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Attentati in Francia e Germania - tra censure, menzogne e precauzioni?


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ma era una risposta a chi sosteneva che fossi ""islamofobo"" e privilegiassi il cristianesimo su tutte le altre religioni.

 

secondo me non sei islamofobo, il tuo problema è che fai cattive letture

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Il sesso anale è l'atto sessuale principale spontaneo legato all'omosessualità. Non l'unico, ma il principale. In qualsiasi cultura nella storia così è stato, è e sarà.
 

 

Non ipotechiamo il futuro, ma per il passato direi che la tua affermazione non sia corretta:

ad esempio risulta che nella Grecia classica "l'atto principale spontaneo legato all'omosessualità" sia stato la copulazione intercrurale.

 

Per altro ci sarebbe da capire bene quali siano i confini che poni dicendo "atto principale spontaneo legato all'omosessualità":

se i confini sono la coscienza etico sociale d'una temperie storica, c'è appunto almeno il caso della Gercia classica di cui sopra che non torna con la tua affermazione;

se invece i confini sono il desiderio per così dire naturale dell'uomo, quello cioè anteriore od esterno alla coscienza etico sociale, ammesso e non concesso che si possa stabilire quale sia tale desiderio, forse una tale generalizzazione è arbitraria, nel senso che non c'è un ben definito desiderio di copulazione omosessuale dell'uomo in quanto specie, ma ci sono diversi desideri di copulazione omosessuale dei singoli uomini.

 

 

 

 

Ma infatti non è granché pertinente col tema del topic, ma era una risposta a chi sosteneva che fossi ""islamofobo"" e privilegiassi il cristianesimo su tutte le altre religioni. In parte ovviamente il grado di omofobia c'entra, ma solo in parte.
 

 

Non è pertinente il grado di omofobia delle religioni, ma è pertinente la ragione del loro grado nella tua classificazione.

 

 

 

 

C'entra principalmente il loro grado di interferenza con la politica e la società civile e il loro atteggiamento nei confronti della morale.
 

 

Appunto, ma qui mi pare che tu sia molto fuori di strada, se non altro perché non consideri che la religione, nel bene e nel male, è parte dell'etica dell'aggregazione sociale che la esprime, direi anzi che ne è l'estratto più nobile, nel doppio senso della parola, cioè di universalmente noto e di universalmente stimato.

 

 

 

 

Il cristianesimo "liberale" non impone un preciso set di regole da seguire (alcune sì, ovvio, ma niente di paragonabile alle altre confessioni) e lascia libero il credente di fare le sue scelte, fra cui anche quella di poter vivere liberamente la propria sessualità, omosessualità inclusa.
 

 

Un cristianesimo liberale non è una religione, ma un partito politico (non a caso.....):

neppure in ambito riformato troverai una "religione cristiana liberale", anzi di solito proprio lì, con la scusa dell'osservanza letterale della parola di dio espressa nei testi sacri, troverai l'integralismo più fanaticamente pernicioso (contro l'omoerotismo ad esempio).

Ad onor del vero è l'istituzionalizzazione sacerdotale che contiene di solito (non sempre.....) il fanatismo sfrenato delle masse.

Corriere della Sera

 

Una banale richiesta dei documenti, poi trenta secondi che cambiano tutto lo scenario: il killer di Berlino, il tunisino Anis Amri, è stato ucciso dalla polizia nella notte tra il 22 e il 23 dicembre, a Sesto San Giovanni (Milano), durante un controllo casuale di una pattuglia. È accaduto alle tre del mattino, in Piazza I Maggio. Due agenti hanno fermato un giovane maghrebino che camminava da solo nel buio e gli hanno chiesto i documenti. Ma il giovane dal suo zaino ha estratto all’improvviso una pistola calibro 22 e ha colpito un poliziotto ferendolo alla spalla. A quel punto l’altro agente ha sparato e l’ha ucciso.

 

Il biglietto del treno

Sul corpo di Anis è stato trovato un biglietto del treno che può aiutare a ricostruire gli spostamenti dell’attentatore di Berlino: avrebbe preso un treno che da Chambéry in Francia, passando da Torino, lo avrebbe poi portato a Milano. Alla stazione Centrale sarebbe arrivato all’una di notte, dunque due ore prima che i poliziotti italiani lo fermassero. Il caso è in mano al responsabile del pool antiterrorismo Alberto Nobili.

