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La macchina delle esperienze


paperino

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Il filosofo Robert Nozick ideò un esperimento mentale per confutare l'edonismo: la macchina delle esperienze.

L'esperimento ci chiede di immaginare un mondo in cui gli scienziati abbiano sviluppato una macchina che simula la vita reale ma offrendo solo esperienze piacevoli e mai dolore.

L'inghippo? Bisogna abbandonare la vita reale per sempre, ma non ci si accorgerà della differenza: le esperienze vissute nella macchina sono indistinguibili da quelle reali.

 

Per gli edonisti la cosa più importante nella vita è massimizzare il piacere, perché il piacere è la cosa più preziosa che la vita offre. La miglior scelta che una persona possa fare per se stessa è quella che gli porta il maggior piacere possibile senza provocargli dolore. Quindi, per un edonista, la scelta di collegarsi alla macchina delle esperienze, che gli porterebbe piacere illimitato senza dolore, sarebbe scontata.

 

Ma, Nozick si chiedeva, ci sono altre cose nella vita oltre al piacere? Perché se abbiamo dei motivi per non volerci attaccare alla macchina allora il mero provare piacere non è tutto ciò che conta per noi.

 

Per esempio, immaginiamo questo scenario inventato: LocoEmotivo e Rotwang sono in una relazione monogama e piena d'amore. Tuttavia Rotwang segretamente frequenta la sorella di LocoEmotivo a sua insaputa, con lettere d'amore e incontri segreti.

Se LocoEmotivo lo dovesse scoprire, ne uscirebbero distrutte sia la sua relazione con Rotwang che quella con sua sorella. Inoltre, l'esperienza sarebbe così traumatica che non riuscirebbe mai più ad amare.

Poiché LocoEmotivo non sa nulla del tradimento di Rotwang, gli edonisti direbbero che sarebbe meglio ne restasse all'oscuro, mantenendo così il suo livello di piacere: finché non dovesse scoprirlo, la sua vita continuerebbe a essere felice così com'è ora.

 

Quindi, c'è un qualche valore per LocoEmotivo nel sapere la verità? Immaginate di essere lui. Preferireste sapere la verità?

Se la risposta è sì, avete scelto l'opzione che diminuisce di molto il vostro piacere. Forse, allora, pensate che nella vita ci siano cose con un valore intrinseco maggiore rispetto al piacere.

Non scoprendo mai la verità, LocoEmotivo starebbe di fatto vivendo nella sua personale macchina delle esperienze: un mondo di felicità non basato sulla realtà.

 

Quindi, perché secondo voi la realtà dovrebbe essere un fattore?

Le esperienze reali hanno un loro valore intrinseco, che siano piacevoli o dolorose?

 

L'esperimento di Nozick non può dare tutte le risposte, ma... et voilà! Lo spunto di discussione è servito. [emoji4]

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Il tuo amico Nozik ha una concezione dimezzata del "piacere".

 

Perché noi edonisti scopiamo invece di masturbarci solamente?

In fondo il piacere è sempre quello e non rischiamo rifiuti.

La risposta è semplice: godiamo anche del piacere degli altri

e non solo per altruismo, ma anche per autocompiacimento.

 

Nella macchina delle esperienze non c'è nessuno di reale che ci dica "bravo!"

e invece sentirci elogiati è uno dei massimi piaceri.

E ammetterete che un pubblico pagante che applaude

è ben diverso da sapere che una macchina ci proietta quel pubblico nella testa.

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vivo nell'illusione che se domani mattina: 

cadessi per le scale e rimanessi cerebroleso, 

il mio moroso non mi abbandonerebbe nè mi tradirebbe... 

 

vivo nell'illusione che se domani mattina: 

il mio moroso cadesse per le scale e rimanesse cerebroleso, 

io non lo abbandonerei nè lo tradirei... 

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Perché noi edonisti scopiamo invece di masturbarci solamente? In fondo il piacere è sempre quello e non rischiamo rifiuti.

