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il gayo mondo visto dalla Aspesi


freedog

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Interessante l'intervista a donna Natalia uscita oggi su Repubblica.

Interessante perchè descrive l'evoluzione sociale che abbiamo avuto negli ultimi decenni

buona lettura

http://www.repubblica.it/cultura/2017/04/04/news/natalia_aspesi_i_gay_non_mi_scrivono_piu_sono_finalmente_liberi_-162129628/?ref=RHPPBT-BH-I0-C4-P5-S1.4-T1 

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Non e' un difetto ma non e' obiettiva quando parla.

 

Almeno vi consiglia di scappare dall'italia e questo lo dice obiettivamente.

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Non e' un difetto ma non e' obiettiva quando parla.

 

Almeno vi consiglia di scappare dall'italia e questo lo dice obiettivamente.

 

ha detto che se fosse giovane andrebbe ad aprire un negozio di formaggi a Los Angeles

cosa ci mettete nel fieno delle vostre vacche in sivzzera, che poi bevete il latte e dite stronzate così

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interessante, anche se il punto di vista è arretrato di almeno 20 o 30 anni (ma è una donna intelligente e non ha la pretesa di interpretare il presente)

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No demo'. Ha detto che se fosse giovane vorrebbe andare via dall'italia aggiungendo poi la storia del formaggio come esempio di cosa fare fuori dall'italia.

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Ha 88 anni, si capisce che il suo collegamento

con l'attualità è dato dalle lettere ricevute nel

corso degli anni e -come dici tu @Conrad65 -

ha l'intelligenza di dubitare, non potendo più

avere una conoscenza diretta della realtà.

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A me pare una visione totalmente infiocchettata della realtà.

Specialmente tutta la solfa sulla coppia uomo-uomo che anche quando si lasciano si capiscono meglio (non ha citato le lesbiche perché le conosce di meno, je farei vede quanto se capiscono le lesbiche fra di loro :asd:), od hanno le stesse esigenze o capiscono il tradimento o si tradiscono fra loro.

Sinceramente di amici gay che hanno capito tradimenti subiti non ne ho manco mezzo :asd:

 

Quindi fa piacere avere una persona dalla propria parte, ma non tutte le fregnacce che vengono dette devono essere accettate.

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privateuniverse

Non e' un difetto ma non e' obiettiva quando parla.

 

Parla di qualcosa che non conosce per esperienza diretta.

 

Un'intervista piuttosto noiosa.

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davydenkovic90
Non e' un difetto ma non e' obiettiva quando parla.

& altri.

Be', la Aspesi è uno di quei personaggi iperbolici e dissacranti. Non va presa alla lettera, ma dice degli sprazzi di verità attraverso delle esasperazioni provocatorie di un concetto cercando di essere "più avanti" rispetto all'uditorio anche a costo di dire cose impopolari.

A me piace e piace ciò che dice, lo trovo molto interessante.

Edited by davydenkovic90
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Per gli omosessuali sposati è meglio scrivere 'marito' o 'coniuge'?
"Quando Elton John dice 'mio marito' mi stranisco. Vorrei dirgli: 'Ma tu non sei sua moglie, siete due consorti', che secondo me è la parola italiana più giusta, cioè due persone che dividono la vita, la sorte. Insomma il marito presuppone la moglie, che mette il grembiulino e fa i mestieri. Nella coppia gay ci sono invece due maschi che si amano".

 

M'è venuto il medesimo pensiero quando ho letto alcuni giorni fa del premier lussemburghese che ha presentato il compagno a Mattarella dicendo, in italiano, questi è "mio marito":

abbiamo "coniuge", che implica il  giogo comune, "consorte", che implica la sorte comune, ed anche "compagno" che implica il pane comune.

 

Marito implica moglie, che è femminile:

e poi ci meravigliamo che alcuni etero domandino chi dei due faccia la donna?

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Che seghe mentali ti fai mario? Xd

Se uno vuole definirsi marito senza implicazione di moglie, liberissimo di farlo.

 

Non credo che se ti definisci compagno, gli ignoranti omofobi smetteranno di chiedersi chi fa la donna.

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@Faby91

 

Non è solo una questione d'ignoranza omofoba, ma anche d'implicazione concettuale dipendente per forza di cose dal significato delle parole usate.

Certo, anche le parole possono cambiare significato e quindi marito potrebbe assumere semplicemente quello di consorte o di coniuge o di compagno, secondo un uso figurato non certo recente, dato che già i Latini parlavano di maritare l'olmo con la vite e si noti che olmo in latino era sostantivo femminile, ma si trattava di similitudini poetiche.

Oggi il marito implica la moglie e la moglie è una donna.

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davydenkovic90
Marito implica moglie, che è femminile: e poi ci meravigliamo che alcuni etero domandino chi dei due faccia la donna?