 

Il passato in Italia di Amri

Il tunisino era arrivato nel 2011 a Lampedusa poi era stato trasferito a Belpasso: in entrambi i centri di accoglienza si era fatto notare per aver appiccato dei roghi. Ed era finito così in carcere per danneggiamenti, incendio, lesioni e minacce. Da Catania ad Enna. Da Sciacca ad Agrigento. Dal Pagliarelli all’Ucciardone di Palermo. Per quattro anni di fila, i quattro anni della condanna, ogni volta confermando comportamenti sospetti. A partire dalla minaccia a un detenuto di Agrigento, «vessato perché cristiano», come rivelò di essersi sentito dire: «Ti taglio la testa».

Edited by Rotwang

Mah.. la cosa mi puzza molto (eh no! Non sono grillino!). 

I tedeschi non sanno mai gestire le emergenze e i problemi (un esempio calzante è il pilota suicida della German Wings, di cui molti medici sapevano della sua condizione ma che nessuno fermò prima di schiantarsi con 150 persone sulle Alpi francesi). 

Arrestano un profugo perché uno ha creduto che fosse sceso dal camion e l'ha inseguito fino al Tiergarten. 
Scoprono che non è lui per l'assenza della polvere da sparo sui vestiti e dna sul camion. 

Sul camion trovano il dna e i documenti (!!!) di un tunisino. 
Le cose son due.. o questi terroristi son tutti allocchi e si dimenticano i documenti sul luogo di attentato o lo fanno veramente per notorietà e per assegnarsi il ruolo ufficiale di attentatore. 

Passano dei giorni.. nel frattempo questo prende vari treni in Germania, in Francia.. fino ad arrivare a Milano.. così? Senza che nessuno si fosse preso la briga di controllare i treni e le stazioni in Germania e Francia? 
A Milano ovviamente "allah akbar" --> bang bang --> caput! 
E ora leggo che i poliziotti sottopagati sono definiti eroi dall'italiano medio (quando in realtà avrebbero semplicemente svolto il loro lavoro). 

L'eroe è quello che uccide il terrorista. Come se fosse una vendetta. 
La gente si tranquillizza, si sente in pace con se stessa, si sente un buon cristiano, pensa che dio abbia esaudito i loro desideri di vendetta.. e augura Buone Feste a tutti. 

Purtroppo mi sento di dire: "Arrivederci al prossimo attentato". 
Perché non cambieremo mai. 

L'eroe è quello che uccide il terrorista. Come se fosse una vendetta.

La gente si tranquillizza, si sente in pace con se stessa, si sente un buon cristiano, pensa che dio abbia esaudito i loro desideri di vendetta.. e augura Buone Feste a tutti.

Yalen dammi il numero del tuo spacciatore che vado a fare acquisti da lui xd

 

 

A me lascia perplesso il fatto che si fanno elogi sulla efficienza della sicurezza quando é stato beccato per FORTUNA (e l hanno capito poi che era lui). Le indagini si stavano concentrando in Danimarca!! Dove lui non è nemmeno passato. Mahh.

 

Per i documenti sul camion io credo che a questi babbuini venga solo fatto un lavaggio del cervello (cosa facile visto che non ce l hanno un cervello) e gli venga data un'arma. Non ricevono addestramenti imho. Comunque non lo sapremo mai visto che è stato ucciso.

due giorni fa yalen hanno commentato yalen che le forze dell'ordine italiane sono in vantaggio rispetto alle tedesche perché in italia sono abituati a controllare il territorio per la grande esperienza di anni che hanno con la criminalità organizzata, cosa che in germania mancherebbe.

 

la germania si troverebbe insomma al livello dell'italia durante il rapimento moro in cui l'inesperienza e l'improvvisazione la fecero da padrona. penso ci sia del vero in ciò.

@@faby91, basta andare sul vocabolario e leggersi la definizione di "eroe" e capire un sacco di cose :)

Nessuno spacciatore. Mi dispiace per te.. ma buon Natale! :) 

In Italia c'è un'organizzazione efficiente della sicurezza e dell'intelligence. Dico "efficiente" perché per fortuna non ci è capitato nulla..  (magari siamo poco interessanti in confronto alla Francia o alla Germania o all'UK). 
In Francia e in Germania invece, si è dimostrato più volte che manca un'organizzazione. In Francia a maggior ragione si rivoltano se fanno controlli nelle banlieues. 

