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ciao a tutti amici è da un po' che non mi faccio sentire, comunque sto bene. Estate abbastanza ordinaria, niente di nuovo sotto il sole. L'anno scorso ho deciso di iscrivermi a lettere classiche all'università di macerata, ero entusiasta della mia scelta e non vedevo l'ora di seguire le lezioni dei docenti. Sono rimasto molto deluso perché mi sono reso conto che è totalmente diversa da come me l'aspettavo. Ho sempre puntato molto sul mio futuro, da adolescente non pensavo ad altro che a quello che avrei fatto da grande, cambiando spesso idea, ma mantenendo spesso il sogno di ottenere una laurea in materie letterarie ed insegnare, pubblicare saggi; questo perché fin da piccolo ho sempre letto tanto e con voracità e mi sono fatto l'idea che fare il critico letterario fosse un lavoro stupendo, così come quello del filologo (classico o moderno).

Entrato all'università ho capito che in fin dei conti non è tutto sto 'che. Ho avuto l'impressione che gli stessi professori non fossero interessati alla materia che insegnavano, usavano delle slides per spiegare velocemente concetti che anche uno studente ginnasiale sa, soporiferi e ripetitivi, perdevano tempo a spiegare le modalità dell'esame e nelle 60 ore del corso non facevano che leggere qualche passo di opere scelte. Letteratura latina e greca spiegate veramente male, con superficialità, oppure con un approccio puramente 'grammaticale' (individua il nominativo, l'aoristo, l'imperfetto ecc..), una barba incredibile, come se leggere Omero fosse soltanto conoscere la grammatica del greco antico. L'unico corso che mi è piaciuto è quello di storia romana, perché la professoressa ci sapeva fare e ha reso interessante una materia ostica come storia. Adesso sto preparando storia medievale e che dire? non ne sono entusiasta, ma lo faccio e cerco di non lamentarmi, così me lo levo subito.

Tornando indietro non avrei scelto lettere, ma ora che ho iniziato non voglio rinunciare - anche se certo non faccio i salti di gioia sapendo che l'anno prossimo dovrò affrontare un esame di ''letteratura cristiana antica'' - voglio prendere il ''pezzo di carta'' e poi si vedrà. Senza contare i numerosi vantaggi offertomi dalla borsa di studio, il fatto che ho già dato 5 esami, che mi sono integrato nella città, fatto amicizie e non voglio buttare tutto l'impegno che ci ho messo.  Però una cosa l' ho capita : non voglio fare il filologo classico o moderno. Non era come me l'aspettavo. E' un lavoro tremendamente noioso, e soprattutto (forse detto da uno che ha scelto lettere classiche è un po' strano) considero i classici latini e greci, benché belli esteticamente, un po' superati. Non trovo nella loro lettura le risposte alle domande che mi faccio. hanno una visione troppo diversa dalla mia.

voi pure avete avuto esperienza simili? Se sì vi va di raccontarmele?

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https://www.gay-forum.it/topic/35359-dubbi-su-universit%C3%A0/
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Cerco di rispondere alle varie questioni poste sulla base del mio personalissimo e opinabile punto di vista da universitario:

1) Se fin da piccolo ti attrae l'idea di fare il critico letterario o l'insegnante etc. direi che l'indirizzo scelto non è proprio sbagliato, tralasciando che magari non tu non voglia più fare il filologo.

2) Come per tutte le cose aspettativa e realtà dei fatti non vanno mai a braccetto. Anche io ho visto molto spesso le mie aspettative su determinati venire deluse dall'incapacità dei professori nel saperle trattare. Questo però non significa che le materie in sé fossero orribili e totalmente avulse dai miei interessi. Inoltre, c'è da aggiungere il fatto che spesso a determinati docenti vengono assegnate delle cattedre che sono un filo lontane dai loro interessi e/o ambiti di ricerca e questo si riflette negativamente sul modo in cui spiegano. Poi, come per la tua docente di storia romana, può capitare il professore in gamba e lì le cose sono diverse e si vede. Capisco la frustrazione e anche io preferirei che la maggior parte degli insegnanti fossero più come la docente di storia romana ma purtroppo non è così. Bisogna stringere i denti per l'agognato pezzo di carta.

