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Referendum sulla Riforma Costituzionale 2016


  

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  1. 1. Come voterai al referendum sulla riforma costituzionale?

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Sulla riforma: ho sentito d'alema da vespa e devo dire che mi e' sembrato che avesse ragione.

 

Che votare e' votare una lista fatta dai partiti ?

 

Democrazia e' scegliere i candidati che si vogliono votare e non le liste fatte dai partiti.

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Si, e francamente è una cosa che non si riesce a spiegare, forse con il fatto che l'elettorato giovanile è maggiormente orientato verso il M5S...

 

Probabile..... infatti la trasformazione del voto a favore o contro la riforma in un voto a favore o contro il governo di Renzi (in parte per colpa dello stesso Renzi) ha stravolto ogni considerazione nel merito:

non è un caso che la linea di demarcazione partitica o subpartitica tra favorevoli al sì e favorevoli al no coincida con quella tra i sostenitori del governo di Renzi e con gli oppositori;  gli elettori ovviamente, esendo in gran parte inesperti delle problamatiche giuridiche e politiche, s'adeguano ai partiti ed alle correnti di riferimento a prescindere.

 

Semmai sarebbe da analizzare come si dividano i giuristi o meglio i costituzionalisti, se cioè siano appiattiti sui propri partiti di riferimento, il che sarebbe grave, oppure no:

ma credo sia un'analisi difficile da fare, se non altro perché è difficile sia stabilire chi siano i costituzionalisti degni di considerazione ed a che partito realmente appartengono, se pur appartengano ad un partito.

Sulla riforma: ho sentito d'alema da vespa e devo dire che mi e' sembrato che avesse ragione.

Che votare e' votare una lista fatta dai partiti ?

Democrazia e' scegliere i candidati che si vogliono votare e non le liste fatte dai partiti.

Se permetti, questa é la legge elettorale, non la riforma costituzionale. Dovrebbero essere le leggi elettorali a dipendere dalle costituzioni, non viceversa. Anche perché la stessa legge con la vecchia costituzione avrebbe gli stessi identici difetti più uno: non copre il senato

O lui mischia le carte per turpi fini politici ?

Semplicemente se si vuole fingere di discutere nel merito ci sono molte ragioni per il ni, ma non esistono argomenti per il no abbastanza appariscenti per far presa sul pubblico, occorre mescolare le carte e le leggi

 

 

Dovrebbero essere le leggi elettorali a dipendere dalle costituzioni, non viceversa.

 

dovrebbero, ma da noi c'è la totale indipendenza...

demò ti posso assoldare tra i fautori del porre la legge elettorale in costituzione?

Se c'e' indipendenza tra leggi e costituzione a che serve averle entrambe ?

 

Molti italiani (come vespa ad esempio) se la tirano continuamente dicendo che hanno la costituzione piu' bella del mondo (ma l'hanno poi letta ? Mah) e poi si scopre che la vostra costituzione non e' prioritaria rispetto le vostre leggi ? Mah.

A dire il vero non c'è nessun problema nel prevedere

un principio elettorale, rinviando ad una futura legge

la sua applicazione

 

Il problema è che deve essere un principio chiaro e

coerente che possa essere applicato in modo univoco

 

Così era in origine quando si prevedeva un senato eletto

dai consigli regionali con metodo proporzionale in base ad

una legge elettorale dello stato

 

Come noto poi hanno cambiato e ora manca la chiarezza e coerenza

del principio, perchè da un lato si dice che il Senato è eletto

dai Consigli regionali, ma dall'altro in conformità alla volontà degli

elettori, cioè si prevede che questa legge elettorale debba

escogitare un modo per non sacrificare una delle due volontà

in punto di principio entrambe coinvolte nel procedimento elettorale

 

Questo pone peraltro intrinsecamente dubbi di costituzionalità che

saranno necessariamente sollevati contro qualunque legge elettorale

 

Se ne dovrebbe dedurre che è il principio ad essere sbagliato

 

Non può esistere una legge giusta se è il principio stesso ad essere

sbagliato, ad essere equivoco ed incoerente.

 

Certo in caso di vittoria del Sì dovrà trovarsi una qualche soluzione

Lo ha scritto conrad sopra.

