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[TOPIC UFFICIALE] Elezioni politiche in Italia del 2018


Elezioni politiche italiane 2018  

70 members have voted

  1. 1. Cosa votate?

    • Coalizione di centrosinistra/Partito Democratico (Civica Popolare, Insieme, +Europa)
      30
    • Coalizione di centrodestra/Lega+Fratelli d'Italia (FI, Noi con l'Italia, MNS)
      4
    • Movimento 5 Stelle
      19
    • Liberi e Uguali (Art.1-MDP, SI, Possibile, DeA)
      5
    • Lista del Popolo per la Costituzione
      0
    • Energie per l'Italia
      0
    • Potere al Popolo
      4
    • CasaPound Italia
      3
    • Altri (inserire partito o lista)
      0
    • Non voto/Scheda bianca o nulla
      5

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12 minutes ago, Sorgesana said:

Da quello che ricordo io gli 80 euro sono stati dati a quelli che erano lavoratori dipendenti sotto i 24 mila euro, non a tutti quelli che guadagnano sotto i 24 mila euro... I piccoli imprenditori sono stati lasciati soli anche questa volta.

Sì lavoratori dipendenti.

Per imprenditori e lavoratori autonomi ci sono stati altri interventi.

Ad esempio:

-la decontribuzione per le assunzioni di lavoratori a tempo indeterminato sono soldi che incentivano le assunzioni a tempo indeterminato e fanno risparmiare tanti soldi ai datori di lavoro.

http://www.ilsole24ore.com/art/notizie/2017-10-30/assunzioni-tre-vie-l-incentivo-bonus-under-35-50percento--si-sale-100percento-sud-e-apprendistato-212237.shtml?uuid=AE10WC0C

-la totale decontribuzione del costo del lavoro a tempo indeterminato dall'irap.

https://www.fiscoetasse.com/approfondimenti/12231-il-calcolo-delle-deduzioni-dei-dipendenti-dall-irap-2015.html

-la riduzione dell’Ires dal 27,5% al 24%.

https://www.fisco7.it/2016/04/ires-al-24-dal-2017-ricalcolo-delle-imposte-anticipate-gia-nei-bilanci-2015/

-introduzione dell'iri la nuova aliquota fissa al 24% per le imprese.

https://www.guidafisco.it/iri-imposta-reddito-imprenditoriale-aliquota-calcolo-1165

9 minutes ago, Layer said:

Interventi che si sarebbero potuti fare sull'altro versante (imprese e lavoro), di cui l'Italia necessita davvero.

Idem come sopra, sono stati fatti anche interventi per le imprese.

Edited by Sbuffo
10 hours ago, Layer said:

L'abolizione della tassa sulla casa, gli 80 euro... sarebbero motivi per non votarli. :asd:

Comunque, sì, io voterò lui:

Vinci chi? Vinci Salvinih! :wub:

e non saresti l'unico frocio a  farlo, purtroppo

http://www.news-24.it/la-destra-vista-da-un-gay-intervista-a-ferdinando-tripodi/ 

Edited by freedog
11 hours ago, Uncanny said:

L'ho giusto fatto ieri ed effettivamente è molto più curato ed articolato rispetto a quello postato pagine addietro in questa discussione.

No non é vero é uguale. Sostanzialmente tu ti dici più o meno d'accordo ad una serie di affermazioni propagandistiche riconducibili ai partiti e in base a questo ti collocano sullo schema

Ma la frase "gli immigrati regolari  anche senza cittadinanza italiana dovrebbero avere gli stessi diritti e doveri dei cittadini italiani" é assurda perché significa letteralmente che dovrebbero avere dititto di voto o il dovere(diritto per ora) di arruolarsi nelle forze armate.

