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L'epidemia di solitudine tra i gay


Amor-fati

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L'Huffington Post ha postato qualche giorno fa un interessante articolo scritto da Michael Hobbes che cerca di capire per quale motivo all'avanzamento dei diritti degli omosessuali non è corrisposto un miglioramento delle condizioni psicologiche ed emotive della comunità LGBT. In particolare, Hobbes si interroga sul perché molti cadano in una spirale di abuso di stupefacenti e sesso a rischio, mettendo a repentaglio la propria salute e quella delle altre persone. Cerca inoltre di capire come il mondo omosessuale recepisca, rielabori e performi il concetto di mascolinità, creando a volte vere e proprie discriminazioni tra gli individui che ne fanno parte.

 

Be' ma sembra un minestrone mal assortito:

epidemia di solitudine, abuso di stupefacenti, sesso a rischio, concetto di mascolinità discriminante....

quali sono i nessi necessari, se ci sono, tra queste varie condizioni?

e comunque distintamente o collettivamente prese sono condizioni prevalenti tra i giovani omosessuali o li interessano in misura non maggiore che interessino i giovani eterosessuali?

 

 

Astrattamente peraltro credo sia più "rilassante" essere omosessuale in una società relativamente tollerante come quella attuale, che in una ferocemente intollerante come quella della mia adolescenza e gioventù, fermo restando che il miglioramento non è una buona ragione per accontentarsi, ma neppure per deprimersi fino a marcire in solitudine, a distruggersi con gli stupefacenti, ad infettarsi o ad infettare col sesso a rischio o addirittura a commettere suicidio.....

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LocoEmotivo

a parte che "è presto" per beneficiare degli effetti di tutta la legislazione positiva a tema lgbt degli ultimi 20 anni dell'occidente... i gay "repressi e soli" di oggi non sono cresciuti sapendo che le coppie sposate possono essere anche dello stesso sesso. se ne riparlerà minimo tra un paio di generazioni

Questo dovrebbe essere il punto di partenza di OGNI considerazione sul tema.

E invece ci pisciamo allegramente sopra e continuiamo a difendere il pregiudizio interiorizzato per cui siamo i reietti del genere umano.

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Madonna ma magari cadessi in tale spirale, dove debbo firmare, che sogno sublime

Eh guarda basta un attimo di distrazione e ti trovi coinvolto in un'orgia di rugbisti a tirare pppper e a prendere anfetamine. Eppure giuro che io sono molto distratto.

 

Seriamente penso che se parliamo di media i gay siano più infelici degli etero semplicemente perché far parte di una minoranza richiede un processo di accettazione in alcuni casi molto lungo.

 

A 20 anni io ero infelice, oggi non più quindi la questione è mal posta. Bisognerebbe valutare l eventuale disagio gay (se esiste ) prendendo in questione omosessuali risolti con una vita sociale out e poi paragonarli agli etero. I risultati sarebbero a mio avviso identici.

 

Sul discorso sesso e droghe non merita commento

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Io ho formulato invece una ipotesi classica applicata ad un caso nuovo: il minority stress in alcuni casi potrebbe mangiarsi il matrimonio trasformandolo da diritto e opportunità in obbligo

 

La stessa cosa che ho detto io in un altro contesto, e facendo un discorso più ampio su quanto la retorica romantica sia tossica anche per gli etero, ma i gay ne siano vittima in modo particolare.

Probabilmente il mio centro del linguaggio ha un problema con la sezione marketing e io le mie opinioni non le so vendere... Ma penso che il problema sia più che altro che nessuno poi vuole pensare di poter aver parte della colpa in un certo stato di cose. Per cui se dico "guarda che se diciamo che si deve vivere bene da soli non possiamo continuare a vendere l'amore come l'illuminazione divina nonché il premio di Dio per i giusti" dico qualcosa di molto poco digeribile, ma è esattamente quello il problema a mio avviso.

