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Il nostro rapporto con la religione


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Semplicemente sono dei Cattolici che abbracciano

il Buddismo come religione personale e quindi gli

danno questo "taglio" ( tolgono al buddismo tutto ciò

che lo avvicinerebbe alla religiosità sociale cristiana

che hanno respinto )

Questa è una generalizzazione, che empiricamente direi sbagliata. Quando parlo di tanta gente che si professa buddhista conoscendo solo una piccola parte della religione intendo altro.

 

Tra l'altro, quali sarebbero gli aspetti simili alla religiosità sociale cristiana nel buddhismo su cui queste persone glisserebbero?

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Questa è una generalizzazione, che empiricamente direi sbagliata

 

Può essere

 

D'altronde non vedo come potrei esprimere un giudizio

se non generalizzando

 

Suppongo lo faccia anche tu, quando dici che intendi dire altro

anzi sarebbe opportuno che tu lo dicessi, per capirsi

 

Può essere che la tua idea sia più convincente, beninteso

Tra l'altro, quali sarebbero gli aspetti simili alla religiosità sociale cristiana nel buddhismo su cui queste persone glisserebbero?

 

http://dangerousminds.net/comments/the_unhappiest_place_on_earth_grisly_images_from_thailands_hell_garden

Dipende dalla definizione che diamo alla parola religione: se la riteniamo la fede in un essere supremo cui rivolgersi per avere perdono, sicurezza, favori, ecc. si potrebbe dire che il buddhismo non è una religione. Ma è una definizione ristretta.

 

Non ho mai praticato il buddhismo, ne ho studiato le linee "teoriche" anni fa...

a me non pare sufficiente l'aspetto rituale per poter parlare di religione o religiosità...sarò io di vedute ristrette :D

 

La mia idea di religione è ancora legata a quell'ipotesi filologica secondo cui il termine deriverebbe da religare

(e che rimanda quindi al legame colla divinità)...ecco, in questo senso nemmeno il Buddhismo del Grande veicolo mi pare una religione.

 

 

No Demò. Sono teorie post-colonialiste, nate a fine anni '50, profondamente politicizzate per svariate ragioni.

 

 

La discussione è sbilanciata dal fatto che non ho la più pallida idea dell'argomento di cui stiamo parlando. Se però mi vieni a raccontare che esiste un certo filone a metà tra la teologia, antropologia e filosofia che sostiene od ha sostenuto che solo i cristiani hanno maturato l'idea di fede, mentre le altre popolazioni sono rimaste ferme alla pax deorum, non avendo assolutamente voglia di approfondire e non potendo accettare di leggere una simile stronzata, dirò che la giustificazione teorica potrà essere ora nell'approccio marxista ora in qualche cosa d'altro, ma resta e rimane un'idea eurocentrica molto razzista e, mi pare, piuttosto indimostrabile, se non attraverso uno sproloquio di termini atti a confondere il possibile lettore

 

 

a me non pare sufficiente l'aspetto rituale per poter parlare di religione o religiosità

 

Per me la differenza tra religione e spiritualità risiede tutta nel Masochismo.

Se un sistema di valori presuppone che l'astinenza sessuale, l'astemia, il farsi dei tagli sul corpo,

il recidere un prepuzio, il farsi mangiare dai leoni, il farsi esplodere su un autobus, il digiunare,

l'imparare a memoria qualcosa di noioso, il non dormire, il tuatuarsi qualcosa adosso...

ebbene allora questo sistema di valori è una religione.

La definizione di religione dipende dalla prospettiva con cui si guarda la religione.

 

Da una prospettiva esterna e' un insieme di regole comportamentali piu' divinita' varie che non esistono per chi sta fuori dalla religione.

 

Da una prospettiva di chi sta dentro la religione la loro regligiome spiega il mondo creato dalle loro divinita' a cui fanno dei riti vari.

