Jump to content

Interessi privati vs vita lavorativa


Beppe_89

Recommended Posts

Raga, so che mi risponderete in pochi perché da voi è estate ed avrete sicuramente di meglio da fare. Ma apro lo stesso il topic per sapere la vostra.

Dunque la questione è la seguente:

sto notando in modo sempre più evidente un certo "scollamento", una certa "incongruenza" tra il mio lavoro e la mia vita privata. 

Mi spiego meglio; sono un graphic designer per una società che fornisce "soluzioni architettoniche".. quindi lavoro a contatto con studi architettonici, interior designers, curatori d'arte ecc. 

Il problema è che io non mi sento parte di quel mondo. Mi piace il mio lavoro, è figo e tutto.. però sento che il mio stile di vita in un certo senso mi rende "inadeguato" alle persone che frequento per lavoro.

Se devo scegliere tra passare la serata a guardare "The secret life of pets" sul divano mentre @Almadel mi fa le coccole o andare ad una festa a tema a ballare lo swing.. scelgo la prima senza nemmeno realmente pormi la domanda. Se devo scegliere tra gocare a trivial pursuit con qualche amico o andare in discoteca preferisco la prima.. ecc. 

I miei colleghi, e le persone che frequento sono l'esatto opposto. Sono sempre a feste, eventi.. hanno connessioni sociali in ogni parte del globo. 

Io mi sento un po' un pesce fuor d'acqua... e temo che alla lunga questo possa incidere sul mio rendimento a lavoro.

Il mio lavoro mi piace, però non volgio cambiare solo per poter stare al passo con le persone che frequento. Dovrei forzarmi e modificare il mio stile di vita privata (ammesso che ci riesca) a beneficio del mio lavoro o no?

 

 

 

 

 

 

Link to comment
Share on other sites

Nella vita privata ciascuno può fare quello che gli pare e non è tenuto a seguire né l'andazzo dei colleghi né quello del gruppo sociale in cui vive.

Certamente una vita di molteplici relazioni esterne al lavoro può essere utile per il lavoro stesso:

si conoscono possibili collaboratori, possibili clienti, possibili datori di lavoro diversi da quelli presenti e ci si fa conoscere.

Ma è anche vero che il presenzialismo esagerato, oltre che essere dispersivo, può essere fonte di affaticamento che potrebbe avere effetti rovinosi sull'attività di lavoro.

Come in tutte le cose, la virtù sta nel mezzo e comunque, ai fini della carriera lavorativa, meglio distinguersi per la bravura e l'affidabilità nel proprio lavoro, che per la capacità di saltare di festa in festa o di evento in evento.....

 

Link to comment
Share on other sites

27 minutes ago, Mario1944 said:

si conoscono possibili collaboratori, possibili clienti, possibili datori di lavoro diversi da quelli presenti e ci si fa conoscere.

esatto.. è questo il nodo della questione.

Io non sono invidioso dei miei colleghi festaioli e non vorrei essere come loro (perché non mi interessa) però noto che il loro "essere festaioli" li avvantaggia su lavoro anche se in realtà sono meno competenti di me (a volte mi chiedo come alcuni di loro possano essere stati assunti). 

Perché alle feste incontri gente che magari poi vuole collaborare con te o ti dice di progetti nuovi che tu poi puoi riferire al capo. Puoi farti una rete di conoscenze che ti possono tornare utili. 

 Quindi boh, la conclusione è che devo farlo anche io. 

Link to comment
Share on other sites

il pezzo di carta vale niente rispetto all'aver stretto una mano e aver scambiato due parole dal vivo, nessun colloquio sarà di valore quanto un incontro brillante mentre tutti si divertono.

ci sono lavori, come ho dovuto imparare anche io, che si alimentano del passaparola generato durante questi eventi, perché nessuno verrà a chiamarti dopo che il tuo incarico attuale finisce basandosi unicamente sul curriculum. un bel sorriso e una presentazione sciolta sono le cose di cui un potenziale datore di lavoro si ricorderà al momento opportuno (più delle competenze come infatti hai notato anche tu) oppure grazie a certi contatti saprai prima degli altri dove si libera un posto.

perciò fai quello che facciamo tutti: stampati un sorriso in faccia, metti qualcosa di carino e allarga le narici a comando. altrimenti resta sul divano ma preparati ad andare a lavorare da zara. 

