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Libertà sessuale od oppressione incosciente?


Ilromantico

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Qualche serata fa si discuteva sul perché le pratiche di libertinaggio o di sesso "estremo" siano in genere più comune tra i gay. Io come molti ho sempre pensato che derivi da una maggior apertura mentale ed esperienza dei gay verso il sesso, ma se fosse un abbaglio e derivi invece da un senso di inferiorità e oppressione inconscia? Se invece di sicurezza sessuale fosse insicurezza personale?

La logica sarebbe che se uno si sente "inferiore" reagisce credendo di non dover dimostrare nulla e non "aver nulla da perdere". In sintesi, uno partecipa al bukkake o all'orgia perché tanto è gay e non può ambire per (inesistente) inferiorità alle dinamiche etero. Per non parlare dell'allergia alle relazioni di molti...

Comunque non è un discorso solo gaio, ho notato anche tra i divorziari o gli over 40 che ci siano dinamiche simili. Qui non si parla di libertinaggio o pratiche 'estreme', ma più che altro del fatto che molti si sentono in una situazione "inferiore" o inadeguata per avere nuovamente una coppia(vuoi per i figli, l'età o altro).

 

Voi che ne pensate?

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Mi pare che anche storicamente quanto a libertinaggio ed a sesso più o meno estremo gli eterosessuali non si siano mai fatti mancare nulla né per qualità (deteriore) né per quantità, anzi!

 

Personalmente non credo di far testo, perché sono quasi ascetico sia per qualità (niente cose estreme o strane) sia per quantità (un solo amore dopo i 45 anni e tuttora vigente  e nessun incontro occasionale mai né prima né poi), ma per quel poco che conosco del mondo gay e per quel molto che conosco di quello etero, credo che l'omoerotismo s'attiri i sospetti e le accuse di maggiore licenziosità per una sola ragione, perché non ha la virtù (ammesso e non concesso che sia una virtù....) di generare una sua prole comune.

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Il concetto stesso di liberta' presuppone una liberta' negata.

 

Le dittature non sono libere perche' qualcuno impone una prigionia. La liberta' viene riconosciuta solo dal momento in cui qualcuno ci mette dei freni che ce la negano.

 

Credi che se gli etero avessero a disposizione donne libertine quanto loro, ci sarebbe una differenza tra etero e gay nella loro vita sessuale a parte l'avere dei partner donne o uomini ?

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davydenkovic90

Sarebbe un po' come dire che io mangio tutti i giorni la cioccolata perché mi sento inferiore e non posso aspirare ad essere Cristiano Ronaldo. Non è vero: mangio la cioccolata perché mi piace. E perché Ronaldo non corrisponde al mio ideale estetico.

Poi c'è chi abusa della cioccolata, come del sesso, fino a mettere a rischio la salute, ma si parla di casi limite di persone incoscienti.

Edited by davydenkovic90
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La logica sarebbe che se uno si sente "inferiore" reagisce credendo di non dover dimostrare nulla e non "aver nulla da perdere". In sintesi, uno partecipa al bukkake o all'orgia perché tanto è gay e non può ambire per (inesistente) inferiorità alle dinamiche etero.
 

 

Più che logica è una forzatura. Perché i sentimenti d'inferiorità o di oppressione dovrebbero escludere il desiderio di relazione? Le reazioni sono soggettive non schematizzate, possono essere anche: castità, la sfiducia negli altri, suicidio, ma si può anche superarle.

Poi bisogna analizzare l'entità di tali sentimenti, se c'è stata una condizione traumatica oppure no, insomma io non ne parlerei alla leggera definendo una "logica universale" 

 

Per non parlare dell'allergia alle relazioni di molti...

 

 

Qui non c'è una discriminate sessuale, ma caratteriale. Secondo me crei troppi schemi nei quali attribuisci delle condizioni negative iniziali a dei comportamenti anti-relazionali.

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non si può negare che in molti gay esista un complesso d' inferiorità; ne avevo già parlato in questo forum.

chiaramente bisogna distinguere fra quelli che praticano il sesso spontaneamente e consapevolmente, come frutto di una scelta, e quelli che si sentono ''obbligati'' a praticare sesso con sconosciuti perché si sono rassegnati e non credono più in una relazione, o perché sono gay e sanno di non poter ricevere un riconoscimento sociale/giuridico o perché hanno ricevuto gravi delusioni / tradimenti.

