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[TOPIC UFFICIALE] Elezioni politiche in Italia del 2018


Elezioni politiche italiane 2018  

70 members have voted

  1. 1. Cosa votate?

    • Coalizione di centrosinistra/Partito Democratico (Civica Popolare, Insieme, +Europa)
      30
    • Coalizione di centrodestra/Lega+Fratelli d'Italia (FI, Noi con l'Italia, MNS)
      4
    • Movimento 5 Stelle
      19
    • Liberi e Uguali (Art.1-MDP, SI, Possibile, DeA)
      5
    • Lista del Popolo per la Costituzione
      0
    • Energie per l'Italia
      0
    • Potere al Popolo
      4
    • CasaPound Italia
      3
    • Altri (inserire partito o lista)
      0
    • Non voto/Scheda bianca o nulla
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@freedog vota la Bonino, si sa

La Meloni rischia di soffrire la sua posizione mediana fra Berlusconi e Salvini

Al di là del fatto che tutti i partiti più piccoli soffrono il rush finale, perchè gli indecisi tendono a votare i partiti più grandi, la sua connotazione romanesca e ciociara sarebbe perfetta per @freedog, che si è romanizzato più di un calabrese immigrato a Milano :P: , ma la danneggia sopra Terni e Grosseto

Avrebbe dovuto scatenare la Santanché in campagna elettorale...cioè tu hai la Santanché e non la usi?

Non è che fino a Livorno ci sei tu e poi a Pisa a litigare coi centri sociali ci va Salvini, tu hai una donna del Nord, valorizzala, mandala a ruggire contro i No Tav, scatenala contro i comunisti di Brescia e Bergamo

Invece no

Sarà una forma di gelosia...o di rivalità femminile, ma la nana cogli occhi tondi non gioca la carta rara della fascista del Nord

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Saramandasama

Si può dire di tutto su di lei, ma è una che la vita se la gode. Molti dovrebbero prendere esempio da lei!

In fondo, tra nonno Silvio, zia Meloni e prozia Santanchė, la destra è diventata simpatica. 

salamà, hai cotto il razzo, lo sai sì?

cmq, questo è il livello dei candidati a Potenza

Caiata, che nel 2009 aveva fatto parte del coordinamento provinciale senese di Forza Italia è candidato per i Cinquestelle nel collegio uninominale della Camera di Potenza. Contro di lui Nicola Benedetto - ex assessore della giunta di Centrosinistra che si è dimesso in dicembre e corre per il Pdl - e Guido Viceconte, candidato della coalizione di Centrosinistra dopo essere stato a lungo esponente di punta del Centrodestra e di Forza Italia in Basilicata.  

 io avrei grossissime difficoltà a decidere chi votare da quelle parti,

non so voi..

Edited by freedog
davydenkovic90

Io trovo un po' inquietanti i siti e blog dei politici gestiti come dei blog di moda, o campagne elettorali come film epici o commedie all'italiana. Non credo si fosse mai visto prima in modo così diffuso. Fanno molto ridere il sito di Renzi, irrimediabilmente  un cesso anche in arie da modello, della Meloni che sembra una ragazzina delle medie che non ha capito come farsi le foto, Di Maio che non ha ancora imparato a truccarsi bene e ha la pelle lucida. Dovrebbe assumere Valeria Marini come consigliera.

Ben pochi candidati si degnano davvero di spiegare ai cittadini una mappa che si sono fatti prima di mettere le mani nei problemi del paese. Che forse è quello che ci interessa di più al di là delle canzoncine o delle battute.

Quello che mi soddisfa meno di tutti da questo punto di vista è Renzi. Se non altro la Meloni, per prenderne una a caso, dice cazzate dalla mattina alla sera, ma abbiamo tutti più o meno chiaro chi è e dove voglia arrivare. Renzi, no. Almeno, per quanto mi riguarda, non riesco proprio a comprenderlo, cosa ci faccia in quel partito, da quali ideali o capacità politiche o organizzative sia mosso, niente. A parte le sue ambizioni personali e il culto di se stesso, chiaramente.

Tra l'altro ho notato che gestisce i dibattiti esattamente come utilizza un pc: non appena compare una pagina di errore "clic" la fa sparire, c'è da fare l'aggiornamento e bla bla.. "posticipa di 4 ore". Al referendum vince il no? Che sfiga, premiamo reset e ripartiamo da capo. Tanto sono giovane, devono ritirarsi dalla politica quelli che ancora si ricordano la Thatcher, mica io.

