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La massa e' ragionante o istintiva ?


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la massa segue chi riesce a illudere meglio, prima prodi, poi l'illustre e celebre Berlusconi soggiogato dai magistrati e dalla sinistra mangione e infine.. renzi e i suoi sporchi 80€

siamo pecore di un cattivo pastore

Concordo  ; pure  in Romania  era cosi'  poi  il 24-12-1989   ci fu destituzione  e  condanna  a  morte  x  fucilazione  di Nicolae  Ceausescu     se  gli  Italiani  imparassero...........................................

Direi che il mito del buon selvaggio è caduto da tempo; oggi l'istintività e la spontaneità non sono benviste, prevale invece la ragione calcolatrice (per usare un termine di Hobbes), un ''egoismo beninteso''. 

Per scegliere un lavoro, per scegliere la partner o il partner di cui innamorarsi, per scegliere l'abito da indossare alla festa di compleanno o alla cena con il moroso, si fanno mille ''calcoli''. Se si agisse per istinto, si rischierebbe di sbagliare - e così ci insegna la società - saper ponderare bene le proprie decisioni, talvolta fino all'ossessività.

Trovo che, eccetto le ovvie burle di @Sampei o di loco, la cosa meno scontata l'abbia detta @Olimpo.

Perché è vero che la spontaneità gode di un certo discredito per chi ha più studiato, più letto, più conosciuto...

io credo che il senso comune non vada mai sottovalutato; tutti siamo capaci di sputare e di insultare (come se la colpa fosse sempre di altri), è che portare avanti progetti di vita coerenti col proprio idealismo è difficile.

 

Già parlare di "massa" significa gettare un po' di discredito, connotare un gruppo negativamente...il lemma "massa" non si abbina facilmente all'attributo "raziocinante", perciò la risposta mi pare un po' insita già nella domanda.

E pure ciascuno di noi (sempre non viva in una bolla iper-scientizzata) applica ad almeno qualche ambito della realtà un'interpretazione di prima mano.

NorwegianWood

La massa è un'entità astratta: non pensa, non ha un cervello. Le singole e concrete persone sì, anche quelle che lo usano male o preferiscono noleggiare quello degli altri. In fondo, parole come 'massa', 'popolo' e 'società' sono un paravento dietro il quale nascondere il fatto che qualunque decisione la prendiamo noi, individualmente, in un momento preciso. Tutto il resto è uno scaricabarile travestito da "legge del gregge".

Non è esattamente così, è più come dice @Schopy

 

Il problema è che il termine è così screditato e carico di

significati negativi, che ha perso ogni attitudine descrittiva

 

Non si può rinunciare con facilità al concetto di società di massa

perchè è un termine fondamentale in tutta la trattatistica storica sul

totalitarismo ( in particolare il tema del consenso al tiranno o alla

tirannide ) e si è d'accordo sul fatto che quei regimi vadano condannati

 

In effetti l'unico ad aver usato questo termine in modo forte ed anomalo

cioè in un senso anche positivo è stato Canetti come dice @Conrad65

ma non ha avuto decisamente successo, la parola è rimasta "impiccata"

al ruolo che gli è stato dato

 

Mentre - per dire - tutta la trattatistica antiglobalizzazione degli anni '90

( già archiviata e finita in soffitta ) significativamente sostituiva al termine

"massa" quello di "moltitudine" cioè volendo trovare un termine positivo

di resistenza al capitalismo etc si è sentita l'esigenza di usare una parola

nuova e diversa

 

 

oggi l'istintività e la spontaneità non sono benviste, prevale invece la ragione calcolatrice (per usare un termine di Hobbes), un ''egoismo beninteso''.  Per scegliere un lavoro, per scegliere la partner o il partner di cui innamorarsi, per scegliere l'abito da indossare alla festa di compleanno o alla cena con il moroso, si fanno mille ''calcoli''. Se si agisse per istinto, si rischierebbe di sbagliare - e così ci insegna la società - saper ponderare bene le proprie decisioni, talvolta fino all'ossessività.
Chapeau. 
NorwegianWood

Margareth Thatcher diceva che "la società non esiste: esistono uomini e donne, e famiglie". Non sono d'accordo: non esistono nemmeno le famiglie. Se non come concetto astratto e nome collettivo. Se poi il singolo tenda a ragionare per istinto, in base alle proprie convinzioni, secondo coscienza o seguendo il flusso, qualunque esso sia, questo non lo so.

quello che mi viene da dire è...

Cultura = Ragionante

Ignoranza = Istinto

 

In linea di massima una persona che ha più stimoli, lettura, informazione, ecc ha più strumenti che le permettono di ragionare, una persona ignorante a volte per quanto possa sforzarsi di capire è carente in certe basi.