In quest'ultimo caso parlo di una scelta ''condizionata'' e di ''ripiego''...Il gay in questione desiderebbe una relazione, ma sapendola impossibile, e non potendo sentirsi solo, si rifugia nel sesso.

Un altro fattore che può rendere allergici alle relazioni , che tu non citi, oltre il senso d' inferiorità, è la paura di ricevere attacchi personali o verbali; in tutti noi è radicato il desiderio di apprezzamento, ad esempio negli eterosessuali che trovano una 'ragazza'' e la mostrano ai propri parenti come se fosse un gioiellino da conservare e poi se la sbaciucchiano il giorno di ferragosto davanti a tutti..L'omosessuale sa che deve rinunciare alla pretesa di APPREZZAMENTO, ma deve tener conto, come una possibilità non mica remota, che la sua relazione generi scandalo, riprovazione e lo allontani da amici o parenti; non parlo per paranoia, ma basandomi su dati reali. In un adolescente ''indifeso'' ciò è ancora più plausibile, perché la sua forza fisica e psicologica è minore e il rischio di essere vittima di un ''assalto'' da qualche gang di omofobi sfegatati gli basta per rifiutare una relazione.

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Sarebbe un po' come dire che io mangio tutti i giorni la cioccolata perché mi sento inferiore e non posso aspirare ad essere Cristiano Ronaldo. Non è vero: mangio la cioccolata perché mi piace. E perché Ronaldo non corrisponde al mio ideale estetico.

Poi c'è chi abusa della cioccolata, come del sesso, fino a mettere a rischio la salute, ma si parla di casi limite di persone incoscienti.

esattto...voglio dire io ho piu amici etero "trote" che gay

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NorwegianWood

Temo che il presupposto di questo thread nasca da un luogo comune e non da una realtà appurata: che il libertinaggio sia più diffuso tra i gay che tra gli etero è tutto da dimostrare, storicamente, socialmente, statisticamente. Il proseguire il discorso cercando di comprendere le cause di tale luogo comune è a sua volta privo di una base logica. Per il resto hanno detto tutto Mario1944, in modo molto puntuale, e davydenkovic90 con una analogia molto azzeccata.

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Temo che il presupposto di questo thread nasca da un luogo comune e non da una realtà appurata: che il libertinaggio sia più diffuso tra i gay che tra gli etero è tutto da dimostrare
 

Quello che viene a pensare anche a me...

Nell'immaginario comune, purtroppo, spesso si associa l'omosessualità a un mondo di sessualità sfrenata, senza limiti... dove i sentimenti sono labili, e i soggetti vengono idealizzati in quelle persone in perizona che fanno vedere i media...

Il discorso sarebbe ampio, ma comunque oggi anche gli etero credono sempre meno a questo divario... solo chi è fesso continua o ostinare che i suoi feticismi, seppur con una donna, siano "tradizionali".

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davydenkovic90
Temo che il presupposto di questo thread nasca da un luogo comune e non da una realtà appurata: che il libertinaggio sia più diffuso tra i gay che tra gli etero è tutto da dimostrare, storicamente, socialmente, statisticamente.

 

Il presupposto di questo thread nasce dal pregiudizio che le relazioni monogame e stile commedia d'amore americana siano preferibili al trovarsi uno diverso ogni settimana con cui scopare. E anche questo è tutto da dimostrare. Sono due modi diversi di condurre la propria vita sessuale e affettiva e ognuno dovrebbe scegliere quello che preferisce.

 

Sul discorso della promiscuità, che i gay siano più promiscui forse è dovuto al fatto che forse tendenzialmente gli uomini sono più promiscui delle donne, e non è un problema di gay o etero... Certo, se malattie come l'aids si sono diffuse con molta facilità nella comunità gay, probabilmente è vero che c'è stata una promiscuità maggiore in epoche oscurantiste... soprattutto data dalle dark room dove tutti scopavano con tutti (anche con più uomini in una stessa sessione e, matematicamente, la probabilità di contrarre il virus aumentava). Ma stiamo parlando di San Francisco negli anni '80.

