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Una norma anti-porno da imitare in Italia?


Rotwang

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Perché la gente crede che attaccare la pornografia sia attaccare il sesso?

 

Una volta ho letto che “se il sesso è la cucina la pornografia è il Mc Donald”. Qui parliamo di una industria, un lavoro, un performance retribuita (se non si parla di utenti che riprendo la loro vita sessuale e caricano i video in qualche piattaforma)….ma sembra che lo dimentichiamo tutti.

 

Devo dire che non mi è chiarissimo l’obiettivo che avrebbe questa norma e “tenere i bambini al sicuro” suona come un parossistico allarme simpsoniano… Per me una tale norma invece dovrebbe salvaguardare i professionisti del settore, punire severamente quelli che fanno i furbi (coercizione, minacce, abuso) ed educare i fruitori.

 

La norma servirebbe a garantire che qualsiasi pratica messa in scena avvenga nella più totale libertà dei partecipanti, consenso (vero consenso, così magari usciamo da questa trappola), sicurezza, igiene ecc… Che lo si voglia o no la pornografia è un discorso sul corpo e sulla sessualità che influenza la società e credo che tale discorso dovrebbe essere messo ben in chiaro, in primis nella sua natura di performance.

 

Io sono però totalmente d’accordo con la totale censura di alcune tipologie di filmati pornografici che di pornografico hanno ben poco. Non credo ci siano studi che certificano i paventati effetti collaterali dannosi che avrebbe la fruizione della pornografia (violenze, abusi ecc…) ma che sia diseducativo invece lo trovo ovvio: se è libertà guardare e condividere il video di uno che si infila una barattolo di vetro nel culo e sanguina perché il vetro si rompe (cito uno di quelle che fece più furore tra i miei amici). Di che valore potrai caricare il corpo umano se un video di una violenza reale per te è solo ricreativo? O l’episodio del video della ragazza che poi si scoprì essere ritardata?

 

La mia prof di filosofia mi diceva sempre “libertà non è libera espressione dell’idiozia”.

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Chi deve decidere cosa è lecito e cosa no?

Se tutto è fatto con persone consenzienti e via dicendo non vedo perché andrebbe vietato... Anche qui si tratta di attori e come attori recitano (ricordo un post di tempo fa in cui qualcuno credeva che i vari gay 4 pay fossero reali)...

Del porno esistono talmente tante sfaccettature che neanche si immaginano: a me piacciono alcune categorie che magari non piacciono agli altri ma non mi interessa, se qualcosa non mi piace non lo guardo e finita lì...

Quando uno mi dice che non guarda i porno non credo più a nulla di quello che mi dice, ogni tanto vuoi o non vuoi ci caschi: è inutile fare i finti santi di turno...

Anche io vedo il discorso sui bambini buttato lì così per far notizia, come tutte le altre motivazioni come giustificazioni... Iniziamo a fare della vera educazione sessuale nelle scuole senza se e senza ma poi vediamo se funziona di più la censura o la conoscenza...

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@SerialHenry,

in che modo chiudere i siti che mostrano sculacciate e piscio

potrebbe "salvaguardare i professionisti del settore,

punire severamente quelli che fanno i furbi (coercizione, minacce, abuso) ed educare i fruitori."

come dici tu?

 

Un conto è proibire il bareback come si è cercato di fare in California,

che può essere una norma che tutela i lavoratori;

ma proibire le sculacciate e tollerare la boxe e il rugby

non ha a che fare con la "sicurezza" del lavoratore

ma è proprio una censura della natura sessuale della perfomance.

 

Altrettanto emblematico è il caso del pissing

che non verrebbe bandito per motivazioni salutistiche

ma perché considerato "degradante";

mettendo una considerazione moralistica sopra a una valutazione razionale.

 

Ammetto che l'idea della proibizione ha su di me un certo fascino.

