Krad77 Posted June 8, 2016 Share Posted June 8, 2016 Riporto questo articolo fonte https://medium.com/bold-new/linvoluzione-del-gay-pride-nessun-orgoglio-nessun-lgbt-4aee3c78f8d7#.5yzb86s3e L’involuzione del (Gay)Pride: nessun orgoglio, nessun LGBT Facciamo un esercizio. Andate sulla pagina di descrizione del Pride milanese, sul sito ufficiale dell’evento. Ora premete Mela+F (o CTRL+F, o Win+F: scelta vostra) e cercate le parole “lesbica”, “omosessuale”, “bisessuale”, “transessuale” all’interno del testo. Per i più pigri, vi do io la risposta: nessuna corrispondenza, in nessuna delle sue disparate varianti. Va un po’ meglio con la parola “LGBT” (2 corrispondenze, sempre riferite alle “associazioni”, una addirittura condita con “non solo”) e con “gay”, che si salva solo perché parte integrante del nome Arcigay (ancora in quanto associazione, citata 1 volta). Ah, e “Arcobaleno” (citato come parte del “Coordinamento Arcobaleno”, che — non ci crederete mai — raggruppa LE ASSOCIAZIONI). Quello delle parole chiave è un esercizio che ho imparato a fare spesso - forse anche per colpa del mio lavoro - ogni volta che mi trovo davanti a un manifesto politico, alla descrizione di un evento o di una pagina Facebook. È un ottimo modo per scoprire quali sono, per davvero, i temi importanti per quel qualcosa. Tirando le somme, ad ogni modo: Se la cosa vi fa prudere il naso, tenetevi alla sedia perché c’è di peggio: la “Commissione Milano Pride” — entità metafisica composta non si sa esattamente da quali soggetti — è assolutamente consapevole della cosa.La pagina di descrizione del più importante evento annuale per la comunità LGBT italiana NON cita mai le parole legate alla comunità stessa. E non gliene frega niente. “Per quanto riguarda l’assenza di termini legati alla comunità LGBT che tu definisci gravi: la tua opinione è senz’altro legittima ma il Pride è un evento la cui complessità non si esaurisce in una pagina di evento Facebook che ha lo scopo essenziale di indicare date e luoghi.MilanoPride ha una pagina, un sito e un programma dove tutti i riferimenti alla storia, all’evento e al suo significato più profondo sono esplicitati a vantaggio di tutti i lettori. Per non parlare delle immagini che caratterizzano questo evento unico che, da sole, restituiscono agli utenti il messaggio più chiaro e diretto su cosa sia il Pride.Infine non dimentichiamo mai che il MilanoPride è di tutti coloro che sostengono la causa, senza distinzione di sesso, razza e, ovviamente, orientamento sessuale”.Ci ho messo un po’ a ottenere una “posizione ufficiale” da parte del comitato del MilanoPride. Per la precisione, un mese e sei giorni: è questo il tempo passato dal mio primo post-richiesta di commento, andato inascoltato come le domande dei tanti altri interessati all’evento, in un tripudio di commenti spam e promozioni di eventi russi al Just Cavalli (che sono rimasti al loro posto anche dopo la segnalazione, anzi sono aumentati nel corso dei giorni). Rileggete soprattutto questo pezzo, alla luce dell’esercizio di ricerca testo che abbiamo fatto all’inizio:MilanoPride ha una pagina, un sito e un programma dove tutti i riferimenti alla storia, all’evento e al suo significato più profondo sono esplicitati a vantaggio di tutti i lettori. Facciamo un altro esercizio. Leggendola, questa pagina che citano, scopriamo così che il MilanoPride èUn Pride virtuoso che coinvolge e premia le realtà commerciali che vogliono investire sull’evento e che faccia tesoro delle risorse che gli vengono messe a disposizione. E ancora che il MilanoPride èIn Porta Venezia. Un’intera area appositamente allestita dove locali, ristoranti, associazioni e sponsor collaborano per intrattenere il pubblico con musica, eventi di varia natura ed un’ampia offerta di street food. Inoltre che associata al MilanoPride c’è la Pride Card, che dà diritto apiù di 70 convenzioni con locali, ristoranti, negozi e realtà commerciali durante tutto l’anno, con sconti speciali durante il periodo del Pride. Ora prendete il risultato dei due esercizi, e combinateli. Ecco: per essere una pagina dove i termini legati alla causa LGBT sono quasi assenti, non ci si fa grossi problemi a sottolineare invece tutti i numerosi aspetti commerciali