Ovviamente il mio discorso non è da uniformarsi al 100% della popolazione, ma secondo me nella maggior parte dei casi è così.

Margaret Thatcher era decisamente individualista

 

Però ovviamente questo è un uso ideologico delle parole, che

descrive più le idee o la formazione culturale della persona che

le pronuncia, che un qualcosa di esterno ad essa

 

Molti gay - parlo ovviamente in generale - hanno validissimi motivi

per avere una opinione negativa di Famiglia e di Società e quindi figuriamoci

se possono avere una opinione positiva di "massa" ( che ha un significato

negativo anche per chi crede nella famiglia o nella società )

 

E però nel farlo dovrebbero anche riconoscere che la Famiglia e la Società

sono istituzioni che possono opprimere perchè sono Razionali, detengono un

Potere, non sono quella "massa" indistinta di soggetti passivi controllata dal dittatore

etc

 

Da qui dovrebbe derivare la necessità per i gay di essere una comunità capace

di ottenere lo statuto di minoranza, cioè i diritti e l'emancipazione ( questo dovrebbe

distinguere un gay dalla Thatcher che poteva essere individualista e conservatrice )

 

@gattosc71 quando associa "istinto"a massa,  esprime la paura per l'irrazionalità

della massa etc ha il tipico atteggiamento "romantico" ( proprio dell'individualismo romantico

borghese ) di fine ottocento

 

 

In linea di massima una persona che ha più stimoli, lettura, informazione, ecc ha più strumenti che le permettono di ragionare, una persona ignorante a volte per quanto possa sforzarsi di capire è carente in certe basi.

 

Il problema è che l'astrazione del calcolo razionale (il significato originario di ratio era appunto calcolo) non necessariamente guida le nostre azioni meglio, rispetto ai fini che ci siamo proposti, della concretezza dell'impulso istintivo, se non altro perché possiamo.... sbagliare i calcoli!

E d'altronde l'istinto è probabilmente l'accumulo dell'esperienza fatta dalla nostra specie umana e quindi dei calcoli fatti dai nostri antenati.

Il problema è che l'astrazione del calcolo razionale (il significato originario di ratio era appunto calcolo) non necessariamente guida le nostre azioni meglio, rispetto ai fini che ci siamo proposti, della concretezza dell'impulso istintivo, se non altro perché possiamo.... sbagliare i calcoli!

E d'altronde l'istinto è probabilmente l'accumulo dell'esperienza fatta dalla nostra specie umana e quindi dei calcoli fatti dai nostri antenati.

 

Concordo in pieno in quello che vuoi dire, però nel mio pensiero il fatto che tu apra la tua mente con la cultura (in tutti i sensi, dalla lettura, ai viaggio e a tutto ciò che ti arricchisce) ti può dare degli strumenti in più di comprensione. Poniamo ad esempio (in maniera molto astratta) che il cervello umano sia un computer (ovviamente con la differenza che il computer viene comandato, mentre il cervello si "auto-comanda"). Quindi abbiamo questo computer/cervello che è in grado di effettuare calcoli stratosferici e di eseguire determinate operazioni autonomamente senza il controllo di nessuno se non di se stesso (cosa che il nostro cervello fa). Adesso immaginiamo la cultura come i programmi che installi sul tuo pc, che ti permettono di eseguire operazioni aggiuntive, che di base  non potresti fare perché non hai il programma adatto per farlo. Il succo è che io non voglio dire che la cultura ti rende intelligente, ma ti da gli strumenti per utilizzare la tua "potenza di calcolo" per capire meglio quello che ti circonda e effettuare determinate operazioni; a patto che i calcoli siano corretti.

Edited by BeYou
NorwegianWood

Il problema è che l'astrazione del calcolo razionale (il significato originario di ratio era appunto calcolo) non necessariamente guida le nostre azioni meglio, rispetto ai fini che ci siamo proposti, della concretezza dell'impulso istintivo, se non altro perché possiamo.... sbagliare i calcoli!

E d'altronde l'istinto è probabilmente l'accumulo dell'esperienza fatta dalla nostra specie umana e quindi dei calcoli fatti dai nostri antenati.

Esattamente. ;) "Calculemus!" ("Calcoliamo!") si diceva una volta per dire "Ragioniamoci sopra!".

 

Aggiungo, per essere più chiaro rispetto a quanto ho scritto in precedenza, che non ho un'opinione negativa della massa in quanto tale né tanto meno del popolo e ancor più della famiglia (la mia, ad esempio, è una famiglia splendida). Semplicemente credo che 'massa', 'popolo' e 'famiglia' indichino ciascuno un particolare gruppo di persone, delle quali ciascuna pensa con la propria testa - facendosi più o meno influenzare dalle altre. Nessuno di questi gruppi è un organismo pensante grazie a un iper-cervello condiviso, a meno che non si dimostri il contrario o si tirino in ballo gli archetipi, il mondo delle idee platonico e la mente collettiva. Parliamo di massa, popolo, famiglia e - in definitiva - società per pura convenzione e comodità.