Edited by marco7

Beh però il discorso può essere rovesciato, sicuramente

per riprendere il filo sulla religione personale, è un approccio

alla spiritualità che favorisce il Buddismo zen rispetto ad altre

scuole

 

E però il Buddismo zen ha determinato in Giappone, applicato

alla casta militare dei Samurai, una mistica della morte:

 

"La meditazione sulla certezza della morte deve essere

praticata tutti i giorni. Ogni mattina in profondo raccoglimento

del corpo e della mente devi immaginarti di essere fatto a pezzi

da frecce, fucilate, lance e spade, oppure di venir travolto dalle

onde, di trovarti in mezzo ad un vasto incendio, di essere colpito

da un fulmine"

Saramandasama

Ma prima di parlare di buddismo approfondirei un po'. Basti pensare che grande parte dei testi antichi buddhisti furono distrutti dall'invasione araba in India, e molti testi sono sopravissuti solo in lingua tibetana, perché i buddhisti dovettero ripiegare in Tibet per scampare alle persecuzioni islamiche. Quindi anche i più esperti buddologi, conoscitori del sanscrito, senza la conoscenza del tibetano( lingua estremamente difficile) non possono dirsi veramente esperti della materia, a livello accademico almeno, quindi figuriamoci.. Molti testi nemmeno si trovano in italiano.

La devozione e la ritualistica di alcune scuole buddhiste antiche è molto simile a quella cristiana. Nella pittura di alcuni periodi si trovano ascensioni del buddha, la madre del buddha che piange la sua morte, i bodhisattva che accompagnano buddha nei vari paradisi ecc..

Bisognerebbe avere il quadro di insieme un po' più completo prima di parlare di argomenti messi in mezzo alla ca**o di dog senza averne una reale conoscenza, o una conoscenza approssimativa. Perché ad es. se parliamo di zen giapponese, anche un buddologo indologo conoscitore solo della cultura indiana e tibetana potrebbe dire cazzate in merito agli sviluppi specifici ed evoluzione di tale pratica religiosa in terra nipponica.

Edited by Salamandro
Interessante, ma si tratta di una idea formatasi nel locale adattamento del buddhismo e non presente nelle scuole buddhiste che si stanno diffondendo in occidente. Non è un buon esempio di un qualcosa su cui gli occidentali glissano: semplicemente non è ciò che pensano le scuole cui fanno riferimento (anzi).

 

sarebbe opportuno che tu lo dicessi

L'ho già detto: conoscono solo una piccola parte di ciò che costituisce il buddhismo. Molti si approcciano a questa religione in modo fideistico, senza ragionare, e considerano i maestri come dei guru o dei santoni, aspettandosi da loro la frasetta che ti cambia la vita o un qualcosa che risolve i problemi.

 

Ma prima di parlare di buddismo approfondirei un po'.

Il post è un po' impreciso, ma a parte ciò non ho capito quale sia la tua tesi.

 

E però il Buddismo zen ha determinato in Giappone, applicato

alla casta militare dei Samurai, una mistica della morte

Tema tipicamente buddhista e diffuso in molte scuole. Quindi?

 

non ho la più pallida idea dell'argomento di cui stiamo parlando.

Hai guadagnato millemila punti nella mia classifica per averlo ammesso. Uno dei pochi.

 

Perché tu compi l'errore di assimilare le religioni rivelate alle altre.

In che senso?

L'ho già detto: conoscono solo una piccola parte di ciò che costituisce il buddhismo.

 

Se è per questo si limitano anche al Catechismo rispetto

alla Bibbia, solo che non è che capiti per caso

 

Io non credo affatto sia possibile dire che il buddismo è in un

certo modo solo per ignoranza, ci saranno delle scuole che lo

insegnano ci sarà un modo di insegnarlo adattato alla nostra cultura

ed alle nostre esigenze etc

 

Poi può essere che sbaglio, ma veramente vogliamo pensare ad un risultato

finale del tutto casuale?

 

Tema tipicamente buddhista e diffuso in molte scuole. Quindi?

 

Si parlava di spiritualità e masochismo, no?

 

Cosa c'è di più masochista dell'etica del Samurai

eppure depurato il buddismo zen dall'uso militar

fascista che ha avuto in Giappone, è diventato il

Buddismo di maggior successo in Italia, anche per

i gay inquieti in cerca di nuova spiritualità.

 

Se parliamo però di persone che si fanno esplodere

sugli autobus, anche per associazione con la parola

kamikaze, diventa ineludibile il fatto che l'Etica del Samurai

è il frutto di una elaborazione della teologia e delle pratiche

rituali buddiste

 

Uno shintoista al più, prima di una battaglia può fare delle offerte

propiziatorie al Tempio dello spirito della Guerra

 

E' il Buddismo quindi che - applicato ad una casta militare e ad una

certa società - produce un certo esisto

ma veramente vogliamo pensare ad un risultato finale del tutto casuale?

Non ho capito.

