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Maschio o femmina? Non-binario.


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Cosa ne pensate di questo video (ha anche i sottotitoli in inglese)?


 
In pratica l'individuo in questione ritiene di non essere né maschio né femmina e si identifica come "non-binario". Sostiene che non è il corpo a determinare il proprio genere, ma come ci si sente e che ci sono infiniti modi di sentirsi non-binari.
 
Il non-binario non si riconosce nel binarismo di genere uomo-donna sostenendo che ci siano molteplici altri generi. Ci si può identificare come bigender, trigender, pangender, agender, gender neutral, genderfluid, demigender e così via. Al momento sono state codificate 71 identità di genere differenti che sono in continuo aumento a quanto pare.
 
Parallelamente a ciò gli attivisti per i diritti dei transgender stanno lottando per l'introduzione di nuovi pronomi gender-neutral, potenzialmente infiniti come detto da loro stessi.
 
Pronouns101.jpg

Devo dire che tutto ciò mi lascia parecchio perplesso.
Quali sono le basi scientifiche di tutto ciò?
Nel caso della persona transessuale viene diagnosticato un disturbo dell'identità di genere che per essere risolto necessita di una transizione verso il genere opposto. Ma i generi appunto rimangono due: maschio e femmina.
In base a cosa domani mi sveglio e posso decidere arbitrariamente di sentirmi bigender, trigender, genderfluid o quel che mi pare? Perché dovrei essere assecondato nella pretesa di vedermi chiamato con pronomi inventati? In base a cosa sono agender (cioè privo di genere)? In base a cosa genderfluid (cioè che fluttuo in continuazione fra i diversi generi)?
 
A me sembra si tratti semplicemente di una moda presente nei paesi anglofoni (USA e Canada in particolare), anche perché altrove non se ne parla praticamente, tantomeno in Italia. E' un fenomeno anche ampiamente sbeffeggiato e su cui sono stati fatti meme su meme. Ad esempio:

ifi-had-a-terrible-presidential-candidat
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https://www.gay-forum.it/topic/34650-maschio-o-femmina-non-binario/
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Ti voglio bene mi ricordi così tanto me stesso

 

Domartina ti diranno, a ragione, che qui ne parlano i cattolici antiGender, mentre i gay si affannano a negare

Mentre in canada possono permettersi di portare avanti anche questo

 

Per come la vedo io man mano che aumentano i diritti e diminuiscono gli spazi di protesta certi individui border line che sanno vivere solo nella provocazione&contestazione sono spinti a rincantucciarsi in cose meno concrete e più isteriche e farlocche per conservare il loro modus vivendi

 

Sottolineamo peró che questa carica provocatoria a noi qui manca del tutto e non abbiamo neanche il coraggio di offrire una alternativa all'eterosessismo di stato

Il problema dei cattolici in Italia è che loro estendono il gender anche all'omosessualità e la transessualità. Quindi parlare in classe di Giovannino a cui piacciono i maschietti è propaganda gender così come di Stefano che diventa Stefania. Non penso che in nessun posto in Italia si sia mai parlato di nuovi generi non-binari. Alla fine però è vero che esiste una questione gender, anche se non in senso così esteso come la intendono loro.

 

Per come la vedo io man mano che aumentano i diritti e diminuiscono gli spazi di protesta

Allora questo fenomeno dovrebbe esistere anche in paesi come la Spagna e i Paesi Bassi, eppure lì mica se ne parla. Se ne parla invece molto negli USA dove di altri spazi di protesta ne esistono e non pochi, nonostante il riconoscimento del matrimonio egualitario a livello federale. E' un fenomeno presente praticamente solo nel mondo anglosassone, USA e Canada in primis. E' presente anche in Regno Unito e Australia, ma non al livello di USA e Canada. Edited by Uncanny

Non ne farei una questione di eccentricità, non si tratta di una provocazione. Chi rivendica queste istanze è tragicamente serio, arrivando a chiedere sanzioni per i professori universitari che si rifiutano di usare questi nuovi pronomi (era stato anche aperto qualche mese fa un thread a riguardo).