 

intendevo riferirmi unicamente alla legge elettorale, che non è in costituzione

la costituzione definisce un quadro normativo e di principi generali cui tutte le leggi dovrebbero conformarsi, pena la loro incostituzionalità (sancita dalla Corte Costituzionale)

Edited by conrad65

 

 

Se non ci sono principi di massima nella costituzione sulla legge elettorale

 

Non è vero che non ci siano principi di massima sulla legge elettorale:

ad esempio che la sovranità appartiene al popolo è un principio di massima che ha implicazioni elettorali e così l'uguaglianza dei cittadini di fronte alla legge, senza contare tutto l'impianto repubblicano (da res publica, cosa del popolo).

 

Proprio in forza di tali principi di massima la Corte Costituzionale può fare come hai notato tu stesso:

 

 

  nel passato e' stata bollata come incostituzionale dalla corte costituzionale
privateuniverse

Se permetti, questa é la legge elettorale, non la riforma costituzionale. Dovrebbero essere le leggi elettorali a dipendere dalle costituzioni, non viceversa. Anche perché la stessa legge con la vecchia costituzione avrebbe gli stessi identici difetti più uno: non copre il senato

 

Non proprio.

 

Non so cos'abbia detto D'Alema a "Porta a Porta" e se @marco7 l'abbia riferito correttamente, ma resta il fatto che il nuovo senatino non sarebbe elettivo e sarebbe nominato.

 

Quindi, da questo punto di vista l'obiezione di @marco7 resta pertinente.

Non proprio.

 

Non so cos'abbia detto D'Alema a "Porta a Porta" e se @marco7 l'abbia riferito correttamente, ma resta il fatto che il nuovo senatino non sarebbe elettivo e sarebbe nominato.

 

 

Pensa che per venire incontro a chi ha un errato concetto del significato del verbo "nominare", si è sacrificata la coerenza di quel senatino.

 

Proprio per questo motivo, quel senatino sarà eletto, non nominato.

Edited by Demò
privateuniverse

Pensa che per venire incontro a chi ha un errato concetto del significato del verbo "nominare", si è sacrificata la coerenza di quel senatino.

 

Proprio per questo motivo, quel senatino sarà eletto, non nominato.

 

No, i senatori saranno nominati dai consiglieri regionali: prima in virtù della norma transitoria, che si guarda bene dal far eleggere i senatori; poi dalla riforma vera e propria, che stabilisce che saranno i consigli regionali a nominare i senatori.

 

Il Senato non sarà eletto da nessuno, in violazione del principio della sovranità popolare sancito dalla Costituzione.

 

Intanto, una piccola chicca.

 

La Regione Friuli-Venezia Giulia, quella presieduta dalla Serracchiani, è stata sanzionata dall'AgCom per violazione del divieto alle amministrazioni pubbliche di fare propaganda elettorale, perché il 7 ottobre ha organizzato un convegno con la partecipazione dei soli sostenitori della riforma.

 

L'AgCom ha imposto alla Regione il pagamento di una multa e la pubblicazione della sanzione sul sito della Regione per quindici giorni, a differenza del quesito referendario.

 

Stavolta, però, la comunicazione è del tutto indecifrabile.

 

http://www.regione.fvg.it/rafvg/cms/RAFVG/hp-new/in-evidenza/2015/0404.html

Edited by privateuniverse

 

 

Il Senato non sarà eletto da nessuno, in violazione del principio della sovranità popolare sancito dalla Costituzione.

 

Certo:

i senatori nasceranno già tali e si perpetueranno per generazione endogamica (ovviamente congiungendosi sessualmente con le senatrici).

 

Quanto al principio della sovranità popolare, ci sono varie cose su cui il popolo sovrano non può, autrice la Costituzione stessa, mettere lingua sovrana:

ad esempio i trattati internazionali, le leggi fiscali.

Aggiungi che tutta la magistratura ordinaria ed anche quella costituzionale, benché abbiano poteri non indifferenti, non è eletta dal popolo e quindi giudica e sentenzia in spregio del principio della sovranità popolare.

 

Siamo conciati bene:

conviene fare una bella rivoluzione e far eleggere tutti direttamente dal popolo sovrano, compresi medici, ingegneri, avvocati, architetti eccetera.

