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Brexit: risultati e conseguenze


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Pare ne abbia mandata una con richiesta di rinvio ma non firmata e altre due in cui argomenta la sua contrarietà al rinvio.

Io spero solo si concluda tutto al più presto e con il Regno Unito che rimane a far parte dell'Ue (elezioni generali, secondo referendum sul merito di un accordo specifico.. della serie .. "se usciamo, usciamo a queste condizioni che ci sono state concesse, vi va bene lo stesso o no?")

Se il Regno Unito non riuscisse nell'impresa di uscire dall'Ue almeno passerebbe anche la voglia a tutti gli altri cogl... ehm movimenti politici di cominciare iniziative simili negli altri Paesi membri.. e non ci verrà più stressata l'esistenza. 

 

Edited by Beppe_89
25 minutes ago, Beppe_89 said:

Se il Regno Unito non riuscisse nell'impresa di uscire dall'Ue almeno passerebbe anche la voglia a tutti gli altri cogl... ehm movimenti politici di cominciare iniziative simili negli altri Paesi membri.. e non ci verrà più stressata l'esistenza. 

 

Non credo: in rete i sovranisti già stanno inveendo contro "i poteri forti che stanno ostacolando la Brexit".

ma chi la sta ad ostacolare???????

sono letteralmente ridicoli!

la Ue fa accordi coi loro governi e il loro parlamento li boccia!

SE NE VADANO SENZA ACCORDO! che poi mi sembra la cosa migliore a prescindere: che senso ha una uscita mascherata e conservando molti dei rapporti - economici e non solo - che avevano????  Anche il problema del Nord Irlanda non è un nostro problema! Né quello scozzese!

  • 1 month later...

Se sei un cittadino europeo e vorrai andare a Londra ti servirà il passaporto e un visto elettronico. E il visto andrà richiesto almeno tre giorni prima della partenza, sul modello dell’Esta americano. Tutto questo sarà obbligatorio dopo che sarà realizzata definitivamente la Brexit. Il piano sarà annunciato oggi da Boris Johnson.

In base a queste nuove regole, non si potrà viaggiare con la Carta di identità.

Le autorità britanniche potranno negare l’ingresso a chi ha precedenti penali e tutti gli arrivi e le partenze dei turisti saranno conteggiati: si tratta di un modo per evitare che i visitatori si fermino oltre i tre mesi consentiti (chi vuole restare più a lungo avrà bisogno di un visto di lavoro).

Questo piano, voluto dal premier Johnson, prenderà forma solo se i Conservatori vinceranno alle elezioni del 12 dicembre e la Brexit si concluderà come previsto il 31 gennaio 2020.

“Quando le persone si sono espresse per il Sì nel 2016, hanno votato per chiedere il controllo dei nostri confini. Dopo la Brexit introdurremo un sistema di immigrazione basato su punti in stile australiano e prenderemo provvedimenti per rafforzare i nostri confini e migliorare la sicurezza del Regno Unito”, ha detto la ministra dell’Interno Priti Patel, che ha criticato le carte d’identità italiane e greche, perché sarebbero facili da contraffare.

https://www.tpi.it/esteri/brexit-regno-unito-passaporto-e-visto-elettronico-20191202508244/

  • 2 weeks later...

Boris Johnson trionfa alle elezioni, ora porterà il paese spedito verso la Brexit. Sfonda nel Nord e nelle Midlands, zone operaie tradizionalmente laburiste ma pro-Brexit

Corbyn porta il Labour al peggior risultato dal 1935 e lascia la guida del partito. La sua ambiguità sulla Brexit che era il tema principale delle elezioni non ha pagato, così come non hanno pagato molte sue posizioni poco digeribili dall'elettorato moderato

Sturgeon riporta il suo partito quasi ai fasti del 2015 e la Brexit sicuramente riaprirà il dibattito su un nuovo referendum per l'indipendenza scozzese

Edited by Uncanny
1 hour ago, Uncanny said:

Corbyn porta il Labour al peggior risultato dal 1935

Dove l'hai letta questa fake news? Nel 1935 il partito laburista prese 7,984,988 e 154 seggi.

