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Il futuro della democrazia


Sbuffo

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Volevo proporvi un tema di riflessione.

 

Le forme di stato e di governo evolvono, c'è sempre un prima e c'è sempre un dopo, una continua evoluzione.

 

Se ci guardiamo indietro vediamo monarchie assolute, poi evolute in monarchie costituzionali e poi in monarchie parlamentari, il suffragio si è allargato fino a diventare universale.

 

Una frase attribuita a Churchill diceva che "La democrazia è la peggiore di tutte le forme di governo eccezion fatta per tutte quelle forme che si sono sperimentate fino ad ora".

 

Mi domandavo quindi, quale sarà il passaggio successivo? si evolveranno ancora le nostre democrazie? e come? in quale direzione? 

Questo ovviamente al netto dei regressi storici che potrebbero sempre portare ad una involuzione.

 

Ad esempio anche da noi partiti come i 5Stelle parlano di un superamento della democrazia rappresentativa in favore di una democrazia diretta per mezzo di internet, in sostanza non più rappresentati delegati dai cittadini per prendere le decisioni in parlamento ma i cittadini che prendono le decisioni direttamente e i parlamentari trasformati in meri "megafoni", al di là del fatto che in quel movimento poi alla fine a decidere veramente non sia nè il popolo nè i delegati ma uno solo cioè Grillo (ma questo è un altro discorso), rimanendo sulla proposta io francamente sono riluttante di fronte ad una ipotesi del genere.

 

Oppure faccio un altro esempio, prendendo lo spunto da una proposta provocatoria comparsa in un articolo del Washington Post:

http://www.ilpost.it/2016/05/25/democrazia-voto-ignoranti/

In sostanza in questo articolo si ipotizza di limitare il diritto di voto escludendo le persone "ignoranti" con un esame di educazione civica da dover superare.

Una proposta certamente provocatoria su una materia molto delicata come la limitazione del diritto al voto e che si presta facilmente ad accuse di elitismo (come fa notare nell'articolo stesso), però fornisce uno spunto di riflessione interessante.

Sempre per citare Churchill in un'altra delle frasi a lui attribuite sosteneva che "L'argomento migliore contro la democrazia è una conversazione di soli cinque minuti con l'elettore medio".

 

Sono ipotesi sensate? vi convincono?

Edited by Sbuffo
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Be' quella cui si riferiva probabilmente Churchill, cioè quella inglese, in fondo non era e non è poi così democratica:
si direbbe più propriamente una mistura di democrazia, aristocrazia e monarchia.
D'altronde con Stati composti di milioni o addirittura miliardi di cittadini pensare che si possa avere una democrazia in senso stretto, cioè con la partecipazione diretta e costante di tutto il popolo al governo, come quella ateniese del V secolo che ne vorrebbe essere l'archetipo, è assurdo.
Del resto alla stessa democrazia ateniese non potevano partecipare sempre tutti e neppure la gran parte dei cittadini ateniesi o perché molti abitavano fuori di città o perché in altre faccende affaccendati.

Le pretese proposte di democrazia diretta dei Grilli fanno ridere, se non altro perché i cittadini che hanno accesso ad internet almeno in Italia sono una (piccola?) minoranza e quelli che lo usano per partecipare attivamente una minoranza (infima?) della minoranza, come s'è visto nell'occasione della scelta del candidato grillino all'ultima elezione del presidente della repubblica:
a fronte di milioni di elettori che avevano votato per Grillo e compagni, quelli che parteciparono alla scelta del candidato furono poche migliaia.

Comunque il problema vero della democrazia, anch'esso ben noto ab antiquo, è la facilità con cui pochi demagoghi riescono ad influenzare vaste masse di elettori con poche frasi costruite ad arte per sfruttare le paure e le speranze di molti, proponendo soluzioni semplici e facili che non esistono quasi mai, ma che quasi sempre aggravano le difficoltà cui vorrebbero porre rimedio.
Il caso recentissimo del referendum in Gran Bretagna per l'uscita dalla Ue è significativo e paradigmatico, anche perché si tratta della nazione che in Europa almeno dal XVII secolo è stata considerata in Europa come l'esempio della democrazia, sia pure temperata dal principio monarchico ed aristocratico, ma proprio per questo più solida e duratura:
i demagoghi si sono inventati un mostro da combattere ed hanno trascinato le moltitudini scontente in un'avventura che, seppure non sarà disastrosa, non risolverà nessuno dei problemi degli scontenti che hanno votato per l'uscita, ma anzi li aggraverà.