 

 

 

Se parliamo però di persone che si fanno esplodere

sugli autobus, anche per associazione con la parola

kamikaze, diventa ineludibile il fatto che l'Etica del Samurai

è il frutto di una elaborazione della teologia e delle pratiche

rituali buddiste

Anche qui, non capisco cosa cerchi di dire. A parte che non mi risulta che i samurai andassero in giro a fare i kamikaze (ma potrei sbagliarmi perché li conosco poco), né vedo masochismo nella contemplazione della morte.

 

Mi pare di intuire che tu stia facendo un discorso sull'abuso della religione e sul proselitismo, ma non riesco a metterlo a fuoco, potresti esplicitare meglio le tue tesi, per favore?

''Ho litigato con Dio, sono ateo'' - dissi una volta ad una persona che mi chiese che rapporto avessi con la religione e nello specifico con quella cattolica. Ricordo che mi fece un sorriso bonario. Litigo con tutti alla fine e Dio non può che esserne esente. Sono stato educato fin da piccolo alla religione cristiana, ho fatto il nido, l'asilo, le elementari e le scuole medie in scuole dirette da preti e suore, dove, dopo il saluto all'insegnante e prima dell'appello si recitava il Padre Nostro. Sono stato battezzato, ho preso la comunione ma non la cresima. Ho servito messa come chirichetto per diverso tempo e c'è mancato poco che prendessi la strada verso il seminario. Non so' come sarebbe stata la mia vita se non avessi incontrato quel prete che ammiravo molto, era coerenza, gioia di vivere e al contrario di tutti i preti che ho conosciuto faceva delle messe straordinarie e abbastanza rivoluzionarie. Ricordo che appena partiva la celebrazione della messa con il ripetere a memoria (senza capire cosa si recitasse e con il tono a funerale) delle preghiere nella classica liturgia, con il suo vocione interveniva per dare tono di vitalità alla celebrazione della messa (poteva fare solo quello perché avrebbe fatto una brutta fine). Fosse stato per lui, avrebbe messo musica tipo Big Band o a seconda dell'orario liturgico la musica allegra più adatta ai fedeli. Ricordo che la sua tunica era piena di colori. Ero affascinato da lui e dal suo modo di vivere stando vicino ai più deboli, ma sempre con il sorriso. Sapeva quando e cosa dire anche alla testa più malandata del mondo. Era un periodo in cui ricordo di avere avuto un forte dialogo interno con Dio. Certo mi rendevo conto di sfiorare la nevrosi, ma un dialogo di cui ero perfettamente a conoscenza. Credo che fosse la fase più alta della mio rapporto con la religione. Mi ero aperto con lui in confessione e non solo, esprimendo che avrei voluto intraprendere la strada del seminario studiando teologia e diventare prete. Lui invece mi bloccò o meglio non era sua intenzione bloccarmi ma mi disse : '' Vieni 4 mesi in parrocchia, fai un po' di vita dedicando per quei 4 mesi tutto te stesso e poi ne riparliamo ''. Inutile dire che non ci tentai neanche, dovevo anche andare dalle parti di Verona ma non era certo la distanza ad impedirmi la cosa. Non rividi più quel prete che, ricordo solo ora viaggiava non con la tonaca classica, ma con delle camice da impiegato normalissime con la sola differenza del collarino. Dopo quella parentesi si sono susseguiti diversi episodi brutti. L'università che non riuscivo a terminare, avevo sempre più segnali che ero omosessuale (ma non li volevo accettare), il cancro di mia Madre, l'abbandono di mio padre per poi tornare, il tradimento di mio padre con la complicità di mia nonna, mio nonno materno, fregato dalla sua convivente dopo 20 anni di unione (non cattolica) per sbatterlo fuori di casa al primo segnale della sua decadenza fisica e praticamente lasciato solo in una casa ospizio. Un nonno straordinario al quale sono stato accanto fino alla fine, e l'ultima volta che lo salutai sapevo che sarebbe stata l'ultima. Un nonno straordinario che non sapeva chi fosse sua madre, ha vissuto tra un orfanotrofio all'altro, fece la guerra in Libia per poi tornare dopo essere stato prigioniero degli americani in Italia e farsi da Napoli fino a Venaria praticamente a piedi per riconciliarsi con mia nonna che morì dopo 15 giorni dalla mia nascita. Non sono stati solo questi eventi, ma piano piano a furia di pregare e non sentendo quel dialogo che avevo positivo alla Don Camillo per intenderci era sparito, e al posto delle preghiere il dialogo era a senso unico chiedendo solo '' perchè ''. Perché mi meritassi quella sofferenza anche psichica e non solo, ricordo che trasformai quel senso di sofferenza, paragonandolo alla sofferenza di Cristo ma non bastava. Piano piano ho sgretolato tutto e pur nutrendo ancora rispetto per la religione cattolica (le altre le conosco poco da Scientology, alle 38.000 declinazioni cristiane fino a quelle islamiche, buddiste ecc....). Personalmente penso che se un essere umano trova giovamento anche nel credere ad una lampada accesa finché non nuoce alle persone per me va bene, e ancora oggi quando per qualcosa o per uno sfogo vorrei bestemmiare non ce la faccio perché so' di far del torto a chi ci crede. Inutile dire che quel dialogo è sparito del tutto, non prego sia nei momenti felici che in quelli di bisogno, non mi avvicino ad una chiesa autonomamente da diverso tempo e quando per forza di cose lo devo fare (matrimoni, battesimi e funerali) guardo i visi dellle altre persone e spesso mi appare più chiaro che la mia personalissima convinzione che Dio non esiste. Forse abbiamo talmente paura che dopo ci sia il nulla, che dobbiamo credere in qualcosa, anche ad un ulivo convinto ancora che possa fiorire. Non mi spaventa la morte (la sofferenza fisica si`), finisce...game over, è come dormire e non esserne consapevoli. Ma un pensiero spesso ancora mi frulla in testa ....perché? cosa ti ho fatto di male (la paraboletta delle orme sulla spiaggia con Gesu' che mi porta in braccio, se la possano risparmiare). Il cuore si è chiuso ed è diventato di pietra e accetto la solitudine che mi sono creato.

