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Omosessuali si nasce o si diventa?


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Insomma, PianoForte, Silver reflex, ed altri, forse, a voi non basta che dopi decenni di antipsichiatria e di critica del sapere medico/psicologico del Secolo dei Totalitarismi, il Novecento, l'OMS abbia definita l'omosessualità una variabile «naturale» del comportamento. Voi vi sentite e volete continuare a sentirvi «anormali» - almeno un po'. Eh si, perché dire che omosessuali «si diventa» - in un contesto in cui l'eterosessualità è maggioritaria - significa, che uno se lo dica o no, che essa non è normale. Voi non sostenete infatti - come sostengo io: ma il mio sarebbe un discorso troppo lungo da farsi qui - che siamo tutti «divenuti», noi e gli eterosessuali, e che in questo comune essere «divenuti» potrebbe essere la nostra comune, riconosciuta, verità. Voi non domandate come «si diventa» eterosessuali. Voi pensate solo voi stessi come tali, e questo significa annullare la patente di «normalità» che ci siamo guadagnati. Voi siete giovanissimi. Se rimanete con questa idea in testa a 20 anni, come vi sentirete a 40 e 55? Pensateci ancora, alla cosa.

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Non ho voglia di leggere tutto ora. Comunque.Secondo me si nasce, il fatto del contesto in cui si cresce, delle figure genitoriali, dell'educazione, non influiscono tanto nell'essere o non essere gay, quanto invece sull'accettazione dell'omosessualità. Dire è una caratteristica della personalità, è dire comunque che ci si diventa, quindi che si può cambiare, pure i gusti di una persona cambiano nella vita. Per me è una cosa innata, che trascende la genetica, non penso di poter diventare etero, sono gay e basta.

Silver Reflex

A me pare invece che molti abbiano paura di mettersi in discussione.. o per meglio dire mi pare che si voglia a tutti i costi vedere, accettare e considerare una sola verità.Ebbene, non credo sia questo il criterio ideale per ragionare sul mondo.Io trovo che spesso il fatto di essere noi stessi gay, impedisca di ragionare sulla nostra situazione a 360 gradi...ci mette come un paraocchi.Ora, iniziare a parlare di "normalità" potrebbe essere pericoloso e fuorviante..cos'è infondo la normalità? chi la definisce? su quali criteri e perchè? meglio lasciare correre forse...Ora io non ho ben capito dove si vuole andare a parare... che diavolo vorrebbe dire come si diventa eterosessuali? Cioè tu mi parli di parità fra un gay e un etero (non ho ben chiaro che tipo di parità intendi), e fin qui ci siamo...ma mi stai dicendo che etero si diventa, così come si diventa gay? Cioè in pratica quando nasciamo non siamo ne l'uno ne l'altro?Mha ti dico.. non so...può essere...a me sinceramente viene + logico considerare ciò che è + razionale, ciò che è innegabile ed oggettivo per tutti...ossia quello che ritengo dovrebbe essere la partenza di ogni ragionamento.In questo caso, ciò che credo sia razionale e più veritiero di ogni altra cosa, è che la natura ha creato 2 sessi, dipendenti l'uno dall'altro; uomo e donna. 2 sessi che hanno bisogno l'uno dell'altro per procreare e mandare avanti ciò che la natura ha iniziato.Vogliamo forse negarlo? possiamo farlo...ma sarebbe alquanto ipocrita. Sarebbe ipocrita anche il non ammettere che è proprio la spontanea e consueta attrazione fra questi 2 sessi a garantirci la sopravvivenza.Quindi si, se proprio vogliamo tirare in ballo la "normalità", io credo che l'eterosessualità ci si avvicini senz'altro di più... non per motivi sociali, non per motivi morali e sicuramente NON per motivi filosofici.. ma per motivi assai + scientifici, antropologici e assai poco discutibili (l'ultimo aggettivo è quello che preferisco).Questa è una teoria anzi no, diciamo un'osservazione di partenza piuttosto banale ma non per questo di poco conto.Dopo di questo ovviamente.. i discorsi si fanno molto più complicati. E assai difficile capire perchè si preferisce il dolce al salato...figuriamoci le tendenza sessuali.Personalmente ritengo che a tutto ci sia un motivo logico e concreto, nulla avviene per caso. Ritengo anche che le basi del comportamento e dell'emotività sian oda ricercarsi nella genetica e nel contorno che influenza la nostra vita dal momento in cui nasciamo.Non posso dirti con certezza se si nasca gay, etero o se si nasca con un orientamento. Posso però dirti che ritengo lecito ragionare sul nostro trascorso e quello degli altri, cercarne analogie e differenze per tentare di capire il perchè delle cose.Non so dirti se la spesso assente o negativa figura paterna durante la crescita possa davvero influire o meno sull'orientamento sessuale, ma mi sono guardato attorno notando che è spesso una costante, di conseguenza ritengo opportuno ragionarci. (se poi vabbè mi mettete in dubbio questa cosa dai...non avete un velo, ma un piumino davanti agli occhi :asd: ...provate ad aprire un sondaggio anche solo in questo forum e vedrete).A questo punto vorrei fare una domanda rivolta a tutti, non siete tenuti ovviamente a rispondere... è pure curiosità.Prima faccio una premessa: io ho accettato la mia condizione di omosessuale da subito. sono fatto così... il mio cuore e la mia testa mi portano, per estranee ragioni, a sentirmi attratto da altri ragazzi come me. E' quello che sono... mi spiace non averlo capito prima perchè capirlo mi ha dato un senso come di completezza, di pace verso me stesso..di serenità. Non so se si arriverà mai a definire con prove concrete "giusto o sbagliato", "migliore o peggiore" un orientamento sessuale piuttosto che un altro. Non so se verremo mai a sapere la verità assoluta sul mondo e sul nostro essere...tuttavia non ha per me molta importanza, perchè che sia per una ragione o per un altra...che sia per via di un processo naturale o perverso.... io ora sono COSì e l'ho accettato. Non serve altro.Non mi importa necessariamente guadagnare la qualifica di "normale".Mi sembra invece, che per alcuni di voi, sia assolutamente fondamentale dimostrare agli altri e al mondo che siamo "normali" esattamente in tutto tanto quanto un etero... tuttavia è una verità che nessuno può smentire o confermare definitivamente.Quindi la domanda è: se un giorno si manifestasse non so... un'essenza, un messia...se un giorno potessimo interrogare la voce della verità..e questa voce vi desse torto...se questa voce dicesse "l'omosessualità è effettivamente un'anomalia, il risultato di alcune mancanza o eccessi..".. insomma, se un giorno si scoprisse che in effetti siamo la conseguenza psicologica o genetica di alcuni eventi abnormi, voi sapreste accettarlo? riuscireste comunque ad accettare la vostra condizione per stare bene con voi stessi?

