bubble1 Posted August 12, 2017 Share Posted August 12, 2017 Voi come considerate questo argomento, spesso usato come scudo dalle persone religiose per sostenere che non condannano l'orientamento omosessuale? Secondo voi è davvero un ragionamento sostenibile?. Quote Link to comment Share on other sites More sharing options...
davydenkovic90 Posted August 12, 2017 Share Posted August 12, 2017 (edited) È solo uno slogan, sulla scia della pecorella smarrita e cazzate varie. La chiesa ingloba volentieri i peccatori, purché le siano devoti, provino sensi di colpa, versino tasse e quant'altro. Poi, forse, è anche un modo astruso per sostenere la tesi che non esistano persone omosessuali ma solo atti omosessuali e chi li compie è solo un eterosessuale temporaneamente malato o posseduto dal demonio che non deve far altro che astenersi, pregare, curarsi e leggere libri di luca di tolve Edited August 12, 2017 by davydenkovic90 Quote Link to comment Share on other sites More sharing options...
Hinzelmann Posted August 12, 2017 Share Posted August 12, 2017 No la condanna per l'orientamento sessuale è totale, è un disordine morale oggettivo, una tendenza o inclinazione ( non usano il termine scientifico orientamento, ma per lo più inclinazione o tendenza o costituzione ) sbagliata Ciò che fanno è essere più indulgenti sul piano del giudizio morale soggettivo, peraltro ci sarebbe da chiarire la questione del divieto del sacerdozio o del voto monastico per gli omosessuali, la scelta della castità e della sublimazione dell'omosessualità è certamente la via che si indica al fedele cattolico, ma solo al fedele. Se quindi il fedele, che sceglie la castità rifiutando relazioni omosessuali ed astenendosi da atti omosessuali, va giudicato con misericordia rispetto a singole cadute e infrazioni ( d'altronde inevitabili visto che si pecca anche solo con il pensiero e la fantasia ) non si può neanche dire che la sublimazione dell'omosessualità equivalga alla sublimazione della eterosessualità. Quote Link to comment Share on other sites More sharing options...
marco7 Posted August 12, 2017 Share Posted August 12, 2017 E' un modo per dire che loro non condannerebbero una categoria di persone ma solo il gesto del fare un peccato. peccato che non si rendono conto che le persone rifanno lo stesso peccato anche se confessato e pentito piu' volte. Se non fosse cosi' dopo essersi confessati 10 volte sarebbe inutile confessarsi di nuovo perche' si e' smesso di peccare. invece no: chi pecca dopo la confessione rifa' i peccati e dunque alla fine e' poco credibile il loro pentimento vero e dunque poco credibile pure la distinzione tra peccato e peccatore. ipocrisia della chiesa. Quote Link to comment Share on other sites More sharing options...
Mario1944 Posted August 12, 2017 Share Posted August 12, 2017 La distinzione tra peccato e peccatore non è certo una novità e peraltro non riguarda solo il peccato di sodomia od in generale i peccati sessuali: si tratta di dottrina direi fondamentale del Cristianesimo almeno nella sua versione fin dalle origini più diffusa, quella detta appunto "cattolica". Si percepisce chiaramente sia nella teoria del peccato originale purgabile col battesimo in forza dei meriti di Cristo sia nella teoria della penitenza e dell'assoluzione dai peccati commessi dopo la nascita in forza della facoltà concessa da Cristo stesso agli apostoli: il peccato è distinto dal peccatore, se vogliamo dir così, in quanto il peccatore può essere assolto dalla colpa del peccato ed anche scontarne la pena virtualmente con opere buone o con intercessione altrui (donde la teoria delle indulgenze per le anime del purgatorio). Peraltro è da notare che ultimamente, in ambito ecclesiastico, non solo apostolico romano, si sta diffondendo la teoria che l'inclinazione omoerotica non sia effetto di scelta e quindi non dia luogo a peccato, ma sia effetto di carenze o difettosità psicologiche e quindi sia una malattia: curiosamente a questa conclusione, che per altro non esclude la possibilità che in alcuni soggetti sia malattia, perché involontaria, ed in altri peccato, perché volontaria, si giunge dopo che la medicina ha escluso che comportamenti omoerotici siano morbosi. Quote Link to comment Share on other sites More sharing options...
