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Tanto sudore per nulla e tanto bisogno di aiuto


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lecosechenondici

Come alcuni di voi si ricorderanno mi sono sbattuto tanto per realizzare il mio sogno di studiare psicologia a Torino.

Bene, quel sogno è realizzato. Ho superato il test con un buon punteggio. Ho trovato una sistemazione dopo litigi e pianti con i miei che mi hanno prima illuso e poi distrutto.

 

Adesso sono nel mio monolocale, ho il libro di Psicologia generale davanti e... non riesco a fare niente.

 

Sono sempre stato incline ad ansiarmi e impanicarmi. Mi sono sempre trovato a districarmi tra vari attacchi d'ansia, sempre controllati a parte una volta in cui ho avuto un vero e proprio attacco di panico. Però, dopo il co avevo ritrovato la fiducia in me stesso. Ero cosciente dei miei grossi limiti mentali e nelle relazioni sociali, ma ero deciso a risolvere, a crescere. Un po' ci sono anche riuscito, sempre con le ansie che facevano cucù e reprimevo.

 

Arriva l'estate, mi intestardisco sul voler studiare a Torino. I miei hanno sempre remato contro per via di pecunia scarseggiante (io preferirei dire "malgestita", adesso che vivo da solo me ne rendo conto), il mio ragazzo mi ha aiutato tanto e alla fine ci sono arrivato.

Però non studio. Mi sento davvero un cretino, ho fatto tanto e ora sto mollando sul più bello.

 

Sento addosso una pressione allucinante. Sono scappato da Genova per avere una laurea che valga e mi permetta una buona formazione su ciò che "voglio fare da grande" e per valere devo ottenere dei buoni risultati.

Ansia.

Se non ottengo buoni risultati, sprecherò tempo e soldi e perderò la fiducia dei miei che tanto ho faticato per ottenere.

Ansia.

A quel punto dovrei tornare a Genova. Sto scoprendo e amando Torino, è una città che sa dare molto. Su questa città vorrei fondare la mia vita, il mio futuro. Qui ho la mia indipendenza che tanto ho agognato e non rimpiango per nulla la pappa pronta che ho sempre avuto dai miei genitori. Perderei tutto.

Ansia.

E una volta a Genova? Dovrei proseguire i miei studi lì, in un brutto corso, privo di qualsiasi motivazione? Se no cosa mi rimane? Non ho interessi in altri corsi, non ho abilità specifiche per altre professioni e rimangono sempre i miei problemi sociali. Se penso a Genova vedo una squallida vita in un letto, con i miei che si incazzano per provare a motivarmi senza alcun successo.

Ansia.

 

L'ansia sta tornando a mangiarmi il cervello e le energie, a ingigantire ogni mio problema e mi sento sempre più privato delle mie forze, della mia capacità di reagire.

Mentre scrivevo mi sono alzato dalla sedia, senza nemmeno rendermene conto, per andare sul letto, la "culla della depressione" e ho trattenuto a stento questo impulso.

 

Comincio a soffrire seriamente la solitudine nel mio monolocale, ma l'unica persona che voglio vedere è il mio ragazzo. Quando ci vediamo, già qualche ora prima di lasciarci comincio a patire sapendo che dopo poco sarò da solo con me stesso.

Ho paura che questo mio vestirmi di tristezza rovini il nostro rapporto e questo mi manda ancora più nel panico.

 

Vorrei tanto essere in grado di chiedere aiuto, di informarmi su cosa possa offrire il Servizio Sanitario Nazionale riguardi agli aiuti psicologici, ma solo pensare di dover telefonare a un ufficio mi mette ansia. Di parlare coi miei non se ne parla nemmeno. Mi sento in trappola e l'unica cosa che so fare è scrivere un lagnoso post di sfogo sul forum.

 

 

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Io non so se il tuo disagio sia tale da dover richiedere un aiuto in ASL, però è comunque possibile e sempre da tener presente che puoi andare ai consultori per giovani, tanto a Torino quanto a Genova, e chiedere di poter fare dei colloqui. Potrebbe aiutarti molto.

 

L'ansia comunque ti viene perché stai caricando lo studio di una specie di valenza salvifica anti-apocalittica, il che però ti fa vivere nel costante terrore di un'imminente tragedia e ti impedisce di entrare nella tua nuova vita, quasi lasciandoti ancora in bilico a prima del trasferimento.