Silver Reflex sono completamente d'accordo con te.Tutto il discorso gira intorno all'influenza che il mondo esterno ha sulla percezione che noi abbiamo della nostra omosessualità. Ancor prima del ragionamento politico (caratteristico di questo paese) secondo il quale se siamo nati così è più facile che ci vengano conferiti dei diritti.Anche nella più completa e cosciente accettazione della propria condizione, rimane spesso questo bisogno di doverla giustificare ed inquadrarla in una situazione di normalità. Questi sono retaggi che secondo me derivano dalla società e dal fatto che l'omosessualità è una condizione che va resa nota agli altri tramite la parola, tramite un coming out.Per quanto mi riguarda ogni scoperta scientifica a riguardo, fosse anche quella che è un virus a renderci omosessuali, non cambierebbe di una virgola il mio atteggiamento nei confronti della cosa.

Dire che l'eterosessualità è più normale dell'omosessualità perché serve alla procreazione non è un argomento che regge, a mio parere. Non mi sembra che gli eterosessuali stiano tutti i santi giorni a pensare a riprodursi, soprattutto ai giorni nostri poi non ci pensano proprio. La sessualità umana è un qualcosa che trascende il mero dato riproduttivo, e vorrei sottolineare il fatto che anche in natura esiste l'omosessualità. Questo secondo me significa che l'omosessualità ha una sua utilità che noi non conosciamo, e questa è un'ulteriore prova che sia una cosa completamente naturale e che se la natura l'ha creata un motivo deve esserci.La vera accettazione, secondo me, è quando una persona capisce che l'omosessualità è una semplice variante della sessualità umana, e soprattutto che la sessualità umana è insondabile. Ci sono mille tendenze e le etichette sono meramente convenzionali. Leggetevi il rapporto Kinsey e vi sarà tutto più chiaro. Secondo me la pretesa di normalità è più che giusta, perché siamo normali. Un mancino non scrive con la mano del diavolo, ma con la sua mano più abile, ma è uguale a tutti gli altri. Una donna ha una figa invece di un cazzo ma ha cmq un cervello. Un omosessuale preferisce il cazzo alla figa ma è una persona come tutte le altre!