Edited by davydenkovic90
30 minutes ago, freedog said:

 io avrei grossissime difficoltà a decidere chi votare da quelle parti,

non so voi..

Alcuni dicono che dovrebbe vincere il PD a Potenza ed il M5S a Matera, altri danno l'intera Basilicata toss up

Cioè un pasticcio tale per cui potrebbe vincere chiunque dei tre contendenti ( tipo : 30-30-30 )

No Di Maio a quel che si sa ha solo comunicato l'intenzione di trasmetterla ed in realtà si è polemizzato per il fatto che il Quirinale abbia concesso "udienza" a Di Maio

Gli altri partiti avrebbero voluto che la richiesta di di Maio fosse respinta, mentre Matterella vuoi per il fatto che siamo a una settimana dal voto, vuoi che è un democristiano nato, lo ha fatto ricevere dal suo segretario, non esprimendo un chiaro dissenso ( era strategicamente assente )

Con il ché però - credo - che il risultato sarà che la lista sarà presentata, cosa che secondo me non doveva essere concessa

Ma d'altronde fra simboli con Berlusconi Presidente e Salvini Premier...cioè il livello di indecenza è tale che diventa arbitrario ( o appare tale ) il punto in cui tentare di fare argine rispetto al fango che dilaga

5 minutes ago, Hinzelmann said:

Gli altri partiti avrebbero voluto che la richiesta di di Maio fosse respinta, mentre Matterella vuoi per il fatto che siamo a una settimana dal voto, vuoi che è un democristiano nato, lo ha fatto ricevere dal suo segretario, non esprimendo un chiaro dissenso ( era strategicamente assente )

Molti hanno interpretato la delega di Mattarella come un rifiuto.

Un rifiuto netto sarebbe stato un comunicato pubblico o informale, in cui si diceva a Di Maio di ripresentarsi DOPO il voto e solo nel caso in cui gli fosse stato conferito incarico espresso dal Presidente di formare un governo

Se lo fai ricevere da un delegato, è vero che puoi dire che una consultazione sui nomi in realtà non ci può essere stata, ma dall'altro lato non impedisci a Di Maio di pubblicare una sua lista di nomi sostenendo che il Qurinale non lo ha espressamente vietato

Comunque stiamo parlando di un presidente che ha controfirmato una legge elettorale valida per una sola camera elettiva

E' un Presidente inidoneo ad esprimere prese di posizione inequivoche

"Babbo Natale poi ti ruberà 

La tua pensione per darla ai vu cumprà

Cerchi il presepio, lui non c'è più 

E la maestra insegnerà vudù"

Una perla rara. Si toccano vette inesplorate. Cos'era l'Italia senza questa ode a Salvini? 

38 minutes ago, Uncanny said:

Cos'era l'Italia senza questa ode a Salvini? 

un posto migliore.

MOLTO migliore

altro pregiudicato in lista con seggio sicuro tra i grullini

http://www.repubblica.it/speciali/politica/elezioni2018/2018/02/24/news/elezioni_nuovo_caso_candidato_grillino_a_cerignola_condannato-189639858/?ref=RHPPLF-BH-I0-C8-P2-S1.8-T1

quindi se non ho perso il conto siamo a 14 sicuri che mandano in parlamento dopo averli prima messi in lista e poi cacciati.  complimentoni: era difficile, ma ce l'hanno fatta!

Giggino si aspetta che rinuncino alla nomina, pare.

no, ma credece eh.. lo stanno per fà...

La situazione ormai appare chiara (e non è per nulla rassicurante):

- vittoria nettissima di Forza Italia e Lega con l'appoggio aperto della chiesa che possono avere tranquillamente i 2/3 dei seggi in parlamento grazie alla legge elettorale

- MoVimento 5 Stelle prima forza di opposizione ma numericamente poco significante

Conseguenze successive:

- svolta autoritaria: Mattarella obbligato di forza alle dimissioni, elezione di Berlusconi presidente della Repubblica e di Salvini primo ministro

- uscita entro l'estate dall'Euro e adozione di una nuova moneta inizialmente convertibile

- sanzioni dall'Unione Europea, inizio di speculazioni finanziarie sull'Italia

- referendum in autunno sull'uscita dall'Unione Europea, probabilmente seguito dai Paesi di Visegrad, vinto a larga maggioranza

- inizio di un'alleanza militare ed economica con la Russia

Insomma se avete qualche $ da parte meglio ritirarli ed investirli in altro modo prima di trovarsi in mutande in pochi mesi :asd:

Nessun testo alternativo automatico disponibile.