 

 

saranno nominati dai consiglieri regionali

 

eletti*, vuoi dire, per il resto @mario ti ha già risposto 

 

 

 

*in conformità con le scelte espresse dagli elettori alle elezioni regionali, a mezzo delle quali sono stati eletti i consiglieri....compresi i consiglieri-senatori. che decadono con il venir meno del consiglio regionale di cui fan parte

privateuniverse

eletti*, vuoi dire, per il resto @mario ti ha già risposto 

 

 

 

*in conformità con le scelte espresse dagli elettori alle elezioni regionali, a mezzo delle quali sono stati eletti i consiglieri....compresi i consiglieri-senatori. che decadono con il venir meno del consiglio regionale di cui fan parte

 

No, nominati dai consigli regionali.

 

Ti sei dimenticato il 2° comma dell'art. 57.

 

Cosa dice?

 

Inoltre, cinque senatori non saranno eletti affatto: saranno nominati dal presidente della repubblica.

 

Cosa c'entra questo con il senato federale?

Edited by privateuniverse

 

 

No, nominati dai consigli regionali.  Inoltre, cinque senatori non saranno eletti affatto: saranno nominati dal presidente della repubblica.

 

Disquisizione sulla diferenza tra nominare ed eleggere:

nominare significa chiamare qualcosa per nome,

eleggere (da "ex legere") significa scegliere una cosa o più cose tra varie cose della stessa specie.

 

A rigore etimologico quindi l'eleggere implica una scelta tra più persone  mentre il nominare no o almeno non necessariamente ed infatti nell'uso giuridico e politico l'eleggere implica un gruppo di persone che abbiano caratteristiche legalmente definite per essere elette, mentre il nominare lascia libertà al nominante od ai nominanti.

 

Così il presidente della repubblica nomina i senatori a vita, cioè li sceglie singolarmente a suo giudizio,  anche se non a suo arbitrio:

un qualche vincolo infatti c'è pur sempre, se non altro morale e quindi a rigore anche in questo caso si potrebbe parlare genericamente di "ex legere", cioè di scegliere da un gruppo, ma non è un gruppo rigorosamente definito per legge;

similmente l'assemblea dei soci nelle società commerciali o quella dei condomi nominano gli amministratori a loro giudizio, senza sceglierli (ex legere) tra un gruppo di persone stabilito ex lege.

 

Mentre i cittadini eleggono i deputati, i consigli regionali eleggeranno i senatori (se la riforma sarà confermata), qualsiasi assemblea elegge suoi rappresentanti, quando li sceglie tra un gruppo di persone con certe caratteristiche prestabilite dalla legge o da regolamenti interni.

 

Ovviamente poi i due termini sono intercambiabili, perché, se si elegge qualcuno, lo si chiama anche per nome all'ufficio e, se si nomina qualcuno, una scelta tra varie persone possibili normalmente la si fa pure.

 

 

Ti sei dimenticato il 2° comma dell'art. 57. Cosa dice?

 

 "I Consigli regionali e i Consigli delle Province autonome di Trento e di Bolzano eleggono, con metodo proporzionale, i senatori tra i propri componenti e, nella misura di uno per ciascuno, tra i sindaci dei Comuni dei rispettivi territori"

 

....cosa dice? 

 

...

....

.....

"I Consigli regionali e i Consigli delle Province autonome di Trento e di Bolzano eleggono, con metodo proporzionale, i senatori tra i propri componenti e, nella misura di uno per ciascuno, tra i sindaci dei Comuni dei rispettivi territori"

 

A parte l'uso testuale della parola eleggere, trattandosi di scelta dei senatori in un ambito di persone prestabilito e definito dalla legge, i componenti dei consigli regionali, provinciali autonomi ed i sindaci dei Comuni appunto, l'uso di eleggere (ex legere) pare proprio.

Se invece i consiglieri regionali avessero potuto scegliere chiunque come senatore, si sarebbe potuto usare anche il verbo nominare, come fa il codice civile per la scelta dell'amministratore nelle assemblee sociali o condominiali, benché eleggere non sarebbe stato improprio, atteso che una nomina implica sempre una scelta di uno tra molti.

Edited by Mario1944

Si, certamente, ma non sono certo che fosse questo il dubbio di @privateuniverse, io credo si riferisse al fatto che le due provincie dell'alto adige ricevono un trattamento "sproporzionato" a detta del fronte del no, visto che si vedono attribuito, ciascuna, il diritto ad una rappresentanza pari a 2 senatori, che è il numero minimo previsto per ogni regione in base al comma 3 dello stesso articolo. A me sembra che, tenuto conto delle peculiarità etniche dell'Alto adige-sud tirolo, sia una scelta di buon senso equiparare di fatto le provincie autonome alle regioni.