 

beh... insomma.. non è esattamente lo stesso XD al dì la degli aspetti legati all'altruismo e all'autocompiacimento che hai citato... un rapporto con un'altra persona non ti da le stesse sensazioni di una sega. Parlando prettamente di reazioni chimico-fisiche-psichiche o che dir si voglia. 

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E ammetterete che un pubblico pagante che applaude

Se per "amico" intendi che sono d'accordo con lui, no, per niente. Non sono d'accordo nemmeno con gli edonisti. Ma come sempre la mia opinione resterà riservata, per favorire la discussione e permettermi di oscillare tra le posizioni. [emoji4]

 

In questo caso farò l'avvocato difensore di Nozick. Un aspetto che trovo elegante del suo esperimento è che rende irrilevanti molte considerazioni, tra cui quella di cosa sia il piacere.

 

Qualsiasi cosa tu ritenga sia il piacere la macchina te lo dà. Ed è irrilevante che sia virtuale, perché nel momento in cui vi sei attaccato non ne sei consapevole e non ti accorgi della differenza. La tesi di Nozick è che se quello che vuoi è provare il massimo piacere possibile ti dovresti attaccare alla macchina senza pensarci; la vita è formata da alti e bassi, ma la macchina ti offrirebbe solo alti, senza sofferenza.

 

Nel momento in cui tu opponi altre considerazioni per non attaccarti alla macchina (il contatto con altre persone sarebbe solo virtuale; voglio fare le cose e non solo averne esperienza; la macchina è limitante perché fatta dall'uomo; ecc.) stai scegliendo l'opzione che ti porterà meno piacere, perché la vita reale ti porterà sempre anche sofferenza (alti e bassi). E così facendo stai ammettendo che non è il piacere la cosa più importante, ma che ci sono anche altri aspetti da considerare. E stai attribuendo un valore intrinseco alle esperienze reali, anche quando fonte di sofferenza, che prescinde dalla mera ricerca del piacere.

 

Questa è la tesi di Nozick.

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Ed è irrilevante che sia virtuale

 

Scusa, ma se ti ho appena detto che l'altruismo è uno dei cardini del piacere

perché noi edonisti adoriamo sapere che altre persone godono grazie a noi

e tu me ne esci con questa obiezione?

 

Ti immagini promettere a Gino Strada un mondo virtuale

in cui crederà di salvare milioni di bambini feriti dalle bombe?

Ti riderà in faccia perché a lui non interessa avere la sensazione di salvare delle vite.

 

Se contasse solo il mio piacere mi attaccherei alla macchina subito;

ma visto che conta anche il piacere delle altre persone (semmai conta di più)

allora assolutamente no.

 

Se dovessi scegliere tra godere sempre moltissimo a ogni amplesso ma dare ai tuoi partner un piacere mediocre

o provare sempre un piacere mediocre ma mandare in estasi tutti i tuoi partner

cosa sceglieresti? Io penso che sceglieresti la seconda

e non perché sei "buono", ma perché il piacere altruistico è superiore a quello personale (quasi per tutti).

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Per risponderti potrei praticamente fare copia-incolla del mio precedente post. Di fatto stai dando ragione a Nozick, scegliendo l'opzione che ti dà meno piacere e più sofferenza in virtù di altre considerazioni per te almeno altrettanto importanti della ricerca del piacere.

 

E stai attribuendo un valore intrinseco alle esperienze reali, anche quando fonte di sofferenza, che prescinde dalla mera ricerca del piacere.

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Fammi capire.

Chiedi a Gino Strada "Qual è la cosa che ti dà più piacere al mondo?"

Lui ti risponde "Salvare la vita ai bambini"

E tu gli proponi una macchina che gli farà credere di salvarli mentre essi in realtà muoiono

e lui dovrebbe accettare? Ma se accettasse andrebbe contro la sua stessa definizione di piacere

che non è credere di salvare i bambini, ma salvarli.

 

Se parliamo di piaceri come le gli spaghetti con le vongole sono d'accordo:

mangiarne un bel piatto e credere di mangiarlo sono due piaceri totalmente sovrapponibili.