dell’evento. “Premiare”, “Investire”, “Sponsor”, “Intrattenere”, “Offerta”, “Street food”, “Convenzioni”, “Sconti speciali”. Voi che idea vi fate di un evento del genere? Da Gay Pride a FestivalbarApriamo una parentesi: da anni, probabilmente da sempre, è in corso una accesissima discussione su cosa è un Gay Pride, o un LGBT Pride, o un Pride, o come volete chiamarlo voi. Ve la risparmio, e riassumo quella che è dalla maggioranza considerata la risposta corretta e che — incidentalmente — è anche la mia: un Pride è SIA una celebrazione, una festa, un momento d’incontro, SIA una manifestazione politica. Il nome (originale) della manifestazione dice tutto: il Gay Pride è un momento di Orgoglio (quindi una “celebrazione del non vergognarsi”, e come tale un atto politico) della comunità Gay (intesa in senso esteso: omosessuali, lesbiche, bisessuali, transessuali, intersessuali, etc).Ma se il Coordinamento Arcobaleno di Milano ha eliminato i riferimenti LGBT, infilandoli e annacquandone la portata in una insalata di altre numerose diversità, possiamo ancora parlare di “orgoglio”?E se non c’è più “LGBT”, e non c’è più “orgoglio”, di che tipo di manifestazione stiamo parlando? A quanto pare, di una manifestazione puramente commerciale, che ha perso sia la propria componente di celebrazione collettiva, che la propria componente politica. La comunità LGBT a Milano ha smesso di essere un soggetto partecipante, ed è diventato un audience pubblicitario. O per dirla in maniera più cruda, un soggetto pagante OK, Milano. E il resto d’Italia? Quello che sta succedendo — o forse dovremmo dire “è successo” — a Milano è solo un pezzo di un complicatissimo puzzle fatto di numerosi tasselli sparsi nel corso degli ultimi anni. A causa delle lotte ferocissime che anno dopo anno si svolgevano per deciderne la sede, è dal 2012 che non si svolge più alcun Pride nazionale e unitario. Potremmo dire dal 2013, se il Pride nazionale di Palermo non fosse stato (volutamente) castrato dalla compresenza dell’“Onda Pride”. A partire dal 2013, infatti, le associazioni LGBT — incapaci di risolvere (per il benessere della comunità) le lotte personalistiche dei mondi associativi di Roma, Bologna e probabilmente anche Milano — hanno introdotto il concetto di Onda Pride, “confederazione” di Pride locali più o meno (hint: meno) piccoli sparsi fra Giugno e Agosto. Che nell’ottica marketing degli organizzatori avrebbe dovuto rafforzare il peso politico delle manifestazioni, ma di fatto ne ha sancito la frammentazione in una serie di eventi più o meno (hint: meno) popolati e più o meno (hint: meno) rilevanti per l’opinione pubblica. Coincidentalmente, sempre più o meno nel 2013, i vari Pride locali venutisi a creare cominciano ad abbandonare la dicitura “Gay” o “LGBT” e cambiano denominazione (“Bologna Pride”, “Milano Pride”, “Roma Pride”, “Napoli Pride”, etc) portando avanti quello shift di significato di cui abbiamo parlato all’inizio. In questo contesto, lo stato attuale delle cose vede la convivenza di una serie di Pride — se possiamo, appunto, ancora ontologicamente definirli tali — molto diversi nello spirito gli uni dagli altri. Che da un lato garantiscono a tutto l’associazionismo locale una fetta della torta (economico, o di visibilità, a seconda della portata cittadina) e dall’altro hanno portato a una mancanza di coesione interna e di coerenza comunicativa esterna. Basti pensare allo slogan che caratterizzava l’Onda Pride 2015, che eliminava completamente le tematiche LGBT in favore di un genericissimo “Human Pride” che invitava a gridare per la difesa dei “diritti umani”. Tematiche — apprezzabilissime — più affini forse ad Amnesty International che non alla comunità LGBT italiana, soprattutto considerato un contesto di diritti LGBT in Italia ben di là dall’essere raggiunto. Il 2016 e la coperta troppo cortaIn questo marasma di posizioni, il 2016 della comunità LGBT italiana è caratterizzato da movimenti che sembrano andare in direzioni completamente opposte, in maniera casuale. A Bologna, la risposta a tratti violenta della comunità LGBT (fra le più attive e politicamente interessate d’Italia, se non l’unica rimasta ad esserlo) alle scelte associative degli ultimi 3 anni, ha portato a un recupero dell’identità LGBTQ, che