Anche gli eterosessuali, di fatto, soffrono molto degli effetti della retorica romantica perché è un discorso di potere che crea una gerarchia fra chi ha, chi è, chi vince, per diritto divino, e chi non ha, non è, e perde, per punizione diabolica di un ignoto peccato originale. Non deve sorprendere se la vita sentimentale è investita di tanto stress, il discorso pubblico a riguardo è un discorso dei vincenti per i vincenti; deve umiliare e stressare il perdente, è il suo scopo originario, se no non serve a nulla. Per i gay questo effetto è amplificato, perché il gay deve passare attraverso il coming out, deve fare della propria vita sentimentale e sessuale una scommessa spesso totalizzante. Se ci hai scommesso così tanto non puoi permetterti di "perdere", devi avere il marito ed i cani e i bambini e la villetta col giardino; se non ci riesci "chi te l'ha fatto fare di essere gay"? (cit.) 

La cosa più interessante da notare è che, effettivamente, i "vincenti" siano un concetto ideale e in realtà non esistano proprio, dunque il discorso che umilia il perdente di fatto stressa e deprime ed umilia, magari a turno, tutti quanti. Per converso, però, tutti quanti, a turno, si sentono vincenti o ritengono di poterlo diventare, dunque vogliono quell'ebrezza di stare al vertice della gerarchia e replicano il discorso del "vincente". Questa è la ragione per cui un discorso tossico che lentamente uccide tutti si propaga lo stesso: perché, pur essendo un veleno, ti dà qualche momento di ebrezza ogni tanto. Tipo l'alcol. 

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Tra dire che il problema dei gay è la solitudine, la droga e la promiscuità

e dire che invece è proprio un problema di aspettative romantiche, di matrimoni e bambini

non è che ci sarebbe una terza prospettiva?

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bisognerebbe valutare l eventuale disagio gay (se esiste ) prendendo in questione omosessuali risolti con una vita sociale out e poi paragonarli agli etero. I risultati sarebbero a mio avviso identici.

lo penso anch'io 

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Tra dire che il problema dei gay è la solitudine, la droga e la promiscuità

e dire che invece è proprio un problema di aspettative romantiche, di matrimoni e bambini

non è che ci sarebbe una terza prospettiva?

Mica sono mutualmente esclusivi. Direi addirittura che si completano a vicenda: puoi essere un gay promiscuo e drogato che fa due orge alla settimana e se la gode; o un gay sposato con figli e labrador soddisfatto e cicciottello... o anche, un gay sposato con figli e labrador che fa due orge a settimana, perché no? Hai un tuo posto nell' "ordine costituito".

Ma se sei un gay single che non fa due orge a settimana, allora cosa sei (fra parentesi: la maggior parte dei gay è proprio così)? "Che hai fatto il gay a fare?"

Ma c'è anche di peggio... potresti essere un gay promiscuo e drogato che in realtà vorrebbe l'ammoreh, oppure un gay cicciottello e sposato che però non è soddisfatto del proprio matrimonio. Ouch! Son cose proprio brutte! Dov'è il tuo posto se sei una persona così?

Vivere le medesime situazioni essendo etero è brutto, ma è anche del tutto normale, gli etero scoprono piuttosto presto e in maniera abbastanza naturale che il mondo è più complesso di così e comunque la tua vita sentimentale per un etero è solo una delle cose che fai, è raro che un eterosessuale ci si identifichi in maniera totalizzante; il più delle volte si identificano con il lavoro che fanno più che con l'orientamento sessuale. Ma se sei gay ti poni il problema di come essere gay, è una questione identitaria; sei naturalmente portato a costruirci aspettative, con annesso senso di fallimento, di estraneità, di isolamento, laddove non siano poi soddisfatte. Aggiungi che generalmente non sono soddisfatte et voilà! Hai il calice di fiele che tutti gli omosessuali assaporano con lentezza e libidine. 

Edited by FreakyFred
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Ma se sei gay ti poni il problema di come essere gay, è una questione identitaria, sei naturalmente portato a costruirci aspettative, con annesso senso di fallimento, di estraneità, di isolamento...

