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Referendum sull'aborto in Irlanda nel 2018


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Leo Varadkar, il  primo capo del governo irlandese di origini indiane e dichiaratamente gay, ha confermato pochi mesi fa al Parlamento che nel 2018 si terrà un referendum sull’abrogazione dell’ottavo emendamento della Costituzione, che equipara il “diritto alla vita del nascituro” al “diritto alla vita della madre”, rendendo di fatto illegale l’aborto in quasi tutte le circostanze. Il voto si terrà a maggio o giugno, poche settimane prima dell’attesa visita di Papa Francesco nel paese.

Il divieto di aborto in Irlanda è stato istituito per legge nel 1983 e fino al 2013, quando è stato reso possibile nei casi in cui sia a rischio la vita della donna, era totale. Le donne che abortiscono illegalmente rischiano fino a 14 anni di carcere, anche se non vengono puniti gli aborti eseguiti all’estero e migliaia di donne ogni anno ricorrono a questa soluzione per aggirare il divieto, viaggiando prevalentemente nel Regno Unito. Secondo i dati del ministero della Salute britannico sono state 165.438 tra il 1980 e il 2015.

Quando fu introdotto nel 1983, l’ottavo emendamento della Costituzione fu confermato dal 63% degli elettori con un referendum, ma da tempo sembra che l’opinione pubblica sia cambiata su questo argomento. Varadkar ha definito la legge “troppo restrittiva” e nel 2016 una commissione di cittadini istituita dal Parlamento aveva raggiunto simili conclusioni.

Edited by Rotwang
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https://www.gay-forum.it/topic/35629-referendum-sullaborto-in-irlanda-nel-2018/
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MicFrequentFlyer

Un altro caso in cui un qualcosa di intelligente (legalizzazione dell'aborto) verrà fatto in modo stupido (elezioni). 

On 14/11/2017 at 11:44 PM, Rotwang said:

viaggiando prevalentemente nel Regno Unito.

And then it was Brexit.

PS: il voto dovrebbe avvenire poche settimane prima della visita del papa.

5 hours ago, MicFrequentFlyer said:

Un altro caso in cui un qualcosa di intelligente (legalizzazione dell'aborto) verrà fatto in modo stupido (elezioni). 

In Irlanda qualsiasi modifica della Costituzione deve passare dal voto referendario. Il divieto di aborto è presente in essa e quindi il referendum è necessario, così come lo era quello sul matrimonio fra persone dello stesso sesso. 

Edited by Uncanny
  • 6 months later...

Il referendum si terrà fra meno di una settimana, venerdì 25 maggio. 

Il risultato non è affatto scontato, i favorevoli all'abrogazione dell'ottavo emendamento - i favorevoli all'aborto quindi - hanno perso molto terreno negli ultimi mesi. Attualmente, stando alla media degli ultimi sondaggi, il 45% è favorevole all'abrogazione, il 33% contrario e i restanti sono indecisi. 

Se si segue la progressione delle rilevazioni si vede come a gennaio i favorevoli erano il 55-60% mentre i contrari il 25-30%, e ad aprile i favorevoli poco meno del 50% mentre i contrari poco meno del 30%. 

Secondo gli exit poll avrebbero vinto nettamente i favorevoli all'abrogazione dell'ottavo emendamento. Secondo uno dell'Ipsos i Sì sono il 68% mentre i No il 32%, secondo un altro della B&A i Sì sono il 69,4% mentre i No il 30,6%. 

Lo spoglio effettivo inizierà stamattina alle 9 ore irlandesi e si prevede che i risultati definitivi arriveranno a metà pomeriggio.

TPI

Secondo l’exit di Irish Times/Ipsos MRBI, il 68 per cento dei cittadini irlandesi ha votato per l’abrogazione di una delle leggi più restrittive al mondo in tema di interruzione di gravidanza contro il restante 32 per cento che avrebbe preferito mantenere il divieto.

Il 25 maggio 2018, l’Irlanda ha affrontato un passaggio storico: si è ricorso infatti il referendum per decidere se mantenere o meno l’ottavo emendamento della Costituzione che, nella sostanza, impedisce alle donne di abortire.