davydenkovic90 Posted August 12, 2017 Share Posted August 12, 2017 Mario, confessa: sei un prete? Quote Link to comment Share on other sites More sharing options...
freedog Posted August 12, 2017 Share Posted August 12, 2017 5 hours ago, davydenkovic90 said: Mario, confessa: sei un prete? lo sospetto anch'io da anni. lui però afferma di essere un ateo che si diletta a studiare la retorica del 'nemico' per poi coglierlo in fallo e blastarlo abbondantemente per tutte le sue contraddizioni. al momento sono incerto se sia vero o meno. diciamo che sto sul 50-50 Quote Link to comment Share on other sites More sharing options...
bubble1 Posted August 13, 2017 Author Share Posted August 13, 2017 (edited) Io penso che, alla luce dell'esistenza di un orientamento omosessuale, questa condanna non sia fattibile, a patto di considerare l'orientamento omosessuale stesso negativo. In fondo, non vedrei una ragione specifica per vietarlo se così non fosse. Edited August 13, 2017 by bubble1 Quote Link to comment Share on other sites More sharing options...
conrad65 Posted August 13, 2017 Share Posted August 13, 2017 (edited) On 12/8/2017 at 1:06 PM, Mario1944 said: La distinzione tra peccato e peccatore non è certo una novità e peraltro non riguarda solo il peccato di sodomia od in generale i peccati sessuali: si tratta di dottrina direi fondamentale del Cristianesimo almeno nella sua versione fin dalle origini più diffusa, quella detta appunto "cattolica". ecco qualcuno che conosce la dottrina della Chiesa: aggiungo che la distinzione tra peccato e peccatore fu, fin dalle loro origini nel periodo controriformistico, uno dei cavalli di battaglia dei gesuiti, che ha permesso loro di praticare genti di cultura diversa "confondendosi" con esse e mantenendo un'apertura e, diciamo pure, un'ambiguità, spesso considerata disinvolta, ma funzionale al raggiungimento, con spirito di adattamento e concretezza, di obiettivi di conversione nihil sub sole novi, dato che all'attuale pontefice gesuita viene proprio rinfacciata dagli ambienti conservatori una certa "duttilità" in fatto di dottrina, che porta alle estreme conseguenze proprio la distinzione peccato-peccatore Edited August 13, 2017 by conrad65 Quote Link to comment Share on other sites More sharing options...
Mario1944 Posted August 13, 2017 Share Posted August 13, 2017 (edited) Edited August 13, 2017 by Mario1944 Quote Link to comment Share on other sites More sharing options...
Mario1944 Posted August 13, 2017 Share Posted August 13, 2017 2 hours ago, bubble1 said: Io penso che, alla luce dell'esistenza di un orientamento omosessuale, questa condanna non sia fattibile, a patto di considerare l'orientamento omosessuale stesso negativo. In fondo, non vedrei una ragione specifica per vietarlo se così non fosse. La condanna è fattibile in quanto è fatta.... A parte il dato di fatto, è evidente che la condanna implica un cattivo giudizio dell'orientamento omosessuale ed è proprio questo il fondamento della censura. Comunque questa è una questione diversa rispetto al tema proposto, cioè la cosiddetta distinzione tra peccato e peccatore ed a tal proposito aggiungo un'annotazione. Quella che è un po' rozzamente definita distinzione tra peccato e peccatore, al di là dell'aspetto teorico e dottrinale, che pure ne è il fondamento, ha un aspetto pratico e funzionale che non può essere ignorato: le Chiese cristiane, soprattutto quella cattolica e quella ortodossa, molto meno quelle riformate, traggono la loro autorità morale e quindi anche la loro potenza politica e financo economica, dal loro status di intermediarie tra l'umanità peccatrice e la divinità redentrice; se si lasciasse "appiccicato" indelebilmente al peccatore il peccato, tale funzione verrebbe meno e cadrebbe buona parte della potenza connessa con l'autorità; certo potrebbero rimanere come istitituti magistrali e dottrinali, ma perdendo il nerbo della loro intermediazione. La differenza è evidente nella diversa potenza che hanno, nelle aggregazioni sociali dove sono prevalenti, la Chiesa cattolica romana e quelle ortodosse rispetto alle Chiese riformate: non c'è paragone d'autorità morale e potenza politica ed economica tra le prime e le seconde. Nel caso cattolico romano poi, dove la funzione intermediaria tra dio ed uomo fu sostenuta dall'apparato giuridico del diritto romano e dall'apparato politico della potestà temporale pontificia, si costruì ed è tuttora attiva un'efficacissima "lavanderia degli errori umani" con tutti i benefici del caso per il lavandaio ;-) Quote Link to comment Share on other sites More sharing options...