 

Basta, ci sei, sei arrivato, ora lasciati assorbire dalla nuova quotidianità, entra nella nuova routine, è questo il bello, creare una nuova serie di piacevoli abitudini nelle quali si inserisce anche l'abitudine dello studio e delle lezioni come normale impegno di ogni giorno da affiancare a fare la spesa, guardare un film, fare sport, uscire a bere qualcosa, esplorare la città, ecc.

 

Non concentrarti eccessivamente sul tuo ragazzo, devi respirare per bene conoscendo i tuoi compagni di corso, andando all'arcigay per vedere che aria tira, iniziando uno sport da fare quasi quotidianamente.

 

Non sei a Torino per "svolgere una missione segreta" in stile vado prendo la laurea e torno. Sei a Torino per trascorrere alcuni anni di vita. Una vita fatta di un complicato intreccio di tante belle cose.

Non sei assolutamente lagnoso e avere più pareri anche chiedendoli su internet non è stupido...

Sei sicuro ti piaccia realmente studiare psicologia e i relativi sbocchi? Secondo me hai fatto i conti con la dura realtà che ha distrutto il tuo sogno.  Purtroppo non sempre la realtà è all'altezza della fantasia. Cerca di capire se realmente ti piaccia studiare psicologia... Io mi concentrerei su quello.

 

Ho aperto un post simile proprio ieri, se ti va leggilo, magari ti aiuta un pochino a fare chiarezza.

Edited by PiNKs
lecosechenondici

Io non so se il tuo disagio sia tale da dover richiedere un aiuto in ASL, però è comunque possibile e sempre da tener presente che puoi andare ai consultori per giovani, tanto a Torino quanto a Genova, e chiedere di poter fare dei colloqui. Potrebbe aiutarti molto.

 

L'ansia comunque ti viene perché stai caricando lo studio di una specie di valenza salvifica anti-apocalittica, il che però ti fa vivere nel costante terrore di un'imminente tragedia e ti impedisce di entrare nella tua nuova vita, quasi lasciandoti ancora in bilico a prima del trasferimento.

 

Basta, ci sei, sei arrivato, ora lasciati assorbire dalla nuova quotidianità, entra nella nuova routine, è questo il bello, creare una nuova serie di piacevoli abitudini nelle quali si inserisce anche l'abitudine dello studio e delle lezioni come normale impegno di ogni giorno da affiancare a fare la spesa, guardare un film, fare sport, uscire a bere qualcosa, esplorare la città, ecc.

 

Non concentrarti eccessivamente sul tuo ragazzo, devi respirare per bene conoscendo i tuoi compagni di corso, andando all'arcigay per vedere che aria tira, iniziando uno sport da fare quasi quotidianamente.

 

Non sei a Torino per "svolgere una missione segreta" in stile vado prendo la laurea e torno. Sei a Torino per trascorrere alcuni anni di vita. Una vita fatta di un complicato intreccio di tante belle cose.

Ci hai preso in pieno ma il problema è applicare ciò che dici. Penso "devo rilassarmi, vivere questi anni con tranquillità" ma appena apro un libro comincio a farmi queste paranoie e dopo due ore ho letto tre pagine.

Non sei assolutamente lagnoso e avere più pareri anche chiedendoli su internet non è stupido...

Sei sicuro ti piaccia realmente studiare psicologia e i relativi sbocchi? Secondo me hai fatto i conti con la dura realtà che ha distrutto il tuo sogno. Purtroppo non sempre la realtà è all'altezza della fantasia. Cerca di capire se realmente ti piaccia studiare psicologia... Io mi concentrerei su quello.

 

Ho aperto un post simile proprio ieri, se ti va leggilo, magari ti aiuta un pochino a fare chiarezza.

Il tuo post l'ho letto ma credo che le situazioni siano un po' diverse.

Mi piace quello che studio e seguo le lezioni con interesse. Nutro in generale un interesse per la cultura e per lo studio che è sempre stato ostacolato dal mio ansiarmi sempre e comunque.

 

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Hai appena iniziato lo studio e le difficolta' iniziali ce le hanno in tanti. Valutare da qua che ansia hai e' difficile. Se ti impedisce di vivere la vita come vorresti o dovresti fatti aiutare da un professionista e ne trarrai solo giovamento.