La Stampa

A volte bisogna dare un nome alle cose perché possano esistere. «Un contratto alla tedesca - è l’idea che Luigi Di Maio ha maturato con il suo staff -. Se avremo l’incarico faremo come hanno fatto in Germania Cdu e Spd. Ci siederemo attorno a un tavolo con chi degli altri partiti vorrà starci, fisseremo dei punti e poi firmeremo un contratto». Non è un caso che Di Maio abbia iniziato anche pubblicamente a usare proprio quella parola, «contratto»: «Così lo firmiamo e tutti siamo vincolati all’impegni presi. Perché - ragiona il leader con i suoi collaboratori - non ci fidiamo degli altri partiti».  

In queste ore, il capo politico è asserragliato nella sede del comitato elettorale, al centro di Roma. Sul tavolo ci sono grafici, percentuali, sondaggi. «I numeri, quelli conteranno». E per la Grosse Koalition all’italiana, Di Maio potrebbe ora rivolgersi al Pd, a Liberi e Uguali e a Emma Bonino, la più europeista di tutti. Su questo i grillini sanno di avere il conforto di Sergio Mattarella. Sanno che il presidente della Repubblica non li escluderà a priori dai giochi post-elettorali. Se il Pd e Forza Italia non avranno abbastanza seggi per annodare le larghe intese, se il centrodestra unito non ce la farà a realizzare un governo, Di Maio è certo che toccherà al M5S.  

Ed è proprio guardando negli occhi il Capo dello Stato, o interpretando i messaggi che si sono scambiati con gli ambasciatori del Quirinale, che i grillini hanno capito che sarebbe più difficile da digerire per il Colle, e per Bruxelles, un’alleanza populista con la Lega di Matteo Salvini. Sarebbe anche in contraddizione con la svolta radicale impressa da Di Maio il giorno in cui è stato incoronato candidato premier, ribadita con il suo viaggio a Washington e con dichiarazioni nettamente filo-europeiste. «Concertazione» è l’altra parola che il leader sdoganerà il 5 marzo, per far piacere a Mattarella e per solleticare le voglie di governo degli altri partiti, partendo da una squadra di ministri «un po’ di centrodestra e un po’ di centrosinistra, ma più di centrosinistra».  

Un po’ come il M5S ha fatto all’inizio a Roma scegliendo assessori di area Pd o ex Sel. Ecco perché Di Maio è tornato, in un’ottica più istituzionale e rassicurante, a guardare a sinistra, come già a dicembre disse di essere tentato di fare. Con una novità. I 5 Stelle sono rimasti sorpresi dall’exploit della lista di Emma Bonino (i sondaggi non possono essere divulgati ma circolano ugualmente). Ed è proprio pensando alla storia dei Radicali, a quella flessibilità nelle alleanze in nome della necessità di combattere ovunque e con chiunque le proprie battaglie, che i 5 Stelle pensano di costruire un governo di programma blindato da un contratto, assieme al Pd a LeU e a Bonino. È quello che considerano «lo scenario più realistico anche per noi», dove in quel noi è contenuto il vecchio gruppo parlamentare, non proprio entusiasta di finire tra le braccia dei leghisti. «Piuttosto preferisco stare all’opposizione» sostiene Roberto Fico.  

L’asse a sinistra era il progetto del 2013 di Pierluigi Bersani «Siamo certi che lui e Massimo D’Alema ci starebbero - spiega una fonte del M5S -. Il problema è Matteo Renzi. Ma noi scommettiamo nella sua disfatta». I 5 Stelle confessano di sperare in una derenzizzazione del Pd: «Avrete notato che con Paolo Gentiloni non c’è mai stata tutta questa acredine. È una persona seria e lo rispettiamo». Michele Emiliano, che ieri diceva di essere pronto a sostenere il governo Di Maio in funzione anti-Berlusconi, ha dato una mano. Altri della minoranza Pd hanno lanciato segnali. Ma Renzi? È con lui che dovranno fare i conti. 

