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Non voglio più vivere a Londra, sono da solo


Tonio

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@@marco7, appunto, ma il problema è che è Londra che è fuori dalla grazia degli dei in quanto a prezzi, non l'Uk.

 

Tanto per dirtene una, è stato calcolato che il national minimum wage che viene via via aumentato e che dovrebbe garantire quanto ad ora un lavoratore dovrebbe guadagnare per campare dignitosamente, è stato calcolato che nel caso particolare di Londra stessa dovrebbe essere MOLTO più alto.

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privateuniverse

Caro Tonio, io ho avuto le tue stesse difficoltà quando mi trasferii a Roma. Guadagnavo bene ma non potevo godermi la città, a causa degli orari pesanti, dei tempi morti per gli spostamenti, dello stress e del costo della vita. Tempo per coltivare le proprie amicizie non ce n'era e chi era di Roma faceva la propria vita.

Le grandi città offrono tante opportunità ma bisogna guadagnare bene per poterne approfittare, altrimenti è una vita da schifo. Se, pur guadagnando bene, tutto quel che puoi permetterti è una stamberga in una zona comunque lontana dal centro, cosicché per andare e venire dal lavoro ti devi massacrare di fatica al punto da non aver più energie per andare al cinema, a un concerto o a bersi qualcosa la sera (ammesso che si abbia qualcuno con cui farlo e che restino abbastanza soldi per poterselo permettere al netto di spese per l'affitto e per i trasporti), tanto vale guadagnare meno e vivere meglio. Il vero reddito disponibile non è quel che guadagni, ma il netto che ti rimane in tasca dopo aver soddisfatto i bisogni essenziali (alloggio, vitto, trasporti).

 

Circa la mancanza di amicizie, per la mia (limitata, ma neanche tanto) esperienza personale, gli inglesi sono, al mondo, fra le persone meno socievoli e con cui è più difficile stringere rapporti. Mantengono sempre una certa distanza, elevatissima per i nostri standard (e per gli standard un po' di tutti), e sono molto peggio persino dei tedeschi (altra nazionalità di vere pigne nel c***), il che è tutto dire. Aggiungici che, in generale, fare nuove amicizie in un ambiente nel quale ci si trapianta brutalmente non è facile. Gli amici di solito sono vicini, compagni di scuola, colleghi di lavoro o persone con cui si condividono interessi specifici, se se ne hanno (politica, religione, sport o altro). Se non hai interessi del genere o è troppo difficile coltivarli perché non si hanno il tempo e/o il denaro sufficienti/necessari è un po' difficile trovarne per strada.

La soluzione che ti è stata prospettata dal tuo compagno, trasferirti a Norwich, sarebbe probabilmente eccellente. A parte che Norwich è una città bellissima, la qualità della vita sarebbe sicuramente superiore perché non è né grande né piccola, e per di più è a solo un'ora e mezza da Londra. Fareste orari più umani, avreste più tempo libero, più energie per godervelo e Londra è comunque a due passi, se proprio voleste andarci per un motivo speciale.

Tornare in Italia non te lo consiglio: comunque c'è sempre tempo. E' meglio lavorare su come migliorare gli aspetti che non vanno che prendere d'impulso una decisione di cui potresti pentirti e che potrebbe essere irreversibile. Non conosco casi di persone che, una volta ritornate "a casa", dall'estero o da un'altra parte d'Italia, siano state capaci di fare marcia indietro. Ti suggerirei di tener duro e di concederti un altro po' di tempo, quanto meno per capire se quel che detesti è Londra o, più in generale, la Gran Bretagna o la vita all'estero: le decisioni prese sull'onda di uno sconforto momentaneo sono spesso sbagliate. Io, per esempio, non sono pentito di aver lasciato Roma (una città che detestavo, che continuo a detestare sotto tutti gli aspetti e che trovo orribile da ogni punto di vista); ma sono abbastanza pentito di essere "tornato a casa" quando invece, se avessi tenuto duro, dopo un paio d'anni probabilmente sarei stato trasferito in una città (Torino) che, con tutta probabilità, mi sarebbe stata infinitamente più congeniale.