marco7 Posted August 13, 2017 Share Posted August 13, 2017 dicci se sei un prete Mario1944 e non mentire che è peccato mentire. Quote Link to comment Share on other sites More sharing options...
bubble1 Posted August 13, 2017 Author Share Posted August 13, 2017 3 hours ago, Mario1944 said: La condanna è fattibile in quanto è fatta.... A parte il dato di fatto, è evidente che la condanna implica un cattivo giudizio dell'orientamento omosessuale ed è proprio questo il fondamento della censura. Comunque questa è una questione diversa rispetto al tema proposto, cioè la cosiddetta distinzione tra peccato e peccatore ed a tal proposito aggiungo un'annotazione. Quella che è un po' rozzamente definita distinzione tra peccato e peccatore, al di là dell'aspetto teorico e dottrinale, che pure ne è il fondamento, ha un aspetto pratico e funzionale che non può essere ignorato: le Chiese cristiane, soprattutto quella cattolica e quella ortodossa, molto meno quelle riformate, traggono la loro autorità morale e quindi anche la loro potenza politica e financo economica, dal loro status di intermediarie tra l'umanità peccatrice e la divinità redentrice; se si lasciasse "appiccicato" indelebilmente al peccatore il peccato, tale funzione verrebbe meno e cadrebbe buona parte della potenza connessa con l'autorità; certo potrebbero rimanere come istitituti magistrali e dottrinali, ma perdendo il nerbo della loro intermediazione. La differenza è evidente nella diversa potenza che hanno, nelle aggregazioni sociali dove sono prevalenti, la Chiesa cattolica romana e quelle ortodosse rispetto alle Chiese riformate: non c'è paragone d'autorità morale e potenza politica ed economica tra le prime e le seconde. Nel caso cattolico romano poi, dove la funzione intermediaria tra dio ed uomo fu sostenuta dall'apparato giuridico del diritto romano e dall'appa È fattibile in una prospettiva omofoba, e spesso quindi può tradursi nella critica della scelta della persona di non provare a "cambiare" il suo orientamento, nel considerare l'omosessualità una malattia, quindi davvero questa distinzione tra condanna del peccato e del peccatore è molto sottile, e non penso sia fattibile, nel senso che "non ha senso". Non ricordo adesso qual è filosofa disse che non c'è una reale distinzione tra orientamento(che è comunque una parte di ciò che è la persona) e condanna del comportamento. Mi auguravo che qualcuno potesse rinfrescarmi la memoria. Quote Link to comment Share on other sites More sharing options...
marco7 Posted August 13, 2017 Share Posted August 13, 2017 2 hours ago, Arrhenius said: Conviene credere in Dio perché significherà che dopo potrai andare in Paradiso ... Mica e' sufficiente credere in dio per andare in paradiso. Quote Link to comment Share on other sites More sharing options...
marco7 Posted August 14, 2017 Share Posted August 14, 2017 Nel vangelo (nella parabola del ricco che segue le sacre scritture ma sceglie di non abbandonare le sue ricchezze per seguire gesu come gli apostoli) in pratica viene detto che non e' sufficiente non peccare per andare in paradiso ma ci vuole ben altro. Tu arrhenius la fai un po' facile la via per il paradiso per i credenti. Quote Link to comment Share on other sites More sharing options...