Stessa cosa per la politica economica. Quindi al netto del fatto che é stupido farsi dire da un test cosa votare (anche perché sti test si ostinano a dirmi di votare pd), di fatto non rappresentano una posizione politica ma solo un'indicazione di voto, che può essere sballata se li si fa in modo rigoroso 

In Veneto i collegi uninominali saranno tutti della destra

Quindi il criterio di voto può orientarsi sul proporzionale, questo rende  ostico distinguere fra le due camere, forse al Senato essendo i collegi più ampi c'è la possibilità che i resti su Padova si vadano a sommare a quelli di Venezia ( dove presumo possano incontrare dei voti in più rispetto al collegio Veneto 2 destrorso ) e possano eleggere qualcuno di LeU ( che comunque non credo possa eleggere più di due persone in tutta la regione )

Poichè Insieme non farà il 3% non eleggerà nessuno e quindi io lo voterei forse alla Camera dove i suoi voti andrebbero al PD che almeno il capolista del listino bloccato lo eleggerà

Il rischio di votare Insieme però è dato dal fatto che potrebbe non raggiungere neanche l'1% . In quel caso specifico sarebbe un voto disperso e la media dei sondaggi al 16 Febbraio attribuisce ad Insieme giusto l'1%,va detto che su partiti così piccoli i sondaggi sono largamente inattendibili e quindi si va a "sensazioni"

Da un lato Insieme si giova dell'endorsement di Prodi, dall'altro il 99% degli Italiani lo ignora ed in TV passa solo la Bonino

Non credo che un esponente radicale abbia mai ottenuto un trattamento così favorevole dai mass media in tutta la storia del partito, questo è oggettivo

La Bonino quindi l'1% lo fa di sicuro, ma rischia di fare il 3% ( attualmente siamo già al 2,6% )

Insomma è un bel casino...rispondere al quesito:  si tratta forse di scegliere fra due rischi di opposta natura.

Edited by Hinzelmann
1 hour ago, Saramandasama said:

a propò del vecchiaccio, pare che si debba fà un'altra sosta ai box: ha dovuto annullà tutti i comizi al sud dei prox giorni

http://notizie.tiscali.it/politica/articoli/marina-blocca-berlusconi-niente-comizi-al-sud/

altra incognita da considerà: l'età avanzata & gli acciacchi dello psiconano [copyright Grillo]

Edited by freedog

A me pare sia successo il contrario, da quando incespica sulle parole ed è diventato chiaro che ha avuto delle ischemie è diventato "il Nonno d'Italia"

Si presume che il "Caimano" sia addirittura diventato "saggio"...un po' come Francesco Giuseppe o Giovanni Paolo II

Ci sono persone che hanno tutte le fortune e Berlusconi è una di queste

4 minutes ago, Hinzelmann said:

da quando incespica sulle parole ed è diventato chiaro che ha avuto delle ischemie è diventato "il Nonno d'Italia"

diciamola meglio: oggi si vuole vendere così

[non dimenticarti quanto sia un drago nel mktg elettorale!]

puta caso gli andasse male con la sentenza di Strasburgo voglio proprio vedere che fine farà tutta st'improvvisa saggezza...

Beh comunque non credo sia stato mai così poco attaccato in una campagna elettorale dal 1994

Sarà anche il fatto che il PPE Renzi la Bonino, Scalfari e De Benedetti cioè praticamente tutti -anche se per motivi diversi- sperano che prenda più voti di Salvini ed è insostituibile in Forza Italia, per cui nessuno ostacola la vendita del prodotto perchè tutti sperano venga comprato

Sia come sia, è una bella fortuna e l'ennesimo paradosso italiano

40 minutes ago, Hinzelmann said:

comunque non credo sia stato mai così poco attaccato in una campagna elettorale dal 1994

probabilmente per due ragioni

  1. perchè a destra, après lui, le deluge (ossia sperano riesca a tenere a bada gli animal spirits degli assidui lettori di libero, fake news anti-boldrini & mondezza simile)
  2. perchè cmq lui di persona personalmente continua a restare impoltronabile, e qsi manichino possa mettere al posto suo, lo ritengono più malleabile

The Vision

Alessio Amorelli

È una campagna elettorale strana quella che stiamo vivendo. Per la prima volta dopo 25 anni, andremo a votare con la consapevolezza che la composizione del governo italiano verrà decisa in Parlamento e non nelle urne. Siamo sempre stati abituati a indicare un candidato Presidente del Consiglio che veniva valutato sulla base del suo programma di governo. Da quest’anno cambiano le regole del gioco: niente governo la sera delle elezioni, bisognerà cercare un accordo con chi ci sta, con il rischio di tornare molto presto al voto.