Seguendo lo schema di un accordo obbligato e patrocinato da Mattarella, c’è da scommetterci che Renzi porrà la sua di condizione per sedersi allo stesso tavolo con i suoi arcinemici Di Maio e D’Alema: che sia lui il presidente del Consiglio. Nel blocco parlamentare, cercherebbe di rientrare a Palazzo Chigi dalla porta principale, l’unica cosa che davvero a oggi sembra insperata.  

Dalle parte del M5S, infatti, dicono che la storia non avrà mai questo esito. Su un unico punto i 5 Stelle hanno fatto capire di essere irremovibili: Di Maio deve essere il premier se il M5S sarà il primo partito. «Non torneremo alla Prima Repubblica quando Spadolini diventava presidente del Consiglio con il 3%, perderemmo il nostro popolo» è il ragionamento del candidato con i suoi uomini. Interpretando se stesso come guida di un «grande partito popolare» Di Maio è pronto a vestire i panni di Angela Merkel e a incontrare i propri avversari di sinistra. Altrimenti, assicurano nel M5S, se respingeranno in toto l’offerta e la Lega accetterà il patto programmatico, «andrà bene pure Salvini. Anche se resta l’extrema ratio».  

7 hours ago, AndrejMolov89 said:

Fabius, ti prego, dammi il nome del tuo pusher.

Cosa ci sarebbe di assurdo in quello che ho detto, basta analizzare i fatti:

1) l'Italia nella sua storia non ha praticamente quasi mai avuto una democrazia

2) il paese è mediamente sciovinista

3) in molte zone il peso della chiesa è notevolissimo e c'è arretratezza ed una chiusura verso tutto quello che viene da fuori

4) il duo Berlusconi/Salvini ha dalla loro parte: chiesa, giornali, televisioni, gran parte delle regioni e dei comuni, in tale situazione avere una maggioranza bulgara in parlamento dovrebbe essere una pro forma...

5) una deriva autoritaria farebbe uscire di default il paese dall'Unione Europea, dapprima ci sarebbero sanzioni e poi un'espulsione, anche se sarebbe la prima volta

Edited by Fabius81
1 hour ago, Fabius81 said:

Cosa ci sarebbe di assurdo in quello che ho detto, basta analizzare i fatti:

questi non sono fatti, sono le solite fantasie che ti sentiamo ripetere da anni, in realtà sono tutte cazzate alle quali credi solo tu sulla base di qualche deviazione della tua testa

non so cosa nello specifico ti procuri piacere nell'immaginarti queste idiozie, ma sei semplicemente fuori di testa

1 hour ago, Demò said:

questi non sono fatti, sono le solite fantasie che ti sentiamo ripetere da anni, in realtà sono tutte cazzate alle quali credi solo tu sulla base di qualche deviazione della tua testa

non so cosa nello specifico ti procuri piacere nell'immaginarti queste idiozie, ma sei semplicemente fuori di testa

Invece basta cercare un po' in rete per capire che c'è un disegno del N.W.O. e di Soros per dividere nuovamente l'Europa in due blocchi:

- uno occidentale democratico-capitalista sotto l'orbita statunitense

- uno sud-orientale con governi nazionalisti-autoritari sotto l'orbita russa

47 minutes ago, Rotwang said:

Gentiloni da Barbara D'Urso!

Renzi ha giocato la sua ultima carta...

Berlusconi forse si inventerà una tassa da abolire ( ammesso che ne esista 1 ancora che non ha già promesso di abolire ) fra martedì e mercoledì

Di Maio presenterà un elenco di ministri men che mediocre, perchè non credo che persone di grosso rilievo si prestino ad una mascherata

Apparentemente non pare un quadro foriero di grossi rivolgimenti nella pubblica opinione
 

4 minutes ago, Hinzelmann said:

Renzi ha giocato la sua ultima carta...