Ti capisco, succede anche a me :'(. Sarebbero abbastanza inutili dei miei consigli, visto che neanche io so che fare. Penso che ti aiuterebbe effettivamente fare almeno una visita dallo psicologo, alcuni offrono gratuitamente la prima visita, per capire se i loro servizi ti sono utili o meno. Non lasciarti troppi esami alle spalle, e anche se succede, ricordati che sia in Italia che all'estero difficilmente ci si laurea perfettamente nei tempi. Non crolla il mondo se non riesci a fare tutto quanto stabilito! Oltretutto potresti fare qualcosa che in genere ti rilassa più spesso (tempo permettendo), come sport, o altro...

 

 

ma appena apro un libro comincio a farmi queste paranoie e dopo due ore ho letto tre pagine.

 

Diventi molto più produttivo se inizi a riempire la giornata con altre cose riducendo il tempo dedicato allo studio. E' paradossale ma funziona decisamente bene.

 

Se sai di avere solo tre ore per studiare perché dopo devi fare commissioni o devi andare in piscina o devi uscire la prospettiva cambia, hai un incentivo a completare la lettura nei tempi previsti. Naturalmente devi fare degli esperimenti, perché ognuno deve trovare il suo metodo, c'è chi se la cava con una sola lettura ma è estremamente lento, c'è chi fa due letture abbastanza approfondite, c'è chi ne fa tre ma molto rapide. C'è chi prende appunti e chi ripassa ad alta voce; sulla base di questo capirai qual è il tuo limite fisiologico di pagine/capitoli/quaderni al giorno.

lecosechenondici

 

 

Diventi molto più produttivo se inizi a riempire la giornata con altre cose riducendo il tempo dedicato allo studio. E' paradossale ma funziona decisamente bene.

 

Se sai di avere solo tre ore per studiare perché dopo devi fare commissioni o devi andare in piscina o devi uscire la prospettiva cambia, hai un incentivo a completare la lettura nei tempi previsti.

Proverò a fare così, in effetti sembra poter funzionare.

 

So comunque che dovrei affidarmi a qualche aiuto psicologico, non so bene se posso rivolgermi all'asl torinese pur essendo residente in Liguria ma mi informerò. Forse.

 

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Mi accodo ai suggerimenti di @Sampei. In più, mi permetto di consigliarti un paio di cose.

 

Cambia metafore, cambia immagini. Obbliga il tuo cervello a pensare diversamente, imponigli nuove parole.

Dovresti sapere che "la mappa non è il territorio": la realtà che hai sotto gli occhi è quella che ottieni applicando i tuoi filtri, e cambiando questi filtri cambierai quello che devi.

E' come se devitalizzassi il nervo alla radice di un dente: togli potere alle immagini, le ridimensioni.

 

In aggiunta (o in alternativa), puoi provare a scomporre i comportamenti improduttivi e cambiare alcuni passaggi. Cioè:

Devo studiare -> Non riesco a studiare

Diventa, scomponendolo, una cosa tipo:

Devo studiare -> Ho ancora un sacco di pagine da affrontare -> Il tempo è poco -> Non ce la farò mai -> Non riesco a studiare

In un caso del genere, puoi modificare un elemento e vedere quale effetto sortisce. Ad esempio:

Devo studiare -> Ho ancora un sacco di pagine da affrontare -> Tuttavia l'argomento è molto interessante/Finora, comunque, ho già memorizzato una buona parte del manuale/Non vedo l'ora di scoprire di cosa tratterà il prossimo capitolo

e a quel punto la catena potrebbe essersi rotta.

 

Questi consigli sono solo un'aggiunta: se credi di avere bisogno di una terapia, fallo.

Ma io non vorrei che chiamassimo l'idraulico perché il lavandino non scarica quando, semplicemente, non hai tolto il tappo ;)

Ci hai preso in pieno ma il problema è applicare ciò che dici. Penso "devo rilassarmi, vivere questi anni con tranquillità" ma appena apro un libro comincio a farmi queste paranoie e dopo due ore ho letto tre pagine.

 

Esci dal monolocale; non raccontarti menate che in biblioteca perdi tempo...ci sono momenti della preparazione di un esame che funzionano meglio se spesi in un luogo pubblico. Non ti puoi buttare sul letto, devi mantenere un filo di disciplina in più, se possibile quando ci vai evita di utilizzare il wi-fi. Creati una bolla in cui sei costretto a studiare, fai qualcosa di fisico per sfogare la tensione (bici, corsa, nuoto, va bene un'attività qualsiasi).