Guest PianoForte
Voi vi sentite e volete continuare a sentirvi «anormali» - almeno un po'.
Sì, perché per normale io non intendo una classe privilegiata, bensì una classe con densità più elevata d'individui. Isher, sei tu che attribuisci più valore alla normalità di quello che ne possiede. I diritti, la dignità non sono esclusivi della normalità, ma della umanità, della vita in senso ampio inteso. Io come omosessuale non merito rispetto perché sono normale o anormale, ma perché esisto e vivo, respiro, soffro, amo... così come meritano rispetto e dignità i ritardati mentali, che non rientrano nella normalità, i disabili, le minoranze etniche, gli animali eccetera, fino agli alberi in Amazzonia.Dice bene Wiser, qui sopra: "l'omosessualità è una semplice variante della sessualità umana". Una variante, esattamente; che discosta la nostra situazione dalla distribuzione normale della sessualità. Ed il punto è che non c'è nulla di male in questo... non dovete sentirvi inferiori se non in numero rispetto agli altri e per null'altro.E, ad ogni modo, io ho scritto che la tendenza è insita, ma che spesso -non sempre- necessità di forze contestuali per manifestarsi, il che potrebbe equivalere a: forse siamo tutti tendenzialmente bisessuali e ci evolviamo su binari diversi tramite l'esperienze.@Wiser: La configurazione contestuale che intendo io è relativa all'individuo; non ne considero nessuna in particolare.
Sì, perché per normale io non intendo una classe privilegiata, bensì una classe con densità più elevata d'individui.
Scusami ma quel che dici è assurdo. Questo vorrebbe dire, ad esempio, considerare "non normali" i mancini, ma ti rendi conto!? E peggio ancora, e lo confermi te stesso con le tue parole, considerare "non normale" un handicappato! Ma cos'è normale? Chi lo decide? E si può considerare la normalità la maggioranza? Scusami ma è un atteggiamento che non condivido assolutamente!E quando parlavo di variante in merito all'omosessualità, volevo dire che è una delle tante varianti: l'omosessualità è una variante, l'eterosessualità è una variante, la bisessualità è una variante, etc etc.