L’emendamento venne introdotto nel 1983 attraverso un referendum costituzionale, e protegge “il diritto alla vita di chi non è ancora nato”.

Di fatto, si tratta di una clausola che rende impossibile abortire alle donne irlandesi poiché, tra le altre cose, sancisce il divieto di aborto anche in caso di stupro o anomalie del feto.

Nel 1992, la Corte Suprema irlandese stabilì che l’aborto potesse essere praticato nel caso in cui la donna fosse in “reale e sostanziale pericolo di vita”. Tuttavia, a causa della vaghezza della norma, per molti anni quella sentenza è rimasta sostanzialmente inapplicata, anche in virtù del credo religioso di moltissimi medici in Irlanda.

Un primo reale cambiamento si è avuto soltanto nel 2013 quando, attraverso una legge votata in parlamento, fu stabilito in maniera più chiara e stringente che, in caso di pericolo di vita della donna, la gravidanza potesse essere interrotta.

La norma fu varata a seguito delle feroci polemiche per il caso di una donna di origini indiane, Savita Halappanavar, morta per un’infezione dopo che i medici di un ospedale di Galway si erano rifiutati di rimuovere il feto, alla diciassettesima settimana di gravidanza, perché “l’Irlanda è un paese cattolico”.

Nel 1983, come detto, l’emendamento anti-aborto fu introdotto con un referendum costituzionale. Il 63 per cento dei votanti si espresse a favore della norma che, per i successivi 25 anni, avrebbe costretto le madri irlandesi che volevano abortire a emigrare in altri paesi.

Secondo gli ultimi dati disponibili, circa 3.500 donne irlandesi si recano ogni anno in Inghilterra per le interruzioni di gravidanza, mentre altre 2mila ordinano illegalmente online le pillole per abortire.

Se la prima pratica è consentita dalla legge, con la seconda, attualmente, si rischiano fino a 14 anni di carcere.

In Irlanda il vento sta cambiando
Nell’Irlanda rurale la tradizione fortemente cattolica del paese continua a farsi sentire, sebbene già tre anni fa l’Irlanda abbia legalizzato i matrimoni gay, la prima nazione a farlo attraverso un voto popolare (i sì vinsero con il 62,1 per cento).

Come dimostrò quella consultazione, il vento nel paese sta cambiando ormai da tempo, e persino nelle aree a più forte componente cattolica si registra un clima di apertura sui diritti civili.

Harriet Sherwood, una giornalista del Guardian, ha scritto un reportage da Roscommon, una piccola cittadina nel nord dell’Irlanda, capoluogo dell’omonima contea.

Il Roscommon-South Leitrim è stato l’unico dei 43 collegi elettorali che nel 2015 votò contro il matrimonio tra persone dello stesso sesso. Come in altre parti del paese, qui la Chiesa cattolica è considerata autorità morale indiscussa.

La contea è anche tra quelle con l’età media più alta di tutta l’Irlanda. I giovani tendenzialmente non vi rimangono, emigrano in cerca di opportunità migliori.

Tuttavia, la contaminazione interculturale si è fatta strada negli anni a causa di un notevole flusso di immigrati, in particolare brasiliani e persone dell’est Europa reclutati per lavorare nell’industria della carne e siriani in fuga dalla guerra.

I cambiamenti apportati da questi flussi migratori sono stati sorprendenti. Un tempo, la chiesa cattolica era l’unica in città; ora ci sono più di una dozzina di confessioni cristiane. La comunità brasiliana ha una sua propria chiesa, così come quella nigeriana.

Paul Healy, redattore di un giornale locale, ha spiegato alla giornalista del Guardian che “ci sono dozzine di nazionalità diverse nella scuola locale; si tratta di una trasformazione fortissima rispetto a  una generazione fa”.

Secondo Molloy, i cambiamenti culturali e sociali inducono alla tacita accettazione di cose una tempo considerate scandalose, come coppie che vivono insieme e bambini nati fuori dal matrimonio.

