Jump to content

La fine dei sondaggi?


Recommended Posts

 

 

non credo a questa eventualità perché la mediazione e dunque la rappresentanza in politica è tutto (almeno se rimaniamo in un contesto democratico), e senza mediazione non c'è salvaguardia delle minoranze

 

Sì ma la mediazione del partito, con Berlusconi ed il partito azienda era già saltata

poi abbiamo avuto i partiti personali ( Dini Monti Di Pietro ) infine il Berlusconismo ha

conquistato il PD attraverso Renzi

 

Diciamo che se vogliamo intravedere nella "democrazia del pubblico" la crisi della

democrazia rappresentativa non c'era bisogno certo di aspettare Gianroberto Casaleggio

Il problema però è che il M5S si è imposto grazie alla leadership di Beppe Grillo e parla

più attraverso il blog di Grillo, che attraverso forme organizzative orizzontali realmente innovative

 

In ultima analisi Beppe Grillo sta al M5S come Berlusconi a Forza Italia e renzi al PD

e non mi risulta che le regole interne del M5S siano meno discrezionali di quelle del PD

In ultima analisi Beppe Grillo sta al M5S come Berlusconi a Forza Italia e renzi al PD

e non mi risulta che le regole interne del M5S siano meno discrezionali di quelle del PD

 

Penso però ci sia una differenza piuttosto sostanziale tra PD e M5S/FI.

Il primo è un partito ''scalabile'', Renzi potrebbe essere catapultato in caso di fallimento politico; i secondi no, Grillo-Casaleggio e Berlusconi nessuno li può spodestare, escono di scena con la morte fisica, non politica (come è d'altronde successo con Casaleggio).

 

Il PD è un partito non ''padronale'', M5S e FI lo sono invece.

Edited by Layer

 

 

Il PD è un partito non ''padronale'', M5S e FI lo sono invece.

 

Ormai credo sia difficile capire che la differenza sta tutta qui.

Non è l'arroganza o i toni del leader a fare la differenza

e neanche quanto un partito si identifichi simbolicamente col leader:

in questo senso il Movimento Cinque Stelle è "berlusconiano"

perché è appunto "padronale".

 

Nemmeno Trump - che spesso viene accostato a Berlusconi -

è proprietario del Partito Repubblicano come Grillo lo è del M5S.

 

Questo è un fattore di grande immobilismo per la politica italiana:

che vincano o perdano Berlusconi o Grillo rimangono sempre in sella.

Mentre è probabile - se non certo - che se Renzi verrà sconfitto alle urne

non sarà più segretario del PD, come è accaduto a tutti prima di lui.

 

 

Penso però ci sia una differenza piuttosto sostanziale tra PD e M5S/FI.

 

Il problema sta tutto in quel "penso"

 

Nel senso che in teoria Renzi avrebbe dichiarato, dopo aver vinto

le primarie ( e non prima ) di voler fondare un partito nuovo, il partito

della Nazione, che poi non ha mai chiarito cosa dovrebbe veramente

essere e come dovrebbe funzionare

 

Ha dichiarato che se vincesse il Sì si andrebbe a Congresso ( quando

il senso comune ci dice semmai che si dovrebbe farlo nel caso contrario )

 

Trump può usare il Partito Repubblicano ( usare nel senso che in passato

credo abbia mostrato interesse per i cd terzi partiti, quando i Repubblicani

erano saldamente bushiani ) ma non può avere una idea di come cambiare

il partito, perchè nella cultura politica americana il partito è un "contenitore"

di cui una sola cosa è certa: le regole democratiche di funzionamento

 

Renzi, da un lato si inserisce nel solco dell'idea di Veltroni, cioè che il Partito

dovrebbe essere così, Americano ( Veltroni diceva liquido...) dall'altro però ha

un approccio molto disinvolto rispetto alle regole, a seconda delle convenienze

ed ha lanciato un attacco frontale alla ex componente DS, per trasformare il PD

in un partito di centro ( al di là del merito è una linea di segreteria, cosa che negli

USA neanche esiste concettualmente )

 

Poichè non ha mai chiarito fino il fondo le sue idee, chi lo avversa può a buon diritto

affermare che se Renzi non viene contenuto politicamente, non si può sapere cosa il

PD diventerebbe nel caso di una sua vittoria

Questa notizia mi ricorda gli episodi finali di "London eye". Lì grazie ad analisi algoritmiche di post sui social, si riusciva ad identificare chi diceva la verità e chi no. C'era anche uno spunto interessante sui terroristi che hanno attaccato a Londra, su come l'uso di parole normali come rafting risulti fuori contesto e possa esser interpretato come un luogo di incontro con altre finalità (come infatti era stato in realtà).

È molto interessante ma bisogna vedere quanti soldi ci si possono investire.

Certo la versione italiana della cyber propaganda

fa un po' ridere

 

Beatrice Di Maio, "l'account chiave" inserito in una presunta struttura di cyber propaganda del Movimento 5 Stelle per gettare fango sul Partito Democratico e sul Governo (raccontata da un articolo di Jacopo Iacoboni su La Stampa) è in realtà Titti Brunetta, moglie di Renato. "Tommasa Giovannoni Ottaviani, moglie e madre di due ragazzi. Arredatrice di interni...". A dirlo, in un'intervista pubblicata oggi da Libero, è la stessa signora Ottaviani. Moglie del capogruppo FI alla Camera Renato Brunetta. "Sì ma lui non c'entra in questa storia. Non ha mai saputo nulla di quello che facevo", spiega la signora Ottaviani nell'intervista.

 

http://www.huffingtonpost.it/2016/11/24/beatrice-di-maio-brunetta_n_13199526.html?utm_hp_ref=italy

Create an account or sign in to comment

You need to be a member in order to leave a comment

Create an account

Sign up for a new account in our community. It's easy!

Register a new account

Sign in

Already have an account? Sign in here.

Sign In Now
×
×
  • Create New...