In Italia i poliziotti vengono definiti sfigati perché sottopagati o con pochi poteri.. guarda caso la gente vorrebbe vedere i poliziotti che manganellano i magrebini, i romeni, i bulgari ecc ma non gli italiani stessi. 

a mio avviso l'operazione è stata brillante, e lo è stata ancora di più perché associata a un controllo di routine: dunque il territorio è ben presidiato, e mi sbilancio nel dire che questo evento potrebbe rappresentare il punto di svolta, almeno psicologico, con la presa di coscienza della evitabilità di una balcanizzazione dell'Unione Europea

ora c'è un lavoro di indagine per capire cosa facesse questo tizio a Sesto San Giovanni, e se esista una rete terroristica, o di connivenza, da individuare e smantellare

L'Isis sono come i tumori.. 

Spuntano "cellule" in contesti spesso di disagio.. vedi il furfantello che ha fatto reati di poco conto.. che poi viene radicalizzato da qualcuno in carcere o in moschea. 
E' solo un disagio di tipo sociale.. frutto di una "non integrazione". Vedi per colpa loro.. ma anche per colpa nostra perché, giustamente o no, abbiamo dei pregiudizi nei confronti dello straniero che sono duri a morire. 
Ho letto che il terrorista tunisino fu cacciato di casa da suo padre in seguito a un furto. Beh.. direi che ha sbagliato un sacco il padre "a fare il padre".. non ha minimamente provato a risolvere il problema con uno schiaffo.. come fa un padre al figlio (quando ci vuole.. ci vuole).
Risultato? Lasciato a se stesso.. come una mina vagante.. pronta a scoppiare come prendeva una strada sempre più brutta.. come ha fatto ;) 

Vi siete mai chiesti come i capi dell'isis non si muovano mai in prima linea.. si limitano a dare ordini.. consigli.. "prendete un camion e accelerate".. fomentano l'odio in persone che per un motivo o un altro sono dei disagiati perché non si sono integrati in una cultura liberista.. esempio: i giovani terroristi francesi o belgi.. francesi e belgi di seconda o terza generazione, apparentemente normali, perfettamente francesi e belgi ma sempre discriminati per la radice familiare d'origine. 

Io gioisco per l'ottimo lavoro, ma non tanto.. perché questo non risolverà mai il problema, bensì lo aggraverà come è sempre successo. I poliziotti hanno fatto bene il loro dovere, ma non li considero eroi. Hanno fatto la loro scelta di fare quel lavoro, che sia rischioso o meno. Tanto meno il Viminale doveva rivelare i loro nomi.. 
cioè.. che fai? Se un chirurgo salva la vita del paziente.. il giorno dopo, l'ospedale deve rivelare il nome dell'equipe chirurgica? 

Sull'ottimo lavoro dei nostri poliziotti dico solo una cosa: che sia di lezione severa a chi governa gli altri Paesi (Francia e Germania in primis.. quest'ultima che spesso ha bacchettato l'Italia). 

ora c'è un lavoro di indagine per capire cosa facesse questo tizio a Sesto San Giovanni, e se esista una rete terroristica, o di connivenza, da individuare e smantellare

 

Credo che il problema ce l'abbiano i franco-tedeschi che hanno visto 'sto tizio percorrere in lungo e in largo i loro territori prima di arrivare in Italia in treno.

 

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Edited by Rotwang

Troppo rocambolesco, non ci credo nemmeno pagato oro xD. Il terrorista si lascia i documenti autentici(non li ha nemmeno falsi, ma che terrorista di serie Z) sul camion per poi farsi un viaggietto fino i Italia e farsi beccare così per caso da 2 poliziotti giusto prima di Natale. Ma che cazzate dai...

A parte lo sconforto imbarazzato di fronte all'orgoglio nazionalista da terzo mondo che vedo, l'episodio dimostra quello che @Uncanny, da diciannovenne virgineo e hipster, non puó accettare: non c'é proprio nulla di intellettuale, di ideologico o comunque di gerarchico in questi episodi. É gente che agisce emotivamente per rabbia e fermarli é difficile, a meno che non si abbia una botta di culo.

