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Controversia


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Controversia, scritta tanto tempo fa...

 

Giorno

 

Scena buia. La stanza è immersa dall’oscurità, non si distinguono gli oggetti, gli arredi, gli effetti personali e  nemmeno il soffitto e il pavimento. Dal tetro di questo ambiente, racchiuso dal solo silenzio, emerge lentamente da lontano una donna con un vestito da sposa. Avanza dritto davanti, il trucco sul volto è disfatto e gli occhi della donna sono vitrei, testimonianza di un lungo pianto. Il suo passo è deciso come il suo volto, dritto e fermo a guardare avanti. Il  bouquet e le rose rosse pendono dalla mano destra, inerte. Il bianco del vestito risalta l’ambiente intorno come se il vestito sprigionasse luce propria e lo stesso effetto sprigiona il diadema sulla sua testa che rispecchia il nero dei suoi capelli.

La donna si ferma, gira lo sguardo depresso verso l’unica fonte di luce che emerge lentamente alla sua sinistra, si avvicina ad una piccola finestra, e guarda fuori il sole.

 

“Finalmente, sei nato!

eccoti la al tuo solito posto,

radioso, splendente e così giovane,

come la prima volta che ti incontrai.

Credevo che mi avessi lasciata sola con me stessa,

non per quale ragione non mi possa fidare,

ma perché, di lei ho paura.

 

Tenta di guardarsi alle spalle ma quando il mento sfiora la spalla chiude gli occhi e ritorna a guardare il suo Sole.

 

Essere da soli è ancor più pericoloso

che  restare in mezzo alla corrida

con un toro imbizzarrito ad ogni lato

dove lo stuolo di gentaglia li incita su di me a caricare.

Ieri mi avevi promesso il tutto,

tutto ciò che avrei desiderato,

tutto ciò che avrei immaginato

tutto ciò che avrei sognato

tutto!

chiude gli occhi e alza il mento verso l’alto. Poi digrigna i denti

 

E poi sei andato via

con il tuo silenzio,

con la tua arroganza.

Ingenua me,

ebbi creduto,

ride, un sorriso soffocato e poi di nuovo il volto ritorna ad essere depresso

 

illusa, persa, trafitta

sono caduta nel buio

ma logora dal mio pianto

ho percepito che tu saresti ritornato,

ritornato da me,

ritornato per me”

E’ l’alba

Un gallo canta e la donna lo guarda.

 

“Oh, guarda!

quanti festeggiamenti per il tuo ritorno,

anche le bestie sanno che tu saresti ritornato

loro sanno.

-

I fiori sbocciano e la rugiada scivola sui loro petali

 

Me, misera!

anche  i fiori, le rose e i tulipani sapevano,

guarda che bouquet hanno preparato per te

e io mi sono chiesta se questi erano giusti

li avevo colti per te

le mie rose più preziose, le più belle, le più profumate

in quel momento felice,

il mio pensiero è stato tuo

esso ti apparteneva,

tuo, legittimo.

guarda il suo bouquet , sorridendo e piangendo

 

Ma che importa,

quelli al confronto sono perfetti,

piangono al solo vederti

i loro occhi brillano più dei miei,

le loro lacrime valgono più delle mie.

 

il bouquet gli cade dalla mano ma lei non ne pone importanza.

 

Ed io ero ignara di tutto!

-

tutto era cosi semplice e triste

prima del tuo arrivo

-

Che cosa è mai questa?

Se non la più orribile delle torture....

Quella di mettermi da parte,

Ignorarmi, di beffarsi di un cuore debole,

di farmi versare odio dai miei occhi tutta la notte!!

 

Dopo essersi espressa con rabbia cade a terra e inizia a piangere. Il suo pianto, intenso e risuonante nell’eco dell’ambiente buio, dura qualche minuto, poi si adagia sul pavimento in una posizione quasi fetale e si perde nel silenzio. Un raggio si sole si intrufola dalla finestra e si proietta sul pavimento della stanza fino a raggiungere il corpo della donna che dal pianto stremato si era appisolata. Il raggio di sole si posa sulla spalla nuda della donna e la sveglia lentamente con il calore.

 

“Se venuto a trovarmi alla fine.

vuoi svegliarmi?

Il tuo calore sul mio corpo

e il cadere di una foglia

che dondola contenta con il suo amato vento

la trascina con se, la fa sua

e poi l'abbandona sul terriccio

da sola, con il tempo che la divora, lenta.

il tuo calore mi infuoca l’anima

Vogliosa.