compare in maniera esplicita nel logo della manifestazione. Da notare la comparsa della parola “Queer”, che ha un significato culturale e collettivo ben preciso (studiatelo https://en.wikipedia.org/wiki/Queer).Al contrario, a Napoli la componente LGBT è completamente sparita dall’identità di marchio, con un logo che sembra più una celebrazione della ex Repubblica Marinara che non un momento collettivo per gay, lesbiche, bisessuali e transessuali. Il tutto sfociato in una manifestazione, lo scorso 28 Maggio, passata completamente in sordina dalla comunità LGBT nazionale, che in linea di massima non ne sapeva nulla.http://www.repstatic.it/content/localirep/img/rep-roma/2016/05/27/160514610-ae896e26-3f07-4b49-81be-e3cb27971fc4.jpgIl movimento LGBT a Roma invece sceglie una via di mezzo, da un certo punto di vista più timida, e pur mantenendo una nomenclatura priva di riferimenti LGBT (“RomaPride”) a livello visuale fa una scelta forte di recupero delle radici del movimento di lotta, con una drag queen come protagonista di uno (il primo) dei manifesti per la parata. Una drag queen nell’atto di lanciare un tacco contro qualcuno, in un richiamo ai moti di Stonewall che hanno segnato la nascita stessa delle Pride Parade. Di Milano abbiamo già parlato, mentre ha senso citare la buona volontà — e la scarsità di risorse — dei movimenti di Palermo e di Cagliari. Che di questa situazione pagano probabilmente lo scotto, insieme alle altre microrealtà locali, più di tutte le altre grandi città. Perché parliamoci chiaro, il percorso futuro è già tracciato: senza un sostegno nazionale forte, sia economico che di affluenza di pubblico, i microPride locali sono destinati a morire, o a diventare irrilevanti. Napoli compreso. Lasciando alle Big Three (Milano, Bologna, Roma) una bella torta da spartire, fatta di party, Village e convenzioni. Con buona pace dei diritti da raggiungere, e dell’aspetto politico del Gay Pride. Che forse, come evento, non esiste già più. Da tempo. Quote Link to comment Share on other sites More sharing options...
Rotwang Posted June 8, 2016 Share Posted June 8, 2016 Quante cazzate, Gesù Cristo, prima vi lamentate della mancanza di drag queen e carri, poi vi lamentate della mancanza di terminologie affini alla causa, ma a che gioco giocate? Quote Link to comment Share on other sites More sharing options...
davydenkovic90 Posted June 9, 2016 Share Posted June 9, 2016 (edited) Il gay pride è come il Natale: c'è chi lo festeggia andando alla messa di mezzanotte a pregare, chi cantando jingle bells, chi facendo volontariato e chi passando il pomeriggio a svaligiare le boutique del centro o a comprare l'insalata russa per il cenone. Penso che possiamo tutti convivere in pace con l'idea che esistano modi diversi di festeggiarlo e che, in quanto festa, abbia implicazioni commerciali e turistiche al di sopra della stretta competenza delle associazioni gay e del loro attivismo per i diritti e per altri begli obiettivi che ancora non sono stati raggiunti nel nostro Paese in tema di uguaglianza. Sul discorso del non marcare sulla connotazione lgbt non saprei cosa dirti, non ci vedo nulla di marcio o snaturante nell'aprire anche ad altre diversità... ai pride partecipano anche tanti etero che semplicemente supportano la causa o, ancor più banalmente, che apprezzano un dato tipo di divertimento, quindi boh. Per ora tendo a vederlo come un potpourrì che non può che giovare a una rivoluzione estetica della società e per sdoganare la diversità sessuale, ma mi farò un'idea più chiara una volta che vi avrò partecipato. Edited June 9, 2016 by davydenkovic90 Quote Link to comment Share on other sites More sharing options...
Hinzelmann Posted June 9, 2016 Share Posted June 9, 2016 Qui da me hanno scelto un esagono Ed hanno inserito nell'acronimo la A di Asessuali : LGBTIQA se avessero associato l'acronimo al simbolo l'effetto sarebbe stato decisamente "massonico-esoterico" Lol Il Toscana Pride è promosso dalle associazioni e dai gruppi organizzati che animano il territorio della regione nello spazio LGBTIQA (Lesbiche, Gay, Bisessuali, Transessuali, Intersessuali, Queer, Asessuali) Certo il linguaggio è quello che è... Quote Link to comment Share on other sites More sharing options...
