Rotwang Posted October 20, 2016 Share Posted October 20, 2016 (edited) Quirky Nel 1972, l’esperto di comportamento animale John Calhoun costruì una specie di paradiso terrestre per topi, con gabbie confortevoli e cibo illimitato. In questo ambiente vennero introdotti 8 topi, 4 coppie di maschi e femmine. Universo 25 era un’enorme gabbia, concepita per essere la perfetta utopia di un roditore. Era diviso in alcuni “quartieri principali”, con locali distribuiti su diversi piani, e il cibo era abbondante e disponibile ogni volta che i topi l’avessero richiesto. Dopo 104 giorni, i roditori avevano familiarizzato con l’ambiente e iniziato a riprodursi. Nel confortevole ambiente di Universo 25, la popolazione cresceva esponenzialmente, raddoppiando ogni 55 giorni. Questi furono i tempi d’oro, in cui la colonia prosperava. Le gabbie erano divise in un totale di 256 locali, ognuno capace di ospitare 15 topi. Il cibo e l’acqua erano abbondanti, e l’universo veniva pulito ogni mese per garantire l’igiene. Non esistevano predatori, la temperatura era costante, e i topi erano stati scelti da membri di un’élite genetica poco soggetta a disturbi o malattie. Insomma, un vero e proprio paradiso: ma l’idillio non era destinato a durare. Quindi cosa avvenne esattamente, dentro Universo 25? Dopo il giorno 315, la crescita della popolazione iniziò a rallentare. Più di 600 topi vivevano ora nella gabbia, costantemente a stretto contatto dei loro simili, mentre si spostavano tra un piano e l’altro per mangiare, bere e dormire. I roditori si trovarono presto in un mondo sempre più affollato, in cui c’erano molti più individui che ruoli sociali da interpretare. A causa dell’abbondanza di topi, i maschi iniziarono a rinunciare alla difesa dei propri spazi. Il normale corso della società dei roditori, con i suoi ruoli, venne disturbato; essi non erano più in grado di formare legami sociali efficaci. I topi più isolati dal punto di vista sociale iniziarono a concentrarsi in determinati spazi, e ad attaccarsi tra loro. Gli episodi di violenza e la mortalità iniziarono a crescere, e addirittura le madri cominciarono ad attaccare la prole. Un particolare gruppo di topi maschi, chiamato da Calhoun “i più belli”, si richiuse in uno splendido isolamento, smettendo di combattere o cercare di accoppiarsi, limitandosi a mangiare, dormire, e coccolarsi tra loro. In qualunque altra parte di Universo 25, invece, imperavano violenza, cannibalismo e pansessualità. La società dei roditori era letteralmente collassata su se stessa. Al giorno 560, la popolazione aveva raggiunto i 2200 topi e la crescita era cessata. Dopo il giorno 600, le gravidanze diventarono ridottissime e i piccoli capaci di sopravvivere tendenti allo zero. La popolazione aveva smesso di riprodursi, e la strada verso l’estinzione era chiara, secondo Calhoun. I topi avevano perso la capacità di crescere di numero, a causa soprattutto di fattori sociali (il gruppo dei “più belli” si rifiutava ormai completamente di riprodursi). Questa formula si applica ai topi, ma potrebbe essere lo stesso per gli esseri umani? Per Calhoun, non ci sono dubbi. Non importa quanto avanzati possiamo considerarci, una volta che il numero di individui arrivasse a superare di gran lunga il numero di ruoli sociali disponibili, seguirebbe soltanto la distruzione della società e il prevalere della violenza. Secondo Calhoun, se la società umana continuasse a crescere indefinitamente, soccomberebbe verso il nichilismo totale e il collasso, causando l’estinzione della specie. Edited October 20, 2016 by Rotwang Quote Link to comment Share on other sites More sharing options...