Io non solo non credo che la pornografia stimoli appetiti perversi come immaginano questi legislatori,

penso proprio il contrario ovvero che li domi, permettendoci di masturbarci su di essi senza sperimentarli.

E questo giro di vite contro la pornografia potrebbe portare a un'esplosione di sperimentazione kinky in UK...

 

PS: il tipo che si ferisce con il vasetto nell'ano non è pornografia;

i tuoi amici che lo guardano - rapiti dall'orrore - non ci si masturbano sopra;

lo guardano per lo stesso motivo per cui ci si ferma a vedere gli incidenti stradali.

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@Almadel
 
Chiudere cosa? Non ho detto questo. Anzi ho detto che le produzioni di sculacciate, pissing e qualsiasi altra attività vengano trattate con una stretta professionalità, bruciando il terreno a quelle produzioni “del sottobosco” in cui non ci sono regole (le testimonianze esistono, tipo la furbata di reclutare persone che hanno problemi di droga e sono più facilmente manipolabili o quella di insistere o minacciare il/la performer perché acconsenta (?) a partecipare a scene a cui non vorrebbe lavorare…).

Magari così si proteggono le persone che ci lavorano e i fruitori imparano che si stanno vedendo una produzione, che chi partecipa lo fa per lavoro e non perché ama qualsiasi cosa gli venga chiesto di fare (come in ogni lavoro), che io attore faccio scene più impegnative perché mi pagano di più e non perché mi piace tutto ecc… 
 
L’altro punto è: si può discutere su cosa sia pornografia, per me pornografia è anche quello dato che il trend pornografico anche mainstream ha approfondito una direzione chiara che è lo “smembramento” del corpo. Se poi alcunle persone NON ci si masturbino credo si possa ben dubitare. Che la curiosità morbosa esista nell’uomo dalle esecuzioni in piazza o prima lo so bene, quello che “contesto” è la consapevole ricerca di questi spettacoli.

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dato che il trend pornografico anche mainstream ha approfondito una direzione chiara che è lo “smembramento” del corpo

 

Esiste una letteratura critica - prevalentemente incentrata

sui connotati consumistici etc - che dice questo

 

Tuttavia questo non dipende certo dal numero di dita o dagli

oggetti introdotti nell'ano, fra ciò che è ritenuto convenzionale

e ciò che è ritenuto anticonvenzionale...ma dallo zoom della

telecamera che "stringe" su singole parti del corpo dalla definizione

di tipi di corpi etc

 

Questo discorso critico non distingue in realtà fra generi e

pratiche, ma semmai sostenendo che "tutto è feticismo"

presuppone un pregiudizio ideologico negativo anche nei

confronti delle pratiche feticistiche ( che però preesistono

allo stesso video porno che si critica ) tradizionali

 

In realtà sono due cose abbastanza diverse

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Chiudere cosa? Non ho detto questo. Anzi ho detto che le produzioni di sculacciate, pissing e qualsiasi altra attività vengano trattate con una stretta professionalità, bruciando il terreno a quelle produzioni “del sottobosco” in cui non ci sono regole (le testimonianze esistono, tipo la furbata di reclutare persone che hanno problemi di droga e sono più facilmente manipolabili o quella di insistere o minacciare il/la performer perché acconsenta (?) a partecipare a scene a cui non vorrebbe lavorare…).

 

L'articolo parla della chiusura dei siti che diffondono pornografia basata su certe pratiche.

Se parli di "stretta professionalità" contro "produzioni del sottobosco"

immagino che tu voglia punire dei produttori grassi pelati e pieni di anelli che sfruttano ragazzini che hanno bisogno di eroina

ma secondo me  finirai per mandare in carcere i fidanzatini che si pisciano addosso in cam per pagarsi l'università...

Francamente non capisco che genere di "regole" o di controlli a parer tuo potrebbero migliorare la situazione.

