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Se parliamo di "poetica".. CHE DUE PALLE lui e sto nido del cazzo!!!

[al netto di tutte le analisi di critica letteraria: parlo solo da lettore che se lo dovette sorbire per un esame di letteratura contemporanea]

 

ma quindi tu hai studiato lettere moderne ? io non ho letteratura contemporanea, ma solo un corso di ''istituzioni di letteratura italiana'' che va da san francesco a d'annunzio.. Poi chi fa lettere moderne il secondo anno deve fare un esame di letteratura contemporanea, che copre tutto il novecento (con autrici femministe, come Alba de cespedes, tanto amate dalla prof)

 

Gozzano sicuramente più piacevole di d'Annunzio..

madò che palle..non fatemici pensare..

tra l'altro devo studiare pure un saggio sulla sua vita :( come se non bastassero le opere

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Edited by Olimpo

 

 

ma quindi tu hai studiato lettere moderne ? i

stamo a parlà del secolo scorso, vecchio ordinamento eccetera.

cmq sì, ho fatto lettere, con un piano di studi -con tesi in storia del cinema- che mi consentirebbe perfino di fare il prof di lettere (classi di insegnamento A50-51-52) .

Poi vabbè, benchè l'idea non m'avesse mai sfiorato, alla fine mi capita di stare dietro a una cattedra per i seminari di critica letteraria al Rossellini (il "liceo" x i mestieri cine-tv) proprio perchè c'ho sti background accademici

stamo a parlà del secolo scorso, vecchio ordinamento eccetera.

cmq sì, ho fatto lettere, con un piano di studi -con tesi in storia del cinema- che mi consentirebbe perfino di fare il prof di lettere (classi di insegnamento A50-51-52) .

Poi vabbè, benchè l'idea non m'avesse mai sfiorato, alla fine mi capita di stare dietro a una cattedra per i seminari di critica letteraria al Rossellini (il "liceo" x i mestieri cine-tv) proprio perchè c'ho sti background accademici

 

Però ti vedevo in un moderno liceo romano...ad insegnare ad adolescenti brufolosi le regole della grammatica :)

 

Comunque mi consola avere i tuoi stessi gusti su d'Annunzio...

:-) Non mi sento ''solo''..

quando certe opere te li impongono come classici pensi che ti debbano piacere per forza, perché altrimenti ''che ci troverebbe la gente di tanto bello?''..

Edited by Olimpo

 

 

Però ti vedevo in un moderno liceo romano...ad insegnare ad adolescenti brufolosi le regole della grammatica :)

che ti ho fatto di male per meritarmi questo???

 

cmq già li terrorizzo abbastanza ai seminari che faccio, fidati!!

-pare mi chiamino il nazi.. e sì, sono spietato sugli orrori che scribacchiano nelle tesine che devono preparare a fine corso- 

Bloodstar

 

 

quando certe opere te li impongono come classici pensi che ti debbano piacere per forza, perché altrimenti ''che ci troverebbe la gente di tanto bello?''..
 

 

quando si parla di classici uno deve necessariamente smettere di ragionare in termini di piacevolezza.

davydenkovic90

Di Gozzano, dato che siamo su gayforum, va per forza citata la poesia:

 

 

 

Le golose

 

Io sono innamorato di tutte le signore

che mangiano le paste nelle confetterie.

 

Signore e signorine –

le dita senza guanto –

scelgon la pasta. Quanto

ritornano bambine!

 

Perché nïun le veda,

volgon le spalle, in fretta,

sollevan la veletta,

divorano la preda.

 

C'è quella che s'informa

pensosa della scelta;

quella che toglie svelta,

né cura tinta e forma.

 

L'una, pur mentre inghiotte,

già pensa al dopo, al poi;

e domina i vassoi

con le pupille ghiotte.

 

un'altra – il dolce crebbe –

muove le disperate

bianchissime al giulebbe

dita confetturate!

 

Un'altra, con bell'arte,

sugge la punta estrema:

invano! ché la crema

esce dall'altra parte!

 

L'una, senz'abbadare

a giovine che adocchi,

divora in pace. Gli occhi

altra solleva, e pare

 

sugga, in supremo annunzio,

non crema e cioccolatte,

ma superliquefatte

parole del D'Annunzio.

 

Fra questi aromi acuti,

strani, commisti troppo

di cedro, di sciroppo,

di creme, di velluti,

 

di essenze parigine,

di mammole, di chiome:

oh! le signore come

ritornano bambine!

 

Perché non m'è concesso –

o legge inopportuna! –

il farmivi da presso,

baciarvi ad una ad una,

 

o belle bocche intatte

di giovani signore,

baciarvi nel sapore

di crema e cioccolatte?

 

Io sono innamorato di tutte le signore

che mangiano le paste nelle confetterie.

 

Guido Gozzano

 

(da Poesie sparse)

 

 

Beh d'Annunzio per mia fortuna sono riuscito a evitarlo all'università, scegliendo fra quelli a scelta un corso dove c'era Manzoni.

 

Bah, gettarsi su Manzoni per scansare D'Annunzio è come gettarsi in un dirupo per scansare una scalinata....


 

 

quando si parla di classici uno deve necessariamente smettere di ragionare in termini di piacevolezza.

 

Ma non dovrebbero essere considerati classici proprio perché piacciono (quasi) universalmente?

 

 

Ma non dovrebbero essere considerati classici proprio perché piacciono (quasi) universalmente?