Mario1944 Posted August 14, 2017 Share Posted August 14, 2017 21 hours ago, conrad65 said: la distinzione tra peccato e peccatore fu, fin dalle loro origini nel periodo controriformistico, uno dei cavalli di battaglia dei gesuiti, Sì, anche se comunque la formula "distinguere il peccato dal peccatore" è alquanto rozza, come ho già detto: propriamente la questione, che tra l'altro oppose i Gesuiti ai Giansenisti e che riprendeva un problema già posto da Lutero, verteva su quanto la grazia divina fosse necessaria per salvare l'uomo dal peccato e quanto peso avessero invece le opere umane: per i Gesuiti ed in generale per la dottrina cattolica definita al Concilio di Trento contro Lutero ed i Riformati, la grazia divina non è il solo ed unico mezzo di salvezza, potendosi l'uomo salvare anche con le buone opere e quindi grazie alla sua volontà di salvarsi; in questo modo si lascia spazio al libero arbitrio umano, tolto invece o gravemente compresso dai Riformati, meno da Lutero più da Calvino. Sostanzialmente non ci si discostava quindi dalla controversia tra Erasmo, che affermava il libero arbitrio umano, e Lutero che invece affermava il "servo" arbitrio umano, in cui soccorso poteva venire solo la fede e quindi la grazia divina (credi fortemente e sarai salvato), indipendentemente dalle opere. 17 hours ago, bubble1 said: È fattibile in una prospettiva omofoba, e spesso quindi può tradursi nella critica della scelta della persona di non provare a "cambiare" il suo orientamento, nel considerare l'omosessualità una malattia, Certamente la prospettiva può apparire omofoba, ma solo perché vista dalla nostra parte: in realtà la prospettiva è piuttosto, se non esclusivamente, sessuofoba e l'omofobia è per così dire un "derivato" necessario. L'articolazione delle qualificazioni (omofobiche) e quindi la ricognizione delle cause dell'inclinazione omoerotica è successiva alla teorizzazione della condanna e può essere adattata alle opportunità dei tempi: fino a pochi decenni fa l'articolazione era viziosa, poi ha teso a divenire morbosa (il che non esclude che per alcuni soggetti sia considerata solo viziosa). Ma questo non implica una variazione del giudicato che è necessariamente di condanna ed è di condanna, si badi bene, in forza d'una visione sessuofoba che non è solo etica, ma direi anche teologica, non invece in forza d'una visione autonomamente omofoba, appunto perché, come ho detto sopra, l'omofobia è solo un "derivato" necessario della sessuofobia. Quote Link to comment Share on other sites More sharing options...
marco7 Posted August 14, 2017 Share Posted August 14, 2017 (edited) Oggi le religioni non fanno piu' le guerre. @mario1944: eviti di dirci se sei un prete per non peccare mentendo ? Edited August 14, 2017 by marco7 Quote Link to comment Share on other sites More sharing options...
freedog Posted August 14, 2017 Share Posted August 14, 2017 5 hours ago, marco7 said: Oggi le religioni non fanno piu' le guerre. vallo a raccontare in Nigeria o in Indonesia -due posticini a caso, l'elenco sarebbe lungherrimo- Quote Link to comment Share on other sites More sharing options...
Demò Posted August 14, 2017 Share Posted August 14, 2017 On 13/8/2017 at 7:37 PM, bubble1 said: È fattibile in una prospettiva omofoba, e spesso quindi può tradursi nella critica della scelta della persona di non provare a "cambiare" il suo orientamento, nel considerare l'omosessualità una malattia, quindi davvero questa distinzione tra condanna del peccato e del peccatore è molto sottile, e non penso sia fattibile, nel senso che "non ha senso". Non ricordo adesso qual è filosofa disse che non c'è una reale distinzione tra orientamento(che è comunque una parte di ciò che è la persona) e condanna del comportamento. Mi auguravo che qualcuno potesse rinfrescarmi la memoria. Fingiamo per un attimo che santa madre chiesa non sia un'istituzione consrvatrice e patriarcale, intrisecamente omofoba, chiariamo peró un concetto. Per la chiesa non é peccaminosa solo la lussuria contro natura, ma anche e molto di più l'amore tra persone dello stesso sesso, anche in assenza di rapporti sessuali. Perché il sesso per puro piacere é grave, ancora di più se contro natura, ma é molto piú grave la parodia gay dell'unione uomo-donna sanzionata da dio col sacramento matrimoniale. Quindi sottolineamo che per la Chiesa cattolica, per le sue istutuzioni e la sua dottrina, la scopata gay si puó assolvere con la confessione, la vita di coppia gay no, di fatto pone gli individui in uno stato "perdurante" di peccato che pone fuori dalla grazia di dio e della chiesa. La trovo una cosa molto molto divertente, perché é l'esatto contrario di quello che spererebbero i frocetti mosci Quote Link to comment Share on other sites More sharing options...