 

Secondo me il motivo per cui questo fenomeno è presente solo nei paesi anglosassoni è che in quei posti ha avuto molta diffusione e influenza il movimento queer con le sue teorie, di cui la questione gender attuale è stata una naturale conseguenza. Altrove il movimento queer, che nei paesi anglosassoni si è inserito nel femminismo di terza ondata, è rimasto circoscritto e poco diffuso, così come è rimasto poco diffuso lo stesso femminismo di terza ondata.

Edited by Uncanny
AndrejMolov89

Il problema dei cattolici in Italia è che loro estendono il gender anche all'omosessualità e la transessualità. Quindi parlare in classe di Giovannino a cui piacciono i maschietti è propaganda gender così come di Stefano che diventa Stefania. Non penso che in nessun posto in Italia si sia mai parlato di nuovi generi non-binari. Alla fine però è vero che esiste una questione gender, anche se non in senso così esteso come la intendono loro.

 

Allora questo fenomeno dovrebbe esistere anche in paesi come la Spagna e i Paesi Bassi, eppure lì mica se ne parla. Se ne parla invece molto negli USA dove di altri spazi di protesta ne esistono e non pochi, nonostante il riconoscimento del matrimonio egualitario a livello federale. E' un fenomeno presente praticamente solo nel mondo anglosassone, USA e Canada in primis. E' presente anche in Regno Unito e Australia, ma non al livello di USA e Canada.

In USA non hanno il concetto di classe sociale o di lotta di classe e riconducono tutto ad una mistica cultura e al razzismo. Quindi se le cause materiale della povertà perdono la loro valenza materiale, ne consegue che quella che rimane è solo quella razziale o sessuale. Quindi non mi stupisce che sia dai paesi anglofoni che escano queste troiate.

Saramandasama

In Giappone tra la comunità transgender è di moda un linguaggio chiamato "onee kotoba". È un misto di linguaggio maschile e di quello femminile. E marca un linguaggio di espressione di genere non binaria.

 

atashi ima karee kuttara geri da wa

 

Atashi:io (al femminile)

Kuttara:se mangio[detto prevalentemente da uomini], le donne direbbero taberu/tabetara.

Ima: adesso

Karee: riso al curry

Geri : diarrea

Da: copula(usata nel linguaggio colloquiale maschile. Nel linguaggio femminile colloquiale è omessa)

Wa: particella enfatica usata nel linguaggio femminile.

 

Ling. maschile: ore ima kare kuttara geri da!

 

Ling. femminile: atashi ima kare tabetara geri wa!

Edited by Salamandro
Nel caso della persona transessuale viene diagnosticato un disturbo dell'identità di genere che per essere risolto necessita di una transizione verso il genere opposto. Ma i generi appunto rimangono due: maschio e femmina.

 

Questa è una visione un po' arretrata

 

Oggi si tende a ritenere che per non patologizzare o stigmatizzare le persone

transgender sia preferibile circoscrivere il concetto di malattia a "disturbo d'ansia

derivante dalla deprivazione dell'espressione di genere" 

 

E si ritiene che possa essere direttamente desumibile dall' art 2 della Costituzione

italiana ( diritti della personalità ) il diritto a trattamenti sanitari gratuiti, senza necessariamente

doversi riferire al diritto alla salute ( art 32 C ) cosa che d'altronde non costituirebbe una

eccezione ( basti pensare all'assistenza fornita alle donne in gravidanza, che certo non

vengono considerate malate )

 

Al contempo - ovviamente - questo non implica affatto dover percorrere la strada di una

neutralizzazione radicale del linguaggio, anche perchè si andrebbe a cozzare direttamente

con la "questione femminile" ( cioè con tutti quei trattamenti privilegiati che la legge riconosce

alla donna in quanto "sesso debole", che negli USA non vengono più percepiti come socialmente

rilevanti ma qui da noi invece sì : vedi quote rosa, norme di favore azioni positive etc )