In tutta quest’incertezza, le forze politiche mostrano orgogliosamente la faccia di bronzo e si affrettano a fare promesse, consapevoli di non poterle realizzare. Tra le più inflazionate vi è sicuramente l’abolizione del Jobs Act. La riforma del lavoro realizzata durante la golden age del governo Renzi è stata presa di mira da tutti i principali partiti di opposizione.

Silvio Berlusconi si dice certo del fallimento del Jobs Act  perché ha fatto entrare i giovani nel mondo del lavoro solo attraverso l’utilizzo di contratti di tipo precario. Il Movimento 5 Stelle invece arriva a sostenere che il Jobs Act è una legge approvata al fine di favorire il voto di scambio e dunque va cancellata. Liberi e Uguali, la CGIL e tutta la meravigliosa galassia a sinistra si indignano per la deriva liberista del Partito Democratico e mirano a restaurare la legislazione pre-governo Monti.

Ma proviamo, anche solo per un attimo, a prenderli sul serio. È davvero possibile che il Jobs Act sia abolito?

E allora è necessario uno sforzo ulteriore per provare a ipotizzare quali aspetti della riforma finirebbero per essere abrogati.

Al primo posto c’è sicuramente la disciplina dei licenziamenti. Come è noto a molti, i lavoratori assunti dopo il 7 marzo 2015 non sono più tutelati dall’articolo 18 dello Statuto dei Lavoratori. Il nuovo contratto a “tutele crescenti” prevede, in caso di licenziamento ingiustificato e illegittimo, un’indennità che cresce con l’anzianità di servizio in azienda. La reintegra nel posto di lavoro prevista dall’articolo 18 rimane confinata a ipotesi residuali, come il licenziamento discriminatorio. Un dato è certo: i dipendenti hanno perso forza contrattuale. Per molte grandi aziende, infatti, l’eventualità di dover pagare una somma di denaro in caso di licenziamento illegittimo non è niente di troppo preoccupante e i lavoratori non possono più permettersi il lusso di avere idee troppo diverse dal loro capo. Il rischio di essere liquidati con un po’ di mesi di stipendio è reale.

Il concetto di una tutela graduale che cresce se una persona rimane in azienda, però, non è affatto da buttare. Si potrebbe, ad esempio, ascoltare la proposta che mira a reintrodurre l’applicazione dell’articolo 18 dopo aver prestato 3 o 5 anni di servizio in azienda. I dipendenti sarebbero incentivati a essere fedeli al proprio datore di lavoro e a utilizzare le competenze acquisite nel posto che li ha formati. Quindi, più che una cancellazione dell’intera normativa sui licenziamenti, si tratterebbe di rafforzare la posizione del lavoratore subordinato senza stravolgere un bel niente.

Tornare al vecchio sistema comporterebbe incertezza nei processi aziendali e, soprattutto, sarebbe difficile da spiegare a quei lavoratori che in questi tre anni sono stati congedati con una pacca sulle spalle e un paio di mesi di stipendio.

I contratti a termine sono l’altro aspetto preso di mira dai partiti. Fino al 2014, se un’azienda voleva assumere a tempo determinato un dipendente aveva bisogno di una ragione tecnica, organizzativa, produttiva o sostitutiva. Se al momento dell’assunzione fissavo una scadenza al rapporto di lavoro, dovevo spiegare il perché. In assenza di queste giustificazioni, il lavoratore che avesse voluto far valere questa lacuna avrebbe potuto agire in modo da ottenere il riconoscimento della natura a tempo indeterminato del rapporto.