Mario1944 Posted August 15, 2017 Share Posted August 15, 2017 (edited) 4 hours ago, Demò said: santa madre chiesa (...) un'istituzione (...) intrisecamente omofoba, Può apparire un paradosso e lo è infatti nel senso proprio del termine, cioè d'opinione contraria a quella corrente dei più, ma se c'è nistituzione intrinsecamente omoFILA è proprio la Chiesa romana! Certo è un'omofilia asessuata, almeno nelle enunciazioni di principio, ma la comunità ecclesiastica cattolica romana è il paradiso dell'omofilia, con la sua rigida separazione tra i due sessi e con l'incentivo premiale, in termini spirituali ed un tempo anche materiali, alla convivenza amorevole, per non dire amorosa, tra persone dello stesso sesso. Che poi la dottrina cristiana sia omofoba è un'altra questione, benché, come dicevo in un post precedente, l'omofobia non sia autonoma, ma un derivato necessario della sessuofobia. 4 hours ago, Demò said: Per la chiesa non é peccaminosa solo la lussuria contro natura, ma anche e molto di più l'amore tra persone dello stesso sesso, anche in assenza di rapporti sessuali. Non direi proprio: se l'amore rimane in un ambito rigorosamente non sessuale, neppure pensato, non c'è problema alcuno ed infatti scritti e detti cristiani sono pieni d'esortazioni all'amore tra gli uomini. Certo si potrebbe osservare che si tratta di agape, non di eros, ma d'altronde un eros senza sessualità, neppure pensata o sperata, in che si distingue sostanzialmente dall'agape? Non è forse stato fatto beato dalla Chiesa il cardinale Newman, il cui rapporto con il sacerdote St. John fu dallo stesso cardinale così descritto: «Dal primo momento mi ha amato con un’intensità amorosa che è difficile da descrivere», «Per come questo mondo è concepito, io ero il suo inizio e la sua fine, lui era la mia luce terrena, il mio angelo custode», «Ho sempre pensato che non esistesse un lutto paragonabile a quello di un marito o di una moglie, ma credo difficile che il dolore di qualcuno possa essere più grande del mio, questa (la morte dell'amato sacerdote n.d.r.) è la peggiore sofferenza della mia vita», «Voglio, con tutto il mio cuore, essere sepolto nella tomba di Ambrose St. Joh: questa è la mia ultima e imperativa volontà»: come un fedele amante vuole essere sepolto accanto alla donna amata. 4 hours ago, Demò said: Perché il sesso per puro piacere é grave, ancora di più se contro natura, ma é molto piú grave la parodia gay dell'unione uomo-donna sanzionata da dio col sacramento matrimoniale. Appunto: la dissacrazione non sta nell'amore, ove sia asessuato, ma nell'imitazione d'un sacramento riservato alla consacrazione della sola sessualità lecita, che è quella fecondativa e quindi quella tra maschio e femmina. Edited August 15, 2017 by Mario1944 Quote Link to comment Share on other sites More sharing options...