“L’influenza della Chiesa ha subito un duro colpo, in parte a causa degli scandali riguardanti gli abusi sessuali sui minori, ma anche per altri fattori, come gli effetti della penetrazione di internet anche nelle aree rurali”.

Anche per questo motivo, probabilmente, nonché sulla scia dello scandalo Cambridge Analytica, sia Facebook che Google hanno comunicato di aver vietato la diffusione di qualsiasi tipo di pubblicità elettorale sul referendum.

La decisione, che ha riguardato anche youtube, è diventata effettiva a partire da giovedì 10 maggio 2018.

“In seguito al nostro tentativo di garantire la regolarità nello svolgimento delle elezioni a livello globale, abbiamo deciso di vietare tutti gli annunci relativi al referendum irlandese sull’ottavo emendamento”, è stato l’annuncio di Google.

Facebook, dal canto suo, ha fatto sapere che avrebbe consentito l’acquisto di spazi pubblicitari solo da parte di organizzazioni situate all’interno della Repubblica d’Irlanda, per evitare ingerenze straniere.

Sebbene, infatti, la legge irlandese proibisca di ricevere finanziamenti per campagne elettorali da parte di aziende straniere, nei giorni scorsi si era diffusa la preoccupazione che attivisti stranieri, in particolare americani, potessero spendere somme potenzialmente illimitate per comprare annunci indirizzati agli elettori irlandesi.

Il fenomeno degli annunci pubblicitari mirati, inviati in seguito alla raccolta dei dati degli utenti e alla loro profilazione per manipolarli e influenzare le loro scelte, è stato proprio ciò che ha fatto scoppiare il caso Cambridge Analytica, la società di consulenza politica con sede nel Regno Unito, e legata all’ex consigliere di Trump, Steve Bannon, accusata di aver utilizzato i dati di 50 milioni di utenti del social network per influenzare le elezioni presidenziali americane del 2016.

Il governo irlandese, proprio in occasione di questo referendum e a causa delle preoccupazioni per le possibili ingerenze tramite Facebook e Google, sta prendendo in considerazione una nuova legge che obblighi i colossi di internet a rivelare chi li sta pagando per gli annunci politici online.

James Lawless, del partito di opposizione Fianna Fáil, ha dichiarato che la decisione di Google di vietare le pubblicità elettorali “arriva tropo tardi. Le bufale hanno già avuto un impatto corrosivo nel dibattito sul referendum sui social media”.

Edited by Rotwang

Lo spoglio è ufficialmente concluso.

Il Sì ha stravinto con il 66,4% dei voti, mentre il No ha preso solo il 33,6%. L'affluenza è stata del 64,13%.

Il Sì ha vinto in 39 delle 40 circoscrizioni elettorali in cui è divisa l'Irlanda, ha perso solo in quella del Donegal - la più a Nord del paese nell'Ulster - con il 48,13%. La percentuale più alta di Sì è stata a Dublino, in particolare nella circoscrizione elettorale di Dublin Bay South con il 78,49%. 

Al più presto verrà introdotta in parlamento una legge, in linea con la maggioranza di quelle europee, che permetterà l'aborto in qualsiasi caso fino al terzo mese e in casi eccezionali (stupro, malformazione del feto, etc.) fino al quinto mese. La legge garantirà l'obiezione di coscienza ai medici contrari, che saranno però obbligati a indicare alla donna intenzionata ad abortire un altro medico non obiettore da cui andare. L'intenzione del taoiseach Varadkar è che venga approvata definitivamente entro la fine dell'anno.

Dopo decenni ci sono arrivati anche loro finalmente.

Fa un po' specie che la legge sia stata approvata solo ora nel 2018 quando in tutta Europa grazie soprattutto alla "pillola del giorno dopo" il numero di aborti è in netto calo.

Questa è la situazione europea pre-referendum. Solo a Malta è totalmente vietato l'aborto persino nel caso di pericolo di vita per la madre, immagino che l'unica soluzione per le donne sia recarsi in Sicilia

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