Governo Renzi, lussi finiti. Dopo pochi giorni dal simpaticissimo passaggio di consegne tra Enrico Letta e Matteo Renzi, infatti, venne emanato il cosiddetto “Decreto Poletti”, poi confluito integralmente nei decreti di attuazione del Jobs Act. Sono così stati liberalizzati i contratti a termine, che non hanno più bisogno di alcuna ragione giustificatrice per essere sottoscritti. A dirla tutta, adesso le aziende hanno dei limiti di carattere numerico relativi ai dipendenti che possono essere assunti “a scadenza”. Dentro questi limiti, però, possono fare un po’ come gli pare; rispettando la regola che impone comunque una durata massima del contratto di 36 mesi. Anche in questo caso, il lavoratore ne esce indebolito.  Nel caso in cui l’azienda non abbia nessuna ragione per assumere a termine, non si potrà più chiedere a un giudice di riconoscere che il rapporto è in realtà a tempo indeterminato, senza scadenza.

Le ragioni di carattere tecnico, organizzativo, produttivo o sostitutivo erano, d’altra parte, la fonte di incertezza più grande per le aziende nel mercato del lavoro italiano. Non era dato sapere se il dipendente avesse intenzione di rivolgersi a un Tribunale e se la ragione addotta dall’azienda sarebbe stata in grado di reggere davanti al giudizio di un giudice. Reintrodurre le ragioni giustificatrici sarebbe un enorme autogol perché porterebbe le aziende a esternalizzare molti processi produttivi e i lavoratori sarebbero assunti da soggetti sicuramente meno affidabili.

Se si vuole davvero incentivare il lavoro a tempo indeterminato, è necessario che il lavoro a termine costi tanto, molto di più del lavoro senza scadenza. Quindi: abbassare il cuneo fiscale sul lavoro stabile, aumentare tasse e contributi sul lavoro precario. L’indennità di disoccupazione è stata estesa dal Jobs Act: abrogare questa estensione sarebbe irresponsabile. Così come, d’altra parte, sarebbe illogico riformare nuovamente le autorità ispettive ad appena un anno dalla loro riorganizzazione.

Durante gli ultimi anni di governo sono stati introdotti numerosi incentivi all’occupazione, soprattutto nella forma di riduzioni sui contributi pensionistici relativi ai nuovi assunti. Nel dibattito pubblico, anche questi incentivi (ad esempio, l’esonero contributivo per chi assume a tempo indeterminato un disoccupato) vengono inclusi impropriamente all’interno del Jobs Act, dato che sono stati istituiti attraverso lo strumento della Legge di Bilancio.

Non si tratta di una riforma strutturale, è un aiuto che il governo ha voluto concedere agli imprenditori per ottenere un aumento occupazionale. Come ogni forma di incentivo alle imprese, passerà sotto la lente del nuovo governo, che ben potrebbe decidere di allocare questi fondi per perseguire altri scopi.

Quello che emerge dal quadro di insieme è l’irrealizzabilità di una abrogazione completa del Jobs Act. Ancora una volta, il linguaggio approssimativo utilizzato dalla nostra classe politica non rispecchia le loro intenzioni e le loro possibilità. Si continua con slogan intrisi di populismo che vogliono parlare soltanto alla pancia degli elettori.

Il mercato del lavoro è storicamente un settore preso di mira da ogni governo, almeno dal 1996 a oggi. Nonostante più di vent’anni di riforme e proclami, però, la situazione occupazionale dei giovani resta drammatica. Per una volta, sarebbe necessario esigere con forza meno retorica e più idee concrete per risolvere questioni divenute ormai insopportabili, come i livelli di disoccupazione giovanile in Italia.