La soluzione dell'esclusione degli ignoranti dai diritti elettorali, suppongo sia attivi sia passivi, mi ricorda vagamente il governo dei filosofi, cioè dei sapinti, postulato da Platone:
astrattamente sembrerebbe un'ottima soluzione, ma.....

1) chi stabilisce che cosa sia ed in che materia specifica verta l'ignoranza escludente e quindi la conoscenza includente?
ignoranza in letteratura, in matematica, in ingegneria, in storia, in filosofia, in tutto, in poco?
ignorare che cosa sia una dipodia dattilica catalettica in dissillabo ha lo stesso peso dell'ignorare che il quadrato sull'ipotenusa di un triangolo rettangolo è uguale alla somma dei quadrati sui suoi cateti oppure ambedue le ignoranze sono escludenti oppure ancora sono irrilevanti?

2) ammesso che si possa stabilire un quid di conoscenze minime necessarie all'inclusione, siamo sicuri che chi abbia queste conoscenze sia immune dagli incantamenti demagogici che fanno leva su paure e speranze che sono comuni a dotti e ad ignoranti?:
non dimentichiamo che Hitler incantò un popolo tra i più istruiti d'Europa e lo condusse in un decennio ad una rovina che ebbe pochi precedenti nella storia per numero di morti, atrocità di stragi ed ampiezza di distruzioni !

Soluzioni?:
non ci sono soluzioni!
E' solo possibile tentare di contemperare i difetti di qualsiasi forma di governo evitando di mitizzarne una o l'altra ed avendo per quasi certo che quanto più quel politico che cavalca abilmente l'onda del momento ce la racconta facile, semplice e risolutiva, tanto più ci metterà in difficoltà molteplici ed irresolubili.

Edited by Mario1944
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Hinzelmann

Il pericolo per la democrazia, esiste

 

Lo si vede da tanti indizi, l'ultimo il disinteresse dei mass media

per l'annullamento delle presidenziali austriache, che è un fatto

di un certo rilievo

 

Il modo parodistico con cui si è letto il voto inglese al referendum

di fatto si è cercato di far passare l'idea che gli Inglesi sono un popolo

di "vecchi scemi", l'aggressività che è stata riversata prima sulla Grecia

 

Più l'establishment esprime posizioni politiche indistinguibili senza reali

alternative fra destra e sinistra e cerca legittimazioni di stampo plebiscitario, più

siamo esposti al pericolo della demonizzazione dell'avversario, dell'informazione

un tanto al chilo, della superficialità

 

Probabilmente sarà anche l'effetto di questa lunga crisi economica, o l'effetto di

questo "scontro di civiltà" non dichiarato, che porta a ritenere incivile chiunque esprime

posizioni diverse, o anche l'effetto della globalizzazione

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superamento della democrazia rappresentativa in favore di una democrazia diretta

 

quello che sta accadendo ha una valenza ancora più ampia: tutti i mestieri di "mediazione" sono in grave crisi

lo è la politica, lo è l'editoria e il giornalismo: oggi ci si autopubblica, o almeno si ha l'illusione di poterlo fare (con risultati nel 99,9% dei casi molto mediocri e con un potenziale popolo di scrittori che ormai ha superato quello dei lettori), e ognuno può essere giornalista della propria stessa vita tramite i social network, in cui le notizie diventano trend che si creano per aggregazione statistica, mancando del tutto la luce del logos e approdando a una forma di comunicazione darwiniana di oggettiva idiozia in cui la casualità dei like dovrebbe sostituire completamente l'intelligenza del pensiero, l'approfondimento culturale e gli spazi della coscienza critica

perfino i mobili ce li montiamo da soli, e stanno sparendo i benzinai dai distributori, sostituiti da noi stessi: dunque la mediazione è davvero in crisi

ma senza mediazione politica, non c'è democrazia e non c'è libertà, viene meno l'essenza del compromesso e la possibilità di disegnare spazi di libertà condivisa: nell'angoscioso incubo grillino chi tutelerà le minoranze?