Ascolta i tuoi bisogni, analizzali, chiediti come puoi soddisfarli e non lasciarti fuorviare da chi ha altre priorità: è la tua vita e dentro ci sei tu, non altri. Hai due grandi assi nella manica: sei ancora molto giovane e non sei da solo perché hai un compagno che, per di più, sembra pensarla più o meno come te (evidentemente a Londra è più facile trovare un fidanzato che un amico, il che la dice lunga); hai ancora molte opportunità da giocarti.

Non sottovalutare, però, il fatto che tu non abbia neanche terminato la scuola secondaria. Ora la cosa può sembrarti irrilevante, ma in futuro questo potrebbe rivelarsi uno svantaggio considerevole.

Edited by privateuniverse
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È per questo che ho paura ad andare a Norwich, Londra è esageratamente grande e ci sono molte opportunità di lavoro. Ma.. a Norwich? la vedo una bellissima cittadina ma troppo "vuota", dopo le 20:00 per strada non c'è nessuno e sembra tanto un paesetto di campagna

Nessuno mi assicura che riuscirò a trovare lavoro, poi so che nelle città "piccole" c'è molta competitività con altre persone che hanno più esperienza. Io di esperienza non ne ho, così come un titolo di studio

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Non puoi vivere assieme al tuo ragazzo a londra ?

Lavora dall'altra parte della città, io ci metto un'ora ogni mattina ad arrivare sul posto di lavoro. Se andassi a vivere da lui probabilmente ci metterei 2 ore o forse di più

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E provare a cercare un altro lavoro a londra vicino a dove abita lui e poi se lo trovi ti trasferisci da lui ?

 

Se voi vi trasferiste norwich dovreste cercare entrambi un nuovo lavoro. A sto punto il tentativo di trovare un altro lavoro vicino a dove lui abita mi sembra valga la pena farlo.

 

Abitando da lui risparmiereste inoltre i soldi di un'affitto.

Edited by marco7
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Mi ritrovo in molto di quello che dici, anche se ognuno ha la sua storia e i suoi punti di vista sul vivere a Londra. Londra dà tanto ma chiede anche tanto in cambio, i ritmi di lavoro sono stressanti, anche se dipende molto dal lavoro che fai, e quando finisce la giorna hai voglia di fare ben poco ed è inutile ricordare quanto possa essere costosa. Tuttavia credo che poi dipenda molto dalla fortuna, nel mio caso sono stato molto fortunato dal punto di vista delle amicizie, avendo frequentato l'università qui ho avuto modo di creare un giro di amici coi quali ancora ci vediamo in modo regolare e anche coi miei coinquilini ho creato un bel rapporto, usciamo spesso insieme o anche a casa ci si aspetta per cenare o pranzare insieme. La cosa che ti consiglio è di evitare molto gli italiani, ok i miei coinquilini sono italiani, detto questo evitali per la maggior parte portano con loro i loro modi di fare e la stessa mentalità e non la cambiano in più se ti possono fregare lo fanno subito. Io al momento non tornerei mai in Italia, anche se ora non ho il lavoro dei miei sogni e spesso mi dico ma chi me lo ha fatto fare, almeno qui sono libero di essere me stesso.

PS: Un caffè tra connazionali si può sempre fare

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vivo all'estero da 7 anni, prima in Belgio e poi in Svizzera, ne ho attraversate di "crisi" come la tua, ma solo nei primi tempi, ho visto perö anche tante persone che non "le hanno superate", alcuni  dei quali erano amici che ho ospitato e dopo poco sono tornati in Italia.

 

In questi casi bisogna capire quanto conta per te ciö che hai li (lavoro, leggo di un compagno,ecc) e quanto invece sei legato all'Italia. Metti tutto su una bilancia e valuta con serenità. Il fatto di non riuscire a farti amicizie mi sembra abbastanza surreale.

Sono daccordo con chi ti dice di evitare gli italiani: sono peggio della peste, specialmente quelli che son sul posto da parecchio e tentano di fregarti in tutti i modi.

 

Insomma se ti stai creando qualcosa di importante ti direi di stringere i denti, certo se diventa depressione, in quel caso molla tutto e torna a casa, fare l'emigrante non è da tutti, comporta vantaggi e svantaggi , io in Italia non ci tornerei mai.