A Roma nel 2016 penso che i ragazzi e le ragazze etero la diano via facilmente e senza troppi pensieri esattamente come fanno i gay.

Anzi, probabilmente quello che si osserva oggi è che la comunità gay è alla ricerca di quella normalità che è mancata in anni passati, mentre gli etero dimostrano sempre più insofferenza, col passare del tempo, alla monogamia, al matrimonio, alla famiglia, ai figli... 

Edited by davydenkovic90
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l'altro giorno in spiaggia...un uomo si vantava di essere stato con 5 donne diverse allo stesso tempo....e di lasciare dentro ogni casa un segno per farle capire che quella non era l'unica donna...

intanto 'sto tipo era sposato..

poi ha palesemente dichiarato ''e vabbè io non ho problemi, tanto per cucinare ho la moglie, l'amica e l'amante''...con un tono talmente sfacciato da far ribrezzo...!!

E ancora, con grande arroganza e volgarità, diceva ''Le donne hanno bisogno di due cose : del pisello e di ridere''.

 

Non so, ma in seguito a vari episodi , tra cui questo, ho rivalutato molto la presunta santità delle relazioni eterosessuali,

tutto ciò non significa ovviamente che la promiscuita, associata al tradimento, sia ''morale''. Non è morale ciò che procura ferite o danni ad una persona, ciò che viene fatto di nascosto o mentendo alla persona verso cui si dichiara amore.

Non è morale ciò che fa la maggioranza : tradire.

Invece è morale che una persona omosessuale non sposata e non impegnata in una relazione stabile faccia quel che gli ''pare''; Non sono nessuno per dire che quello sia un modello di ''infelicità'', visto che la felicità è soggettiva e c'è chi è contento così.

 

Io personalmente non so come si possa ricevere ''affetto'' da degli amanti occasionali che guardano solo al mio sedere. Inoltre sono della massima kantiana ''cerca di trattare le persone non come un mezzo , ma come un fine'', di riconoscere la loro piena dignità e umanità. 

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Io ribalterei la questione.

Probabilmente sono le persone eterosessuali che subiscono vari condizionamenti sociale,

- in primo luogo quello dei figli, ma anche le aspettative dei loro genitori -

e quindi temono maggiormente il giudizio della società.

 

Che possibilità avrebbe di farsi una famiglia una ragazza - ma anche un ragazzo -

che avesse partecipato a orge, ma anche avesso solo fatto sesso a tre?

Cosa penserebbero i suoi figli se gliene giungesse voce?

 

I gay - ma anche gli uomini di una certa età; orfani, divorziati e coi figli grandi, come Berlusconi -

non hanno veri motivi per preoccuparsi di queste pressioni sociali e vivono la loro vita più liberamente.

Ed è un comportamento frequente anche per le donne o per le coppie etero senza figli.

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La libertà sessuale oggi è un'ansia sociale quindi oppressione, l'unica vera libertà è non fare sesso, se ci si pensa le suore, ad esempio, sono donne libere, più delle prostitute, coercizzate dal mondo eterosessuale pornografico che tiene sotto scacco pure quello gay, una sua mera succursale.

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Bisognerebbe sopprimere l'idea che gli eterosessuali siano meno libertini ed amanti delle pratiche spinte rispetto agli omosessuali.

E' probabile, invece, che la sessualità omosessuale goda di una fama più sconvolgente a causa dei tabù che ancor'oggi tende a conservare, ma la realtà dei fatti nega il tanto millantato abisso che a mio avviso è molto più stereotipato di quanto sembri.

Edited by Laen
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NorwegianWood

Inoltre sono della massima kantiana ''cerca di trattare le persone non come un mezzo , ma come un fine'', di riconoscere la loro piena dignità e umanità. 

 

Appunto. Bravo, Olimpo.

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Saramandasama

Io vedo molta sessuofobia interiorizzata. Non potrebbe essere altrimenti in un paese dove il più ateo è un prete mancato, anche se non sa di esserlo!

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Qualche serata fa si discuteva sul perché le pratiche di libertinaggio o di sesso "estremo" siano in genere più comune tra i gay. Io come molti ho sempre pensato che derivi da una maggior apertura mentale ed esperienza dei gay verso il sesso [...]

Non sono affatto d'accordo.

Con nessuna delle premesse.

