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Lesbica? No, bisex.


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Perché pare che noialtre stiamo solo a pensare al sesso, e francamente non ci credo proprio.

 

No beh il discorso è un tantino diverso. Non è che i gay/etero/lesbo pensano solo al sesso, semplicemente mentre loro amano persone di un solo genere ( che sia lo stesso o l'opposto ) il bisessuale non lo fa. Se conosce una persona può innamorarsi o anche solo provare attrazione, indipendentemente da ciò che è questa persona perché si sente attratta da entrambi, non per forza allo stesso modo.

 

Sì ma se mi togli la frase sopra allora crolla tutto il senso di quello che volevo dire. Lo so che i bisex provano attrazione per entrambi i sessi, non sono del partito che non esistono.

Ma quante volte ti dicono "io sono bisex perché m'innamoro dell'animo di una persona e non del suo sesso"? Anche IO mi innamoro dell'animo di una persona, anzi io mi innamoro sempre di testa e solo dopo mi esce un'attrazione fisica. Solo che mi capita con le donne.

Quindi questa cosa mi fa tanto "ma no, a ME il sesso (inteso come sesso-da-fare) non interessa, a me interessa la PERSONA", che a dirla sembra una cosa molto figa da io-vado-oltre-certe-cose, ma in fin dei conti è un po' una cazzata.

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  • 2 months later...
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Io chiedo scusa per aver riportato su un topic così vecchio ma ho letto tutte e 7 le pagine e mi sembra che non abbia trovato risposta..per cui dato che è un argomento a cui tengo molto mi permetto di dire due parole sperando di non dare troppo fastidio.

Senza entrare nel merito della questione bisex sì o no che mi sembra un po' fine a se stessa, il punto non è tanto che molte lesbiche si definiscano bisessuali, quanto che cerchino di usare qualsiasi altra parola pur di non definirsi lesbiche.

Mi spiego meglio..quante di voi dovendo parlare della propria sessualità (a voce, perchè a scriverlo son buoni tutti..) preferiscono definirsi gay, o nascondersi dietro al diplomatico "omosessuale" o usare l'odiosissima parola "lella"? E quante di voi riescono a pronunciare pubblicamente la parola lesbica senza abbassare la voce e senza distogliere lo sguardo? Questo sondaggio è stato fatto più volte e i risultati sono sempre gli stessi..la stragrande maggioranza delle donne preferisce evitare di pronunciarla, e chi lo fa inizia a farlo solo dopo aver seguito un percorso di autodeterminazione ben strutturato.

Dietro alle parole o ai modi di dire si nascondono anni e anni di pensieri e consuetudini, per questo alcune parole sono violentemente evocative; perchè implicitamente richiamano tutta la storia che si portano dietro. Alle orecchie dei più la parola Lesbica suona come un insulto.

Questo è un problema del tutto femminile perchè per gli uomini ci sono tante definizioni con diverse sfumature. La parola gay di per se' non è offensiva, le parole checca o finocchio o frocio iniziano ad esserlo, anche se sono stati bravi a usarle con autoironia fino a smorzarne l'accezione negativa.

Sfido però qualunque uomo gay a definirsi cul*ttone senza sentirsi contorcere lo stomaco per il fastidio.

La sensazione che si prova è più o meno la stessa e lo è per tutti, tanto che gran parte delle mie amiche etero (e quindi fuori da molte dinamiche) fanno una gran fatica a definirmi lesbica andando a cercare astrusissimi giri di parole pur di non dirlo.

Il motivo principale (da qui in poi sono solo mie personalissime riflessioni) è che l'unica definizione che è sempre esistita per le donne è Lesbica, senza contare la parola lella che è piuttosto recente, e che a mio avviso è stata coniata per sfuggire al peso della definizione che già esisteva.

Negli anni passati, e mi riferisco agli anni delle grandi lotte per l'orgoglio gay, per insultarli la società non usava la parola gay che non era abbastanza incisiva ma preferiva optare per tutte le altre che immagino conosciamo bene.. In questo modo tutto il loro risentimento si è concentrato sulle altre definizioni lasciando "libera" la parola gay. Il discorso è un po' contorto, cerco di essere più chiara:

Il movimento rivendicava i propri diritti definendosi gay. La parola gay quindi andava a rappresentare persone con una dignità e una personalità completa. Dall'altra parte invece la gente li additava come finocchi, e la parola finocchio andava a rappresentare persone di serie b pervertite pedofile e pure malate di aids. Con questo meccanismo nell'immaginario comune le accezioni negative e non, sono state scisse.