Che dolce tepore incute alle mie carni

Stuzzica l’appetito di vivere

una vita da passare insieme a te,

Per sempre.

Prendimi, prendimi adesso o fuggi via dalla via vita

gridando mentre il raggio di sole persiste sul suo corpo.

 

un amante cauto, ecco ciò che sei

delicato e leggero come il vento

con la foglia che vacilla coi suoi pensieri.

tocchi la mia pelle e manipoli il mio pensiero

come il velluto cambia colore a secondo del verso con cui l'accarezzi.

Tu mi apparterrai un giorno,

sarai mio.

Come vorrei che tu fossi accanto a me

toccarti, possederti

esattamente come tu fai con me

stringerti la mano e gridare al mondo

il tuo si.

-

Con l'invidioso tempo romperai il patto

sarai libero di fermarti, di oziare

sarai libero.

Libero di smettere di giocare

a questo tuo gioco perverso

libero dalle tue regole,

libero dal tuo silenzio.

porrai fine a questo andirivieni,

fermeremo insieme quest'orba di malincuore.

Il tempo di esser amanti e giunto alla fine."

Zenit

La donna, appoggia il volto all'ornia della finestra, guarda fuori ma non vuole che chiunque stia fuori la vedesse.

 

"Basta promesse!

Un giorno, quel giorno,

lo rimembri quando il primo fiato si impossessò della mia anima?

Un giorno come tanti, un giorno, un qualsiasi giorno

Ne canti, ne feste, ne un sorriso,

sempre lo stesso si tu.

Guardi dai cieli con la sola arma dell’indifferenza

Muto, spietato, cosi umano.

Sole, con te le mie parole viaggiano rabbiose,

rabbia nata mentre tu la vedesti,

quel giorno è iniziato il mio essere

quel giorno ho potuto dire a tutti e gran fiato: io sono! Io esisto!

Io sono! Io esisto!

-

E ne tu ne la tua indifferenza può negarlo

Se i miei occhi potessero guardarti per altro più di tempo

senza poter e voler lacrimare dalla tua gloria accecante,

vedrei un meschino essere che si burla di noi poveri uomini.

Ci guardi e nascondi il tuo ghigno con la tua serva luce,

una arguta maschera è la tua serva luce

Noi la veneriamo, ne siamo contenti ma tu,

Tu la usi per mascherare la tua superficialità

saccente, presuntuoso, insistente.

Tu da padrone la sfrutti, la usi, la manipoli,

ignorando ogni sua volontà,

un dittatore insulso.

-

Ma… ugualmente bello, da far morire.

Morire, anche alla morte fai beffa,

tu che hai visto nascere

e vedrai morire questa nostra razza,

che invidia è la nostra vedere la tua onnipotenza

dinanzi alla nostra morte certa.

-

Oh, giorno, questo giorno

Come tanti d'altronde,

un chicco di riso in un sacco di un povero contadino.

lo vedo quel contadino con il rachide ricurvo e la fronte sudata

non ha che la sua terra e la sua zappa 

la rivolta, l’accarezza, le parla

come io sto facendo con te, caro giorno.

Lui la ama e la odia allo stesso tempo.

ama la terra che un giorno lo inghiottirà

e delle sue carni nutrirà i suoi vermi

fino poi a mescolarsi fra la polvere

-

Oh, giorno, questo giorno,

un granello di sabbia in un deserto

troppo vasto e insipido

per i gusti della mente umana,

un granello uguale agli altri

che si perde nella sua sommità.

Un granello, uno semplice e piccolo,

Alcuni brillano mentre altri si accecano

Altri volano, altri sprofondano nelle viscere della terra.

ecco questo giorno"

Tramonto

"Hai tu paura caro sole, nell'insorgere per l'indomani ?

ma ahimè che illusa che sono,

tu non hai parole da poter rispondermi

a queste domande.

tu passi, stravolgi e fuggi

non hai cura delle emozioni.

Il tuo è un dovere che compi senza volere

dietro di te, macerie di carne umana

e non osi mai guardarle

pensi, guardi e fuggi solo al futuro

il tuo futuro, il tuo amante, il nostro carnefice

-

Oh Sole, perché ora mi abbandoni

non sarai mica offeso dalla nostra intesa ?

fuggi, come se provassi vergogna

dopo che ti ho scoperto.