Ciao.

lecosechenondici

Grazie per i consigli.

Loco, dirsi le cose nella testa purtroppo non funziona, ho già provato molte volte :(

 

Capricorno, non dormo bene per nulla, faccio un sacco di sogni che poi dimentico, mi muovo, mi sveglio.

 

Schopy, ci pensavo anche io a studiare in aula studio... Da domani sveglia alle 6.30, risotto per pranzo e vado in aula studio.

Purtroppo una cosa che mi fa perdere un sacco di tempo e mi fa spesso desistere dall'andare in aula studio è dover andare davanti l'aula almeno mezz'ora / tre quarti d'ora prima per avere un posto decente.

 

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umh mi viene un dubbio: segui e lezioni?

seguire è estremamente importante: non ti isoli nel monolocale ma vedi altre persone, vivi la città anche negli spostamenti coi mezzi pubblici, a lezione apprendi comunque qualcosa, puoi conoscere altri studenti, ti dai una disciplina di studio... a casa torni la sera, stanco ma soddisfatto, e ti fai il risotto ;)

Concordo sull'andare in biblioteca o aula studio. Io fino alle superiori ho sempre studiato a casa con buoni risultati (pure studiando a letto). All'università non ci sono mai riuscito...fondamentalmente ho vissuto in biblioteca fino alla Laurea. Troppo studio e a casa troppe distrazioni. Poi comunque uscendo di casa si vede gente, si fanno cose diverse....insomma provaci. :)

 

Poi insomma hai cominciato da quanto? Massimo un mese? Datti ancora un po' di tempo!!! Credo sia normale sentirsi spaesati, entro certi limiti ovviamente.

L'ansia è una bestiola con cui uno, se ce l'ha e se non ci sta attento, bene o male dovrà farci i conti per tutta la vita. 

Ci saranno i periodi leggeri ma anche quelli più pesanti da.. sostenere. 

L'ansia amplifica i problemi, allontana il traguardo e non semplifica il percorso. 

A me l'ultimo picco di ansia è esploso nel gennaio 2008 e man mano si è quasi annullato entro la metà 2010:

cioè proprio nel periodo in cui mai come prima, per vari motivi, dovevo dare il meglio di me stesso, caddi nel gorgo dell'inconcludenza e della quotidiana perdita di tempo. 

Tutto era diventato difficile:

prendere un appuntamento, fare una telefonata, stilare un resoconto o una tabella, fare 7 ore di sonno vero. 

Mi rivolsi al mio medico, che mi prescrisse un ansiolitico dal gusto di anice che, preso alla sera, mi ridiede il gusto di dormire davvero. 

Successe che mi alzavo al mattino più tranquillo, più leggero, mi guardavo allo specchio e ricominciavo a piacermi: 

volevo di nuovo piacere come non mai al mio moroso, dovevo fare bella figura davanti a lui e a me stesso. 

Cambiai totalmente il vestiario, curai l'aspetto, perfino la postura. Finalmente il gioco della vita stava ritornando piacevole. 

Ritrovai il gusto dell'ordine, di prendere appunti e promemoria, di arrivare in anticipo agli appuntamenti, di parlare e trattare con la gente. 

La mia situazione pare stabile, una volta al mese mi faccio ancora un giretto serale di goccine ma ho scoperto un nuovo prodotto grazie alla pubblicità sul giornale, si chiama "Melatonina + e Valeriana ACT forte 5 complex".

Una pastiglietta mi garantisce un sonno da manuale, ma resta un gioco sporadico. 

Anzi, fra 10 minuti me ne sparo una, giusto in tempo per salutare il moroso che verrà a trovarmi un attimo alle 22 uscendo dal lavoro, e poi mi addormenterò davanti alla tv accesa. 

Ma la ansietta residua, leggera e amichevole che mi accompagna quotidianamente, ha il pregio di "tenermi sul pezzo", di darmi l'input e la motivazione di "fare bene" a modo mio. 

Parlane col tuo medico o uno specialista del settore. Sìi fantastico col tuo ragazzo, non lesinargli gesti e parole di affetto, tutto si rivolgerà a tuo favore.

Per lo studio, se puoi, attendi di migliorare il tuo stato prima di dedicarti ad esso cocciutamente ma senza risultati. 