3) L'idea dell'ambiente universitario, da come la vedo io, è che non solo fornisce le nozioni necessarie ma in qualche modo ti tempra per ciò che viene dopo, magari rivoluzionando l'idea che avevi su determinate cose e facendoti capire quali sono le tue inclinazioni. Adesso la vedi come una sconfitta ma aver capito che fare il filologo non fa per te non è necessariamente una cosa negativa. Direi che adesso ti è chiaro cosa non vuoi fare e allo stesso tempo puoi concentrarti maggiormente sugli altri interessi da te esposti senza dover cambiare università.

P.S. anche io ho spesso questionato la scelta universitaria che ho intrapreso (ingegneria) e continuo a farlo domandandomi ancora, ormai alla specialistica, cosa vorrei effettivamente fare una volta finito il mio percorso di studi. Anche io avevo un'idea di determinate materie che dal nome sembravano affascinanti e poi mi hanno deluso le mie aspettative facendomi capire però che non fanno per me e restringendo il campo dei possibili sbocchi futuri. Insomma, anche mettere in discussione se stessi è università.

@Quiescent93 in effetti non avevo pensato al fatto che sotto questo punto di vita l'università ti aiuta ad avere un'idea migliore di ciò che ti piace o non ti piace fare. Alcune persone pensano che siccome hai scelto una certa facoltà è un'incoerenza se poi ti lamenti degli esami che devi fare. Io non la vedo così, proprio perché prima di entrare nel mondo dell'università non si hanno le idee chiare ed è impossibile averle se non è trascorso almeno un anno accademico. Con la letteratura sicuramente ho un rapporto particolare, da piccolo passavo le giornate a leggere, ma un conto è leggere un romanzo contemporaneo, un altro l'Orlando furioso o l'Eneide di Virgilio, opere che sì sono a ragione conosciute come dei capolavori, ma che tuttavia io non trovo abbastanza interessanti per poterci poi svolgere un lavoro di ricerca. Lo so che posso sembrare prematuro ma io mi sono iscritto all'università avendo già le idee chiare su quello che avrei fatto dopo e adesso mi trovo a chiedermi ''ma sono davvero sicuro che mi piacerebbe studiare su questi testi per tutta la vita?'' . A differenza di molti che fanno lettere, però nella loro vita non hanno mai aperto un libro e pensano di voler fare gli insegnati perché in fin dei conti ti dà uno stipendio fisso e puoi permetterti il lusso di non fare niente  io voglio sapere di essere veramente appassionato di quello che farò da grande. In tutto questo discorso bisognerebbe aggiungere che vengo da una situazione familiare partiolarmente difficile, i miei non hanno neanche i soldi per farmi iscrivere a scuola guida (né la volontà di portarmici) e ho sempre pensato che con una buona sistemazione mi sarei 'riscattato'. Voglio dire già la laurea in lettere non offre prospettive di lavoro molto rosee, almeno voglio essere sicuro che mi piace veramente.  Si vedrà. Non voglio neanche fasciarmi la testa prima di essermela rotta né correre troppo preso dall'ansia di non trovare niente. '

DoctorNievski

Ho sinceramente l'impressione che il tuo stato di delusione e disillusione nei confronti del percorso di studi che hai scelto sia semplicemente dato dallo scontro con la realtà universitaria.