 

 

Si, certamente, ma non sono certo che fosse questo il dubbio di @privateuniverse, io credo si riferisse al fatto che le due provincie dell'alto adige ricevono un trattamento "sproporzionato"

 

Non saprei che abbia inteso dire Privateuniverse, ma certo la scarsa rappresentanza proporzionale non ha connessione con la differenza tra elezione e nomina:

infatti si possono nominare decine di persone, ma eleggerne una sola.


D'altronde in una logica rappresentativa regionale non è irrazionale che si segua un criterio di eletti minimi, altrimenti, per avere rappresentanze proporzionali agli abitanti delle varie regioni, si dovrebbe accrescere di molto il numero complessivo dei senatori e comunque, anche in questo caso, si porrebbe poi il problema della rappresentanza delle comunità minori  o dei piccoli partiti all'interno della regione.

privateuniverse

 "I Consigli regionali e i Consigli delle Province autonome di Trento e di Bolzano eleggono, con metodo proporzionale, i senatori tra i propri componenti e, nella misura di uno per ciascuno, tra i sindaci dei Comuni dei rispettivi territori"

 

....cosa dice? 

 

...

....

.....

 

Che i senatori, comunque titolari del potere legislativo, li nominano i consigli regionali.

 

Come avevo detto io.

 

"Franco Bechis per ''Libero Quotidiano''

 

 

Alla fine sotto il palco di piazza del Popolo la vera conta l' hanno fatta le bandiere. Vessilli arancioni del Sì, bandiere tradizionali del PD, bandiere blu con le stelle dorate dell' Unione Europea: un grande cumulo accatastato lì, e altre ancora buttate sui sampietrini della piazza con le loro aste. Ne avevano portate troppe gli organizzatori della giornata del Sì voluta da Matteo Renzi.

 

Più bandiere che militanti.

 

E la conta non ci sarebbe nemmeno bisogno di farla: non erano tanti ieri a Roma, nonostante il PD e la manifestazione così fortissimamente voluta dal presidente del consiglio. Mezza piazza era proprio vuota, e una parte occupata da gazebo e dal palco. L'altra metà si attraversava tutta in lungo e in largo, come raramente si riesce a fare in manifestazioni simili. Se togli parlamentari, consiglieri regionali, dirigenti di partito e consiglieri comunali precettati per l' occasione, militanti e simpatizzanti erano davvero pochini. Quattro gatti, si direbbe, ma anche qualche cane come il cocker bianconero di Lucia Annunziata.

 

Ma una presenza che spiazzava c'è pure stata, e ne ha bilanciate tante altre che mancavano. Era lì, coccolato come un piccolo trofeo dal fronte del Sì, anche il leader del Nì, Gianni Cuperlo. Che sarebbe esponente della minoranza del partito, disposto a votare sì se Matteo Renzi oltre a dirlo mettesse in pratica il richiesto No al testo attuale dell' Italicum.

 

Forse nostalgico della piazza Cuperlo è arrivato insieme a Lorenzo Guerini, vicesegretario del partito, e poi è stato abbracciato nel retro palco dal capogruppo Ettore Rosato, e da tutti gli altri notabili PD in attesa di Renzi. Perfino Maria-Elena Boschi ha voluto scattarsi un selfie con Cuperlo, a dimostrazione che quello era proprio il trofeo della giornata romana.

Tutto questo però i militanti non lo vedevano e non lo sapevano. Cuperlo si è concesso ai microfoni e alle telecamere di tutti, e a sera in qualche tg anche i militanti si sarebbero goduti l'evento.

 

Per lunghe ore i poverelli che hanno affrontato lunghe ore in pullman e poi un insolito solleone romano che all'improvviso aveva alzato la temperatura della piazza si sono visti servire dal palco una sfilza di canti popolari non proprio entusiasmanti. Si capisce che quando finalmente poco dopo le 17 è arrivato Renzi un po' di entusiasmo è scattato. Il premier in maniche di camicia ha capito, e ha sfoderato il meglio del suo repertorio da comizio.