Cerchiamo di definire la "normalità".Normalità è l'attitudine di un carattere ( quale che esso sia) a variare attorno ad un valore medio.Questa variabilità è ritenuta "normale" se gli scostamenti ( espressi in deviazione standard) sono compresi tra la media e +/- tre volte il sigma ( lo scarto quadratico medio)Se io voglio testare l'efficacia di un farmaco, posso prendere dieci cavie da laboratorio, somministrare a cinque di queste la "causa efficace" e ad altre cinque un placebo ( cioè un farmaco senza il principio attivo che si vuole indagare) Poi analizzo le "risposte".Se le differenze tra il primo e il secondo gruppo di topolini sono minime, tali da non potere respingere l'Ipotesi Nulla ( non c'è differenza tra placebo e farmaco somministrato) concludo che non ci siano elementi sufficienti per non dire che il trattamento sia significativamente diverso.Nel caso dell'omosessualità, come ci dobbiamo comportare? Cos'è l'omosessualità, una identità di genere, una "propensione al consumo" di sesso tra persone di sesso uguale, una maniera di pensare al propio corpo e alla propria vita affettiva in modo non "riproduttivistico" o che altro?Viene da se che una ricerca seria sull'omosessualità, per rispondere alla domanda " omosessuali si nasce o si diventa" è molto piu' complessa che indagare sull'efficacia di un farmaco.Valutando le vostre risposte, la prima cosa che balza all'occhio è la discordanza sulla domanda fondamentale: "si nasce o si diventa"?Pure con qualche "distinguo" interlocutorio, mi pare che una buona metà degli intervenuti sia per il "si nasce" e i rimanenti ( esclusi gli incerti) per il "si diventa" Se nemmeno i gay sanno conoscere esattamente loro stessi, la propria psiche e non sanno dare una risposta univoca, questo significa che il problema è davvero complesso.Torniamo alla "normalità". La normalità ammette, come dicevo una "devianza" attorno alla media. Dunque, ammesso che il comportamento "etero" sia il "valore vero" cioè quello che, in media, dovremmo attenderci in assenza di "cause efficaci" cos'è "tollerato"?In cosa potrebbe consistere una "devianza" ammesso che il valore vero sia "etero"? Non sono uno psicologo e neppure un antropologo ma, immagino, che si possano ritenere comportamenti "deviati" e , allo stesso tempo, ancora "normali" la masturbazione di gruppo nei ragazzi/adolescenti, la curiosità per le "misure" del sesso dell'amico.Da ragazzo io ritenevo queste pratiche assolutamente normali e imputavo il sesso con maschi al fatto che le femmine fossero "inaccessibili".Potremmo, alla stessa stregua ritenere "normale" il sesso omo tra adulti consenzienti, quando questo non comporta anche amore, affettività, ma rientra nel puro "divertimento"?Se la risposta è "si" dove si colloca il limite tra cio' che è normale e ciò che non lo è? Immagino che qui, quando si parla di omosessualità si intenda " quella identità di genere per la quale il soggetto trova esaustiva la propria realizzazione nella frequentazione esclusiva ( fisica e affettiva) di una o piu' persone del proprio sesso. Frequentazione che implica anche , oggettivamente, la rinuncia alla genitorialità".Però, anche se la risposta al "teorema" precedente sia positiva, di per se non la si può intendere come "causa efficace" di non normalità.La media e lo scarto quadratico medio sono, rispettivamente, una misura della "tendenza centrale" e una misura della "dispersione" intorno alla media.Ora, perchè l'omosessualità possa ritenersi non normale, rispetto al valore vero "etero" è necessario che i soggetti gay siano pochi e considerabili come outliers. Ma è così?A mio parere l'omosessalità è molto piu' diffusa di quanto si creda, se per omosessualità non intendiamo solo quella esplicitata ma anche quella latente e inespressa.Non sarebbe serio sciorinare "cifre" tuttavia ipotizzo che siamo ben oltre la soglia del 10% che si riscontra in certa letteratura interessata a minimizzare il "fenomeno".Se gli omosessuali sono tanti e non pochi outliers, significa che sono in grado di condizionare la media e di aumentare lo scarto quadratico medio. Ne consegue che anche l'omosessualità ,tout court, può rientrare in un fenomeno "normale" sicuramente la curva di Gaus sarà bradicurtica, cioè molto "schiacciata" a causa della notevole dispersione delle unità statistiche, ma sempre "normale"A parte questo abbozzo di considerazioni tecniche, che evidenziano quanto sia complessa la materia, io resto dell'opinione che "etero" e "gay" sono delle imperdonabili semplificazioni di un mondo che non ama ragionare sulla complessità.Leggevo in uno degli interventi, in altro topic, che "Dio esiste perchè l'universo è ordine" Balle, balle spaziali! Nulla è caotico quanto lo è l'universo. Ciò che domina la natura non è l'ordine ma l'entropia, il caos; il determinismo scientifico ha fatto il suo tempo e mostra tutti i suoi limiti.L'uomo, animale nobile e piu' complesso di altri, è anch'esso una "complicazione progressiva" è sbagliato e perfino colpevole volerlo "ghettizzare" in schemi precostituiti: "o sei bianco o sei nero" o sei " etero o sei gay" o sei "oppresso od oppressore" eccetera.La scienza moderna ci ha insegnato che esistono tanti, infiniti gradi di liberta nel modo di essere delle persone: ciò dipende da fattori biochimici, ambientali, familiari, sociali, culturali ecc.Dunque se l'omosessualità non è una caratteristica del proprio genoma, ( oppure lo è?) Omosessuali si nasce o lo si diventa?anche qui possiamo formulare delle ipotesi:1) si nasce e non si diventa2) si nasce e lo si diventa3) si nasce e non lo si diventa4) non si nasce e non lo si diventa5) non si nasce e lo si diventa.E allora siamo d'accapo e la ricerca continua, alla luce delle considerazione che sopra ho espresso.

