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Ho molti amici gay. La crociata omofoba della politica italiana


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Un articolo-intervista de La Repubblica sul libro del giornalista Filippo M. Battaglia in cui tratta dell'omofobia dei politici italiani dal dopoguerra ai nostri giorni. Sempre Battaglia si è occupato del maschilismo nella scena politica del nostro paese con il saggio Stai zitta e va' in cucina (2015).

 

Il link diretto è il seguente: http://www.repubblica.it/rubriche/passaparola/2017/04/26/news/passaparola-163935692/?ref=RHRS-BH-I0-C6-P27-S1.6-T1

 

L’Italia è tra i paesi più omofobi d’Europa e la politica, specchio dell’elettorato e dunque dei cittadini, ne rispecchia tutti i vizi. Sono già i dati a parlare chiaro: secondo l’agenzia dell’Unione Europea per i diritti fondamentali, il nostro è il Paese europeo in cui è più intensa la diffusione dell’omofobia in politica insieme alla Lituania. E le statistiche che riguardano i cittadini non sono da meno. Secondo l’Istat, quattro italiani su dieci pensano che sia poco o per niente accettabile che un omosessuale possa insegnare nella scuola elementare; uno su tre bolla come “inappropriato” che possa esercitare la professione medica e uno su cinque si dice infastidito dalla sola ipotesi di avere un omosessuale come vicino di casa.

A raccontare la “crociata omofoba dei politici italiani”  portata avanti in modo trasversale dal dopoguerra a oggi e settant’anni di battute, insulti e decisioni discriminatorie andate in scena nei teatri della politica, è Filippo Maria Battaglia, giornalista e scrittore con il suo ultimo libro, Ho molti amici gay (Bollati Boringhieri) che già dal titolo, ironico e tagliente, sottolinea  come l’affermazione sia generalmente la premessa-alibi con cui gli omofobi di casa nostra da sempre aprono, in privato o nelle aule parlamentari, i loro interventi  mirati a legittimare le loro azioni. Il retro pensiero è sempre lo stesso: nei decenni trascorsi, ma in gran parte ancora oggi, gli omosessuali non sono ben visti né come insegnanti, né come capi scout, né come medici, né come operatori sanitari. E, soprattutto, mai e poi mai, alle persone dello stesso sesso è concesso lasciarsi andare a effusioni affettive in pubblico.

Le battaglie contro chi è stato definito “malato” o “anormale”, non hanno colore politico; La sinistra di Togliatti in principio (e non solo) e, da sempre, la destra (basti ricordare Gianfranco Fini e la censura senza appello nei confronti degli insegnanti omo), combattono più o meno apertamente  il diritto di ciascuno di esprimere liberamente la propria sessualità. A prova della eterna “ crociata omofoba”, Ho molti amici gay cita atti parlamentari e pubbliche prese di posizione, interventi e iniziative spesso volute perfino da chi è stato considerato  un padre della Patria. Ma un dato positivo c’è: l’Istat ha rilevato che fra i giovani le cose stanno cambiando e che tra loro si va facendo strada un maggiore rispetto verso i diritti di tutti. E qualcosa sta cambiando anche nella politica: l’autore ricorda che una spinta di progresso indiscutibile è recentemente arrivata dalle legge sulle coppie di fatto voluta dalla dem, Monica Cirinnà, che ha esteso i diritti delle unioni etero a quelle tra omosessuali.