 

Qualche battuta, come l'ammonimento alla piazza a non scaricare frigoriferi dai pullman che li avevano portati lì, per non alimentare il complottone di Virginia Raggi. E ogni freccia al suo arco per colpire la minoranza PD e i vari nemici del fronte del No.

 

 

Qualche strascico della tenzone con Ciriaco De Mita: «La vecchia guardia sostiene che questa riforma non l'ho pensata io, se la scrivevano loro sarebbe stata meglio. Può darsi il punto è che non l'hanno scritta, l'hanno discussa, contestata, chiacchierata, digerita e poi si sono dimenticati di scriverla. Il fatto che voi avete fallito non vuol dire che dovete far fallire noi, noi abbiamo il diritto di provarci».

 

Altra punzecchiatura alla minoranza del suo partito, «Basta con le divisioni interne, le discussioni, riprendiamoci il Paese. Dobbiamo andare con il sorriso a discutere il merito della riforma. Smettiamola di tenere lo sguardo rivolto al nostro ombelico». Poi un diretto a Massimo D'Alema, che sembra eccitare la piazza: «Le parole di D'Alema sugli anziani vorrei che fossero parole scappate per sbaglio. Il punto però è un altro. Un importante sindacalista dei pensionati mi ha detto: noi non votiamo Sì perchè non capiamo ma perché li abbiamo visti all'opera». Ce l'ha pure con Forza Italia, che l'ha mollato dopo la scelta di Sergio Mattarella, e ricorda: «Io gli inciuci non li faccio. E sono orgoglioso di avere scelto un presidente galantuomo come lui».

 

Accenna anche alla Lega Nord e gli esce una sparatona: «Voglio dire a chi parla male dell'Italia che noi siamo in prima fila nella lotta alla mafia, e che il Matteo che mi toglie il sonno non è Salvini ma Messina-Denaro, e lo prenderemo, prima o poi».

 

 

Nel crescendo il comiziante mette tutti insieme i suoi nemici: «Il vero partito della nazione è quello del No. Il partito che va da Brunetta a Travaglio, che sull'Europa mette insieme Monti e Salvini, che tiene insieme Gasparri e De Mita, che da Berlusconi a Grillo a D'Alema dice solo no. Questo è il partito che vuole bloccare l' Italia».

 

Infine qualche passaggio critico (meno del solito però) sull'Europa, con l'intenzione più volte annunciata di mettere «davanti alla sede delle istituzioni europee» il relitto della nave dei migranti affondata nel Mediterraneo facendo il record di morti. «L'Europa - chiude il premier - non può permettersi tremila morti l'anno, più di quanti ne fa l'Isis». La piazza apprezza e va a casa contenta.

 

http://www.dagospia.com/rubrica-3/politica/quattro-gatti-cuperlo-se-togli-parlamentari-consiglieri-regionali-134901.htm

 

 

Come avevo detto io.

 

be' devo dire che "libero quotidiano" è un'insigne rivista giuridica, ti fa onore leggerla, ma in ogni caso mi pare che tu non abbia colto appieno quel che ti è stato detto: il nuovo senato, analogamente a quello federale tedesco e a quello francese, sarà un organo di secondo livello. La differenza con il bundesrat  però è che mentre i governi degli stati tedeschi nominano i senatori a loro discrezione, i nostri senatori saranno eletti dai consiglieri regionali tra i consiglieri regionali. 

 

 

Comprendo possa risultarti difficile apprezzare la pur semplice procedura qui descritta, ma non vorrei che a causa della tua assidua lettura di illustri testate tu utilizzassi inconsapevolmente il verbo "nominare" in un'accezione tendenziosa, come se la nomina fosse una prerogativa della KA$ta brutta e cattiva diciamo, quando si tratta invece e semplicemente di una normale vicenda all'interno di uno stato di diritto occidentale del XXI secolo. Nel caso di specie, poi, ti è stato spiegato diffusamente che i consigli regionali "eleggono"  perchè si tratta di veri e propri collegi elettorali (di cittadini a loro volta eletti dal popolo ed in ciò sta il concetto di rappresentanza indiretta, come è il caso del presidente della repubblica, del governo, della corte costituzionale, del CSM, etc etc).

 

Insomma stellina, vivi in uno stato antidemocratico a quanto pare, ascolta pure Libero bisognerebbe tornare ai bei tempi dorati di quando c'era LVI, a quel tempo non esistevano problemi di scarsa democrazia, non ce n'era proprio e i treni erano così puntuali e si sognava d'amore sulle spiagge dorate di Libia.