 

 

 

Magari così si proteggono le persone che ci lavorano e i fruitori imparano che si stanno vedendo una produzione, che chi partecipa lo fa per lavoro e non perché ama qualsiasi cosa gli venga chiesto di fare (come in ogni lavoro), che io attore faccio scene più impegnative perché mi pagano di più e non perché mi piace tutto ecc…

 

Questo concetto è ancora più misterioso.

Che differenza fa per il fruitore sapere che al pornoattore piace una cosa o la fa perché pagato per farla?

I film che mi paiono più immorali sono proprio quelli che lasciano intendere che l'attore lo faccia solo per soldi (e sia in realtà etero).

 

PS: Discutere di questo argomento con un utente che ha come avatar

un'immagine promozionale di "Pink Flamingos" dove il regista

faceva mangiare della merda di cane all'attrice strafatta di LSD

- nella scena più censurata della sua carriera - ha dell'incredibile

:D

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@Almadel
Non mi è chiaro cosa centri la mia passione per Joh Waters…Ad ogni modo John Waters ha utilizzato il cattivo gusto, in quel momento storico, per attaccare la borghesia. Nei suoi film le cose più aberranti sono intrise di leggerezza ed autoironia . Lui, Divine e compagnia bella si drogavano (anche se in realtà non mi risulta che Divine fosse sotto effetto di stupefacenti in quella scena) ma Waters non ha mai costretto nessuno dei Dreamlanders a girare scene che non volesse né mi risulta si sia approfittato di nessuno di loro per fargli girare delle scene.
 
Non so cosa ci sia da capire: per citare ancora Waters, c’è un “buon cattivo gusto” ed un “cattivo cattivo gusto”. I professionisti del porno devono essere professionisti, dai produttori ai registi agli attori. Pagare una/uno che si fa di crack per girare un filmato dove la fai vomitare per il sesso orale spinto che le pratichi non è quello che io intendo con professionismo.

Non sono un legislatore e non so dire le precise norme che adotterei. Posso dire che la mia ispirazione ultima per l’industria pornografica sarebbe “Faccio ciò che voglio proprio perché voglio e non perché ne ho bisogno”. Se voi siete contenti che chiunque possa essere comprato e diventare uno spettacolo per la masturbazione altrui…
 
A  me pare più sensato e legale farsi una sega davanti ad un gay-for-pay modello consapevole arrampicatore di successo cùpido che uno che deve diventare gay-for-pay per pagarsi l’affitto.
 
Credo che sarebbe utile al fruitore invece avere una percezione realistica di quello che sta vedendo. Io non capisco come possa un etero farsi le seghe davanti ad un film di Max Hardcore. Forse perché non conosce il personaggi ed i retroscena dei suoi film. Io ad esempio lui col cazzo che lo farei lavorare.
 
La mia non sarebbe una proposta “anti-porno” ma “pro-porno” ovvero valorizzare il cinema porno…e perché no, pure finanziare il cinema pornografico di “valore” (se non la celebrità Erika Lust ad esempio quello che non perpetua gli stereotipi razziali, per dirne una). Io sogno un mondo in cui Spencer Reed sia come Marlon Brando.

 

@Hinzelmann
A questo proprio mi riferivo, al “corpo spalancato” della pornografia: alle inquadrature, al dentro del corpo/ fuori del corpo, tutto è visibile, tutto è realizzabile… Ma è anche un essere "spalancati" letterale, fisico, basti vedere che performance vengono richieste ad attori o attrici. I limiti non vengono superati ma aboliti…ed è molto diverso.

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Non mi è chiaro cosa centri la mia passione per Joh Waters…Ad ogni modo John Waters ha utilizzato il cattivo gusto, in quel momento storico, per attaccare la borghesia. Nei suoi film le cose più aberranti sono intrise di leggerezza ed autoironia . Lui, Divine e compagnia bella si drogavano (anche se in realtà non mi risulta che Divine fosse sotto effetto di stupefacenti in quella scena) ma Waters non ha mai costretto nessuno dei Dreamlanders a girare scene che non volesse né mi risulta si sia approfittato di nessuno di loro per fargli girare delle scene. Non so cosa ci sia da capire: per citare ancora Waters, c’è un “buon cattivo gusto” ed un “cattivo cattivo gusto”. I professionisti del porno devono essere professionisti, dai produttori ai registi agli attori. Pagare una/uno che si fa di crack per girare un filmato dove la fai vomitare per il sesso orale spinto che le pratichi non è quello che io intendo con professionismo.