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Seguendo la teoria dell'evoluzione ciclica dei regimi politici dell'anaciclosi di Polibio - secondo me ancora molto attuale pur essendo stata formulata millenni fa - attualmente saremmo nell'ultima fase dell'oclocrazia, cioè la forma degenerata della democrazia del "governo delle masse".
In essa il popolo, colpito dall'instabilità e dalla corruzione politica, è spinto a credere nel populismo dei demagoghi che porteranno lo Stato al caos da cui si uscirà quando emergerà un unico demagogo che instaurerà il potere assoluto dittatoriale riportando lo stato alla monarchia, la prima fase del ciclo.

Il ciclo è:
Monarchia -> Tirannide -> Aristocrazia -> Oligarchia -> Democrazia -> Oclocrazia -> Monarchia -> Etc.
 
La tendenza a seguire il populismo del demagogo c'è tutta e si è sviluppata in particolar modo negli ultimi anni.
Non sfocerà certamente nella monarchia, ma è possibile che lo faccia in forme di autoritarismo e di democrazia illiberale.
Basti pensare all'Ungheria di Orbán che ha esplicitamente detto "Dobbiamo abbandonare i metodi e i princìpi liberali nell’organizzazione di una società. [...] Stiamo costruendo uno stato volutamente illiberale, uno stato non liberale [...] i valori liberali dell’occidente oggi includono la corruzione, il sesso e la violenza", oppure alla Polonia di Szydło.
Non si tratta certamente di casi isolati, ma anzi dei primi risultati effettivi di un fenomeno in crescita in tutta Europa (e non solo) da anni.

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Seguendo la teoria dell'evoluzione ciclica dei regimi politici dell'anaciclosi di Polibio - secondo me ancora molto attuale pur essendo stata formulata millenni fa - attualmente saremmo nell'ultima fase dell'oclocrazia, cioè la forma degenerata della democrazia del "governo delle masse".

In essa il popolo, colpito dall'instabilità e dalla corruzione politica, è spinto a credere nel populismo dei demagoghi che porteranno lo Stato al caos da cui si uscirà quando emergerà un unico demagogo che instaurerà il potere assoluto dittatoriale riportando lo stato alla monarchia, la prima fase del ciclo.

Il ciclo è:

Monarchia -> Tirannide -> Aristocrazia -> Oligarchia -> Democrazia -> Oclocrazia -> Monarchia -> Etc.

 

La tendenza a seguire il populismo del demagogo c'è tutta e si è sviluppata in particolar modo negli ultimi anni.

Non sfocerà certamente nella monarchia, ma è possibile che lo faccia in forme di autoritarismo e di democrazia illiberale.

Basti pensare all'Ungheria di Orbán che ha esplicitamente detto "Dobbiamo abbandonare i metodi e i princìpi liberali nell’organizzazione di una società. [...] Stiamo costruendo uno stato volutamente illiberale, uno stato non liberale [...] i valori liberali dell’occidente oggi includono la corruzione, il sesso e la violenza", oppure alla Polonia di Szydło.

Non si tratta certamente di casi isolati, ma anzi dei primi risultati effettivi di un fenomeno in crescita in tutta Europa (e non solo) da anni.

Nel '900 c'è stata la Tirannide e poi la Democrazia. Non credo agli schemi, la società attuale è diversa da quella delle altre epoche.

Credo che da questa generazione i politici saranno sempre più vittime dei cittadini, che si possono coalizzare sul,web per creare flash mob, proteste e comitati. Chi vuole comandare oggi deve apparire e successivamente anche essere un buon politico, altrimenti il web insorge e lo sostituisce.

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