 

Questa è sicuramente una verità:

il minority stress è dentro di noi, perché anche nella società più aperta

ci coglieremo sempre come dei papaveri blu.

E se sei un papavero, l'essere blu non può che essere la questione centrale della tua identità.

 

Ma davvero è una questione di "trovare il proprio posto", come dici tu?

E' il "proprio posto" la discriminante tra una vita degna di essere vissuta e il baratro?

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Sì. Secondo me sì. La socialità è un bisogno fondamentale, l'identità umana si realizza nella socialità, chiedermi chi sono va di pari passo col chiedermi qual è il mio posto. Ovviamente il proprio posto uno se lo può creare e in parte se lo crea sempre, ma si tratta della singola impresa più complessa nell'intera esistenza umana, anche perché non è mai del tutto compiuta. Il senso di non appartenenza è una cosa terribilmente dolorosa e molto difficile da gestire.

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L'unica cosa che per esperienza mi sentirei di escludere

è il rapporto tra il "gay depresso e aspirante suicida" e il "gay promiscuo e drogato"

che per me sono due figure ben distinte e non sovrapponibili (almeno tra i miei amici e conoscenti).

 

Scusa, e a me dove mi piazzi??? :D

 

Autoironie a parte, l'autore dell'articolo scrive di mamme lesbiche ed assenza di discriminazioni, non di padri leghisti e di compagni di scuola che ti lanciano sassi al grido di tiro al frocetto, perciò davvero fatico ad identificarmi nella narrazione che ci propone. 

Ho letto con attenzione solo il primo paragrafo, contribuisco volentieri alla traduzione se ci accordiamo!

 

Non penso che le abilità sociali siano qualcosa di immutabile; vanno allenate, occorre forzarsi per star bene anche in compagnia di qualcuno che ritieni meno interessante di te, e al contempo si può sempre far qualcosa per risultare simpatici a tipi che ci sembrano simpatici (io ragiono spesso in termini di "conquista").

 

Ma c'è anche di peggio... potresti essere un gay promiscuo e drogato che in realtà vorrebbe l'ammoreh, oppure un gay cicciottello e sposato che però non è soddisfatto del proprio matrimonio. Ouch! Son cose proprio brutte! Dov'è il tuo posto se sei una persona così? (...) Ma se sei gay ti poni il problema di come essere gay, è una questione identitaria; sei naturalmente portato a costruirci aspettative, con annesso senso di fallimento, di estraneità, di isolamento, laddove non siano poi soddisfatte. Aggiungi che generalmente non sono soddisfatte et voilà! Hai il calice di fiele che tutti gli omosessuali assaporano con lentezza e libidine.

 

Mah...non so. Dirò qualcosa di impopolare, ma la cosa più bella è poter scegliere di drogarsi o di non farlo, di partecipare ad un'orgia o di rinunciarvi...quando sai di poter controllare determinati impulsi anche il loro soddisfacimento diventa un'opzione tra le altre.

 

Ammetto che da quando ho un lavoro, anche se non del tutto soddisfacente, l'idea di trovare "il mio posto nel mondo" è meno pressante.

E soffrire di forti attacchi d'ansia ha di molto ridimensionato anche le mie fantasie adolescenziali vagamente autolesionistiche.

Pace Baudelaire, ad esser mediocri e (forse) meno passionali perché un filino più "concreti" non c'è nulla di male.

 

Per i gay questo effetto è amplificato, perché il gay deve passare attraverso il coming out, deve fare della propria vita sentimentale e sessuale una scommessa spesso totalizzante. Se ci hai scommesso così tanto non puoi permetterti di "perdere", devi avere il marito ed i cani e i bambini e la villetta col giardino; se non ci riesci "chi te l'ha fatto fare di essere gay"? (cit.) 

La cosa più interessante da notare è che, effettivamente, i "vincenti" siano un concetto ideale e in realtà non esistano proprio, dunque il discorso che umilia il perdente di fatto stressa e deprime ed umilia, magari a turno, tutti quanti.