 

Quindi direi che è facile.

Se il regista dice che lo fa "per attaccare la borghesia" può chiedere agli attori tossicomani quello che vuole, altrimenti no.

Ovviamente se si droga anche il regista è meglio :)

 

Non capisco questo tuo insistere sulla parola "professionismo".

Venerdì sono uscito con due pornoattori professionisti,

due semi-professionisti (di cui uno fotografo hard professionista)

un regista professionista (ma attore dilettante) e tre attori porno dilettanti.

 

Cosa ci facciano coi soldi che guadagnano i professionisti è affar loro.

Qualcuno ci paga l'affitto, qualcuno i vestiti, qualcuno le canne, qualcuno i viaggi.

Uno dei pornoattori dilettanti l'ha fatto come regalo di nozze per il regista

(io invece ho regalato una bella collezione di fumetti...)

 

 

 

Non sono un legislatore e non so dire le precise norme che adotterei. Posso dire che la mia ispirazione ultima per l’industria pornografica sarebbe “Faccio ciò che voglio proprio perché voglio e non perché ne ho bisogno”. Se voi siete contenti che chiunque possa essere comprato e diventare uno spettacolo per la masturbazione altrui…

 

Questo è proprio il CONTRARIO del professionismo, allora!

(Ci credo che non ci capiamo :D )

Tu vorresti che lavorassero nell'industria del porno solo i DILETTANTI

che hanno altre fonti di reddito rispetto alla pornografia (o alla prostituzione).

 

Ai miei amici non ancora professionisti però piacerebbe poter lasciare il loro lavoro

e poter vivere solo grazie alla pornografia... come facciamo?

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Che fatica…

 

Il discorso su John Waters voleva dire solo: John Waters conduceva la sua vita e il suo lavoro come credeva, stessa cosa facevano i DreamLanders. Poteva avere qualsiasi fine ultimo con il suo cinema attaccare la borghesia o attaccare i tapiri irlandesi, certo non si approfittava di nessuno e lavorava con chi voleva partecipare al suo film.Il punto era che nella sua rappresentazione c'era autoironia, che nel cinema pornografico scarseggia. Non so poi se avrebbe minacciato Divine nel caso questa non avesse voluto mangiare gli escrementi del cane…

 

Dico professionismo per semplificare.

 

Un medico professionista è quello che ti riceve in un ambulatorio.

Quello non professionista in un sottoscala con gli strumenti della Chicco.

 

Intendo dire lavoratori tutelati, senza costrizioni e con le competenze adeguate. Tutelato va meglio come termine?

 

Puoi fare l’attore porno e basta, il panettiere e il porno attore nel week end…basta essere indipendente nelle scelte. E scegliere di ricevere tra cazzi nel culo è una scelta un poco diversa dalle scelte che potresti compiere lavorando in uno studio di design o alla cassa del Conad.

 

Ripeto: se volete farvi le seghe su uno/a che ormai è alienato dal proprio corpo fate pure.

 

Da come ne parli sembra che non si possa apportare nessuna correzione al mondo del porno.

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@Hinzelmann A questo proprio mi riferivo, al “corpo spalancato” della pornografia: alle inquadrature, al dentro del corpo/ fuori del corpo, tutto è visibile, tutto è realizzabile… Ma è anche un essere "spalancati" letterale, fisico, basti vedere che performance vengono richieste ad attori o attrici. I limiti non vengono superati ma aboliti…ed è molto diverso.