Se l'edonismo fosse solo quello mi farei collegare domani stesso.

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Ma l'esempio di paperino non era più generale? Sempre a parlare solo di scopate. Mi sembra una veduta un po' limitata e limitante.

 

Tenerissimo e profondo l'esempio di capricornio invece :)

 

Comunque io ho interpretato il discorso in un altro modo. Secondo me è vero il contrario, gli edonisti godono di meno della vita e sono più infelici perché rifiutano e non conoscono il dolore e la sofferenza. Senza quest'ultimi non si può crescere e non si possono apprezzare appieno i piaceri e la felicità. Inoltre, anche la sofferenza e i brutti momenti sono esperienze dolciamare. A me quando andava male in amore, non c'era solo sofferenza, ma per contropartita l'affetto degli amici, canzoni ascoltate con molto sentimento, le chiacchierate all'alba, uno spirito grintoso ritrovato, ecc.

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non lo so però adesso sparo questa, quella macchina finirebbe per estinguere la specie umana.

secondo me noi possiamo fare molte scelte sul nostro modo di vivere , io più che puntare tutto sul elemento piacere che poi è fine a se stesso e autodistruttivo di fatto .punterei sul miglioramento genetico o tramite componenti biomeccaniche tipo i borg di star trek , mi sembrerebbe una scelta efficente , in sostanza è prioritario eliminare la macchina di nozick tramite dei faser a lungo raggio  :suicide:

Edited by fabriz
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E tu gli proponi una macchina che gli farà credere di salvarli mentre essi in realtà muoiono

e lui dovrebbe accettare? Ma se accettasse andrebbe contro la sua stessa definizione di piacere

che non è credere di salvare i bambini, ma salvarli.

Non è che va contro la sua definizione di piacere. Il punto è che se ciò che conta per lui è provare più piacere possibile allora si dovrebbe attaccare alla macchina: nella macchina non si renderebbe conto che l'esperienza non è reale, salverebbe tanti bambini e proverebbe piacere illimitato, molto più di quanto potrebbe provarne nella vita reale. Una volta attaccato non saprebbe mai che in realtà i bambini muoiono di fame. Nel momento in cui sceglie di avere una vita significativa anziché una vita piena di piacere ci sta dicendo che dà più valore alla significatività di ciò che fa rispetto al piacere che prova nel farlo.

 

Uno che sceglie di non attaccarsi non ci sta dicendo che per lui provare piacere è poco importante, né tantomeno sta negando il suo personale concetto di piacere. Però ci sta dicendo che per lui nella vita ci sono altri valori importanti oltre alla mera ricerca del piacere, valori che richiedono di fare le cose anziché averne solo esperienza. Esempi possono essere, appunto, avere relazioni intime con altre persone, il lavorare su progetti significativi, cose che non si possono fare se la nostra realtà è una menzogna in un macchinario, dove non possiamo interagire con persone vere o avere un impatto sul mondo reale.

Edited by paperino
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Una macchina in grado di riprodurre un'esperienza virtuale assolutamente identica a quella reale, anche al netto del medesimo livello di attenzione, è una macchina che crea una nuova realtà. Dunque la risposta a Nozick è che ciò che succede nella macchina è vero a tutti gli effetti, oppure vi è in esso qualche differenza che possiamo individuare. 

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Una macchina in grado di riprodurre un'esperienza virtuale assolutamente identica a quella reale, anche al netto del medesimo livello di attenzione, è una macchina che crea una nuova realtà.

Il discorso però trascende gli scopi di Nozick. Nell'esperimento mentale il filosofo immaginava che tale macchina fosse inventata nella nostra "realtà" e si chiedeva se la gente avrebbe accettato di farne uso, se avrebbe preferito una vita con più sofferenza e meno piacere però percepita come reale o una virtuale ma che offre solo piacere e che, una volta dentro, sembra soggettivamente reale a tutti gli effetti. L'attenzione è, quindi, sulle persone e sulle loro motivazioni nella scelta. E le persone da fuori percepiscono la realtà nella macchina come virtuale perché è slegata dal mondo che considerano reale.