Hinzelmann Posted August 15, 2017 Share Posted August 15, 2017 Affermare che l'omofobia è un derivato necessario della sessuofobia è quasi sicuramente sbagliato Se si dice che l'omosessualità è un disordine morale oggettivo, si dice che esiste una legge morale naturale che impone la riproduzione sessuata, al di là del fatto che la sessuofobia può aggiungere a questa affermazione generale il corollario ( certamente non irrilevante ) che ogni atto sessuale non riproduttivo è sbagliato, rimane su un piano di principio valida l'affermazione che la precede: l'omosessuale che si identifica per tale si sottrae al dovere fondamentale della riproduzione sessuale ( per S Tommaso la seconda legge morale dopo la conservazione che la chiesa declina ora come diritto alla vita ). Se così non fosse non si potrebbe sostenere che l'omosessualità è un disordine morale oggettivo Quote Link to comment Share on other sites More sharing options...
Demò Posted August 15, 2017 Share Posted August 15, 2017 7 hours ago, Mario1944 said: Appunto: la dissacrazione non sta nell'amore, ove sia asessuato, ma nell'imitazione d'un sacramento riservato alla consacrazione della sola sessualità lecita, che è quella fecondativa e quindi quella tra maschio e femmina. Sei un po' un fariseo eh Considerando che la maggioranza dei gay cristiani é fatta di persone stupide, che non sono in grado di capire quello che scrivi, sarebbe meglio evitare distinzioni artificiose e parlare della realtá: omofilia non significa niente, neanche in greco. Con il termine omofobia si intende l'avversione alle persone gay e la chiesa é senz'altro avversa, così come non esiste l'agape senza eros. Parliamo di cose vere. Quote Link to comment Share on other sites More sharing options...
Layer Posted August 15, 2017 Share Posted August 15, 2017 L'Agape sarebbe l'amore fraterno: quello verso i familiari, la prole, gli amici, il prossimo in generale. L'Eros è quello in cui è presenta la componente sessuale, l'amore passionale: quello verso i propri partner. E' chiaro che l'amore di cui parla Gesù nel Vangelo: 8 hours ago, Mario1944 said: se l'amore rimane in un ambito rigorosamente non sessuale, neppure pensato, non c'è problema alcuno ed infatti scritti e detti cristiani sono pieni d'esortazioni all'amore tra gli uomini. è Agape. Poi, certo, si può dire che l'episodio da te citato, potrebbe essere - e suppongo lo sia - un semplice amore omosessuale sublimato (almeno a parole) dai due... Quote Link to comment Share on other sites More sharing options...
Demò Posted August 15, 2017 Share Posted August 15, 2017 Ma possiamo anche ammettere che anche la sublimazione dell'amore gay sia agape, siccome non siamo asessuali non ce ne facciamo niente, così come non ce ne facciamo niente della distinzione tra omicida e omicidio o tra omosessuale e peccati gay (relazione gay innanzitutto). Quote Link to comment Share on other sites More sharing options...
Layer Posted August 15, 2017 Share Posted August 15, 2017 (edited) Io intendevo dire che l'episodio fra i due ecclesiastici fosse comunque Eros, altro che Agape. Ossia, lo era solo a livello pubblico. Ma son supposizioni (presunzioni) mie. Edited August 15, 2017 by Layer Quote Link to comment Share on other sites More sharing options...
Demò Posted August 15, 2017 Share Posted August 15, 2017 Magari era un prete asessuale poliamoroso gender non conforming Quote Link to comment Share on other sites More sharing options...
Hinzelmann Posted August 15, 2017 Share Posted August 15, 2017 4 minutes ago, Demò said: possiamo anche ammettere che anche la sublimazione dell'amore gay sia agape Più che altro - se parliamo di ciò che la Chiesa pensa - dovrebbero dirlo loro Ma lo dicono? Lo dicono alcuni teologi dissidenti, che rifiutano di ritenere l'omosessualità in sé l'espressione del peccato originale e quindi del "male" e una contravvenzione alla legge morale naturale Certamente non lo pensava Ratzinger che ha scritto i principali documenti della CC sul tema e che - nessuno - per ora ha ritenuto di cambiare Va anche detto che vi è una differenza evidente, fra l'amore agapico inteso come amore che spegne la passione ( l'eros ) andando oltre la propria omosessualità e l'amore agapico che la sublima per qualcosa di più grande cioè l'amore per tutti etc Il secondo tipo di amore discende da Dio, è una imitazione di Cristo ma non è un amore individuato per una persona specifica: io trasformo la mia inclinazione in un amore per i poveri i bisognosi etc e vado a fare il missionario ( anche questo però viene messo in discussione perchè devo tacere o negare la mia omosessualità ) il primo invece è una "croce" da portare, che implica questo andare "oltre" la propria inclinazione ( noi diremmo andare oltre, reprimendola ) Quote Link to comment Share on other sites More sharing options...
