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Sindrome da abbandono e social networks


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Hola a todos!

 

Come sapete i miei interventi nascono sempre da episodi di vita vissuta che fanno nascere in me delle atroci perplessità... sono delle epifanie che svegliano la mia coscienza a volte sopita..

 

Cercherò di andare con ordine e scrivere con calma...così poi non mi dite "non ho capito niente"...

 

Dunque, l'episodio è il seguente:

 

Tipo venti minuti fa mi si apre sul telefono una chat di messenger..  con un messaggio da parte di una mia ex compagna di liceo, che non vedo e non sento da circa 5 anni (avevamo continuato a frequentarci durante i primi anni di uni)... con su scritto:

 

ehi beppo! scusa ma.. come si calcola il punteggio di maturità?  (solo questo, giuro... null'altro)

 

Ora... non per essere acidi.. ma...     what    the    fuck   ?  

 

Io ovviamente non ho risposto e non ho intenzione di rispondere...

 

però questo mi ha fatto riflettere su due temi che vorrei approfondire; il primo riguarda "gli abbandoni", ossia i distacchi che nella vita siamo costretti ad affrontare ciclicamente, e il secondo invece su come i social networks abbiano in parte cambiato le regole, e influiscano sul modo in cui diciamo "addio" o "arrivederci" alle persone.

 

Punto 1)

 

Io ho sempre vissuto con molto malessere gli "abbandoni".. sono sempre stato incapace di staccarmi per primo da una persona, di voltare pagina..per me ogni rapporto dovrebbe durare per l'eternità...ma so che non è possibile..e ho imparato a farci i conti..anche se non l'ho mai trovato facile.. 

 

voi come vi relazionate con la faccenda? come fate a salutare un amico che sta per imbarcarsi su un volo che sapete non arriverà mai a destinazione? come fate a lasciare andare le mani di Jack sapendo che sprofonderà nelle gelide acque dell'atlantico settentrionale?? 

 

come fate??

 

Punto 2)

 

La mia impressione è che facebook et similia,, in un certo senso ci impediscano di "andare avanti"... è come se fossimo costretti a vivere in un eterno presente senza un ieri e senza un domani... e in questo presente perdono di significato gli "addii", e di conseguenza anche i "ciao".. 

 

Non lo so... per ora queste solo le cose che sento il bisogno di dire a caldo... lascio la parola a voi.. sicuramente riuscirete a fornire nuovi spunti per ampliare il tema...

Edited by Beppe_89
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https://www.gay-forum.it/topic/33032-sindrome-da-abbandono-e-social-networks/
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A me è già capitato di "vivere" delle amicizie molto intense e durature che poi naufragano senza alcun (apparente?) motivo.
Non so assolutamente perché, ma mi capita spesso (per quanto possa accadere "spesso" una cosa che accade magari ogni 2-3 anni).
Qualche sera fa sono andato al compleanno di una mia cara amica, e lì ho rincontrato un'altra mia cara amica che non vedevo né sentivo da ormai 4 anni.
Ogni tanto mi veniva in mente di scriverle o chiamarla, magari per uscire o per andare a cena fuori, ma per un motivo o per l'altro rimandavo la cosa fino a dimenticarla.
L'altra sera appunto, dopo aver espulso i polmoni dalle risate che mi sono fatto con lei (come ai bei "vecchi" tempi, sembrava quasi come se questi ultimi 4 anni non fossero mai passati e il tempo si fosse fermato), ci siamo messi entrambi a ragionare su come mai non ci siamo più sentiti, e il motivo pareva essere lo stesso, inspiegabile.
In questi giorni ci siamo scritti e ci siamo dati un quasi appuntamento per quando torna, anche se non sono sicuro che effettivamente ci vedremo.  :nomention:

Ah... l'unica cosa che non è rimasta uguale a 4 anni fa è stata la sincerità (almeno da parte mia), le ho mentito spudoratamente e attenuato ogni minimo evento accaduto negli ultimi anni, ma credo solo perché non mi pareva la situazione adatta.


P.s. Scusate eventuali miei errori ma scrivere da telefono non è il massimo D:  
 

Edited by ThirdEye

Ciao Beppe, tema interessante.

