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Fissità e movimento


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Grazie per i complimenti!! :D Mi danno un po' di fiducia in vista dell'esame!
L'ultima è fissa, e coglie il movimento istantaneo in un momento molto fortunato. (in realtà è composta con photoshop, perché beccare i due treni che passano assieme avrebbe richiesto troppa fortuna).

Sto pensando a titoli del calibro di "Movimento immutato", "Stabilità del movimento", "Rollercoaster: il movimento immutabile" o il banalissimo "rollercoaster: Colossi in movimento". Mi piace molto "Strutture millenarie", ma non so come collegarlo al movimento. Vi giuro, questa necessità di trovare un titolo mi manda all'altezza delle foto un po' in crisi

Edited by Smiler92
Capricorno57

la fissità è quella roba tanto apprezzata di solito nella fotografia astronomica...

 

secondo me il movimento in fotografia è dato, è reso maggiormente dalla fissità del soggetto ma dal movimento degli effetti causati dal soggetto stesso, come in foto n.6 .

Penso ad esempio alla foto di un'auto da rallye in curva, con l'auto "fissa" ma con la ghiaia "mobile" sparata via confusamente dalle ruote motrici. 

O di uno sciatore fisso con la coda di neve. 

  • 2 weeks later...

Quando penso ad un rollercoaster (essendo un grande appassionato di questi colossi) la prima cosa che mi viene in mente é la velocitá, che richiama inevitabilmente il movimento. Come titolo, io direi "Velocitá in stasi". Hai catturato il movimento, immobilizzandolo in una bolla di stasi temporale, mantenendo l'idea di un qualcosa che si muove a gran velocitá ma che allo stesso tempo é immobile, un frammento di tempo che racchiude l'essenza del moto.

Mi fa molto piacere che abbiate apprezzato in tanti!! E grazie per i suggerimenti per il titolo. Alla fine ho scelto "Im-mobilità: poesie d'acciaio".

Skylion, anche io sono appassionato di montagne russe, e anche di parchi in generale.

 

Oggi vi mostro un'altra sequenza che ho preparato per l'esame di regia, intitolata "Una vertigine di anestesia".

Il titolo viene da un verso di De André. Non era necessario che tutte le foto fossero mie, quindi la prima e le ultime due non sono foto mie.

 

 

 

 

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UNA VERTIGINE DI ANESTESIA
In un mondo in cui ciascuno può accedere alle fonti di una cultura millenaria, il non pensare con la propria testa è senza dubbio una scelta. A volte è una scelta inconsapevole, condizionata dalla comodità con cui possiamo adagiarci in sentieri già tracciati, storie già costruite.
Le tecnologie che ci potrebbero aiutare nella diffusione del sapere a volte diventano un mezzo per far circolare la pochezza e l’indifferenza, che a ben guardare sono mali peggiori dell’ignoranza.
Se è vero che “per chi non è abituato, pensare è sconsigliato”, forse c’è un modo per fermare questa involuzione fatta di automobili, cellulari, riviste patinate e librerie vuote: condividere ciò che sappiamo e ciò che non sappiamo, ritrovare la curiosità per la conoscenza.
Altrimenti ci ritroveremo ancora a manifestare nella stessa piazza, in tempi diversi ma con identici colori.

  • 1 month later...

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