Link to comment
Share on other sites

Eh, caro Beppone, storia vecchia come il mondo. Non so cosa consigliarti. Posso raccontarti la mia esperienza. Io ci sono passato, e credevo che la sbrilluccicanza del "tempo libero del professionista" potesse essere una cosa fattibile e piacevole. Poi l'ho indagata e vissuta a fondo, ho notato che la sbrilluccicanza era 90% apparente, ho notato che non era nemmeno vero tempo libero ma lavoro a tutti gli effetti, ho osservato le conseguenze implicite e profonde che ciò aveva sulle vite dei miei amici, l'invasività totalitaria dei capi, l'isolamento e l'assenza di alternative che i colleghi si creavano pur di seguire quel modello di comportamento e di vita.

Non ho visto nessuna strada di compromesso realmente percorribile: per breve tempo ho cercato di crearmi delle vie di mezzo ma poi ho capito che, visto l'ambiente che mi circondava, sarebbero state solo illusioni temporanee, l'aut-aut era prendere o lasciare e non sarebbe stato tollerato nessun tentativo di modificare le regole del gioco.

Alla fine ho deciso che era del tutto incompatibile con i miei valori personali e anche con il mio carattere, il mio fisico e le mie priorità, e tale conclusione me l'ha segnalata il mio corpo ben prima che io decidessi.

Edit: il punto è che in determinati ambiti uno è disposto ad adeguarsi a certi tipi di meccanismi, in altri no. La differenza la fa l'interesse profondo che hai per il tuo settore di lavoro, è quello che ti spinge a introiettare certi comportamenti "di categoria" come dati di fatto naturali, da curare con la dovuta accortezza.

Edited by Sampei
tener conto della risposta di RPOST
Link to comment
Share on other sites

Quindi il massimo che potrei consigliarti è di indagare su quella frase che metti lì in maniera un po' troppo sbrigativa "mi piace il mio lavoro, è figo e tutto", perché potrebbe nascondere diverse prospettive.

[Mi spiace scrivere un doppio post ma nel nuovo sistema ci sono tipo 0,5 secondi di tempo per poter modificare i post!]

Link to comment
Share on other sites

1 hour ago, Mario1944 said:

si conoscono possibili collaboratori, possibili clienti, possibili datori di lavoro diversi da quelli presenti e ci si fa conoscere.

Ma è anche vero che il presenzialismo esagerato, oltre che essere dispersivo, può essere fonte di affaticamento che potrebbe avere effetti rovinosi sull'attività di lavoro.

Come in tutte le cose, la virtù sta nel mezzo

Ora, non che io me ne intenda di architettura, però in diversi settori abbastanza specifici questi discorsi sulla "virtù che sta nel mezzo" non so se si possano più concretizzare, perché al di fuori delle regole comportamentali che giustamente governano ogni professione, la componente "in eccesso" del presenzialismo è divenuta dagli anni '80 in poi uno strumento abbastanza fine a se stesso. Non so esattamente perché, mi azzardo a dire che forse il fine sarebbe di provare a salvaguardare i redditi di lavoro autonomo dall'erosione inarrestabile del saggio di profitto che dura ormai da trent'anni.

Link to comment
Share on other sites

1 hour ago, Beppe_89 said:

Io non sono invidioso dei miei colleghi festaioli e non vorrei essere come loro (perché non mi interessa) però noto che il loro "essere festaioli" li avvantaggia su lavoro anche se in realtà sono meno competenti di me (a volte mi chiedo come alcuni di loro possano essere stati assunti).

In qualsiasi realtà aziendale incontrerai "tecnici" vs. "commerciali"...io, pur non appartenendo ad alcuna delle due categorie, ho naturalmente maggior rispetto per il "tecnico", anche se capisco pure che il "commerciale", utilizzando molto del suo tempo per pubblicizzare l'azienda per cui lavora, fa qualcosa di utile. Io parto dal presupposto che nemmeno il cliente voglia esser tartassato da me o un mio omologo, m'accontenterò di garantirgli un buon servizio in orario di lavoro.

Nello specifico, parlando della tua situazione, in cosa l'essere festaioli avvantaggia i colleghi?

37 minutes ago, Sampei said:

La componente "in eccesso" del presenzialismo è divenuta dagli anni '80 in poi uno strumento abbastanza fine a se stesso. Non so esattamente perché, mi azzardo a dire che forse il fine sarebbe di provare a salvaguardare i redditi di lavoro autonomo dall'erosione inarrestabile del saggio di profitto che dura ormai da trent'anni.

Molto cinico e molto vero; in effetti chi per attitudine o per convenienza rimane nel circolo "della gente che piace" più facilmente di altri cadrà in piedi.

Essendo io, appunto, un po' sociopatico, detesto che funzioni così...insomma, nel mio mondo ideale tutti lavorano in modo rapido ed efficiente, non più di una mezza giornata...e tutto fila come si deve :D

 

Link to comment
Share on other sites

37 minutes ago, schopy said:

Nello specifico, parlando della tua situazione, in cosa l'essere festaioli avvantaggia i colleghi?