Berlusconi forse si inventerà una tassa da abolire ( ammesso che ne esista 1 ancora che non ha già promesso di abolire ) fra martedì e mercoledì

Di Maio presenterà un elenco di ministri men che mediocre, perchè non credo che persone di grosso rilievo si prestino ad una mascherata

Apparentemente non pare un quadro foriero di grossi rivolgimenti nella pubblica opinione
 

Berlusconi subito dopo, quando ci era andato per primo, teatrino imbarazzante: ripete a raffica i soliti slogan una settimana prima delle elezioni approfittando delle sue tv.

Il presidente Mattarella si è appellato al voto dei millennials e allora vorrei testimoniare il recente passato da cui è nata l'ultima legislatura, visto che ai tempi giustamente loro avevano altro cui pensare. Innanzi tutto le attuali due Camere si sono formate con una legge elettorale anti costituzionale, che nominò la solita casta di politici asservita al proprio interesse che ebbe così modo di vilipendere ancora e per più volte il proprio mandato elettorale. La stessa  classe politica che ha dato forza al dissenso catalizzato dal Movimento 5 Stelle, dato oramai come primo partito italiano ...  e allora voglio ricordare gli ultimi eventi su cui si è infranta la democrazia italiana  tra il 2010 e il 2013  ...

Sono eventi che ho vissuto in prima persona e quindi mi perdonerete un certo coinvolgimento emotivo nell'esporli  ---> Era il 15 ottobre del 2011 quando in un crescendo di manifestazioni, gli attriti tra società civile e politica condusse a una serie di scontri di strada culminati a Piazza San Giovanni

Da testimone oculare vidi esattamente come gli scontri furono pilotati affinché accadesse questo disastro ... per esempio, l'allora ministro degli interni Maroni non chiuse la stazione della metropolitana di San Giovanni e fu solo per fortuna se i manifestanti in fuga, compreso il sottoscritto, non fece la fine del topo in trappola cercando rifugio nei sottopassaggi ... per inciso, a rincorrerci erano i celerini, supportati da un elicottero che ci teneva sottocchio dall'alto ... cercarono di spingerci nella vicina Piazza dei Re di Roma, dove tentarono una sortita ... in parte riuscita, ma qualcuno pensò bene di tirarsi dietro i manifestanti verso piazza  Tuscolo, fottendo quegli stronzi dell'elicottero che non ci potevano seguire tra le vie limitrofe.

Bah, sono storie di ordinaria guerriglia urbana, ma che uno non si aspetterebbe di vivere a Roma ... tuttavia, era questa l'Italia alla fine del ventennio berlusconiano e siccome siamo un popolo che dimentica troppo in fretta, è bene ricordarci  chi è il nonnino che allatta gli agnellini ... Ebbene, i parlamentari che hanno votato e sostenuto  gli ultimi governi a guida PD sono i medesimi che  avevano creato questa situazione, da cui si uscì grazie a un mezzo golpe bianco .. il quale portò al  commissariamento del governo Monti che, con il medesimo parlamento, ci impose misure economiche draconiane. 

Per comprendere questo passaggio è essenziale conoscere un'latra data, celebratosi anch'essa con uno scontro, quello di Piazza del Popolo del 14 dicembre 2010

Tra i minuti 3:34 e 3:36 di questo video si sente un celerino che esorta un collega a non accanirsi su un manifestante dicendogli ---> E' tuo figlio! Aoh, è un ragazzino! ---> Siccome c'ero anche quella volta, posso confermare che l'età media dei manifestanti, detti book block, era tra i sedici e i vent'anni o poco più ... tutto sommato l'età dei millennials di oggi, giusto per dire ... 

Tutto questo accadde perché il succedersi dei governi berlusconi, stavano distruggendo la scuola pubblica con una serie di riforme deleterie e i rappresentati politici >>tutti<< rimanevano sordi alle istanze dei giovani, sul cui futuro veniva messo a credito un presente sempre più traballante (Crisi bancaria). Ebbene, dopo questi scontri pareva proprio che Berlusconi fosse giunto al capolinea e si preparava la sfiducia in parlamento ... l'intervento del presidente Napolitano permise quello che le sentenze giudiziarie hanno confermato essere stato una mercato delle vacche, cioè la compravendita di voti per far passare la fiducia al governo del centro destra ... emblematiche le defezioni di Razzi e Scilipoti dall'IdV antiberlusconiano di Di Pietro. Tutta sta gente fu riconfermata nel 2013 ... a parte le seggiole che andarono ad occupare i parlamentari del M5S. 

