le zone "nere" di Roma, quelle del forte consenso ad AN (più ancora che Forza Italia)? Non mi sembra sia molto sorprendente il voto alla Meloni li...

Sapevo che la Garbatella è un quartiere da sempre "rosso", ne avevano parlato nel 2008 quando la Sinistra Arcobaleno che a livello nazionale aveva preso il 3% li prese tipo il 15%!

Un'altra zona storicamente tendente a sinistra non è l'attuale municipio 15 (Labaro, Farnesina)? Ostia ricordo invece che sia piuttosto verso destra.

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Hinzelmann

 

 

Non mi sembra sia molto sorprendente il voto alla Meloni li...

 

Io non ho pubblicato i "dati sorprendenti"

 

Io ho pubblicati i picchi dei candidati, letti sui giornali

 

Ho contestato semmai il fatto che il picco di Giachetti sia una novità

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Torbella non saprei che non frequento, il Pigneto non mi risulta sia storicamente nero, circolano più fasci a piazza Bologna sicuramente. Ostia è di destra, sì, di recente Casa Pound ha anche minacciato delle associazioni culturali lì. 

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aspè, aspè, io mica ho fatto lo scrutatore. Nemmeno sono negli elenchi.

 Basavo la mia analisi sul fatto che, oltre l'essere andato a votare, sono passato altre due volte dinanzi il seggio.

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LocoEmotivo

oltre l'essere andato a votare, sono passato altre due volte dinanzi il seggio.

Uno stalker, praticamente.

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