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Sul discorso della promiscuità, che i gay siano più promiscui forse è dovuto al fatto che forse tendenzialmente gli uomini sono più promiscui delle donne, e non è un problema di gay o etero...

 

Assolutamente d'accordo, sarà pure riduttivo ma è così. Vuoi per via della società che vuole le donne "caste" e che comunque predica il "si fa ma non si dice", l'uomo è sempre stato più libero di fare sesso e di dire che lo faceva, anzi, più partner riesce ad avere più è figo.

Certo è che forse AD OGGI tutte queste differenze vadano sempre più ad appianarsi...

 

Trovo tuttavia il thread interessante e per nulla banale, anzi capita spesso di fare di questi discorsi e, per quanto una risposta univoca non la si riesca a trovare, resta sempre affascinate indagare le dinamiche sociali!

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Secondo me l'idea che i gay siano più lascivi ha le sue radici nel periodo in fui omosessualità era sinonimo di perversione, lì uno che si trovava a vivere questo disagio faceva la fine di Marta Ajala, a forza di sentirsi chiamare pervertito lo diventava veramente. Al giorno d'oggi ciò non è più vero e gli etero ci marciano un bel po' sul fatto che "i ghei sono più libertini, noi no" e, sotto sotto, siamo tutti uguali! Una volta una mia amica mi ha fatto vedere le sue conversazioni nelle chat di incontri etero ed erano ben più oscene di quelle mie su grindr ahahha

 

 

Inviato dal mio ONE E1003 utilizzando Tapatalk

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Essere d'altronde non è apparire, ma è l'apparire che quasi sempre è fondamento del giudizio o meglio del pregiudizio.

Comunque, indipendentemente dalla verità dell'assunto che l'omoerotismo implichi per sé maggiore licenziosità dell'eteroerotismo, è chiaro che il giudizio d'immoralità, che ha stigmatizzato per millenni all'omoerotismo, ne ha favorito il pregiudizio di licenziosità molteplice, in forza del principio, peraltro non necessariamente vero, che colui, il quale rifiuta una regola morale importante per una certa temperie sociale e culturale, rifiuti o sia incline a rifiutare anche ogni qualsivoglia regola morale, non solo del tempo, della società e della cultura in cui vive, ma perfino quelle regole morali che per lo più si considerano comuni a tutti gli uomini di tutte le compagini sociali e di tutte le culture.

E poiché è pacifico che la regola morale che definisce gli atti sessuali leciti ed illeciti sia una regola importante in qualsiasi tempo, società e cultura, in quanto gli atti sessuali sono atti per loro natura generativi, è inevitabile che l'irregolarità morale in materia d'atti sessuali sia giudicata, se non prova, almeno indizio di rifiuto generale d'ogni regola morale comunemente accettata:
non per nulla non è rara l'opinione che l'omoerotismo sia l'anticamera, se non addirittura la camera, della violenza sugli impuberi, comunemente, anche se impropriamente, detta pedofilia.

Questi giudizi e pregiudizi dovrebbero peraltro essere ormai rifiutati dalla coscienza comune, che apparentemente accetta l'equiparazione tra omoerotismo ed eteroerotismo, almeno in ambito privato.

Credo tuttavia che, come ho già scritto nel mio primo post di questo thread:
"l'omoerotismo s'attiri i sospetti e le accuse di maggiore licenziosità per una sola ragione, perché non ha la virtù (ammesso e non concesso che sia una virtù....) di generare una sua prole comune".

Dubito che questa "vizio di carenza", peraltro connaturato al rapporto stesso omoerotico, potrà mai essere superato, non solo nel giudizio e nel pregiudizio altrui, ma anche nel nostro stesso giudizio e pregiudizio, com'è possibile arguire dalle moltiplici richieste o addirittura rivendicazioni di "genitorialità" delle omocoppie.

Ineffetti il solo modo di trasformare l'obbiettivo "vizio di carenza" in "virtù d'abbondanza" fu quello escogitato nella Grecia classica, quando il rapporto omoerotico era morale, anzi, più molto morale del rapporto eteroerotico, in quanto educativo dell'eromenos e migliorativo dell'erastes:
difficile pensare, almeno nella nostra cultura attuale...., ad una riproposizione d'una tale e superiore moralità.