Fra i giovani sarà anche in vantaggio di diversi punti il No rispetto ai vecchi fra cui prevale il Sì, ma faccio notare che a qualsiasi votazione - che sia referendum o elezione - fra i giovani l'astensionismo è decisamente più alto mentre i vecchi partecipano molto di più al voto.

Quello dell'astensionismo giovanile è un fenomeno globale e lo si è visto molto bene con il referendum sulla Brexit.

Tutti che si lamentavano dei "vecchi che hanno rubato ai giovani il futuro", ma se si andava a vedere il tasso di partecipazione al voto fra i giovani, era decisamente più basso rispetto alla media e al tasso di partecipazione dei più anziani che era più alto della media.

Edited by Uncanny
privateuniverse

be' devo dire che "libero quotidiano" è un'insigne rivista giuridica, ti fa onore leggerla, ma in ogni caso mi pare che tu non abbia colto appieno quel che ti è stato detto: il nuovo senato, analogamente a quello federale tedesco e a quello francese, sarà un organo di secondo livello. La differenza con il bundesrat  però è che mentre i governi degli stati tedeschi nominano i senatori a loro discrezione, i nostri senatori saranno eletti dai consiglieri regionali tra i consiglieri regionali.

Vedi che, a forza di farti citare la Costituzione, ci sei arrivato pure tu?

 

Come dicevo io: i nostri senatori saranno eletti dai consiglieri regionali tra i consiglieri regionali.

 

I cittadini, in tutto questo, non entrano.

 

Sul resto: io leggo tutti i giorni Il Manifesto e Il Fatto Quotidiano. In ogni caso, quel che leggo sono affari miei.

 

Io, però, leggo, e capisco quel che leggo.

 

Cosa che a te non succede: infatti, che Libero sia un'insigne rivista giuridica oppure no conta poco, visto che da Libero ho tratto la cronaca della manifestazione del PD di ieri, non altro.

 

Anche se tu non l'hai capito.

 

Ho capito benissimo, invece, quel che tu credi di dovermi spiegare: il nuovo senato sarà organo di secondo livello.

 

Ma non ci saranno elezioni per il nuovo Senato, a differenza di quelle che si tengono per il Senato francese, e alle quali partecipa una platea di elettori piuttosto vasta, fatta di centocinquantamila elettori: deputati, senatori, consiglieri regionali, consiglieri dipartimentali , consiglieri comunali (in Francia i comuni sono 36500).

 

Non proprio quattro gatti. Senza contare che, in Francia, anche il presidente della repubblica è eletto dai cittadini.

 

La differenza con il Consiglio Federale tedesco ho idea che sia il caso che tu te la ripassi. Nel Bundesrat tedesco siedono i rappresentanti dei governi territoriali (eletti da diete territoriali elette tutte rigorosamente con il sistema proporzionale, senza premi di maggioranza) che sono lì a rappresentare solo i rispettivi governi; infatti votano in blocco secondo le direttive di questi ultimi. Nel Bundesrat non ci sono consiglieri di nomina presidenziale, a differenza che nel farlocco "senato delle autonomie" di renziboschiana concezione. Il Bundesrat, a differenza del senatino renziboschiano,  non concorre a eleggere il capo dello stato; concorre, invece, a eleggere i giudici della corte costituzionale, ma la maggioranza richiesta è doppia (due terzi dei voti validi e maggioranza assoluta dei membri). E, comunque, ribadisco, essendo espressione di governi territoriali che devono godere del consenso della maggioranza assoluta dei rispettivi elettori, esso è enormemente più rappresentativo del senatino renziboschiano, che rappresenta soltanto chi lo nomina (cioè i consiglieri regionali di maggioranza relativa delle rispettive regioni). 

 

Il senatino renziboschiano invece sarà un'altra camera non rappresentativa degli elettori, nominata da consiglieri regionali eletti tutti con sistemi maggioritari gravemente distorsivi della rappresentatività dei consigli regionali, affiancata a una Camera dei Deputati eletta anch'essa con un sistema non rappresentativo dei cittadini.

 

Il vero quesito referendario è:

 

"Che ne dite di rinunciare al vostro diritto di voto per lasciarci nominare i senatori che vogliamo in santa pace?"

Edited by privateuniverse

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