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Le parole asteriscate in fondo


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Probabilmente sono alquanto late to the party a chiederlo, se ne avrà già discusso in lungo e in largo anche perché ne vedo spesso fare uso su altri siti...

 

...Ma qualcuno di grazia potrebbe spiegarmi il senso di asteriscare le parole in fondo? Tipo lo scrivere "ciao ragazz*" ?  :hm:

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https://www.gay-forum.it/topic/35008-le-parole-asteriscate-in-fondo/
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Un impiego dell’asterisco che ha preso piede negli ultimi anni è quello legato alla volontà di evitare il cosiddetto uso “sessista” della lingua. Con soluzioni come car* tutt* si intende evitare l’uso del maschile generalizzato previsto dalla norma grammaticale (cari tutti riferito a donne e uomini), ma anche la dicotomia di genere implicita in una frase come care tutte e cari tutti

 

Videolettera di Nichi a* ragazz* del 9 aprile (www.sinistraecologialiberta.it)

 

Tale soluzione sembra derivare dall’impiego dell’asterisco come “carattere jolly” tipico dei sistemi informatizzati di ricerca.

 

http://www.treccani.it/enciclopedia/asterisco_(La-grammatica-italiana)/

Un politicamente corretto che non uso e che anzi mi provoca abbastanza fastidio da leggere . Ognuno ha le proprie ragioni, c'è chi dice che al maschile ci si riferisca per "uomo" come "essere umano", c'è chi pensa siano concetti vecchi e superati .

 

Meno leggo asterischi, meglio sto .

Le uso in alcuni contesti virtuali (ad esempio in un gruppo Fb di cui fanno parte persone che si riconosco in identità varie per cui quando scrivo qualcosa di solito utilizzo "Ciao a tutt*)

Ma quindi è un uso che ha senso solo in contesti online LGBT collegati all'identità di genere ?

 

 

Un politicamente corretto che non uso e che anzi mi provoca abbastanza fastidio da leggere

Eh capisco, per me è come se spezzasse lo scorrere della lettura, ma del resto se viene usato per non mancare di rispetto ad alcune persone...

 

Edit: typo

Edited by Duma

 

 

Ma quindi è un uso che ha senso solo in contesti online LGBT collegati all'identità di genere ?
Be', di sicuro non puoi usarlo nel parlato, no?

A me sta incredibilmente sulle balle perché scorgo negli argomenti a suo supporto un'ispirazione decostruzionista. E io detesto il decostruzionismo. 

Sembra quasi un controsenso proprio per questo, FF.

Se di persona è un artifizio che non può essere usato, il problema etico da cui origina si può risolvere soltanto con la parola scritta, quindi è una cosa "a metà".

Boh.

Per questo dico che secondo me si richiama al decostruzionismo. Presuppone un inversione del rapporto gerarchico fra discorso parlato e testo scritto; non possiamo pronunciarlo ma possiamo scriverlo quindi è ok perché in realtà il linguaggio orale è un'espressone dittatoriale di potere e le parole sono gabbie è blabla bla Derrida ciarle ciarle ciarle Foucault blat blat blat...

SerialHenry

Non ti so rispondere, ma ad esempio quando mi rivolgo ad una "platea" virtuale che so essere composta di persone che vanno dal ragazzo gay, alle persone genderfluid, alla persone transessuali, o che si riconoscono come non-binarie ecc... uso le forme "ciao ragazz*" et similia

I napoletani usano gli asterischi a fine parola nel parlato. Asterisco che poi in fonetica sarebbe lo schwa /ə/, suono vocalico neutro e indefinito.

 

Piuttosto che l'asterisco metterei un apostrofo di troncamento se proprio necessario, è certamente più gradevole a vedersi e più corretto dal punto di vista grammaticale.

Quindi: "Ciao ragazz', state tutt' bene?"

 

Fermo restando che l'uso del maschile plurale ha carattere universale e niente di intrinsecamente sessista, quindi bisognerebbe farselo bastare.

Edited by Uncanny

Dipende da quanto è marcato l'accento, ma di solito in entrambi. Invece della vocale finale di qualsiasi parola si emette un suono indefinito che è appunto lo schwa.

Can confirm, ho due amici della provincia di Napoli che parlano troncando spesso la lettera finale della parola. Simpatico. ;)

 

 

Un impiego dell’asterisco che ha preso piede negli ultimi anni è quello legato alla volontà di evitare il cosiddetto uso “sessista” della lingua.

 

Evidentemente la volontà d'evitare l'uso sessista della lingua vale solo per quella scritta, perché nel parlato dubito che si pronunzi "signorasterisco" o "ragazzasterisco" ;-)

 

E comunque rimane sempre il problema dei nomi solo maschili o solo femminili:

diremo  "pontefica" e "sentinello" od in questi casi siamo graziati dall'orrore linguistico?

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