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privateuniverse

È per questo che ho paura ad andare a Norwich, Londra è esageratamente grande e ci sono molte opportunità di lavoro. Ma.. a Norwich? la vedo una bellissima cittadina ma troppo "vuota", dopo le 20:00 per strada non c'è nessuno e sembra tanto un paesetto di campagna

Nessuno mi assicura che riuscirò a trovare lavoro, poi so che nelle città "piccole" c'è molta competitività con altre persone che hanno più esperienza. Io di esperienza non ne ho, così come un titolo di studio

Io non me la ricordo così vuota, Norwich. Di sicuro, non ci sono alternative pienamente soddisfacenti: qualcosa si perde, qualcosa si guadagna. C'è comunque un'incognita: se, dopo esservici trasferiti, vi separate? E' evidente che se l'unico lato positivo di un trasferimento lì è che puo stare con il tuo compagno i rischi possono essere troppi.

 

Ma perché il tuo compagno, fra le alternative, ha in mente proprio Norwich?

 

Se il problema è il lavoro puoi forse provare a sondare le prospettive prima che vi ci trasferiate?

 

 

PS Non è che c'è anche un tuo problema di socievolezza? E' vero che a Roma, su una dozzina di coabitanti, io ne ho avuto solo uno come amico (ora ex), però almeno lui lo era molto.

Possibile che i tuoi coabitanti siano tutti persone con cui non puoi fare una vita sociale?

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Il mio più grande sbaglio è stato trasferirmi per gioco e manco l'inglese sapevo!! cioè a pensarci adesso mi viene male veramente, e pensare a come ho potuto trasferirmi in un paese in cui non avevo nè un lavoro e non sapevo manco la lingua mi fa rabbrividire

Gli italiani qui sono quasi tutti meridionali, avevo conosciuto una coppia etero e il ragazzo dopo tantissimi anni qui non sapeva manco dire una frase completa in inglese. Un altro all'inizio ha tentato di truffarmi ma ero stato abbastanza sveglio da fingermi interessato e poi dire che avevo risolto

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privateuniverse

Il mio più grande sbaglio è stato trasferirmi per gioco e manco l'inglese sapevo!! cioè a pensarci adesso mi viene male veramente, e pensare a come ho potuto trasferirmi in un paese in cui non avevo nè un lavoro e non sapevo manco la lingua mi fa rabbrividire

Sei stato temerario ma te la sei cavata, e anche piuttosto bene, a quanto dici.

Hai avuto fegato (certo, il fegato degli incoscienti, magari); ma resta il fatto che è andata, tutto sommato, bene.

Dovresti andarne orgoglioso.

 

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Scusa ma non ti seguo, io non ho mai detto che sono sicuro al 100% di andarmene da Londra.

Poi oggi una mia amica ha avuto il suo secondo giorno di lavoro e mi raccontava che lavora quasi ogni giorno 11 ore come cameriera per guadagnare la metà di quello che guadagno io a londra

Ci sono anche problemi di burocrazia, come Brexit che in realtà qui nessuno la 'teme' anzi, alcuni inglesi dicono non cambierà proprio nulla per gli extracomunitari

 

Comunque per come la vedo io, hai un lavoretto, qualche amico e pure un fidanzato quindi tutto sommato per la tua giovane età ci sta. Capisco quello che dici, penso che tu debba cercare di non ragionare come un 40 enne con progetti di vita ma vivere alla giornata e cercare di comprendere le opportunità che la città può darti se può dartele.

Guardati intorno, conosci gente (mi insegni che a Londra si può conoscere la qualunque in poco tempo e così perdersi di vista) e cerca di capire gli altri come hanno fatto e come si sono mossi.

 

Io in un periodo di crisi personale sono stato un paio di mesi su, molto intensi a dire il vero, sia emotivamente che praticamente ma non li rinnego o li rimpiango, mi sono guardato intorno ed ho visto che le persone nelle mie condizioni non avevano prospettive o quantomeno io non ne ho conosciuta alcuna e quindi finita la mia esperienza me ne sono tornato a casa. Ammetto che quella dimensione non mi apparteneva, nè culturalmente, nè caratterialmente, nè professionalmente eppure  non ho trovato prospettive o esempi da seguire.

 

Quindi, come ti dicevo prima, guardati intorno e cerca di trovare un esempio per dire "ah mi piacerebbe fare come ha fatto Tizio" e passare allo step due "Tizio ma tu come hai fatto?". Ecco se riesci a trovare questo obiettivo allora la tua esperienza deve continuare, viceversa taglia corto e torna in Italia.

