Rotwang Posted March 13, 2017 Share Posted March 13, 2017 (edited) Valentina Nappi con tacita accettazione del maschilismo più bieco non è nessuno e non denuncia nessuno, bensì si tratta di un’appropriazione comunicativa a scopi commerciali, un flame spacciato per una liberazione che di fatto non solo non avviene, ma non è neppure teorizzata attraverso alcun tipo di reale complessità, a parte le parole supercazzola e la bambinesca affermazione unilaterale dell’ego. È mero marketing, e pure dozzinale. Valentina Nappi è in ultima analisi l’espressione più avanzata del maschilismo italiano, quella cultura provinciale che vede nella parodia egotica dell’emancipazione rappresentata dalla pornostar che usa parole complicate un modello di donna interessante e non una ragazza impreparata che fa la gioia dei clickbaiter. Qui nessuno è un nazi-femminista convinto che ogni donna a cui piace molto fare sesso sia da criticare. Il problema piuttosto è chi, per il solo fatto di fare il/la pornostar, si senta l’alfiere di una nuova cultura della supercazzola filosofica (vaginale e non). Quel che è peggio del suo dare del represso sessuale a chiunque metta in questione il suo narcisismo come mezzo di scandalo fine a se stesso, è che la Nappi è arretrata proprio dove crede di essere avanguardista e il suo successo è la tremenda cartina tornasole della condizione femminile in Italia. Edited March 13, 2017 by Rotwang Quote Link to comment Share on other sites More sharing options...
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