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Esiste secondo voi la distinzione tra lavori di serie A e lavori di serie B?


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Molto spesso mi sono posto questa domanda e in passato c'erano alcuni lavori che STUPIDAMENTE e sottolineo STUPIDAMENTE ho sempre considerato di serie B.  Sinceramente ora non la penso più così (grazie al cielo).

 

I lavori di serie B per me erano tipo : fornaio, barista, donna delle pulizie, cameriere, autista, operatore socio sanitario, gente che lavora con le fogne, meccanico, bidella, contadino, operaio. Insomma i lavori in cui ti sporchi le mani e i lavori al servizio degli altri in cui sei pagato di meno e che per farli non occorrano anni di studio. 

 

Mentre i lavori di serie A da me considerati erano tipo: dottore, magistrato, giudice, notaio, cuoco, giornalista, professore ecc. ecc.

Insomma lavori in cui si è sempre al servizio di altri ma in cui sei in giacca e cravatta e divisa e/ o dietro una scrivania.

 

Sì, è una distinzione stupida che facevo anni fa ma vorrei sapere se realmente qualcuno la pensi ancora così e quali siano le sue motivazioni e distinzione tra lavori di serie A e lavori di serie B.

Edited by PiNKs

Non considero nessun lavoro di serie B, a meno che non sia un lavoro di ripiego, che si odia ma si è costretti a fare.

Quindi, in questa mia ottica, per uno che non vuole fare una madonna, non ha ambizioni di arricchirsi e vuole tempo libero, il bidello (per dire) è un lavoro di serie A+.

Se invece finisci a fare l'ingegnere chimico, ma te odi la chimica e gli impianti, nonostante lo stipendio, magari anche lauto, quello sraà un lavoro irrimediabilmente di serie B.

 

Nota il pessimismo di fondo dietro questa visione.

Edited by Bloodstar

Per me esistono eccome i lavori di serie B e ne fanno parte tutte quelle "professioni" che non portano a nulla di produttivo.

 

Esempio : il venditore di penne o quadretti per strada . Ti vende un prodotto in cambio di denaro ma lo fa in modo truffaldino.

 

Altro esempio : l'operatore di call center outbound . Ne ho fatto parte pure io, e posso dire che si tratta di un modo per racimolare qualche soldo consapevoli di non offrire qualcosa di utile ma spesso operando solo per il proprio scarso profitto .

Pinkie non saprei che risponderti perché sono assolutamente ed integralmente d'accordo con te. Al limite, volendo proprio pignolare, quelli che per me erano  lavori di serie B eran quelli di Liala, di Carolina Invernizio per non parlare della nobile arte del fotoromanzo. Poi però dovetti ben realizzare che il nick "Liala" non era farina del sacco di Liala ma frutto di una scelta di Gabriele D'Annunzio. Ed allora lì possono presentarsi  pensieri consecutivi.

Cosa sia un bel lavoro e' soggettivo. A uno piace un lavoro a contatto con la gente ad esempio mentre a un altro piace un lavoro da fare in solitario.

 

Quel che alla fine distingue i lavori e' la busta paga. Purtroppo oggi si scelgono spesso i lavori in base a quel che si guadagna in quella categoria e non in base agli interessi o ai piaceri personali e poi la gente e' frustrata perche' passa la giornata a fare un lavoro che non le piace.

 

Se a fare le pulizie si guadagnasse benissimo succederebbe che molti aspirerebbero a fare quel lavoro anche se a pochi piace pulire.

Cosa sia un bel lavoro e' soggettivo. A uno piace un lavoro a contatto con la gente ad esempio mentre a un altro piace un lavoro da fare in solitario.

 

Quel che alla fine distingue i lavori e' la busta paga. Purtroppo oggi si scelgono spesso i lavori in base a quel che si guadagna in quella categoria e non in base agli interessi o ai piaceri personali e poi la gente e' frustrata perche' passa la giornata a fare un lavoro che non le piace.

 

Se a fare le pulizie si guadagnasse benissimo succederebbe che molti aspirerebbero a fare quel lavoro anche se a pochi piace pulire.

Ahi ahi ahi. Prevedo inondazioni. Ma proviamo che tanto. Dunque vediamo marco. Nessuno dubita che l'atteggiamento economico sia da sempre uno dei più importanti ad averci guidato ci mancherebbe ma, per adesso, direi, transeat perché mi pare che la cosa potrebbe farci deviare. Riprenderei invece dal fatto che, a parte scrittrici più o meno di serie B come Liala, Carolina Invernizio e compagnia varia che potrebbero ben avere svolto il loro lavoro come lavoro piacevole, giocoso, gratificante, dovendo considerare tanto il gioco quanto il lavoro per il loro comun denominatore di  attività, tra queste due definizioni sembra tuttavia presentarsi una curiosa dicotomia: pur essendo incontestabilmente entrambe attività, mentre è possibile ritenere di proseguire a lungo un lavoro noioso e non gratificante, la definizione di "gioco noioso" sembra quasi un ossimoro perché un gioco, se è/diventa noioso, semplicemente non lo si fa lo si smette subito. Ed allora, secondo voi, pur essendo il gioco ed il lavoro entrambe attività, qual è la differenza  tra le due?

un lavoro noioso ma di seria A consente di divertirsi ancor di più nel tempo libero.. 