Io sono uno di quelli della scuola di pensiero "gli abbandoni sono fisiologici e fanno parte del nostro orizzonte di vita", quindi magari partiamo da una sensibilità differente. Man mano che si va avanti con la vecchiaia, che la gggente raggiunge una sua autonomia e comincia a camminare con le sue gambe, ci si ritrova a perdere di vista un sacco di persone che magari non si sarebbe voluto perdere e non ci si può fare nulla. Persone con cui si dividevano le mutande cambiano e divengono perfetti sconosciuti, noi stessi impercettibilmente cambiamo modo di vivere, parametri esistenziali e frequentazioni. All'inizio dei miei anni universitari ho vissuto con disappunto questo scolorire della mia vita sociale passata, anche quando all'orizzonte se ne stava delineando una nuova, poi però ho capito che...è un meccanismo inesorabile.  

 

L'importante è non lasciarsi con rancore. Io, giusto così per dire, alla tua ex amica avrei risposto tranquillamente, in maniera vaga, senza slanci fintoentusiastici, ma comunque le avrei risposto. Questo non è un giudizio verso di te, intendimi, perché mettendomi nei tuoi panni capisco il moto di fastidio alla "ma da dove riciccia questa?". Però tutto sommato ha chiesto un'informazione cretina e magari era un modo per sentire come stavi, senza impegno.

 

I social non ci permettono di andare avanti se si continua a considerare la vita e le frequentazioni passate come rilevanti. Se ormai ciò che ci precede è acqua passatissima, quello che scrivono figure lontane nel tempo e nello spazio rimane solo rumore di fondo, qualcosa di cui sorridere o da ignorare sistematicamente anche ricorrendo ai potenti mezzi social (blocco, ignore, rimozione dalle amicizie e compagnia bella). Certo, il pericolo di rendere perenni confronti fra vite c'è, è una delle problematiche dei social, ma alla fine se si conoscono le dinamiche dei social stessi (il 90% adora raffigurare la propria vita come bellissima per accarezzare il proprio ego, tipo quando postano foto dalla Polinesia pur non avendo la corrente a casa) alla fine si relativizza il tutto.

Secondo me, il concetto di ''addio'' e quello, al contrario, della ''relazione eterna'' (in questo caso l'amicizia, ma anche gli altri tipi di rapporti amorosi) non dovrebbero essere troppo idealizzati, e ciò vale un po' per tutti i rapporti umani e, in generale, per la nostra individualità e per la realtà che ci circonda.

 

Premesso che è stata la tua amica, Beppe, a (ri)entrare a gamba tesa nella tua vita in modo decisamente inopportuno e fuori luogo (ma poi per domandare cosa? Un'informazione che avrebbe trovato digitando quella domanda su Google...), direi che - se ti ha mosso queste riflessioni - qualcosa di interessante, pur imprevisto, certo lo ha fatto. :)

 

Gli ''abbandoni'', come dici, sono qualcosa di frequente, direi inevitabile, nella vita. Chiunque sia arrivato all'adolescenza (ma forse anche prima) avrà preso coscienza della dinamica. Noi tutti nasciamo ''soli'' (senza legami affettivi) e con il tempo, crescendo, arricchiamo la nostra esperienza con numerosi rapporti: i genitori, per primi, i familiari più o meno stretti, i primi ''amichetti'', i compagni di classe e così via. Alcuni rimarranno stabili nel tempo (familiari, amici più stretti, partner), la stragrande maggioranza verranno e andranno via dal palcoscenico della nostra vita, come semplici personaggi di secondo piano o persino controfigure. E' un palcoscenico in cui noi svolgiamo vari ruoli (attori, registri, sceneggiatori, scenografi), ma non tutti nello stesso momento e non sempre con la stessa libertà. Alcuni rapporti saranno imposti, altri verranno coltivati volontariamente nel tempo.

 

L'abbandono non è che la normale conclusione di un rapporto che - in qualche momento della propria vita - ha avuto un inizio. L'esperienza personale e le ricerche in merito ci dicono come la vecchiaia comporti un graduale isolamento dell'anziano, un diradarsi sempre più inesorabile delle relazioni affettive. A tale situazione, che certamente pone un problema sociale non irrillevante, concorre il naturale corso degli eventi, ma anche altri aspetti culturali e sociologici che riguardano le modalità di socializzazzione, il ruolo della vecchiaia in una data società e così via. Se si è poi avuto la fortuna - e la capacità - di stringere legami validi - che hanno superato anche le vicissitudini della vita -, i pochi amici ancora in vita (che si potranno chiamare, a buon ragione, gli ''amici della vita'') e i familiari rimasti si stringeranno attorno a noi per l'abbandono supremo: la morte. Certo, molta altra gente verrà a darci l'estremo saluto, ma spesso lo farà per rispetto, per riconoscenza o per pura convezione sociale.

