nayoz Posted May 6, 2016 Share Posted May 6, 2016 appena finito, gioco molto divertente... purtroppo nn esiste per android... è il primo uscito ed è il migliore della saga gli altri a confronto non sono granché e ne sono usciti 7 di titoli, ma nessuno bello come questo. ho giocato la versione per pc, con patch 1.02 + espansione presa dall'xbox e moddata da un fan, per renderla compatibile con la versione pc è bejeweled... ma anche gioco di ruolo... costruisci la capitali, metti sotto assedio le città per poi chiedere loro il pizzo :P, catturi nemici e rubi le loro magie, o catturi bestie e le domi per usarle come cavalcatura... puoi anche craftare oggetti da indossare (anche se ho apprezzato di più gli oggetti unici messi in vendita o ottenuti dai nemici sconfitti o come premio per le missioni) come classe puoi fare warlock, ladro, bardo, cavaliere(paladino), guerriero, ranger, mago, druido https://youtu.be/r5WjDMFc5sw?t=87 https://youtu.be/891rULVbNUg?t=105 La strana coppiaIl gioco di ruolo non è più quello di una volta. I rigidi schemi ai quali questo genere ludico era solito attenersi (lo scontro a turni e l’accumulo di esperienza ad esempio) hanno subito un lento e costante mutamento che ha portato questa gloriosa categoria a racchiudere in sé elementi di gioco sempre più “fuori dall’ordinario”. Ed è così che, in nome del progresso, abbiamo assistito alla nascita dei più svariati ibridi: titoli che sembrano action, produzioni che si rifanno a combattimenti in tempo reale ad elementi di rythm-game, prodotti che propongono prove di abilità sempre più ricercate e laboriose. Ma proprio quando pensavamo di averle viste tutte, ecco spuntare Puzzle Quest: Challenge of the Warlords con il più improbabile degli abbinamenti, ovvero il gioco di ruolo e il puzzle game. Chi l’avrebbe mai detto che un’idea talmente assurda si sarebbe rivelata un autentico colpo di genio? Beh, dov’è la novità? Un’improvvisa invasione di non-morti lacera le terre di Etheria e solo voi potete impedire che l’orribile ondata di malvagità getti il mondo nell’abisso. Sarebbe inutile soffermarsi ulteriormente sulla trama poiché non troveremmo assolutamente nulla di più da dire a riguardo se non che riflette una banalità narrativa che ha dell’incredibile. Da questo punto di vista è bene mettere subito le cose in chiaro e stroncare l’interesse di qualsiasi giocatore in cerca di un’avventura appassionante e coinvolgente perché, di certo, non la troverà in questo gioco; il single player di Puzzle Quest: Challenge of the Warlords, come anticipa il titolo stesso, consiste in un incessante susseguirsi di quest intervallate da dialoghi scontati e monotoni che narrano avvenimenti, tragedie e nuovi incontri in maniera del tutto asettica e priva di spessore. Se credete che la bellezza dei contenuti tutto sommato non sia una prerogativa indispensabile allora potete procedere alla creazione del novello eroe selezionando nome, sesso, immagine e unaprofessione a scelta tra le classiche Druido, Cavaliere, Guerriero e Mago. La predilezione verso una di queste classi implica una differenza in termini di parametri iniziali, abilità e difficoltà di apprendimento di nuove tecniche ed incantesimi per cui si tratta di una decisione piuttosto difficile da prendere nonostante le caratteristiche di ciascuna siano abbondantemente descritte nel menu (nel dubbio, potete sempre decidere di creare più di un character giocando partite parallele). Il primo impatto non lascia dunque alcun dubbio sulla categoria di appartenenza poiché delinea una struttura di gioco molto tradizionale e rispettosa delle regole “ruolistiche” che mettono il giocatore nei panni di un personaggio che deve recarsi in diverse località, visibili sulla mappa, al fine di completare eventi utili al proseguimento della storia e situazioni accessorie di vario genere.Partendo dalla cittadella di Bartonia, base operativa prestabilita a prescindere dalla classe che avete scelto, il character può raggiungere una manciata di locations nelle immediate vicinanze attraverso un sistema di spostamento automatico che si mette in funzione una volta selezionato il punto d’arrivo, solitamente una città o un villaggio, le cui attività vengono gestite attraverso un praticomenù a tendina che permette di vedere tutte le azioni disponibili per quel determinato luogo: a questo punto l’utente può decidere di accettare una nuova missione, fare compere, accedere al proprio inventario oppure fare un salto alla taverna per rimanere sempre aggiornato sulle voci e i pettegolezzi in circolazione. Sebbene la modalità solitaria sia composta da ben 150 quest tra principali e secondarie, generalmente le opzioni non subiscono variazioni significative soprattutto nella tipologia dell’intervento