Iron84 Posted June 9, 2016 Share Posted June 9, 2016 Su su sappiamo tutti il perché di questa scelta e non c entra nulla la normalizzazione dei gay Inviato dal mio SM-G903F utilizzando Tapatalk Quote Link to comment Share on other sites More sharing options...
Hinzelmann Posted June 9, 2016 Share Posted June 9, 2016 Il Comune di Firenze, comunque, non ha dato il patrocinio alla manifestazione...perchè: "Sulla base di regolamenti e prassi comunale consolidata, non sono mai stati dati patrocini a manifestazioni che hanno direttamente o indirettamente uncarattere politico o rispondono a una parte". Per il Sindaco di Firenze la manifestazione è politica e di parte ( anche se specifica "indirettamente" con ciò dando atto del fatto che ci si è sforzati di depoliticizzare...però non basta ) Quote Link to comment Share on other sites More sharing options...
Iron84 Posted June 9, 2016 Share Posted June 9, 2016 (edited) Arcigay è filorenziano hanno preferito non fare una manifestazione di protesta dopo la legge Cirinnà. Il Pride in glitter o giacca e cravatta è comunque un luogo dove si chiede di più e si lotta contro la discriminazione una posizione imbarazzante per un organizzazione filogovernativa appena uscita da una comunque vittoria politica. La mia non è una critica ma una constatazione Inviato dal mio SM-G903F utilizzando Tapatalk Edited June 9, 2016 by Iron84 Quote Link to comment Share on other sites More sharing options...
Hinzelmann Posted June 9, 2016 Share Posted June 9, 2016 E' una constatazione sbagliata, nel senso che in realtà vieni travisato dall'articolo di @Krad77 che fa sembrare che queste critiche nascano oggi. In realtà sono critiche che già c'erano precedentemente, l'idea dell'Onda Pride è del 2014 ed è una decisione "strutturale" del movimento in Italia http://www.wikipink.org/index.php?title=Onda_Pride Giovanni dall'Orto criticò già l'anno scorso la scomparsa della parola "gay" ( l'anno scorso si usò la formula "Human pride" n.d.r. ) Insomma non sono discorsi legati alla stretta attualità politica. E' fatale che qualcuno quest'anno protesti, perchè è rimasto più deluso degli altri da come è andato il dibattito sulle unioni civili, mentre altri più contenti sottolineeranno il fatto che abbiamo una legge etc etc Però la critica nasce nel 2014 Quote Link to comment Share on other sites More sharing options...
LocoEmotivo Posted June 9, 2016 Share Posted June 9, 2016 Ho trovato l'articolo molto interessante ma mi ha dato incredibilmente fastidio il tono alla "si stava meglio quando si stava peggio". I tempi cambiano e devono cambiare anche i movimenti e le proteste, se vogliono sopravvivere. Il Gay Pride è nato quando l'omosessuale era ancora un malato. Il merito di dire: "Io sono così e sono fiero di esserlo" è enorme, e il debito nei confronti di questi coraggiosi pionieri da parte di chi come me vive in una realtà molto più friendly è enorme. Forse impagabile. Ma le cose sono cambiate. E' cambiato lo status omosessuale, è cambiata la sua percezione generale, è cambiata anche la sua situazione dei diritti. Il movimento del Pride sta perdendo identità? Ne sono quasi sicuro, ma è un passaggio fondamentale: le motivazioni dietro quel pride non ci sono più, e quindi perché dovremmo mandare avanti dei modelli superati? Poi, potete pure fare le pulci a quello che ho scritto e dite che in realtà la situazione dell'omosessuale di oggi è ancora pessima e basti vedere la Cirinnà e il tentativo dell'Ungheria e alcuni stati USA eccetera eccetera: questo non cambia la situazione. Che non siamo più all'epoca di Stonewall. E che alcuni di noi non riescono a staccarsi da quel modello originario. Quote Link to comment Share on other sites More sharing options...