Nel 2019 gestione Corbin 10,292,354 voti - 203 seggi

Nel 2017 gestione Corbin 12,878,460 voti - 262 seggi

Nel 2015 gestione Milliband 9,347,273 voti - 232 seggi

Nel 2010 gestione Gordon Brown 8,609,527 voti - 258 seggi

Certo in termini di seggi, rispetto alle ultime elezioni, ha perso, ma questo dipende dal sistema elettorale. In termini di voti il Partito Laburista sotto la guida di Corbin con un programma radicalmente di sinistra ha recuperato voti rispetto alle ultime gestioni. Considerando il fango gettato su Corbin e su tutto ciò che sa di sinistra dai media liberali per me è un buon risultato. Sicuramente ha pesato il tema della brexit.

20 minutes ago, Gondo said:

Dove l'hai letta questa fake news? Nel 1935 il partito laburista prese 7,984,988 e 154 seggi.

Peggior risultato dal 1935 in termini di seggi

Comunque certamente l'ambiguità sulla Brexit è la principale causa della sconfitta, ma anche certe posizioni considerate troppo di sinistra hanno contribuito ad alienare una parte di elettorato moderato che si è rivolto ai Liberal Democrats che infatti hanno avuto un +4% nei consensi

Diciamo che, ma questo è un mio giudizio personale, ci sono alternative più ragionevoli rispetto sia al blairismo sia al corbynismo. Ad esempio le politiche sociali ed economiche del SNP guidato da Sturgeon, che di certo non si può non definire di sinistra

Edited by Uncanny

In tempi non sospetti avevo scritto che il Parlamento inglese non poteva continuarsi ad opporsi a qualunque soluzione, senza proporne una propria

Gran parte della responsabilità indubbiamente va ricercata nel partito laburista, ma i liberaldemocratici prendono un seggio in meno ed è difficile pensare che la risposta politica al problema potesse essere trovata su quella sponda ( 3.367.000 voti presi alle Europee e 3.675.342 alle politiche con una maggiore partecipazione e con calo dal 19% all'11% )

Certamente il ruolo di testimonianza di partito europeista gli ha consentito di tenere i voti presi alle Europee, ma non è un grande successo per un partito che ai suoi fasti veleggia fra i 5 ed i 6 milioni di bacino elettorale Questo significa che per un elettore liberale attuale, ce n'è un altro -che li ha votati in passato - che è rimasto saldamente in campo conservatore nonostante la leadership "hard" di Boris.

 

 

 

Un risultato storico comunque è che per la prima volta nell'Irlanda del Nord i nazionalisti cattolici hanno ottenuto più seggi degli unionisti protestanti

Sinn Féin e SDLP hanno ottenuto 9 seggi contro gli 8 del DUP

Se si considerano le percentuali di voto però i nazionalisti sono al 39% contro il 43% degli unionisti. 

Visualizza l'immagine su Twitter

Edited by Uncanny

Beh anche la vittoria dei conservatori è storica, solo che mi pare ampiamente prevedibile

Laburisti-Liberaldemocratici-SNP e Verdi hanno avuto 3 anni di tempo per trovare un accordo sulla Brexit o -in alternativa- una piattaforma politica comune con cui presentarsi al voto. Non hanno fatto nessuna delle due cose bocciando tutti gli accordi portati in Parlamento e marciando rigorosamente divisi, al contrario dei Leaver che han quantomeno fatto accordi di desistenza ( eh no, non può bastare l'iniziativa di Hugh Grant a colmare il vuoto di iniziativa politica dei partiti ) per cui l'opinione pubblica snervata ha finito per votare l'unica opzione possibile.

A livello istintivo posso comprendere che Irlandesi e Scozzesi ragionino in un'ottica di interesse nazionale preminente, a cui non possono rinunciare ; per cui fra i perdenti sono forse i partiti meno responsabili. Verdi Liberaldemocratici e Laburisti, li vedrei pur con diverso peso e sfumature tutti e tre corresponsabili.