 

Per quanto riguarda il primo punto, inizio dicendo che gli esempi da te portati sono un po' improbabili (l'addio su una zattera - persino spaziosa... - dopo un naufragio), se non impossibili (l'aereo che sappiamo già non giungere a destinazione). E' raro che la morte sia così, come dire... tragica o anche solo teatrale. La gran parte degli addii non saranno mai pronunciati, molti rapporti si affievoliranno da sé, nel progressivo intercorso della vita; altri addii potrebbero riguardare rapporti recisi in modo così veloce (morte accidentale) che non avremmo mai potuto prevederli (e quindi farli in modo diretto, anticipato); altri ancora saranno solo cerimoniali, perché il rapporto non è mai andato oltre la conoscenza, in fondo in fondo. I ''veri'' addii penso siano quelli destinati ai propri cari/amici in fin di vita, o ai propri animali domestici. Essi, certamente importanti dal pdv qualitativo, sono tuttavia poco numerosi nel totale dei rapporti iniziati e conclusi durante la nostra vita.

 

E' certamente vero, e qui passo al secondo punto, che i social network hanno in parte cambiato le dinamiche legata all'inizio e alla fine di un rapporto. In realtà, tutte le tecnologie lo hanno fatto: i trasporti sempre più veloci, i mezzi di comunicazione sempre più istantanei ed economici hanno permesso di continuare relazioni con persone che - in altre epoche - si sarebbero divise per sempre, o quasi. E puoi ben capire che il risvolto positivo della medaglia si vede proprio in ciò.

 

La questione però deve essere posta in modo più corretto: gli ''addii'', così come gli ''ciao'', hanno un valore ''sentito'' in due soli casi: 1. se il rapporto - già intimo - è vissuto dal vivo, 2. se il rapporto - vissuto come intimo per molto tempo - è arrivato ad un punto tale da sopravvivere anche attraverso i mezzi che riducono ''virtualmente'' le distanze e ricreano, pur sempre ''virtualmente'', la vicinanza. Infatti, anche nell'era dominata dalle telecomunicazioni e dall'informatica, sono le relazioni intime ''reali'', quelle faccia a faccia, della quotidianità (o vissute per anni in questo modo) ad essere per noi le sole fonti di gratificazione e di benessere (sociale, ma anche psico-fisico, come dimostrano molte ricerche sugli effetti benefici che sani rapporti amicali, passionali e familiari producono nel nostro corpo e nella nostra mente).

 

Solo nel contesto di tali rapporti più stretti, vissuti intensamente e intimamente nel reale, gli ''addii'' e gli ''ciao'' divengono parti fondamentali del nostro vivere, sia che questi ci portino piacere (gli ''ciao'') che dolore (gli ''addii'').

Edited by Layer

 

 

Certo, il pericolo di rendere perenni confronti fra vite c'è

 

Esatto.. e penso sia una cosa "soffocante"

 

 

 

perché mettendomi nei tuoi panni capisco il moto di fastidio alla "ma da dove riciccia questa?

 

Io quando mi "stacco" da qualcuno ci faccio un "lavoro" sopra.. però evidentemente non è così anche per gli altri.. cioè se mi ha scritto ieri significa che in questi anni comunque mi ha pensato.. buh..

 

 

 

inizio dicendo che gli esempi da te portati sono un po' improbabili

 

ahahahah sì era per scrivere delle cretinate per sdrammatizzare :D  

 

 

I social non ci permettono di andare avanti se si continua a considerare la vita e le frequentazioni passate come rilevanti.

intanto dipende molto da COME è capitato che ci si sia allontanati:

a parte i casi limite (vedi alla voce decessi o litigate feroci),

siccome non siamo immobili, è fisiologico che nella vita eternamente precaria che facciamo oggi si cambi tutto o quasi (casa, lavoro, città, in qualche caso continente),

e magari un saluto o un pensiero da qualcuno che, non sempre o non solo per sua scelta, è lontano può essere una piacevole carezza

Sinceramente non ho mai vissuto l'abbandono...