Edited by Mario1944
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Che possibilità avrebbe di farsi una famiglia una ragazza - ma anche un ragazzo -

che avesse partecipato a orge, ma anche avessero solo fatto sesso a tre?

Cosa penserebbero i suoi figli se gliene giungesse voce?

 

...allora mi sa che frequento persone eterosessuali piuttosto avanti :D

 

Generalmente un periodo un po' "folle" nel sesso precede quello in cui si mette la testa a posto in vista di una vita di coppia etero "regolare", perciò Almadel non ha del tutto torto; credo che nel sesso così come in altre scelte che si fanno da ragazzi molto dipenda dall'educazione ricevuta, e pure dalla scelta di condurre una vita tutto sommato in linea con valori trasmessi dalla generazione precedente o, al contrario, li si rigetti e si voglia fare tutto l'opposto.

 

Io qualche esperienza avventurosa l'ho avuta, ma quelle soddisfacenti son state poche; quello che mi avrebbe eccitato davvero semmai sarebbe stato ottenere fedeltà da amanti un po' promiscui (volevo il ragazzo "un po' bastardo" addomesticato tutto per me per intenderci).

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La libertà sessuale oggi è un'ansia sociale quindi oppressione, l'unica vera libertà è non fare sesso, se ci si pensa le suore, ad esempio, sono donne libere, più delle prostitute, coercizzate dal mondo eterosessuale pornografico che tiene sotto scacco pure quello gay, una sua mera succursale.

Questa l'hai letta su Tempi, Avvenire o Notizie ProVita?
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Temo che il presupposto di questo thread nasca da un luogo comune e non da una realtà appurata: che il libertinaggio sia più diffuso tra i gay che tra gli etero è tutto da dimostrare, storicamente, socialmente, statisticamente. Il proseguire il discorso cercando di comprendere le cause di tale luogo comune è a sua volta privo di una base logica

aggiungiamoci la ormai acclarata sessuofobia bakkettona dell'opener (in specie lo schifo che prova all'idea del sesso frocesco) e il quadro è completo

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volevo il ragazzo "un po' bastardo" addomesticato tutto per me

L'ho vissuto anche io. E secondo me qui risiede un senso di inferiorità, perchè è insito nell'essere bastardo non venire addomesticato, quindi per me, quello era un desiderio masochistico.

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L'ho vissuto anche io. E secondo me qui risiede un senso di inferiorità, perchè è insito nell'essere bastardo non venire addomesticato, quindi per me, quello era un desiderio masochistico.

 

Già; attaccarsi morbosamente a persone emotivamente indisponibili è proprio concettualmente una fregatura.

Ora mi tengo alla larga da situazioni per così dire pericolose per il mio equilibrio...però non mi voglio ancora bene a sufficienza da cercare di instaurare una relazione con persone che pure vorrebbero conoscermi/interagire/rapportarsi con me.

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Già; attaccarsi morbosamente a persone emotivamente indisponibili è proprio concettualmente una fregatura.

Ora mi tengo alla larga da situazioni per così dire pericolose per il mio equilibrio...però non mi voglio ancora bene a sufficienza da cercare di instaurare una relazione con persone che pure vorrebbero conoscermi/interagire/rapportarsi con me.

E' qui che devi lavorare perchè il nodo è quella paura. Faccio una grande ipotesi poi potrei toppare alla grande. Se il problema sta in una sorta di complesso verso gli altri, evitando i soggetti più "pericolosi" elimini gran parte dei problemi ma ora devi impegnarti sul come relazionarsi in modo più equilibrato alla restante platea; anche chi cerca di conoscerti ha le sue debolezze e difetti solo che tu lo ignori o pensi che comunque il tuo difetto è più importante di quello dell'altro. Una buona reazione è conoscere, conoscere e conoscere ma senza fissare obiettivi troppo avanzati e pensando più a sapere chi c'è di fronte, piuttosto che preoccuparsi di nascondere un presunto difetto mortale (che toglie molte energie e possiblità alla mente). Impareremmo che in fin dei conti chi più chi meno ha i suoi problemi con cui combattere. E questo aiuta la tua autostima, che avrebbe un metro di paragone più ampio dei soli nostri pensieri/seghe mentali.

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