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Finirà?


nihal

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Ciao a tutti, chiedo per avere da voi un consiglio.

La mia storia l'ho raccontata qui. Ci sono stati sviluppi della questione non belli.

Dalla scorsa primavera ho affrontato una serie di cambiamenti non indifferenti: coming out con sorella, fine degli esami universitari, tesi da preparare, ritorno coatto nel mio paesello d'origine, da Firenze, in cui studiavo (ho dovuto lasciare casa in 15 giorni a metà settembre, perché allo studio dove lavoravo, mi avevano promesso di assumermi da Febbraio 2017, e il discorso è slittato a settembre 2017, e il contratto di casa scadeva il 30 settembre, troppo poco tempo per riorganizzarmi lavorativamente) e a breve mi laureerò.

 

Mi sono sentita terribilmente sola nell'affrontare tutta questa serie di eventi, e in più ho avuto la percezione di essere l'unica a tirare avanti il carretto, per quanto riguarda la mia storia con la mia ragazza (ormai ex), sempre la medesima di cui parlavo nel thread.

 

E così dopo lunghi mesi di pensieri e preoccupazioni l'ho lasciata il 16 novembre. L'ultimo anno è stato una montagna russa di sentimenti. Ho commesso tanti errori e ho subito tentato di porre rimedio scusandomi e dandomi da fare. Invece lei stando con me è finita in un vortice di paure, preoccupazioni della serie "non mi laureerò mai, sono una fallita, non trovo lavoro, ecc". La sua laurea slittava di sessione in sessione, la famiglia le faceva enormi pressioni a riguardo e lei percepiva la mia vicinanza e il mio invito a star bene, a trovare la sua serenità, a cercare di seguire i miei suggerimenti come un'imposizione a fare coming out con la mamma (cosa che naturalmente non le ho MAI imposto né chiesto di fare). Non c'era più dialogo, ogni consiglio che le davo lo vedeva come una critica, non c'erano più progetti per il futuro. Mi sono sentita allo stesso tempo carnefice e impotente, perché qualsiasi cosa facevo, sbagliavo, e non sapevo come aiutarla.

Per aiutarla a staccarsi dal rapporto malsano in casa e farla "respirare"  la invitavo sempre a Firenze, cosa che quasi puntualmente veniva declinata in "non posso, non ho soldi, devo studiare, i miei non vogliono". Ma quando eravamo da sole percepivo l'amore, il desiderio, la passione, la voglia di stare assieme. SI sentiva "divisa" tra me ei suoi, che la tiravamo in direzioni opposte, e sceglieva sempre i suoi perché abitava in casa con loro, e finché non trovava un lavoro non si sentiva di fare coming out. Timori in parte condivisibili e comprensibili, alcune paure totalmente ingiustificate: se realmente ami qualcuno, non dovrebbe sussistere il "devo scegliere tra te e i miei".

 

Ho fatto 6 anni di terapia e so riconoscere quando una persona è intrappolata ed ha bisogno di aiuto da specialisti, e questo era il suo caso. Eppure nemmeno il giorno in cui ho deciso di lasciarla -e ne abbiamo parlato- ha voluto ammettere di aver bisogno di aiuto. Le ho consigliato di cercare di trovare un suo equilibrio e una sua serenità, di non aggrapparsi a me ma di vedermi come una compagna che per lei vuole solo il meglio, di star bene con sé stessa ed essere orgogliosa di sé, perché non c'è nulla di male a mostrarsi come veramente si è. E le ho detto lasciandola che non era assolutamente perché non l'amavo più, anzi, ma perché i problemi si accumulavano e non si risolvevano. Le ho detto che saremmo potute tornare insieme se e quando i problemi di fondo si sarebbero risolti. Lei ha passivamente accettato la mia decisione, promettendo di lavorare su di sè. Nei giorni seguenti mi ha cercato in maniera affettuosa, ma io dovevo sbollire la rabbia accumulata e le rispondevo un po' freddamente. Dopo una settimana è scomparsa ed ha iniziato a rispondere sempre più freddamente, fino a non rispondere più. Nel frattempo io ho ripensato agli sbagli fatti e le ho chiesto scusa sinceramente. Da parte sua nessuna risposta. Avendo un gruppo di amici in comune le ho chiesto come le sarebbe piaciuto che ci si rapportasse, e lei mi ha risposto in maniera glaciale "come due ex, non aspettarti un rapporto cuore a cuore, io so cosa devo fare, tu fai altrettanto". Questo gelo mi ha fatto inorridire, specialmente detto da una che due mesi prima mi aveva detto "ti amo" col cuore in mano e "se mi chiedessero cosa sei per me, io direi la donna della mia vita". Ora vedo che sta facendo le cose che le avevo suggerito di fare: va in palestra, esce con gli amici, pensa a sé stessa. E mi ha completamente tagliato fuori dalla sua vita.