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Le esperienze dolorose possono aprire nuove possibilità per esperienze piacevoli.

Inoltre, si trascura un altro aspetto, anzi due: il piacere di avercela fatta (a superare una crisi), e il piacere d'aver di fronte a sé - per quanto in modo incerto - nuove possibilità.

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davydenkovic90

 

 

Il filosofo Robert Nozick ideò un esperimento mentale per confutare l'edonismo: la macchina delle esperienze. L'esperimento ci chiede di immaginare un mondo in cui gli scienziati abbiano sviluppato una macchina che simula la vita reale ma offrendo solo esperienze piacevoli e mai dolore. L'inghippo? Bisogna abbandonare la vita reale per sempre, ma non ci si accorgerà della differenza: le esperienze vissute nella macchina sono indistinguibili da quelle reali.

Io:

tumblr_ofkk1iTBfn1vnnv7po1_1280.gif 

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E le persone da fuori percepiscono la realtà nella macchina come virtuale perché è slegata dal mondo che considerano reale.

Se tutto si basa sulla percezione e basta, allora si basa su un gioco di prestigio :) 

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Le esperienze dolorose possono aprire nuove possibilità per esperienze piacevoli.

Inoltre, si trascura un altro aspetto, anzi due: il piacere di avercela fatta (a superare una crisi), e il piacere d'aver di fronte a sé - per quanto in modo incerto - nuove possibilità.

Ciò che imposti come piacere la macchina te lo dà, evitandoti la sofferenza. Sentiresti la mancanza del piacere derivante dall'aver superato una crisi quando tutta la tua vita è formata solo da esperienze piacevoli?

 

 

 

Io:

La nostra Valeria Marini fake! [emoji13]

 

 

Se tutto si basa sulla percezione e basta, allora si basa su un gioco di prestigio :)

In che senso?

Edited by paperino
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Perché ipotizzare l'esistenza di una simile macchina, quando nella realtà la gente si droga per... appunto! Per cosa si droga la gente, secondo te?

E i risultati quali sono? E non venirmi a tirar fuori che sono sostanze che danneggiano il cervello, perché il problema non è solo quello. I drogati sono dipendenti da quelle sostanze (ma potremmo prendere ad esempio anche gli alcolizzati) e non riescono più a farne a meno! E questo si ripercuote sulla loro vita personale e sociale. Una vita virtuale fatta di solo piacere è una follia! Inoltre come la mettiamo con l'assuefazione? Che sarebbe il motivo per cui un drogato finisce per assumere una dose maggiore di sostanza fino a... morire!

 

Ma scusa, guardarsi un po in giro non era sufficiente?

 

Inviato dal mio SM-T535 utilizzando Tapatalk

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ma potremmo prendere ad esempio anche gli alcolizzati

Perché la distinzione? L'alcool è una droga come le altre; quanto a danni fisici e capacità di indurre dipendenza anche molto peggiore di quelle considerate "leggere".

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Non cominciamo con le cazzate delle droghe "leggere". Una sbronza sporadica l'ha avuta chiunque e non apporta nessun danno. Per ridursi a alcolizzati poi ci vuole molto fegato(gioco di parole) e tempo libero. Una canna è facile e veloce da fare, ma ubriacarsi richiede l'ingestione di dosi alte di alcool che non è proprio acqua che si beve in un lampo. A parte che dopo un'ubriacatura non vuoi sentire odore di alcool per settimane... una droga invece tira l'altra..

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ci sono altre cose nella vita oltre al piacere?

 

ma possiamo citare la pubblicità del campari ed affermare tranquillamente che ciò che rende il piacere piacevole è che in qualche modo rappresenta il premio di un percorso che contempla anche il dolore o la semplice apatia? A pelle una realtà virtuale capace di dare solo piacere sembra l'inferno dell'utilità marginale...ma il filosofo ribatterà che la macchina è in grado di simulare il piacere ogni santa volta, perchè il suo è un argomento indimostrabile, solo che se è indimostrabile allora lo è anche quel che pretende di ricavarne..