Comprendo che si senta l'esigenza di rispondere all'inesauribile livore di Renzi, che si è manifestato anche in questa occasione, ma anche no

Semmai si può criticare Corbyn e con lui l'internazionale socialista intera per non aver cercato di proporre tassazioni europee contro le multinazionali, che scappano a destra e manca deterritorializzando i profitti, o delocalizzando per sfruttare il differenziale di costo del lavoro

Insomma alternative che l'Europa potrebbe offrire all'imprecazione contro la concorrenza dell'elettricista slovacco

Non è una questione di "moderatismo" vs "radicalismo" ( ammesso e non concesso che difendere la sanità pubblica sia diventata una cosa così radicale ) è l'assenza di politiche europee che facciano pensare a quegli elettori che la dimensione europea possa risolvere dei problemi piuttosto che crearli

 

2 hours ago, Hinzelmann said:

Non è una questione di "moderatismo" vs "radicalismo" ( ammesso e non concesso che difendere la sanità pubblica sia diventata una cosa così radicale ) è l'assenza di politiche europee che facciano pensare a quegli elettori che la dimensione europea possa risolvere dei problemi piuttosto che crearli

oppure è la dimostrazione pratica di quale sia la potenza -anche- mediatica di ste multinazionali, che san fare lobby come pochi (beh, è pure facile farlo per sti giganti):

c'hai fatto caso che appena si comincia a sussurrare di web tax o simili (per esempio) il Fuffington Post comincia a sbraitare contro i luddisti che voglion tarpare le ali alla modernità?

casualità o markette verso chi gli compra millantamila banner (o paginate sui cartacei) al mese?

3 hours ago, freedog said:

comincia a sussurrare di web tax o simili (per esempio) il Fuffington Post comincia a sbraitare contro i luddisti che voglion tarpare le ali alla modernità?

casualità o markette verso chi gli compra millantamila banner (o paginate sui cartacei) al mese?

Di buono il fuffington ha che il sito, al contrario di rep e corriere, non mi fa inchiodare il pc con millemila pubblicità.

Senza contare gli aggiornamenti...e il fatto che non ci sono video su gattini, pappagallini e altre cose un po' misere

Sarà un giornale di un certo tipo ma preferisco un suo qualsiasi articolo a quello di un verderami, cazzullo etc, che non sono meno particolari

13 hours ago, freedog said:

c'hai fatto caso che appena si comincia a sussurrare di web tax o simili (per esempio) il Fuffington Post comincia a sbraitare contro i luddisti che voglion tarpare le ali alla modernità?

casualità o markette verso chi gli compra millantamila banner (o paginate sui cartacei) al mese?

Il Fuffingotn post, scriva pure ciò che aggrada ai suoi inserzionisti

Il fatto che i luddisti abbiano avuto torto o che Marx abbia avuto torto nel preconizzare la fine del capitalismo, non significa che trasformazioni così rapide non pongano dei problemi di sostenibilità ambientale e sociale nel medio periodo, per dire questo basta essere socialdemocratici o riformisti.

Pena il fatto che poi la gente ti vota Boris e Brexit.

 

 

 

  • 1 month later...

Da stasera il Regno Unito non farà più formalmente parte dell'Unione europea, inizierà quindi un periodo di transizione politico-economica per ritrattare molti temi per il paese d'Oltremanica con i rispettivi Paesi UE.

La Brexit ha dato nuova linfa alle richieste della Scozia, con Nicola Sturgeon che ha domandato a gran voce l’indizione di un secondo referendum sull’indipendenza. Allo stesso tempo, il Governo spagnolo ha richiesto il controllo congiunto di Gibilterra, mentre Sinn Fein ha ipotizzato l’unione della Repubblica d'Irlanda e Irlanda del Nord.

I partiti di estrema destra, soprattutto in Europa occidentale, hanno preso vigore grazie al significato stesso di Brexit.

In un primo momento la Brexit ha reso i mercati finanziari più sensibili alle vulnerabilità della zona euro. La sterlina è scesa sui minimi di 30 anni e le borse mondiali hanno bruciato 2.000 miliardi in un solo giorno. Gli investitori si chiedono se, alla luce dello shock Brexit, i governi della zona euro avranno la volontà e la capacità di rafforzare il sistema dell’Unione monetaria. La Bank of England ha iniziato a tagliare i tassi di interesse e ha preso altre misure di emergenza per aiutare a fermare la corsa dell’economia inglese verso la recessione.

