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Instabilità da rientro


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Ciao a tutti!

 

Volevo un consiglio spassionato da parte degli "EXPATS" del forum.

 

Sono rientrato in questi giorni in Italia per passare le vacanze di Natale con i miei amici e la mia famiglia e devo dire che l'impatto è stato più "strano" e destabilizzante di quanto pensassi.. 

E' la prima volta che sto lontano da casa per un anno intero (prima ero stato via al massimo 4/5 mesi) e con periodi di sosta tra un un viaggio e l'altro. 

 

Le persone ovviamente non rimangono "congelate" nel momento stesso in cui io salgo sull'aereo e si scongelano quando io ritorno per potermi far trovare esattamente ciò che avevo lasciato.. questo lo capisco, però allo stesso tempo credo di non avere gli strumenti necessari per far fronte ai cambiamenti che avvengono in mia assenza. 

 

Ad esempio, non mi aspettavo di rimanere un po' "male" nel vedere i miei genitori un po' invecchiati, nel vedere mia nipote aver superato il metro e 60, notare un diverso atteggiamento dei miei amici nei miei confronti (non tutti.. ma alcuni sì).

 

Per citare un proverbio un po' demente, sono cnsapevole di non poter avere l'uovo e la gallina.. ossia non posso pretendere di andare a vivere lontano da casa con tutti i vantaggi del caso e allo stesso tempo mantenere quella sorta di equilibrio che ho creato "in casa" in modo da ritrovarlo sempre lì pronto ad aspattarmi. 

 

Quando ho deciso di andarmene forse non avevo tenuto conto del fatto che avrei "perso" parte delle vite delle persone a cui sono legato e allo stesso tempo avrei fatto perdere loro parte della mia. 

 

Suppongo non ci sia soluzione.. devo solo abituarmi e sopportare le conseguenze delle mie scelte?

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https://www.gay-forum.it/topic/34063-instabilit%C3%A0-da-rientro/
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Secondo me devi solo abituarti, capitava anche a me quando sono andato a vivere in un'altra città per studiare. Non puoi fare altro che accettare il fatto che inevitabilmente perdi quello che la quotidianità vicino alla famiglia e amici ti offre. Puoi cercare di mantenere una sorta di continuità grazie ai social etc anche se non è la stessa cosa. Crescere significa anche fare delle scelte e avere la forza e la maturità di accettare tutto quello che ne deriva. Quindi forza!

per stare meglio potresti fare un tweet sulle frasi del ministro Poletti

 

sì penso che probabilmente se leggesse questo post mi considererebbe uno di quelli che è "meglio avere fuori dai piedi"

 

 

 

Tipico per molti immigrati all'estero che rimangono con la mentalita' che avevano in italia quando la lasciarono 20 anni fa per lavorare all'estero e poi magari in piu' non si sono neppure integrati all'estero.

 

Quello che dici è piuttosto gratuito..

 

 

 

Puoi cercare di mantenere una sorta di continuità grazie ai social etc anche se non è la stessa cosa.

 

Forse questo è un punto che vorrei analizzare... io non sono partito lo scorso Gennaio dicendo "beh.. è stato un piacere, au revoir!" e sono scomparso tra le nebbie di Malpensa per poi ricomparire domenica scorsa senza avere mai fatto una chiamata XD

 

Al contrario, mi sentivo spesso su Skype/Whatsapp con tutti.. e questo forse ha contribuito più di tutto a non farmi percepire quella cesura temporale che invece avrei percepito se non avessi mai contattato nessuno.

 

Mi seguite?

 

è come se in realtà non me ne fossi mai andato...però allo stesso tempo le persone e le situazioni che avevo lasciato sono cambiate e io non ho avuto modo di accorgermene o di eleborarlo per tempo, rifletterci...

Edited by Beppe_89

Non si può avere la botte piena e la moglie ubriaca. Io sono passato da andare in Italia ogni 2 settimane, una volta al mese, ogni 3 mesi e man mano sempre di meno perché è uno sforzo a senso unico ed è sempre la solita solfa. La cosa che all'inizio trovavo piu fastidiosa è che alcuni se ne fregano se sei ritornato dopo tanti mesi e rimani pochi giorni, continua a dare priorità alla loro quotidianità. Altri invece sfruttano al massimo il poco tempo che stai. In ogni caso non è una critica assoluta, trovo logico che per alcuni viene prima la loro quotidianità.

Sui cambi, io non li noto, anzi vedo sempre la solita società e cultura. In un certo senso è come se il tempo si fosse fermato e tutti siano solo un po' più cresciuti o vecchi. Insomma ora preferisco andare in Italia solo con prezzi convenienti e per almeno una settimana, ma non più di 2. Mi diverto tantissimo e sono pieno di affetti leggendari in Italia, ma ormai sono abituato alla mia di quotidianità.

sempre la solita società

 

boh in parte devo darti ragione... il passaggio dai "sorry" "sorry" per qualsiasi cosa.. agli sguardi di odio per qualsiasi cosa è stato parte del mio trauma da rientro :D

Edited by Beppe_89

 

 

Magari la prossima volta puoi fare un test e vedere se sono loro a scriverti per primi e vedere se a loro interessa il fatto che tu te ne sia andato o di far parte della tua vita.

 

Beh questo da buon narcisista lo faccio sempre ovviamente :)  e il risultato è sempre favorevole...nel senso che è un 50 e 50 tra le volte in cui sono io a cercare e quelle in cui sono gli altri a cercare me.  

Il fatto per il quale hai trovato così tanti cambiamenti, anche se ti senti abitualmente attraverso i social con la tua famiglia o amici, sta proprio in questo, nel senso  che ti fa credere di essere li con loro sapendo tutto quello che succede, ma in modo indiretto, non vivendolo di persona e inconsapevolmente rimani a quello che c'era prima.

 

Quando poi tocchi la realtà verificandola di persona, quando torni, è diversa, perché gli altri sono andati avanti cercando di colmare il vuoto che hai lasciato.

E' capitato anche a me, nella mia seppur brevissima vita all'estero. Non si può fare nulla, il tempo scorre per tutti.

Quella sensazione di freddo stupore del rientro non la puoi evitare, e quel nodo alla gola per l'aver percepito il dissiparsi di un'intimità, o per aver notato una ruga in più sul volto di chi conosci da sempre non puoi proprio eliminarlo.

Però ho anche notato che è un processo perfettamente reversibile.

 

Inoltre l'ho vissuto su entrambi i fronti, e la disaffezione che talvolta mi sale spontanea per chi vive ormai lontano mi ricorda che bisogna essere gentili e trattare con affetto la plasticità dei legami fra le persone, mitigando il giudizio sulla base del fatto che ognuno ha da vivere la propria vita e non può essere altrimenti.

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