Ci vediamo tra un mesetto, vero? 

lecosechenondici

Frequento le lezioni e ho anche un gruppetto di amichette. Vedo comunque che studiare in aula studio è proficuo per molti quindi proverò.

 

L'ansia è una bestiola con cui uno, se ce l'ha e se non ci sta attento, bene o male dovrà farci i conti per tutta la vita.

Ci saranno i periodi leggeri ma anche quelli più pesanti da.. sostenere.

L'ansia amplifica i problemi, allontana il traguardo e non semplifica il percorso.

A me l'ultimo picco di ansia è esploso nel gennaio 2008 e man mano si è quasi annullato entro la metà 2010:

cioè proprio nel periodo in cui mai come prima, per vari motivi, dovevo dare il meglio di me stesso, caddi nel gorgo dell'inconcludenza e della quotidiana perdita di tempo.

Tutto era diventato difficile:

prendere un appuntamento, fare una telefonata, stilare un resoconto o una tabella, fare 7 ore di sonno vero.

Mi rivolsi al mio medico, che mi prescrisse un ansiolitico dal gusto di anice che, preso alla sera, mi ridiede il gusto di dormire davvero.

Successe che mi alzavo al mattino più tranquillo, più leggero, mi guardavo allo specchio e ricominciavo a piacermi:

volevo di nuovo piacere come non mai al mio moroso, dovevo fare bella figura davanti a lui e a me stesso.

Cambiai totalmente il vestiario, curai l'aspetto, perfino la postura. Finalmente il gioco della vita stava ritornando piacevole.

Ritrovai il gusto dell'ordine, di prendere appunti e promemoria, di arrivare in anticipo agli appuntamenti, di parlare e trattare con la gente.

La mia situazione pare stabile, una volta al mese mi faccio ancora un giretto serale di goccine ma ho scoperto un nuovo prodotto grazie alla pubblicità sul giornale, si chiama "Melatonina + e Valeriana ACT forte 5 complex".

Una pastiglietta mi garantisce un sonno da manuale, ma resta un gioco sporadico.

Anzi, fra 10 minuti me ne sparo una, giusto in tempo per salutare il moroso che verrà a trovarmi un attimo alle 22 uscendo dal lavoro, e poi mi addormenterò davanti alla tv accesa.

Ma la ansietta residua, leggera e amichevole che mi accompagna quotidianamente, ha il pregio di "tenermi sul pezzo", di darmi l'input e la motivazione di "fare bene" a modo mio.

Parlane col tuo medico o uno specialista del settore. Sìi fantastico col tuo ragazzo, non lesinargli gesti e parole di affetto, tutto si rivolgerà a tuo favore.

Per lo studio, se puoi, attendi di migliorare il tuo stato prima di dedicarti ad esso cocciutamente ma senza risultati.

Ci vediamo tra un mesetto, vero?

Non so quanto il mio medico possa essere competente su questo e sicuramente un po' di melatonina non può risolvere i miei problemi, al massimo palliarli.

 

Non posso permettermi di rimandare lo studio. Devo assolutamente restare in pari e bene se voglio avere la possibilità di stare qui.

 

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Edited by lecosechenondici

Esattamente  quasi  quello  che  scrissi  x  il carissimo  pinks  ;    

Poi  passa  anche  io     14  anni  ci  sono  passato  poi  mi  sono  rimboccato  le  maniche  o  lavorare e studiare  e  morire  di fame  si  di  fame    hai letto bene .

Anche io  che  scrivo  in parte  sono stato  aiutato  in parte "psicologicamente "  nel  fatto  di vedere  un 14 enne  peggio  di  uno  zingaro !!!

Il  resto  viene  dopo  ma  di  sicuro  ci  sono  varie associazione  e  università  che  ti  può  dare  mano   ma  se  la  tua  materia  ti  piace  piano  piano  igrani  purtroppo  non sono  rose e  fiori  anche  se  si e  portati  per  la  propia  materia    magari  ci   sono  cose  che  si  fa fatica  a conprendere e  ci  vuole  molto  tempo   ma  piano  piano  se  non si  comincia......  poi  hai  la  hai LA GRANDE   fortune  di  avere  un RAGAZZO  che  ti ama  e ti aiuta  e  al giorno  d'  oggi  più  di ieri aiuta  molto  .

