Rotwang Posted May 15, 2017 Share Posted May 15, 2017 (edited) Corriere della Sera Tiziana Pisati Vedova e senza figli. Ottant’anni e ancora in gamba. Ma troppo sola nel grande appartamento in centro a Bologna. Dall’altra parte una giovane con un figlio piccolo, anche lei sola. Finalmente si è liberata dall’oppressione di un compagno violento, ma deve conciliare il ruolo di mamma con un lavoro che non può permettersi di perdere. Per entrambe l’ideale sarebbe potersi scambiare aiuto nella vita di tutti i giorni o, ancor meglio, coabitare. Un sogno che sta diventando realtà per tante persone, come provano più di 200 esperienze di coabitazione messe in atto in questi ultimi anni in Toscana col progetto “Abitare Solidale” di Auser-Firenze, una trovata geniale che induce a convivere persone a rischio marginalità sociale attraverso un patto abitativo che al posto del contratto d’affitto prevede uno scambio di aiuto. La combinazione si è rivelata talmente efficace (più di 480 le persone coinvolte) che ora vogliono adottarla anche i “cugini” Auser del capoluogo emiliano. «Da noi – sottolinea il direttore Auser Bologna, Luigi Pasquali – sono tantissime le case grandi dove vivono persone sole, in genere ancora con un buon livello di autonomia, ma ci sono pure tanti cittadini senza una casa perché l’hanno persa o non possono permettersela». Il tema dell’emergenza abitativa a Bologna è particolarmente drammatico. «Non pretendiamo di risolverlo. Ci preme riattivare relazioni sociali, costruire la motivazione dello stare assieme, contribuire a rigenerare la qualità della vita delle persone e della comunità. Dell’esperienza fiorentina ci ha colpito l’attenzione alle fragilità delle persone che punta sul sostegno vicendevole valorizzando le risorse di ciascun convivente». UN MODELLO PER TUTTA ITALIA Come valutare, caso per caso, quali persone far incontrare? Come raggiungerle? «Stiamo chiedendo aiuto alle associazioni di volontariato, che detengono un patrimonio importantissimo: il rapporto di fiducia con la gente, con i loro assistiti; sono l’antenna sui bisogni del territorio, possono metterci in contatto coi potenziali conviventi, prepararli alla coabitazione. Col Centro servizi per il volontariato Volabo abbiamo ha già raccolto una ventina di adesioni».«Stiamo chiedendo aiuto alle associazioni di volontariato, che detengono un patrimonio importantissimo: il rapporto di fiducia con la gente, con i loro assistiti; sono l’antenna sui bisogni del territorio, possono metterci in contatto coi potenziali conviventi, prepararli alla coabitazione. Col Centro servizi per il volontariato Volabo abbiamo ha già raccolto una ventina di adesioni». Intanto a Firenze continuano ad arrivare richieste anche da altre sezioni Auser d’Italia che vogliono importare il modello. «Noi – dice Gabriele Danesi, coordinatore del progetto “Auser-Abitare Solidale” – siamo pronti a sostenerle andando sul posto per fare formazione». Sottolinea l’importanza di fare rete e, con legittimo orgoglio, che sia un soggetto privato a fare da traino al Pubblico. Si inizia a correre ai ripari da una società divenuta troppo individualista e che ci ha fatto diventare troppo soli? Edited May 15, 2017 by Rotwang Quote Link to comment Share on other sites More sharing options...
marco7 Posted May 15, 2017 Share Posted May 15, 2017 In svizzera ci sono parecchi progetti di anziani che ospitano gratis degli studenti in cambio di aiuto per pulizia, spesa o compagnia. Importante e' che l'anziano abbia la testa a posto e che non soffra di demenza altrimenti non funziona. Quote Link to comment Share on other sites More sharing options...
Capricorno57 Posted May 15, 2017 Share Posted May 15, 2017 Penso che sia una buona soluzione temporanea. Conosco 2 gay che coabitano da 2 anni per dividere le spese, senza alcuna altra implicazione. Quote Link to comment Share on other sites More sharing options...
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