 

Il problema è che dopo 2 mesi ancora sono innamorata di lei come se fosse il primo giorno. Non mi passa, non riesco a togliermela dalla testa e nonostante i problemi che c'erano, mi tornano in mente solo i ricordi belli. Invece questa è diventata un sasso, non risponde ai miei messaggi, e se risponde mi invita a rifarmi una vita per conto mio. Io sono qua piantata che devo finire di scrivere la tesi, mi tornano in mente ste cose, non volendo, e delle volte mi sento la stronza della situazione e altre volte manca terribilmente.
 

Ci siete già passati? Avete consigli?

 

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Se fossi in te in questo momento la metterei da parte, cosa che detta così sembra fredda, e mi concentrerei sulla tesi.

Se lei non vuole più saperne di te è inutile che tu ti faccia ostacolare in un passaggio così importante della tua vita.

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Prendendo per buone le tue intenzioni, tu di base hai lasciato la tua ragazza, dicendole di essere ancora innamorata ma che la storia non funzionava, invitandola a rifarsi una vita e a pensar al proprio equilibrio.

 

Hai deciso che come coppia in quel momento non funzionavate (probabilmente hai anche avuto totalmente ragione al riguardo) e hai deciso di troncare

 

Quindi l'hai lasciata ma allo stesso tempo l'hai voluta tenere affettivamente legata affermando che, chi lo sa, forse in un futuro sareste tornate assieme.

 

Il problema è che hai fatto i conti senza l'oste.

 

Per prima cosa, per chi viene lasciato una situazione del genere crea una sorta di WTF gigantesco e tremendamente creepy.

Ti lascio ma ti amo ma non basta ma ti amerò ancora e se le cose si sistemano si torna assieme ma adesso faccio un po'  la fredda.

Immagina nella testa di chi viene lasciata come possa venir digerita una cosa del genere.

 

Per seconda cosa,  il problema sta nel fatto che lei ha fatto esattamente quello che tu hai detto: si sta rifacendo una vita e ti ha comunicato che tipo di rapporto vuole con te "come due ex, non aspettarti un rapporto cuore a cuore, io so cosa devo fare, tu fai altrettanto"

 

Il mio consiglio? Lasciala andare.

 

Tu il tuo l'hai fatto, hai cercato di fare il passo indietro, lei non è stata disposta a farlo.

 

Mi dispiace per la tua situazione, ti credo fermamente che tu abbia agito con le migliori intenzioni, ma dovevi tener conto del fatto che, prendendo decisioni così drastiche, devi poi accettarne le eventuali conseguenze.

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Ora vedo che sta facendo le cose che le avevo suggerito di fare: va in palestra, esce con gli amici, pensa a sé stessa. E mi ha completamente tagliato fuori dalla sua vita.
 

 

Non puoi più tornare indietro, probabilmente lei già non era più interessata alla relazione ma non era capace di recidere il legame, ottenebrata com'era dalla sua routine di sensi di colpa e ansie esistenziali.

 

Ti sei comportata bene, ti sei profusa, forse fin troppo, e alla fine ti sei anche accorta dell'insostenibilità della situazione e hai coraggiosamente deciso di chiudere tutto. Ora ti sei finalmente guadagnata la libertà: non fare l'assurdo errore di voler riallacciare i rapporti.