 

Noi assistiamo ad una reazione maschile, ma il conflitto vero sarebbe con le donne ( che

rivendicano un diritto alla valorizzazione della loro differenza )

 

Inoltre sotto il profilo sociale e culturale, si potrebbe approdare ad un costrutto identitario

"astratto" ( una uguaglianza astratta, che cancella le differenze e le sgancia dalla corporeità )

laddove ci si potrebbe limitare a sostenere che sia giustificato il superamento del binarismo di

genere, laddove questo costituisca una limitazione al godimento di diritti della persona umana

e non in generale e per tutti.

 

Ovviamente in culture molto diverse da quella occidentale, come il Giappone, dove esistono

problematiche che noi facciamo fatica ad inquadrare ( per certi versi loro hanno già un concetto

di genere astratto e codificato dal linguaggio -in forma ultra-binaria MA astratta ) si possono anche

ipotizzare scenari diversi ( io non ne sono capace però, perchè la cultura giapponese è un casino: è

un paese dove esistono "passivi" che non praticano sesso anale etc )

 

Questa sarebbe la risposta formulata in termini corretti, certo poco divertente ( ne convengo )

perchè non contiene offese per nessuno...

Saramandasama

In realtà per un non binario giapponese non ci sarebbero problemi già usando un linguaggio normale formale.

È comunque interessante la nascità dell'onee kotoba, perché ci dimostra che fenomeni di linguaggio legati all'espressione di genere possono emergere anche in lingue che potenzialmente potrebbero farne a meno.

 

 

 

Come diceva l'epistemologa nel video sopra, abbiamo un grande problema di alfabetizzazione argomentativa. Per un membro della comunità LGBT è ancora più grave!

 

 

È comunque interessante la nascità dell'onee kotoba, perché ci dimostra che fenomeni di linguaggio legati all'espressione di genere possono emergere anche in lingue che potenzialmente potrebbero farne a meno.

 

Sicuramente sì, potrebbe essere anche ipotizzato che sia la prova della

funzione egopoietica del linguaggio, che crea "identità" ( il problema è

che però essendo un gergo è utilizzato da persone diverse o in certi

contesti e non altri etc ci potrebbe essere quindi una funzione socializzante )

 

Però complichiamo di molto il discorso, anche perchè il mondo omosessuale

giapponese non è esattamente semplice in generale

Saramandasama

Ma sai, più che gergo l'onee kotoba potrebbe essere "definito" un vero e proprio creolo. Prende pezzi della lingua colloquiale maschile e della lingua colloquiale femminile e li fonde.

Nella lingua giapponese c'è una distinzione di utilizzo a seconda del contesto. C'è una divisione gerarchica tra uchi(casa) e soto(fuori). In uchi rientrano tutti i linguaggi colloquiali. Sicché tra tra l'onee kotoba e un linguaggio colloquiale femminile non c'è differenza, essendo utilizzati in ambienti familiari e con persone intime. Il contesto di utilizzo presenta le stesse caratteristiche.

La frase del curry che ho scritto sopra, in un linguaggio formale neutro "soto" sarebbe:

 

Ima, Watashi(watakushi)ha karee wo tabetara, geri desu.

 

Questa frase può essere detta da tutti, ed è più neutra dell' onee kotoba usato dalle persone transgender.

 

 

È vero, la situazione giapponese è evidentemente complessa, ma l'analfabetismo argomentativo di una parte della nostra comunità non ci pone in una situazione migliore..

 

 

È vero, la situazione giapponese è evidentemente complessa, ma l'analfabetismo argomentativo di una parte della nostra comunità non ci pone in una situazione migliore..