 

Una serie di cose viene richiesta oramai a qualunque attore

o modello, però questo presuppone un professionismo

 

Attori che passano da +20Kg di muscoli alla simulazione realistica

di una morte per AIDS, che devono avere il faccino di un 16nne a 21

anni ma coi muscoli di un 30nne ( lo fanno ad Hollywood diventa una

imitazione di quel paradigma dominante anche nel porno )

 

Esiste sicuramente un problema del chiedere sempre di più all'immagine

di un modello ( e certamente anche un porno vintage ci fa un po' sorridere

visto con gli occhi di oggi ) ed io non credo sia un problema di performance

sessuale, ma più in generale di corpo performativo

 

Quanto al fatto che il performer sia alienato dal proprio corpo, è chiaro che

un performer è -come minimo- "disincantato" nel senso che percepisce tutto

l'off-scene ( il vero osceno è il fuori scena ) che toglierebbe credibilità alla finzione

messa in scena

 

Il lavoratore del sesso dovrebbero probabilmente ragionare nei termini della

"prestazione di un servizio" piuttosto che della scissione fra corpo e anima

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Da come ne parli sembra che non si possa apportare nessuna correzione al mondo del porno.

 

Guarda che se parli di tutele nel mondo del lavoro io sono sempre d'accordo.

Semplicemente credevo che in questa discussione si parlasse di altro

ovvero della proposta di legge britannica di chiudere i siti che diiffondono un certo tipo di porno.

 

Io sono per trattare la pornografia come un qualsiasi altro lavoro

semplicemente perché ogni altra soluzione ha qualcosa di illiberale.

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@Almadel
In merito alla discussione proponevo infatti questo come divieto alternativo: non nell’oggetto della rappresentazione (squirting, scat ecc…) ma nella modalità in cui queste produzioni vengono realizzate (quella tutela che io chiamavo professionismo). Divieto che ha come filtro proprio queste modalità.
 
@Hinzelmann
In realtà mi riferivo ad un altro tipo di esperienza. Lessi l’intervista di una  ragazza che aveva partecipato ad una serie di film (non ricordo il nome, face qualcosa, si tratta di filmati di sesso orale particolarmente violento, che prevedono insulti, provocare il vomito alle attrici ecc…). In breve lei non voleva partecipare a quelle condizioni però tra le pressione del manager e altro ha partecipato. L’esperienza è stata profondamente negativa ma la ragazza aggiungeva che in lei si era "rotto" qualcosa per cui non le interessava più quello che facevano...quindi ha acconsentito a fare altre scene per loro. Con alienazione mi riferivo a questo tipo di esperienze. Per la serie si fa presto ha parlare di "libertà" e "consenso"...

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In merito alla discussione proponevo infatti questo come divieto alternativo: non nell’oggetto della rappresentazione (squirting, scat ecc…) ma nella modalità in cui queste produzioni vengono realizzate (quella tutela che io chiamavo professionismo). Divieto che ha come filtro proprio queste modalità.

 

Quindi proponi di cancellare dal web tutti i contenuti pornografici

se non è possibile risalire al contratto del pornoattore professionista

o alla liberatoria del dilettante?

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Per la serie si fa presto ha parlare di "libertà" e "consenso"...

 

Sì ok, ma questo vale per qualsiasi contratto

 

Cioè si possono subire pressioni da un marito e firmare

fideiussioni, subire pressioni da un datore di lavoro e fare

straordinari non pagati truffare persone al telefono estorcendo

falsi consensi a contratti telefonici etc

 

Cioè è chiaro che tu puoi dirmi che questo è un settore più "sensibile"

di altri, ma se c'è addirittura un manager...insomma non è Praga 1990:

ti raccatto un po' di ragazzi di strada gli dò un po' di cocaina neanche

controllo l'età e con tre spicci gli faccio fare tre scene e chi s'è visto, s'è visto

 