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Intanto grazie a tutti per le risposte!
 

 

Per prima cosa, per chi viene lasciato una situazione del genere crea una sorta di WTF gigantesco e tremendamente creepy.

Ti lascio ma ti amo ma non basta ma ti amerò ancora e se le cose si sistemano si torna assieme ma adesso faccio un po'  la fredda.

Immagina nella testa di chi viene lasciata come possa venir digerita una cosa del genere.

 

Per seconda cosa,  il problema sta nel fatto che lei ha fatto esattamente quello che tu hai detto: si sta rifacendo una vita e ti ha comunicato che tipo di rapporto vuole con te "come due ex, non aspettarti un rapporto cuore a cuore, io so cosa devo fare, tu fai altrettanto"

 

Il mio consiglio? Lasciala andare.

 

Tu il tuo l'hai fatto, hai cercato di fare il passo indietro, lei non è stata disposta a farlo.

 

Mi dispiace per la tua situazione, ti credo fermamente che tu abbia agito con le migliori intenzioni, ma dovevi tener conto del fatto che, prendendo decisioni così drastiche, devi poi accettarne le eventuali conseguenze.

Il discorso è che non so come lasciarla andare. Ho chiuso perché purtroppo vedevo che nonostante tutto non funzionava ed ho pensato come atto di amore supremo di lasciarla andare, in modo che fosse libera. Capisco il discorso che fai, ed hai ragione.
Lasciandola le ho detto: devi essere salda e forte, perché se io me ne vado e te non hai le basi, cosa succede? Crolli. Voglio che tu sia felice, forte e serena, e la mia presenza purtroppo non ti aiuta, ti aggrappi a me per non affrontare i tuoi problemi, ma io non posso combatterli per te. Posso solo incoraggiarti, darti delle proposte, aiutarti, ma il grosso lo devi fare da sola, e non puoi più procrastinare. Hai 25 anni, la tua vita è adesso. Hai visto cosa succede a rimanere immobili, ti impantani e poi non ne esci più. Facciamo una terapia di coppia assieme, all'inizio farà male, ma ti assicuro che ne uscirai e ne usciremo più forti di prima.

 

Lei stessa ha detto: No, la terapia di coppia non voglio farla, non ho tempo e non ho soldi. Lavorerò su me stessa e poi vedremo se sarai ancora lì a rivolermi.
Io: Spero tanto di si e spero che le cose si risolvano. Vorrei che tu ti vedessi con gli occhi e l'amore con cui ti vedo io... Però ora devo andare avanti per la mia strada, visto che insieme purtroppo non andiamo da nessuna parte. Se avrai bisogno di me ci sarò, non sparisco e non me ne vado.

 

Mi è mancato quel confronto e quel riscontro da parte sua, la consapevolezza che ciò che stavo facendo era più per il suo bene che per il mio. Non pensavo di arrivare a star male così tanto, non l'avevo messo in conto. E più il tempo passa, più penso che lei non mi amasse più e non sapesse come dirmelo. E mi è toccato fare il lavoro sporco.
E poi è orribile sentirsi trattare come l'orco della situazione.
In questo momento sto veramente male e non so come si faccia ad uscire da una situazione in cui ho investito energie, amore e affetto in quantità. Mi sembra tutto così... Inutile.


 

 

Non puoi più tornare indietro, probabilmente lei già non era più interessata alla relazione ma non era capace di recidere il legame, ottenebrata com'era dalla sua routine di sensi di colpa e ansie esistenziali.

 

Ti sei comportata bene, ti sei profusa, forse fin troppo, e alla fine ti sei anche accorta dell'insostenibilità della situazione e hai coraggiosamente deciso di chiudere tutto. Ora ti sei finalmente guadagnata la libertà: non fare l'assurdo errore di voler riallacciare i rapporti.

 

 

Probabilmente hai ragione. E' che per la prima volta mi trovo in una situazione così e non so davvero come gestirmela.