 

Non volevo dire che noi siamo migliori dei giapponesi, ma che

già facciamo fatica a discutere della nostra realtà, figuriamoci ad

inquadrare quella giapponese

 

Mi accontenterei di evitare di leggere cose che piacerebbero a Giovanardi

Saramandasama

No, in realtá nessuno ha detto questo, si parlava di rivendicazioni istituzionalizzate, che sono ben lontane dal linguaggio delle trans(tra l'altro, cosa c'é di piú binario di un/a trans)

Delle trans = persone MtoF

 

Nella parola transgender rientrano anche le persone che transitano nei due gender senza avere bisogno di transitare definitivamente in uno dei due..

 

 

 

Non capisco perché ti dia fastidio che alcune persone non binarie pretenderebbero un'istituzionalizzazione del loro linguaggio.

Se tua nonna nonostante fossi sposato con un uomo e avessi figli, ti chiedesse: " demò bello, tua moglie( riferendosi a tuo marito) come sta?", A te non scazzerebbe?

Se sui documenti di matrimonio di una coppia gay, uno dei due dovesse essere definito "la moglie", lo troveresti giusto?

Questo è quello che prova un non binario.

 

Non ci vuole molto ad alfabetizzarsi sull'argomento. C'è molto materiale anche in italiano.

 

@ Hinzelmann se parlo di lingua e linguistica giapponese è perché la conosco...

Edited by Salamandro
@ Hinzelmann se parlo di lingua e linguistica giapponese è perché la conosco...

 

Beh, a me fa piacere ricevere informazioni su cose che

conosco poco o meno di altri, se tu aprissi un topic a parte

lo leggerei molto volentieri ( non so quanti siano in grado di

risponderti, ma certamente sarebbe interessante anche solo

da leggere )

 

Sarebbe interessante anche approfondire gli effetti dell'uso del

linguaggio sull'identità delle persone che lo adottano etc

 

E ( presumo ) le ragioni di coloro che decidono di non adottarlo

perchè sicuramente esisteranno - faccio per dire - dei @Demò

giapponesi anche infastiditi ed anche da questo fenomeno

 

Poi è una cosa così lontana da noi, che potrebbe in teoria suscitare

curiosità etc

 

Però non so, la vedo dura

comunque alla tipa del video io non avrei chiesto nulla.

Intanto non è nè boy nè girl, nonostante tutto quel fondotinta l'adolescenza sua è finita da un pezzo

 

poi, anche se ha i capelli corti e si veste come un ragazzino anni '90, è palesemente una donna

 

la verità è che le sfuriate non binarie le fa contro quelle persone gentili che non capiscono se è lesbica o FtM in transizione e vogliono capire come rivolgersi per rispettare la sua identità

  • 1 month later...

Emergono anche casi di "transraciality", persone di un'etnia che si identificano in un'altra e per questo assumono i suoi caratteri attraverso operazioni di chirurgia estetica.

 

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Esistono poi anche persone che si identificano in parte o interamente come non-umane: possono identificarsi in draghi, lupi, capre, ma anche in alieni, fate, etc.

Si chiamano "otherkin" e non si tratta di un culto di carattere religioso, ma come loro dicono di una condizione congenita o di uno stato metafisico dell'essere. Non è un gioco di ruolo, si sentono proprio così.

 

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È anche recente la notizia di Vinny Ohh, tizio che ha fatto 110 interventi e speso una fortuna per sembrare un alieno.

"L’immagine complessiva che voglio avere è quella di un alieno. Voglio essere un ibrido, non maschio o femmina. Ho voluto essere senza sesso e senza genere da quando avevo 17 anni".

http://www.tgcom24.mediaset.it/magazine/vinny-ohh-110-interventi-e-50mila-dollari-per-essere-un-alieno_3059968-201702a.shtml

 

 

 

Se persone che dicono di essere ad esempio genderfluid (cioè oscillano fra i generi, certi giorni sono maschi, altri femmine e altri ancora neutri o altri) senza alcuna base scientifica vengono prese da alcuni seriamente al punto da presentare disegni di legge che istituzionalizzino questi nuovi generi in nome di un'autodeterminazione assoluta, perché non dovrebbero essere presi seriamente anche questi altri individui che sostengono di essere di altre etnie e di essere animali o non umani? Di fondo non c'è nessuna differenza sul piano concettuale: io posso essere quello che voglio perché così mi sento e pretendere che gli altri mi riconoscano come tale e che questo mio essere venga istituzionalizzato (ad esempio per carte d'identità, etc.), nonostante non esista alcuna base scientifica riguardo tutto ciò.