Il post di apertura mostra tante "doverizzazioni" che ti mettono ansia, ti fanno star male e ti paralizzano. Ti consiglio questo libro, non lungo, che mi sembra proprio adatto alla situazione: Albert Ellis, L'autoterapia razionale emotiva, Edizioni Erickson, 2014.

 

Ignora il titolo e la quarta di copertina, che lo fanno sembrare un manualetto di auto-aiuto americano di bassa lega; leggendolo, male che vada, imparerai le basi della REBT, visto che studi psicologia. Chiaramente un libro non può sostituire il lavoro con un terapeuta, ma può certamente fornire degli spunti.

 

 

un po' di melatonina non può risolvere i miei problemi

non desidero di sicuro convincerti a provare a prendere sonniferi dai limitati o assenti fenomeni collaterali di assuefazione.

Dico solo che un buon sonno è alla base della salute dell'animale.

E dico anche che attenuare l'ansia ed i suoi effetti deve essere il tuo scopo primario.

 

 

Sono sempre stato incline ad ansiarmi e impanicarmi

Mi risulta difficile immaginare che ti scompaia del tutto, ma di certo imparerai a galleggiare sui problemi perchè la tua posizione lo richiede.

La "doverizzazione" ti salverà, quando l'avrai elaborata come "inevitabile", semplicemente perchè non puoi immaginare di finire a dormire sulle panchine del Valentino.

 

Non ti conosco di persona ma un'opinione me la sono fatta, leggendoti in passato e nel presente topic.

In pratica non ti manca nulla, nemmeno il moroso, quindi giù dalle brande a calci in culo e goditi la posizione dimostrando di meritarla, a te a lui e alla famiglia, con un sorriso ebete stampato in viso.

 

(Poi, che la professione di studente sia secondo me una delle meno simpatiche al mondo, è un fatto. Finito il Liceo col minimo dei voti, diedi 2 o 3 esami in giro per il nord Italia ma io sognavo un lavoro le moto lo sci e la indipendenza economica. Un cavallo di battaglia di mia mamma era che "si sono laureati cani e porci" intendendo dire che tutti i miei compagni del Liceo si laurearono, pure quelli che ogni anno avevano 3 materie a settembre, diversamente da me sempre promosso...)

(sinceramente, qualche mese sabbatico può far bene a tutti, secchioni e non..)

davydenkovic90

Io direi che è una situazione comune a molti studenti del primo anno e non drammatizzerei con questo titolo così tragico.

 

Lascio perdere tutto il discorso dei genitori, ecc, anche perché, che tu abbia un monolocale, da studente, è già un grande privilegio del quale non puoi lamentarti, a meno che tu non ambissi ad un attico. La maggior parte degli studenti vive in studentati o stanze doppie, triple o in singole in appartamenti condivisi. (Che tra l'altro potrebbe essere anche un buon modo per ovviare alla solitudine... io ti capisco perché vivo da solo e a volte è pesante stare sempre da soli. Ma questo è proprio quello che deve spronarti a cercare qualcuno, degli amici con cui uscire più spesso, degli hobby, o cose del genere, come diceva Samp rendono anche più produttivi! )

 

Sull'università, ti direi di aspettare la sessione d'esame, vedere come andrà e capire se è realmente questo quello che vuoi fare. 

Per quanto uno se la possa immaginare, l'università, vissuta in carne ed ossa, è un'altra cosa. Ci sono talmente tante variabili: professori, compagni di corso, il modo in cui vivi la facoltà e organizzi il tempo... ecc.

Pensa che io, appena arrivato all'università, mi trovai accanto a una ragazza anoressica, papa-girl, timorata di dio, catechista e quanto di peggio ci possa essere, e di fronte un professore che sembrava un filosofo greco (o Babbo Natale, quando aveva il maglioncino rosso). Prendeva il gesso e scriveva cose qua e là a caso in arabo sulla lavagna, ragionando fra sé e sé. Poi a un certo punto diceva "no, io devo andare via" (un "no, Maria, io esco ante litteram ) e ci lasciava tutti lì a bocca aperta. Dovrei ritrovare gli appunti delle sue lezioni (mai studiati né capiti) e farmi delle risate. [solo mesi dopo capii che era un genio, che era anche un ottimo insegnante, parlandoci a tu per tu mi spiegava le cose e mi dava i consigli con quegli occhioni azzurri e farfugliando cose sotto i baffi... ]