 

Qui però sforiamo...io non conosco nessuno, etero o gay, tra i miei coetanei, che possa dirsi pienamente realizzato, il ché mi lascia credere che ciascuno ha zone d'ombra, vive delle difficoltà perché non riesce a realizzare pienamente il suo potenziale o ne è ostacolato da circostanze esterne; la retorica del vincente e del perdente mi diverte solo quando è esercitata superficialmente.

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LocoEmotivo

Seriamente penso che se parliamo di media i gay siano più infelici degli etero semplicemente perché far parte di una minoranza richiede un processo di accettazione in alcuni casi molto lungo.

Concordo su tutto il messaggio ma questo punto, a mio avviso, è cruciale: gli etero, a vent'anni, non sono felici. Semplicemente, non sono in conflitto con la società.

Quelli che sono infelici, sono in conflitto: perché sono omosessuali, perché non sono sciupafemmine, perché si impegnano quando la società li invita a divertirsi o viceversa...

In ogni "devianza" sociale c'è l'infelicità, c'è la consapevolezza più o meno dolorosa.

Ecco perché trovo inutile e completamente stupido paragonarci agli "etero", visto che non esiste l'etero standard proprio come non esiste il frocio standard.

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Sono sempre stato contro le droghe (eccetto l'erba ma non ne ho mai fatto neppure un tiro) e contro il sesso senza preservativo. Sì faccio sesso occasionale ma sempre col preservativo, ne sono ossessionato. Al massimo bevo nelle feste ma non mi sono mai ubriacato fino a stare male e vomitare perché mi fa schifo ridurmi in quello stato.

Soffro di depressione e di disturbo borderline e di certo non me le sono cercate queste patologie.

Secondo me dipende da persona a persona e credo che la stessa cosa valga per gli etero. Conosco etero che soffrono di solitudine più dei gay quindi per me è un discorso campato per aria dai soliti sociologi e filosofi che si fingono conoscitori di tutto ed invece lo sono di un bel niente.

Edited by PiNKs
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ricerche quantitative, ricerche quantitative, ricerche quantitive e... ricerche quantitative!

ok, sono più veloci, sono più economiche... però alla fine dicono davvero poco! e tutti a immaginare la loro risposta

servirebbero più ricerche qualitative, ma questo significherebbe sgobbare davvero :D

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ma purtroppo le cose belle durano un battito di ciglia. La droga costa carissima
 

Fare il marchettaro e con quei soldi comprarci la droga ?.

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E come ti immagineresti una ricerca qualitativa su questo argomento?

 

la letteratura scientifica è piena di ricerche qualitative sul consumo di droga e/o i rapporti sessuali e/o tutto quanto, si possono scegliere mille metodi se si vuole

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? E gli etero che fanno ???? Se andate in qualche festino etero e' la stessa cosa droga a manetta e sesso non protetto , e' tutta propaganda per mettere delle differenze e porre il dito contro qualcuno . Poi arrivano gli scieeenziati che scoprono l acqua calda ....

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Qui però sforiamo...io non conosco nessuno, etero o gay, tra i miei coetanei, che possa dirsi pienamente realizzato, il ché mi lascia credere che ciascuno ha zone d'ombra, vive delle difficoltà perché non riesce a realizzare pienamente il suo potenziale o ne è ostacolato da circostanze esterne

Quindi... sei sicuro di aver capito cosa ho scritto? ^^' 

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Quindi... sei sicuro di aver capito cosa ho scritto? ^^' 

 

Son sicuro che scrivi che per la maggior parte dei gay, a tuo dire scarsamente realizzati dal punto di vista relazionale, è difficile trovare il proprio posto tra gli altri...al che ho ribattuto specificando che la piena realizzazione (affettiva, lavorativa, sociale) è davvero rara indipendentemente dall'orientamento sessuale.

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davydenkovic90

Madonna ma magari cadessi in tale spirale, dove debbo firmare, che sogno sublime

Ahah ho pensato la stessa cosa! Io al massimo finora sono entrato nella spirale dei Pokemon (per colpa di un mio ex...)