Non abbandonarmi

non lasciarmi sola dinanzi alla tua morte

è passato cosi poco da quando sei rinato.

-

Il mio implorare non può cambiare il tuo cammino

qualsiasi cosa io dica tu te ne andrai

e mi lascerai da sola, di nuovo.

Oh caro amato, perché mi abbandoni,

forse non ti piaccio?

prometto che con il cuore brillerò

sarò accecante come tu mi hai insegnato,

e quando ci riuscirò, quando sarò alla tua altezza

manterrai la tua promessa e mi porterai con te

lassù nel cielo,accanto a te

mi donerai un solo raggio della tua luce

e con essa ne farò una corona,

del tuo calore, ne farò un vestito  

e allora brilleremo insieme,

soli... io e te.

 

Promesse, ecco questo è forse il tuo scopo

promesse, solo e non oltre, le promesse!

ti darò la luce, mi dicesti

essa sarà tua!

ma nulla più che parole,

che infame far assaggiare il sidro di Loto

e poi privarmene all'istante

-

Me misera, ho davanti a me il vaso

donato con tanto amore

e io Pandora non posso farne a meno di aprirlo

ne ho bisogno, devo aprirlo,

io lo voglio!

come se esistessi solo per fare questo,

per aprire uno stupido vaso

di patire per questo.

-

ma certo, è ovvio ...

scappa, corri fuggi via!

è il momento che aspettavo

dopo la tua promessa vai via.

Corri...corri...

Ma non sarà questo il motivo della mia resa

io ci sarò, domani

e potremmo parlare ancora,

e ancora, e ancora.

come oggi, il giorno prima e l'altro ancora

io ti aspetterò.

io ci sarò.

io domani, dopo averti odiato, ti amerò.

 

Il cielo diventa rosso, arancio e giallastro. La sposa si porta la mano al petto e inizia a sospirare e a sorridere di gioia. Le campane di un campanile iniziano a suonare.

 

Cosa è mai questo?

E' forse il fatidico si?

Ma certo che è il mio si!

questo è il mio momento...

E'Festa! E' Festa!

Mare, monti, come siete belli, avete sentito?

Si, ha detto Si...

lo ha detto! lo ha detto!

finalmente, il mio sposo viene a prendermi

Suonate! E' Festa! E' festa!

 

Grida felice dalla finestra estromettendo tutta la sua gioia.

 

Oggi, questo giorno sarò moglie

Oggi, è quel giorno che diventerò donna.

OH, che bellissimo giorno è questo

il mio Si sarà pronunciato

le campane ne saranno testimone!

 

La donna entra nella stanza e il suo sguardo cade in uno specchio.

 

Oh ma non posso presentarmi in questo modo...

non è questo il modo di essere una moglie perfetta

devo rassettare il mio vestito

il trucco andrà rifatto

e il bouquet... oh il bouquet,

il mio sposo ne sarà fiero.

Vedrai amato mio sarò perfetta come tu desideri,

tutto sarà.......

 

Il sole tramonta e la stanza viene immersa nel buio, la donna rimane immobile dinanzi alla finestra, il bouquet che aveva raccolto e che aveva cercato di rassettare, le cade a terra. Delusa si avvicinò alla finestra e non vedendo il suo sposo Sole, si copre la bocca, scoppia nel pianto travolgente e fugge via, allontanandosi nascondendo il volto con i palmi delle sue mani. Il suo pianto lascia una scia dopo la sua corsa, come un eco accattivante e che poi svanisce poco a poco.

 

Notte

 

Il giovane poeta, chino sul suo scrittoio, con una lunga pergamena e un lume di petrolio acceso alla sua destra e una penna nella sua mano che scriveva. La luce della luna era alle sue spalle. La fiamma del Lume proiettava ombre sinuose.

 

"Ah sei qui.

e chi altri poteva essere

se non la tua faccia.

Arrivi, silenziosa alle spalle

come un ombra maligna

per cibarti dei frutti del mio buon cuore

ma questa volta non ti darò ciò che vuoi

ciò che nasce da mio cuore

nel mio cuore morirà,

Cosa c'è?...hai paura?

ma certo che hai paura

sei pallida, e il tuo sorriso

sul riflesso del lago appare come il broncio di un bambino che non ha avuto quel che voleva

ecco quel che sei,

un diamante

uno di quelli rari

e con un numero troppo grande di facce

che un essere umano può sopportare

Infida!"

si alza dal suo scrittoio e col il capo chino volte le spalle alla Luna.