richiesto, spesso e volentieri riconducibile al salvataggio di qualche sventurato, alla liberazione di ostaggi o alla soppressione di mostri e demoni che causano problemi alla popolazione locale. Il discorso cambia radicalmente se invece vi trovate a Bartonia poiché nella vostra madre patria sono presenti alcune opzioni particolarmente sfiziose che vi permettono di costruire una serie di edifici e strutture che hanno come fine ultimo quello di acquisire magie, addestrare cavalcature, migliorare le proprie abilità ed impararne di nuove dai nemici sconfitti, forgiare nuovi oggetti grazie alle rune che trovate in giro per il globo. Anche se sembra un concetto complicato, in realtà si tratta di un meccanismo piuttosto semplice con il quale è possibile compiere una determinata azione solo se si compra la costruzione adatta: se dotate la cittadella di un dungeon in cui rinchiudere i nemici potrete catturarli e tenerli prigionieri, se acquistate una torre del mago potete impossessarvi degli incantesimi dei detenuti, se ottenete una stalla potete addestrare le cavalcature dell’eroe, se costruite una forgia siete in grado di creare items, se erigete un tempio in onore degli Dei avete la possibilità di offrire il vostro oro in cambio dell’aumento dei parametri e molto altro ancora. Pagando il giusto prezzo, ad un certo punto dell’avventura, viene inoltre concessa l’opportunità di assediare le città vicine in modo da renderle vassalle e riscuotere regolari tributi da spendere come vi pare e piace; aspetto questo che costituisce un ulteriore elemento distintivo che inquadra questo titolo come un gioco di ruolo a tutti gli effetti e per di più con rilevanti risvolti strategici. Se poi alle caratteristiche menzionate in questo paragrafo aggiungete il fatto che l’eroe possiede un regolare equipaggiamento che varia a seconda del livello di esperienza e che al suo fianco combattono di tanto in tanto i personaggi che incontra lungo il suo cammino, allora vi starete chiedendo cosa ci sia di tanto eccezionale in questo titolo. Ebbene, la cosa straordinaria di questa produzione sta nel fatto che ogni singolo elemento del gameplay che richiede un’applicazione concreta da parte del giocatore dipende dalla sua abilità a mettere in fila tre o più gemme dello stesso colore. Mai sentito parlare di Bejeweled? Questo matrimonio s’ha da fare! In Puzzle Quest: Challenge of the Warlords ogni sfida, anziché sul classico campo di battaglia, si consuma su una griglia 8x8 sulla quale agiscono sia l’eroe che il suo avversario. Analogamente a quanto accadeva nell’arcade nominato qualche riga fa, lo scopo del gioco è quello di spostare una gemma alla volta in modo da creare file orizzontali o verticali costituite da tre o più pietre uguali che vengono così eliminate dallo schermo lasciando scorrere le sequenze successive. Nel caso specifico, tuttavia, l’obiettivo da raggiungere è l’annientamento del proprio nemico servendosi delle combinazioni di teschi e delle abilità a disposizione, un compito che sulla carta sembra un gioco da ragazzi ma che invece si rivela impegnativo e sovente talmente difficile da indurre ad abbandonare lo scontro. Le variabili da gestire sono diverse, il giocatore deve fare i conti con teschi, stelle violacee, monete, carte matte (Wild Cards) e gemme colorate. Poiché quest’ultime (Mana Gems) corrispondono ai punti magia necessari per poter lanciare un incantesimo, rappresentano una condizione a dir poco essenziale al superamento degli scontri: in pratica ogni volta che si elimina una sequenza di Mana Gems, queste vanno ad accumularsi nel relativo indicatore e possono essere utilizzate per procurare danni allo sfidante, infierire alterazioni (positive e/o negative) allo status, ripristinare la propria energia e via discorrendo. Questo non significa, comunque, che gli altri elementi presenti sulla griglia siano di secondaria importanza perché allineando le stelle si guadagnano punti esperienza da distribuire tra i vari parametri mentre collegando le monete d’oro si accumula denaro che confluisce nella riserva del personaggio; le carte matte infine sono il risultato di una combinazione di cinque gemme dello stesso seme e valgono come “jolly” da utilizzare con qualsiasi colore moltiplicandone gli effetti. Man mano che ci si addentra nella meccanica di gioco ci si accorge di quanto sia importante valutare con estrema cautela ogni mossa soprattutto in virtù del fatto che il nemico sbaglia solamente in rarissime occasioni e commettere anche il più piccolo degli errori può compromettere in modo irrecuperabile la partita. A tale proposito però occorre precisare che, nonostante questo titolo richieda un approccio fortemente orientato alla strategia e alla riflessione, la fortuna gira