Sarò un gay troppo provinciale e sempliciotto per capire.

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la piena realizzazione (affettiva, lavorativa, sociale) è davvero rara indipendentemente dall'orientamento sessuale.

 

Non è vero, anche solo assumendo il termine nella sua

dimensione più evidente, il posto come luogo fisico in cui

si decide di vivere, i gay sono diversi dagli etero.

 

Un etero va alla ricerca di un posto in cui realizzarsi nella società

emigra alla ricerca di un lavoro, un gay ha la naturale tendenza

anche solo istintiva a sottrarsi alle lotte in cui teme di uscire sconfitto

 

Il gay in parte è anche l'ebreo errante, lo è da sempre invisibilmente

 

Ed al di là dei giudizi politici, delle strategie e tattiche, delle varie opinioni

lo abbiamo visto nel caso delle Unioni Civili, ci siamo dati per sconfitti ancora

prima di cominciare ed abbiamo deciso di non lottare neanche ( questa è la

verità, anche se so che a molto non piace sentirla...)

 

E qui stiamo parlando solo di posto come luogo fisico o di posto come luogo

metaforico del confronto fra noi ed un ambiente sociale quale che sia?

 

Certo anche un etero può uscire sconfitto, il gay il senso della sconfitta ce l'ha

dentro già quando parte.

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Non è vero, anche solo assumendo il termine nella sua

dimensione più evidente, il posto come luogo fisico in cui

si decide di vivere, i gay sono diversi dagli etero.

 

Un etero va alla ricerca di un posto in cui realizzarsi nella società

emigra alla ricerca di un lavoro, un gay ha la naturale tendenza

anche solo istintiva a sottrarsi alle lotte in cui teme di uscire sconfitto

 

Il gay in parte è anche l'ebreo errante, lo è da sempre invisibilmente

 

Ed al di là dei giudizi politici, delle strategie e tattiche, delle varie opinioni

lo abbiamo visto nel caso delle Unioni Civili, ci siamo dati per sconfitti ancora

prima di cominciare ed abbiamo deciso di non lottare neanche ( questa è la

verità, anche se so che a molto non piace sentirla...)

 

E qui stiamo parlando solo di posto come luogo fisico o di posto come luogo

metaforico del confronto fra noi ed un ambiente sociale quale che sia?

 

Certo anche un etero può uscire sconfitto, il gay il senso della sconfitta ce l'ha

dentro già quando parte.

Perché i gay non emigrano alla ricerca di un lavoro? Non lottano per un posto in società? L'imbecillità del mondo gay(intesa come debolezza ) poi, ammesso che esista, è legata alla cultura e alla nazione e non alla tendenza sessuale.

 

Come fai a non cogliere la distinzione che le lotte degli etero sono diverse e preconfezionate , gli etero hanno modelli sociali cui doversi conformare e questo fa si che sanno cosa fare e magari sono più determinati.

I gay non hanno ancora modelli di riferimento è questo fa si che sia un mondo più libero e come tale, dove c è libertà c è all inizio malessere e sbandatezza.

 

Le lotte etero sono lotte di conformismo mentre quelle gay sono l esatto opposto, c è una bella differenza.

 

Anche sul discorso della lotta per i diritti gay quello che dici è condivisibile però legato al contesto italiano dove il mondo gay vive nel senso di colpa e non crede di potercela fare

 

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LocoEmotivo

Come fai a non cogliere la distinzione che le lotte degli etero sono diverse e preconfezionate , gli etero hanno modelli sociali cui doversi conformare e questo fa si che sanno cosa fare e magari sono più determinati.

I gay non hanno ancora modelli di riferimento è questo fa si che sia un mondo più libero e come tale, dove c è libertà c è all inizio malessere e sbandatezza.

[...]

Anche sul discorso della lotta per i diritti gay quello che dici è condivisibile però legato al contesto italiano dove il mondo gay vive nel senso di colpa e non crede di potercela fare

Applausi per Iron.