Il succo è che crisi come la tua sono fisiologiche, si superano, si cade, ci si rialza e si va avanti. Non metterti troppa pressione addosso, non guardare troppo oltre, rischi di avere le vertigini, limitati a concentrarti sugli obiettivi a breve termine (i prossimi esami ad esempio) e ritrova il sorriso, in qualche modo. ;)

Edited by davydenkovic90
studiare in aula studio è proficuo

 

Io per esempio mi ero accorto di essere molto dispersivo a casa. Ero circondato da un mare di distrazioni e per quanto cercassi di isolarmi esse bussavano sempre al cervello pronte a farmi perdere tempo e concentrazione. Cosicché avevo iniziato ad andare in aula studio e mi ero reso conto che circondarmi di persone concentrate (o che si presume debbano esserlo) era meravigliosamente incentivante. Poi quando abitavo in Francia andavo anche a studiare assieme ai miei amici nella Médiathèque comunale ed era molto piacevole imporsi un ritmo collettivo tutti quanti, sgridandoci e perdonandoci a vicenda sulle dosi variabili di sacrifizio da destinare ai libri.

 

Ero quindi riuscito a tararmi su un numero fisso di pagg. al giorno così da mantenere la tabella di marcia perfino nei periodi clou sotto esame, uscendo al mattino molto presto e rincasando nel tardo pomeriggio. Mi dava molta soddisfazione perché mi "guadagnavo" il tempo libero a fine giornata.

 

Avevo anche scoperto alcune aule snobbate dai più che facevano orari indicibili chiudendo tipo alle 22:30 così avevo anche luoghi in cui espiare se sgarravo.

 

L'unico mio orribile rimpianto è di aver scoperto questi metodi solo al quarto anno della quinquennale xD

 

Insomma l'università col metodo italiano (no aspé anche quello francese e tedesco) impone uno studio prettamente quantitativo, quindi bisogna per forza regolarsi sulle microquantità quotidiane.

Edited by Sampei

Allora. Io vivo a Roma, da solo. Studio storia, e faccio il conservatorio a tempo perso.

Sento come un fardello il fatto che, per gli studi che mi sono scelto, difficilmente avrò presto un impiego decoroso, quindi graverò sulla famiglia chissà ancora per quanto.

La solitudine non mi spaventa. Ho sempre fatto poca vita sociale. Ora occupo il tempo soprattutto leggendo, suonando, studiando e cucinando.

 

Come mi salvo dall'ansia nera?

Facendo due considerazioni:

1) mi piace studiare e mi piace assai quello che studio (io, ad esempio, studio molto meglio a casa, con sottofondo musicale, che non in una sala di studio)

2) sono giovane, ho il privilegio di fare ciò che mi piace, amen. Ne approfitto al meglio. Un punto di vista prettamente edonistico.

Se sei portare insano di ansia a vari livelli, sarà difficile accettarlo ma vivrai queste situazioni bene o male per tutta la vita. E' scientificamente riconosciuto e non servono pseudo lavaggi mentali auto indotti di varia natura o commoventi tentativi di "ingoiarla" o trasformarla in altro. Ci sono varie forme di ansia e solo tu puoi comprendere e capire l'effetto che ha su di te.

E' logico che sia collegata a diversi fattori e variabili, gli effetti che può avere su di te dipende dal momento "storico" in cui ti assale; avendo un ragazzo, si suppone che da quel lato là puoi star rilassato e anzi possa darti una mano nello "scaricare", non nel senso che deve farti da confessore o robe simili, ma una spalla con cui distrarsi è sempre meglio che una vita sociale piatta. Ora il tuo aver dato una svolta differente alla vita in fatto di studio e residenza, ti mette di fronte a nuovi dubbi e a obbiettivi da raggiungere in tempi più o meno prestabiliti. Se sei dell'idea che un aiuto psicologico possa farti bene, sfruttalo eccome. Chiedi alla ASL e/o vari consultori convenzionati e vedi se e cosa ti offrono.

A volte si riesce a reagire bene, a volte meno. Cerca di rendere tutta questa nuova avventura realistica negli impegni e negli obbiettivi, sarà più semplice se hai un piano da seguire.

Fatti aiutare per dormire. Il corpo di un ansioso consuma molta più energia (come dice W. Allen <Non mi serve fare sport, l'ansia è il mio fitness personale>) ma riesce a riposarsi meno e questo potrebbe innescare un giro vizioso di stanchezza che non ti fa rendere bene e di ansia che aumenta per la poca resa.

