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«English only» a Berlino. E i tedeschi si ribellano


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Corriere della Sera

Difficile dire che la Berlino di oggi, una delle città più democratiche e giovaniliste del pianeta, abbia qualcosa dell’Ancien Régime. Jens Spahn, però, un punto di similitudine lo vede: c’è una élite, una «hipster élite», che invece di parlare tedesco parla inglese, come nel ‘700 i nobili europei parlavano tra loro in francese per tenere lontane le classi popolari. Il vice ministro delle Finanze, esponente emergente della Cdu di Angela Merkel, dice che anche nella capitale della Germania c’è una «società parallela»: giovani della controcultura che emarginano chi non conosce l’inglese, si suppone le classi meno colte e meno benestanti. E’ un problema al ristorante, ma è anche una discussione accesa, in alcuni casi molto accesa, che riguarda l’anima di Berlino, città globale ma anche ad alta identità.

Da Cabslam — un brunch-bar a Neukölln, quartiere proletario e di immigrati ma trendy per la gioventù internazionale berlinese — un gruppo di signore tedesche cercava di ordinare il pranzo. Impossibile: non parlavano inglese e i camerieri non capivano il tedesco, o lo capivano poco. Di ristoranti «english only» in città ce ne sono altri, soprattutto nei quartieri dove i giovani si aggregano, Friedrichshain, Kreuzberg e Neukölln. Lo scorso marzo, un giornalista del quotidiano cittadinoTagesspiege si lamentò sul giornale di un ristorante in cui su quattro camerieri nessuno parlava tedesco. Da allora, la discussione ha preso quota. Il problema è che le signore che non parlavano inglese si sentivano ovviamente in imbarazzo, diminuite e un po’ umiliate in un ambiente che probabilmente avranno trovato ostile. Luogo di elitismo e respingente.

Il delfino di Angela Merkel
Spahn, 37 anni, spesso dato come possibile successore di Merkel, nei giorni scorsi aveva sollevato il problema e si era lamentato: «Mi dà sempre più ai nervi che in alcuni ristoranti di Berlino i camerieri parlino solo inglese. Nessuno a Parigi avrebbe un’idea così pazza». Ha pubblicato la spiegazione teorica del suo nervosismo sul settimanale Die Zeit. L’irritazione del giovane vice ministro è rivolta soprattutto ai tedeschi che preferiscono l’inglese: non sono cosmopoliti, dice, ma «provinciali». Soprattutto, questa EasyJet Generation contribuisce all’affermazione di un «turismo globale elitista» che non solo esclude il tedesco comune ma scoraggia anche gli immigrati a imparare la lingua locale. Al netto dell’argomento propagandistico buono nella campagna per le elezioni del 24 settembre, Spahn dà voce a modo suo a un conflitto che è forte nella capitale della Germania. A destra come a sinistra.

Attorno a uno dei teatri simbolo della Berlino alternativa e con una sua forte eccezionalità, la Volksbühne, si è creato uno scontro che riguarda proprio l’anima della città, lingua compresa. Frank Castorf, il mitico direttore artistico che per 25 anni ne ha fatto il tempio della cultura di sinistra, in tedesco, è stato licenziato e sostituito da Chris Dercon, un belga fino a poco prima direttore della Tate Modern di Londra. Dercon intende modernizzare il teatro, dare una dimensione nuova e internazionale alla Volksbühne e a Berlino, mettendo assieme teatro, balletto, musica, e anche introducendo l’inglese. La comunità degli intellettuali di sinistra e dei berlinesi che non vogliono farsi «rubare l’anima» è scesa sul piede di guerra: conduce un boicottaggio pubblico di Dercon, lo insolentisce per strada ed è arrivata a versargli un boccale di birra sulla testa. Nel nome della purezza e dell’unicità di Berlino.

183 nazionalità
In realtà, la città è ormai diventata una delle capitali più globalizzate. Vi risiedono persone di 183 nazionalità, i giovani arrivano da tutta Europa, dall’America e dall’Asia attratti dalle opportunità in campo artistico e dai prezzi tutto sommato bassi. Oltre alla Volksbühne, anche il nuovo ed enorme Humboldt Forum, sulla Unter den Linden, è guidato da uno straniero, Neil MacGregor, ex direttore del British Museum. Una perla della città, la Filarmonica, è diretta dal britannico Sir Simon Rattle. Da ovunque arrivano artisti, attori, musicisti. Forse sì, è un mondo parallelo. Ma se non piace si può cambiare ristorante.