Edited by Andy42

 

 

Non ho capito.

 

Il Buddismo in Italia è una realtà con associazioni riconosciute dal 1985

templi scuole maestri che insegnano un certo tipo di buddismo, in un certo

modo

 

Certo molti buddisti praticanti saranno inconsapevoli di tutte le premesse

culturali, teologiche etc ma questo non può impedirci di analizzare il fenomeno

altrimenti lo stesso metro andrebbe applicato ad ogni culto

 

 

 

Mi pare di intuire che tu stia facendo un discorso sull'abuso della religione e sul proselitismo

 

No

 

Ho semplicemente detto che il Buddismo in Giappone ha prodotto l'Etica

dei Samurai ed una Mistica della Morte

 

L'ultimo "samurai" Mishima farà suicidio dopo la guerra, ma è una tradizione già morta

con la morte dei kamikaze e la sconfitta durante la seconda guerra mondiale

 

Quindi la distinzione fra spiritualità ( che fa stare bene ) e religione ( masochistica )

non è così semplice perchè in contesti sociali diversi può produrre diversi esiti

Saramandasama

La tesi è che persino illustri buddologi che leggono testi in lingua originale non ci capiscono molto in ottica comparata e difficilmente riescono a mettere insieme i pezzi. Poi ci sono gli storici delle religioni che se va bene conoscono l'inglese. Sfortunatamente però molto materiale sul buddismo giapponese ad es., a parte qualcosa, su cui i vari tuttologi del buddhismo si fanno esperti, è in lingua giapponese. Basti pensare che i corsi magistrali che trattano di religioni giapponesi sono basati su traduzioni di testi in lingua. Sono studi molto specifici e per il livello di difficoltà poco accessibili.

Quindi anche i ricercatori della materia saranno esperti di un determinato tipo di buddhismo, ma avranno una conoscenza superficiale di un altro.

Figuriamoci chi parla da una prospettiva non accademica..

E parla di buddhismo in termini comparati non avendo nemmeno dato un esame di storia e civiltà dell'estremo oriente.

Buona tuttologia comparata!

In che senso?

Nel senso che io potrei anche definirmi un taoista, ma secondo gli standard folli delle religioni rivelate il taoismo non è una religione: non divide il mondo in buoni e cattivi (generalmente fedeli/infedeli), non afferma di essere stato ispirato dall'alto (direttamente da dio secondo il tramite di Mosé o Cristo o il Profeta) e, soprattutto, non sostiene di avere la ragione in tasca.

Capisco che possono essere cose difficili da concepire per noi che siamo abituati a due millenni di pastoie ma un tempo, a parte uno sparuto gruppo di fondamentalisti inside che viveva in Palestina, il paradigma delle religioni in carica era proprio questo qui.

Certo molti buddisti praticanti saranno inconsapevoli di tutte le premesse

culturali, teologiche etc

Teologiche non ci sono, ma, come dicevo, secondo me non gli mancano le basi, bensì uno studio più avanzato o approfondito. Detto ciò, tornando al discorso originario, non mi pare che vi siano tutte queste persone che fuggono dalla religione cattolica e sopprimono dal buddhismo tutto ciò che gliela ricorda.