Nel Regno Unito si trovano oggi tantissime persone provenienti da altri Paesi UE ed extra UE. Ai cittadini che vivono in Gran Bretagna da almeno 5 anni sarà concessa l’opportunità di richiedere (entro e non oltre dicembre 2020) un permesso di soggiorno permanente. A coloro che risiedono nel Paese da meno di 5 anni invece toccherà richiedere un permesso temporaneo che avrà validità soltanto quinquennale. I cittadini europei che non si metteranno in regola rischieranno di essere buttati fuori dal Regno Unito, stando a quanto emerso dalla linea dura di Johnson.

Dal 1° gennaio 2021 scatteranno regole ancor più rigide. Entro tre giorni dall’arrivo, i turisti dovranno ottenere un visto elettronico che avrà una durata massima di tre mesi.

Per chi vorrà rimanere di più sarà necessaria la richiesta di permesso lavorativo. Per viaggiare (anche solo per svago) sarà indispensabile il passaporto biometrico mentre la carta d’identità non verrà più accettata.

Tra le conseguenze della Brexit come non annoverare quelle riguardanti la libera circolazione, alla quale verrà posto un enorme freno tramite l’uniformazione delle regole sull’immigrazione. Chi vorrà trasferirsi nel Regno Unito sarà ammesso soltanto dopo aver dimostrato di aver già ottenuto un lavoro. Ogni cittadino europeo dovrà comunque versare una quota di 625 sterline al servizio sanitario nazionale.

Dopo oltre tre anni di tentativi falliti, il Regno Unito è ufficialmente uscito dall’Unione europea ed entrato in un periodo transitorio che terminerà il 31 dicembre di quest’anno. Le ripercussioni sull’Unione sono molteplici, e tra queste vi è anche una discussione di carattere linguistico. Da diverse parti infatti si sono levate voci che sostengono che l’inglese, dal 1° febbraio, non sia più una lingua ufficiale dell’Ue. Questo perché vi era stato inserito nel 1973, scelto dalla Gran Bretagna quale propria lingua ufficiale, e che gli altri due Paesi anglofoni oggi nell’Unione (Malta e Irlanda) abbiano scelto come propri idiomi rispettivamente il gaelico irlandese e il maltese. Di conseguenza, uscito il Regno Unito, uscito anche l’inglese?

Giusto? No, perché in realtà il regime linguistico viene regolato dal Consiglio europeo, come stabilito dall’articolo 342 del Trattato sul funzionamento dell’Unione europea. Il Consiglio ha deliberato in passato per aggiungere nuove lingue in occasione dell’allargamento, ma per rimuoverne una occorre un voto unanime. Cioè significa che i 27 Paesi dell’Unione – compresi Malta e Irlanda – dovrebbero unanimemente votare per rimuovere l’inglese dall’elenco delle lingue ufficiali.

Questo evidentemente non accadrà, e del resto sarebbe una decisione contraria alla realtà delle cose e al buon senso. Per motivi storici, politici, economici, l’inglese è dagli anni ’90 la lingua più studiata in tutti i Paesi europei ed è oggi quella più usata come veicolare tra europei di madrelingue diverse. E questo vale anche all’interno delle stesse istituzioni europee.

Anzi, l’uscita dei britannici potrebbe rafforzare un ruolo “neutrale” dell’inglese, facendolo percepire ancora di più come una lingua veicolare comune.

Diversi politici francesi e belgi stanno spingendo per un maggiore uso del francese (lingua madre del 12% dei cittadini Ue) nelle istituzioni, e cercheranno forse un appoggio dei tedeschi (16%). Anche l’Italia ha manifestato di voler rendere l’italiano (seconda lingua madre dell’Unione col 13%) lingua di lavoro dell’Ue.

La Brexit può essere occasione per ribadire il plurilinguismo europeo e le politiche di studio e intercomprensione tra lingue affini, ma speriamo non si trasformi in una insensata lotta di successione all’ultimo sangue.