 

"Ormai non fai più quell'effetto

sei stata troppo nei miei desideri

mi hai ispirato troppi sogni

e ora guardami,

guardami ho detto,

guardami con tutti gli occhi delle tue facce

guardami, osserva

solo a far l'amore con un pezzo di carta

a scrivere il mondo, il cielo e la terra!

o si che ho scritto

ho scritto tutto!

TRADRITRICE!"

 

Con uno scatto di rabbia scaraventa per terra tutto ciò che era posato sullo scrittoio.

 

Plenilunio

Il giovane poeta pentito del suo gesta tenta di raccogliere la sua pergamena, trattenendola al petto come un estimato tesoro.

 

"Cosa ho fatto?....

cosa hanno compiuto le mie gesta

in un atto di ira non mio, vi giuro

è ella che mi ha tentato

ella si è impossessato del mio corpo

come un demone perverso.

Cosa ho fatto?...."

 

Dalla finestra la Luna si mostra nella sua piena totalità. Il giovane si avvicina ad essa e ne rimane incantato.

 

"Il tuo, è il cerchio perfetto,

i sapienti del passato

hanno invidiano tale perfezione

e tu per tua natura, te ne approfittavi,

godevi dinanzi alla loro ignoranza.

-

Il tuo cerchio  

è un recinto

dentro il quale imprigioni

le emozioni dei tuoi poeti

che scrivono con la tua luce

scrivono per te....

Luna ladra,

rubi loro la cosa più importante

li denudi da ciò che credono,

li ascolti e poi...

ne fai cosa tua, e nient'altro.

-

Luna zingara,

predici ciò che sarà

con una bugia per cuori creduloni

-

Luna spiona

sorvegli i giovani amanti

che nella notte consumano il loro fuoco

li vesti con la tua luce

li proteggi, non dal loro sentimento

ma per il loro peccato

che speri che essi compiono.

-

Luna,

Hai ispirato il mio cuore

te ne sei impossessato

e divenuto debole dalla tua gloria

lo hai estirpato dal mio petto

e ne hai fatto cibo per porci.

-

Luna tonda,

io solo il tuo lupo

che ti ulula contro

il mio verso è sperduto

nel buio dove galleggi...

ma non sono come gli altri lupi,

io solo quello solitario

quello che aspetta,

aspetta...

Va via luna,

va via!"

 

grida il poeta ritornando al suo scrittorio. Una nuvola copre la luna lentamente e il buio avvolge la stanza. Il giovani si abbraccia, il freddo è intenso

 

"Notte, oceano di ghiaccio

mi travolgi, mi prendi, mi imprigioni nel tuo sacco

una noce fra le altre noci

ecco cosa sono per te,

un numero in più con cui poterti vantare.

Freddo, tu pietrifichi i miei pensieri

penetri nel mio essere

e lentamente mi addormenti.

lento...lento...e poi sono tuo

animo e non più corpo.

-

Mi hai convinto, amico freddo

ho colto il tuo messaggio.

E tu, buio della notte puoi andare via adesso."

 

La nuvola se ne va e rispunta la luna con la sua luce.

 

"Se lo speri allora no!

non mi sei mancata per niente

ti ho lasciata entrare

solo per consiglio di un nostro amico.

Vieni accomodati, entra."

 

Luna crescente

La luna mostra un enorme ghigno, e il poeta si siede sulla sua sedia.

Fra i due c'è un lungo duetto di silenzio.

 

 

"Sei felice, lo si vede!

Vorrei poterlo esserlo anch'io.

Vorrei spuntare come fai tu ogni notte:

mento alto da oriente a occidente.

Ridi, ridi al mondo,

ridi per le sue sofferenze,

ridi al tuo poeta

una vera iena,

che sogghigna dopo aver catturato la sua preda.

-

Un occhio che spia è il tuo,

socchiuso, per vedere lontano

per accentuare lo sguardo

in cose che intanto ignari.

Un occhio accostato al taglio di una porta socchiusa,

sperando che mani nessuno ti possa scorgere,

Mi ha visto o non mi ha visto ?

sono le tue domante salienti."

 

 Il poeta prende un libro lo apre e fa finta di leggerlo ma spia il pubblico con la coda dell'occhio appoggiato al bordo.