 

 

Buona tuttologia comparata!

Non capisco perché una persona dovrebbe avere una conoscenza approfondita di tutte le infinite scuole buddhiste esistite nella storia. Comunque, grazie per l'augurio e una buona giornata a te! [emoji4]

 

Ho semplicemente detto che il Buddismo in Giappone ha prodotto l'Etica

dei Samurai ed una Mistica della Morte

Non solo il buddhismo, come dimostra questo filmato d'epoca:

 

https://www.youtube.com/watch?v=HRIiow91NY0

 

secondo gli standard folli delle religioni rivelate il taoismo non è una religione

[...]

il paradigma delle religioni in carica era proprio questo qui

Ci stiamo un po' avvitando sulla definizione di religione, secondo me; alla fine tu stesso definisci il taoismo una religione come quelle di una volta. Poi, se per alcune religioni rivelate queste altre non son degne del nome religione (e in occidente è molto diffuso questo vedere tutto ciò che non è monoteista come inferiore e arcaico) non è un mio problema: non devo io cambiare le parole che uso perché qualcun altro le usa male o con connotazione dispregiativa. E qui potrebbe partire anche il pippone sul politicamente corretto, ma mi trattengo...

Edited by paperino

Poi, se per alcune religioni rivelate queste altre non son degne del nome religione (e in occidente è molto diffuso questo vedere tutto ciò che non è monoteista come inferiore e arcaico) non è un mio problema: non devo io cambiare le parole che uso perché qualcun altro le usa male o con connotazione dispregiativa.

Giuro che ho riletto questo periodo una decina di volte senza coglierne il senso.

Giuro che ho riletto questo periodo una decina di volte senza coglierne il senso.

Il taoismo resta una religione anche se secondo gli standard delle religioni abramitiche non lo è. Non è che se qualcuno associa alla parola religione altre caratteristiche che considero negative, come quelle da te elencate, devo usare io un'altra parola.

Edited by paperino

 

 

Personalmente penso che se un essere umano trova giovamento anche nel credere ad una lampada accesa finché non nuoce alle persone per me va bene

 

E' l'effetto placebo, ben noto in ambito farmaceutico.

 

Per sé la religione di un dio o meglio la fede in un dio, potendo benissimo avere un effetto giovevole, non è deprecabile a mio giudizio a priori, anzi la sua universale ed ultramillenaria diffusione parrebbe rivelare che un giovamento diffuso sia reale, se non altro perché soddisfà ad una necessità umana.

Il problema nasce quando gli effetti giovevoli sono sopraffatti sia a livello sociale sia a livello individuale da quelli dannosi.

Ma poiché il giudizio di che cosa sia giovevole e di che cosa dannoso dipende dalle ideologie ed anche dalla temperie storica e sociale, l'opinione sulla religione e sulla fede è quando mai variabile e soggettiva.

Il taoismo resta una religione anche se secondo gli standard delle religioni abramitiche non lo è. Non è che se qualcuno associa alla parola religione altre caratteristiche che considero negative, come quelle da te elencate, devo usare io un'altra parola.

Paperì, qui si parla di mainstream.

Io posso anche dire che ho avuto un orgasmo perché ho sentito un rumore improvviso, ma non sarebbe corretto: forse poteva andar bene per l'italiano di Pirandello ma, al giorno d'oggi, tutti pensereste che ho versato senza motivo il mio seme.

Una bella distinzione circa le religione la compie il grande René Guénon, distinguendole in esoteriche (che ricercano in qualche modo la Verità) e in essoteriche (che insegnano come comportarsi a chi non ha la pretesa o l'interesse di giungere alla Verità). Taoismo e confucianesimo, infatti, sono la versione esoterica ed essoterica della stessa ricerca, ma usando correttamente il nostro vocabolario non possiamo non definire la prima come filosofia e la seconda come religione.

Che tu lo voglia o no.

 

 

Io posso anche dire che ho avuto un orgasmo perché ho sentito un rumore improvviso

L'usare significati desueti delle parole non c'entra col mio discorso: parlavo di parole di uso corrente che alcune persone (chiamiamoli bulli) usano per offendere o a cui attribuiscono connotazioni che considero negative.