Edited by Uncanny
  • 1 year later...

Questo è un tema su cui ho avuto degli attriti con amici LGBT.

Allora, il punto è semplice: genere e sesso non sono intercambiabili, non sono legati a filo doppio, non sono sinonimi. Ok, fin qui chiunque non sia un integralista cattolico è d'accordo.

Però altra cosa è dire che sesso e genere sono completamente slegati, due entità del tutto indipendenti, pere ed arance. Questo non è culturalmente, storicamente, linguisticamente e nemmeno biologicamente sostenibile; il genere (ovviamente quando riferito alle persone) è sostanzialmente una codifica culturale del sesso biologico, il concetto di genere si richiama inesorabilmente al sesso biologico, viene da lì, anche se gode di una certa sua indipendenza.

Ora, il sesso biologico è sicuramente binario. Non si scappa da questo. Certo, come tutti i tratti biologici, conosce alcune sfumature (intersessualità, ermafroditismo), ma essenzialmente resta un tratto biologico binario: sei maschio o sei femmina, biologicamente. Il genere, che è un concetto costruito a posteriori della biologia, deve però per forza basarsi su questo binarismo. L'identità di genere si troverà sempre in un punto che si situa nello spettro che va dal maschile al femminile.

Certo, volendo si potrebbe ridefinire il concetto di genere separandolo INTERAMENTE dal sesso biologico, ovvero rimuovendo da esso qualsiasi richiamo, anche alla lontana. Ma scusate, a quel punto che senso avrebbe usarlo ancora come concetto? Sarebbe più sensato abolire il concetto di genere e di identità di genere, piuttosto che snaturarlo a tal punto che non si può neanche più sapere che significhi; maschile e femminile sono entità biologiche essenziali, non puoi parlare di maschile e femminile senza farvi riferimento in alcuna maniera. Io quando uno mi dice che è non binario, veramente, non riesco a capire che intenda dire: che ha dei tratti che sono culturalmente considerati femminili, e anche dei tratti culturalmente considerati maschili? Sai che sorpresa, pure io ce li ho; tutti al mondo hanno tratti maschili insieme a tratti femminili, sarebbe assurdo il contrario. Il problema dell'identità di genere è una questione più radicale, così radicale che la disforia di genere richiede di solito trattamenti medici, perché riguarda delle problematiche di identificazione col proprio corpo. Che tu sia un maschio biologico che a volte ama mettere la gonna.. che tu sia una femmina biologica che ama i capelli corti... non vedo come questo possa essere considerato uno scardinamento del binarismo di genere. Se il genere si riduce a come ti vesti, è un concetto così superficiale e vano che possiamo rinunciarvi.

E per inciso, mi andrebbe anche bene decostruire del tutto il concetto di genere lasciando intatto solo il sesso biologico. Solo che non so se poi piacerebbe a chi è veramente transgender, perché a quel punto l'identificazione biologica diventerebbe dominante e ti toccherebbe per sempre essere denotato/a sulla base dei genitali con cui sei nato.

In ogni caso, la moltiplicazione infinita dei generi possibili al di là del maschile e del femminile è una via che, al suo limite, porta inevitabilmente alla scomparsa del concetto di genere che ne è alla base, che si estingue per manifesta inutilità. Se ci sono cinquecento generi diversi, allora vuol dire che la stessa suddivisione in generi non serve, così come riconoscere che possono esistere infinite "razze" umane prelude necessariamente a riconoscere che il concetto di razza umana è inutile o fallace.