Hinzelmann Posted June 9, 2016 Share Posted June 9, 2016 Beh insomma @Locoemotivo... La prima manifestazione gay nazionale in Italia è del 1994 Il primo gay pride nazionale è del 2001 ( quello del 2000 a Roma era un world pride quindi a stretto rigore in Italia abbiamo avuto prima una manifestazione internazionale, con questa denominazione, che nazionale ) Certo sono passati tanti anni...ma la stagione dei pride nazionali è 2001-2012 avendo io partecipato sia al primo che all'ultimo, posso dirti di essere invecchiato ma certo non sto in un documentario degli anni '70 Lol Errata Corrige: nel 2013 c'era sia l'Onda Pride che un Pride nazionale a Palermo quindi ho partecipato al penultimo pride nazionale Quote Link to comment Share on other sites More sharing options...
freedog Posted June 9, 2016 Share Posted June 9, 2016 (edited) quando 2 anni fa venne decisa (a Torino) la politica degli onda pride, avevo delle perplessità, anche perchè qualcuno (che poi si seppe che manco c'era..) mise in giro la voce che s'era deciso di farli locali perchè Roma e Bologna s'erano scannati per la sede del nazionale e poi perchè, vista la rivalità cronica tra ass.ni, co sto sistema si vedeva una volta per tutte chi ce l'aveva più lungo (il corteo..). bugia stranegatami da 5 persone che a quella riunione c'erano; e che mi spiegarono che così si decise sia per alleggerire la logistica (organizzare un nazionale ha certamente costi più ingenti che farlo per un locale; e visto che gli sponsor come al solito scarseggiano, meglio puntare a tanti piccoli low budget), sia perchè così molta più gente -nel momento in cui se lo ritrova praticamente sotto casa- può partecipare. Che è un po' lo schema operativo utilizzato anche per lo svegliaItalia di gennaio; e pare funzionare. poi vabbè, sulle questioni etimologiche di lana caprina, le suffraggette indignate speciali in servizio permanente effettivo ci sono e ci saranno sempre; il giorno che saranno meno culeh acideh e cominceranno a fasse na risata, lo dichiareremo festa nazionale!!! -anche perchè potrebbe pure esse che co sto sistema la finiranno de esse (quasi tutti) zitellacci cronici..- Edited June 9, 2016 by freedog Quote Link to comment Share on other sites More sharing options...
Uncanny Posted June 9, 2016 Share Posted June 9, 2016 (edited) Che il pride stia diventando (e in alcuni casi sia già diventato) un evento commerciale non è di certo una novità. In Italia la cosa si nota meno, ma due esempi lampanti sono il pride di Tel Aviv o quelli spagnoli di Barcellona e Madrid, dove lo stesso governo si prodiga nell'incentivare il turismo gay che frutta un sacco di soldi. La stessa logica commerciale è stata assunta dalla realtà lgbt visto che il pride è diventato un modo per loro di pubblicizzare locali ed eventi. Per il resto personalmente condivido la graduale "normalizzazione" dell'evento e sono d'accordo con LocoEmotivo sul fatto che i tempi cambiano, cambiano gli obiettivi e cambiano le logiche che stanno dietro e quindi non ha senso stare a fare i laudatores temporis acti. Edited June 9, 2016 by Uncanny Quote Link to comment Share on other sites More sharing options...
Almadel Posted June 9, 2016 Share Posted June 9, 2016 Il problema però non è che sia commerciale o meno. Il problema è che si vende una festa generica, "la festa di tutti" come sottotitola il Pride Village di Padova. Evidentemente agli sponsor non piace essere associati a una minoranza, soprattutto a una minoranza che ha anche delle rivendicazioni politiche. Quote Link to comment Share on other sites More sharing options...
Hinzelmann Posted June 9, 2016 Share Posted June 9, 2016 Che è un po' lo schema operativo utilizzato anche per lo svegliaItalia di gennaio; e pare funzionare. Su questo come già sai dissento...la manifestazione non è servita assolutamente a niente Poichè era una manifestazione politica, la manifestazione ha successo se raggiunge l'obiettivo politico che ci si ripropone e l'obiettivo politico era la difesa dell'ultima proposta ritenuta "accettabile", che in Parlamento NON è passata Cerchiamo di non negare la realtà, perchè altrimenti non c'è spazio neanche per una discussione Hai ragione invece sul fatto che il costo dei pride nazionali era divenuto sempre più gravoso, per associazioni sempre più deboli ( economicamente e associativamente ) La polemica trita-e-ritrita, sulla parata carnevalesca è stata risolta dalla impossibilità di reggere i costi organizzativi della parata stessa Ciò non toglie che negli anni precedenti - puntuale - arrivasse anche la polemica fra Roma e Bologna, fra gli antifascisti militanti ed i moderati, fra gaylib ed arcigay cioè essendo il pride nazionale, unitario, c'era sempre qualcuno che protestava per il manifesto politico o per la collocazione etc e spesso ci sono state dissociazioni politiche, che poi creavano costi aggiuntivi-indebitamenti da ammortizzare etc Nessuno credo andrà mai a studiarsi i bilanci delle varie associazioni, per spulciare quanto certe decisioni possano aver concorso o meno a creare la situazione finale perchè siamo gay latini, quindi ci scanniamo su questioni ideologiche, ma uno che si prenda la briga di fare il revisore dei conti...non c'è Ciò detto questa è una questione oramai archiviata La questione presente è invece legata al fatto che i soldi non ci sono e vanno procurati io posso anche fare le "pulci" agli organizzatori del Toscana Pride, ma poi dovrei anche essere più bravo a trovare sponsor e finanziamenti e so che non ne sarei capace, ad esempio Quote Link to comment Share on other sites More sharing options...