Ho iniziato a costruirmi la mia rete di amicizie nel web a partire dagli 11 anni, quando facevo la prima media. Ed il primo social network che frequentai era Y!Answers.

Nel tempo si sono formati anche dei bei rapporti, la maggior parte dei quali sono terminati e a distanza di tempo non so che traccia ho lasciato in alcuni utenti, probabilmente alcuni si saranno pure dimenticati di me, come ho dimenticato anch' io molti particolari e in parte nella mia mente ho rimosso anche tanti litigi ed eventi spiacevoli.

Sui social network come ''gayspace'' ho sempre avuto legami fluidi e instabili. Non sono sceso in profondità quasi con nessuno, eccetto che con una sola persona, con la quale continuo a essere in contatto e questo è un bene; perché ho sofferto molto per certi rifiuti, ed immagino che avrei sofferto ancora di più se avessi aperto tutto il mio cuore a certe persone.

Nella realtà l'unica amica che ho, che considero ''vera'', non l' ho ancora persa. Ci sentiamo ogni giorno per prepararci per la maturità; siamo cresciuti insieme in quanto vicini di casa e abbiamo passato insieme anche i migliori momenti della nostra infanzia. Mi dispiacerà lasciarla, ma è normale che, crescendo, si prendano strade diverse.

 

 

i discorsi da rimorchio

 

?che stai a di'?  

 

sei sicuro di aver risposto nel topic giusto?

 

 

 

Non sono sceso in profondità quasi con nessuno

 

boh grazie.. se non ti leghi mai a nessuno non hai mai nulla perdere..ma sei certo che sia la scelta giusta?  

Ilromantico

Certo che siete un po' troppo giovani per fare un discorso del genere, no? Non che queste dinamice non succedano già da adolescenti, ma credo che a quella età si viva con tanto cambiamenti ed entusiasmo da non aver nemmeno tempo di rifletterci su.

 

In ogni caso, gli addi o gli abbandoni hanno sempre un perché di fondo e sono anche causati dalla stanchezza verso certi atteggiamenti o dinamiche. Ho diversi amici che non sento da tempo senza un reale perché, ma in realtà il perché c'è. Vuoi perché con l'età si cambia, vuoi perché non hanno più nulla di utile o divertente da apportare, vuoi perché ti stanchi di certi atteggiamenti, ecc.

I social secondo me non fanno altro che aumentare le distanze con amici che non sentiamo da tempo. Vedere persone che pubblicano assolute cretinate e non hanno mai tempo di scriverti né di convidere qualcosa di meramente intelligente ti fa venire immediatamente voglia di eliminarli dalla lista.

Alcuni hanno riscritto di punto in bianco, ma ho risposto con molta distanza.

PUNTO 1 | Prima anche io trovavo problematico lasciarmi alle spalle le amicizie. Poi ho avuto brutte esperienze, ho conosciuto quelle persone a cui tieni senza che loro tengano a te, e ho imparato a non biasimarle. Insomma la mia vita si svolge attorno micizie) sempre con noi. Essendo la loro presenza costante non ne senti l'importanza. Esempio cretino, i tuoi genitori non li pensi mai, poi fai ai miei interessi e agli ostacoli che trovo, le amicizie vanno e vengono, meglio non premere troppo sull'importanza che una persona ha nella tua vita. Ogni tanto capita di trovare qualcuno con cui hai un forte legame, soprattutto un legame corrisposto. In fondo le amicizie vere sono poche, non vanno cercate, si trovano per caso.

 

PUNTO 2 | Facebook e simili ci danno l'impressione di avere le nostre conoscenze (non proprio amicizie) sempre con noi, essendo la loro presenza costante non ne senti l'importanza. Esempio cretino, ai tuoi genitori, quando sei a casa, non pensi mai; vai a vivere da fuori sede e inizi a sentirne la mancanza ( non è il mio caso xd, ma è quello di molti).