Ma che cavolata, marito non implica moglie, semmai implica che c'è stato un matrimonio, matrimonio egualitario, che in italia non c'è.

 

Io ho uno zio divorziato (circa nel 2009) che ha una nuova compagna dal 2010-11 circa, si sposeranno a Maggio di quest'anno ma già da anni non hanno problemi nel definirsi "marito" e "moglie", pur non essendolo effettivamente  (creando anche confusioni in alcuni amici e conoscenti di famiglia durante le occasioni ufficiali, perché tutti ricordano la prima moglie e non c'è ancora stato il matrimonio) perché "compagno" o "partner o altro è un concetto troppo debole o vago, effettivamente, per loro.

Dovrebbe farsi problemi un gay che si sente "marito" di un altro e che la possibilità di sposarsi non ce l'ha per legge in nessun caso?

Consorte è un termine desueto e fa un po' ridere, partner è freddo, compagno si usa in un sacco di altre situazioni. Ma che problemi hai nel dire marito?

La Aspesi è provocatrice e lo dice probabilmente per far ridere... io le risponderei che anche in una coppia di uomini, a un certo punto, c'è qualcuno che si mette il grembiulino e fa i mestieri, per forza di cose, perché si dà il caso che anche due uomini che si amano abbiano il desiderio di convivere sotto lo stesso tetto, condividere pranzi e cene e colazioni.

Quello che si dovrebbe spiegare agli etero che non per forza è il più effemminato nella coppia (ammesso che ci sia), esattamente come può accadere che, fra due donne, quella più mascolina stia in cucina a preparare il sugo per la pasta e quella più femminile vada a pagare le bollette.

Bisognerebbe chiedersi di certe coppie etero chi è l'uomo e chi la donna nella coppia, chi la moglie e chi il marito, chi il padre e chi la madre.

Edited by davydenkovic90
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abbiamo "coniuge", che implica il giogo comune, "consorte", che implica la sorte comune, ed anche "compagno" che implica il pane comune

 

sono d'accordo: l'uso del termine "marito" nel caso della omocoppia è pessimo italiano, imho

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davydenkovic90
sono d'accordo: l'uso del termine "marito" nel caso della omocoppia è pessimo italiano, imho

 e perchè?

Guarda che Mario non ne sta facendo una questione di italiano, ma di matematica. Per lui marito implica moglie.

Ma è una cazzata come dire che Uomo implica donna o come dire che il contrario del latte è il caffè. xD 

 

La Aspesi fa un discorso più complesso e un po' ironico, non ne fa una questione di buon italiano o di formalismi (anche se prtrebbe sembrare)...ma se dovessimo prendere alla lettera e sul serio ciò che dice, che la moglie è quella che si mette il grembiulino e fa i mestieri sarebbe già una grandissima cazzata.

 

Allude semplicemente al fatto che le coppie gay non dovrebbero scimmiottare quelle etero, ma "marito" ha un significato ben preciso e aggiuntivo rispetto a "compagno" o altri termini. Forse l'unico sarebbe "consorte" ma effettivamente è un po' desueto come termine.

Ripeto, "marito" presuppone che ci sia stato un matrimonio e che non si tratta di un unione di fatto ma di qualcosa di più serio e riconosciuto dalla legge

Edited by davydenkovic90
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Beh, un uomo diventa marito quando si sposa con una donna, che ne diverrà la moglie. Il matrimonio è il rito e l'atto che ne sancisce pubblicamente il passaggio di status. Non è sbagliato, nella storia del termine, dire che marito implica moglie. E' una questione puramente etimologica, in quanto il marito è l'uomo ammogliato.

 

Chiaro che questo è legato all'esistenza di un unico tipo di matrimonio - quello eterosessuale. Quando però esso è esteso anche alle coppie gay, di pari passo e per forza di cose, ''marito'' può assuemere un significato più ampio e implicare, dunque, un coniuge di sesso maschile come controparte. In modo analogo accadrà con il termine ''moglie'' per le coppie lesbiche.

 

Detto ciò, in Italia, essendo vigenti solo le unioni civili, effettivamente avrebbe più senso utilizzare un altro termine... ma mi pare che nella legge non compaia nessun nome specifico da dare ai contraenti (o almeno così ero rimasto, non ho seguito la vicenda dopo la scorsa estate), quindi si potrebbe far da sé, lol.

Edited by Layer
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Volevo citare gesù ma la frase era un po' troppo forte, mi limiteró a dire che il termine marito ha giustamente già vinto, seppellendo le titubanze lessicali

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davydenkovic90
Detto ciò, in Italia, essendo vigenti solo le unioni civili, effettivamente avrebbe più senso utilizzare un altro termine... ma mi pare che nella legge non compaia nessun nome specifico da dare ai contraenti (o almeno così ero rimasto, non ho seguito la vicenda dopo la scorsa estate), quindi si potrebbe far da sé, lol.