Mario1944 Posted August 15, 2017 Share Posted August 15, 2017 (edited) 2 hours ago, Demò said: Sei un po' un fariseo eh Non saprei: non seguo il Giudaismo ;-) 2 hours ago, Demò said: Considerando che la maggioranza dei gay cristiani é fatta di persone stupide, che non sono in grado di capire quello che scrivi, Se lo dici tu..... 2 hours ago, Demò said: sarebbe meglio evitare distinzioni artificiose e parlare della realtá: omofilia non significa niente, neanche in greco. E' una tua opinione che siano distinzioni artificiose e comunque omofilia ha un significato, anche se è probabile che ciascuno gli attribuisca sfumature diverse. Nel caso specifico l'ho usato nel senso di tolleranza od addirittura approvazione di sentimenti affettivi tra persone dello stesso sesso, aggiungendo l'avvertenza che debba essere un'affettività sessualmente casta: puoi contestare l'uso della parola con questa accezione, ma ho spiegato che cosa intendo e quindi il senso da me dato è chiaro; se poi conosci una parola più appropriata, suggeriscimela pure ;-) 2 hours ago, Demò said: Con il termine omofobia si intende l'avversione alle persone gay e la chiesa é senz'altro avversa, Infatti è quello che ho detto io: la Chiesa è senz'altro avversa alle persone gay, in quanto, nel significato corrente, persona gay ha un dichiarato contenuto (omo)erotico, il quale se non avesse, anche Cristo potrebbe tranquillamente essere definito gayo dai Cristiani! 2 hours ago, Demò said: non esiste l'agape senza eros. Agape, nell'accezione cristiana, ma anche nell'accezione primitiva greca, vedi il Liddel Scott: agapao = greet with affection, esclude appunto eros: forse hai messo una negazione in più? 2 hours ago, Layer said: Poi, certo, si può dire che l'episodio da te citato, potrebbe essere - e suppongo lo sia - un semplice amore omosessuale sublimato (almeno a parole) dai due... Lo era senz'altro: le parole del cardinale sono difficilmente equivocabili. Semmai la questione, peraltro destinata a rimanere senza risposta, è se sia stato solo un amore casto oppure..... La beatificazione concessa farebbe pensare che prove del contrario non siano mai state trovate, ma certo i due, soprattutto a quei tempi ed in Inghilterra, è lecito supporre che, se avessero voluto consumare, sarebbero stati molto discreti, anche per obbligo della loro condizione di ecclesiastici. Edited August 15, 2017 by Mario1944 Quote Link to comment Share on other sites More sharing options...
Mario1944 Posted August 15, 2017 Share Posted August 15, 2017 1 hour ago, Demò said: Ma possiamo anche ammettere che anche la sublimazione dell'amore gay sia agape, siccome non siamo asessuali non ce ne facciamo niente, Non ho mica detto che ce ne dobbiamo far qualche cosa..... Quote Link to comment Share on other sites More sharing options...
Demò Posted August 15, 2017 Share Posted August 15, 2017 1 hour ago, Mario1944 said: Non ho mica detto che ce ne dobbiamo far qualche cosa..... stai parlando di aria fritta allora il senso del topic è: cosa se ne possono fare i gay cattolici della presunta distinzione tra individuo e peccato? La risposta è: niente, nel caso specifico dell'omosessualità e la stessa natura dell'individuo ad essere sbagliata e intrisecamente peccaminosa. Sia chiaro che ti rispondo per impedire che le menti deboli dei ragazzini "lady gaga e messa alla domenica mattina" che lurkano il forum siano sviate dalle tue fandonie Quote Link to comment Share on other sites More sharing options...
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