Penso ai due poliziotti, ieri li hanno mandati alle 3 di mattina a fare pattuglia da bravi stagisti schiavi, oggi la gloria, domani dimenticati.

Blasting News


 


Dopo la decisione del ministro degli Interni Marco Minniti di rendere pubblici i nomi e i cognomi dei due agenti della #Polizia protagonisti dello scontro a fuoco di Sesto San Giovanni nel quale è rimasto ucciso Anis Amri, il terrorista tunisino autore della strage di Berlino, come prevedibile in molti si sono riversati sui social network per "curiosare" sulle vite e sul passato di Luca Scatà e Christian Movio.


 


Nonostante i loro profili siano stati oscurati dopo poche ore dalla diffusione dei loro nomi, è stato possibile per gli utenti della rete più "veloci", andare a scoprire alcuni dettagli sulle simpatie politiche dei due, che stanno facendo molto discutere.


 


In particolare ci sono tre foto postate su Instagram nei mesi scorsi dal poliziotto Luca Scatà che lasciano poca immaginazione su quale sia la sue fede politica.


 


In particolare il 25 aprile 2016 ha postato una foto con scritto "Io il 25 aprile non lo festeggio" e sotto una citazione assai eloquente: "Non tutti tradirono, molti rimasero fedeli alla bandiera e diedero la vita per essa. Io sono dalla parte di quella Italia, di quegli Italiani che non tradirono e non si arresero. Io oggi non festeggio". Il 28 aprile 2015 invece, in occasione del 70° anniversario della morte di Benito Mussolini, Scatà aveva invece pubblicato una foto del Duce, aggiungendo come commento: "Il tradito potrà essere anche ingenuo, ma il traditore rimarrà sempre un infame. 28 aprile 1945 - 28 aprile 2015", il tutto corredato dagli hashtag #dux #nobis #grandeuomo. Il terzo scatto che fa parecchio discutere è invece una foto del 6 novembre 2015 che ritrae lo stesso Scatà mentre fa il saluto romano.


 


Per quanto riguarda l'agente Christian Movio invece, non ci sono richiami politici così espliciti sui suoi profili, anche se in alcuni casi aveva condiviso su Facebook post tratti da siti come "Tutti i crimini degli #immigrati", che in genere evidenziano gli atti commessi dai migranti in Italia in modo piuttosto discutibile.


 


Come era prevedibile, la diffusione di queste foto da parte di diversi siti giornalistici nelle scorse ore, sta facendo molto discutere sui social network.


Edited by Rotwang

Grazie rot, almeno ora sappiamo che se i terroristi dovessero vendicarsi su di loro per l'italia non sara' una gran perdita.

 

Mi stupisce un po' che l'italia si tenga i fascisti nelle forze dell'ordine.

 

In svizzera e germania non sono ammessi credo e se qualcuno della polizia o esercito postasse commenti simili sui social credo lo mandano via.

Edited by marco7

 

 

Ma chissenefrega di cosa mangiano a colazione, è del tutto irrilevante la loro vita.


Beh.. dal momento che l'apologia al fascismo è un reato bello e buono.. ne deriva che se un fautore dell'ordine come un poliziotto, un carabiniere ecc si macchia di tale reato, quando in realtà dovrebbero dare il buon esempio.. dovrebbe essere destituito. 
Sinceramente a me è scaduto molto.

Ha fatto bene il suo dovere, non è da tutti reagire a qualcuno che ti spara.. ma gradirei che lasciasse l'uniforme. 

L'altro, parlando "di tutti i crimini degli immigrati" si è rivelato un ignorantello come tanti.. che fa di tutta l'erba un fascio. A questo punto la risposta "sono calabrese" potrebbero anche benissimo averla inventata. 
Tanto il terrorista è morto e non può dire la sua :) 

Mi era sfuggito questo passaggio dell'editoriale natalizio di Eugenio Scalfari :

 

Non è affatto facile porre termine alla guerra col Califfato. A mio avviso ci sono soltanto due modi: si può arrivare perfino ad un negoziato con i Capi dell'Isis ed offrire di riconoscerlo come uno Stato vero e proprio, con i suoi confini territoriali, il suo governo, la sua neutralità, una sua economia, avendo come corrispettivo la fine del terrorismo.