Guest PianoForte
Ma cos'è normale? Chi lo decide? E si può considerare la normalità la maggioranza?
Per mia fortuna, Mutinus - :asd: - è tornato sul forum ed ha risposto per me; come io non sarei mai stato capace di fare. :P Quindi, per normale intendo esattamente il suo significato matematico/statistico, ovvero detto con parole spicce: la maggioranza.
Scusami ma è un atteggiamento che non condivido assolutamente!
Perché ti sei fatto influenzare da coloro che fruttano il concetto di maggioranza facendolo passare per un insieme privilegiato d'individui, quando non è affatto così. Tu per anormale intendi una cosa brutta, io no.
Per mia fortuna, Mutinus - :asd: - è tornato sul forum ed ha risposto per me; come io non sarei mai stato capace di fare. :P Quindi, per normale intendo esattamente il suo significato matematico/statistico, ovvero detto con parole spicce: la maggioranza.Perché ti sei fatto influenzare da coloro che fruttano il concetto di maggioranza facendolo passare per un insieme privilegiato d'individui, quando non è affatto così. Tu per anormale intendi una cosa brutta, io no.
Posso correggerti? La "maggioranza" ovvero la classe con maggiore concentrazione di unità statistiche si chiama "moda".Sicuramente gli etero rappresentano la "moda" della distribuzione. Questo non esclude che anche le altre classi, diverse dalla moda, siano "normali" :-))

Va bene...punto sul vivo intervengo da mancino.Vogliamo parlare di quanti grandi tennisti sono mancini? :DVenendo al serio, nessuno oggi si sente anormale perchè mancino.Il fatto che sia prevalente l'uso della mano destra è un datoche come mancino avverto come un mero rilievo statistico. E allora il punto non è questo. Bisogna chiarire cosa vuol dire "normalità".Se normalità significa medietà io posso sentirmi diminuito per il fatto diessere meno alto della media, come gioire del fatto di avere qualcosa dipiù grande... :asd: La medietà è una misurazione quantitativa, ma analitica.Non esiste una persona che sia meno in ogni cosa: come si dice ognunoha almeno un talento, quindi la normalità come medietà è un problemadi percezione della mia realtà, ma non fotografa chi sono nè analiticamente( io posso percepire un meno come un pregio e un più come un difetto )nè complessivamente ( non mi identifica non sono una somma di pezzi )Se per normalità intendiamo invece una regola di condotta, il cd idquod plerumque accidit, è un parametro di valutazione di ciò che èlecito aspettarsi dagli altri e da me in una certa situazione. Questa èuna massima d'esperienza, che serve ad evitare reazioni sgradite: cosautile per il vivere pratico. Basta conoscere una persona per fondare il proprio giudizio sul ricordo di reazioni precedenti, nel quotidiano nonpossiamo conoscerci tutti come individui. Utile ma esterioreSe ragioniamo su tutti i vari impieghi del termine "normale" ci accorgiamoche la parola ha diversi significati, per ognuno dei quali noi abbiamo diversereazioni, non sentiamo questa stessa parola allo stesso modo, ma a secondadel contesto in cui l'usiamo.La verità è che noi parliamo di normalità come normacome dover essere rispetto al quale manchiamo, allora solo diventa possibile equiparare minoranze e minorati, caro pianoforte... :bah:Ma la norma deve essere affrontata a faccia aperta senza rifugiarsidietro concetti altri, perchè il vero problema è quello.Normali, contro la norma

Guest PianoForte
Posso correggerti? La "maggioranza" ovvero la classe con maggiore concentrazione di unità statistiche si chiama "moda".
Ma certo! Meglio che non passino per verità i miei errori! :P
Sicuramente gli etero rappresentano la "moda" della distribuzione. Questo non esclude che anche le altre classi, diverse dalla moda, siano "normali" :-))
Allora la parola "normalità" è usata veramente a sproposito -sopratutto da me negli interventi che ho postato sopra :asd: -Hem... sarebbe da riscrivere tutto. Comunque, sintetizzando, io non attribiusco alla parola "anormale" un significato spregiativo, ma semplicemente di "diverso"...P.S. tuttavia, ammetto che sto iniziando a confondermi; ho una attività celebrale piuttosto rallentata...