Dopo un anno di governo del presidente Napolitano, quella classe politica condusse agli scontri di San Giovanni e da lì a poco, lo stesso Napolitano  pilotò la defenestrazione di Berlusconi, ordinando il governo Monti ... che tutto fece, tranne la legge elettorale che avrebbe ristabilito la democrazia in Italia, fomentando in tal modo quella che si chiamava anti politica, ma che era semplicemente resistenza civile a un'azione anti democratica.  Ne venne fuori l'attuale parlamento di nominati con un M5S ormai primo partito italiano. Il parlamento appena eletto confermò subito la propria inettitudine rendendosi incapace non solo di formare un governo, ma anche di eleggere il nuovo presidente della repubblica ... alcuni mal pensanti sostengono che anche quella mossa fu voluta da Napolitano e da quanti lo usavano per controllare la disastrata democrazia italiana ... sta di fatto che fu prorogata la sua presidenza, dando il via a una serie di governi del presidente ... 

Per inciso, il nostro ordinamento vorrebbe che il governo riceva il mandato esecutivo per realizzare le leggi discusse in Parlamento. Al contrario, Napolitano dava lui mandato a qualcuno affinché trovasse la fiducia parlamentare per attuare delle riforme >>indispensabili<<. In questo modo i governi discutevano le leggi e il parlamento si riduceva a ratificarle, ricorrendo spesso al ricatto del voto di fiducia ---> Ho votate Sì o vi rimandiamo tutti a casa. 

Letta fu cacciato perché troppo tentennante o filo francese? Boh, non vorrei passare per il solito malpensante ... ma di certo Napolitano con Monti si dimostrò sensibile alle volontà teutoniche ... e lo sostituì con Renzi. Lui aveva appena conquistato la segreteria del PD con lo slogan della rottamazione della vecchia classe dirigente ... sosteneva delle posizioni che catalizzavano lo stesso dissenso che impolpava le file della così detta anti politica grillina e quelli sì che facevano paura in Europa. Appena insediato il nuovo governo, giunse il successo elettorale delle elezioni europee con le celeberrime 80 euro e Renzi fu celebrato dalla Merkel come Mr 40% e divenne così il faro guida di tutta la social democrazia europea. Oggi possiamo dire che quelle 80 euro furono solo il primo dei bonus concessi a Mr 40% per rimanere in sella e completare le riforme iniziate da Monti. Compito che ha portato a termine con il Job Act, lo stesso che non riuscì a far passare in Francia Hollande e attende ancora alla prova dei fatti Macron. A conti fatti ... la Merkel è riuscita a distruggere la sinistra europea andandoci a letto insieme ... 

Io riconosco a Renzi di essere comunque stato un presidente di sinistra, nel senso che altri come Blair in UK  o Clinton in US si comportarono molto peggio e sicuramente lui ha tenuto conto molto di più di D'Alema della precarizzazione del lavoro, ma c'è anche da dire che Renzi eredita tutti i guasti delle scelte compiute dai suoi predecessori ... tuttavia, continua su quella strada che si affida al modernismo tecnologico capace di risolvere tutto, ma senza dirci come. 

Mi approccio al voto pensando che Renzi è stato l'ultimo de' >>I Governi del Presidente<< cioè vincolati a un mandato che aveva come referente politico non il popolo italiano, ma degli interessi internazionali. Gentiloni è il primo governo post Napolitano e si sente ... Ora però cosa ci ritroviamo a votare proprio non saprei dirlo ... A me piaceva molto la discussione nata nel gruppo del Brancaccio a seguito della vittoria del No referendario, ma proprio Bersani che avrebbe dovuto darvi un seguito politico, ha ridotto tutto alla cartina di tornasole per un partito che pare proprio un PD ombra nato solo per riconquistare la ditta.

Mi spaventa ancora di più l'azione politica di personaggi come la signora Bonino, tale e quale a Napolitano ... nel senso che hanno lo sguardo fisso sull'orizzonte, senza tenere in minimo conto gli effetti che tale visione comporta nella vita quotidiana delle persone. Per il resto assistiamo a un puro esercizio di marketing per accaparrarsi un voto in più e in questo Berlusconi rimane un maestro. In tale ottica, ora siamo entrati nella fase >>ape assassina messicana<< cioè spaventare l'elettorato che di riflesso è portato su posizioni rassicuranti conservatrici ... anche se nel nostro caso, rischia di favorire la destra radicale. 