Purtroppo l'insegnamento universitario molto spesso è ridotto a quello che dicevi tu, cioè un docente che si limita a preparare delle slides che vengono proiettate e commentate con poco entusiasmo. Considera sempre due elementi: che non tutti partono dallo stesso livello, per cui quello che a te può sembrare facile ed elementare potrebbe non esserlo per qualcun'altro (e se fa parte del programma della materia devi sorbirtelo volente o nolente); dall'altro devi svezzarti da un'idea di insegnamento "materno", nel senso il prof spiega un po' quel che gli pare e come gli pare, ma tanto poi alla fine quello che devi studiare corrisponde al programma, sia che sia trattato o meno..a maggior ragione quindi non ci mettono entusiasmo.
Poi se hai culo, becchi il prof che è cazzuto e ci sa fare e riesce a coinvolgerti: ricordo le mie lezioni di fisiologia, in cui il prof non prendeva le presenza (pur essendoci la frequenza obbligatoria), ma era talmente bravo e coinvolgente, che l'aula era puntualmente stracolma di studenti.

Visto quello che hai scritto, ti porrei una questione: hai valutato l'idea magari di cambiare curruculum, passando a letere moderne?  :hm:

1 minute ago, Olimpo said:

io voglio sapere di essere veramente appassionato di quello che farò da grande.

Eh ma questo lo vorremmo un po' tutti. Peccato non sapere effettivamente cosa finiremo a fare da grandi. Adesso potrei benissimo ambire a lavorare in un'azienda X che produce cose Y perché mi piace tantissimo ma, ammesso di riuscire ad essere assunti, non è detto che poi una volta dentro l'ambiente mi piaccia. Si, perché il problema è che ci sono troppe variabili da considerare. Il lavoro in termini di attività da svolgere potrebbe essere meraviglioso ma magari si potrebbe finire in un team di persone con cui non c'è compatibilità e finire per viverla male.

E' sì bello avere le idee chiare ma, almeno per come la vedo io, fasciarsi la testa sul nascere è un po' controproducente oltre che inutile fonte d'ansia. Ripeto, nel percorso universitario possono capitare diverse occasioni in cui si iniziano a mettere in discussione le proprie scelte. A meno che tu non voglia affrontare la vita coi piedi di piombo, abbia le idee chiarissime e non sia disposto al compromesso. In tal caso suggerirei di fissarsi su quell'unico obiettivo e perseguirlo senza se e senza ma senza affaticarsi a sondare il territorio circostante. 

P.S. Direi che essendo tu borsista e iscritto la questione economica, posto che tu persista con lo studio e l'impegno, non si pone. In ogni caso, ritengo che non sarà solo il pezzo di carta a riscattarti ma, ancora una volta, tutta una serie di contingenze tra cui, magari, potrebbe anche esserci la laurea.

Io penso che in qualsiasi universita' e con qualsiasi cosa si studia si troveranno professori che insegnano male e materie che non piacciono.

bisogna pure rendersi conto che quel che piace studiare non necessariamente porta a una professione che piacera' fare e viceversa.

spesso oggi si fa dopo uno studio universitario un lavoro che non necessariamente ha a che fare molto con quel che si ha studiato. In ogni caso tu dovresti essere tra i migliori studenti del tuo corso (da quel che ricordo) e questo ti aiutera' a trovare lavoro quando hai finito gli studi.

qsi matricola, da che università è università, ha provato queste sensazioni.

ti dico solo che all'epoca mia, dopo aver dato il primo esame dei 20 previsti dal vecchio ordinamento (era geografia, mi interrogò proprio Rambo Paratore, all'epoca preside di lettere alla sapienza; bocciava a rotta di collo, il mio fu uno dei voti + alti di quell'appello: 27!) dissi "ok, adesso sto a meno 19 esami!!".

insomma, stavolta non t'angustià: è normale amministrazione!!!

dei 14 esami che ho dato finora solo 2 o 3 sono stati veramente interessanti e forse utili. Almwno 5 sono stati a dir poco futili e indigeribili, i restanti non erano né tremendi né entusiamanti.

Sopravvivere alla futilità universitaria  è solo una questione di aspettative, dal mio incompleto punto di vista, almeno.