Mi pare questa, però, la suddivisione infinita, una via incredibilmente contorta per arrivare a quel risultato. Un modo di fare molto americano peraltro... se guardiamo proprio l'analogia della razza, ecco, gli americani sono ossessionati dalla classificazione in razze. E come risolvono loro questa ossessione? Forse riconoscendo che le razze non esistono, che sono solo raggruppamenti arbitrari, e quindi abbandonandone il concetto?
Sia mai! No! Moltiplicano infintamente le razze! E così in USA non sei solo nero, bianco, asiatico. Sei giappocinonero naturalizzato americano, mulattobalcanico con Venere in prima casa, afroitaloamericano ebreo con ascendente brasiliano...

Se ci muoviamo su questa strada ci accorgeremo rapidamente che ci sono sette miliardi di razze umane diverse su questo pianeta, al che si spera che prima o poi la finiremo di parlare di razze. Dovrebbe succedere lo stesso anche al genere, prima o poi, ma siccome io sono una persona pragmatica, suggerisco di utilizzare un metodo meno contorto per arrivarci, e se proprio dobbiamo distruggere il concetto di genere facciamolo in un colpo solo, secondo logica. 

Edited by FreakyFred
15 minutes ago, FreakyFred said:

Questo è un tema su cui ho avuto degli attriti con amici LGBT.

Allora, il punto è semplice: genere e sesso non sono intercambiabili, non sono legati a filo doppio, non sono sinonimi. Ok, fin qui chiunque non sia un integralista cattolico è d'accordo.

Però altra cosa è dire che sesso e genere sono completamente slegati, due entità del tutto indipendenti, pere ed arance. Questo non è culturalmente, storicamente, linguisticamente e nemmeno biologicamente sostenibile; il genere (ovviamente quando riferito alle persone) è sostanzialmente una codifica culturale del sesso biologico, il concetto di genere si richiama inesorabilmente al sesso biologico, viene da lì, anche se gode di una certa sua indipendenza.

Ora, il sesso biologico è sicuramente binario. Non si scappa da questo. Certo, come tutti i tratti biologici, conosce alcune sfumature (intersessualità, ermafroditismo), ma essenzialmente resta un tratto biologico binario: sei maschio o sei femmina, biologicamente. Il genere, che è un concetto costruito a posteriori della biologia, deve però per forza basarsi su questo binarismo. L'identità di genere si troverà sempre in un punto che si situa nello spettro che va dal maschile al femminile.

Certo, volendo si potrebbe ridefinire il concetto di genere separandolo INTERAMENTE dal sesso biologico, ovvero rimuovendo da esso qualsiasi richiamo, anche alla lontana. Ma scusate, a quel punto che senso avrebbe usarlo ancora come concetto? Sarebbe più sensato abolire il concetto di genere e di identità di genere, piuttosto che snaturarlo a tal punto che non si può neanche più sapere che significhi; maschile e femminile sono entità biologiche essenziali, non puoi parlare di maschile e femminile senza farvi riferimento in alcuna maniera. Io quando uno mi dice che è non binario, veramente, non riesco a capire che intenda dire: che ha dei tratti che sono culturalmente considerati femminili, e anche dei tratti culturalmente considerati maschili? Sai che sorpresa, pure io ce li ho; tutti al mondo hanno tratti maschili insieme a tratti femminili, sarebbe assurdo il contrario. Il problema dell'identità di genere è una questione più radicale, così radicale che la disforia di genere richiede di solito trattamenti medici, perché riguarda delle problematiche di identificazione col proprio corpo. Che tu sia un maschio biologico che a volte ama mettere la gonna.. che tu sia una femmina biologica che ama i capelli corti... non vedo come questo possa essere considerato uno scardinamento del binarismo di genere. Se il genere si riduce a come ti vesti, è un concetto così superficiale e vano che possiamo rinunciarvi.