 

Le unioni civili sono già considerate, da gran parte della società, dei "matrimoni" civili a tutti gli effetti, saranno celebrate come tali, anche se sono chiamate diversamente e differiscono in alcuni punti, tutti diranno che "si sposano", chiameranno marito o moglie il/a proprio/a compagno/a della stesso sesso.

Marito non implica la presenza di una moglie, come matrimonio non implica la presenza di una moglie e di un marito. Questi termini hanno già significati più ampi dacché è stato introdotto il marimonio egualitario.

Ci sono varie parole che hanno acquisito significato o significati diversi rispetto all'etimo, le strutture nel tempo vengono reinterpretate e la parola deve servire la realtà che va a descrivere, non il contrario. Non è la realtà a doversi adeguare alla sacralità di un termine e del suo etimo.

Tanto più che creare un nuovo termine vorrebbe dire - implicitamente - fare una differenza tra unioni omo e unioni etero, che è proprio quello che non si vuole fare.

Edited by davydenkovic90
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davydenkovic90
E' quello che ho detto.

Veramente hai detto che:

 

 

Beh, un uomo diventa marito quando si sposa con una donna, che ne diverrà la moglie. Il matrimonio è il rito e l'atto che ne sancisce pubblicamente il passaggio di status. Non è sbagliato, nella storia del termine, dire che marito implica moglie. E' una questione puramente etimologica, in quanto il marito è l'uomo ammogliato.

In America un uomo diventa marito (husband) anche quando si sposa con un uomo. Quindi è comunque sbagliato dire che marito implica moglie.

La definizione di un termine nasce in relazione al contesto culturale.

Nel 2017 dire che marito implica moglie è davvero come dire che il contrario del latte è il caffè.

E non parliamo di voler difendere la purezza della lingua dizionario etimologico alla mano, ci sono un sacco di parole italiane di significato diverso rispetto all'etimo per le quali nessun omofobo cattolico si preoccupa di trovare sostituti più consoni.  Per fare un esempio "cattivo" che in latino significa, ovviamente "prigioniero" (captivus) e che ha assunto il significato che ha oggi nel Medioevo.

 

 

Tra l'altro sta cosa mi ha ricordato che, anni fa, pescai un olandese su Romeo che mi disse "sono sposato"

io, dato il termine e dato che vivo in uno stato dove due omosessuali non possono sposarsi, subito feci la deduzione più ovvia, e cioè che ci fosse una donna di mezzo. Lui mi smentì dicendomi "be', in Olanda ti sposi con chi vuoi" :D  (ovviamente era sposato con un uomo).

Edited by davydenkovic90
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Ilromantico

Certo che in sto forun c'è gente più chiusa di mente degli omofobi. Il significato delle parole si evolve, non mi pare una cosa molto intelligente di cui discutere sinceramente. O qualcuno vuole dare ragione alle battaglie ridicole che fecero i conservatori spagnoli facendo leva sull'etimologia della parola 'matrimonio'? Ma chissene dell'origine della parola...che stronzate strumentali!

Consorte è ridicolo(sa di 800), compagno sa di 'poco impegnativo' o da divorziato col nuovo compagno. La parola marito è insostituibile e la più corretta, STOP alle discussioni retrograde e sterili.

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davydenkovic90

 

 

Certo che in sto forun c'è gente più chiusa di mente degli omofobi. Il significato delle parole si evolve, non mi pare una cosa molto intelligente di cui discutere sinceramente. O qualcuno vuole dare ragione alle battaglie ridicole che fecero i conservatori spagnoli facendo leva sull'etimologia della parola 'matrimonio'? Ma chissene dell'origine della parola...che stronzate strumentali! Consorte è ridicolo(sa di 800), compagno sa di 'poco impegnativo' o da divorziato col nuovo compagno. La parola marito è insostituibile e la più corretta, STOP alle discussioni retrograde e sterili.

Oh, per una volta sono d'accordo con te, e sottoscrivo ogni parola. 

(Però non sono d'accordo sulle scarpe di vernice, i servizi fotografici in pose sognanti, le damigelle d'onore racchie e le torte a piani. Questo MAI.)

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La parola marito è insostituibile e la più corretta, STOP alle discussioni retrograde e sterili.

Qualche anno fa tu mi dissi che il mio non e' un marito perche' non siamo sposati ma uniti civilmente e per questo non dovevo usare a sproposito la parola marito.

