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Elezioni presidenziali in Austria: l'ombra dell'Ultradestra


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Euronews

 

Gli austriaci torneranno alle urne il prossimo 2 ottobre per eleggere il presidente della repubblica. La Corte costituzionale infatti ha annullato le elezioni di due mesi fa, vinte con uno scarto minimo dal verde Van der Bellen. Si riaprono i giochi dunque per Norbert Hofer, candidato della destra estrema antieuropeista dato in vantaggio dai sondaggi.

  • 4 months later...

La Stampa

 

Non è tanto il poliziotto di 29 anni arrestato alla frontiera di Nickelsdorf perché salutava gli automobilisti ungheresi al grido di «Heil Hitler!». Non è neppure il centro d’accoglienza di Rohrbach, completamente dato alle fiamme prima dell’arrivo dei profughi. Nemmeno sarebbe giusto fermarsi alla soddisfazione per la vittoria di Donald Trump espressa dal giovane leader del «Movimento identitario» Martin Sellner, uno che non ha problemi a pubblicare in rete simboli nazisti: «Grazie America per avermi regalato la notte più bella della mia vita. Per costruire muri intorno alle nostre frontiere, prima dobbiamo abbattere la fortezza del politicamente corretto».  

 

No, per capire quello che succederà alle presidenziali austriache del 4 dicembre, dopo annullamenti, ricorsi e rinvii, bisogna venire al mercato Viktor Adler nel quartiere Favoriten, distretto numero 10. È una periferia operaia e impiegatizia, tradizionalmente socialdemocratica. Di sinistra. Un quartiere che sta cambiando pelle giorno dopo giorno. Sarà Vienna la prossima Brexit?  

 

Tilman Fromelt della Caritas, allo stand 129 del mercato più multietnico della città, responsabile dello sportello che si occupa di sanare i conflitti sociali, ne è sicuro: «Il 4 dicembre vincerà il populista Hofer. Purtroppo vedo in Austria gli stessi terribili semi che c’erano prima della Seconda Guerra Mondiale. I migranti sono gli ebrei di allora. Da almeno un anno non c’è nessuna emergenza. Questo è ancora un Paese ricco. Ma i profughi vengono usati continuamente per fare leva sull’insicurezza delle persone. In questi piccoli bar del mercato, i pensionati iniziano a bere alle dieci del mattino, ed è di questo che parlano: di come la loro vita stia peggiorando. Non per quello che è successo, ma per quello che potrebbe succedere». 

 

Il Viktor Adler Markt è il posto dove tutto si incrocia. Puoi trovare cucina bulgara e cinese, cavoli bianchi, noci sgusciate, peperoncini dal Marocco e mirtilli dagli incantati boschi austriaci. Puoi verificare che i dati reali contano, ma le paure di più. Ad agosto del 2016 i disoccupati in Austria erano 388.624, cioè l’8,3% della popolazione. Ad aprile del 2015 erano il 5,7%. C’è stato un lieve impoverimento del Paese, quindi. Lieve. Ma alla signora Helga Pruller, 72 anni, al bancone del «Lilly’s cafè», dove tutti ancora fumano accanitamente, interessa davvero poco. «Italiano? Ah, l’Italia!», dice appoggiando il bicchiere di vino bianco sul bancone. «Ero stata in vacanza a Lampedusa quasi dieci anni fa. C’erano poliziotti dappertutto. E poi, di giorno, i migranti erano seduti per strada». Ce l’ha con i migranti? «Non possiamo sistemare tutti. Prendo 600 euro di pensione minima perché ho lavorato solo 26 anni come segretaria in uno studio legale. Mio marito faceva il ferroviere e mi ha obbligata a stare casa con i nostri due figli. Così ho perso anni di lavoro, che adesso mi sarebbero serviti».  

