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A lezione dai Padri Nobili


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Segnalo, lodo e linko una interessantissima intervista a Porpora Marsicano,

una da cui tutt* noi avremmo SOLO da imparare,

anche solo perchè si dedica "soltanto" da QUARANTA anni all'attivismo LGBT.

http://www.wired.it/play/cultura/2016/04/18/porpora-marcasciano-lgbt/

 

di stimolanti spunti di riflessione ne ho trovati parecchi in queste righe.

voi?

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https://www.gay-forum.it/topic/32702-a-lezione-dai-padri-nobili/
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Grazie per la segnalazione. Una cosa, dall'intervista:

 

Ultimamente abbiamo messo completamente da parte la questione dell’identità di genere e dell’orientamento sessuale per parlare solo di famiglia e di figli. Cambiano le parole, i concetti, e di conseguenza cambia anche la realtà. Siamo partiti da “distruggiamo la famiglia perché ci distrugge” e siamo arrivati a “vogliamo una famiglia”. Ma se non ragioniamo sulle cose di cui parliamo il rischio è di essere riassorbiti nella normalità. Adesso si parla di normalità. Ma cosa vuol dire? La normalità è quella etero o veteropatriarcale, come diceva Mario Mieli, e io quella non la voglio. Le diversità, invece, si declinano al plurale: un mondo diverso e vario come lo vorremmo noi, mentre invece la normalità a livello simbolico e politico è una sola. Su questo bisognerebbe fare molta attenzione. Quando sento i giovani dire io sono normale e voglio essere normale. Be’, userei altri termini”.

 

Cosa significa, tuttavia, ''diverso''? O ''diversi''? Che forse Marcasciano non si vesti 'normalmente', come vedo nella foto, da donna? Avrà immagino un lavoro, un'automobile, una casa... vivrà o no la sua vita 'normalmente'?

 

Quanto, dunque, siamo 'normali' e quanto 'diversi'. Perché - secondo lei - sarebbe più corretto ergere l'identità di genere o l'orientamento sessuale come un tratto di diversità, e in che modo - ritenerlo una normalità - finirebbe per depotenziare il movimento di liberazione LGTB?

Edited by Layer

 

 

in che modo - ritenerlo una normalità - finirebbe per depotenziare il movimento di liberazione LGTB?

Beh, non dimentichiamoci che Pezzana, Mieli, Marsicano stessa negli anni 70 erano frikkettoni antisistema, antifamiglia eccetera, volevano rompere tutti gli schemi (v)etero-borghesi e sicuramente Mieli stesso, se vedesse che l'associazione che porta il suo nome oggi si batte per una cosa borghesissima come il matrimonio, ci incenerirebbe tutti col lanciafiamme.

 

In questo senso, l'energia sovversiva che avevano all'epoca più che depotenziata (come diplomaticamente dice Porpora) ormai è proprio esaurita:

basta solo vedere quante pudiche damine ottocentesche si sono scandalizzate quando Maccarrone s'è fatto il tour di piazza del popolo in perizoma alla manifestazione di un mese fa (io gli ho detto che è stato una pazza, ma solo perchè quel pomeriggio tirava un ventaccio gelido e minacciava pioggia da un secondo all'altro)

Sì, ma direi che era lo spirito dei tempi. Con quella retorica anti-capitalista, anti-borghese e quant'altro.

 

Ma - come storicamente è avvenuto - il modello borghese è talmente flessibile, affascinante e inclusivo che tutti i soggetti che si opponevano ad essa si sono imborghesiti. Marcasciano stessa è una borghese, come tutti noi. Anche io che sono figlio di un falegname e di una bracciante vivo da borghese, come la mia famiglia.

 

Si apprezza il coraggio, l'audacia e l'iniziativa di questi personaggi, ma - sarà forse per la mia giovane età - questi discorsi che parlano di una diversità da contrappore alla normalità anti-borghese suona oggi di retorica stantia e, in fondo, nemmeno così convincente come argomentazione.