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La ricerca del piacere è un grande incentivo per l'uomo, questo non si può negarlo. Ipotizzare l'esistenza di una macchina che procura piacere e ipotizzare quali sarebbero le scelte dell'uomo di fronte a tale possibilità, forse è stato un modo per capire questo "fattore del piacere".

A me pare che, per quel che ne so, sia un tema affrontato anche da altri. Il desiderio è la ricerca del piacere. Nessuno di noi desidererebbe qualcosa che non gli procuri piacere. Voglio far notare che secondo la dottrina del Buddha, il desiderio è la fonte della sofferenza (dukkha, che ha un significato più generale di quanto significa la semplice parola "sofferenza"). Forse dovremmo chiederci come mai il Buddha sia arrivato ad una simile conclusione. Non prendiamolo come semplice dogma, altrimenti non capiremo nulla.

Il filosofo Nozick, invece, per quel poco che ne so (da quello che ha scritto paperino) sembra credere che si possa evitare la realtà, e con essa il dolore, con una macchina che procura piacere. Ma non è forse la realtà che noi viviamo che ci fa desiderare qualcosa di particolare? E come mai i nostri desideri cambiano nel corso della vita? Non cambiano solo perchè siamo cresciuti, ma cambiano anche da adulti. Perchè ci accorgiamo che quello che credevamo "piacere" o felicità (sono sinonimi? questo sarebbe un'altro spunto interessante...) in realtà non è più grado di procurarcelo, o forse perchè ci eravamo ingannati.

Poi cè il discorso dell'assuefazione, come dicevo prima. Il corpo si abitua in fretta alla sostanza che gli procura piacere e l'effetto, nel tempo, poi svanisce. Perchè non è solo questione di "fisicità", ma è anche una questione mentale. Chi ha fatto un corso di sommelier (io non lo sono, tanto per chiarire) forse capirà meglio quello che voglio dire.

Ma se parliamo di piacere, ci riferiamo ai nostri cinque sensi. Ma non possiamo escludere il ruolo della mente in tutto questo. Dolce e salato, caldo o freddo, sembrano tutti contrari, e ognuno di noi ha la sua preferenza, quindi quello che per lui gli procurerà piacere. Io credo che non si possa farne solo una questione di piacere a livello fisico, ma che dobbiamo guardare la cosa nel suo complesso, a livello più generale.

Io credo che nella sua ricerca del piacere, l'uomo scopre che quello che prima gli procurava quella determinata e precisa sensazione, ora non è più in grado di dargliela, e muterà quindi il suo obiettivo. Di piacere in piacere, sempre diversi, fino a superare il concetto  di piacere nel senso personale ed egoistico. Un piacere a due persone? O anche di più? Forse così, mi sembra già meglio...

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Voglio far notare che secondo la dottrina del Buddha, il desiderio è la fonte della sofferenza (dukkha, che ha un significato più generale di quanto significa la semplice parola "sofferenza").

Il non ottenere ciò che su vuole è solo uno degli aspetti di dukkha.

 

Il discorso sull'assuefazione non sono sicuro che c'entri...

 

ma il filosofo ribatterà che la macchina è in grado di simulare il piacere ogni santa volta, perchè il suo è un argomento indimostrabile, solo che se è indimostrabile allora lo è anche quel che pretende di ricavarne..

Nozick non si interessava della natura del piacere, lo scopo del suo esperimento mentale era solo confutare l'edonismo: se ciò che conta è provare il massimo piacere possibile, perché la maggior parte delle persone sceglierebbe di non attaccarsi alla macchina? Forse perché c'è altro nella vita oltre alla mera ricerca del piacere.

 

Una sbronza sporadica l'ha avuta chiunque e non apporta nessun danno.