1 hour ago, freedog said:

qsi matricola, da che università è università, ha provato queste sensazioni.

ti dico solo che all'epoca mia, dopo aver dato il primo esame dei 20 previsti dal vecchio ordinamento (era geografia, mi interrogò proprio Rambo Paratore, all'epoca preside di lettere alla sapienza; bocciava a rotta di collo, il mio fu uno dei voti + alti di quell'appello: 27!) dissi "ok, adesso sto a meno 19 esami!!".

insomma, stavolta non t'angustià: è normale amministrazione!!!

ahah ho cercato Rambo paratore...... poi ho capito che è un soprannome...si chiama  Emanuele paratore ?
Comunque geografia è uno degli esami più ostici per gli studenti di lettere. Lo odiano quasi tutti. Io lo farò al terzo anno e non so dire.

Mi fa piacere sapere che anche tu hai vissuto un'esperienza simile alla mia (chissà che tipetto eri a quell'epoca ahah). In fin dei conti poi per mi pare che ti sei realizzato in un ambito che non è così poi distante da quello letterario, o sbaglio ? (critica cinematografica)

 

@Bloodstar. che facoltà hai fatto ?

1 hour ago, Olimpo said:

ahah ho cercato Rambo paratore...... poi ho capito che è un soprannome...si chiama  Emanuele paratore ?

yesss..

1 hour ago, Olimpo said:

chissà che tipetto eri a quell'epoca ahah

io? ehm.. coff.. ... ti dico solo che c'erano dei locali a roma con la mia foto e sotto la didascalia "io non posso entrare".

ma erano tutte voci false & tendenziose messe in giro contro di me, sia chiaro...

^_^^_^

2 hours ago, Olimpo said:

In fin dei conti poi per mi pare che ti sei realizzato in un ambito che non è così poi distante da quello letterario, o sbaglio ? (critica cinematografica)

sì.

ma il percorso non è stato esattamente lineare, ci sono state parecchie 'sliding doors' che ho imbroccato nel verso giusto + tantissime botte di culo che mi han portato fino a qua

1 hour ago, Bloodstar said:

Storia contemporanea.

strano; visti i tuoi gusti, avrei giurato che facevi storia moderna, e che avresti preparato una tesi sul barocco.

stavolta il mio sesto senso ha toppato

chi studia materie come storia romana /medievale /moderna / contemporanea deve conoscere la geografia e anche bene.

La storia senza geografia è come la letteratura italiana senza i testi....(o quasi).

Per comprendere molti fenomeni storici bisogna conoscere anche la ''topografia'' del mondo antico..

Cmq.. il problema della mia università ..credo sia dovuto anche in parte ai tagli che ci sono stati negli ultimi anni e che hanno portato l'offerta formativa a ridursi drasticamente. Molti corsi non sono più attivi da decenni....una volta c'erano cinque diversi indirizzi per chi intendeva iscriversi alla magistrale in lettere, ora ce ne sono soltanto due o meglio uno ''filologia classica e moderna'' (sono uniti in un unicum per il primo anno della magistrale).

Niente più scienze dello spettacolo, letteratura teatrale, laboratorio di analisi dei testi letterari (che erano utili anche per dare crediti).

 

davydenkovic90

Io mi limito a dire che una volta ho seguito un corso in cui il professore, alla seconda o terza lezione, ci disse: "be'? Che ci fate qui? State a casa, compratevi dei fogli di carta (lui diceva di quella che usano i fornai per incartare il pane) e studiate dal libro.

Della stessa pasta sono quei professori che usano le slides: hanno un programma stereotipato da proporre ogni anno e non si inventano mai niente perché la spiegazione sia, oltre che efficace, anche stimolante. Non hanno bisogno neanche di pensare a cosa devono dire, si limitano a leggere e scorrere queste slides del cavolo.

Credo anche che sia un problema tipico del primo anno, cioè, credo che un professore universitario si annoi a spiegare analisi uno... spero che, anche per te, la cosa si faccia più interessante e che avrai corsi più belli man mano che proseguirai negli studi.