 

Dopo una vita con il partito socialdemocratico, adesso voterà la destra populista del Fpö: «Hofer non è Haider. Sono persone diverse pur militando nello stesso partito. Hofer non è nazista, neanche io lo sono. Ma serve una scossa, una rivoluzione. Questo sistema deve cambiare. Il problema non è l’Austria, ma la dittatura dell’Unione Europea. Non possiamo decidere nulla. Nemmeno il numero di migranti. Io ne conosco che lavorano ed hanno una famiglia. Ma adesso basta». La cosa magnifica è che per spiegarsi la signora Pruller si avvale della traduzione del barista curdo Ere Öz, nato nel 1989 in Turchia e residente a Vienna dal 1991. Ogni giorno serve litri di vino e birra ai pensionati, al punto da conoscere le loro storie a memoria: «Dovevate esserci durante il comizio del Fpö al mercato. Erano tutti lì ad applaudire». Nel decimo distretto, al primo turno, la destra populista aveva preso il 36,9%. Al ballottaggio era arrivata al 45,6. Quello che succederà intorno a questo mercato forse cambierà l’Europa.  

 

Il 4 dicembre tornano a sfidarsi il populista con la pistola Norbert Hofer («Che dio mi aiuti», il suo slogan sui manifesti) e il professore universitario sostenuto dai Verdi Alexander Van Der Bellen. Li separano pochissimi voti. «Rispetto ad Hillary Clinton, Van Der Bellen ha il vantaggio di non essere un’espressione dell’establishment. È visto come il nonno di tutti» dice Oliver Pink, responsabile degli Interni del quotidiano conservatore Die Presse. Basterà? «Io credo che possa vincere. Ma sarà una sfida estremamente equilibrata».  

 

Il 2 settembre del 2015 tutte le stazioni di Vienna, Vienna la rossa, Vienna socialdemocratica, erano piene di ragazzi e ragazze che accoglievano i profughi in fuga dall’Ungheria. Quei giorni sono durati pochissimo. Raccontano che il clima sia iniziato a cambiare il 2 dicembre dello stesso anno. Quando un profugo iracheno è stato arrestato per violenza sessuale nei confronti di un bambino, nella piscina pubblica di Theresienbad. «Ho commesso un errore enorme, ma ero in emergenza, non facevo sesso da quattro mesi» ha dichiarato durante il processo. La condanna è stata annullata per vizi procedurali. Ed è qualcosa che ha rimesso in circolo la rabbia. A nulla sono servite le statistiche fornite dalla polizia federale: «Nel 2014 ci sono state 126 condanne per stupro, il 58,7% riguardano cittadini austriaci». Così come poco interessa la salute psichica dell’arrestato. «Questa Paese si sentiva forte, ricco, sicuro e in pace» dice la signora Pruller prima di ordinare un altro bicchiere di bianco. Forse nel suo rimpianto c’è la chiave per capire il futuro dell’Austria. 

Edited by Rotwang
  • 2 weeks later...

ANSA

 

Il 4 dicembre gli austriaci tornano alle urne per ripetere il ballottaggio per le presidenziali tra il verde Alexander Van der Bellen e l'ultranazionalista Norbert Hofer. A maggio l'ecologista si era imposto per una manciata di voti sull'esponente della Fpö, ma il risultato fu annullato dalla Corte costituzionale per irregolarità nello scrutinio dei voti per corrispondenza.
Dopo Brexit e dopo il successo di Trump negli USA, l'esito è più che mai incerto e sarà al fotofinish. I sondaggisti da tempo si astengono da qualsiasi previsione, visto che i due candidati sono divisi solo dall'1 al 2%. Di certo saranno decisivi anche questa volta i voti per corrispondenza. Il fatto che il numero degli austriaci all'estero, che hanno richiesto una scheda, sia aumentato di un terzo, potrebbe favorire Van der Bellen. Hofer, per recuperare i 31.000 voti che lo dividono dal verde, ha moderato i toni e si rivolge esplicitamente all'elettorato cattolico.

Hofer, per recuperare i 31.000 voti che lo dividono dal verde, ha moderato i toni e si rivolge esplicitamente all'elettorato cattolico.

Questi nuovi neofascisti alla trump si rivolgono sempre ai cattolici anche se il nuovo papa voterebbe presumibilmente i loro avversari visto che francesco ci tiene a preservare il creato ed e' dunque ecologico, cosa che i neofascisti non sono.