Io temo che passerò la mano ... per la prima volta in vita mia! Capisco chi dice che dobbiamo avere un governo stabile per andarci a sedere al tavolo degli accordi franco-tedeschi o rischiamo di ritrovarci nuovamente nella condizione tristemente storica di essere spartiti nelle loro rispettive aree d'influenza. Tuttavia, allo stato dei fatti, questo significa tenersi Gentiloni che somiglia tale e quale ai quei nobiluomini nostrani bravi da sempre a fare il servo proprio di quei due padroni. Non vorrei ... ma altrimenti voterei male, cioè per quella anti politica che oggi si chiama anti sistema, solo perché la politica è morta lasciando al suo posto un sistema vuoto al servizio non si sa bene di chi ... ma certo non dipende da noi elettori e men che mai con questa legge elettorale ... 

Ai millennials chiederei di turarsi il naso e votare anche per me il meno peggio ... che come un tempo era la DC, oggi si chiama PD ... ma io no ... non ce la faccio proprio più. Dopo tanto impegno profuso, ti cascano le braccia per terra ... fai l'onesto e paghi tutte le tasse che ti svuotano il conto in banca regolarmente e di nuovo, ti vedi sti maledetti che pare si divertono a complicarti ulteriormente la vita ... a un certo punto viene meno la speranza e allora non ce la fai più a credere a quelli che non riesco a chiamare in altro modo ---> SVERGOGNATI ---> Capito perché è meglio che non ci vado a votare? 

Come si vota? Ecco un video esplicativo: https://video.repubblica.it/dossier/elezioni-politiche-2018/elezioni-2018-come-si-vota-la-videoscheda/297899/298520

Torna il Partito Comunista guidato da Marco Rizzo:

La nostra idea è quella di trasformare l'Italia in una repubblica socialista. Noi non siamo contro chi ha la Porsche, anzi vogliamo darne una a ogni italiano: con le nuove tecnologie, il comunismo non vorrà dire povertà ma distribuzione di ricchezza. Il mio vitalizio? Dopo vent'anni in Parlamento prendo 4.500 euro al mese e la metà la verso al partito.

La scorsa settimana si parlava di possibile scissione renziana dal Pd, oggi Gilioli su l'Espresso butta in campo un'altra ipotesi (forse un po' troppo fantasiosa, ma non del tutto irrealistica): http://gilioli.blogautore.espresso.repubblica.it/2018/02/26/il-5-marzo-del-partito-democratico/
 

Il 5 marzo del Partito democratico

UnknownMatteo_Renzi_2015.jpegAlbert_Rivera_2016a_(cropped_2)

Lo so che a molti può sembrare surreale, ma a pochi giorni dal voto del 4 marzo si fa già un gran parlare delle elezioni europee del 2019. E non è un modo per buttare la palla in tribuna, anzi: è un appuntamento che - nelle intenzioni di molti - dovrebbe servire proprio a ridefinire da subito (dal 5 marzo) le cosiddette "geometrie politiche" a livello nazionale.

Mi spiego meglio, che sennò mi accartoccio nel politichese.

Ormai i vertici del Pd danno per scontato che domenica, ad andar bene, il partito arriverà tra il 22 e il 25 per cento. Insomma come o (più probabilmente) peggio di cinque anni fa. A quel punto tuttavia Renzi (come ha già detto) non ha alcuna intenzione di dimettersi. Eletto meno di un anno fa con il 70 per cento dei voti alle primarie, il segretario conterà su un gruppo parlamentare fedele e sulla sostanziale assenza di forti avversari interni, dopo l'addio di Bersani & co. Quindi niente dimissioni.

Anzi, la sconfitta potrebbe essere utilizzata per dimostrare un teorema già esposto in un paio di occasioni da Renzi: il problema del Pd è europeo, è una crisi di consensi di tutta la socialdemocrazia nel Vecchio Continente. Vedete la Germania, dirà, dove l'Spd ha appena preso il 20 per cento e poi è finito nel caos. Vedete la Spagna, dove il Psoe ha il 22. Vedete soprattutto la Francia, dove il glorioso Ps di Mitterrand è praticamente sparito.