Non è vero. Comunque, al netto di tutte le razionalizzazioni che possiamo confezionarci, l'alcool è una droga come tutte le altre, peggiore delle droghe cosiddette leggere per danni fisici provocati e per capacità di indurre dipendenza.

 

Bevo anch'io e anch'io ho fatto le mie sbronze come molti, ovvio, ma non ho problemi a chiamare le cose col loro nome.

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Nozick non si interessava della natura del piacere, lo scopo del suo esperimento mentale era solo confutare l'edonismo: o nome.

Si ma capisci che togliere dall'"esperimento" quel che non piace e trovare una rispostina ogni volta che si apre la falla, sa di poca serietá...se poi consideriamo la "non definizione" aprioristica del concetto di piacere, assunto pure in termini assoluti come se il suo significato non avesse importanza ai fini della confutazione dell'edonismo, questo qui mi sembra davvero il rotwang dei filosofi

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Si ma capisci che togliere dall'"esperimento" quel che non piace e trovare una rispostina ogni volta che si apre la falla, sa di poca serietá...

Ma l'esperimento è mentale, quindi arbitrario; le sue caratteristiche sono postulate e non richiedono di essere dimostrate.

 

Gli edonisti considerano il piacere il più grande bene che la vita ha da offrire, quindi massimizzare il piacere è la cosa più importante. Per gli edonisti di fronte a una scelta l'opzione migliore per una persona è quella che gli porta la maggior quantità possibile di piacere senza portargli sofferenza. La macchina delle esperienze offre piacere illimitato e nessuna sofferenza. Quindi, un edonista dovrebbe scegliere di attaccarsi alla macchina senza pensarci.

 

A nulla valgono le altre considerazioni sulla natura del piacere; per esempio, Almadel dice che fonte importante di piacere è fare del bene ad altri, ma la macchina ti offrirebbe una realtà in cui fai del bene agli altri e per te sarebbe tutto vero e fonte di piacere, non saresti consapevole che è tutto virtuale. L'unica differenza tra la nostra realtà e quella della macchina è che nella macchina la vita avrebbe solo alti e al di fuori alti e bassi (quindi anche sofferenza) e la consapevolezza *prima* di attaccarsi che la nuova realtà sarebbe virtuale.

Pertanto, se sono un edonista e mi interessa massimizzare il piacere evitando la sofferenza, mi attaccherò alla macchina e vivrò una vita di piacere senza mai sapere che è finta, ma nel momento in cui scelgo l'opzione che mi dà meno piacere (la vita reale) sto dando più valore al fatto che le cose siano reali (cioè aiutare davvero gli altri piuttosto che per finta, avere relazioni intime vere piuttosto che virtuali, ecc.) che non al provare piacere. È solo la consapevolezza a priori che sarebbe tutto finto a frenarmi.

 

Nel momento in cui oppongo considerazioni dando un peso al fatto che il piacere ha un suo valore in contrapposizione alla sofferenza o all'apatia sto dando valore non al mero massimizzare il piacere ma alla realtà della vita, con i suoi alti e bassi. Quando, di fronte a situazioni come quella dell'esempio nel primo post sono portato a scegliere l'opzione più dolorosa (sapere la verita) sto attribuendo più valore alla genuinità delle relazioni che stabilisco con gli altri piuttosto che non massimizzare il piacere, se no sceglierei di non scoprire mai come stanno le cose, vivendo così più felice.

 

Quindi, secondo Nozick, il fatto che la maggior parte delle persone sceglierebbe di non attaccarsi a una macchina del genere dimostra che non è la ricerca del massimo piacere con la minor sofferenza (edonismo) la cosa più importante, ma che ci sono altri valori altrettanto e più importanti per l'uomo (la realtà stessa, in particolare, secondo lui).

Edited by paperino
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Quindi, secondo Nozick, il fatto che la maggior parte delle persone sceglierebbe di non attaccarsi a una macchina del genere dimostra che non è la ricerca del massimo piacere con la minor sofferenza (edonismo) la cosa più importante, ma che ci sono altri valori altrettanto e più importanti per l'uomo (la realtà stessa, in particolare, secondo lui).