Per quanto riguarda le donne questo non è successo perchè la parola era una sola, sia per chi si autorivendicava, sia per chi offendeva.

A grandi linee questo è il ragionamento per cui secondo me la parola lesbica risulta così pesante da dire..mentre la parola gay non è mai stata particolarmente attaccata perchè lo sono state le altre, la parola lesbica si porta ancora dietro tutte le controversie di quegli anni.

Dopo questo papiro..(chiedo scusa, altro che due parole mi son scappate..!) credo che l'unica soluzione valida al problema sia smettere di nascondersi dietro altre parole e iniziare ad usarla il più possibile in modo che la gente si abitui a sentirla con naturalezza e non come una cosa farfugliata a mezza voce o evitata, perchè ogni volta che la si evita si rinforza il meccanismo.

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Il tuo punto e' ottimo pero' per l'ennesima volta si va ad indicare una cosa che nel bene e nel male "deve partire dal singolo". E il singolo e' ancora quel tipo di persona che preferisce nascondersi dietro a un dito, e dire che non si chiama lesbica perche' non gli piace la parola, invece di essere onesto e dire che non gli piacciono le implicazioni che la parola ha. Le implicazioni in questione sono che la lesbica e' una donna attratta SOLO dal suo stesso sesso, SENZA quindi possibilita' alcuna di creare nella sua vita una famiglia di tipo tradizionale e di sottostare alle aspettative che la societa' ha della donna moglie e madre dal momento che molte societa' nel mondo ancora impediscono alla lesbica di essere moglie e/o madre.

 

Se pensate che questo tipo di fastidio per la parola lesbica esiste anche in inglese, dove lesbian NON e' un insulto (lo e' stato in passato dyke, che pero' ha subito quel processo di rivendicazione di cui parla Charyl) si viene a capire che anche questa de "la parola non suona bene e suona come un insulto" e' un'ennesima pippa mentale della gente. Nel senso, mi si puo' venire a dire che la parola lesbica in italiano ha il suono c, che e' duro (e vi giuro io ho effettivamente sentito questa spiegazione... soprassediamo alla gente che pur di non ammettere le cose come stanno si improvvisa glottologa) ma in inglese questo manca eppure la gente ha lo stesso problemi... questo dimostra che la gente preferisce nascondersi dietro a una scusa, dando la colpa a un oggetto inanimato, la parola, invece di dire: ho problemi a usare la parola lesbica per me stessa perche' non sono pronta ad accettare tutto quello che essa implica.

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mmm tutte le soluzioni devono partire dal singolo..nel senso che la soluzione arriva nel momento in cui io singola convinco un'altra singola che magari ne convince un'altra..e piano piano(fastidiosamente piano) si smette di essere singoli, o almeno io non vedo altre alternative..

 

Il fatto della c che suona male è fantastico, mi verrebbe da chiedere se queste persone hanno problemi di coscienza a pronunciare la parola CATARATTA  :ok:

 

Per quanto riguarda le implicazioni della parola sono abbastanza d'accordo a livello generale, però dovessi parlare della mia esperienza la mia difficoltà principale era proprio che mi sembrava un insulto..ma probabilmente perchè quando mi sono posta il problema tutte le varie implicazioni le avevo accettate e metabolizzate. Personalmente ho avuto più facilità ad accettare le conseguenze dell'essere lesbica perchè è stato un lavoro di logica e razionalità, mentre per imparare a non percepirla come una parola "da non dire" mi c'è voluto un impegno considerevole e ancora adesso non mi viene del tutto naturale..direi che in Italia sia lecito parlare di entrambi i problemi, perchè qui veniamo cresciute e abituate a vedere alcuni tabù come cose giuste che vanno perpetuate, se mi si insegna che una cosa non si fa per me è difficile farla senza pensare che sbaglio..per quanto ovviamente sono meccanismi da superare

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  • 2 weeks later...

Parlo partendo da esperienza personale (sette anni di bisessualità dichiarata, prima di dichiararmi lesbica), e dall’osservazione compiuta su altre.

La mia ipotesi è che la maggior parte delle donne bisex sia in realtà lesbica. Una lesbica che ha difficoltà ad accettarsi come tale, o che, mettiamola come volete, e senza alcun giudizio implicito, non è ancora “pronta” per farlo.

