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Referendum sulla Riforma Costituzionale 2016


  

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  1. 1. Come voterai al referendum sulla riforma costituzionale?

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privateuniverse

Io parlavo degli argomenti utilizzati dalle fazioni, non solo dai comitati, ma anche dai semplici ''sostenitori'' (sui giornali, internet, da parte di associazioni come l'Anpi, da parte di vip e intellettuali, sui volantini per il No - ne ho visti talmente tanti all'università dei centri sociali, collettivi ecc. che dicono scemenze...).

E la parte dei No non è più linda di quella di Sì, in fatto di semplificazioni e bufale, nonché ''terrorismo d'informazione''.

 

I mezzi chiaro siano fortemente a favore della parte governativa che è per il Sì. Ma sugli argomenti è difficile battere l'allusione al Ventennio, della JP Morgan e quant'altro fatta dai No, direi.

Nel 1923 fu approvata la nuova legge elettorale, detta Legge Acerbo, dal nome del deputato fascista che la scrisse.

 

Come certamente saprai, quando Mussolini divenne presidente del consiglio, nel 1922, i deputati fascisti erano solo 35.

 

La Legge Acerbo prevedeva un premio di maggioranza al partito che avesse ottenuto più voti, la maggioranza relativa. Questo partito avrebbe ottenuto il 65 per cento dei seggi alla Camera (il Senato, come saprai, non era elettivo ma di nomina regia), a condizione che, oltre a essere il primo partito, ottenesse il 25 per cento dei voti.

 

La legge fu approvata grazie a forzature regolamentari, sulle quali l'allora presidente della Camera (e futuro presidente della repubblica) De Nicola chiuse un occhio. Il PPI, che alle elezioni del 1921 era risultato il secondo partito, era diviso sulla riforma e alla fine decise per l'astensione; ma, al momento del voto, la sua corrente di destra scelse di votare a favore della legge. Un po' come la minoranza del PD, che alla fine ha votato riforma e Italicum, verrebbe da dire.

 

Le elezioni del 1924 si tennero in un clima di violenze e di intimidazioni, avallate o non punite dalle autorità, schierate con il governo. I Blocchi Nazionali, cioè le liste a guida fascista, ottennero circa il 65 per cento dei voti e un'analoga percentuale di seggi alla Camera. Nel 1925 furono rapidamente soppresse le libertà fondamentali garantite dallo Statuto e sciolti i partiti. Ovviamente il senato non fece alcuna opposizione.

 

Legge elettorale maggioritaria, una camera non elettiva, acquiescenza delle opposizioni, tolleranza nei confronti del ruolo di parte assunto dalle pubbliche autorità.

 

Questo significa che, se vincesse il Sì, il 5 dicembre gli antirenziani finirebbero in carcere?

 

Ovviamente no.

 

Ma dove sta scritto che l'autoritarismo consista solo nelle manganellate e nell'olio di ricino? Non è detto che si debba arrivare a questo.

 

E' sufficiente prevedere una cornice giuridica che permetta, a un blocco di interessi forte, di ammantarsi di legittimità.

 

Per esempio, stabilendo che una minoranza possa diventare un'ampia maggioranza in parlamento, in grado non soltanto di esprimere il governo, ma anche di condizionare pesantemente la magistratura e i mezzi d'informazione, quanto meno quelli non ancora schierati con la parte vincente. Una maggioranza parlamentare che, pur essendo minoranza, e ampiamente tale, nel paese, possa governare contro la maggioranza effettiva, approfittando delle sue divisioni.

 

Se questo fosse il disegno, con quali strumenti lo si potrebbe perseguire?

Nel 1923 fu approvata la nuova legge elettorale, detta Legge Acerbo, dal nome del deputato fascista che la scrisse.

 

Come certamente saprai, quando Mussolini divenne presidente del consiglio, nel 1922, i deputati fascisti erano solo 35.