 

 

Nessuno di questi gruppi è un organismo pensante grazie a un iper-cervello condiviso,

 

Nessuno ha mai pensato una stupidaggine simile, questa è roba da star trek

 

Il punto è che tu stesso sei costretto a riconoscere che:

 

 

 

facendosi più o meno influenzare dalle altre

 

Con questo praticamente ti smentisci da solo

Il succo è che io non voglio dire che la cultura ti rende intelligente, ma ti da gli strumenti per utilizzare la tua "potenza di calcolo" per capire meglio quello che ti circonda e effettuare determinate operazioni; a patto che i calcoli siano corretti.

 

Certamente quante più nozioni abbiamo, tanto più dovremmo riuscire a capire meglio quello che ci circonda ed anche noi stessi, se non altro per una ragione comparativa.

Purtoppo però l'accumulo di nozioni non implica necessariamente una loro strutturazione adeguata all'interpretrazione della realtà, alla previsione degli eventi e quindi alla scelta di un modo di operare che ci permetta di conseguire i risultati che ci proponiamo.

Ma anche ammettendo che la strutturazione delle nozioni acquisite sia adeguata, rimane sempre il fatto che si tratta d'elaborazioni astratte fondate, se tutto va bene, il che è impossibile o quasi...., su una perfetta conoscenza degli eventi passati, che quindi per nulla ci assicura circa la correttezza delle previsioni che ne traiamo per il futuro.

Per ciò l'istinto, in quanto esito biologico dell'esperienza accumulata dai nostri antenati, non solo strettamente umani, in milioni d'anni, spesso coglie e sfrutta le possibilità reali, se non meglio, neppure peggio di molte sottili e complicate elucubrazioni razionali fondate su molteplici nozioni e conoscenze.

Fatto che volgarmente si esplicita con il proverbio:

contadini, scarpe grosse, cervello fino.

 

 

 

 

Semplicemente credo che 'massa', 'popolo' e 'famiglia' indichino ciascuno un particolare gruppo di persone, delle quali ciascuna pensa con la propria testa - facendosi più o meno influenzare dalle altre.

 

Il punctum dolens è proprio quanto sia l'influenza altrui a discapito del pensare con la nostra testa, il che per altro non implica che l'influenza altrui sopportata acriticamente sia sempre e necessariamente "mala".ed il nostro pensiero indipendente sempre e necessariamente buono....

Edited by Mario1944
NorwegianWood

Nessuno ha mai pensato una stupidaggine simile, questa è roba da star trek

 

Il punto è che tu stesso sei costretto a riconoscere che:

 

 

 

 

Con questo praticamente ti smentisci da solo

Se nessuno ha mai pensato qualcosa di simile, mi stupisce che il genere umano ragioni ancora in termini di società credendo che la società e non le singole persone pensino, sempre e comunque.

 

No, non mi sono smentito da solo. Se io mi lascio influenzare, sono in ogni caso io a pensare con la mia testa e a prendere per buono un ragionamento altrui. Non è qualcun altro a pensare al mio posto, ciò non può accadere perché sarebbe appunto fantascienza. Quindi dare la colpa alla società è un sistema decisamente comodo per non ammettere che siamo noi stessi a prendere una certa decisione per poi dare la colpa a non si sa bene chi dicendo che è la società a pensarla così. La società non pensa, è un'invenzione.

 

Comunque, concordo con Mario, punto per punto. Il che implica che due cervelli sono giunti alla medesima conclusione.

Edited by NorwegianWood

Quindi non esiste una società omofobica, cioè una società in cui le persone

vengono spinte da condizionamenti culturali, religiosi, morali ed istituzionali

a pensare che l'omosessualità sia qualcosa di sbagliato ed ad interagire socialmente

in modo tale che questo sia chiaro

 

Io non credo proprio tu possa arrivare a tanto

 

Che la Thatcher abbia pensato nel suo radicale conservatorismo che la società fosse

SOLO il capro espiatorio dei fannulloni, dei socialisti e dei falliti posso anche pensarlo

che tu possa avere come gay del 2016 la stessa idea della Thatcher, non riesco a capacitarmene

per me è qualcosa che dovresti istintivamente capire che è sbagliato o insufficiente

 

 

La società non pensa, è un'invenzione.

 

Be', questo non è vero:

certo non c'è un unum cogitans personificato, se non per opportunità retoriche o esplicative, ma il cumularsi negli anni o addirittura nei secoli d'un certo modo di pensare e di comportarsi comune in un gruppo sociale costruisce nei fatti una società che pensa e che si comporta omogeneamente.

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