In teoria una scelta di questo genere sarebbe una soluzione di grande interesse, ma dovrebbe esser offerta da tutte le potenze mondiali, cosa assolutamente impossibile.

 

Insomma la soluzione per sconfiggere il terrorismo islamico sarebbe il riconoscimento internazionale

del Califfato.

 

Neanche Beppe Grillo avrebbe potuto formulare una ipotesi così sottile e machiavellica

 

E poi ci si lamenta dei Populisti...se questo è l'Establishment!

 

 

@Hinzelmann, non mi pare che Scalfari sia un uomo politico come Grillo, per quanto lui possa credere di venire ascoltato dall'establishment.

 

A sentire Grillo neanche lui è un politico se è per questo

 

 

 

Scalfari mi sembra fesso se fa proposte del genere.

 

Certamente se Scalfari scrive qualcosa del genere vuol

dire che nell'establishment europeo l'idea circola o è circolata

insomma è un qualcosa che un Gentiloni non può dire espressamente

ma Scalfari certamente non se l'è inventata

 

D'altronde che la guerra al terorismo ed all'ISIS sia a dir poco inefficiente

è qualcosa che è nei fatti

Se davvero é circolata questa idea dá la misura di quanto siano fuori dal mondo(e dai giochi e conflitti intorno a Isis) a, privi di progettualità e tendenzialmente conservatori(qualsiasi stato di fatto va bene e merita riconoscimento, persino Isis).

Sarebbe deprimente se fosse vero, ma non aggiunge nulla a quello che giá possiamo capire del nostro continente

 

 

No.

 

Si può forse ipotizzare che Scalfari, la cui età è ragguardevole

abbia subito un appannamento mentale

 

Però il recente intervento di Scalfari sul Referendum, per quanto discutibile

mi è apparso del tutto consapevole ed argomentato ( io dissentivo, ma non

mi sembrava rincoglionito, forse "lento" rispetto ai tempi televisivi... )

 

Direi che sia senz'altro vero, che per dimostrare che una certa Sinistra ha

perso la "bussola", non c'era neanche bisogno di questa riprova

 

Siccome però su questo forum circola ciclicamente ed in modo trasversale

l'idea che l'Europa sia preda di "radical chic" ultra liberali, preda di fantomatici

eccessi politically correct, mi pareva giusto ristabilire - non dico la verità ( nel

senso che è chiaro che è una opinione, non un dato di fatto ) ma degli indizi

più realistici, di quale sia la situazione.

Una persona puo' anche avere un'idea corretta sul referendum e un'idea balorda su un altro tema.

 

Questo non significa che sia rimbambita.

 

Ma

 

1. in italia ora qualcuno si sta cagando sotto dopo i fatti di milano

 

2. non e' l'italia a decidere quale sara' la strategia anti-isis

Edited by marco7

Un cristianesimo liberale non è una religione, ma un partito politico (non a caso.....): neppure in ambito riformato troverai una "religione cristiana liberale", anzi di solito proprio lì, con la scusa dell'osservanza letterale della parola di dio espressa nei testi sacri, troverai l'integralismo più fanaticamente pernicioso (contro l'omoerotismo ad esempio).

Di confessioni cristiane "liberali" ce ne sono parecchie (Valdismo in Italia, Metodismo, Presbiterianesimo, etc.) e non si basano sulla fuffa, ma su un'esegesi "progressista" dei libri sacri. Un'esegesi contestabile, ma del tutto legittima e non infondata.

Riguardo ad esempio la condanna paolina dei rapporti omosessuali si storicizza e contestualizza. Si nota come a quei tempi i rapporti omosessuali (e non l'omosessualità che non esisteva neanche come concetto) fossero concepiti solo in relazione alla prostituzione, alla prostituzione sacra e all'edonismo. Rapporti omosessuali intesi come relazione stabile fra individui innamorati e fedeli dello stesso sesso non erano concepiti. Quindi nell'esegesi "progressista" la condanna paolina dei rapporti omosessuali non viene estesa a quest'ultima concezione dei rapporti omosessuali perché non contemplata all'epoca.

D'altronde lo stesso San Paolo sosteneva la sottomissione della donna che deve restare in silenzio e obbedire al marito, eppure mi pare che la stessa Chiesa Cattolica con la sua esegesi non prenda più letteralmente le sue parole che sono state contestualizzate e storicizzate.