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Perché i gay non emigrano alla ricerca di un lavoro? Non lottano per un posto in società?

 

I gay hanno ANCHE il problema del lavoro e della realizzazione sociale

qualora abbiano delle condizioni sociali di svantaggio

 

Se tu avessi letto i miei interventi precedenti, avresti letto che è un fattore

su cui muovo un addebito ai gay americani, che tendono a cancellarlo

 

Ma è un problema aggiuntivo

 

 

 

Come fai a non cogliere la distinzione che le lotte degli etero sono diverse e preconfezionate , gli etero hanno modelli sociali cui doversi conformare e questo fa si che sanno cosa fare e magari sono più determinati. I gay non hanno ancora modelli di riferimento è questo fa si che sia un mondo più libero e come tale, dove c è libertà c è all inizio malessere e sbandatezza.

 

La discussione in questo topic verte sul fatto che alcuni gay iniziano

ad interrogarsi sul fatto che anche laddove sono stati introdotti i matrimoni

gay e dei modelli di riferimento, le difficoltà persistono

 

Ovviamente è un discorso che muove da paesi più avanzati del nostro

 

Non sono certo io che non colgo la distinzione fra gay ed etero, ma chi dice

che siamo uguali rispetto ad una piena realizzazione, cioè @Schopy

 

Non siamo uguali qui e non lo siamo diventati magicamente ed istantaneamente

negli USA, questo è o dovrebbe essere il punto della discussione

 

Tuttavia io non credo, mi rifiuto di credere, che il problema dei gay sia l'eccesso

di libertà, che produce "malessere e sbandatezza"

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il nostro paese abbia recentemente eletto  un aranciastro Demogorgon la cui amministrazione è pubblicamente, e esageratamente intenzionata a scuotere ogni singolo passo in avanti che la comunità gay si è conquistata negli ultimi 20 anni. Il messaggio che viene mandato alla gente gay—specialmente ai più giovani , che stanno ancora lottando e accettando la propria identità —non potrebbe essere più terrificante e palese.

ho la vaga impressione che tutto sto papiro fuffosissimo alla fine vuol solo dimostrare codesto assunto.

che di fondo è condivisibile, anche se non possiamo ancora sapere se sta previsione col tempo si realizzerà o no 

 

 

Ogni discussione riguardante la salute mentale dei gay si dovrebbe iniziare discutendo di quello che accade a scuola. Al contrario dei miglioramenti presenti in molti degli ambienti che frequentano, le istituzioni scolastiche americane rimangono un luogo pericoloso per I ragazzi LGBT, riempiti di cameratismo, insegnanti indifferenti e polizie retrogradi. Emily Greytak, il direttore delle ricerche anti bullismo dell’associazione GLSEN, mi dice che dal 2005 al 2015, la percentuale di teenagers che hanno confessato di aver subito abusi a causa del loro orientamento sessuale non è diminuito

appunto

 

 

Il problema, mi dice ,  è che noi stessi abbiamo costruito e creato strutture separate riguardo le malattie mentali, quelle per la prevenzione di HIV e abuso di sostanze, basta notare l’evidenza e notare che non si tratta di tre epidemie, ma di una sola. Le persone che tendono ad essere rifiutate sono più inclini a fare tutto di testa propria e a curarsi da soli, che li rende più inclini al sesso a rischio, che li rende ovviamente più inclini alla HIV , che li rende di conseguenza più inclini ad essere allontanati da tutti, e via discorrendo

questa teoria -basata sul nulla: non porta dati a supporto, ma SOLO le sue sensazioni/evidenze- è invece inaccettabile

 

 

La distanza che intercorre tra noi e le tendenze dominanti può essere la risorsa che può soccorrere alcuni di noi,  ma è anche la risorsa per sentirci adeguati e in cui trovarci a nostro agio, la nostra resilienza, la nostra empatia, i nostri spiccati talenti per  la moda, la danza e la musica

quindi, a sentì questo, i froci sò tutti fashion, danzerecci & popaproli

ma la banalità di questo gay clichè?

Edited by freedog
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