Ripeto, soprattutto per Hinzelmann: diversità non significa anormalita.Nel caso del mancinismo, possiamo considerala una variabile dicotomica che, ovviamente ammette due risposte "destra" "sinistra" come mano "prevalente".Se si analizzano le risposte a intervistati " quale mano usi in prevalenza?" e le si pone su di un grafico si ottiene un istogramma con tre distribuzioni di frequenza : mano destra, mano sinistra, ambidestro.Anche nel caso del mancinismo c'è molto da dire: fino ad alcuni decenni fa i mancini erano praticamente inesistenti, semplicemente perchè in famiglia e le maestre "bacchettavano" la mano "anormale" e obbligavano all'uso coatto della destra.In quegli anni erano molti gli "ambidestri" .Ora non è che i mancini siano aumentati, come una lettura acritica delle statistiche potrebbe far presupporre: non si bacchetta piu' la mano sinistra se usata a "sproposito" e questo spiega l'aumento dei mancini.Io sono convinto che se la società trovasse "normale" essere gay le distribuzioni di frequenza sarebbero ben diverse!.Comunque, ripeto, e sfido chiunque a dimostrarmi il contrario: in termini statistici non esiste evidenza che l'omosessualità possa essere considerata "anormale" in quanto rientra pienamente nel modo d' essere in cui si distribuisce la variabile " propensione sessuale"

caro Mutinus....non credo che il problema dellanormalità/anormalitàdell'omosessualità,possa essere risolto comeun problema statistico.Seppur fosse vero che l'uso dellamano destra è prevalente a me nonfregherebbe, come in effetti non frega niente.Se sia vero o falso che i mancini sono di menoè notizia per me di rilievo pari alle Spigolature della Settimana Enigmistica: curiosità.Come ho scritto il punto non è questo.Il punto è che gli omosessuali essendo nati ecresciuti in ambienti etero, consciamente o inconsciamenteassumono il comportamento eterosessuale come norma.Sei figlio di genitori eterosessuali, senti di dover essereeterosessuale. Con questa cosa ci dobbiamo confrontaretutti. Per certi versi non conta se come gay faremo figli, comealcuni dicono, conta il fatto di chi siamo figli.Quindi la normalità di cui dobbiamo parlare è unanormatività, un dover essere.Quindi noi dobbiamo decidere di rompere questa normae accettarlo e poi razionalizzarlo per poter essere e sentirsinormali.

Caro Hinzelmann,non ci piove su quello che dici. Ovvio che la statistica, di per se, non può risolvere problemi la cui soluzione spetta ad altri livelli cognitivi.Tuttavia la statistica è uno strumento prezioso in grado di fornire dati. Spetta poi a chi di dovere farne buon uso.Il problema vero è che non c'è peggior sordo di chi non vuole sentire e peggior orbo di chi non vuole vedere. Per queste persone numeri, diagrammi, modelli matematici sono sicuramente inutili.Non sarebbe però male che, almeno i gay, fossero consapevoli della loro assoluta normalità. Ciò sarebbe una buona base di partenza.In realtà molti gay sono vittime della sindrome di stoccolma e finiscono per credere di essere degli "anormali" meritevoli della diffidenza e dello scherno degli "altri".Che ci insegna la vicenda del ragazzo che si è suicidato perchè "accusato" di essere gay?A me la vicenda insegna due cose: la prima che il ragazzo non aveva nessuna autostima ( la stessa madre lo confortava dicendo:"ma va, tu sei un bravo ragazzo, un ragazzo normale, non sei gay")La seconda cosa è che la società "bene", a cominciare dalla Preside si è autoassolta: "poverino, dovevamo capire che era in difficoltà e dargli un aiuto psicologico" Sullo stesso tono si sono espressi molti dei suoi compagni di scuola intervistati dai media.Il filo conduttore del ragionamento è che, atteso che tu sei "anormale" è colpa nostra di non averti aiutato a "uscirne". Dunque non è omicidio colposo, istigazione al suicidio o altro ma , semplicemente una "errata corrige"Mi chiedo se quel ragazzo avesse avuto una diversa stima di se, se avesse avuto a fianco amici che lo avessero accettato e convinto che l'omosessualità è uno dei tanti modi di pensare la propria esistenza e i propri affetti, forse non si sarebbe sentito un errore da correggere.Morale: lo studio è fondamentale per confutare il qualunquismo. Sono certo che anche tra gli etero ci sono moltissime persone disposte a sostenere una battaglia di civiltà e di diritto....L'importante è non andare a questo "appuntamento" da subalterni

DaveKawena82

Personalmente credo che essere "gay", per il significato che io attribuisco al termine, è una condizione naturale e che "gay" ci si nasca. Uno potrà arrivare ad essere omosessuale per delusioni avute con l'altro sesso, ma in quel caso il più delle volte diventa misogino e inizia a sentirsi donna. Da gay io non mi sono mai sentito donna e non certo uno che si senta donna, perchè so che un uomo-donna non potrà mai darmi quello che mi sa dare un uomo (che poi è ciò che cerco). Non riuscendo a diventarlo poi si passa alla depressione e all'isterismo, ora questo è tutt'altro che essere gay, perchè non credo ci sia condizione più infelice... Io ho ottimi rapporti con le donne e, ripeto, sono sicuro che sono alla ricerca di una persona che accetta il fatto di essere uomo, credo fermamente che solo quel tipo di unione ci riesca a dare la felicità tale da autodefinirci gay. In altre parole solo essendo "two of a kind" credo si possa essere "gay".