 

La Legge Acerbo prevedeva un premio di maggioranza al partito che avesse ottenuto più voti, la maggioranza relativa. Questo partito avrebbe ottenuto il 65 per cento dei seggi alla Camera (il Senato, come saprai, non era elettivo ma di nomina regia), a condizione che, oltre a essere il primo partito, ottenesse il 25 per cento dei voti.

 

La legge fu approvata grazie a forzature regolamentari, sulle quali l'allora presidente della Camera (e futuro presidente della repubblica) De Nicola chiuse un occhio. Il PPI, che alle elezioni del 1921 era risultato il secondo partito, era diviso sulla riforma e alla fine decise per l'astensione; ma, al momento del voto, la sua corrente di destra scelse di votare a favore della legge. Un po' come la minoranza del PD, che alla fine ha votato riforma e Italicum, verrebbe da dire.

 

Le elezioni del 1924 si tennero in un clima di violenze e di intimidazioni, avallate o non punite dalle autorità, schierate con il governo. I Blocchi Nazionali, cioè le liste a guida fascista, ottennero circa il 65 per cento dei voti e un'analoga percentuale di seggi alla Camera. Nel 1925 furono rapidamente soppresse le libertà fondamentali garantite dallo Statuto e sciolti i partiti. Ovviamente il senato non fece alcuna opposizione.

 

Legge elettorale maggioritaria, una camera non elettiva, acquiescenza delle opposizioni, tolleranza nei confronti del ruolo di parte assunto dalle pubbliche autorità.

 

Questo significa che, se vincesse il Sì, il 5 dicembre gli antirenziani finirebbero in carcere?

 

Ovviamente no.

 

Ma dove sta scritto che l'autoritarismo consista solo nelle manganellate e nell'olio di ricino? Non è detto che si debba arrivare a questo.

 

E' sufficiente prevedere una cornice giuridica che permetta, a un blocco di interessi forte, di ammantarsi di legittimità.

 

Per esempio, stabilendo che una minoranza possa diventare un'ampia maggioranza in parlamento, in grado non soltanto di esprimere il governo, ma anche di condizionare pesantemente la magistratura e i mezzi d'informazione, quanto meno quelli non ancora schierati con la parte vincente. Una maggioranza parlamentare che, pur essendo minoranza, e ampiamente tale, nel paese, possa governare contro la maggioranza effettiva, approfittando delle sue divisioni.

 

Se questo fosse il disegno, con quali strumenti lo si potrebbe perseguire?

 

Il Senato (del Regno) era di nomina regia e non eleggibile dai cittadini, il suffragio era ristretto solo ai maschi adulti, il fascismo ebbe la meglio non tramite elezioni ma con la marcia su Roma, la connivenza della monarchia, dei gruppi dirigenti del paese e la permissività di un'opposizione debole e inconcludente, dell'esercito e della polizia in un sistema parlamentare e BICAMERALE PERFETTO instabile, da cui poi saranno conseguenti le elezioni PILOTATE dai fascisti (quelle del 1924) e il consolidamento del loro governo e regime. Quindi il parlamentarismo fu complice in qualche modo dell'ascesa della dittatura, troppo traballante, in un sistema forte questo rischio si corre francamente meno. Ciao

Edited by Rotwang

Il punto è un altro - al di là degli accenni storici che tentano di trovare similitudini arbitrarie con il passato (per me, un ''uso pubblico'' della storia molto fuorviante, se non errato): non si rischia nessuna dittatura, né una minoranza avrà in pugno tutte le cariche istituzionali (visto che la maggioranza parlamentare - nel sistema eventualmente riformato - dovrà comunque scendere a patti con una parte relativa della minoranza in Parlamento per eleggere il PdR e i giudizi della CC, come sempre è successo).