Edited by Rotwang
mirtillamirtilla

E se ci fossero stati degli avamposti di tedesco only sicuramente avrebbero urlato al nazismo e a un nazionalismo troppo marcato

Credo sia un pericolo che qui in Italia non avremmo a breve, e per fortuna aggiungo anche

Ma quello che non ho capito è se questi only English siano tedeschi per nascita e cultura o se siano "tedeschi di nuova generazione". 

I nobili parlavano francese in primis perchè la cultura egemone del momento era quella francese, poi perchè era molto pratico parlare tutti la medesima lingua in quei contesti necessariamente cosmopoliti in cui gli aristocratici, almeno quelli di una certa importanza, si muovevano. Che l'uso del francese sia poi diventato un ulteriore mezzo di distinzione sociale è solo un effetto secondario.

Vabé dai ma questo articolo è arraffazonato e confonde due fenomeni molto differenti. Lo scandalo terrificante e l'atrocità indelebile subita dalle signore anzianotte tedescotte che non hanno potuto ordinare maiale e crauti al ristorante sotto casa non c'entra una sega con l'elitismo, è che il tedesco, come tutte le altre lingue, subisce la concorrenza feroce del broken English che la totalità della popolazione itinerante del pianeta ormai mastica in maniera cacofonica ma sufficiente per il disbrigo delle bagatelle quotidiane. I parigini si lamentano del medesimo problema, cioè di sentir parlare quasi solo inglese nella capitale. Però i soldini fanno comodo a tutti.

La "benedizione-condanna" delle capitali globali come Parigi e Berlino (e pian piano anche Roma) è quella di essere meta privilegiata e quasi esclusiva del turismo-fogna, che è tanto ripugnante quanto danaroso, e quindi la struttura della città pian piano vi si adegua.

E' una cosa che accade anche nelle piccole realtà, ma accade solo nel circuito del turismo-fogna: per esempio, quando mi sono reso partecipe di turismo-fogna andando a Pisa, all'ostello sono stato ricevuto da personale polacco-vietnamita che non sapeva la benché minima parola di italiano, perché lo stava imparando in quel periodo. Però io, al contrario di scandalizzarmi oltraggiato come le signorotte berlinesotte, non ho battuto ciglio e ho sfoderato la stereotipica gestualità italica che mi ha consentito di trovare l'intesa perfetta e di capire che l'ascensore era in fondo a destra.

Quando uno trova lavoro sa già il broken English, e questo è la basa minima da cui partire, poi con l'esperienza affinerà anche la seconda lingua.

Le signore berlinesotte, a mio modesto avviso, dovrebbero accettare l'orrore di poter correre il rischio di dover ordinare in inglese l'orzata sotto casa loro, e ciò poiché hanno già accettato di vivere e godere d'una economia talmente sana da avere bisogno di costante afflusso di manodopera straniera perché quella locale è troppo poca, a causa del fatto che loro stesse non hanno partorito abbastanza figli, visto che, negli anni Settanta, hanno guadagnato la libertà di decidere cosa diavolo fare della loro vita indipendentemente da Stato, Chiesa e Comitato di Quartiere.

Edited by Sampei
Saramandasama

Patetici! Un po' come quei forumisti di questo forum che avendo come unico asset culturale  la conoscenza dell'inglese o del latino lo piazzano nei propri post per darsi un tono..

Edited by Salamandro
Saramandasama

Almeno è un patetismo chic

Più patetici sono gli under 40 italiani che sebbene abbiano avuto accesso a scuole secondarie o studi superiori( più periodi di soggiorno all'estero) restano al di sotto di un broken English, avendo un livello linguistico dell'inglese perennemente scolastico 

 

 

 

On 25/8/2017 at 4:19 PM, Sampei said:

Le signore berlinesotte, a mio modesto avviso, dovrebbero accettare l'orrore di poter correre il rischio di dover ordinare in inglese l'orzata sotto casa loro, e ciò poiché hanno già accettato di vivere e godere d'una economia talmente sana da avere bisogno di costante afflusso di manodopera straniera perché quella locale è troppo poca, a causa del fatto che loro stesse non hanno partorito abbastanza figli, visto che, negli anni Settanta, hanno guadagnato la libertà di decidere cosa diavolo fare della loro vita indipendentemente da Stato, Chiesa e Comitato di Quartiere.

Ecco, una sintesi così ficcante difficilmente la si dimentica.

On 25/8/2017 at 4:50 PM, Rotwang said:

Da buon aspirante (e mai stato) hipster difendi la cultura elitista dell'hipsterismo occidentale di pseudo-sinistra e la dissoci dall'elitismo.

Se c'è qualcosa di cui non si può accusare Sampei è di difendere qualcosa di "pseudo"...

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