Ecco che arriva l'articolo -puntuale come ad ogni elezione- sul voto estero

In questo caso mi pare sia originato da un ricorso contro il risultato referendario, dichiarato inammissibile per motivi procedurali che d'altronde non avrebbe potuto trovare applicazione in queste elezioni perchè le procedure sul voto per corrispondenza, sono già esaurite

Avevo già anticipato il tema quando si parlò dei problemi ( irrisolti ) del voto per corrispondenza

Certamente avremo qualche altro Razzi disposto a votare qualunque governo

E quindi fra 5 anni staremo ancora a parlarne...se la Corte Costituzionale non interverrà prima , costringendo il parlamento ad occuparsene

http://www.corriere.it/elezioni-2018/notizie/voti-spediti-rischio-brogli-candidati-improbabili-l-incognita-voto-estero-elezioni-2018-49d3adc8-1752-11e8-b630-41a05c9e9642.shtml

Trasmissione sulle elezioni italiane.

https://www.rsi.ch/rete-uno/programmi/informazione/modem/Botte-italiane-10054142.html

16 hours ago, Fabius81 said:

Posizione.jpg

Questo diagramma spiega benissimo l'origine del debito pubblico italiano. I partiti italiani non hanno capito che lo stato non crea ricchezza ma preleva con le tasse un po' di ricchezza da chi la produce.

«Prima gli italiani», ma non nei manifesti elettorali: la campagna di Matteo Salvini si avvarrebbe, di modelli stranieri che lavorano per agenzie che vendono immagini in stock. In altre parole, fotografie raffiguranti coppie, famiglie felici, una mamma con in braccio un bambino e che possono essere utilizzati per gli scopi più disparati, dalle pubblicità commerciali ai messaggi elettorali. A renderlo noto è stato il sito The Vision, con un articolo in cui si spiega che, inserendo le fotografie in un motore di ricerca per immagini è stato possibile risalire al nome e cognome delle modelle utilizzate: «non sono italiane e non sono nemmeno russe. Si tratta di due modelle ceche che lavorano per l’agenzia altrettanto ceca Citalliance». Un’altra foto mostra un papà e un bambino insieme. In questo caso si tratta di modelli slovacchi.

Free Flights to Italy, il mistero del partito fake ammesso alle elezioni

La Repubblica

Carlo Brunelli

Da qualche giorno gli italiani all'estero si divertono a postare sui social network le foto della scheda elettorale, nella quale spunta la lista Free Flights to Italy. Una lista che agli occhi degli utenti è parsa divertente, goliardica. Eppure grazie alla viralità ha attirato le attenzioni degli addetti ai lavori, che hanno scoperto agilmente le stranezze dietro quel nome. E non pochi particolari inquietanti riguardo al suo fondatore Giuseppe Macario.

Le prime condivisioni in circolazione commentavano ironicamente "finalmente un partito credibile" oppure "una delle liste più belle degli ultimi anni". Qualcuno si chiedeva se fosse uno scherzo, ed era facile pensare che fosse l'opera di un troll che si stava divertendo a prendersi gioco degli altri utenti. Eppure non è così, il simbolo esiste ed è presente sulla scheda elettorale per gli italiani all'estero in America Settentrionale e Centrale.

In una intervista al quotidiano online La voce di New York, Macario dichiara di essere un 36enne romano che risiede negli Usa e, come capo dalla lista Free Flights to Italy, propone due obiettivi: "Agevolare il rientro degli italiani, attraverso il nostro programma che si applica a tutti i dodici mesi dell'anno e non solo a quello della data del voto per le elezioni; agevolare l'ingresso degli italiani che hanno acquisito la cittadinanza italiana ius sanguinis all'estero, per investire sul turismo".

Free Flights to Italy millanta di avere già rimborsato agli italiani all'estero 26mila voli per l'Italia, oltre ad aver messo a disposizione borse di studio per gli italiani che studiano all'estero.

Dove trova i soldi? E dove li troverebbe per rimborsare i voli di tutti gli italiani all'estero che desiderano rientrare? Per giustificare le coperture economiche necessarie a sostenere la spesa, Macario si aggrega al carrozzone dei grandi partiti e sostiene che basterà tagliare sull'accoglienza ai migranti. Prima gli italiani, insomma, anche se in Italia non sono mai stati.