Alcune pronte non lo diventano mai.

Il perchè è ovviamente da rintracciare nell’omofobia culturale, istituzionale in cui siamo immerse; è da ritrovarsi nell’omofobia interiorizzata da cui nessuna può essere al cento per cento immune. Ma ancora di più nel fatto che una lesbica, essendo donna, è sottoposta a doppia oppressione culturale, come lesbica, sì, ma anche come donna. Le donne, da secoli e millenni, sono schiacciate: questa cosa non si cancella in pochi decenni di emancipazione dalla memoria inconscia collettiva. Le donne hanno più paura degli uomini di affermare se stesse, di esprimersi nel mondo esterno, di dire “questa sono io e basta e questo voglio fare”. Gli uomini sono abituati e incoraggiati da sempre, dalla medesima cultura, a esprimersi e ad affermarsi. Prima che essere gay e lesbiche siamo uomini e donne.

 

La mia idea è che anche molte “etero” siano lesbiche, in realtà… Cioè secondo me siamo molto di più di quel che non si pensi.

Io sono stata sette anni nella bisessualità semplicemente perchè la mia psiche non era pronta per accettare l’idea della mia condizione di lesbica in un mondo come questo. Pesano molte cose, tra cui l’idea di avere figli, perchè non in tutte le realtà avere figli per altre vie può sembrare un’opzione a portata di mano.

 

 

Mi fa strano che succeda il contrario (ovvero "mi innamoro sia di uomini che di donne, ma IL SESSO mi piace solo con le donne"), anzi francamente e' la prima volta che sento di una situazione simile. In tutti gli anni su questo forum o frequentando comunita' lesbiche questa e' davvero una cosa che sento per la prima volta.

Di solito e' il sesso la parte in cui ci si trova bene con entrambi i sessi ma i sentimenti spingono solo verso l'uno o l'altro sesso. (esempio in pugno quello di Frattaglia che per esempio ha piu' spinta emotiva verso gli uomini che verso le donne)

 

Tant'e' che alcuni (molti?) gay, quando sono ancora in fase di accettazione riescono a concepire di andare a letto con lo stesso sesso, ma sostengono di "non innamorarsene"... cosa che poi si modifica con il tempo, quando finalmente riescono a superare il blocco di tipo "affettivo". (possiamo dire che e' piu' facile per qualcuno ammettere che gli piace far sesso con un determinato genere, ma e' piu' difficile ammettere che se ne innamora?)

 

Per me è sempre stato il contrario di quanto dice Sweet, così come per tutte le bisex che ho conosciuto e conosco: il discrimine non sta nel capire da quale dei due sessi possiamo essere coinvolte sentimentalmente, ma da quale possiamo essere coinvolte sessualmente in modo del tutto sincero. Sincero vuol dire che ci deve piacere sul serio e totalmente fare sesso con quel determinato genere, maschio o femmina.

Per me la confusione se n’è andata quando ho potuto capire e ammettere che fare l’amore con gli uomini era una forzatura, che non mi piaceva schiettamente, che la cosa poteva essere tenuta in piedi unicamente dal fatto che potevo provare sentimenti per un uomo, volergli bene, ammirarlo, eccetera.

Secondo me se sei davvero bisex ti deve davvero piacere fare sesso sia con gli uomini che con le donne. e secondo me questo "davvero" è di rado autentico.

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Per me è sempre stato il contrario di quanto dice Sweet, così come per tutte le bisex che ho conosciuto e conosco: il discrimine non sta nel capire da quale dei due sessi possiamo essere coinvolte sentimentalmente, ma da quale possiamo essere coinvolte sessualmente in modo del tutto sincero. Sincero vuol dire che ci deve piacere sul serio e totalmente fare sesso con quel determinato genere, maschio o femmina.

Per me la confusione se n’è andata quando ho potuto capire e ammettere che fare l’amore con gli uomini era una forzatura, che non mi piaceva schiettamente, che la cosa poteva essere tenuta in piedi unicamente dal fatto che potevo provare sentimenti per un uomo, volergli bene, ammirarlo, eccetera.

Secondo me se sei davvero bisex ti deve davvero piacere fare sesso sia con gli uomini che con le donne. e secondo me questo "davvero" è di rado autentico.