@DaveKawena82 non capisco perchè tutto questo parlare di donne...per poi dire che cerchiqualcuno che accetti di essere uomo :hm:quanta confusione...Vedi Mutinus, quanto la cosa è complessa?E' la differenza che passa fra conoscere ed essere consapevoli,per di più con strumenti eterosessuali di analisi della realtà.Un discorso sull'omosessualità tutto condotto secondo unaterminologia uomo-donna che è un parametro etero

DaveKawena82

Certo che sono confuso, chi non lo sarebbe in fatto d'amore o di sessualità(specialmente quando ci si rende conto di certe cose così tardi...)? Sto ancora in fase di precisazione... Per accettarsi intendo che viva con serenità il fatto di essere uomo al quale piacciono altri uomini...

Sì, perché per normale io non intendo una classe privilegiata, bensì una classe con densità più elevata d'individui. Isher, sei tu che attribuisci più valore alla normalità di quello che ne possiede. I diritti, la dignità non sono esclusivi della normalità, ma della umanità, della vita in senso ampio inteso. Io come omosessuale non merito rispetto perché sono normale o anormale, ma perché esisto e vivo, respiro, soffro, amo... così come meritano rispetto e dignità i ritardati mentali, che non rientrano nella normalità, i disabili, le minoranze etniche, gli animali eccetera, fino agli alberi in Amazzonia.
PianoForte, non è come tu credi. Io non attribuisco più valore alla normalità di quanto non ne abbia. Ho usato il termine «normalità» in funzione polemica - amichevolmente polemica - verso te o Silver, perché, a torto o a ragione, mi sembrava legittimo farlo, e tu non puoi ritorcelo contro di me come se io fossi un apologeta della normalità, perché non era questo il mio scopo. Quanto ai diritti, devi distinguere tra «diritti umani», che sono diritti generalissimi considerati appartenenti  per se alla condizione umana, e «diritti civili» (nonché, ovviamente, politici), che, ti piaccia o no, sono concessi o negati agli individui sulla base di ben altre motivazioni: nel caso delle persone omosessuali, sono negati sulla base di principi discriminatori, omofobi e, lato sensu, razzisti. L'acquisizione o la denegazione di questi diritti è affare della politica, dell'acquisizione di una sorta di «coscienza di classe» (diamo a Marx quel che non gli si può negare), di azione nella società e nella cultura, di militanza, e considerazioni del tipo «Io merito rispetto perché respiro e vivo», fino a quelle sugli alberi dell'Amazzonia, non c'entrano molto con questo piano.
Uno potrà arrivare ad essere omosessuale per delusioni avute con l'altro sesso
No dai questo è impossibile, di certo non si cambia la propria sessualità per delusioni amorose. Mica si diventa eterosessuali per delusioni amorose con gli uomini no? :asd: :P

Premessa: i post precedenti sono troppi, quindi non li leggerò :DPenso che questo sia uno degli argomenti di cui si può parlare in continuazione senza arrivare a nessuna conclusione, quindi mi unisco anche io :DSe si nasce omosessuali significa che è implicato qualche gene, alcune ricerche dicono che è così però bisogna ricordare anche il contributo fondamentale del ambiente in cui viviamo. :sisi:delusioni sessuali? difficile. penso che l'orientamento si formi prima del primo rapporto.

Guest PianoForte

>> tu non puoi ritorcelo contro di me come se io fossi un apologeta della normalità, perché non era questo il mio scopo< -, ed è anche molto probabile che quel che dico non abbia senso per gli altri; non sono portatore di verità. Ad ogni modo, ammetto di sentirmi fuori della norma, ma non per questo mi considero indegno di diritti, siano essi umani che civili, perché non è su questo carattere che –a mio parere- si possono classificare le persone. La politica lo fa, e difatti sbaglia.