Quindi se il cristianesimo "liberale", che comunque non è nato ieri ma ha una lunga storia, non è religione, neanche il cattolicesimo e qualsiasi altra confessione che non predichi la sottomissione e il silenzio della donna non sono religione.

 

non sei islamofobo

Lapalissiano.

 

il tuo problema è che fai cattive letture

Legittimo pensarlo, opportuno sarebbe spiegarne il motivo.

 

 

 

 

E' l'Islam una religione di pace?

Ayaan Hirsi Ali, scrittrice ex-musulmana nata in Somalia, che ha vissuto in Arabia Saudita da giovane e che conosce bene il Corano dice di no.

Sarà anche lei islamofoba?

 

-

 

Eretica, Ayaan Hirsi Ali torna a far discutere: “L’Islam va riformato: non è una religione di pace”

 

“La religione islamica è a un bivio – scrive l'ex deputata olandese – I musulmani, non a decine o a centinaia, ma a decine e centinaia di milioni, dovranno decidersi consapevolmente ad affrontare, dibattere e in ultima istanza respingere gli aspetti violenti contenuti nella loro fede”

 

L’Islam non è una religione di pace e per questo va riformata. Lo spiega in un ficcante e denso saggio “illuminista” – Eretica – Cambiare l’Islam si può (Rizzoli) – l’ex deputata olandese di origine somala, oggi giornalista, Ayaan Hirsi Ali. La 46enne che collaborò anche con l’artista Theo Van Gogh, ucciso da un estremista islamico ad Amsterdam nel 2004, si è gettata a capofitto nel tema a lei più caro: la violenza e la brutalità insita nei versetti coranici trasformata in dettame politico della quotidianità di molti stati islamici, nonché di una fetta di musulmani che in nome del Corano decapitano e uccidono in mezzo mondo.

 

Già nella precedente autobiografia – Infedele (2007) – aveva raccontato la sua storia di ragazzina somala ricoperta fino alla punta del naso con hijab, guantini e attivista dei Fratelli Musulmani, prima di migrare in Europa e negli Usa. Ora, però, non è più tempo dell’epica del passato o della sensibilizzazione sull’oppressione della donna nel mondo islamico: “Senza la radicale alterazione di alcune delle concezioni fondamentali dell’Islam, non potremo risolvere lo scottante e sempre più globale problema della violenza politica perpetrata in nome della fede”, spiega la donna. Ed è un parlare fuori dai denti, nella speranza che qualcuno la segua in questo ribaltamento organico del dogma criticato: “È sciocco dire, come fanno spesso i nostri leader politici occidentali, che le azioni violente degli islamisti radicali possano essere separate dagli ideali religiosi che li ispirano. Dobbiamo invece riconoscere che tali azioni sono mosse da un’ideologia politica, un’ideologia insita nello stesso Islam e nel suo libro sacro, il Corano, come pure nella vita e negli insegnamenti del Profeta Maometto, contenuti negli ahadith”. Tra l’altro, Eretica è un libro, a detta proprio dell’autrice, che vuole scuotere anche molte certezze dei liberali occidentali, quelli che l’hanno accusata di “islamofobia” e che le hanno revocato una laurea ad honorem nel 2014 all’università Brandeis negli Usa: “Cerco di mettere in discussione l’idea, quasi universalmente condivisa tra i liberali d’occidente, che la motivazione per la quale sempre più musulmani si stiano unendo alla frange più violente dell’Islam, risieda nei problemi economici e politici del mondo musulmano.

 