Trovano progetti nuovi su cui farsi dare la commissione, hanno idee nuove (anche se sono quasi sempre scopiazzature che hanno sentito in giro, mentre io almeno dico cose frutto del mio cervello). 

E poi boh, ricevono con più facilità proposte per andare a lavorare per altri. 

Comunque io non la prendo sul personale. Nel senso non è che mi stanno sulle palle i colleghi perché sono festaioli mentre a me piace lavorare sodo. Io sono in pace con tutti, semplicemente a volte mi chiedo se non dovrei fare qualche sforzo in più per uscire dal mio consueto modo di agire e pensare e magari trarne qualche beneficio. 

Poi il mio è un lavoro creativo e credo che essere più social mi creerebbe maggiori stimoli che limitarmi a tenermi aggiornato leggendo riviste specializzate, blog, guardando materiale on line ecc. 

Però al contempo noto che quando provo a farlo, capisco molto rapidamante che i fini dell'essere social sono sempre molto autoreferenziali e che finiscono col distrarmi dall'obiettivo iniziale.. come in parte ha detto Sampei. Nel senso che poi finisci sempre col rimanere invischiato in una spirale di rapporti inconcludenti che ti succhiano tempo ed energie ma che non ti portano da nessuna parte. E parlo sempre in relazione al lavoro.. non ai rapporti amicali. Che se no poi mi scrivete che cerco sempre un tornaconto nei rapporti con gli altri. 

 

 

 

Link to comment
Share on other sites

3 hours ago, Beppe_89 said:

o non sono invidioso dei miei colleghi festaioli e non vorrei essere come loro (perché non mi interessa) però noto che il loro "essere festaioli" li avvantaggia su lavoro anche se in realtà sono meno competenti di me (a volte mi chiedo come alcuni di loro possano essere stati assunti). 

Perché alle feste incontri gente che magari poi vuole collaborare con te o ti dice di progetti nuovi che tu poi puoi riferire al capo. Puoi farti una rete di conoscenze che ti possono tornare utili. 

 

Sì, vabbe', ma dipende dalle feste, da chi partecipa, da quanto sono affollate, da quanto uno ci sa fare.....

Non è che sia sufficiente andare ad una festa qualsiasi e neppure essere presentati ad uno che possa essere utile.

In generale direi che sia meglio che ti concentri sull'eccellenza nel tuo lavoro, senza ovviamente trascurare occasioni di conoscenze che però possono essere e normalmente sono estranee ad eventi festaioli.

 

3 hours ago, R.POST said:

il pezzo di carta vale niente rispetto all'aver stretto una mano e aver scambiato due parole dal vivo, nessun colloquio sarà di valore quanto un incontro brillante mentre tutti si divertono.

 

Sì, ma fino ad un certo punto, soprattutto  se il pezzo di carta eccellente corrisponde ad una realtà, ed in ogni caso "l'incontro brillante" è tutto da vedere che si faccia in occasioni festaiole, tanto più se queste siano aperte a tutti o quasi, anche perché ovviamente molti partecipano con lo stesso fine di "aggancio" e quindi si elidono a vicenda, se non hanno ragioni di solido primato.

 

2 hours ago, Sampei said:

questi discorsi sulla "virtù che sta nel mezzo" non so se si possano più concretizzare, perché al di fuori delle regole comportamentali che giustamente governano ogni professione, la componente "in eccesso" del presenzialismo è divenuta dagli anni '80 in poi uno strumento abbastanza fine a se stesso.

Ma se c'è eccesso di presenzialismo, allora la "via di mezzo" dovrebbe essere vieppiù apprezzata.

 

2 hours ago, Sampei said:

Non so esattamente perché, mi azzardo a dire che forse il fine sarebbe di provare a salvaguardare i redditi di lavoro autonomo dall'erosione inarrestabile del saggio di profitto che dura ormai da trent'anni.

Tranquillo che almeno in Italia anche gli tutti altri redditi sono erosi nel "saggio di profitto" ;-)

Comunque questo non mi sembra che c'entri con la questione de quo.

 

 

52 minutes ago, Beppe_89 said:

Nel senso che poi finisci sempre col rimanere invischiato in una spirale di rapporti inconcludenti che ti succhiano tempo ed energie ma che non ti portano da nessuna parte.

Appunto: bisogna anche saperci fare.

Alcuni sanno intrufolarsi per ogni pertugio, altri non entrano neppure per le porte spalancate.