>> tu non puoi ritorcelo contro di me come se io fossi un apologeta della normalità, perché non era questo il mio scopo<Ma non credo che si tratti di classificazione. Si tratta, più semplicemente, del fatto che molteplici individui uniti dal fatto di subire una stessa discriminazione, acquisiscono coscienza della necessità di abbatterla. Insieme. Poi c'è il piano individuale, che è comunque ineliminabile, nel bene come nel male. La politica in quanto politica non sbaglia (perché, scusa?) - semmai fallisce, oppure è troppo debole.

A mio giudizio, quest’affezione amorosa, in virtù della quale m'alletta la gioventù e beltà maschile e che mi piace appellare amor Greco, è liberamente e deliberatamente eletta da un uomo, il quale, fin dall’adolescenza, dinanzi alle varie vie offerte dalla vita, predilige percorrere questa, piuttosto che quella, un po’ secondo la sua indole privata, un po’ secondo il suo proprio gusto, un po’ secondo l’occasione, che si presenta.Non altrimenti che accada per innumere altre predilezioni della vita nostra mortale.Non concedo, quindi, che l’uomo, quasi legato da catene connaturate coll’animo suo, sia tratto a viva forza, per questa via, da un duce inesorabile, che lo persegua in forza d'un arbitrio ignoto, ma necessitante. Non lo concedo, perché non lo sento: liberi altri di sentirsi costretti, legati, incatenati, tratti, obbligati, necessitati. Posso, non è dubbio, pur errare ed allucinare e congetturare cieco che sia elezione, quello che, veramente, null’altro è se non costrizione. Ma, se erro, se allucino, se malamente congetturo, perché posso stimarmi libero di peccare o di delinquere, per altre affezioni, ma non per questa ?. Ed in vero, se un dio od un fato o l’ordine delle cose fa che tutto accada così e non altrimenti, non sarò libero in nulla. Ma, se sono libero di operare come voglio, sia pure nei limiti della mia natura mortale, perché questa sola affezione d’amor Greco, tra molte, dovrebb’essere ineluttabile ?. Anakreon.

Credo basti leggersi qualche articolo su gaynews per capire che certamente gay non si diventa e che questa è l'unica certezza per il resto non ci hanno ancora capito nientehttp://www.gaynews.it/view.php?ID=73345http://www.gaynews.it/view.php?ID=73347

Per me non è niente che abbia a che fare con geni...la scienza spesso si OBBLIGA a trovare per forza qualche spiegazione, e la gente ignorante in materia, prende ogni notizia per vera.Stamattina ho sentito per radio che hanno scoperto il gene ke regola l'omosessualità... cioè... ogni anno ne scoprono uno, vuoi vedere che il codice genetico è formato solo da geni omosessuali??Ma per favore! Non vogliono convincersi che sono ancora lontano dal capire il sistema psicologico di un essere umano. Noi non siamo computer... siamo più complessi di quel che pensiamo. :rotfl:

l'argomento è vasto e inesauribile come inesauribili sono la mente e il cuore umano.ma vorrei comunque esprimere un paio d'opinioni.la prima è che non sia poi tanto importante scoprire se gay si nasce o si diventa, ma accettare serenamente di esserlo. quale che sia la verità io sarò sempre felice di quello che sono.la seconda è che è ovvio che se si parla di normalità come un valore (e per la maggior parte della gente, lo è...) ci si offenda se si va a dire che essere omosessuali non sia normale. e il punto non è se lo sia o meno. il punto è che non vedo quale valore ci sia nella normalità.io do valore piuttosto alla bellezza, all'arte, alla vita, all'umanità (ecc ecc ecc).dopodichè vorrei dire ad Anakreon... si sceglie di preferire il dolce o il salato, la pizza o la pasta? o si sceglie piuttosto in base alla preferenza di mangiare il dolce o il salato, la pizza o la pasta?la preferenza è data dall'esperienza o è scoperta con l'esperieza?la preferenza non incatena... se a me non piacciono gli spinaci non mi sento meno libera - sono libera di mangiarli comunque.io non so se omesessuali si nasca o si diventi o in parte entrambi ma non credo sia una scelta, quanto piuttosto un modo di essere naturale.e la natura non incatena, è quello che siamo, nulla più, con nessun giudizio di merito.la mia natura mi dice che gli uomini non mi attirano, ciò non toglie che in teoria sarei liberissima di avere una relazione eterosessuale.ma preferisco scelgliere di assecondare la mia natura :rotfl: (e questa è l'unica scelta che ci vedo).

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