Ciò significa attribuire un’importanza eccessiva a forze esogene, come la politica estera occidentale”. L’ex deputata scrive dopo l’attentato alla redazione di Charlie Hebdo, dopo le stragi di Parigi, in Nigeria, in Australia, i morti in Danimarca, tanto che nella prima pagina del libro, quando lascia spazi bianchi tra le righe di un simil lancio d’agenzia che descrive un attacco terroristico islamico sembra di scorgere tutte quelle funeste tappe appena passate, ma anche le più vicine, tragiche e recenti avvenute in Tunisia e nel sud est della Francia: “Dopo gli attentati a Parigi il portavoce della Casa Bianca si è dato gran pena di distinguere tra una “religione pacifica” e i “messaggi violenti ed estremisti dell’ISIL (…) ma se la premessa fosse sbagliata? Perché non sono solo Al-Qaeda e l’IS a mostrarci il volto efferato della fede e della pratica dell’Islam” – spiega Ayaan Hirsi Ali. E via con tutti quegli stati come il Pakistan (“dove la blasfemia è punita con la morte”); l’Arabia Saudita (“dove chiese e sinagoghe sono considerate fuori legge e la decapitazione è una pena come le altre al punto che nell’agosto 2014 ce n’è stata una al giorno”); all’Iran (“dove la lapidazione è considerata accettabile e e gli omosessuali vengono punti con l’impiccagione”) e il Brunei (“dove il sultano sta reintroducendo la sharia e la pena di morte per gli omosessuali”).

 

Tre le categorie di musulmani distribuite in percentuali differenti tra stati islamici e non, l’autrice ne delinea tre: i “musulmani di Medina”, “i musulmani della Mecca” e i dissidenti, “i musulmani in trasformazione”. I primi, non proprio un’irrisoria minoranza (“48 milioni”) sono quelli “che considerano un dovere religioso l’imposizione con la forza della sharia e sono a favore di un Islam immutato rispetto a ciò che era nel settimo secolo”; i secondi “la netta maggioranza”, quelli “che vivono uno stato di difficoltosa tensione con la modernità” e che stando in Occidente dove l’Islam è una religione minoritaria vivono quello che “si potrebbe definire uno stato di dissonanza cognitiva”. Ed è con questi ultimi che i musulmani “in trasformazione”, gli eretici di cui Ali dice di far parte, vorrebbero dialogare. Cinque i punti della riforma sui precetti religiosi che la scrittrice mette sulla pubblica piazza: “Le personalità religiose dell’Islam devono riconoscere che il Corano è solo un libro; devono ammettere che tutto ciò che facciamo nella nostra vita terrena è infinitamente più importante di qualunque cosa possa accaderci dopo la morte; che la sharia ha un ruolo circoscritto ed è subordinata alle legge delle nazioni in cui il musulmano risiede; devono porre fine alla pratica di imporre per legge ciò che è giusto e ciò che è sbagliato che infligge il conformismo a spese della modernità; devono respingere in toto il concetto di jihad inteso alla lettera come chiamata alle armi contro i non musulmani e musulmani considerati eretici o apostati”.

 

“L’Islam è a un bivio – conclude l’autrice – I musulmani, non a decine o a centinaia, ma a decine e centinaia di milioni, dovranno decidersi consapevolmente ad affrontare, dibattere e in ultima istanza respingere gli aspetti violenti contenuti nella loro religione”. Un processo che per essere realizzato ha bisogno di una leadership di dissidenti “con il sostegno degli stati occidentali”: “Immaginiamo cosa sarebbe cambiato se durante la guerra fredda l’Occidente avesse dato appoggio non ai dissidenti dell’Est europeo – come Havel e Walesa – ma all’Unione Sovietica, in quanto rappresentativa dei comunisti moderati”.

 

http://www.ilfattoquotidiano.it/2015/07/01/eretica-ayaan-hirsi-ali-torna-a-far-discutere-lislam-non-e-una-religione-di-pace-e-va-riformata/1832163/

 

 

In un'intervista a Repubblica alla domanda:

 

"Secondo lei è in atto uno scontro di civiltà?"

 

Risponde:

 

"Certo. Dal 1989, dalla fatwa assassina dell'Iran di Khomeini contro lo scrittore Salman Rushdie. Ma noi non ce ne siamo accorti. Questo purtroppo ha un'influenza anche sul multiculturalismo, che per me muore se diventa un multietnicismo che al suo interno tollera la sharam, e cioè l'umiliazione delle donne musulmane, oltre alla discriminazione dei gay e l'abiura di libertà, anche di espressione, che certe culture e religioni negano. Se cediamo su questi diritti fondamentali, lo scontro di civiltà in Occidente sarà sempre più devastante".

Edited by Uncanny

@Uncanny sei un ragazzo molto intelligente e informatissimo, appunto per questo forse tendi a scegliere spiegazioni che stanno bene in un saggio o in un editoriale di qualche penna autorevole e non dai peso a verità più modeste e verificabili

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