 

 

 

Taoismo e confucianesimo, infatti, sono la versione esoterica ed essoterica della stessa ricerca, ma usando correttamente il nostro vocabolario non possiamo non definire la prima come filosofia e la seconda come religione.

Posso risponderti due cose.

 

La prima, nel merito del taoismo, leggo che c'è chi lo pratica come filosofia, chi come religione e chi come entrambe le cose.

La seconda, si ritorna qui sempre alle definizioni. Cosa distingue una filosofia da una religione?

E così abbiamo raccolto già tre definizioni diverse della religione in questo topic:

- Religione come legame con la divinità;

- Religione come ciò che impone pratiche masochiste;

- Religione come ciò che impone la propria verità.

Una religione prevede pure una certe dose di autoconsapevolezza e unità interna.

Faccio presente che termini quali Buddismo, Induismo, Confucianesimo sono invenzioni occidentali di inzio '800.

Termini inventati dai proto-colonialisti per spiegarsi un fenomeno che loro osservavano e che tutto sommato non capivano, d quindi lo riportavano, anche lessicalmente, a cose che gli erano note.

 

Il punto è, se quelli che noi chiamiamo buddisti, non avevano in realtà una parola per autodeterminarsi rispetto agli altri, siamo in condizioni diametralmente opposte rispetto a quelle a cui siamo abituati, e su quali abbiamo costruito il nostro lessico specifico.

Le dispute nominalistiche non mi appassionano

comunque è pacifico che una definizione di religione

universalmente accettata non esiste

 

Insomma non credo riusciremo noi a risolvere il problema

 

Il Buddismo in Italia è organizzato in associazioni ed ha

stipulato una intesa con lo stato italiano, quindi oggi non

possiamo certo dire che manchi si autoconsapevolezza

ed unità interna

 

Potevano esistere dei dubbi ai tempi della Società teosofica

quando fu introdotto come pratica esosterica da persone che

rifiutavano di definirsi come associazione religiosa, essendo

una filiazione del movimento dei liberi pensatori e dell'anticlericalismo

ottocentesco

 

Ma quello era per l'appunto il buddismo praticato dai teosofi. Oggi

esistono comunità, templi associazioni ed Italiani che si convertono

al Buddismo

 

Che senso ha chiedersi cosa succedeva in India ad inizio '800 quando

ci sono 100.000 italiani convertiti ad un buddismo riconosciuto in Italia?

 

L'unico senso che io intravedo è quello di evitare un confronto con il

Buddismo reale ( che può piacere o meno ) per vagheggiare un ipotetico

Buddismo delle origini ( che piace o meno )

Il punto è, se quelli che noi chiamiamo buddisti, non avevano in realtà una parola per autodeterminarsi rispetto agli altri, siamo in condizioni diametralmente opposte rispetto a quelle a cui siamo abituati, e su quali abbiamo costruito il nostro lessico specifico.

Giusto, direi.

Il punto, per tornare al topic, è che, come dicevo prima, molti gay sono antireligiosi e non vogliono essere associati a questo concetto che aborriscono. Vogliono essere taoisti o buddhisti? Ben venga, ma non si dica che sono religioni, che sono una cosa brutta e cattiva e loro non sono così ingenui. :)

Forse non si rendono conto che la natura di ciò che queste sono non cambia se le chiamiamo religioni, filosofie, modi di vita o quello che vi pare. Il problema qui è solo la connotazione che date al termine, non la definizione di religione.

 

Il discorso sul fatto che queste lingue evolutesi in un contesto culturale completamente diverso sono spesso intraducibili con precisione è giusto. Infatti, molti maestri di buddhismo tibetano preferiscono fare gli insegnamenti, i commenti dei testi, in tibetano, perché lingua che permette più precisamente di descrivere i concetti filosofici propri della religione, demandando ai traduttori il compito di adattarli alla nostra lingua. Ma, nella discussione in corso, mi sembra non c'entri come si definiscono queste religioni nelle loro lingue e culture.

 

Dal punto di vista del buddhismo, comunque, quello di religione, così come tutti i concetti, è inerentemente vacuo, quindi definite pure i buddhisti come preferite che per loro è poco importante. :)

 

 

Ora, invece, invoco gli esperti di filosofia del forum, come il gentile @schopy, per un giudizio di merito sulla suddivisione in aree di interesse che segue.

 

Filosofia:

- Estetica

- Filosofia sociale

- Politica

- Logica

 

Religione:

- Escatologia

- Mitologia

- Soteriologia

- Pneumatologia

 

Entrambe:

- Etica

- Metafisica

- Epistemologia

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