L’omofobia non ha colore politico?
"Purtroppo è trasversale. Coinvolge sia la destra che la sinistra, e contamina anche i movimenti che si sono affacciati sulla scena politica negli ultimi anni.  Ciò accade sin dall’immediato dopoguerra: venerati padri della patria come Palmiro Togliatti, o leader carismatici come Enrico Berlinguer, si sono scagliati contro intellettuali e avversari, definendoli “invertiti” o “pederasti”. Le cose più sorprendenti, però, arrivano probabilmente dal passato più recente. È il caso, tra gli altri, di Francesco Rutelli, che da sindaco di Roma nel 2000 decide di revocare il patrocinio al World Pride accogliendo così le critiche dei cattolici più intransigenti convinti che la manifestazione avrebbe leso “la sacralità della città santa” durante il Giubileo. O di Massimo D’Alema, che da vicepremier del secondo governo Prodi, mentre si discutono i Di.co., accusa il centrosinistra di essersi fatto “incastrare a discutere di questioni marginali rispetto ai problemi del Paese”. Per non parlare del centrodestra: qui il campionario è sterminato, e finisce impresso persino su carta intestata del governo italiano. È il 2004 quando il ministro Tremaglia, per protestare contro la mancata elezione di Rocco Buttiglione a commissario europeo, decide di insultare gli europarlamentari, definendoli “culattoni” in un comunicato stampa ufficiale".
 
La discriminazione dei gay è purtroppo radicata nella società; perché un libro su quella della politica?
"Perché una storia dell’omofobia in politica ad oggi non c’era; e soprattutto perché la politica rappresenta la società italiana, con buona pace di chi pensa che ci sia una classe dirigente brutta, sporca e cattiva, contrapposta a una società civile virtuosa e ricca di infinite qualità. Nulla di più falso e fuorviante: parlamentari e amministratori sono quasi sempre lo specchio del proprio elettorato, anche se occorre ammettere che ce la mettono tutta per rappresentarlo al peggio. Altrimenti non si spiegherebbe perché certe cose accadono in Italia e non altrove".
 
L’Italia è ancora tra i paesi più omofobi d’Europa? 
"I dati non lasciano spazi a fraintendimenti: secondo l’agenzia dell’Unione Europea per i diritti fondamentali, il nostro è il Paese europeo in cui è più intensa la diffusione dell’omofobia in politica insieme alla Lituania. E se si guardano le statistiche sui cittadini le cose vanno persino peggio. Per l’Istat, quattro italiani su dieci ritengono infatti che sia poco o per niente accettabile che un omosessuale faccia l’insegnante di scuola elementare; uno su tre valuta “inappropriato” che svolga l’attività di medico; uno su cinque proverebbe fastidio o disagio alla sola idea di avere un omosessuale come vicino di casa. Il quadro migliora coi più giovani, ma resta ancora tanto da fare, se è vero che solo due ragazzi su tre ritengono “accettabile” una relazione affettiva tra due uomini". 
 
Filippo Maria Battaglia
Ho molti amici gay
Bollati Boringhieri
Pagine 124, euro 11

 

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Lo conosco, dovevo presentarlo nella mia città col suo autore. Vengono citati molti miti della sinistra comunista italiana radical chic come Togliatti e Berlinguer, che non fecero uscite molto felici sull'omosessualità o ne pensavano tutto il male possibile e altrettanti politicanti italiani, omofobi dentro e che lottarono con tutte le loro forze contro la comunità omosessuale italiana.

Edited by Rotwang

 

 

da una parte lo voglio dall'altra mi sa che prima di sfogliarlo dovrei fare una scorta di 4 scatoloni di maalox..

 

Ho pensato la stessa identica cosa, per questo preferisco evitarlo.

 

Non serve farmi più male e rendermi più consapevole della situazione ridicola italiana, tanto dal dovermi condannare alla lettura di una raccolta storica di tutte le perle snocciolate da personaggi italiani.

A me fa sorridere che per far passare l'idea che "Destra e Sinistra siano uguali"

si debbano paragonare politici di Destra del 2000 con politici di sinistra degli anni '50.

O che si prenda come esempio di politico omofobo di Sinistra, un radicale chiacchierato come Rutelli

:)

davydenkovic90

Quello che è trasversale è il clericalismo, delle volte mi fermo a pensare che abbiano più senso i gay machisti di destra piuttosto che Vladimir Luxuria con la catenina della prima comunione.

La cosa che mi consola è che con il ricambio generazionale un miglioramento si sta vedendo, seppur in ritardo rispetto ad altri paesi il vento è questo e sarà sempre più difficile opporsi.

 

Sul leggere questo libro, la penso come nowhere. Non lo leggerei volentieri.