Ovviamente il dato sociale-ambientale può anche concretamente consigliare

una "stretta" legislativa ( ma succede sempre il contrario cioè in quei contesti

in cui per l'ebbrezza di poter viaggiare e/o scappare di casa dopo 50 anni di

regime si riversano a Praga centinaia di minorenni...non lo si fa )

 

Altro discorso se questo discorso me lo trasponi in una condanna della "violenza"

di genere della pornografia eterosessuale

 

Quindi nel primo caso abbiamo un contesto socio-ambientale specifico, nel secondo

caso un contesto culturale ( che peraltro taglia fuori i gay ) generale

 

Di fatto abbiamo un filmato eterosessuale che fa "schifo" al 50% potenziale di pubblico

perchè è pensato solo per il 50% del pubblico maschile etero ( cioè taglia fuori il pubblico

femminile che quindi si sente collettivamente violentato )

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@Almadel

Proporrei un protocollo che specifichi i termini di tutela dei performer, i requisiti di igiene e salute degli ambienti in cui si gira, e una forma dei contratti che prevenga “l’abuso di consenso”. Aggiungerei un’avviso all’inizio del filmato sulla natura del prodotto e della performance degli attori, la possibilità di visionare un behind the scene nel sito ed anche l’intervento dei performer in coda al video (questo si fa già in alcuni video BDSM no?). Se non rispetto questo chiudi.
In pratica imporre a registi, produttori ed attori il rispetto di contratti veri, che salvaguardino le persone  e la loro libertà, non contratti da azzeccagarbugli, come accade nel mondo del lavoro tutto (come dicevi tu).

 

@Hinzelmann

purtroppo frequento il forum da pochissimo e non conosco voi utenti più attivi, però ti confesso che spesso non capisco i tuoi interventi e mi sorprende che tu abbia sempre così tante parole ed informazioni da spendere ad ogni risposta di qualsivoglia argomento. Sei un avvocato? (Sembra un polemica ma in realtà è un mezzo complimento, come dicevo non conosco le dinamiche e i ruoli degli utenti in questo forum). Io sono pigro per cui quello che scrivi lo riduco allo stretto indispensabile che ritengo attinente al mio commento. :(

...volevo solo dire che dietro al consenso c'è molto altro, non si riduce tutto alla mia decisione di stare davanti alla macchina da presa che legittima tutto.

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Il problema è che tu presumi vi sia un abuso di consenso

lo presumi in modo astratto perchè si tratta di un contratto

sessuale

 

Io ti ho fatto un esempio storico concreto di situazione limite

sotto il profilo sociale ( Praga 1990, ma poteva essere Cuba

1992 etc ) in cui il rischio non deriva dall'oggetto del contratto

in sé, ma da determinate situazioni sociali concrete che possono

mettere a rischio dei contraenti

 

 

 

Sei un avvocato?

 

Sì, lo sono ma questo di per suo è poco rilevante

 

Il punto è che tu presupponi che la prestazione sessuale sia un qualcosa che "ferisce"

la persona, perchè scinde la sua anima dal corpo

 

Questa idea nasce da una precisa concezione di ciò che significa "persona" è un

presupposto non sociale, ma filosofico

 

Quindi occorrerebbe più che un Avvocato un Filosofo e più che un utente pigro uno

desideroso di apprendere

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Il punto è che tu presupponi

 

Sono perplesso.

 

Cercherò di essere più basic di Gwyneth Paltrow in modo da evitare che le vostre risposte sofiste riaccendano il mio colon irritabile.

 

Io non presuppongo nulla. E se proprio non presuppongo un "cosa/chi" ma un "come". Riprendendo quello che hai scritto “presuppongo che la prestazione sessuale prodotta in un certo modo (prima della realizzazione, durante e dopo) sia un qualcosa che "ferisce" la persona."

 

Quale sia questo “come” credo di averlo già spiegato. Non riguarda la pratica in sé (come ho detto non mi interessa se sia spanking o squirting o masturbazione di fronte alla Santanché ospite a “L’Aria che tira”) ma la tutela che sta attorno.