Edited by davydenkovic90
13 hours ago, Olimpo said:

Letteratura latina e greca spiegate veramente male, con superficialità, oppure con un approccio puramente 'grammaticale' (individua il nominativo, l'aoristo, l'imperfetto ecc..

 

Be' se all'università di lettere insegnano la grammatica da ginnasio, vien spontaneo domandarsi se ciò sia effetto dell'ignoranza dei docenti o di quella dei discepoli....

 

13 hours ago, Olimpo said:

soprattutto (forse detto da uno che ha scelto lettere classiche è un po' strano) considero i classici latini e greci, benché belli esteticamente, un po' superati. Non trovo nella loro lettura le risposte alle domande che mi faccio. hanno una visione troppo diversa dalla mia.

 

Soprattutto per i greci, detto da un homo homoeroticus lascia alquanto perplessi....

 

8 hours ago, Mario1944 said:

Be' se all'università di lettere insegnano la grammatica da ginnasio, vien spontaneo domandarsi se ciò sia effetto dell'ignoranza dei docenti o di quella dei discepoli....

epperò non tutti quelli che fanno lettere vengono dal classico!

tanto è vero che c'erano anche dei corsi propedeutici di grammatica greca praticamente obbligatori x chiunque volesse fare esami di letteratura -almeno alla sapienza 20 anni fa era così; ma credo ci siano ancora-

servivano a rinfrescar la mente a chi veniva dal classico e ad impratichirsi con la lingua agli altri;

spesso questi ultimi si facevano aiutare pure da noi con ripetizioni post lezione (un po' di volte con l'occasione mi son fatto pagare in natura.. capisci a me..)

11 hours ago, davydenkovic90 said:

credo che un professore universitario si annoi a spiegare analisi uno

all'epoca mia la risolvevano facile: le lezioni le facevano gli assistenti e i titolari si affacciavano (ma manco sempre) solo agli appelli

e ho il vago sospetto che st'andazzo continui ancora...

1 hour ago, freedog said:

epperò non tutti quelli che fanno lettere vengono dal classico!

 

Sì, capisco, ma appunto il difetto sta nel manico:

è assurdo trasformare un corso universitario in un corso ginnasiale;  non dovrebbero accedervi coloro che non hanno studi di lingua e letteratura adeguati, come non dovrebbe accedere ad un corso universitario di matematica chi ignori la matematica elementare;  altrimenti, a che servono le scuole inferiori?

 

 

 

 

 

 

On 25/8/2017 at 11:41 AM, Olimpo said:

voi pure avete avuto esperienza simili? Se sì vi va di raccontarmele?

Io devo dire che alcune lezioni al corso di laurea in filosofia mi hanno invece davvero entusiasmato, e confuso, costretto a mettermi in discussione, altri m'hanno intristito, altri ancora rallegrato; il problema semmai è arrivato dopo, quando non sono riuscito a inserirmi nel mondo universitario come avrei voluto...non tutti i corsi sono stati una pacchia, intendiamoci, e tornassi indietro forse cercherei qualcosa di più "spendibile" per un lavoro.

Al tuo posto però riconsidererei quanto scrivi a proposito dei classici; io non sono un classicista, ne so davvero poco, ma ecco, quali sono le domande che ti poni? E la tua delusione non dipenderà forse dal modo in cui l'insegnamento ti viene proposto? 

1 hour ago, Mario1944 said:

 

Sì, capisco, ma appunto il difetto sta nel manico:

è assurdo trasformare un corso universitario in un corso ginnasiale;  non dovrebbero accedervi coloro che non hanno studi di lingua e letteratura adeguati, come non dovrebbe accedere ad un corso universitario di matematica chi ignori la matematica elementare;  altrimenti, a che servono le scuole inferiori?