 

Dopotutto, una volta accettata questa fantomatica 'diversità', si normalizza per ovvie ragioni.

 

In realtà, poi, la società contemporanea tende a riconosce la diversità, ad apprezzarla solitamente. Il punto focale, oggi, è - riconosciuta e valorizzata la differenza - costituire una società giusta ma non gerarchica. Sta tutto lì il grande esperimento sociale dei nostri tempi.

questi discorsi che parlano di una diversità da contrappore alla normalità anti-borghese suona oggi di retorica stantia e, in fondo, nemmeno così convincente come argomentazione.

quando dico

 

 

l'energia sovversiva che avevano all'epoca più che depotenziata (come diplomaticamente dice Porpora) ormai è proprio esaurita:

intendo esattamente questo

Edited by freedog

Ok, ma bisognerebbe comprendere perché ha perso qualla sua carica propulsiva.

 

E' colpa delle generazioni più giovani, meno ''attiviste''? O è colpa di quelle stesse retoriche, un po' naïf, poco pratiche, per non dire utopistiche, astratte?

 

Dopotutto, che vuol dire 'distruggere la famiglia'? Togliere di mezzo proprio l'istituto o proporne una versione differente?

Che io sappia, almeno nel mondo occidentale, è dalla Grecia classica che si cercano alternative, senza che ne vengano effettivamente trovate di plausibili.

 

Queste idee rimangono filosofeggiamenti o, peggio, nella versione moderna, degli slogan in bocca ad attivisti in cui i concetti rimangono molto vaghi, poco operativi. Non sorprende se tutto, esaurito l'impeto giovanile-rivoluzionario di quei tempi, fosse stato accantonato.

 

Marcasciano non scende nei dettagli riguardo a 'diversità', sarà la natura dell'intervista a impedirlo, una mancanza di chi intervistava (io lo avrei chiesto). Ma anche tu, freedog, pari sorvolare sulla questione. :)

Edited by Layer

Il problema dell'estremismo politico è la difficoltà a formulare un'alternativa.

 

L'unica cosa che si può desiderare è che

travestitismo, omosessualità, promiscuità e BDSM

un giorno smettano di creare turbamento.

In una parola che diventino "normali".

E già questo sarebbe un traguardo molto ambizioso.

 

Quali sarebbero le alternative rivoluzionarie alla normalizzazione?

Impossibile capirlo.

 

 

Marcasciano non scende nei dettagli riguardo a 'diversità', sarà la natura dell'intervista a impedirlo, una mancanza di chi intervistava (io lo avrei chiesto).

puoi sempre chiederlo direttamente all'interessata: non è un'entità astratta & irraggiungibile!

 

 

Ma anche tu, freedog, pari sorvolare sulla questione. :)

mah.. forse perchè non mi pare fondamentale: è (fisio)logico che in 40 anni siano cambiate le priorità & le rivendicazioni.

Ciò però non deve MAI farci mancare di rispetto a quel manipolo di pazze sclerate che fece iniziare tutto!

 

E cmq, mi tocca pure dar ragione ad Almy:

 

 

Quali sarebbero le alternative rivoluzionarie alla normalizzazione? Impossibile capirlo.
invece la normalità a livello simbolico e politico è una sola.

 

Prendiamo una frase del genere

 

Per me ha un significato chiaro, nel senso che la "normalità"

è l'accesso al simbolico al prezzo della sua verità assoluta.

 

Quando si richiama il concetto di normalità plurali per me è

altrettanto chiaro che non si parla di rivoluzione, ma di mantenere

una identità ed uno spirito critico rispetto alla realtà sociale, una

cultura, l'obbligo di essere ragionanti etc

 

Tutti aspetti su cui non posso non essere d'accordo, come anche il

richiamo all'autonomia politica gli eccessi di delega e la continuità nei

difetti di ciò che resta del movimento lgbt italiano etc

 

Anche perchè sono affermazioni molto ragionevoli, anche rispetto alla

scomparsa politica di un'area libertaria e liberale ( anche se magari su

questo si potrebbe litigare di più...sul passato )

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