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and the queer lion @ Venice 2016 goes to...


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l'impronunciabile Hjartasteinn (heartstone), dell'islandese Guðmundur Arnar Guðmundsson,

"per aver raccontato con estrema delicatezza il coming of age di due giovanissimi e fraterni amici, mostrando le difficoltà di accettare sentimenti e passioni omosessuali. Per la rappresentazione efficace del conflitto interiore che separa e poi riunisce i due protagonisti, ambientando questa straordinaria storia in un contesto naturale tanto bello quando duro e crudele".

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La scheda sinossi recita: "in un piccolo villaggio islandese di pescatori, gli adolescenti Thor e Christian vivono un’estate turbolenta: mentre il primo cerca di conquistare il cuore di una ragazza, l’altro scopre nuove emozioni nella complicità tra maschi. Quando l’estate finisce e l’aspra natura dell’Islanda riprende il sopravvento viene il tempo di lasciare il mondo dei giochi per affrontare la brutalità dell’età adulta".

 

Ebbene sì, l'ho visto, mi pare una settimanella fa (si perde letteralmente il conto dei giorni dentro sto frullatore!),

e questa è la recensione che vergai.

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In un isolato villaggio di pescatori lontano da Reykjavik seguiamo da vicino gli svaghi estivi di due inseparabili amici, Thor e Christian, tra tecniche di pesca improvvisate, partite al campetto con gli amici e tempo passato sfasciando vecchie auto in un deposito abbandonato.

Ma i protagonisti del film sono gli amori adolescenziali e la scoperta di sé: in un’Islanda in cui le possibilità di evasione sono minime, i ragazzi crescono in fretta e si dilettano con le pratiche sessuali sin da giovanissimi.

Quando i due compari conoscono ed entrano in sintonia con le amiche coetanee Beth e Anna, si stravolgerà il loro rapporto: se Thor è ansioso di perdere la verginità con Beth, Christian, vedendo l'amico che quasi si disinteressa di lui (preso com'è da questa nuova.. scoperta), capisce di provare per lui una forte attrazione, che farà sempre più fatica a reprimere.

 

Il regista riesce ad affrontare senza retorica un tema così complesso come l'omosessualità adolescente che cerca una sua identità. L’esperienza autobiografica del regista, che in qualche modo è simile a quella raccontata nel film, gli ha permesso di rappresentare una toccante storia con leggerezza e precisione.

L’amore di Thor e Christian corre su binari paralleli e il film riesce a far brillare il sentimento di Christian per Thor, che quasi appanna quello di quest’ultimo per Beth, lasciandoci a intendere che, ridotti ai minimi termini i due poli dell’attrazione, l’Amore non conosce orientamenti sessuali ma solo l’intensità del sentimento.

 

I genitori sono quasi assenti e quando partecipano alla vita dei figli si impongono come modelli negativi: la madre di Thor non ha alcuna autorità in casa e dimostra di non sapere nulla della vita del figlio e delle sue sorelle, che troppe volte cercheranno di far da vice madri per il fratello.

 

Si segnala per delicatezza l’eccellente uso di una fotografia che rende eterei i paesaggi islandesi ma allo stesso tempo testimonia la lotta quotidiana dei suoi abitanti contro l’isolamento.

 

La conclusione del film è lacerante.

L’estate lascerà il posto al lunghissimo inverno polare e la neve del finale cancellerà le ultime tracce della spensieratezza perduta, per accoglierli nella cruda realtà del mondo adulto

 

sito del film http://www.heartstone-thefilm.com/

-nel press kit non c'era il link al trailer; non ho googleato per vedere se esista o meno-

Edited by freedog
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https://www.gay-forum.it/topic/33535-and-the-queer-lion-venice-2016-goes-to/
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La giuria del QL non ha stroncato il nuovo film di Muccino, dunque dubito che sia portatore di strisciante omofobia. Per la precisione: "Infine abbiamo discusso per un minuto di Muccino: L’estate addosso va visto per quello che è, risulta fatto per il pubblico, relativamente onesto ma si perde nell’ultima mezz’ora”

Fonte: http://www.gay.it/cinema-gay/news/venezia-73-queer-lion-heartstone

addirittura un minuto?

in realtà molto meno: il tempo di una mezza risatina e di un'alzata di spalle...

 

cmq è vero: Muccino non è stato stroncato, ma semplicemente ignorato

-che forse è anche peggio-

Edited by freedog
mirtillamirtilla

Ho visto il film islandese e mi è rimasto nel cuore per la sua delicata crudezza, anche se l'ho visto con occhi esterni. Avrei assegnato il premio Mastroianni (attore emergente) ex aequo al biondino che interpreta Christian e al protagonista di Home

 

Per quanto riguarda quello di Muccino, pensavo peggio, che scadesse facilmente nel più brutto dei luoghi comuni (però il mio è sempre una visione esterna)

 

Se siete aggiornati vi pregherei di farmi sapere se il film islandese sarà distribuito in Italia.

 

P.S. ho visto più di qualche volta in giro per la mostra due accreditati "queer lion award" a Venezia, chissà se si trattava di due forumini :)

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