E per inciso, mi andrebbe anche bene decostruire del tutto il concetto di genere lasciando intatto solo il sesso biologico. Solo che non so se poi piacerebbe a chi è veramente transgender, perché a quel punto l'identificazione biologica diventerebbe dominante e ti toccherebbe per sempre essere denotato/a sulla base dei genitali con cui sei nato.

In ogni caso, la moltiplicazione infinita dei generi possibili al di là del maschile e del femminile è una via che, al suo limite, porta inevitabilmente alla scomparsa del concetto di genere che ne è alla base, che si estingue per manifesta inutilità. Se ci sono cinquecento generi diversi, allora vuol dire che la stessa suddivisione in generi non serve, così come riconoscere che possono esistere infinite "razze" umane prelude necessariamente a riconoscere che il concetto di razza umana è inutile o fallace.

Mi pare questa, però, la suddivisione infinita, una via incredibilmente contorta per arrivare a quel risultato. Un modo di fare molto americano peraltro... se guardiamo proprio l'analogia della razza, ecco, gli americani sono ossessionati dalla classificazione in razze. E come risolvono loro questa ossessione? Forse riconoscendo che le razze non esistono, che sono solo raggruppamenti arbitrari, e quindi abbandonandone il concetto?
Sia mai! No! Moltiplicano infintamente le razze! E così in USA non sei solo nero, bianco, asiatico. Sei giappocinonero naturalizzato americano, mulattobalcanico con Venere in prima casa, afroitaloamericano ebreo con ascendente brasiliano...

Se ci muoviamo su questa strada ci accorgeremo rapidamente che ci sono sette miliardi di razze umane diverse su questo pianeta, al che si spera che prima o poi la finiremo di parlare di razze. Dovrebbe succedere lo stesso anche al genere, prima o poi, ma siccome io sono una persona pragmatica, suggerisco di utilizzare un metodo meno contorto per arrivarci, e se proprio dobbiamo distruggere il concetto di genere facciamolo in un colpo solo, secondo logica. 

Quoto in ogni parola.

  • 1 year later...

In tutti questi anni alla fine sono giunto ad una conclusione sulla questione, che è talmente confusionaria da essere stata difficile da decifrare

Il non binarismo non esiste e i generi sono e rimangono due, cioè uomo e donna. Ciò detto, due delle condizioni definite impropriamente come "non binarie" possono sussistere e sono definite da disforie di genere di diversa natura

Queste condizioni sono l'agender e il genderfluid. L'agender in pratica ha una disforia bidirezionale che porta al rigetto sia del proprio corpo sia di quello del sesso opposto, per cui si riconosce in una sorta di neutro androgino. Il genderfluid ha una disforia intermittente, che lo porta a seconda del periodo all'accettazione o al rigetto del proprio corpo, per cui a seconda del periodo si riconosce nel genere femminile o in quello maschile 

I generi rimangono due e soltanto due: l'agender è privo di genere (non è quindi un genere terzo) mentre il genderfluid si muove da una parte all'altra del binario 

Ciò che deve essere chiaro è che sono condizioni determinate da disforia, cioè dal rapporto con il proprio corpo. La confusione sulla questione deriva dal fatto che la stragrande maggioranza di chi si considera "non binario" lo fa per moda come forma di rifiuto degli stereotipi di genere, un approccio poi problematico e sessista visto che implica che esistano un preciso modello di uomo e un preciso modello di donna, quelli da stereotipo, e chiunque se ne allontani non sia più uomo o donna ma "qualcosa nel mezzo"

Quindi in sintesi le casistiche sono: uomo e donna non disforici, trans MtF e FtM con disforia come solitamente intesa, agender con disforia bidirezionale e genderfluid con disforia intermittente. Forse potrebbe ancora avere senso il bigender nel momento in cui si ha una sorta di disforia a bassa intensità che porta a rigettare il proprio corpo solo in parte e quindi a sentirsi uomo e donna insieme, anche se non ne sono così sicuro. Il resto è fuffa

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