 

pape io continuo a trovare inutile un esperimento che non offre una definizione dell'oggetto dell'esperimento, cioè del piacere, perchè questo fatto lascia intendere che questo pover'uomo abbia un concetto molto volgare di cosa sia il piacere (una sensazione fisica o emotiva, che si promette di replicare senza limite).

 

Ma anche dando per buona la possibilità che l'offerta di un inganno (una finta realtà che si caratterizza per la reiterazione costante di sensazioni piacevoli) sia un argomento sufficiente per leggerne il rifiuto come una squalifica dell'edonismo..c'è una pecca evidente nell'impostazione della ricerca...

se si vuole confutare l'edonismo, non basta offrire l'esperimento in incerta persona, occorre rivolgerlo proprio a chi si autodefinisce edonista, altrimenti il vero edonista, ammesso che accetterebbe la proposta, risponderà di si e dirà che chi ha rifiutato l'ha fatto perchè intralciato da principi etici e morali...a quel punto l'esperimento finirebbe per promuovere le ragioni degli edonisti...

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Ora capisco meglio a cosa mirava Nozick, ma tu, paperino, prima non l'avevi specificato. Questo cambia le carte in tavola.
Pur essendo della stessa idea di Nozick, che la ricerca del massimo piacere non è tutto nella vita, non condivido il suo ragionamento. O perlomeno, mi pare che serva più per convincersi lui stesso che gli edonisti. Il fatto che la maggioranza della popolazione sceglierebbe (postulato, quindi che significato ha?) di non attaccarsi alla macchina, può voler dire ben poco. Non è mica la maggioranza che stabilisce cosa è migliore o peggiore, bene e male, giusto o sbagliato. Questi sono valori individuali che un uomo può condividere o meno con chi gli vive attorno.

 

Ma cosa vuol dire essere edonista? Non credo che molti di noi si definirebbero edonisti, ma poi in pratica nella vita... Se un uomo non riesce a fare a meno di fare sesso, di bere, di fumare, ecc., si potrebbe definire edonista?

 

Questa è la definizione di assuefazione che ne dà la Treccani:

assuefazióne s. f. [der. di assuefare]. – L’assuefare e l’assuefarsi: a. a un clima, a un genere di vitto; a. a un farmaco (e farmaco che dà, o non dà, effetti d’a.), fenomeno che si verifica nell’organismo per effetto della somministrazione continua di un farmaco (analgesici, tranquillanti, ecc.), per cui viene a diminuire, o addirittura ad annullarsi, la sua efficacia; analogam., a. all’alcol, progressiva tolleranza dell’organismo nei confronti delle bevande alcoliche; con altra accezione, a. alla droga, agli stupefacenti, stato di schiavitù nei confronti della droga, provocato da una prolungata assunzione, che genera uno stato di bisogno imperioso, con dipendenza psichica e spesso anche fisica.

 

Vedi tu se c'entra o meno. Ognuno ha i suoi punti di vista.
Eppoi, ma la ricerca del piacere come scopo di vita, non è una dipendenza? o una schiavitù?

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Se un uomo non riesce a fare a meno di fare sesso, di bere, di fumare, ecc., si potrebbe definire edonista?

 

Niente affatto.

Piacere e dipendenza sono incompatibili.

 

Ora sto mangiando delle ostriche con succo di bergamotto fresco

che sono davvero ottime e che non mi danno alcuna dipendenza.

Ci sto bevendo sopra del Vermentino di Sardegna

che rimane buonissimo anche se sono dipendente dall'alcool;

se non ne avessi in casa infatti, berrei il Tavernello che uso per cucinare

anche se è molto cattivo: perché questa è una dipendenza.

 

La dipendenza è il contrario dell'edonismo,

perché mentre l'edonismo ci spinge solo verso le cose buone

la dipendenza ci obbliga a farci andar bene anche cose cattive.

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