Veramente non direi proprio

 

Il Nazismo soprattutto ha sempre avuto  una sua

corrente "verde", la mistica sangue e terra, l'idea

che l'uomo fosse solo un ingranaggio nella catena

naturale della vita che non bisognasse contraddire

le leggi fondamentali della natura etc

 

Certo nel concetto nazista di Natura e di Leggi di natura

vi era anche l'idea di Nazione e di Razza

 

Questi elementi sono stati poi esaltati dal neofascismo

e dal neonazismo che è maturato in società più aperte

ai temi ecologici, a partire dalla fine del secolo scorso

 

Trump ovviamente non è neofascista è solo un Repubblicano

favorevole agli interessi dell'industria, quindi non essendo né

fascista, né nazista in senso ideologico, il problema non se lo

pone affatto

 

Quanto al fatto che in Austria la Destra si rivolga all'elettorato

cattolico, è evidente che in teoria il nuovo Papa, che è contro

Trump, contro i muri e quindi a maggior ragione contro questo

candidato, non favorisce il candidato di destra

 

Ma non per ragioni legate all'Ecologia, su cui semmai il Papa

si trova in sintonia con le destre ( facendo rientrare nel concetto

di Natura, l'omofobia e la famiglia eterosessuale eteronormata )

 

Il punto è che il Papa è Gesuita, quindi facilmente parla contro Trump

perchè Trump non vive in un paese cattolico, ma in un paese in cui i Cattolici

sono in larga parte latinos

 

Staremo a vedere se sarà altrettanto esplicito nel relazionarsi ai cattolici

austriaci, che non vogliono l'immigrazione

Trump e' razzista. Lo era suo padre e lo e' lui. trump ha sempre insultato i messicani in toni razzisti.

 

Ha nominato appena bannon e sessions, razzisti dichiarati.

 

http://www.huffingtonpost.it/2016/11/18/donald-trump-nomine_n_13076978.html

 

Per me razzismo e fascismo sono sinonimi anche se in realta' sono due cose diverse.

 

Sul papa:

 

http://www.rsi.ch/news/mondo/Lesercito-di-Bergoglio-8340691.html

Edited by marco7

 

 

Per me razzismo e fascismo sono sinonimi anche se in realta' sono due cose diverse.

 

Vabbé ma lo dovevi premettere allora

 

Ciò detto durante la Presidenza Obama sono stati

espulsi con deportazione oltre frontiera 2,5 milioni

di messicani in 8 anni ed il muro con il Messico è

un cantiere in corso dal 1994, anno in cui presidente

era Bill Clinton

 

Trump promette di allontanarne 3 milioni in 4 anni

vediamo se ci riesce

 

Se il 30% degli ispanici, che sono i diretti interessati

hanno votato Trump significa che, o sono scemi, o forse

ai loro occhi e non del tutto a torto, la differenza appare solo

quantitativa ( sotto il profilo fattuale ) e retorica sotto

il profilo politico

Se il 30% degli ispanici, che sono i diretti interessati

hanno votato Trump significa che ...

Significa che per loro gli conveniva di piu' trump che clinton.

 

La gente alla fine vota per quello che crede conviene piu' a loro.

Suppongo di sì e certamente essendo una valutazione

sul futuro si fonda necessariamente su delle aspettative

e delle credenze, oltrechè ovviamente sulla coerenza del

politico al programma su cui viene eletto

 

Però in questo caso specifico giocherà a favore del partito della

libertà austriaco e di Norbert Hofer, il fatto che il pronunciamento

della Corte Costituzionale, mette in luce che l'altra volta ci sono stati

tentativi organizzati di brogli elettorali

 

Sotto il profilo politico come non è riuscito a Hillary demonizzare Trump

per il muro che Bill ha iniziato a costruire, non sarà facile demonizzare

Hofer, dopochè i ministri degli interni dei governi socialdemocratici a più

riprese hanno minacciato l'Italia di costruire dei muri al Brennero

 

Il Chè significa: non puoi rincorrere ed imitare il populismo, per arginarlo

e poi essere credibile dopo in campagna elettorale ( tendenzialmente poiNo

è chiaro che bisognerebbe conoscere nel dettaglio i programmi politici etc)

ANSA

 