Giustissimo rilievo Edo ma la domanda me la eludi :sorriso:

 

Corollario: questo tempo è libero per cosa? :sorriso:

Edited by agis
Capricorno57

 

 

questo tempo è libero per cosa?

ah certamente per giocare a quello che piace (a me)

 

lavorare è essere un ingranaggio della società, per giocare si può stare in folle..   

Fuochino Edo è quello che ho pensato per molti anni anch'io. Però poi non mi riusciva appunto di fare a meno di pensare al comun denominatore: al fatto che lavoro e gioco fossero entrambe inequivocabilmente attività ed al fatto che, in fin dei conti, a queste attività, in termini generali, finché siam vivi non c'è scampo. Non foss'altro per il fatto di dover respirare di quel respirare che, rimanesse l'ultima cosa, potrebbe finalmente ricapitar d'accorgersi.

Il fatto e': la giornata ha 24 ore.

 

8 al lavoro, 8 a dormire, il resto e' tempo libero ma bisogna detrarre tempo a lavarsi, a mangiare, sul tragitto casa-lavoro, a cucinare, a pulire casa,...

 

Quanto tempo libero resta in una giornata ?

 

E' piu' importante passare bene il tempo al lavoro (8 ore) o il tempo libero dopo il lavoro (quante ore ?) ?

Edited by marco7
Capricorno57

certo, tutto è attività, vita. Di questo si sta parlando.

Ma da qui in poi Ti perdo.   

 

 

Non foss'altro per il fatto di dover respirare di quel respirare che, rimanesse l'ultima cosa, potrebbe finalmente ricapitar d'accorgersi.
  

smack.. 

certo, tutto è attività, vita. Di questo si sta parlando.

Ma da qui in poi Ti perdo.   

 

 

  

smack.. 

Hai ragione sono troppo criptico, Ma anche il respirare, accorgendosene, può diventare un'attività. Un'attività giocosa nel caso ci producessimo, ad esempio,  in esercizi di respirazione yoga, mindfulness ecc. Tristemente e penosamente  lavorativa se dovessimo forzare il respiro per combattere la fame d'aria di un'angina pectoris, di un infarto o, semplicemente, per uno sforzo ormai eccessivo legato alle nostre declinanti condizioni fisiche. Insomma Edo si rigiri la frittata come si vuole mi sembrava un bel problema capire questa cosa e, come a suo tempo Galileo, mi sembrava di aggirarmi vanamente per un oscuro laberinto. Poi però mi sovvenne una semplice riflessione: se tanto il lavoro quanto il gioco sono attività, le attività hanno per lo più una caratteristica comune. Sono solite produrre risultati.

Beh certo che ci sono.

 

I lavori di serie A sono quelli virili come l'operaio, il bracciante agricolo, il  boscaiolo o il pescatore.

I lavori di serie B sono quelli maschili, ma bisognosi di una divisa per dimostrarlo come il pompiere, il soldato e il rugbysta

Il lavori di serie C sono quelli maschili solo grazie alla loro divisa come l'infermiere, il manager, l'avvocato (o qualunque altro lavoro con giacca e cravatta) o il calciatore 

I lavori di serie D sono quelli "maschili" in quanto in grado di mantenere una moglie e un ragazzo come l'imprenditore o il professore universitario

I lavori di serie E sono quelli in grado di mantere un paio di ragazzi, ma non molto maschili come l'architetto, il regista, l'arredatore, il cantante

I lavori di serie F sono quelli in grado di mantenere solo un ragazzo come un buon impiegato o il modesto bottegaio

I lavori di serie G sono quelli in grado di mantenere solo un ragazzo, ma non molto maschili come il parrucchiere o il truccatore non molto ricco (se è ricco, è di serie E)

I lavori di serie H sono i lavori umili senza essere virili come l'operatore ecologico, il cassiere, l'umile impiegato o il prete

I lavori di serie I sono i lavori umili e per nulla maschili come lo sciampista, il badante o il lavapiatti

 Poi però mi sovvenne una semplice riflessione: se tanto il lavoro quanto il gioco sono attività, le attività hanno per lo più una caratteristica comune. Sono solite produrre risultati.

E quindi cominciai a domandarmi se, essendo il comune statuto di attività un fattore unificante, non si potesse andare a cercare proprio in questi risultati il fattore differenziante.

Quiescent93

Non è il tipo di lavoro a qualificarlo come di serie A o di serie B ma il modo in cui esso viene svolto. Un operatore ecologico che ha premura di pulire ogni angolo della strada e svolge con passione il proprio lavoro io lo considero un lavoratore di serie A, perché contribuisce positivamente alla comunità. Un docente che non sa spiegare e si presenta solo per percepire il suo stipendio senza lasciare nulla allo studente, invece, è decisamente un lavoratore di serie B, perché è evidente che non svolga il suo lavoro con passione.