 

Al limite, vi sarà un nuovo governo dal pessimo programma economico (M5S), che potrebbe portare al default, e/o il commissariamento UE. Ma quello sappiamo tutti che potrebbe accadere anche se vincesse il No. ;)

 

PS. Tra l'altro, la legge Acerbo nemmeno servì, visto il trionfo del Listone (che comprendeva anche liberali e democratici, sicuri di poter controllare il fenomeno fascista e incanalarlo nel sistema liberale) nelle elezioni di quell'anno. Quindi, non fu certo la legge elettorale in sé a portare la dittatura, ma le intimidazioni, la violenza, l'appoggio della Corona. Tutte condizioni che, oggi, direi non fanno parte delle elezioni italiane (almeno a livello nazionale) e quel ''l'opposizione rischia il carcere? No'' non è per nulla un dettaglio di poco conto. E' di un'importanza cruciale.

Edited by Layer

 

 

Non li "confondo"; li paragono sotto quegli aspetti sotto i quali sono paragonabili. Ai quali potrei aggiungere "entrambi sono stati accusati a suo tempo di rappresentare forme di autoritarismo."

 

Ma non è assolutamente vero sono del tutto imparagonabili

la legge francese consente desistenze, alleanze e di ritirare

candidati al secondo turno a tutti quei partiti che abbiano superato

una certa percentuale di voti e cosente di farlo per singoli collegi

o gruppi di collegi

 

L'Italicum lo proibisce ed anzi consente a due singoli partiti qualunque

sia la percentuale del loro consenso, di scontrarsi a due in un plebiscito

secco

 

I partiti democratici non possono fare altro che abbandonare il loro elettorato

alla scelta di ciò che giudica il "meno peggio" senza possibilità di mediare, accordarsi,

svolgere alcun ruolo politico

 

Il risultato è che in ogni simulazione vince il partito percepito come centrale fra

gli opposti schieramenti, essendo composto di elettorati sia di sinistra che di destra

cioè il M5S

 

L'Italicum è una legge populista di stampo plebiscitario

 

 

 

se gli italiani si fanno spaventare significa che non sono stronzi come gli altri o che sono gli unici stronzi?

 

La "stronzaggine" non è una categoria politica

 

Premesso che Renzi ha deciso che il populismo si batte con il populismo

ovviamente si tratta di un confronto fra rabbia e paura, non fra ragione e

sentimento, o fra testa e pancia

 

Quindi io credo - ad intuito - che alla fine prevarrà nell'elettorato anziano italiano

la paura

 

Nei giovani la rabbia ( tranne l'elettorato gay che è per default, spaventabile )

 

Però dovrebbero votare di più gli anziani e quindi se Renzi riesce a spingerli al voto

dovrebbe farcela

 

 

Il risultato è che in ogni simulazione vince il partito percepito come centrale fra gli opposti schieramenti, essendo composto di elettorati sia di sinistra che di destra cioè il M5S

Fonte di queste simulazioni?

Perché se vince sempre il partito al centro, è difficile che vinca il partito di estrema destra. In Francia non è ancora mai successo... e difatti non hai ancora sollevato differenze fra i due sistemi che siano significative sotto questo aspetto. Chi non supera il primo turno pesa comunque sul secondo, permettendo a un fronte democratico, se esiste, di coalizzarsi e prendere il 50%+1.

Certo se non esiste un fronte democratico capace di prendere il 50%+1 al confronto con un partito populista di estrema destra, siamo fottuti. Ma con qualunque sistema.

l'Italia fuori dall'euro se vince il no al referendum...

 

http://www.repubblica.it/politica/2016/11/21/news/referendum_italiano_visto_dai_giornali_finanziari_esteri-152449063/

 

il Financial Times ha convinto definitivamente tutti gli euroscettici a votare no

molti altri sono stati convinti da Renzi che ha detto che darà le dimissioni se vincerà il no...

Grillo interviene a favore del no e dunque sposta massicciamente consensi verso il si

 

http://www.repubblica.it/politica/2016/11/21/news/referendum_di_maio_se_vince_il_no_subito_al_voto_niente_governo_di_scopo_-152462901/

privateuniverse

Quindi io credo - ad intuito - che alla fine prevarrà nell'elettorato anziano italiano

la paura

Mia madre, settantotto anni, buona cultura, nessuna simpatia per Renzi e per il PD, centrista, incerta fra il Sì e il No, oggi, con tono allarmato.