 

non è così raro in realtà... dipende sempre dalle persone che si conoscono nella vita.  :muro:

sinceramente non ho ben capito questo "pregiudizio" che spesso si ha per le persone bisessuali.

Con la diffusione di discutibili mode gggiovanili (quali emo et similia) la bisessualità è stata rispolverata come qualcosa "che va di moda". Ci sono molte ragazze che si definiscono bisex solo per atteggiarsi o perchè magari si sentono interessanti(?) agli occhi degli uomini(e conosco gente che lo ammetteva esplicitamente =__=). Per alcune la bisessualità è solo la famosa "esperienza" che capita (se guardate telefilm americani noterete che è idea diffusa che ogni donna al "college" abbia esperienze lesbo XD LOL). Però la bisessualità esiste eccome, anche se per la maggior parte dell gente è solo una fase di "transizione" che sfocerà prima o poi in totale eterosessualità o omosessualità.

Io sono bisessuale da almeno circa 8 anni e se passerò totalmente al "dark side" non lo so XD le mie certezze nella vita sono state distrutte troppe volte per sapere a priori come andranno le cose. Lascio solo che le cose facciano il loro corso e quando mi ritroverò in una fase di cambiamento me ne accorgerò e ne prenderò coscienza con molta tranquillità.

 

Citando Debystar, non si è bisessuali solo nella propria testa! L'attrazione FISICA e SESSUALE devi sentirla per entrambi i sessi, ma REALMENTE.

Molte volte è la paura delle conseguenze che la parola lesbica comporta a mettere in difficoltà le persone, che appunto come dite voi, preferiscono definirsi bisessuali per sentirsi parzialmente "apposto con il mondo". Ne conosco anche troppe d lesbiche represse da questo punto d vista, o semplicemente paurose. Qui però cadiamo nel solito problema: è così IMPORTANTE E NECESSARIO dare un nome alla propria sessualità? Non basta vivere semplicemente quello che sentiamo liberamente? Questa sfrenata corsa all'autodefinizione attraverso la ricerca della PAROLA giusta è uno dei motivi che secondo me mandano in crisi alcune persone. Sono lesbica? oddio ma se mi piace quel tipo magari sono bisessuale.. e se mi metto con un uomo allora poi sono etero? Ma perchè sprecare tempo e stressarsi quando quel tempo può essere impiegato per vivere in modo naturale e spontaneo quello che ci sta accadendo? Io almeno reputo l'autodefinizione A PAROLE(specifico XD)un qualcosa che spesso "rallenta" il percorso di una persona, e non la ritengo così...determinante.

 

Non mi definisco lesbica non certo per la paura delle conseguenze questo "status" comporta, ma perchè se sento attrazione per entrambi i sessi non ci posso fare nulla XD è così e basta! Ma sono consapevole, come voi purtroppo, che a volte si ci definisce bisex solo per comodità sociale

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(tendenzialmente omosessuale, ma ,in alcuni casi, eterosessuale)

Il che vorrebbe dire bisessuale, no?

 

Credo sia la definizione che mi darei in effetti.

Visto che non mi precludo gli uomini non mi definisco lesbica, ma al momento preferisco le donne agli uomini quindi bisessuale è il termine giusto?O dovrebbe implicare un equità nell'equazione preferenze?

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bbe dire bisessuale, no?

 

Credo sia la definizione che mi darei in effetti.

Visto che non mi precludo gli uomini non mi definisco lesbica, ma al momento preferisco le donne agli uomini quindi bisessuale è il termine giusto?O dovrebbe implicare un equità nell'equazione preferenze?

 

 

 

Il che significa che non esiste la bisessualità in quanto stato...l'attribuzione di un valore sulla scala di kinsey è una distinzione puramente formale di vari gradi di attrazione verso il sesso opposto o lo stesso sesso, ma non implica nulla,men che tutto la staticità nella posizione, e se a occhio si cerca di inserirsi nella scala facciamo solo un errore.

Se per assunto gli estremi della scala di kinsey (che corrispondono agli stati omosessuale e eterosessuale) non possono esser attribuiti, rimangono tutti gli altri punti del segmento che possiamo occupare. ne consegue che paradossalmente ogni essere umano è bisessuale, chi più e chi meno (se kisney aveva ragione). quindi, per rispondere alla tua domanda: no, non c'è equità e oltretutto si cambia nel tempo.

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