“Questo referendum ha legittimato il razzismo latente di una parte della popolazione. Ha detto ‘è okay essere razzisti e mostrare il proprio scorretto senso di superiorità da post-impero’. Questo referendum ha fatto uscire i demoni più nascosti di una parte della popolazione, gli stessi che escono violentemente in altre manifestazioni nazionalistiche. Devo dire che la cosa non mi sorprende tanto”. A parlare è Leonardo Rizzi, scrittore, traduttore e docente, che lavora a cavallo tra l’Italia, dove è nato, e Londra, dove vive da 8 anni. A pochi giorni dal voto sulla Brexit, sono già stati segnalati centinaia di episodi di razzismo. “Molti di questi casi sono avvenuti non a Londra, ma nel resto dell’Inghilterra e non in Scozia, nell’Irlanda del Nord (che hanno votato per restare nell’Ue, ndr) – precisa Rizzi – Sono casi isolati, ma spaventosi perché segnalano un grande smottamento culturale. Sono convinto che non porteranno alla violenza ma frattureranno ancora di più la società. Per noi europei la questione è diversa: avremo ancora voglia di restare qui con una cultura tanto cambiata?”. 

E riporta un esempio di cosa può significare essere uno straniero oggi in Gran Bretagna: “L’altra sera ero in stazione e ho chiesto un’informazione a un dipendente delle ferrovie – racconta – Devo aver parlato in maniera incomprensibile perché lui mi ha risposto con una rabbia fuori luogo. Gli ho chiesto perché, lui ha detto di non essere arrabbiato con me e che mi sbagliavo. Alla fine ha sorriso e la cosa si è risolta”. Una delle tante esperienze di alienazione urbana? “All’inizio ne ero convinto, poi durante il viaggio ha iniziato a frullarmi in testa un altro pensiero: che mi avesse aggredito perché non ero inglese, per il mio essere straniero – spiega Rizzi – Ora è assolutamente possibile che quel tipo avesse i suoi problemi, magari in un altro momento non avrei fatto caso a quello che aveva detto, ma in questi giorni difficili noi stranieri siamo diventati più sensibili sulla questione”.

Il giorno del referendum Rizzi si è trasferito con la sua compagna nella nuova casa appena acquistata, “pronti a un nuovo inizio”, racconta. “Ci siamo svegliati la mattina dopo, in quella casa mezza finita e piena di aspettative, e abbiamo letto su Internet quello che era successo – continua – La sensazione è stata quella di un pugno nello stomaco, di quelli che lasciano senza fiato. Il terreno che vola via, la nostra nuova casetta che ci viene sfilata da sotto i piedi. Anche se i nostri diritti non verranno lesi, le paure più nere, quelle nascoste nel profondo, sono uscite in un attimo. Ed è stato faticoso mandarle via”. Pochi giorni dopo il voto, ha partecipato a una festa con amici inglesi: “Mi immaginavo già marginalizzato, poco interessato a parlare con loro, per quanto sappia che sono europeisti convinti ed è stato sorprendente ritrovarci con le stesse paure e angosce, il loro senso di futuro sottratto, specie tra i più giovani – racconta – Ognuno poi ha le sue teorie e scommette in maniera diversa sul futuro, ma ognuno sente di aver perso qualcosa. C’erano rabbia e frustrazione, lacrime. E qualcuno scherzava sull’ultima volta che avremmo potuto mangiare Camembert in queste regioni. C’era chi era arrabbiato contro ‘gli ignoranti’ e chi aveva capito che i Brexiter, con "la provincia del Middle England che ha votato per lasciare l’Ue e che hanno una visione totalmente strampalata della Gran Bretagna postcoloniale, sono i più spaventati di tutti anche se si sentono di nuovo leoni, liberi di scegliere il loro destino ovunque li porti”. 