 

"Hanno detto che se vince il No l'Italia esce dall'euro. Ma è vero?"

Fonte di queste simulazioni?

www.sondaggipoliticoelettorali.it

 

In particolare i sondaggi condotti dall'EMG/Acqua per la 7.

 

Sono mesi che, in un ipotetico ballottaggio come da Italicum, l'M5S è dato vincente sia sul PD (con un ampio margine, in aumento), sia su un ipotetico listone di destra Lega Nord-Forza Italia-Fratelli d'Italia.

La propaganda omofobica delle Sinistre Subalterne del NO

 

15203128_1364853956858817_65743621188945

Manca il link.

 

In ogni caso, Michela Murgia non è sinonimo di "sinistre subalterne al No".

 

E' una scrittrice politicamente indipendente.

privateuniverse

Perché si parla di Italicum plebiscitario, se dopo il referendum con qualsiasi risultato verrà cambiato drasticamente? Pure le coalizioni (ohimè) rimarranno.

 

Sul cambiamento dell'Italicum c'è soltanto un vaghissimo accordo, tra il PD e Cuperlo.

 

Renzi inoltre è notoriamente un bugiardo del quale non ci si può fidare; se vincesse il Sì l'accordo lo straccerebbe.

 

Se avesse veramente voluto un compromesso sulla legge elettorale l'avrebbe già fatto, ha avuto un anno e mezzo per farlo e ora ci dovremmo bere la promessa di una modifica fatta meno di un mese prima del referendum?

 

Per fortuna la Murgia rappresenta solo sé stessa ed è quindi ingiusto imputare al fronte del No una caduta di stile di questo genere.

 

Peraltro, non ho letto critiche alle affermazioni di De Luca quando le ho riportate in questa discussione; con la differenza che De Luca non rappresenta solo se stesso: è un esponente politico di primo piano.

 

Poi vabbè, tu che sottolinei le scorrettezze e gli insulti altrui è un po' come il bue che da del cornuto all'asino.

 

Ti ricordi di quello che scrivesti su di me in questa discussione?

 

 

 

 

Mia madre, settantotto anni, buona cultura, nessuna simpatia per Renzi e per il PD, centrista, incerta fra il Sì e il No, oggi, con tono allarmato. "Hanno detto che se vince il No l'Italia esce dall'euro. Ma è vero?"

 

Beh è ovvio

 

Non ci sono dubbi sul fatto che il voto si orienterà così

 

Si  tratta solo di vedere se sarà sufficiente

 

Renzi non può smentire la sua rappresentazione di giovane

che cambia il paese, quindi è costretto ad appellarsi, come Nixon

e Trump, alla "maggioranza silenziosa" del paese

 Ti ricordi di quello che scrivesti su di me in questa discussione?

 

Non sono [ancora] un personaggio pubblico né importante, perciò posso permettermi di dire quasi quello che voglio, non devo renderne conto a nessuno.

privateuniverse

Non sono [ancora] un personaggio pubblico né importante, perciò posso permettermi di dire quasi quello che voglio, non devo renderne conto a nessuno.

 

E su quel che ha detto De Luca cosa pensi?

Edited by privateuniverse

E su quel che ha detto De Luca cosa pensi?

 

Inaccettabile alludere all'uccisione di una persona, come è inaccettabile in campagna referendaria condividere simili vignette per denigrare l'avversario con battute machiste da cinema popolare italiano dei tempi che furono, ancora peggio se una fantomatica scrittrice dalla cultura così elevata cada così in basso. E tu di quello che ha detto Grillo, che siamo serial killer, cosa pensi?

Edited by Rotwang
privateuniverse

Inaccettabile alludere all'uccisione di una persona, come è inaccettabile in campagna referendaria condividere simili vignette per denigrare l'avversario con battute machiste da cinema popolare italiano dei tempi che furono, ancora peggio se una fantomatica scrittrice dalla cultura così elevata cada così in basso. E tu di quello che ha detto Grillo, che siamo serial killer, cosa pensi?