LocoEmotivo Posted October 20, 2016 Share Posted October 20, 2016 Ecco perché colonizzeremo lo spazio. Quote Link to comment Share on other sites More sharing options...
paperino Posted October 20, 2016 Share Posted October 20, 2016 Secondo Calhoun, se la società umana continuasse a crescere indefinitamente, soccomberebbe verso il nichilismo totale e il collasso, causando l’estinzione della specie. Ma non è vero. Calhoun era ottimista: considerava l'uomo un animale positivo e credeva che con la creatività e pianificando l'ambiente potesse superare i propri problemi, compresa la sovrappopolazione. Esortava a superare i limiti del pianeta Terra e promuoveva la colonizzazione dello spazio. Sono stato altri a interpretare le sue ricerche in chiave pessimista. Quote Link to comment Share on other sites More sharing options...
Almadel Posted October 21, 2016 Share Posted October 21, 2016 Non ho capito come finisca l'esperimento? Si sono estitinti tutti i topi alla fine? Quote Link to comment Share on other sites More sharing options...
paperino Posted October 21, 2016 Share Posted October 21, 2016 (edited) Sì e no. Dopo aver raggiunto un picco di circa 2200 individui la popolazione ha continuato inesorabilmente a calare. Ma, anche mentre i numeri tornavano a quelli presenti all'inizio dell'esperimento, la crescita non è mai ricominciata: pochissime gravidanze e pochissimi giovani. Pare che i topi ancora in grado di procreare non avessero più le abilità sociali per farlo: mangiavano, dormivano e si pulivano, non mostravano interesse a fare sesso. Le poche femmine che partorivano poi non si curavano della prole, anche abbandonandola, con tassi di mortalità dei piccoli che, nei vari esperimenti, hanno raggiunto addirittura picchi del 96%. Anche se, in effetti, parrebbe che Calhoun abbia interrotto questo specifico esperimento (ma non altri simili con numeri più piccoli) prima dell'effettiva estinzione, dopo aver decretato la società formatasi come irrecuperabile. Edited October 21, 2016 by paperino Quote Link to comment Share on other sites More sharing options...
Shell Posted October 21, 2016 Share Posted October 21, 2016 Un particolare gruppo di topi maschi, chiamato da Calhoun “i più belli”, si richiuse in uno splendido isolamento, smettendo di combattere o cercare di accoppiarsi, limitandosi a mangiare, dormire, e coccolarsi tra loro. Scritta così è oro Quote Link to comment Share on other sites More sharing options...
Almadel Posted October 21, 2016 Share Posted October 21, 2016 Questo spiega il paradosso di Fermi: siamo soli nella galassia perché le specie intelligenti si estinguono prima di raggiungere le stelle. Quote Link to comment Share on other sites More sharing options...
paperino Posted October 21, 2016 Share Posted October 21, 2016 Mi sembra un'interpretazione un po' estrema. :) Quote Link to comment Share on other sites More sharing options...
Almadel Posted October 21, 2016 Share Posted October 21, 2016 L'interpretazione sarebbe questa http://www.quirkyita.com/index.php/2016/10/16/brian-cox-ha-una-teoria-sul-perche-non-abbiamo-trovato-traccia-di-alieni-ed-e-scioccante/ Quote Link to comment Share on other sites More sharing options...
Capricorno57 Posted October 21, 2016 Share Posted October 21, 2016 (edited) siamo soli nella galassia anche perchè, o qualche civiltà risolve il problema della velocità di un viaggio intersiderale, o trova il modo di viaggiare nel tempo, o nisba. La nostra galassia ha un diametro da 100.000 anni luce... Le galassie distano tra loro da 3000 a 300.000 anni luce.. E sembra che l'Universo osservabile, contenenti 100 miliardi di galassie, abbia un diametro di 27 miliardi di anni luce. Sogni a parte, restando tranquilli nel nostro soleggiato Sistema Solare, se non faremo la fine dei topi troveremo sistemazioni e materie prime, acqua compresa, in quantità oggi appena immaginabili. Edited October 21, 2016 by Capricorno57 Quote Link to comment Share on other sites More sharing options...