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Alla fine hai semplicemente mollato una ragazza che aveva le sue beghe e ti aveva ormai esasperato, e per fortuna non sei il Doctor Victor Frankenstein che deve concepire il modo in cui la propria Creatura si potrà muovere nell'ostile mondo degli esseri umani dopo aver sfondato la porta di accesso al Laboratorio segreto.

 

Evitiamo di cadere anche solo accidentalmente in sindromi da "IO SONO IL TUO CREATORE E TU LA MIA CREATURA" che sono molto deleterie, soprattutto per te stessa.

 

Le relazioni non sono investimenti in cui bisogna ottenere un tornaconto. In questa occasione hai voluto dare il tuo amore ed è una cosa bellissima che hai fatto per te stessa dimostrandoti di essere capace di slancio disinteressato verso un altro essere umano.  Punto. Ciò non deve implicare il rischio di trasformare quello che provavi in una pretesa di gratitudine. Questo non andrebbe affatto bene. Ferma le tue riflessioni a ciò che ti fa bene.

Edited by Sampei
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Guarda, veramente, credo che tu abbia agito nelle tue migliori intenzioni ma....

 

 

 

Mi è mancato quel confronto e quel riscontro da parte sua, la consapevolezza che ciò che stavo facendo era più per il suo bene che per il mio

 

...ma che riscontro vuoi avere da una persona che lasci? Che ti dica pure grazie?

 

Anche se l'hai fatto come atto d'amore, fidati, non è di facila comprensione venir lasciata da qualcuna che ti dice "ti amo ma ti lascio".

 

Non lo capirà adesso, forse non lo capirà mai, forse lo capirà ma molto più avanti quando avrà metabolizzato la fine della relazione.

 

Lasciala andare.

 

 

 

E più il tempo passa, più penso che lei non mi amasse più e non sapesse come dirmelo.

 

Inutile farsi 'sto pensiero. Le persone reagiscono in maniera diversa. E' possibile che non ti amasse più come è possibile che abbia semplicemente deciso di andare avanti.

 

L'unica certezza è che comunque tale situazione era diventata insostenibile e hai preso la tua decisione.

 

 

 

E poi è orribile sentirsi trattare come l'orco della situazione.

 

Io non penso che sei un orco. Hai soltato preso la tua decisione, l'hai attuata e stai soffrendo per le conseguenze non previste .

 

E' vero che, normalmente, chi lascia viene sempre dipinto come l'orco della situazione, ma se hai agito con coscienza, non hai nulla da rimproverarti.

 

Son stata lasciata 2 volte io (sono una lasciatrice seriale, in realtà, e diosolosa quello che me so sentita dì :asd:), e ti assicuro che in uno dei due casi, una volta superato il dolore, non mi sento di biasimare colei che mi ha lasciata, perché lo fece con un tatto di cui anche a distanza di anni e anni, le sono estremamente grata.

Ma non ti nascondo che nel momento in cui venni lasciata, non ero assolutamente lucida per capirlo.

 

Non l'hai trattata male (seppur lo scivolone sul confermare sempre il tuo amore per lei in futuro), oltretutto hai fatto di tutto per cercare una soluzione e non è arrivata.

 

 

 

In questo momento sto veramente male e non so come si faccia ad uscire da una situazione in cui ho investito energie, amore e affetto in quantità. Mi sembra tutto così... Inutile.

 

Non voglio sminuire il dolore che provi, ma sta tranquilla, la supererai.

Tantissime persone, me compresa, hanno visto finire relazioni durature o stabili in un battito di ciglia e con molta meno umanità.

Riparti da te stessa, datti i tuoi obiettivi, cerca di volerti bene.

E prendi spunto da tutto questo per cosa volere dalla prossima relazione.

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Evitiamo di cadere anche solo accidentalmente in sindromi da "IO SONO IL TUO CREATORE E TU LA MIA CREATURA"

 

Le relazioni non sono investimenti in cui bisogna ottenere un tornaconto, hai voluto dare il tuo amore ed è una cosa bellissima che hai fatto per te stessa dimostrandoti di essere capace di slancio disinteressato.  Punto. Ciò non deve implicare il rischio di trasformare quello che provavi in una pretesa di gratitudine. Questo non andrebbe affatto bene. Ferma le tue riflessioni.