Poi che prendere otto c***i a scena sia un lavoro come fare il bidello io non lo credo, voi sì, ma ok, lo rimanderemo ad un’altra discussione.

 

esempio pratico: cerca su Google “pornstar crying” o “pornstar breakdown” e guarda i risultati (non ci sono porno gay tra i risultati, come mai? un’altra cosa che mi piacerebbe indagare). Una legge anti-porno (che per me è invece è “pro-porno) dovrebbe impedire, o limitare, questo genere di eventi (e di conseguenza che le persone si facciano le seghe su film in cui sono accaduti). Perché tenere aperto un sito come efuckt che di simili video fa addirittura montaggi “comici”?

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Ma mettiamoci per un attimo nei panni di un onesto produttore/regista di pornografia

che assolutamente non vuole finire nei casini e vuole rispettare il Protocollo di SerialHenry:

cosa dovrebbe assicurarsi di fare o di non fare di preciso?

 

Perché il tuo "esempio pratico" non mi pare affatto pratico.

Sarebbe bello che i pornoattori non piangano né si suicidino,

ma come si potrebbe evitare? A me non viene in mente nulla

che non crei ancora più problemi di quelli che risolve.

 

Proibiamo ai depressi di lavorare nel porno? Ai tossicomani? Ai poveri?

Per certi lavori o attività è già così:

i depressi non possono fare i piloti, i drogati non possono fare i poliziotti

e le donne povere non posso fare le gestanti per la GPA, per esempio.

Risolverebbe?

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Cercherò di essere più basic di Gwyneth Paltrow in modo da evitare che le vostre risposte sofiste riaccendano il mio colon irritabile.

 

Mi dispiace che tu abbia questo atteggiamento di fastidio

verso la riflessione, però il fatto che tu presupponga una

certa idea di "persona" non è una offesa, è una constatazione

 

Certamente possono esistere - come in ogni lavoro - delle

ipotetiche "norma di sicurezza" soprattutto direi in questo

campo, di tipo igienico e relative alla salute fisica

 

Mi pare però evidente che in realtà tu parli di altro, cioè di

salute "mentale"

 

 

 

non ci sono porno gay tra i risultati, come mai? un’altra cosa che mi piacerebbe indagare

 

Veramente io un abbozzo di risposta te l'avrei già data, perchè le donne

si sentono escluse dal prodotto che realizzano in quanto pensato e realizzato

esclusivamente per un pubblico maschile

 

Questa percezione "culturale" non può esistere in un porno gay che è prodotto

da maschi e per maschi

 

Il porno gay ha semmai la caratteristica di inglobare nell'area del sesso MtM i

cd gay-for-pay questo per il semplice fatto che trovare modelli maschili che

rispondano ai requisiti sempre più severi richiesti dagli standard di mercato nel

ristretto mondo dei soli gay, non basta.

 

In linea teorica questa situazione potrebbe determinare conflitti e/o problemi

psicologici, ma in realtà così non è.  I maschi paiono gestire bene questa sorte

di duplice identità, probabilmente aiutati dal fatto di essere anche "ammirati" per

questa caratteristica dai loro fan gay ( meglio essere ammirati che disprezzati )

 

PS aggiungiamoci anche il fatto che essere dei gay for pay presuppone un aspetto

fisico e soldi cose che possono dare grosse soddisfazioni pure con le donne, nella vita

pubblica Etero

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Mi pare però evidente che in realtà tu parli di altro, cioè di salute "mentale"

 

Certo è anche mentale per quello ti ho citato quella ricerca su Google.

 

Risolverebbe?

 

 

Non lo so, sto immaginando cosa potrebbe essere “anti” in modo qualitativo.

Sì, ammetto che preventivamente sarebbe complicato da applicare (avevo in effetti pensato ad “profilo psicologico”, non la trovo una soluzione così astrusa proprio come negli esempi che hai citato tu. Io lo applicherei anche ad tutte le professione di “cura”, infermieri, maestre ecc…).