paperino Posted October 21, 2016 Share Posted October 21, 2016 (edited) L'interpretazione sarebbe questa Guarda, non sono d'accordo né con l'uso della ricerca di Calhoun per fare previsioni pessimistiche sul futuro dell'umanità, né con la visione di Cox, che mi sembra il trionfo dell'antropocentrismo: pensare che tutte le civiltà intelligenti debbano essere come quella umana. È vero che la breve durata di una specie (un milione d'anni per i vertebrati sulla Terra, in media) riduce di molto le possibilità di "incrociarsi", insieme a tutta una serie di altre ragioni che riguardano le distanze nell'universo, la limitatissima area di diffusione dei messaggi inviati, e altri fattori che considerati nel loro insieme rispondono alla domanda: "Se c'è vita intelligente nell'universo, perché non ne abbiamo notizie?" Però non sono d'accordo con questa idea che ciò accada perché tutte le civiltà intelligenti, raggiunto un certo livello di sviluppo scientifico-tecnologico sono condannate ad autodistruggersi anzitempo. Edited October 21, 2016 by paperino Quote Link to comment Share on other sites More sharing options...
Hinzelmann Posted October 21, 2016 Share Posted October 21, 2016 Beh ma non vivrei la cosa come una "condanna" Tutto ha un inizio ed una fine E' nell'ordine naturale delle cose Quote Link to comment Share on other sites More sharing options...
paperino Posted October 21, 2016 Share Posted October 21, 2016 Autodistruzione ≠ Estinzione Poi che l'uomo si estinguerà, così come, a lunghissimo termine, tutta la vita nell'universo, è ovvio. Quote Link to comment Share on other sites More sharing options...
Capricorno57 Posted October 21, 2016 Share Posted October 21, 2016 si estinguerà, così come .. tutta la vita nell'universo, è ovvio ni, no.. mi sa che la vita è... un meccanismo elettrochimico.. assai diffuso. Salvo che mettiamo un termine all'universo medesimo. Quote Link to comment Share on other sites More sharing options...
paperino Posted October 21, 2016 Share Posted October 21, 2016 L'universo continuerà a espandersi sempre più velocemente. Probabilmente col tempo finirà i gas necessari a formare nuove stelle e quelle esistenti termineranno il carburante necessario ad alimentare i processi di fusione spegnendosi. Resteranno solo buchi neri, ma nel tempo anche questi evaporeranno, lasciando l'universo freddo e vuoto. Questa sarà la morte termica dell'universo. Quote Link to comment Share on other sites More sharing options...
Capricorno57 Posted October 21, 2016 Share Posted October 21, 2016 lasciando l'universo freddo e vuoto ..ma riscaldando e riempendo l'universo a fianco.. Quote Link to comment Share on other sites More sharing options...
Hinzelmann Posted October 21, 2016 Share Posted October 21, 2016 Autodistruzione ≠ Estinzione Beh è chiaro che non è che i topi abbiano deciso di distruggersi hanno appreso che gli conveniva non riprodursi per sopravvivere e poi non sono riusciti ad invertire il corso degli eventi La stessa cosa può avvenire a noi, basta che non capiamo che non conviene tagliare più alberi perchè impiegano troppo tempo a ricrescere o allevare troppi animali coinfidando in annate favorevole che potrebbero non ripetersi etc Tutte cose che hanno già condannato all'estinzione: i vichinghi della Groenlandia, gli abitanti dell'isola di Pasqua etc Certo su scala mondiale dobbiamo essere in molti a non capire qualcosa ma può sempre avvenire, anzi nel caso di comunità isolate che vivevano in ambienti ristretti è già avvenuto, è storia Quote Link to comment Share on other sites More sharing options...
paperino Posted October 21, 2016 Share Posted October 21, 2016 (edited) Io rispondevo ad @Almadel che aveva linkato un articolo in cui un famoso divulgatore (poco) scientifico inglese (Wonders of the Universe, consigliato, nonostante diverse imprecisioni è molto evocativo) sosteneva: “Una delle soluzioni al paradosso di Fermi è il fatto che non sia possibile sopravvivere a lungo per una civiltà che ha il potere di distruggere sé stessa, a causa dell’impossibilità di collaborazione politica a livello globale.” Per quanto riguarda l'esperimento dei topi, bisognerebbe intanto capire se il modello scelto è adatto a rappresentare il fenomeno che vogliamo studiare. ..ma riscaldando e riempendo l'universo a fianco.. Uhm... Per carità, non si può escludere, ma sono teorie ancora neonate, diciamo. Edited October 21, 2016 by paperino Quote Link to comment Share on other sites More sharing options...
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