 

 

ai tuoi genitori, quando sei a casa, non pensi mai; vai a vivere da fuori sede e inizi a sentirne la mancanza ( non è il mio caso xd, ma è quello di molti).

grazie:

tutt'a un botto si ritrovano senza mammà che gli lava, stira, cucina e rassetta..

e certo che poi ne sentono la mancanza!!!

grazie:

tutt'a un botto si ritrovano senza mammà che gli lava, stira, cucina e rassetta..

e certo che poi ne sentono la mancanza!!!

 

Son cose importanti di cui non ti accorgi quando sei a casa xd, cmq non intendevo propriamente questo, era solo un esempio, non ti accorgi mai che tieni a quello che hai quando ce l'hai sempre davanti agli occhi.

intanto dipende molto da COME è capitato che ci si sia allontanati:

a parte i casi limite (vedi alla voce decessi o litigate feroci),

siccome non siamo immobili, è fisiologico che nella vita eternamente precaria che facciamo oggi si cambi tutto o quasi (casa, lavoro, città, in qualche caso continente),

e magari un saluto o un pensiero da qualcuno che, non sempre o non solo per sua scelta, è lontano può essere una piacevole carezza

Ma infatti l'ho scritto: l'importante non è esserci lasciati con rancore e un saluto può essere piacevole, io alla ragazza che ha scritto a Beppe avrei risposto tranquillamente (ma io so' solo io e non sono un beep).

Quando dico "dipende da quanta rilevanza si dia alle frequentazioni passate" mi riferisco a quei confronti che i social portano inevitabilmente a fare: se si dà importanza a qualunque cavolata dell'amico dell'amico o degli ex amici soffrendone per il confronto o sentendosi soffocato da ciò... non si può che ridimensionare forzatamente, uscire dal social o cancellare la persona.  

SerialHenry

L’ho provato anche io recentemente.

 

Ho vissuto la fine dell’amicizia con una mia amica cantante e la sua band per la quale ho ballato per un anno. Ho avuto occasione per divertirmi, fare esperienza e girare l'Italia. Poi purtroppo, ormai un paio di anni fa, un po’ delusa dal lavoro, ha deciso di smantellare tutto il progetto. Non ci siamo più visti per questi due anni e ci siamo sentiti appena. L’anno scorso ho scoperto che l’attività della band è ricominciata.

 

Vedere le foto e le notizie su Facebook era difficile perché mi mancava molto. Mesi fa, per il suo compleanno, le ho scritto dicendole che mi dispiaceva di non esserci più sentiti e non aver più collaborato e che speravo fosse per il semplice avvicinarsi ed allontanarsi della vita e non per altri problemi e le auguravo il meglio per la sua attività. Lei ha visualizzato ma non ha mai risposto.

 

Proprio questa mattina ho visto il video di una suo recente concerto e ancora provo malinconia nel vederlo... eppure non sento di eliminarla dai miei contatti.

Grazie degli interventi.. però la discussione non ha preso la piega che avrei voluto prendesse.. speravo nel soccorso di @sampei o di @hinzelmann.. 

 

Provo a rimpolpare il mio pensiero originario:

 

la mia sensazione è che i social ma anche whatsapp e simili.. ci facciano vivere su un piano temporale astratto e non consequenziale.. come se vivessimo in un presente fluido.. e non ci fossero mai delle cesure, degli "stacchi" tra momenti differenti della nostra vita.. e non parlo necessariamente di eventi traumatici o sgradevoli o rancorosi. 

 

Cioè per dirvi... io ho ancora gruppi attivi di whatsapp di gente con cui ho fatto attività estive tipo tre anni fa.. e non abbiamo nessun legame reale..non siamo amici.. non mi "fido" di loro.. però almeno un paio di messaggi a settimana ce li si manda..su cazzate, meme da facebook ecc..

 

e va bene.. per carità... 

 

però boh mi sfugge il senso.. la logica che c'è dietro al "tenersi in contatto" quasi quotidiano con TUTTI, se poi dietro questo contatto non c'è nulla..

 

Io penso in parte di essere fortunato perché se mi fermo a fare questo tipo di riflessioni è perché io sento di esserne un po' "fuori".. ossia ho una cerchia di amici molto stretti di cui mi fido ciecamente..e quindi boh in realtà per ora sono contento così.. tutte le persone nuove che sto incontrando qua a Cape Town le vivo piuttosto "senza impegni".. cosa a cui non ero abituato fino a qualche tempo fa'.. però noto il "contrasto" tra le due attitudini.. 