 

vedo i classici (mi stanno insegnando a vedere i classici) come qualcosa di significativo e influente che riesce, magari anche  per ragioni diverse da quelle originali, a rimanere tale a distanza di tempo. 

L'aspetto della piacevolezza cade in secondo piano, è una condizione quasi accessoria. 

Dante, ad esempio, divenne un classico (Il classico) piacendo a pochi, ma anche chi non lo apprezzava per nulla ne dibatteva e ne era di rimando influenzato.

 

D'Annunzio, non tanto per la bellezza di quel che ha scritto, ma per quello che ha fatto e per l'eco e l'influenza positia e negativa (citiamo anche solo Gozzano) che ha avuto, nom possiamo non considerarlo un classico. Magari un classico provinciale e coi piedi d'argilla, ecco.

L'aspetto della piacevolezza cade in secondo piano, è una condizione quasi accessoria.

 

Il verbo piacere (a qualcuno) ha un significato più vasto del sostantivo piacevolezza, che pure deriva da quello, ma che è sostanzialmente limitato, nell'uso comune, ad un edonismo "leggiero".

 

Infatti il latino classicus, cioè appartenente ad una classe superiore, eletta, rende il greco egkekrimenos, scelto, stimato, eletto e quindi le ragioni per cui un autore è classico trascendono la semplice piacevolezza:

è classico colui che è  stimato eccellente nel suo genere produttivo (poetico) e dunque perciò piace a chi apprezzi quel genere, anche se non è un genere con contenuti piacevoli in senso strettamente edonistico, come ad esempio la tragedia, che ordinariamente tratta casi luttuosi e funesti.

Edited by Mario1944

Bah, gettarsi su Manzoni per scansare D'Annunzio è come gettarsi in un dirupo per scansare una scalinata....

 

 

Anche Manzoni non è leggerissimo, però rispetto alle superiori dove siamo stati obbligati a farlo, a distanza di qualche anno l'ho rivalutato parecchio. Uno dei due moduli del corso, era incentrato solo sui Promessi Sposi. Ma non tanto sulla storia in se, da sapere ovvio, quanto sull'analisi evolutiva e il comportamento dei singoli personaggi nel romanzo.

in realtà il canone letterario, cioè gli autori che si studiano oggi a scuola (e anche il modo in cui si studiano), fu inventato da De Sanctis, che ha dato il via a tutti una serie di manuali di letteratura italiana dall'impronta idealistico-romantica. Gli autori scelti dunque incarnavano ai suoi occhi un certo valore storico, erano rappresentativi di una società e di una certa mentalità, perché la letteratura, per il de sanctis, che era uno storicista, è essenzialmente riflesso della storia.

Per quanto riguarda la letteratura del novecento non so quali criteri precisi abbiano portato alla scelta di certi autori.

 

Quindi mi sento di confutare l'idea di classico come qualcosa di piacevole universalmente.. Classico è un autore che è stato selezionato, in modo arbitrario, da certi storici della letteratura perché venisse studiato nelle scuole. E sulla scelta degli autori pesano soprattutto ragioni ideologiche.

Edited by Olimpo

 

 

lassico è un autore che è stato selezionato, in modo arbitrario, da certi storici della letteratura perché venisse studiato nelle scuole. E sulla scelta degli autori pesano soprattutto ragioni ideologiche.

 

ti contesto due cose:

- I canoni letterari non si costruiscono solo per fini pedagogici. 

- I canoni letterari non li fanno solo gli storici della letteratura, anzi.

 

Guardati come Boiardo, Pulci e Poliziano sono usciti (non sono mai entrati, veramente) dal nostro paradigma di classici.

 

 

Classico è un autore che è stato selezionato, in modo arbitrario, da certi storici della letteratura perché venisse studiato nelle scuole. E sulla scelta degli autori pesano soprattutto ragioni ideologiche.

nì..

nel senso:

ok, De Santis (CRITICO letterario, non storico della letteratura!)  aveva un'impronta idealistico-nazionale;

e per il nuovo Regno il suo lavoro è stato importante, per darsi quel retroterra culturale condiviso che non era così diffuso.

 

Quanto alla definizione di Classico, la tua mi pare un po' forzata:

di solito viene considerato tale l'autore che ha influenzato, condizionato o saputo leggere attentamente la realtà del suo tempo.

E ovviamente per far questo ci deve essere quel minimo di lasso storico che aiuti a vedere in cosa la sua opera abbia influenzato, modificato o rappresentato la cultura & la società

Hinzelmann

Dire che D'Annunzio è provinciale secondo me non si può

 

Ebbe un notevole successo internazionale, all'epoca

 

E' un autore studiato in Francia ( vuoi per Debussy, vuoi

per il teatro )

 

Semmai direi sia molto legato alla sua epoca, ma ai suoi

tempi piacque molto all'estero e comunque è stato studiato

anche dopo ( certo ai Francesi piacque pure quell'omofobo

di Malaparte...)

 

 

Anche Manzoni non è leggerissimo, però rispetto alle superiori dove siamo stati obbligati a farlo, a distanza di qualche anno l'ho rivalutato parecchio

 

De gustibus.....

Comunque per me il Manzoni cattolico è insopportabile:

meglio allora D'Annunzio o lo stesso Manzoni neoclassico, prima della conversione, che peraltro è scarsino rispetto ad altri neoclassici come il Foscolo.

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