 

"Poi accade ciò che non mai capito in noi uomini,

ossia pur avendo la consapevolezza che essa ci spia

ci scruta anche nelle cose più intime,

noi la lasciamo fare,

anzi che il buon Dio ci perdoni,

ne siamo compiaciuti."

 

Chiude il libro con rabbia e lo sbatte sullo scrittoio con la stessa foga alzando nella sala un forte rimbombo.

 

"Maledetti noi siamo,

dalla tua presenza cara luna

e tu lo sai, e ne ridi.

ridi luna, ridi

perché se io fossi al tuo posto,

con la tua potenza,

accecato dal tuo potere,

io sarei corrotto,

e le mie gesta non sarebbero tante diverse dalle tue.

ridi luna, ridi."

 

Luna calante

Ora la luna mostra il suo broncio, sprigionando un forte malumore al poeta. 

 

"E' ora che ti abbandoni alla tristezza

il sorriso è vano nei nostri cuori

come il tuo broncio che adesso sprigioni

in cerca di compassione che mai ti sarà data.

-

Cara luna,

la tua è la richiesta più assurda che tu possa fare

a noi uomini, una razza cosi introversa e incoerente

che vacilla dalla gioia alla tristezza,

dal piacere al dolore,

che crede d'essere capace di dominarti, conquistarti come una terra selvaggia

infestata dall'oro e da innumerevoli virtù

ma ahimè, se loro ci riusciranno

non troveranno oro,

ma piombo nero...

di ciò che tu sei realmente fatta.

-

Ora piangi, disperati

se lo fai, se le guance del tuo volto pallido

si infestano di lacrime

allora hai coscienza dello sbaglio

e solo dopo il tuo pentimento

aver restituito al sole ciò che è suo di diritto,

potrai brillare di tua luce propria,

sarai la nuova luce nel cielo

cosi forte da far morire di invidia

le tue complici stelle."

 

 Novilunio

Della luna è visibile solo la corona lunare che come un anello fine è in alto nel cielo dove le stelle brillano forte.

 

"Io so che ci sei.

Sei li, io ti vedo!

I miei occhi non mi ingannano

perché logori di delusione.

Lasci il tuo posto alle tue stelle

perfide cagne di giaccio

pronti a sbranarti appena hanno loro l'occasione

avvoltoi che aspettano proprio la tua assenza

per brillare più forte e di farne loro la scena.

-

La notte, mentre tu eri assorta nella spavalderia,

lentamente, silenziosa e paziente …

ha tessuto su di te una fitta ragnatela,

un groviglio di nodi che sventolano al vento funesto.

Egli tesse come un ragno affamato,

la sua ragnatela è così perfetta …

un filo piccolo e lungo, quasi invisibile

ma l’unione con gli altri,

è forte quanto una catena

che tiene salda la nave al porto.

Fitta da imprigionare persino il tuo splendore,

splendore poi, che rubi dal tuo fratello sole.

una ragnatela che rallenta i pensieri

e li infesta come la gramigna in un prato,

li aggroviglia nascondendo per sempre il bandolo.

-

Il caro sole,

ti ha porto la sua mano e il suo tocco benevolo

Luce, il Dio che venerano i nostri occhi,

senza di essa,

gli occhi sarebbero utili quanto le parole di un pesce.

In essa c’è il dono più grande,

e tu, con la tua mano da zingara gliel’hai rubata tutta,

dando inizio a un lungo ciclo

di inseguimenti e di rincorse.

-

Ti nascondi nell’ombra della terra

Essa è sacra, non può sporcare il suo giudizio

con una zingara come te.

Essa crea l’uomo , tu le ombre nei nostri cuori.

-

Dove sei?

Mi manchi, il buio è così vuoto

Ho paura, non del buio, è ovvio,

ho paura che restando solo con il mio ego

esso possa distruggere la stima che ho per me stesso.

Esso è infido

e non so cosa nasconde sotto tutti quei veli.

-

Torna, Luna,torna.

Anche se amiamo tanto disprezzarci

La nostra unione è prova certa

che posso, dalla mia malattia d’amore, guarire."

 

Il giovane poeta dopo aver disprezzato la luna ora la certa con occhi attenti nel cielo buio fra le stelle che luccicano indifferenti. Scruta il buio della notte da est a ovest ma non riesce a trovarla, la luna è assente. 

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