Edited by davydenkovic90

Anch'io ne sarei molto attratto, però come voi temo il rischio fegato fegato spappolato (cit.) e comunque questo forse è un libro più da consigliare a chi il problema non lo vive direttamente o lo sottovaluta che a chi invece sa ormai a memoria tutto il campionario dell'omofobia in politica.

La copertina in effetti è poco congrua

 

Il libro non l'ho letto e quindi non lo posso giudicare

io periodizzerei l'omofobia di sinistra distinguendo una

fase 1917-1975 cioè la fase che precede l'apertura ai

diritti civili del PCI, poi una fase di transizione 1975-1985

 

In questa fase direi che esiste una interpretazione di

un testimone diretto Grillini, che la butta molto sul cd

"cattocomunismo" ( forse anche perchè erano anni di

compromesso storico dal 1975 in poi diciamo...)

 

Può essere una interpretazione limitante, ma certamente

ha una sua validità. Si può aggiungere che il PCI si mosse

anche sotto lo stimolo della sinistra extraparlamentare in

un'ottica "strumentale" cioè per egemonizzare delle spinte

che riconosceva esterne e voleva "inglobare"

 

Questo potrebbe spiegare il riemergere di una omofobia di

sinistra, che ovviamente con l'eccezione dei cattolici o dei

convertiti al cattolicesimo politico ( Bindi Binetti ma anche

Rutelli Amato etc ) si traduce prevalentemente in un atteggiamento

di imbarazzo e di svalutazione, piuttosto che di insulto diretto ( come

nel caso della destra )

 

D'altronde una riprova a posteriori potrebbe ricavarsi dall'esperienza

dei Radicali, cioè la versione extraparlamentare del laicismo le cui

istanze omofile non trovarono largo riconoscimento nel PSI-PSDI-PRI-PLI

cioè nei laici più moderati

Vengono citati molti miti della sinistra comunista italiana radical chic come Togliatti e Berlinguer, che non fecero uscite molto felici sull'omosessualità o ne pensavano tutto il male possibile e altrettanti politicanti italiani, omofobi dentro e che lottarono con tutte le loro forze contro la comunità omosessuale italiana.

 

Visto che hai aperto un topic a proposito tempo fa, dovresti capire anche tu l'antistoricità insita nell'etichettare Togliatti e Berlinguer come radical chic.

Erano persone della generazione di mio nonno, ed è comprensibile che avessero un'opinione piuttosto limitata dell'omosessualità; tanto più che non capivano nulla dal punto di vista sociologico, bollando anche loro come "immorali" le esistenze di chi non poteva vivere liberamente la propria sessualità e che perciò spesso agiva clandestinamente eccetera. 

 

L’Italia è ancora tra i paesi più omofobi d’Europa? 

"I dati non lasciano spazi a fraintendimenti: secondo l’agenzia dell’Unione Europea per i diritti fondamentali, il nostro è il Paese europeo in cui è più intensa la diffusione dell’omofobia in politica insieme alla Lituania. E se si guardano le statistiche sui cittadini le cose vanno persino peggio. Per l’Istat, quattro italiani su dieci ritengono infatti che sia poco o per niente accettabile che un omosessuale faccia l’insegnante di scuola elementare; uno su tre valuta “inappropriato” che svolga l’attività di medico; uno su cinque proverebbe fastidio o disagio alla sola idea di avere un omosessuale come vicino di casa. Il quadro migliora coi più giovani, ma resta ancora tanto da fare, se è vero che solo due ragazzi su tre ritengono “accettabile” una relazione affettiva tra due uomini". 

 

Questo un po' mi stupisce, perché io di omofobi non ne conosco più...tra i miei colleghi over 50, magari di estrazione contadina, la battuta omofoba scappa, ma le rare volte in cui s'è entrati in argomento si son dimostrati più avanti di quanto pensassi; certo nessuno sarebbe fiero d'avere il figlio gay, ma questo è un altro paio di maniche. 