Ma guai a definire "partito" Free Flights to Italy. Sempre nell'intervista al quotidiano online La voce di New York, Macario sottolinea come questa sia una Ong, organizzazione non governativa. Sottolinea anche come Free Flights to Italy rispetti le quote rosa alla perfezione: due candidati, un uomo e una donna.

Lui, 36 anni, vanta un curriculum stravagante: una cattedra da docente di informatica presso l'Università della Gente (Università non-profit con sede a Pasadena, in California), un dottorato di ricerca a Princeton, gli studi al prestigioso MIT di Boston. Una docenza persino nel fantomatico 'DolceVita Institute of Technology' con sito irraggiungibile e che sulla propria pagina Wikipedia si definisce come la prima e unica istituzione nel settore dell'Ict nello Stato del Vaticano. Una vera e propria fake news e come tale viene liquidata dal Vaticano, dopo una verifica da parte di Repubblica.

L'altra candidata invece è la signora Bettina Anna Maria Borrelli, pensionata abruzzese di 71 anni che ha speso la vita ad insegnare italiano negli Usa e sarebbe la mamma di Macario.
Cercando Free Flights to Italy nei social network scopriamo che giorni fa il direttore dell'International Fact-Checking Network, Alexios Mantzarlis, aveva chiesto al Colle un chiarimento sulla lista con un tweet: "Ehi Quirinale la lista 'Free Flights To Italy' sostiene di operare sotto l'auspicio del Presidente Mattarella. Confermate?" Il Colle ha risposto privatamente a Mantzarlis e a Repubblica nega qualsiasi legame con la lista.

Ma altri come Selvaggia Lucarelli hanno scavato nel passato del candidato. Secondo quanto riportato dalla direttrice del sito di Rolling Stone, Macario sarebbe un millantatore. Nessun dottorato, nessuna cattedra, della stessa ong ci sono poche informazioni, ma sicuramente non è registrata tra quelle operanti in Italia. 

Anche le foto nei suoi profili online non sarebbero autentiche, alcune ritraggono il fotografo di moda ed ex-modello Nigel Barker, altre il celebre pornodivo Johnny Sins, facilmente riconoscibile al pubblico dei social network in quanto protagonista di numerosi meme. Tanto da essere arrivati a pensare che lo stesso Macario fosse un nome di fantasia.

Altri particolari inquietanti emergono dal passato di Macario, come la diffamazione nei confronti di "veri" professori universitari dei quali avrebbe screditato il lavoro e la reputazione tramite il suo sito presto.news.

Secondo quanto rivelato da un secondo articolo di Rolling Stone, il capolista Giuseppe Macario sarebbe anche un molestatore seriale. C'è una rete di donne che, leggendo il nome di Macario sui media, ha iniziato a farsi coraggio e a rompere il muro del silenzio dovuto alla paura: "Siamo tutte un po' spaventate dal fare qualcosa perché se ci esponiamo in pubblico, Macario cambia pagine online, scrivendo cose sempre più orribili".

Si tratterebbe di circa 90 donne che hanno subito cyberstalking. Nella già citata intervista a La voce di New York, riguardo all'argomento molestie Macario rispondeva così: "Gli abusi sessuali vanno condannati in maniera pesante, purché la vittima non si rivolga alle autorità con qualche decennio di ritardo, nel qual caso il reato andrebbe in prescrizione e le polemiche seguenti sarebbero completamente inutili. Che senso ha bloccare l'orco trent'anni dopo?"

Mentre scriviamo, il sito di Free Flights to Italy non risulta raggiungibile. Ma il simbolo della lista appare davvero sulle schede consegnate ai nostri connazionali all'estero. La macchina elettorale è ormai avviata, ma la vicenda pone più di qualche dubbio sulla modalità di accesso alle candidature per la circoscrizione estera.

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