Posso immaginare poi che il copione descriva esattamente quello che accadrà in scena e che le riprese si attengano solo a quello, senza cioè modifiche ed improvvisazioni (soprattutto in “eccesso”, cosa che invece sappiamo a volte succedere), contemplando le umane ed imprevedibili reazioni.

 

Sono curioso di sentire da voi se e come si potrebbe intervenire (e magari quali sono i problemi che nascerebbero anche più delle soluzioni)

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Sono curioso di sentire da voi se e come si potrebbe intervenire

 

Per quanto riguarda la parte "culturale" bisogna intervenire con la cultura

quindi cercando di smontare il costrutto "sprezzante" sulla donna puttana

facendo educazione sessuale ed eventualmente valorizzando una pornografia

al femminile ( perchè no? )

 

Il porno d'Autore, mi riferisco alla commistione del cinema d'autore con la

pornografia, probabilmente non ha costituito una grande progresso. Perchè

se è vero che ha sdoganato la pornografia per un pubblico "alto" non ha avuto

per ora un grosso impatto sulla cultura popolare. Inoltre il fatto che i contenuti

pornografici siano oramai transitati nel cinema può anche indirettamente aver

spinto a fare film pornografici più hard di prima ( per una ricerca di maggior trasgressione )

 

Tuttavia io credo che nel medio periodo anche questo fenomeno dovrebbe aiutare

e produrre effetti positivi

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educazione sessuale ed eventualmente valorizzando una pornografia al femminile

 

Mi piace, tant'è che è quello che ho scritto pure io quando parlavo di ipotizzare finanziamenti ad un certo tipo di cinema che proponga della "narrazioni"alternative (io ho fatto l'esempio della "pornografia razzista").

 

Tuttavia continuo a credere che il favorire dei contenuti non basta. Bisogna cancellarne degli altri.

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Beh, no io sono contrario a finanziamenti pubblici alla produzione

pornografica in modo da dirigere il mercato verso certi contenuti

Credo che debba esistere un diritto alla non ingerenza, in certi

ambiti

 

"Valorizzare" per me non significa: produrre, incentivare, condizionare

in alcun modo il mercato del sesso

 

Significa semmai fare iniziative culturali promozionali, discussioni in sede

accademiche e non etc

 

Altro io non farei, però ovviamente questa è la mia opinione

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Non è cultura raccontare come lavora davvero un’industria, cosa significa libertà, autodeterminazione..?Poi mi si chiede che differenza fa ad un fruitore sapere se il performer piace oppure no.
 
Avete presente il documentario “Shocking truth” (ormai un po' datato)? o la biografia di Raffaëla Anderson? Si parla di abusi, alienazione, mancanza di rispetto, pochezza nella sicurezza fisica se non addirittura casi in cui si ignora un problema evidente (mi pareva fosse emorragia causata da una scena). Non si dovrebbe impedire di lavorare a chi ha causato situazioni del genere e intervenire perché non si possano ripetere le stesse condizioni? Quello che sto dicendo io è tutto qua. Il mio “anti” è ridotto a questo. Non vi riesce di dire “sì, dovrebbero chiudere” e forse il perché ora lo so. Credo di aver intuito il sottotesto di questa discussione.

 

D'altra parte ancora oggi "Gola Profonda" è un film mitologico anche se di ombre mai chiarite su quella pellicola ce ne sono non poche.

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Il nocciolo della questione è che il legislatore si fonda sul presupposto antiscientifico secondo il quale le parafilie sarebbero "degradanti perversioni" e non piuttosto la naturale espressione di sessualità umane atipiche, come anche l'APA ha riconosciuto. Insomma viene riproposto il vecchio adagio, sessuofobo e bigotto, che vorrebbe metttere urofilia e pedofilia sullo stesso piano.

Quando il motore di una legge è la crassa ignoranza non può che essere una cattiva legge.

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