Dire che la presidentessa della Commissione Antimafia va uccisa non è affatto sullo stesso piano di una vignetta sgradevole, esercizio al quale, peraltro, si è dedicato Staino per il Sì.

 

Io comunque mi riferivo all'esortazione di De Luca a ricorrere al clientelismo per far votare Sì.

 

Per la cronaca, Grillo non ha detto che "siete serial killer": l'espressione che ha usato è "serial killer del futuro dei vostri figli", che non è proprio la stessa cosa e che per me è un'opinione perfettamente legittima.

Grillo non ha detto che "siete serial killer": l'espressione che ha usato è "serial killer del futuro dei vostri figli", che non è proprio la stessa cosa e che per me è un'opinione perfettamente legittima.

 

De Luca non ha seriamente intimato ad uccidere Rosy Bindi, ha detto "da uccidere", come dire sia insopportabile o un elemento sgradevole, ma non certo da eliminarla fisicamente. Invece questa tua ultima frase riassume bene quanto sia a senso unico lo squadrismo fascista del NO, gli altri sbagliano, voi no, per questo sei un povero c******e.

Edited by Rotwang
privateuniverse

Invece questa tua ultima frase riassume bene quanto sia a senso unico lo squadrismo fascista del NO, gli altri sbagliano, voi no, per questo sei un povero c******e.

Non vedo perché.

 

Il senso è: "i fautori della riforma sono intenti a distruggere sistematicamente qualsiasi prospettiva futura di una vita migliore per i vostri figli". Certo, Grillo l'ha detto in un modo iperbolico, da uomo di spettacolo che comunque esercita un ruolo politico, e un politico si dovrebbe esprimere in maniera molto più responsabile. Pubblicamente io non direi mai una cosa del genere.

 

Ma non vedo cosa ci sia da scandalizzarsi.

 

Il caso di De Luca, però, è diverso. Qui siamo in presenza di un politico che sollecita l'uso del più bieco clientelismo per far passare il Sì; e lo fa da pubblico amministratore, oltretutto sottobanco ("non ci sono giornalisti, siamo fra noi").

 

La domanda giusta da porsi è: perché? In nome di quali interessi?

 

Questo dovrebbe far nascere qualche dubbio in chi pensa di votare Sì.

 

 

PS Certo, se si difendono certe posizioni lo si fa perché si è convinti di essere nel giusto.

Ma quando mai io avrei detto che chi la pensa diversamente è un povero c*******?

Certo, molto dipende dalla qualità delle argomentazioni.

Se le argomentazioni sono del tipo "il popolo è bue, è giusto trattarlo come tale", di queste opinioni non si può, e non si deve, avere rispetto.

Edited by privateuniverse
La Repubblica

 

L'unica cosa su cui vanno d'accordo è che questa volta saranno tanti gli italiani all'estero che voteranno al referendum. E tanto per i promotori del Sì, quanto per i comitati del No, il loro peso potrebbe oscillare tra il 5 e il 6 per cento dei votanti complessivi, prendendo per buona l'ipotesi di Renzi di 25-30 milioni alle urne. Vuol dire, in cifra assoluta, tra il milione e 400 centomila e il milione e mezzo di connazionali che voteranno all'estero e che in caso di testa a testa potrebbero rivelarsi decisivi. Con la maggioranza che si dovrebbe schierare per il Sì. È con queste previsioni che negli ambienti di governo spiegano il ricorso annunciato dal No sui voti all'estero: "In giro per il mondo rischiano il cappotto e ora mettono in dubbio quel voto". I renziani sono convinti che i ricorsi verrebbero respinti. E quelli tra di loro che conoscono bene le nostre comunità - particolarmente attivi Boschi e Gozi - confidano sul fatto che "gli italiani all'estero già si sentono esclusi, se poi metti in dubbio il loro voto si arrabbiano e il Sì cresce".