 

Io penso che queste interviste siano malposte; credo che l'Italia sia tuttora un paese sessuofobo più di quanto non sia latentemente "omofobo".

Nel mio paese ho visto allontanare una maestra d'asilo perché non sposata ma con prole, su pressione più di alcuni genitori degli allievi che delle religiose che dirigono la scuola...credo si possa parlare soprattutto di ipocrisia quando c'è di mezzo il sesso. Siamo provincialmente puritani, almeno qui in terra padana.

Visto che hai aperto un topic a proposito tempo fa, dovresti capire anche tu l'antistoricità insita nell'etichettare Togliatti e Berlinguer come radical chic.

Erano persone della generazione di mio nonno, ed è comprensibile che avessero un'opinione piuttosto limitata dell'omosessualità; tanto più che non capivano nulla dal punto di vista sociologico, bollando anche loro come "immorali" le esistenze di chi non poteva vivere liberamente la propria sessualità e che perciò spesso agiva clandestinamente eccetera. 

 

Amore, a me dai dell'antistorico? Io ironizzo pungentemente sui radical chic contemporanei. Però, negare che Togliatti fosse omofobo, leader della sinistra italiana nei decenni centrali del Novecento e oggi vedere gente che ancora lo inneggia, anche da parte progressista e LGBT, fa molto molto piangere. E ora baciami, so contestualizzare, ma ragionando così, anche Hitler andrebbe contestualizzato e quindi "capito"?

Edited by Rotwang
negare che Togliatti fosse omofobo, leader della sinistra italiana nei decenni centrali del Novecento e oggi vedere gente che ancora lo inneggia, anche da parte progressista e LGBT, fa molto molto piangere

neppure io credo lo fosse, 

proprio perchè lui stesso subì il fatto di dover vivere la sua storia clandestina con la Iotti in un partito molto perbenista:

non scordarti che stiam parlando dell'italietta MOLTO puritana anni 40-50, dove i comunisti dovevano essere assai più irreprensibili dei bakkettoni democristiani e i preti (che di potere ne avevano molto più di oggi) non vedevano l'ora di poter strepitare contro l'immoralità e lo scandalo di pubblici concubini, pervertiti e chiunque altro osasse andare contro il comune senso del pudore

Edited by freedog

Amore, a me dai dell'antistorico? Io ironizzo pungentemente sui radical chic contemporanei. Però, negare che Togliatti fosse omofobo, leader della sinistra italiana nei decenni centrali del Novecento e oggi vedere gente che ancora lo inneggia, anche da parte progressista e LGBT, fa molto molto piangere. 

 

Togliatti non m'avrebbe mandato ad Auschwitz...anche se forse sotto Stalin mi sarei beccato i lavori forzati :D

Ho riletto il tuo intervento dove ti riferisci a Togliatti come mito degli attuali radical chic, in prima battuta t'avevo frainteso.

Si potrà pure inneggiare a qualcuno che non aveva un'idea contemporanea dell'omosessualità? 

Altrimenti nessuna donna dovrebbe leggere Kant o Aristotele...

A parte che non mi pare d'aver inneggiato proprio a nessuno...ti vuoi dare una calmata?

Volevo solo dire solo che è ridicolo nel 2017 mettersi a fare la top ten dei personaggi storici più o meno omofobi visto che la sessualità in toto era un tabù, per Dio.

Che poi è solo l'altra faccia di quella vecchia faccenda per cui io ho sempre delle difficoltà nel delineare quello che rientra nel gran calderone di cultura gay...

 

Fatico ad esprimermi, ed è un peccato, perché se riuscissi a lasciar traccia della mia comprensione della complessità magari tra 40 anni il mondo si accorgerebbe che ho ragione :D

ma caro Rotwang, non credi sia quantomeno fuorviante proiettare, con tanta veemenza e sistematicità, nostre categorie interpretative su una cultura e delle persone di un passato che, tali categorie, non potevano nemmeno concepirle?

Pensi di poter concretamente applicare la nostra idea di omofobia a della gente nata negli anni '90 del secolo XIX? 

