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La svastica rosa: omosessualità nel partito nazista (The Pink Swastika: Homosexuality in the Nazi Party) è un saggio del 1995 dell'attivista Scott Lively. Molto contestato per l'anti-storicità e l'omofobia.

Sia il titolo che la stessa impostazione narrativa è un riferimento a The Pink Triangle: The Nazi War Against Homosexuals del 1986, dello scrittore tedesco-americano Richard Plant, libro in cui viene dettagliatamente narrata la persecuzione contro gli omosessuali e l'omofobia dei maggiori esponenti del regime nazista.

Lively riprende il discorso del neonazismo sul suolo americano, mettendosi inoltre a discutere sulla latente omosessualità dell'organizzazione giovanile dei Boy Scout. Essi affermano che molti tra i maggiori leader del regime nazista tedesco, tra cui Adolf Hitler stesso, erano omosessuali, così come otto tra i primi dieci serial killer della storia statunitense.

Viene sostenuto dunque che la persecuzione nazista anti-omosessuale fosse diretta esclusivamente contro le donne e si paragona inquietantemente l'ascesa del totalitarismo nazista con l'omosessualità stessa, come addirittura sua matrice fondamentale (un classico esempio, l'omosessualità più o meno dichiarata del capo delle SA, Ernst Röhm). Una fonte importante per il libro è Germany's National Vice del 1945, dello storico ebreo Samuel Igra, il quale definì l'omosessualità come il "flusso avvelenato" che attraversava il cuore del nazismo. 

Il nazifascismo proverrebbe pertanto direttamente dal mondo omosessuale, in quanto basa le proprie concezioni politiche totalitarie sulla Repubblica del pederasta Platone. A seguire l'influenza decisiva dell'omosessuale Friedrich Nietzsche, mediata dal bisessuale Gabriele D'Annunzio, giunse in Italia ove fu determinante nella formazione di Benito Mussolini. Comune a nazifascismo e omosessualità è quindi l'ascendente pagano e anticlericale; sia la svastica che il triangolo rosa facevano parte dell'iconografia caratteristica degli ambienti dediti all'occultismo; occulto e pratiche magiche, compresa la magia sessuale, che da sempre viaggerebbero in parallelo all'omosessualità.

A combattersi nella cultura tedesca erano due visioni: da una parte l'omosessualità mascolina e militaresca, intrisa di sadomasochismo e pedofilia, fortemente affetta da misoginia e razzismo, incarnata dalla destra; dall'altra quella più favorevole all'effeminatezza e libertaria di matrice socialista. I primi avrebbero allora contribuito ad aumentare il livello del militarismo nel Terzo Reich ed il ruolo centrale nello scatenare la Soluzione finale della questione ebraica.

Presumibilmente l'autore, essendo omofobo, ha cercato di consolidare un mito anti-storico diffuso negli anni '30 nell'opposizione antinazista tedesca (soprattutto social-comunista) che, per diffamare i nazisti, considerava le sue fila pieni di "invertiti" e pederasti. Questo mito è stato poi riutilizzato dai conservatori cristiani, fino ai giorni nostri, nel paragonare grottescamente l'avanzamento dei diritti LGBT come un "nuovo nazismo", prevalentemente maschile, maschilista e misogino (basti pensare alla polemica contro la maternità surrogata usufruita da coppie di uomini).

Edited by Rotwang
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A parte un diffuso quanto morboso interesse universale per la psiche di Adolf Hitler ( il quale a dispetto di tutto pare conducesse una vita abbastanza noiosa ) resta il fatto che esistono moltissime prove della persecuzione ai gay maschi, mentre non ne esistono sull'omosessualità di Adolf Hitler

O meglio una ne esisterebbe e risale credo ad una vecchia rivista gay della Germania Federale dove un Etero tedesco intervistato dichiarò di essersi masturbato con Adolf Hitler una volta a 16 anni, Hitler ne avrebbe avuti 25  ( la qual cosa però -ammesso che il fatto fosse vero- sarebbe scarsamente significativa visto che lo stesso ragazzo 16nne sarebbe stato rigorosamente etero )

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10 minutes ago, Hinzelmann said:

A parte un diffuso quanto morboso interesse universale per la psiche di Adolf Hitler ( il quale a dispetto di tutto pare conducesse una vita abbastanza noiosa ) resta il fatto che esistono moltissime prove della persecuzione ai gay maschi, mentre non ne esistono sull'omosessualità di Adolf Hitler

O meglio una ne esisterebbe e risale credo ad una vecchia rivista gay della Germania Federale dove un Etero tedesco intervistato dichiarò di essersi masturbato con Adolf Hitler una volta a 16 anni, Hitler ne avrebbe avuti 25  ( la qual cosa però -ammesso che il fatto fosse vero- sarebbe scarsamente significativa visto che lo stesso ragazzo 16nne sarebbe stato rigorosamente etero )

Hitler era queer.

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la storia del suicidio imposto a Otto Rahn (l'autore di Crociata contro il Graal, inizialmente protetto da Himmler) per l'emergere di uno scandalo omosessuale in cui era coinvolto non mi sembra dar molto credito alla tesi esposta in apertura di topic

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Ma è chiaro come funziona la cosa, no?

Se io sono omofobo, o sono un omosessuale neonazista ( quindi ho un interesse di diversa natura che va nella stessa direzione ) sosterrò che in realtà i motivi erano politici ( Otto Rahn avrà deluso Himmler che altrimenti non gli avrebbe dato un incarico...) o che l'omosessualità veniva usata come arma di ricatto politico come in altri regimi politici in cui la sodomia era un crimine. Contro tali tesi basta osservare che il nazismo perseguì anche gli omosessuali comuni, elevando le pene ed estendendo la punibilità ad ogni atto capace di suscitare desiderio omoerotico,  celebrando un numero altissimo di processi decuplicando il numero delle condanne ( da 800 ad 8000 annue ) Nel complesso stiamo parlando di oltre 50.000 persone finite in carcere, di cui un 10% di minorenni.

Questa sarebbe la repressione penale ordinaria, a cui però il regime aggiunse quella della Gestapo che spediva per via ordinaria al campo di concentramento i recidivi, che avessero scontato la loro pena. Quindi possiamo legittimamente affermare che se l'omosessualità era un reato, l'omosessuale recidivo diventava un Nemico dello Stato.

Poichè ovviamente bastava una inezia per essere processati, un qualunque atto che potesse sembrare un approccio ad un vicino di casa che denunciava, gli arresti furono circa 100.000 ed in alcuni casi l'assoluzione o il proscioglimento per mancanza di prove bastava alla polizia politica per costituire il precedente per un successivo arresto, in breve l'arbitrarietà  dei metodi di polizia si estese agli omosessuali incorreggibili, o ad altro titolo ascrivibili a nemici dello stato ( perchè ebrei o socialisti o militanti gay etc ) si ritiene che nei campi possano essere finiti 15.000 omosessuali ma il numero esatto non lo sapremo mai

Semmai quel che si può ipotizzare è che, se la guerra da un lato potè significare per chi era già incappato nella repressione la morte, per altri poté essere una sorta di via di fuga. Non che l'omosessualità nell'esercito fosse tollerata, ma vivere in un contesto in cui le leggi razziali naziste erano costantemente violate poteva costituire una copertura anche per un omosessuale spedito per punizione al fronte, o partito come volontario

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