Spero ci sia qualche consiglio utile qua, basandomi sulla mia esperienza. Buona fortuna

Secondo me volevi solo andare a vivere da solo e non ti interessa veramente studiare ...

Solo perché non ha trovato un nuovo equilibrio?

Affrontare l'università da studente fuori sede è sempre una piccola, grande rivoluzione, figuriamoci se si è dovuto lottare per ottenerla.

Io credo che il nostro opener sia solamente sovraccarico e, come ogni circuito elettrico che si rispetti, sia scattato. Non appena troverà l'interruttore, le cose prenderanno una piega diversa.

lecosechenondici

Scusate se non ho più risposto ma seguendo il vostro consiglio di studiare in biblioteca... Beh ho vissuto in biblioteca e non sono riuscito a loggare tanto.

Grazie a tutti per i consigli.

Alla fine ho scoperto che esiste un servizio di counseling dell'università tenuto da psicologi con studi privati che dedicano un po' del loro tempo anche a questo. Ieri sera ho scritto a loro e attendo risposta. Il problema dell'ASL è che dovrei comunque pagare il ticket ma soprattutto che probabilmente essendo residente in Liguria dovrei usufruire del servizio lì.

Mi è stato detto che il servizio di counseling dell'università è molto buono quindi per ora provo lì.

Comunque sono contento di aver trovato un posto dove riesco a studiare e devo ringraziare voi :)

 

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Solo perché non ha trovato un nuovo equilibrio?

Affrontare l'università da studente fuori sede è sempre una piccola, grande rivoluzione, figuriamoci se si è dovuto lottare per ottenerla.

Io credo che il nostro opener sia solamente sovraccarico e, come ogni circuito elettrico che si rispetti, sia scattato. Non appena troverà l'interruttore, le cose prenderanno una piega diversa.

 

Secondo me molte volte si abusa del termine " lottare " per dare maggiore credibilità a quello che si fa. Lottare contro chi e contro cosa ? Non lotta mica contro problemi economici famigliari visto che comunque si trova in un monolocale e i soldi non mancano in casa ... se col termine lottare intendi dire che si è conquistato la fiducia dei suoi genitori che probabilmente dopo aver fatto coming out non lo volevano mandare da solo a vivere in una città abbastanza gay friendly non per soldi ma per " ripicca " può darsi che abbia " lottato " ma non è che " lottare " sia il termine più adatto. Anche fosse un genitore non può non pagare gli studi al proprio figlio solo perché è gay. Dice che soffre la solitudine ma va a vivere in un monolocale che oltre a creare ovviamente solitudine è pure molto più costoso rispetto ad una stanza singola o doppia quindi avesse scelto la seconda invece del primo si sarebbe trovato sia in compagnia di altri coinquilini e sia " meno in colpa " perchè avrebbe pesato meno sulle finanze della famiglia. Dice che se torna a Genova non studierà psicologia ma in " un brutto corso " quando all' Università di Genova c'è comunque un corso di Psicologia e non mi pare che Genova sia la peggiore delle città dove studiare quindi non si tratta di un diritto allo studio negato ... la verità è che non voleva andare a Genova ma a Torino perché a Genova non c'è molta movida e infatti " è scappato " da Genova ... e probabilmente ha scelto un monolocale per vivere meglio la sua indipendenza e la sua omosessualità  magari invitando il fidanzato di tanto in tanto cosa che sarebbe stata più difficile in stanze condivise sia perché poteva esserci la possibilità sia di trovare coinquilini poco friendly ( quindi si sarebbe trovato un po' come a casa dei suoi ) sia perché avrebbe dovuto stare ai comodi di tutti i coinquilini. In realtà non è sovraccarico ( se lo è ora figuriamoci quando si avvicineranno le date degli esami ... ) è che è partito andando alla conquista dello spasso e dell'indipendenza totale con un bagaglio di cose già pronte e sistemate ma ora si trova davanti a responsabilità e doveri ( come il pulire casa, cucinarsi e naturalmente studiare e tenere il ritmo ) e magari non era abituato a tante responsabilità o non se le aspettava. Secondo me non si tratta di ansia patologica ma di naturale ansia che proviene dal normale vivere.

Edited by Vuliscio

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