L'annullamento del ballottaggio delle presidenziali austriache della scorsa primavera per irregolarità nello scrutinio ha provocato una vera e propria fuga di scrutatori, che lamentano di essere i capri espiatori dell'intera vicenda. Il 4 dicembre è prevista la ripetizione del ballottaggio tra il verde Alexander Van der Bellen e l'ultranazionalista Norbert Hofer.
In Tirolo il 20% degli addetti ai seggi si sono dimessi, causando non poche difficoltà alle commissioni elettorali. Sono infatti ancora in corso varie inchieste sulle presunte irregolarità e così ora mancano volontari. In Austria gli scrutatori vengono tradizionalmente indicati dai partiti, ma soprattutto i partiti d'opposizione, Verdi e Fpö, spesso non inviano dei loro rappresentanti.
   

  • 2 weeks later...

Il 4 dicembre l'Alto Adige di lingua tedesca guarderà più alle elezioni presidenziali che si terranno nella vicina Austria che al referendum costituzionale in Italia. E' in testa nei sondaggi, seppur di poco, un uomo che vuole rimettere tutto in gioco: l'appartenenza del suo paese all'Unione Europea e, argomento ancor più sensibile da queste parti, la divisione dell'Alto Adige, il Südtirol per la popolazione di lingua tedesca, dal Tirolo. Certo, anche in Alto Adige c'è chi spera nella vittoria del candidato verde Alexander Van der Bellen.

 

Hofer rivuole l'Alto Adige e a Bolzano c'è chi è favorevole

Ma c'è anche chi, invece, desidera quella del candidato della destra ultranazionalista Norbert Hofer. Tra i partiti che auspicano il successo del liberal populista c'è il movimento popolare secessionista della Südtiroler Freiheit fondato dalla pasionaria Eva Klotz ed ora guidato dal suo delfino Sven Knoll. Alle elezioni del 22 maggio scorso aveva vinto con uno scarto di quasi 31mila preferenze Van der Bellen. Successivamente il voto venne annullato per irregolarità sul conteggio delle schede in alcune circoscrizioni e soprattutto in quelle per posta. A presentare formalmente ricorso era stato il leader dell'FPÖ Heinz-Christian Strache.

 

Brennero non più confine?

In un contesto dove Hofer ha già annunciato che spingerà per un referendum per far uscire l'Austria dall'Unione Europea (la Oexit) in caso l'UE togliesse potere ai parlamenti nazionali, a tenere col fiato sospeso gli altoatesini sono le parole di Strache. Quest'ultimo, che mai come questa volta aspira di diventare cancelliere a Vienna, durante la più lunga ma anche accesa campagna elettorale austriaca di sempre, aveva affermato di voler "rimarginare la ferita attuale e concedere al Tirolo la possibilità di tornare unito". Una frase convinta, non solamente uno slogan, che risveglia in una discreta fetta di sudtirolesi anti-italiani la speranza di riabbracciarsi all'interno del Grande Tirolo unito. Ciò significherebbe che il Brennero non sarebbe più un luogo storico di confine bensì di prosecuzione territoriale tra il Tirolo del nord (attualmente e' quello con capoluogo Innsbruck) e quello del sud (l'attuale Alto Adige con capoluogo Bolzano).

 

Lo scenario post-voto in Alto Adige

Secondo il politologo altoatesino Günther Pallaver, docente presso l'Università di Innsbruck, in caso di vittoria di Hofer "a sud del Brennero non ci saranno particolari cambiamenti ma si ritornerà a parlare con una pressante costanza sulla doppia cittadinanza dei sudtirolesi". Quello della doppia cittadinanza, italiana ed austriaca, è da sempre uno degli obiettivi della Suedtiroler Freiheit. Sono 6.399.572 gli austriaci aventi diritto di recarsi alle urne. Elevato, il 32 % in più rispetto alla consultazione di maggio, sarà il voto per corrispondenza. Gli austriaci che voteranno all'estero saranno 56.539. I sondaggi danno in leggero vantaggio Norbert Hofer. Il 45enne stiriano, che tra i vari punti, vuole i controlli alle frontiere, è contro i matrimoni gay e propone un incontro tra Putin e Trump in Austria essendo territorio neutro, è dato tra il 49 ed il 52 %. Alexander Van der Bellen, 72 anni, viennese, che ha ricevuto l'appoggio dell'ex presidente Heinz Fischer, contrario all'uscita dell'Austria dall'UE, scettico sulla chiusura dei confini, di visioni diverse rispetto a Putin e Trump, oscilla tra il 48 ed il 51 %. Il nuovo presidente della Repubblica d'Austria verrà proclamato pochi giorni dopo a seguito dello spoglio dei voti per corrispondenza. Queste presidenziali segneranno la fine di una campagna elettorale ma automaticamente anche l'inizio di una nuova. Nella primavera del 2017 l'Austria ritornerà alle urne per le politiche.