freedog Posted June 9, 2016 Share Posted June 9, 2016 (edited) Nessuno credo andrà mai a studiarsi i bilanci delle varie associazioni, per spulciare quanto certe decisioni possano aver concorso o meno a creare la situazione finale perchè siamo gay latini, quindi ci scanniamo su questioni ideologiche, ma uno che si prenda la briga di fare il revisore dei conti...non c'è un revisore dei conti?? e chi sarebbe così suicida da impelagarsi in quel ginepraio??? mi pare che già ti ho raccontato delle situazioni imbarazzanti (eufemismo..) che ci sono in quel settore, fin dall'epoca del WorldPride del 2000 [di cui a tanti anni di distanza non esiste -nè credo mai esisterà- un bilancio; anzi, ci sono ancora cause in corso per capire chi ha stornato e come i fondi quella volta] magari le questioni su cui ci si scanna tra le varie primedonne delle ass.ni fossero ideologiche: si tratta -quasi- sempre di vil pecunio... Edited June 9, 2016 by freedog Quote Link to comment Share on other sites More sharing options...
Hinzelmann Posted June 9, 2016 Share Posted June 9, 2016 @freedog, di vil pecunio si occupa chi ha la saccoccia in mano e di questioni ideologiche - ma prive di effettiva capacità di controllo sulla gestione - chi sta all'opposizione Però funzionano così ( cioè male ) anche i circoli canottieri e del tennis in Italia...non è una prerogativa gay D'altronde Arcigay in questi ultimi anni avrebbe preso una serie di decisioni organizzative di un certo rilievo, di cui nessun gay italiano sa assolutamente niente, di cui gli stessi militanti non hanno potuto discutere più di tanto e che sono "piovute dall'alto" come decisioni già prese o dati di fatto oramai indiscutibili etc Quote Link to comment Share on other sites More sharing options...
LocoEmotivo Posted June 9, 2016 Share Posted June 9, 2016 magari le questioni su cui ci si scanna tra le varie primedonne delle ass.ni fossero ideologiche: si tratta -quasi- sempre di vil pecunio... Che è proprio il motivo per cui la nostra minoranza è ora bene accetta e in certi casi addirittura ricercata e vezzeggiata. Quote Link to comment Share on other sites More sharing options...
Sampei Posted June 9, 2016 Share Posted June 9, 2016 Noi abbiamo le torri medievali... Quote Link to comment Share on other sites More sharing options...
LocoEmotivo Posted June 9, 2016 Share Posted June 9, 2016 Noi abbiamo le torri medievali... Sempre con le tue allusioni sessuali. Quote Link to comment Share on other sites More sharing options...
Sampei Posted June 9, 2016 Share Posted June 9, 2016 Non è un'allusione sono veramente esplicitamente ed intenzionalmente le torri civiche! Lurido. E ci hanno messo pure mille mesi per partorire l'idea. Comunque tanto a Milano i commercianti sgomitano in massa per impossessarsi della direzione del Pride il quale si prostituisce per il profitto senza il minimo ritegno, quanto a Pavia i commercianti rifiutano categoricamente di patrocinare l'evento con boria stizzita ed espressioni scandalizzate. Quote Link to comment Share on other sites More sharing options...
Hinzelmann Posted June 9, 2016 Share Posted June 9, 2016 Onestamente mi pare meglio dell'esagono... Ovviamente in Toscana c'era la difficoltà aggiuntiva di dover evitare ogni riferimento a Firenze...visto che è un pride di associazioni e organizzazioni che animano il territorio regionale nello spazio LGBTIQA Si è quindi scelto l'asciutta ed astratta bellezza di una forma geometrica...anche se fa un po' "antibiotico" della Roche Quote Link to comment Share on other sites More sharing options...
