Jump to content

Colpo di Stato in Turchia


Recommended Posts

  • Replies 127
  • Created
  • Last Reply

Top Posters In This Topic

  • Sampei

    22

  • Mario1944

    14

  • Uncanny

    14

  • AAL

    13

Top Posters In This Topic

@Marco7, non ci voleva grande "fantasia" per arrivarci, considerata la situazione, i protagonisti ed i precedenti (non solo turchi).

 

A proposito, pare che gli epurati nell'amministrazione pubblica ed in quella privata con licenza pubblica siano già più di 60.000:

difficile pensare che in pochi giorni abbiano potuto raccogliere non dico prove di colpa, non dico indizi, ma anche solo i nomi di 60.000 persone.

Evidentemente queste liste di proscrizione esistevano già e sono state formate in mesi se non in anni:

il che suscita molti dubbi se non sulla genuinità, almeno sulla spontaneità del tentato colpo di Stato.

Mi viene da pensare che Erdogan e soci siano i registi occulti del colpo, anche se gli autori (peraltro alquanto imbranati....) probabilmente non si sono fatti pregare molto.

Edited by Mario1944

La Repubblica

 

In piazza contro il golpe, ma anche contro derive autoritarie e attacchi alla laicità dello stato. Dopo giorni in cui le strade sono state teatro delle manifestazioni dei sostenitori del presidente Recep Tayyip Erdogan, è l'opposizione, questa volta, a protestare e a radunare centinaia di migliaia di persone a piazza Taksim, luogo simbolo nel cuore di Istanbul. Una manifestazione "per la Repubblica e la democrazia", spiega dal palco il leader del partito socialdemocratico Chp, Kemal Kilicdaroglu. Il raduno, autorizzato dal governo che ha anche inviato una delegazione, segna un inedito momento di unità nazionale contro il golpe e il "nemico comune" Fethullah Gulen, accusato da Ankara di essere l'anima del fallito colpo di stato. In un ulteriore segnale di distensione, Erdogan vedrà il leader nazionalista Bahceli e lo stesso Kilicdaroglu, che ha accettato per la prima volta di entrare nella residenza del presidente ad Ankara. Sul tavolo, le misure da prendere dopo il tentato golpe.

 

Nel mare di bandiere rosse agitate inpiazza Taksim spiccano i ritratti di Mustafa Kemal Atatürk, padre della Repubblica laica di Turchia e figura tutelare del militanti di opposizione. "Difendiamo la repubblica e la democrazia", "la sovranità appartiene al popolo incondizionatamente", "no al colpo di stato, sì alla democrazia", si legge su alcuni cartelli. Al di là del rifiuto del colpo di stato, in molti protestano contro l'imposizione dello stato di emergenza e la "stretta" di Erdogan: "Né golpe, né diktat, potere al popolo!", "la Turchia è laica e resterà così", hanno scandito i manifestanti.

 

La repressione intanto resta durissima. Il numero degli arrestati è salito a 13.165. Tra loro, 8.838 militari (tra cui 123 generali e ammiragli), 2.101 magistrati, 1.485 poliziotti, 52 autorità amministrative e 689 civili. Proseguono anche i blitz contro presunti fiancheggiatori di Gulen: nella provincia di Trebisonda, sul mar Nero, le forze di sicurezza turche hanno arrestato Halis Hanci, considerato il braccio destro dell'imam. Per le autorità, è responsabile di avergli trasferito risorse direttamente dalla Turchia, dove sarebbe arrivato solo due giorni prima del tentativo di putsch. Era stato già arrestato il nipote, Muhammet Sait Gulen, in un raid nella sua roccaforte di Erzurum, nell'Anatolia orientale. In manette anche due donne simbolo: il primo rettore con il velo, Aysegul Sarac, a capo dell'università Dicle di Diyarbakir, e l'unica pilota da combattimento della Turchia, Kerime Kumas, che la notte del golpe avrebbe volato con il suo F-16 sui cieli di Istanbul.

 

Nel mirino, ancora i luoghi e le istituzioni legati a Gulen. Dopo aver chiuso 934 scuole e 15 università, insieme a oltre mille altri enti e associazioni, l'organismo turco per la supervisione degli istituti bancari ha revocato la licenza all'istituto di credito Bank Asya, già commissariato lo scorso anno. Al posto dei "gulenisti" cacciati, la Turchia ha intanto deciso di assumere oltre 20 mila nuovi insegnanti. Finora, Ankara ha sospeso oltre 21 mila docenti di scuole pubbliche e revocato la licenza di insegnamento ad altrettanti professori di scuole private. Misure che rischiano di bloccare il percorso di decine di migliaia di studenti. Per questo, anche la riorganizzazione del sistema educativo appare una corsa contro il tempo in vista dell'inizio dell'anno scolastico.

 

Quel che accade in Turchia continua a suscitare preoccupazioni a livello internazionale. Dopo gli appelli lanciati da Ue e Usa affinché non si consumi una "vendetta", violando lo stato di diritto, Amnesty International rilancia le denunce di maltrattamenti degli arrestati, già emerse con alcune foto-shock. Ci sono "prove credibili" che i detenuti siano stati "sottoposti a percosse e torture, incluso lo stupro, nei centri di detenzione ufficiali e non ufficiali", sostiene l'ong, chiedendo ad Ankara di aprire agli osservatori internazionali caserme, centri sportivi e tribunali dove vengono tenuti i golpisti.

Edited by Rotwang
  • 2 weeks later...

la copertina dell'Espresso di un paio di settimane fa

 

page_1_thumb_large.jpg

 

http://espresso.repubblica.it/archivio/2016/07/21/news/benvenuti-nel-grande-disordine-mondiale-1.278103

 

metteva in relazione il colpo di stato in Turchia con altre storie di disordine, in particolare ISIS, Brexit e la candidatura di Trump: difficile dire se ci sia davvero un filo comune, sembra però venuto meno un equilibrio complessivo che in precedenza probabilmente esisteva ed era in grado di ammortizzare e riassorbire le ondate di disordine e caos

Be' possiamo rincondurre il tutto alla rottura dell'equilibrio, pro domo nostra europaea certamente, ma comunque equilibrio, generato dagli accordi Sykes Picot, rottura causata sostanzialmente dall'intervento americano in Iraq per detronizzare Saddam Hussein senza avere un sostituto adeguato e soprattutto senza avere una  visione del dopo che non avesse come fondamento assurdamente inappropriato la "democrazia nel Medio Oriente".

Edited by Mario1944
  • 4 months later...

La Repubblica

 

L'ambasciatore russo ad Ankara, Andrey Karlov, è stato ucciso in un attentato. Stava parlando a una mostra fotografica quando un uomo ha cominciato a sparare gridando "vendetta per Aleppo". Colpito, è stato trasferito in ospedale ma non ce l'ha fatta. È morto poco dopo. Intervenute, le teste di cuoio, hanno ucciso l'attentatore che ha ferito altre tre persone.

 

Fonti dell'ambasciata, citate dai media locali, precisano che il diplomatico stava tenendo un discorso alla mostra fotografica 'la Russia vista dai turchi' quando è stato colpito. Il presidente russo Vladimir Putin è informato, riferisce il portavoce Dmitri Peskov.

 

Da giorni in Turchia si susseguono manifestazioni di protesta contro Mosca per la città siriana ripresa quasi completamente dalle forze governative grazie al decisivo appoggio militare russo.

Create an account or sign in to comment

You need to be a member in order to leave a comment

Create an account

Sign up for a new account in our community. It's easy!

Register a new account

Sign in

Already have an account? Sign in here.

Sign In Now

×
×
  • Create New...