Edited by Rotwang

Hofer ha ammesso la sconfitta.

Il nuovo presidente è il verde Van der Bellen, che ha anche dichiarato: "Spero che Matteo Renzi vinca il referendum. Se non sarà così, vedremo come si metteranno le cose in Italia".

Edited by Uncanny

Hofer ha ammesso la sconfitta.

Il nuovo presidente è il verde Van der Bellen, che ha anche dichiarato: "Spero che Matteo Renzi vinca il referendum. Se non sarà così, vedremo come si metteranno le cose in Italia".

Il che la dice lunga circa la natura del no.

La Repubblica

 

"Voglio un'Austria europeista e impegnata per i vecchi valori di libertà, uguaglianza e solidarietà". Sono state queste le parole del nuovo presidente austriaco Alexander Van der Bellen. Il candidato ecologista con il 53,6% dei voti ha di nuovo sconfitto nel ballottaggio l'avversario populista Norbert Hofer che aveva ottenuto l'annulamento delle precedenti consultazioni per irregolarità nel voto.

 

Il nuovo presidente nella sua prima uscita pubblica ha detto di essere sempre stato "a favore di un'Austria filo europea", mentre il populista Norbert Hofer ad un certo punto ha evocato l'ipotesi di un'uscita dell'Austria dall'Ue (Oexit). "Fin dall'inizio ho combattuto a favore dell'Unione Europea", ha detto. "Speravo che potesse andare bene - ha ammesso - ma sono sorpreso dall'ampiezza" della vittoria.

 

"Porgo la mano anche agli elettori di Hofer", ha aggiunto Van der Bellen che neppure due ore dopo la chiusura dei seggi si è ritrovato negli studi della televisione austriaca per stringere la mano al sua avversario, che ha concesso la vittoria. "Il mio obiettivo per i prossimi sei anni è che i cittadini, che mi incontreranno per strade, in metropolitana oppure in paese, dicano 'Guarda, il nostro presidente' e non solo 'il presidente'", ha aggiunto il verde. Il professore ha detto di essersi impegnato per "un'Austria europeista" e per i "vecchi valori di libertà, uguaglianza e solidarietà". Van der Bellen ha anche parlato del referendum italiano e del futuro politico di Renzi.

 

"Congratulazioni ad Alexander Van der Bellen per il suo successo, chiedo a tutti gli austriaci di restare uniti e lavorare assieme. Siamo tutti austriaci, non importa che cosa abbiamo deciso alle urne", aveva scritto in precedenza Hofer su Facebook. "Cari amici, vi ringrazio. Mi avete sostenuto in modo così magnifico e sono infinitamente triste che non abbia funzionato. Avrei voluto prendermi cura dell'Austria", ha aggiunto. Poi alla tv pubblica ha annunciato che si presenterà alle elezioni politiche e ha precisato che "correrà a sostegno del leader Fpö Heinz Christian Strache". "Gli elettori hanno sempre ragione", ha detto. "Invito Van der Bellen a prendersi cura dell'Austria e farò la mia parte per unire il Paese".

 

"Norbert Hofer è stato vittima di una vera e propria campagna di paura contro la sua persona", ha commentato il leader degli ultranazionalisti austriaci Fpö Heinz Christian Strache. "Di certo ha pesato molto nelle zone rurali l'indicazione di voto per Van der Bellen dato dal segretario della Övp Reinhold Mitterlehner", ha aggiunto Strache, che ha sottolineato che quello di Hofer "comunque è il miglior risultato mai raggiunto dalla Fpö a livello nazionale".