 

Indipendentemente dal lavoro che si è scelto o che la società, per determinate contingenze, ci ha imposto dovrebbe sempre essere trattato con la massima dignità. Se tutti la pensassimo così vivremmo in un paese migliore. Perché io trovo pari dignità nel docente universitario che ha premura di far capire allo studente ció che spiega così come nella signora delle pulizie che mi fa trovare il bagno pulito quando ne ho bisogno. Il lavoro non deve essere inteso come una punizione o come qualcosa del quale non dovremmo vedere l'ora di liberarci perché quando torneremo a casa potremo finalmente fare ciò che ci piace. Io non ho ancora iniziato a lavorare e la sola idea di dover passare anni e anni di contributi da versare svolgendo un lavoro che non mi appaga mi fa accapponare la pelle.

Edited by Quiescent93

Non è il tipo di lavoro a qualificarlo come di serie A o di serie B ma il modo in cui esso viene svolto. Un operatore ecologico che ha premura di pulire ogni angolo della strada e svolge con passione il proprio lavoro io lo considero un lavoratore di serie A, perché contribuisce positivamente alla comunità. Un docente che non sa spiegare e si presenta solo per percepire il suo stipendio senza lasciare nulla allo studente, invece, è decisamente un lavoratore di serie B, perché è evidente che non svolga il suo lavoro con passione.

 

Indipendentemente dal lavoro che si è scelto o che la società, per determinate contingenze, ci ha imposto dovrebbe sempre essere trattato con la massima dignità. Se tutti la pensassimo così vivremmo in un paese migliore. Perché io trovo pari dignità nel docente universitario che ha premura di far capire allo studente ció che spiega così come nella signora delle pulizie che mi fa trovare il bagno pulito quando ne ho bisogno. Il lavoro non deve essere inteso come una punizione o come qualcosa del quale non dovremmo vedere l'ora di liberarci perché quando torneremo a casa potremo finalmente fare ciò che ci piace. Io non ho ancora iniziato a lavorare e la sola idea di dover passare anni e anni di contributi da versare svolgendo un lavoro che non mi appaga mi fa accapponare la pelle.

Giusto corvetto : O ) ***  e, visto che, a differenza di te che voli alto,  io son molto terra a terra, alla fine arrivai a darmi una spiegazione molto semplice e forse anche semplicistica. Mi parve che, quando giochiamo, i risultati della nostra attività rimangano in  qualche  modo connessi, congiunti al nostro soggetto operante senza dover essere associati ad alcunché mentre, quando lavoriamo, vengano disgiunti per essere riassociati ad altro. Questo "altro" è rappresentato, molto spesso anche se non sempre, da un atteggiamento di tipo economico. Quindi, per tentare di riprendere le redini del ragionamento, sia te che pinkie mi pare abbiate ragione. Il lavoro è lavoro ed il gioco è gioco e mi sembrerebbero fatti nel modo in cui li ho descritti. Definirli di serie A o di serie B rappresenta un'aggiunta consecutivamente possibile ma, tutto sommato, inutile, ridondante ed inutilmente moralistica. Al limite potremmo dire, a prescindere dal tipo di lavoro, beato chi riesce a lavorar giocando cioè chi riesce  comunque ad operare le proprie attività senza disgiungerle da sé ma, al tempo stesso, cogliendo  i frutti di una sempre possibile e proficua disgiunzione :sorriso:

 

Edited by agis
Quiescent93

Giusto corvetto : O ) ***  e, visto che, a differenza di te che voli alto,  io son molto terra a terra, alla fine arrivai a darmi una spiegazione molto semplice e forse anche semplicistica. Mi parve che, quando giochiamo, i risultati della nostra attività rimangano in  qualche  modo connessi, congiunti al nostro soggetto operante senza dover essere associati ad alcunché mentre, quando lavoriamo, vengano disgiunti per essere riassociati ad altro. Questo "altro" è rappresentato, molto spesso anche se non sempre, da un atteggiamento di tipo economico. Quindi, per tentare di riprendere le redini del ragionamento, sia te che pinkie mi pare abbiate ragione. Il lavoro è lavoro ed il gioco è gioco e mi sembrerebbero fatti nel modo in cui li ho descritti. Definirli di serie A o di serie B rappresenta un aggiunta consecutivamente possibile ma, tutto sommato, inutile, ridondante ed inutilmente moralistica. Al limite potremmo dire, a prescindere dal tipo di lavoro, beato chi riesce a lavorar giocando cioè chi riesce  comunque ad operare le proprie attività senza disgiungerle da sé ma, al tempo stesso, cogliendo  i frutti di una sempre possibile e proficua disgiunzione :sorriso:

 

L'amica talpa, nonostante terra terra, ha esternato il concetto in maniera più che esaustiva. Beato chi lavora e ama quello che fa al punto da non farselo pesare!

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