Residente e iscritto all’Aire (Anagrafe italiani residenti all’estero, ndr), Rizzi si sente londinese, “se consideriamo Londra come il cuore culturale dell’Europa e non la capitale della Gran Bretagna”, ammette. E ha votato per le elezioni locali e cittadine, come quelle per il sindaco di Londra, ma non per le questioni nazionali, come il referendum sulla Brexit. “Da un certo punto di vista, trovo che sia giusto – dice – L’errore è stato un altro: considerarsi europei nella grande bolla che è Londra, una città europeista con una vocazione internazionale, la capitale del sogno europeo, e ora sentire la diversità di un Paese tanto complesso, diverso dal nostro”. E sul voto: “Gli elettori del Leave hanno le loro ragioni in questo colossale voto di protesta, protesta non contro l’Europa ma piuttosto contro 40 anni di incertezze, di deindustrializzazione, che hanno impoverito certe regioni per arricchire Londra – spiega – Come dicono i nostri amici delle province più povere, appartenenti alle working class, ci sono zone in Inghilterra che offrono solo ‘l’indennità di disoccupazione e l’eroina’ e che vivono con rabbia e frustrazione la visione di questo mondo apparentemente felice, ricco e spensierato. I media più popolari hanno incoraggiato questa visione e hanno indirizzato tutte le colpe verso gli ‘eurocrati non eletti della Ue’, il grande capro espiatorio di una politica difficile”.

E la destra ha cavalcato il sentimento antieuropeista per motivi elettorali. “Lo stesso Jeremy Corbin non era convinto di quello che faceva e David Cameron invece di elogiare ciò che di buono stava facendo l’Ue, pur con tutti i suoi problemi, e promettere di cambiarla dall’interno, ha fatto una campagna basata sulla paura di ciò che si sarebbe perso perdendo l’Europa – spiega – Ma se vuoi proiettare la paura che tutto cambi, devi assicurarti che agli elettori lo status quo vada bene, altrimenti voteranno per cambiarlo. Cameron non ha mai avuto contatti con il Paese reale, da bravo londinese ha dimenticato la Cornovaglia, il Derbyshire e Hull e Durham, e i sostenitori del Leave sono stati bravissimi a dire che la fazione del Remain sapeva solo disseminare paura e non dava speranza”.  

E ora? “C’è chi dice che non cambierà nulla anche perché il cambiamento è nell’interesse di pochissime persone, si cercherà un modo per salvare la faccia e anche l’economia europea e mondiale, riparando a un errore colossale – conclude Rizzi – Certo è che il tradimento lo abbiamo sentito tutti e non è facile da perdonare”.

https://www.redattoresociale.it/article/notiziario/brexit_un_italiano_a_londra_episodi_di_razzismo_isolati_ma_spaventosi_

davydenkovic90
On 1/31/2020 at 7:16 PM, Serpente said:

Per chi vorrà rimanere di più sarà necessaria la richiesta di permesso lavorativo. Per viaggiare (anche solo per svago) sarà indispensabile il passaporto biometrico mentre la carta d’identità non verrà più accettata.

Sono stato in UK a fine Novembre e, all'arrivo, con la sola carta d'identità, mi hanno fatto un interrogatorio che non finiva più. 

Anche al rientro in Italia mi hanno controllato bene il documento (ovviamente senza domande)

cosa che mi sembra non sia mai successa quando ho viaggiato altre volte all'interno dell'UE. 

Edited by davydenkovic90
Mercante di Luce
On 2/4/2020 at 4:24 AM, davydenkovic90 said:

Sono stato in UK a fine Novembre e, all'arrivo, con la sola carta d'identità, mi hanno fatto un interrogatorio che non finiva più. 

Anche al rientro in Italia mi hanno controllato bene il documento (ovviamente senza domande)

cosa che mi sembra non sia mai successa quando ho viaggiato altre volte all'interno dell'UE. 

All'interno dell'UE a me hanno fatto le pulci partendo dalla Francia per l'Inghilterra, mentre in UK sono sempre stati molto rompiscatole con la carta d'identità italiana. Una volta mi azzardai a chiedere il motivo ad un ufficiale del controllo e mi disse che è perché sono facilmente falsificabili.

Fatto il passaporto non ho più avuto problemi, niente code al controllo e passi senza rotture dai varchi elettronici.

 

  • 3 years later...

A quanto pare ora la maggioranza dei britannici sarebbe favorevole a rientrare nella UE, perché la Brexit è stata un totale fallimento, li ha soltanto impoveriti e gli immigrati UE sono stati sostituiti solo da più immigrati del Terzo mondo, lo ha detto anche Farage, la mente del Leave. I Laburisti però confermano che non chiederanno di rientrare in UE se vinceranno le prossime elezioni.

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