Tenta di essere selettivo nelle partecipazioni, senza forzarti troppo, perché poi si capisce ed ha un brutto effetto apparire come uno è lì per forza e non per piacere.

 

 

Edited by Mario1944
Link to comment
Share on other sites

1 hour ago, Beppe_89 said:

Trovano progetti nuovi su cui farsi dare la commissione, hanno idee nuove (...). 

E poi boh, ricevono con più facilità proposte per andare a lavorare per altri. 

(...)

Poi il mio è un lavoro creativo e credo che essere più social mi creerebbe maggiori stimoli che limitarmi a tenermi aggiornato leggendo riviste specializzate, blog, guardando materiale on line ecc. 

Mi pare tu non sia un tipo ansioso, il che è già una buona cosa.

Io diffido dall'eccesso di stimoli; insomma, non credo che tra creativi il fatto di potersi distinguere proprio perché si evita di rimanere invischiati in questa grande ragnatela social dovrebbe costituire un segno distintivo, o no?

Link to comment
Share on other sites

Dipende, se il tu lavoro è strettamente collegato a girare il globo, andare per feste e pubblicizzarti inizia a farlo, altrimenti stattene a casa col lenzuolo

Link to comment
Share on other sites

2 hours ago, Beppe_89 said:

Io sono in pace con tutti, semplicemente a volte mi chiedo se non dovrei fare qualche sforzo in più per uscire dal mio consueto modo di agire e pensare e magari trarne qualche beneficio

La risposta già la sai, sai che dovresti fare degli sforzi in più per poter trarre dei benefici professionali maggiori etc

Perchè per aver successo nella vita non basta essere "sgobboni" bisogna piacere, sapersi vendere, stringere alleanze o intese etc

2 hours ago, Beppe_89 said:

Che se no poi mi scrivete che cerco sempre un tornaconto nei rapporti con gli altri. 

Beh ma in ambito professionale se non vuoi essere assorbito da dinamiche inconcludenti, deve fingere di essere socievole e leggero

per essere al contempo determinato a stare in un certo luogo per un certo fine e venderti al meglio ( se proprio non è nelle tue corde e non ti riesce altro discorso)

Ovviamente se poi in una di queste occasioni incontri l'uomo della tua vita e ti innamori il discorso cambia, può capitare ma è eventuale

Link to comment
Share on other sites

2 hours ago, Arrhenius said:

Soprattutto dipende se Almadel ci sta o no :/

No, non mi vuole. Non vuole nemmeno farmi le coccole. 

Abbandono il topic con un profondo senso di sconforto nell'animo.

Image result for theatral gif

Adieu 

Edited by Beppe_89
Link to comment
Share on other sites

20 hours ago, R.POST said:

il pezzo di carta vale niente rispetto all'aver stretto una mano e aver scambiato due parole dal vivo, nessun colloquio sarà di valore quanto un incontro brillante mentre tutti si divertono.

quando Poletti ha detto praticamente lo stesso concetto ("per trovà lavoro è + utile una partita d calcetto che mandà millemila curricola") l'hanno fatto a fettine...

20 hours ago, R.POST said:

stampati un sorriso in faccia, metti qualcosa di carino e allarga le narici a comando

sicuro che poi sarebbero solo le narici, quelle da allargà?

 

Link to comment
Share on other sites

1 hour ago, freedog said:

quando Poletti ha detto praticamente lo stesso concetto ("per trovà lavoro è + utile una partita d calcetto che mandà millemila curricola") l'hanno fatto a fettine...

Vorrei ben vedere...dipendesse dal calcetto i gay sarebbero fritti, ricadrebbero in automatico

fra quei giovani che "è meglio che vadano all'estero piuttosto che averli fra i piedi".

 

Link to comment
Share on other sites

2 hours ago, freedog said:

"per trovà lavoro è + utile una partita d calcetto che mandà millemila curricola"

 

Dipende anche da coloro con cui giochi:

se giochi con altri disoccupati, probabilmente sono meglio i curricula, se giochi con Berlusconi, può essere che ti vada bene, ammesso e non concesso che tu gli piaccia e che in quel momento sia in vena d'assunzioni amicali.

 

Link to comment
Share on other sites

Join the conversation

You can post now and register later. If you have an account, sign in now to post with your account.

Guest
Unfortunately, your content contains terms that we do not allow. Please edit your content to remove the highlighted words below.
Reply to this topic...

×   Pasted as rich text.   Paste as plain text instead

  Only 75 emoji are allowed.

×   Your link has been automatically embedded.   Display as a link instead

×   Your previous content has been restored.   Clear editor

×   You cannot paste images directly. Upload or insert images from URL.

×
×
  • Create New...