 

Chi vive all'estero ha già ricevuto le schede elettorali. Le buste con il voto e il codice a barre anti-brogli dovranno essere restituite ai consolati entro il 1° dicembre e da lì arriveranno in Italia nei sacchi diretti all'hangar di Castelnuovo di Porto.

 

Dal conto delle prime schede arrivate ai consoli, i votanti sono decisamente più di quelli del referendum sulle trivelle, 700mila, e forse anche delle politiche del 2013, quando votarono 1,2 milioni dei circa 4 che aventi diritto. La sensazione che si raccoglie dai responsabili estero dei due schieramenti è che a favore del No siano principalmente i cervelli in fuga, arrabbiati con un Paese che li ha costretti ad emigrare. Per il Sì, invece, la fascia di mezza età. A maggior ragione se professionisti, manager o imprenditori. I più anziani, a sorpresa, non rispondono agli input di patronati e sindacati (in prevalenza per il No) che gestiscono il voto estero. Protesta il Comitato del No: "Certo, con le lettere di Renzi e i viaggi dei ministri...".

 

In Sud e Nord America - granai tradizionalmente governativi come Argentina e Brasile - i sostenitori del Sì prevedono un trionfo, puntano al 75%. In Europa la partita è più incerta. In Svizzera, ad esempio, per il No è molto attivo il senatore dem Claudio Micheloni. In Germania i governativi sono comnunque ottimisti. La PD Laura Garavini assicura: "Molti elettori inizialmente per il No ora cambiano opinione".

 

 

. In Francia non è ancora mai successo... e difatti non hai ancora sollevato differenze fra i due sistemi che siano significative sotto questo aspetto.

 

Non l'ho sollevato perchè in Italia non abbiamo una estrema destra

che non ha mai governato come il FN

 

In Italia Fratelli d'Italia e la Lega Nord sono percepite come "destre di governo"

perchè in larga parte hanno governato il paese dal 1994

 

Quindi non esiste una destra percepita come "estrema" o "anti-sistema" che

sia emarginata da un elettorato "moderato"

 

Esiste un terzo polo, formato di elettorati delusi dai due poli che hanno

governato il paese e che viene percepito come centrale fra i due

La Lega Nord ha governato perché se l'è portata dietro Berlusconi con le sue super-coalizioni, correndo da sola non arriverebbe mai ad un 40% dei voti. Ma potrebbe salire e diventare una forza pericolosa che può essere emarginata ai ballottaggi. 

Quanto al M5S, secondo me bisogna farlo sgonfiare, e per farlo sgonfiare bisognerà farlo governare per un po', temo. E' come la varicella, te la devi fare una volta, ed è meglio farsela da bambini.

 

 

La Lega Nord ha governato perché se l'è portata dietro Berlusconi con le sue super-coalizioni, correndo da sola non arriverebbe mai ad un 40% dei voti.

 

Beh ma è ovvio che se fai una legge in cui al premio concorre

un "listone" la coalizione il giorno dopo l'approvazione della legge

diventa un "listone"

 

Quindi gli osservatori ritengono attualmente che LegaNord Fratelli d'Italia

e Forza Italia costuirebbero un listone di Centro Destra

 

Renzi, non ha mai chiarito se il PD correrebbe da solo o se imbarcherebbe

Casini, Alfano, Verdini e gli ex centristi di Monti che attualmente appoggiano

il Governo ed il Sì al referendum ( il motivo per cui non lo dice è ovvio, perchè

creerebbe disaffezione negli ex DS )

 

Ed il M5S che ha sempre detto che non si alleerà mai con nessuno, dovrebbe

in teoria marciare in solitaria

 

Quindi non esiste una lista di estrema destra tipo FN, o reputabile tale

Oltre al fatto che nella legge francese vanno al ballottaggio i tre candidati

dei tre listoni e non i migliori due di tre ( cioè in Francia il ballottaggio è aperto

e non chiuso )

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