 

 

lui stesso subì il fatto di dover vivere la sua storia clandestina con la Iotti

 

Cito l'unica riflessione che mi pare degna di discussione

Questa non è una attenuante, bensì una aggravante

 

Gli si può riconoscere la coerenza morale di aver in modo esemplare

applicato a se stesso, ciò che richiedeva agli altri e questo certamente

al giorno d'oggi può meritare un certo rispetto ( vivendosi oramai in un

contesto in cui i politici si fanno i propri affari personali e di famiglia con

duplice o triplice standard di valutazione )

 

Tuttavia è chiaro che uno statuto di partito che impegnava i Comunisti

ad essere cittadini moralmente esemplari ( che lui volle e tale rimase fino

al 1979 ) e imponeva il sacrificio totale di ciò che era ritenuto "privato" ( e

che privato doveva rimanere nel superiore interesse del partito ) non poteva

che generare effetti deleteri per gli omosessuali

 

Poichè gli unici due omosessuali che ufficialmente esistevano in Italia erano

Visconti, che mai si iscrisse perchè sapeva di poter essere ritenuto "indegno"

( ancorché rimase un ferreo comunista, direi "ortodosso" ) e Pasolini, che fu

espulso, noi disponiamo oggi di scarne testimonianze sui funzionari del PCI

"velati" e sulle pressioni che ricevettero ( solo testimonianze de relato di amici

e confidenti che però non svelano i nomi...e quindi anonime )

 

Eppure tali testimonianze sarebbero essenziali per vagliare l'atteggiamento del

Partito nei confronti dei compagni "che sbagliano" ( è ovvio infatti che Mario Alicata

doveva "usare" Visconti nell'interesse del Partito e cercare di condizionarne l'opera

nonostante l'omosessualità, perchè lui era troppo "prezioso" alla causa ) senza le quali

è impossibile trattare di casi di eventuali azioni persecutorie dirette

 

Il PCI affrontò per la prima volta la questione omosessuale in un seminario all'istituto

togliatti a 10 giorni dalla morte di Pasolini, che introduceva per la prima volta il rilievo

"pubblico" della sessualità privata per la costruzione di una nuova "morale" è la fine

del 1975 ed a partire da questa data inizia la nuova fase, che io chiamo intermedia

 

Comunisti e diversi : il PCI e la questione omosessuale uscirà nel 1980

 

 

 
  • 4 weeks later...

Io non l'ho letto, quindi non posso dire niente in merito Lol

 

Illustra semplicemente che non solo la destra, ma anche la sinistra italiana, pure quella radical chic e "radicale" non è mai stata molto omofila né pro-LGBT, anzi.

Hinzelmann

Avendo scritto due interventi sull'omofobia di sinistra

non ho dissensi in merito

 

Più che altro trovo ridicolo dire:  "radical chic-radical chic"

come un bambino direbbe una parolaccia...soprattutto se

il termine va usato con riferimento a Togliatti o Berlinguer

Più che altro trovo ridicolo dire:  "radical chic-radical chic"

come un bambino direbbe una parolaccia...soprattutto se

il termine va usato con riferimento a Togliatti o Berlinguer

 

Il termine è usato contro gli intellettuali di sinistra italiani dagli anni '70 in poi e tu ci sei dentro fino all'osso.

Hinzelmann

In realtà "radical chic" è una espressione che un togliattiano-omofobo

avrebbe dispiegato, negli anni '70-'80, contro una persona gay friendly

o liberal o gay che avesse sottolineato l'importanza di certi temi.

 

Ovviamente non nel mio caso, a me semmai nei '90 un "cossuttiano"

ma il fenomeno era in esaurimento

 

So che molti su questo forum provano una sorta di piacere nell'appropriarsi

di una terminologia omofoba e nel rovesciarla, per quanto io faccia fatica a

comprendere il senso di rovesciarla su altri gay, perchè andrebbe fatto nei cfr

semmai di eterosessuali.

 

Deve essere un piacere psicologico, più che politico, che deriva dalla sensazione

di poter detenere un potere, che di fatto però non si ha

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