 

Mai avute queste pretese. Semplicemente, quando ami qualcuno vorresti solo il meglio, e spesso vedi cose che la persona stessa non vede. Cerchi di darle gli strumenti per cavarsi fuori dagli impicci, poi è discrezione del singolo servirsene o meno, come la famosa storia di quello che voleva imparare a pescare, per capirci

 

Personalmente, mi da un po' fastidio questo atteggiamento con fare da vittima e donna vissuta da parte sua, come se questi ultimi due anni e mezzo non fossero contati nulla. Come se fossi la str**** della situazione e lei la vittima.

Sono felice per lei che ora sta bene, ma mi dispiace l'idea che per far si che questo emergesse, è stato necessario chiudere la storia. Tutto qua.

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mi da un po' fastidio questo atteggiamento con fare da vittima e donna vissuta da parte sua, come se questi ultimi due anni e mezzo non fossero contati nulla

 

Probabilmente si comporta così per mascherare la forte instabilità e insicurezza. Le persone non sono certo abituate a manifestare vulnerabilità, anzi è comune sentire che sia in qualche modo disgustoso lasciar trasparire la propria debolezza.

 

D'altra parte, confrontando la tua storia con almeno altre due o tre storie di cui altri utenti hanno parlato proprio nei giorni scorsi, si potrebbe andare più a fondo e notare quanto possa essere doloroso voler impostare un rapporto d'amore su uno squilibrio, che porta una persona ad assumersi unilateralmente e permanentemente il ruolo dell'Accuditrice e l'altra unilateralmente e permanentemente il ruolo dell'Accudita: nel breve periodo la cosa può essere simpatica, ma evidentemente nel lungo periodo, se non scatta un'alternarsi costante di questi due ruoli, il legame si spezza. 

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@@Sampei, Io penso che sia normale che in una coppia ci possano essere momenti in cui una delle due persone è più debole rispetto all'altra.

Questo non significa che i due ruoli debbano essere sempre gli stessi (ovvero una che è l'accuditrice e l'altra la dipendente), perché a quel punto si, si creano squilibri allucinanti.

 

E' anche vero però, sperimentato sulla mia pellaccia coriace lesbicah, che quando sei l'accuditrice e hai un momento di debolezza, può succedere che l'accudita ti dia il ben servito.

 

Tanto che, paradossalmente, si possono venire a creare situazioni paradossali come l'accuditrice che in realtà è la più debole della coppia, mentre l'accudita sta bella a pancia all'aria fino a quando le conviene :asd:

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In questo video ci sta l'idea di amore che tutti dovremmo avere, ma che purtroppo nei fatti non è così.

 

Avete detto bene, ed è odioso quando una relazione si cristallizza nei ruoli di "up" & "down", e poi succede che capitino delle situazioni particolari, in cui ci si aspetta -non dico lo stesso trattamento, ma almeno un minimo - supporto morale -  e si finisce che uno la prende nel baugigi.

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paradossalmente, si possono venire a creare situazioni paradossali come l'accuditrice che in realtà è la più debole della coppia, mentre l'accudita sta bella a pancia all'aria fino a quando le conviene

 

Sono d'accordissimo, sono molte le situazioni di questo genere.

 

Ma attenzione: alla base di tutto c'è la convinzione di essere indegni ben radicata nell'accuditrice, e il suo violento senso di inferiorità, che la spingono a creare il ricatto manipolatorio. Io ti accudisco così poi in cambio tu mi amerai, non potrai non amarmi. L'accudita si ritrova così a poter amare... il fatto di essere accudita. Anch'essa però avrà un alto prezzo da pagare, cioè la necessità di accettare costantemente la relazione "figlia-madre" che le viene proposta dall'esterno per poter vivere un legame, cosa che la condanna ad un'eterna insoddisfazione e ad un'eterna fuga.

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