 

Tornando alla mia amica però... (alla fine le ho risposto.. ahahahah mi sentivo troppo in colpa a visualizzare e nn rispondere).. io in questi cinque anni potrei averne passate di tutti i colori (per quanto lei ne sa) e lei però non c'era.. non li ha vissuti con me.. quindi ora che senso ha spuntare fuori dal nulla..chiedendomi come sto ecc.. come se nulla fosse?

 

Perché ha visto che sn in SA e vuole farsi le vacanze "cool"?  

 

col cazzo.. le vacanze se le fa a spotorno

 

ahahaha 

 

scherzo

Edited by Beppe_89

Eh ma anch'io non sento più molti amici, semplicemente perché sono passati molti anni e i passatempi che avevamo in comune sono cambiati, le occasioni di vederci si sono ridotte, mettici il lavoro, i figli (loro) il passaggio dall'età del cazzeggio all'età delle responsabilità ecc.

Ogni tanto capita di scambiarci messaggi di auguri tramite i social, ovvio che dopo anni non si fanno domande secche su quesiti vari, ma si chiede come stai, cos'hai fatto ecc.  

 

La mia impressione è che facebook et similia,, in un certo senso ci impediscano di "andare avanti"... è come se fossimo costretti a vivere in un eterno presente senza un ieri e senza un domani... e in questo presente perdono di significato gli "addii", e di conseguenza anche i "ciao".. 

 

  

No, non sei costretto, per me FB ha la stessa valenza di un contatto reale, e semplicemente mi regolo di conseguenza togliendo dalle amicizie le persone divenute fantasma, perché leggersi gli stati a vicenda ed ignorarsi all'unisono è una duplice presa in giro, non concedo neanche l'amicizia ai vecchi compagni di scuola perché non li sopporto e non vedo un motivo valido per farli stare tra la lista dei miei amici.

Icoldibarin

Discorso molto interessante,

Alla fine delle superiori pensavo che certe persone fossero destinate a viaggiare sempre con noi. Ma non è così, i fili della vita si aggomitolano e si finisce per non vedersi più.

Noto però di avere con piacere degli appaganti legami stabili, che il mare quotidiano non è riuscito a strappare.

Ci sono poi alcuni amici con cui non mi frequento spesso, per non dire che ci vede occasionalmente, ma sempre con gran piacere. E anche se costato che dal tempo in cui ci si frequentava stabilmente si è davvero assai diversi, si è anche davvero ancora molto affini.

Ci sono poi le persone con cui il rapporto proseguiva un po' per consuetudine e un po' per obbligo, per esempio se si frequentavano gli stessi posti. In genere sono persone che tendo a fingere di non riconoscere se le incontro in giro per evitare un imbarazzante ed ipocrita "ciao, come stai? Quanto tempo! Etc.".

Delle reti sociali telematiche non mi sono mai curato in termini di "stabilità"; so che il termine amico assume tutt'altro aspetto rispetto al mio. Ho fra contatti persone che non ho mai visto e probabilmente mai vedrò, non ho persone che ritengo anche molto importanti. Va bene così.

 

Siamo soggetti limitati, non abbiamo la capacità di mantenere e rinsaldare i legami con tutte le persone a cui abbiamo voluto bene e dobbiamo farcene una ragione, però c'è un ristrettissimo gruppo di persone che sono molto convinto rimarranno con noi tutta la vita. Ed io lo trovo bellissimo.

 

 

Alla fine delle superiori pensavo che certe persone fossero destinate a viaggiare sempre con noi. Ma non è così, i fili della vita si aggomitolano e si finisce per non vedersi più.

vabbè, ma qsa del genere lo diceva Venditti *soltanto* 40 anni fa,

vedi

https://youtu.be/zuQI_ury8pg

o

https://youtu.be/C9E5my_x-JI

Beh non so...io sono troppo vecchio, perchè non sono cresciuto con queste robe

quindi non so valutare come possa trasformarsi l'uso dei social attraverso varie fasi

della vita ( né saprei dire se sia opportuno procedere a delle cesure con interruzioni

dei contatti per fasi della vita e come )

 