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Consorte è ridicolo(sa di 800)

 

Suppongo tu parli dell'800 avanti Cristo, dato che consors era già parola latina, ma nell'800 il latino non s'era ancora formato, quindi sbagli di circa tre secoli ;-)

Comunque consorte significa che si condivide con qualcuno la medesima sorte, che è appunto la concezione tradizionale della coppia unita in matrimonio, tant'è vero che, per rimanere alle nostre radici, le spose romane promettevano: "ubi tu Gaius, ego Gaia", che non significava "dove tu sarai gay, io sarò lesbica" ;-)

 

 

 

 

mi pare che nella legge non compaia nessun nome specifico da dare ai contraenti (o almeno così ero rimasto, non ho seguito la vicenda dopo la scorsa estate), quindi si potrebbe far da sé

 

Considerato che la legge parla di "unioni civili", si potrebbe parlare di "unito civilmente" ovvero "unito" senz'altro o meglio, ad evitare ambiguità, di "uniato", dato che gli Uniati non sono molto noti fuori dell'Ucraina ed delle adiacenze ;-)

 

 

 

 

Chiaro che questo è legato all'esistenza di un unico tipo di matrimonio - quello eterosessuale.

 

Sì ed infatti avrei da ridire anche sul termine di matrimonio, considerato il suo rimando alla madre e quindi necessariamente ad una coppia eterosessuale:

mi domando se non stiamo esagerando nell'imitazione della coppia eterosessuale, anche se la scusa (in senso proprio, non nel senso di pretesto) è la parità de iure.

 

Mi sembra quasi che ci sia una "mano invisibile" che ci spinga all'imitazione pedissequa con il fine di assimilarci, riducendo la nostra coppia omoerotica ad una variante sbilenca di quella eteroerotica sia nella sfera privata sia in quella pubblica, tant'è vero che la figliazione adottiva o naturale diviene per molti un traguardo ineludibile ed imprescindibile.

 

D'altronde, se questa è la meta cui molti tendono, auguri e figli maschi (o femmine, se preferiscono).

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davydenkovic90

variante sbilenca

 

Mah, sarai tu una variante sbilenca di te stesso, ormai, date le cose che vieni a scrivere qua sopra.

 

"unito"

 

Io preferirei "intersecato".

E poi attento, non sei stato sufficientemente puntiglioso nella tua analisi:

 

avrei da ridire anche sul termine di matrimonio, considerato il suo rimando alla madre e quindi necessariamente ad una coppia eterosessuale

 

 

Se c'è un rimando alla madre, non basterà nemmeno che ci sia la coppia eterosessuale, ci dovranno per forza e soprattutto essere dei figli, affinché il termine sia appropriato. Il che non avviene per tutti i matrimoni etero, e invece avviene per alcuni matrimoni omo, pensa un po'.

Il matrimonio non serve solo se ci sono i figli, comunque, ma tutela anche i coniugi, quindi ha pienamente senso che sia esteso anche a coppie omo.

Io scommetto che nessuno (o quasi) in Spagna o in Canada si è mai messo lì a preoccuparsi che concedere il matrimonio ai gay fosse un tentativo di omologarli da parte di poteri invisibili o a farne una questione di puntiglio etimologico. Semplicemente, un certo numero di cittadini chiede un diritto per regolamentare delle situazioni che di fatto già esistono nella società (diritto che non riguarda il 100% della popolazione, quindi, gli etero non c'entrerebbero nulla, teoricamente... e in più quei gay che non vogliono sposarsi né adottare bambini sono liberi di non farlo, esattamente come gli etero... non capisco dov'è che 

la figliazione adottiva o naturale diviene per molti un traguardo ineludibile ed imprescindibile.

)

 

e questo diritto  viene democraticamente concesso. Le questioni alla Adinolfi sull'etimo della parola, su Adamo ed Eva, su come vanno chiamate le unioni, ecc. sono piuttosto inutili e in molti casi (non sto parlando di Layer né della Aspesi) il becero tentativo da parte di esponenti cattolici di rigurgitare facilmente un qualche concetto omofobo. 

Due uomini che formano una coppia, si vogliono bene, vivono sotto lo stesso tetto, fanno progetti comuni... be', non sono certo due marziani o una specie nuova a cui bisogna trovare un nome ad hoc.

Edited by davydenkovic90
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Capricorno57

grazie a @@freedog, per la condivisione della lucida intervista della Aspesi. 

Aggiungo che, nella realtà diversa dall'oratorio o dai giardinetti con l'altalena, il termine marito riferito al mio compagno farebbe leggermente ridere i polli, e a me piace essere preso sul serio quando parlo di lui o sono con lui in pubblico...

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e a me piace essere preso sul serio quando parlo di lui o sono con lui in pubblico...

 

Quindi lo chiami?

 

Compagno, consorte, congiunto...

 

Quale termine usi per essere preso sul serio

ed al contempo colloquiale

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