un pò troppo spesso a favore della CPU che riesce nella maggior parte dei casi ad eseguire attacchi devastanti con le file che ancora devono scendere sulla griglia di combattimento; il che non è certo una situazione appagante dopo che vi siete fatti il mazzo per dieci minuti di fila per non creare condizioni d’attacco favorevoli all’avversario. Fortunatamente, qualora doveste imbattervi in un nemico particolarmente coriaceo o fortunato, potete sempre lasciar perdere e passare ad altro, ritornando in un secondo momento (magari con 5-6 livelli di esperienza in più) riprovare finchè non ne uscite vittoriosi; caratteristica di tutto rispetto perchè riesce ad evitare quel terribile senso di frustrazione causato dal rimanere bloccati nello stesso punto senza riuscire a venirne a capo.Le cose da fare sono veramente tante e tutte legate a questo bizzarro battle system, eccezion fatta per le opzioni di creazione degli oggetti, cattura dei nemici, ricerca degli incantesimi e addestramento della cavalcatura. Forgiare da sé alcuni item è molto simile al gioco principale con la sola differenza che al posto dei teschi, dovete allineare martelli e incudini secondo un principio di difficoltà crescente che dipenderà dal tipo di manufatto che intendete realizzare: più l’oggetto sarà complesso e più icone dovrete distruggere. Se riuscite a configgere lo stesso nemico per tre volte, la quarta volta che lo incontrate potrete cercare di catturarlo tramite un minigioco, sempre puzzle, in cui si devono eliminare tutte le gemme presenti a video senza alcun margine di errore; se invece volete apprendere un incantesimo da esso basterà cimentarsi in un'altra sfida che pone la collezione di un certo quantitativo di mana come requisito fondamentale al raggiungimento dell’obiettivo. Prima di poter allenare il proprio destriero, occorre infine catturare una creatura che possa essere cavalcata e completare il relativo mini-game a tempo per poter usufruire dei vari vantaggi che essa ha da offrire: un incantesimo aggiuntivo, il miglioramento delle statistiche dell’eroe e addirittura la possibilità di evitare gli scontri casuali sul territorio. A dire il vero la probabilità di incontrare nemici inaspettati non è molto alta quindi, se siete intenzionati a salire di livello le modalità Instant Action e Choose Opponent fanno al caso vostro poiché entrambe costituiscono la via più breve per guadagnare oro e punti esperienza. Se la prima opzione vi mette contro un nemico casuale di rango equiparabile al quello dell’eroe, la seconda invece offre la possibilità di scegliere l’avversario con cui battersi, risparmiandovi la fatica di andarlo a cercare sulla mappa per i motivi citati in precedenza; decidere di scontrarsi contro un opponente predefinito implica anche la capacità di alzarne o diminuirne il livelloa proprio piacimento in modo da poter sempre avere un grado di sfida rapportato ai limiti e alla bravura del giocatore. La destrezza dell’utente gioca un ruolo ugualmente fondamentale nel multiplayer, fruibile esclusivamente con un altro giocatore che possegga una copia del titolo e nella quale valgono le stesse regole del gioco normale. Una volta creata la partita, i contendenti possono accedere al proprio inventario per apportare modifiche e aggiustamenti al proprio equipment in vista della battaglia ed impostare i limiti di tempo ed handicap, nel caso in cui la differenza di livello tra i due implichi uno squilibrio tale da rendere la partita poco interessante da ambedue le parti; ogni vantaggio ricavato, in termini di pecunia ed esperienza, verrà poi riportato nel profilo del personaggio anche nella modalità singola.Arrivati a questo punto vi sarete certamente fatti una vostra opinione su questo titolo, bella o brutta che sia, e molto probabilmente il giudizio sulla qualità tecnica avrà un’importanza marginale nella vostra scelta. Sappiate però, che Puzzle Quest: Challenge of the Warlords, non è l’ultimo ritrovato tecnologico e che la grafica in-game non si discosta in maniera significativa da un arcade vecchio di anni. Nonostante la trama venga raccontata attraverso suggestivi e dettagliati artworks che ritraggono due personaggi all’atto di dialogare (senza animazione), le sequenze mancano di un degno accompagnamento vocale che infonda quel tanto di pathos necessario a rendere le scene interessanti. La colonna sonora d’altro canto è sufficientemente ispirata, grazie alla presenza di brani epici adeguatamente diversificati ed armoniosi. Da segnalare la presenza di fastidiosi cali di frame-rate durante gli incantesimi più potenti e la scomparsa a video di grandi quantità di gemme. Quote Link to comment Share on other sites More sharing options...
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