 

Le grandi città offrono tante opportunità ma bisogna guadagnare bene per poterne approfittare, altrimenti è una vita da schifo. ); ma sono abbastanza pentito di essere "tornato a casa" quando invece, se avessi tenuto duro, dopo un paio d'anni probabilmente sarei stato trasferito in una città (Torino) che, con tutta probabilità, mi sarebbe stata infinitamente più congeniale.

 

 

 

 

Mi permetto di dissentire su questo punto e quantomeno capovolgere il discorso anche per liberarti da un rimpianto a mio modo di vedere sbagliato.

 

Chi mi conosce sa quanto sono legato a Napoli, ci avrei voluto vivere e tutto sommato ancora mi piacerebbe starci eppure quando ho "lavorato" in condizioni analoghe alle tue, non c'era vita, amici, famiglia, abitudini, riti e quant'altro che abbiano reso la città meritevole del sacrificio e ti sto parlando della mia città natale.

 

Non per difendere Roma, che è una città che offre tantissimo ma va saputa vivere, se fai un lavoro simile cosa ti aspetti dalla vita? Se anche ti avessero trasferito a Torino magari in una dimensione meno dispersiva cosa credi sarebbe cambiato? Se un tipo di lavoro ti assorbe in un modo simile il tempo per fare altro resta pochissimo ma soprattutto la voglia.

Quindi meno rimpianti.

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privateuniverse

Non per difendere Roma, che è una città che offre tantissimo ma va saputa vivere, se fai un lavoro simile cosa ti aspetti dalla vita? Se anche ti avessero trasferito a Torino magari in una dimensione meno dispersiva cosa credi sarebbe cambiato? Se un tipo di lavoro ti assorbe in un modo simile il tempo per fare altro resta pochissimo ma soprattutto la voglia.

Quindi meno rimpianti.

 

E' una storia troppo lunga per entrare nei dettagli.

 

Giusto, meno rimpianti: ma, nonostante tutto, mi sono sempre arrabattato per sfruttare al meglio la situazione che mi si presentava, quindi quella del rimpianto è una dimensione che non mi appartiene, per fortuna, e ancora meno con la maturità.

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Come mai gli italiani all'estero truffano i loro connazionali ?

Perchè appunto, sono italiani. Dai scherzo, non mi piacciono gli stereotipi però in parte è vero.

Poi magari per queste persone io vengo etichettato già in partenza come un poco di buono e le persone mi evitano come la peste, come succede in tutta Europa per gli islamici

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Come mai gli italiani all'estero truffano i loro connazionali ?

 

Anche gli svizzeri fanno lo stesso con i loro connazionali solo che voi non emigrate.

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@@Tonio, ma trasferirsi tipo a Manchester?

 

Credo si dica " sono potuto trasferirmi " perché l'ausiliare del verbo trasferirsi è essere.
 

NO!!
Ho potuto trasferirmi, oppure mi sono potuto trasferire

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 http://www.treccani.it/lingua_italiana/domande_e_risposte/grammatica/grammatica_047.html
l verbo servile, se usato da solo, vuole l'ausiliare avere e tende a imporre questa scelta anche quando regge un infinito: «hanno provato a uscire prima, ma non hanno potuto», da cui la propensione a dire «non hanno potuto uscire p prima»
 l'ausiliare 
avere è già obbligatorio nel caso in cui con l'infinito si combini un pronome atono: «non ho potuto venirci»; se invece il pronome atono viene prima delle forme verbali, si ricade nella regola generale che impone essere: «non ci sono potuto venire».

Edited by Krad77
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Londra è una città per scimmie cocainomani che passano il post lavoro ad ubriacarsi fino a morire per poi svegliarsi il giorno dopo e tornare a lavoro

 

PAROLE SANTE 

 

Londra è spietata, bastarda, sfruttatrice e chi vive lì o è spocchioso di suo o finisce col diventarlo per acculturazione. Tutto costa tantissimo e quel che ricevi in cambio non è nulla di speciale. 

 

Io francamente la detesto: vorrei vivere in Spagna. ll paradiso è vivere a Barcellona e avere uno stipendio di Londra. 

Edited by Amor-fati
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