Certo io posso - suppongo - usare i social per esercitare una blanda funzione

di sorveglianza sociale ( vedo che Beppe89 è in Sudafrica, vedo relativamente

poco nella realtà...ma l'effetto su di me è potenziato dal fatto che questa sensazione

si moltiplica potenzialmente per tutte le mie vecchie conoscenze di vario grado etc )

 

Al contempo mantengo una sorta di "capitale sociale" anche se è improbabile che in

effetti @Beppe89 mi inviti a casa sua per le vacanze....solo perchè siamo in contatto

non essendo amici veri ( anche in questo caso è più una sensazione che una realtà,

anche se alcune informazioni utili sul Sudafrica le potrei ottenere etc )

  • 1 month later...

Hola a todos!

 

Come sapete i miei interventi nascono sempre da episodi di vita vissuta che fanno nascere in me delle atroci perplessità... sono delle epifanie che svegliano la mia coscienza a volte sopita..

 

Cercherò di andare con ordine e scrivere con calma...così poi non mi dite "non ho capito niente"...

 

Dunque, l'episodio è il seguente:

 

Tipo venti minuti fa mi si apre sul telefono una chat di messenger.. con un messaggio da parte di una mia ex compagna di liceo, che non vedo e non sento da circa 5 anni (avevamo continuato a frequentarci durante i primi anni di uni)... con su scritto:

 

ehi beppo! scusa ma.. come si calcola il punteggio di maturità? (solo questo, giuro... null'altro)

 

Ora... non per essere acidi.. ma... what the fuck ?

 

Io ovviamente non ho risposto e non ho intenzione di rispondere...

 

però questo mi ha fatto riflettere su due temi che vorrei approfondire; il primo riguarda "gli abbandoni", ossia i distacchi che nella vita siamo costretti ad affrontare ciclicamente, e il secondo invece su come i social networks abbiano in parte cambiato le regole, e influiscano sul modo in cui diciamo "addio" o "arrivederci" alle persone.

 

Punto 1)

 

Io ho sempre vissuto con molto malessere gli "abbandoni".. sono sempre stato incapace di staccarmi per primo da una persona, di voltare pagina..per me ogni rapporto dovrebbe durare per l'eternità...ma so che non è possibile..e ho imparato a farci i conti..anche se non l'ho mai trovato facile..

 

voi come vi relazionate con la faccenda? come fate a salutare un amico che sta per imbarcarsi su un volo che sapete non arriverà mai a destinazione? come fate a lasciare andare le mani di Jack sapendo che sprofonderà nelle gelide acque dell'atlantico settentrionale??

 

come fate??

 

Punto 2)

 

La mia impressione è che facebook et similia,, in un certo senso ci impediscano di "andare avanti"... è come se fossimo costretti a vivere in un eterno presente senza un ieri e senza un domani... e in questo presente perdono di significato gli "addii", e di conseguenza anche i "ciao"..

 

Non lo so... per ora queste solo le cose che sento il bisogno di dire a caldo... lascio la parola a voi.. sicuramente riuscirete a fornire nuovi spunti per ampliare il tema...

E' un argomento veramente molto interessante e richiederebbe tanto tempo da dedicare.

Anche io la penso come te, praticamente su tutto. Ma aihme' il mondo e' cambiato e anche le dinamiche sociali.

Io ho rotto con la mia vecchia compagnia (e l'ho deciso anche se ero triste per cio') perche' notavo che alla fine di me loro non gliene fregava niente.

Io mi davo da fare per essere amico in tutto e loro..sfruttavano.

Sfruttavano nei fate i conti per le feste, per la macchina e altre cose.

Poi? Hai piu' sentito nessuno? Nessuno si e' fatto sentire ( a parte 3 amici di cui 2 donne)

Ci sono stato molto male ma cio' mi ja fatto crescere e imparare anche a incassare questi colpi.

Ora sono (anche se in parte lo ero gia')

molto selettivo.

Pochi ma buoni...tanti conoscenti ok

ma l'amicizia la intendo alla vecchia maniera e con un valore molto grande.

L'importante e' rimanere fedeli a se stessi :)

E la vita aprira' altre porte e portoni se lo si vorra' :)

Ho imparato questo

 

Inviato dal mio GT-I9505 utilizzando Tapatalk

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