Krad77 Posted June 9, 2016 Author Share Posted June 9, 2016 Una vaga allusione fallica nelle torri c'è, del resto un sacco di cose nel mondo possono avere questa somiglianza !Quanto all'esagono, si poteva fare una regione Toscana stilizzata, cioè una cosa del genere http://www.tecdev.it/tema/images/mappa/toscana.gif ma con i confini più abbozzati e meno precisi. Sarebbe anche stata un'idea originale. Quote Link to comment Share on other sites More sharing options...
Hinzelmann Posted June 9, 2016 Share Posted June 9, 2016 Diciamo che l'esagono si giustificherebbe per il manifesto politico se ci clicchi sopra ( sul sito ) si aprono 6 aree tematiche colorate tipo fiore verde-famiglie ; celeste-salute&benessere ; viola-transessualità/intersessualità rosso-lavoro ; arancione-educazione alle differenze ; giallo omotransfobia Ovviamente le aree tematiche sono 6 perchè sei sono le strisce della bandiera arcobaleno C'è un problema fra il presumibile significato storico che in origine aveva il colore e quello attribuito ( il rosso significava vita e non lavoro etc ) Però va bene così dai... Quote Link to comment Share on other sites More sharing options...
Sampei Posted June 9, 2016 Share Posted June 9, 2016 Evidentemente agli sponsor non piace essere associati a una minoranza, soprattutto a una minoranza che ha anche delle rivendicazioni politiche Straquoto Quote Link to comment Share on other sites More sharing options...
Krad77 Posted June 9, 2016 Author Share Posted June 9, 2016 Il problema però non è che sia commerciale o meno. Il problema è che si vende una festa generica, "la festa di tutti" come sottotitola il Pride Village di Padova. Evidentemente agli sponsor non piace essere associati a una minoranza, soprattutto a una minoranza che ha anche delle rivendicazioni politiche. Basta ribadire che è sicuramente una festa di tutti... di tutti quelli che sostengono i GLBT Problema risolto Quote Link to comment Share on other sites More sharing options...
Almadel Posted June 9, 2016 Share Posted June 9, 2016 Ok, @Krad77 ora chiediti perché la Festa di Legambiente o di Casapound non sono sottotitolate "la festa di tutti", però; nonostante sia ovvio che siano tutti... tutti quelli che sostengono l'ecologia o il fascismo... Quote Link to comment Share on other sites More sharing options...
davydenkovic90 Posted June 9, 2016 Share Posted June 9, 2016 (edited) rosso-lavoro io credevo che rosso fosse l'amore... Comunque io credo che "l'unico modo per promuovere i propri diritti sia promuovere i diritti degli altri". Evidentemente se non si crea una manifestazione inclusiva dove ci si mette anche altra roba, non si riesce più di tanto a ottenere il seguito delle varie istituzioni e dei cittadini stessi... Io ricordo che quando andavo al liceo, durante un'autogestione, furono invitati sì i rappresentanti di arcigay, ma insieme ad altre rappresentanze di disabili e altri personaggi per parlare in senso lato di "diversità". E finì poi che i tizi di arcigay furono quasi ignorati, forse anche un po' fra l'imbarazzo generale, mentre le storie dei disabili catturarono molto di più l'interesse. Probabilmente se fosse stata una mattinata totalmente dedicata ad arcigay, qualche genitore cretino si sarebbe pure lamentato. In Italia dobbiamo sempre liberarci, per una via o per l'altra, dalla dittatura che la Chiesa vuole esercitare su tutta la popolazione. Dire "diversità" in senso generale forse può essere anche un vantaggio per farci strada. io credo che sia questo il senso. In fin dei conti si tratta ancora dei primi gay pride italiani in molte città e la gente è ancora diffidente e fredda. In Toscana credo sia solo il terzo gay pride, e il primo a Firenze... il problema che dobbiamo affrontare in Italia è ancora quello di sdoganare l'omosessualità. C'è ancora tanta gente che reputa i gay "vietati ai minori di 18" e magari tutte le sere fa vedere il sedere di Belen nel video porno al figlioletto di cinque anni mentre sono tranquilli a cena di fronte alla tv. Edited June 9, 2016 by davydenkovic90 Quote Link to comment Share on other sites More sharing options...