 

"Vorrei congratularmi con il signor Van der Bellen per la sua vittoria", ha dichiarato il segretario generale del Fpoe, Herbert Kickl che ha guidato la campagna di Hofer, alla televisione pubblica austriaca Orf. "Per l'ultima volta le forze, che sono contro il rinnovamento, ci hanno fermati", ha aggiunto Kickl facendo chiaro riferimento alle elezioni politiche che probabilmente saranno anticipate alla prossima primavera. "Felicitazioni al Fpo che si è battuto con coraggio. Le prossime legislative saranno quelle della loro vittoria", ha scritto in un tweet la leader dell'estrema destra francese Marine Le Pen.

 

"Il populismo non è inevitabile per l'Europa", ha scritto su Twitter il premier francese, Manuel Valls.

 

La vittoria di Van der Bellen "è una sconfitta pesante per il nazionalismo ed il populismo retrogrado ed antieuropeo", ha twittato il presidente del Parlamento europeo Martin Schulz, che, congratulandosi con il neo presidente ha sottolineato sottolinea come lui abbia vinto con "una campagna ed un messaggio chiaramente pro europei".

 

"Gli austriaci inviano un chiaro segnale pro-europeo. Il partito dei populisti di destra in Europa fallisce. Il tentativo della Fpo di segnare la campagna con paura e menzogne non è riuscito. Dobbiamo sfidare i populisti e smascherarli", ha detto su Twitter il tedesco Manfred Weber, capogruppo del Ppe all'Eurocamera.

 

Che sollievo per tutta l'Europa", ha scritto su Twitter il vice cancelliere e ministro dell'Economia tedesco, Sigmar Gabriel, "una vittoria chiara contro il populismo di destra".

 

Esulta via Twitter anche il titolare della Farnesina. La vittoria di Van der Bellen, scrive  Paolo Gentiloni, "è davvero una bella notizia per l'Europa".

 

"Si è presentato agli elettori con un programma inclusivo ed europeista. E ha vinto. Complimenti a Van der Bellen #Austria", ha aggiunto, sempre sul social, la presidente della Camera, Laura Boldrini.

 

Il ministero degli Interni ha detto che non ci sono state irregolarità. Proprio la denuncia del partito Fpö del candidato ultranazionalista aveva portato al ripetersi del ballottaggio. Per soli 31mila voti, l'ex presidente dei Verdi era stato dichiarato vincitore. Il conteggio del voto per posta e la diffusione di alcuni dati parziali erano stati alcune delle irregolarità rilevate, sebbene secondo la Corte costituzionale non abbiano influito sul risultato.

Professore di Economia alle università di Innsbruck e Vienna, Alexander Van der Bellen, 72 anni, appartiene ad un'antica famiglia aristocratica. E' nato a Vienna da padre russo di origine olandese e madre estone, entrambi profughi a seguito dell'invasione dell'Estonia da parte dell'Unione Sovietica avvenuta nel 1940. Politicamente in origine era vicino ai socialdemocratici ma fu successivamente attratto dal movimento ecologista durante le proteste del 1984 contro una centrale nucleare sul Danubio.

Nel 1992 è passato ai Verdi, diventando deputato del partito ecologista nel 1994. Leader dei Verdi nel 1999, si è dimesso dall'incarico dopo il cattivo risultato del partito alle elezioni del settembre 2008. A queste elezioni si è presentato come candidato indipendente per ampliare le proprie possibilità, ma la sua campagna è finanziata e organizzata dai Verdi.

Fumatore accanito, è padre di due figli avuti da un primo matrimonio. Si è sposato in seconde nozze con la Verde Doris Schmidauer poco prima di annunciare la sua candidatura. Sostenitore di un'idea di Europa multiculturale e tollerante, crede che l'Ue debba rispondere con la solidarietà alla crisi dei migranti.

Una curiosità: il nuovo presidente ha stravinto nel suo comune, Kaunertal, una piccola località di montagna in Tirolo. Il professore ha ricevuto 286 voti, ovvero l'86,4%. Hofer si è fermato invece a 45 voti (13,6%). Al ballottaggio del 22 maggio, poi annullato, il Verde aveva ottenuto l'85,14%.

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