 

 

 

 

 

 

A matematica all'uni si parte da zero ed e' giusto che pure chi ha lacune o ha fatto il liceo classico possa accedervi. Il fatto che manchino loro le basi inizialmente non li condanna ad essere gli allievi peggiori.

Laurea triennale in lettere moderne alla Federico II: Professori preparati, ma alcuni li ho trovati tradizionalisti,  propinavano i soliti argomenti triti e ritriti. Certo, ho trovato anche molti docenti che hanno saputo trasmettere l'amore per la materia, come storia contemporanea, critica letteraria,  filosofia, con il grande e amato prof. Conte, studioso dell'opera di T. Mann. 

Laurea magistrale in filologia moderna a Siena: un altro mondo. Ho amato l'opera di Parini!!! ( e alla triennale lo detestavo); ho amato l'esame di lett. italiana contemporanea, che mi ha fatto scoprire molti poeti mai sentiti; ho adorato la letteratura contemporanea, scoprendo il vero Ibsen ( tanto che quest'anno l'ho proposto anche ai miei studenti del biennio, e l'hanno adorato, nonostante la loro repulsione verso la letteratura). Per non parlare della lingue e letteratura latina. Alla triennale è stato la mia bestia nera. Alla magistrale c'era Alessandro Fo, poeta, scrittore, traduttore, ogni sua parola, ogni suo esercizio di lettura, di scrittura era per noi studenti scossa vera, viva. Partecipavo a incontri letterari, discussioni, tutto molto bello; tutto ciò che davvero volevo. 

 

Questo per dire: secondo me a volte lo sbaglio non è riposto nella facoltà che scegliamo, ma dove scegliamo di frequentarla. Però, pur frequentandola nel posto sbagliato, la mosca bianca c'è sempre e bisogna aggrapparsi a quella, andare avanti e nel frattempo coltivare i propri interessi. 

21 hours ago, freedog said:

strano; visti i tuoi gusti, avrei giurato che facevi storia moderna, e che avresti preparato una tesi sul barocco.

Mi interessa soprattutto la storia dei secoli XVIII e XIX (diciamo fra la Gloriosa rivoluzione e la prima guerra mondiale?). quindi  si può prendere da due versi il periodo in questione. Ho scelto contemporanea perché ho trovato dei professori meno peggio degli altri (con quelle di storia moderna ho avuto esperienze pessime, per dire)

Mah spero che la mia delusione sia legato al fatto che i corsi del primo sono un ''ripasso'' del programma liceale e per questo possono sembrare cose già fatte o ripetitivi. Sto apprendendo tantissime cose da autodidatta.

I classici mi piacciono e continuano a piacermi, ma non il modo in cui vengono insegnati (finora, come ripeto, ho incontrato solo uno o due buoni docenti).

15 hours ago, Olimpo said:

Mah spero che la mia delusione sia legato al fatto che i corsi del primo sono un ''ripasso'' del programma liceale e per questo possono sembrare cose già fatte o ripetitivi. Sto apprendendo tantissime cose da autodidatta.

I classici mi piacciono e continuano a piacermi, ma non il modo in cui vengono insegnati (finora, come ripeto, ho incontrato solo uno o due buoni docenti).

Ebbravo Olimpo, tu insisti con quel che ti piace, noi continueremo a fare il tifo per te ;)

On ‎25‎/‎08‎/‎2017 at 11:41 AM, Olimpo said:

voi pure avete avuto esperienza simili?

Io ho talmente messo in discussione le mie scelte che ho preso quattro lauree, tipo Mennea ;)

On ‎27‎/‎08‎/‎2017 at 0:33 AM, Olimpo said:

I classici mi piacciono e continuano a piacermi, ma non il modo in cui vengono insegnati

Io ho avuto un professore fantastico che me li ha fatti amare (al liceo), dopodiché ho deciso di approfondirli per conto mio, leggendo direttamente i testi antichi (cosa che ho fatto anche con alcuni autori meno vetusti ^_^ )

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