Hinzelmann Posted June 9, 2016 Share Posted June 9, 2016 io credevo che rosso fosse l'amore... Con il colore rosso devono aver avuto dei problemi, parlare di sesso avrebbe potuto urtare gli asessuali e l'affettività era già stata attribuita al verde-famiglia D'altronde il diritto ad una vita felice poteva apparire troppo Amerikano e generico e quindi si sarà preferito un più ecumenico ( in Toscana ) riferimento al sindacal-laburista rosso socialista della tutela contro le discriminazioni sul posto di lavoro ( in realtà è un diritto acquisito ) La rivendicazione sarebbe estendere la politica del doppio libretto accademico per le persone in transizione, da Firenze agli altri Atenei Toscani, che nicchiano Il tutto assume una connotazione un po' locale, se vogliamo...però è il Toscana Pride. PS Quanto al fatto di essere inclusivi noi...resta il piccolo dettaglio che il Sindaco di Firenze reputa questa una manifestazione di parte, cioè al sindaco di New York non verrebbe mai in mente di dire che il Columbus Day è una manifestazione di parte degli Italo-americani o il gay pride una manifestazione di parte dei gay. Va anche detto che - paradossalmente il Comune di Firenze è quasi l'unico Comune della Toscana che non dà il patrocinio... Provincia di Pisa Provincia di Pistoia Provincia di Siena Comune di Calenzano (FI) Comune di Bagno a Ripoli (FI) Comune di Grosseto Comune di Santa Croce sull'Arno (PI) Comune di Scandicci (FI) Comune di San Miniato (PI) Comune di Figline e Incisa Valdarno (FI) Comune di Rosignano Marittimo (LI) Comune di Capannori (LU) Comune di Viareggio (LU) Comune di San Casciano Val di Pesa (FI) Comune di Montopoli in Valdarno (PI) Comune di Poggibonsi (SI) Comune di Lucca Comune dell'Impruneta (FI) Comune di Empoli (FI) Comune di Pisa Comune di Vecchiano (PI) Comune di Montelupo Fiorentino (FI) Comune di Certaldo (FI) Comune di Collesalvetti (LI) Comune di Quarrata (PT) Comune di Montale (PT) Comune di San Giuliano Terme (PI) Comune di Monte San Savino (AR) Comune di Siena Comune di Lastra a Signa (FI) Comune di Montepulciano (SI) Comune di Bientina (PI) Comune di Casciana Terme Lari (PI) Comune di Campi Bisenzio (FI) Comune di Cortona (AR) Comune di Londa (FI) Comune di Pescia (PT) Comune di Gambassi Terme (FI) Comune di Camaiore (LU) Comune di Pontassieve (FI) Comune di San Gimignano (SI) Comune di Montignoso (MS) Comune di Vaglia (FI) Comune di Palazzuolo sul Senio (FI) Comune di Capalbio (GR) Comune di Livorno Comune di Marciano della Chiana (AR) Comune di Terranuova Bracciolini (AR) Comune di Sansepolcro (AR) Comune di Castelnuovo Berardenga (SI) Comune di Scarlino (GR) Comune di Castelfiorentino (FI) Comune di Fucecchio (FI) Comune di Massa Marittima (GR) Comune di Capalbio (GR) Comune di Piombino (LI) Comune di San Giovanni Valdarno (AR) Comune di Prato (PO) Comune di Massa Comune di Monsummano Terme (PT) Unione dei Comuni Amiata e Val D'Orcia - Siena (Abbadia San Salvatore, Castiglione d'Orcia, Pienza, Piancastagnaio, Montalcino, Radicofani, San Quirico d'Orcia) Comune di Rufina (FI) Quartiere 1 del Comune di Firenze Quartiere 4 del Comune di Firenze Quote Link to comment Share on other sites More sharing options...
Efestione7 Posted June 10, 2016 Share Posted June 10, 2016 Il pride passerà di moda presto o tardi. E visto che la misura di quasi tutto ormai è la pecunia o diventa fonte di sesterzi per qualcuno o diventerà un festino da seminterrato per pochi intimi nostagici. Quote Link to comment Share on other sites More sharing options...
Krad77 Posted June 10, 2016 Author Share Posted June 10, 2016 Ok, @Krad77 ora chiediti perché la Festa di Legambiente o di Casapound non sono sottotitolate "la festa di tutti", però; nonostante sia ovvio che siano tutti... tutti quelli che sostengono l'ecologia o il fascismo... me lo chiedo e me lo rispondo: cattivo marketing, e uso marketing in senso lato... cattiva comunicazione logicamente quelli di Casa Pound non ci possono arrivare, ma per Legambiente basta buttarsi su un "la festa di tutti... quelli che vogliono un futuro migliore" e il gico è fatto, ci metti un prato verde con una coppia di spalle che guarda verso l'orizzonte ed è persino banale per quanto è facile Quote Link to comment Share on other sites More sharing options...
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