Ecco, la Francia, appunto. Lì Emmanuel Macron, come noto, un paio d'anni fa ha lasciato il Ps creando En Marche, ha vinto le elezioni e adesso sta pensando di esportare il suo modello in tutta Europa. L'idea è: il nuovo bipolarismo non è più tra centrodestra e centrosinistra, ma tra liberali-europeisti da una parte e populisti-anti Europa dall'altra.

Allo scopo, Macron ha incaricato un suo stretto collaboratore di progettare una specie di En marche europeo. Il nome del tizio in questione, Pieyre-Alexandre Anglade, in Italia non dice nulla, invece Le Monde gli ha dedicato un ritrattone spiegando che la sua missione è esattamente «creare una Lrm europea». Lrm è la sigla di La République en marche, come ora si chiama il partito di Macron.

Anglade ha già un interlocutore importante: è Albert Rivera, leader del partito spagnolo Ciudadanos, che appunto vuole diventare il Macron spagnolo e nei sondaggi va molto bene. Rivera ha 38 anni, parla di «rivoluzione liberale» (ricorda qualcuno?) e di «nuovo contro vecchio» (ricorda qualcun altro?). Ciudadanos è un partito di centro, diremmo noi, ma alternativo ai vecchi Popolari bolsi e corrotti di Mariano Rajoy: è nuovista, efficientista, vincista, giovanilista e liberista.

Per farla breve, altro che socialisti europei: Renzi vorrebbe tanto essere accanto a Macron e a Rivera. Con quest'ultimo si è incontrato un mese fa, a Roma, proprio per parlare del progetto comune transnazionale.

Per arrivarci, a Renzi servono ora due passaggi: far sopravvivere il proprio potere sul Pd alla sconfitta del Pd il 4 marzo; e ovviamente l'esaurirsi del berlusconismo, se non altro per motivi biologici, con conseguente travaso dei voti moderati di Forza Italia verso il nuovo soggetto macroniano.

Della partita, in Italia, sarebbe anche Emma Bonino, specie se la sua lista dovesse uscire bene dal turno di domenica prossima.

Ovviamente non è detto che il disegno si realizzi.

Ieri, ad esempio, a Roma è tornato a farsi sentire Walter Veltroni e ha detto tutto ciò che si poteva aspettare da Veltroni, ma ha anche aggiunto un paio di accenni al bipolarismo e all'identità del Pd che vanno in direzione esattamente contraria rispetto al progetto Macron-Rivera-Renzi. Probabile che anche tra molti iscritti l'idea di una nuova "Bolognina" - questa volta per troncare ogni radice socialdemocratica e passare definitivamente al liberismo di centro - non susciti entusiasmo.

Ma l'idea piace a tanti altri, in giro. Non dimentichiamoci che in questo Paese abbiamo un establishment economico che da anni cerca di mettere una toppa al casino. Da quando puntò prima su Monti poi su Letta, per intenderci. Un ticket europeista e centrista Renzi-Bonino ispirato a Macron non verrebbe certo guardato con fastidio.

Ecco perché, a pochi giorni dalle politiche, si pensa già alla Europee dell'anno prossimo. Perché il fatto che tra un anno si vota per il parlamento Ue può diventare il gancio, l'occasione per mettere fine alla storia del Pd. Almeno del Pd com'era stato concepito ai suoi inizi, come progetto in cui si fonde la tradizione dei cattolici di sinistra e quella degli ex comunisti.

Questo, à la Macron, sarebbe infatti un progetto che nulla avrebbe più a che vedere con le due matrici in questione.

Sul fatto che esista un problema su scala europea della socialdemocrazia non vi sono dubbi

Il punto è se vogliamo "+Europa" ( in termini programmatici ) a costo di distruggere il socialismo

L'opzione l'elettore italiano se la trova già sulla scheda, anche se la Bonino può giustamente fregarsene del socialismo essendo liberale

Chi vota per il centrosinistra in Italia, sa già che il destino della socialdemocrazia è segnato, o almeno dovrebbe coerentemente saperlo-sospettarlo, ha un alibi che non avrebbero gli elettori francesi e tedeschi, cioè il fatto che noi Italiani non lo abbiamo fatto per cavalcare interessi nazionali ( problema ricorrente di ogni socialdemocrazia ) ma al contrario per l'incapacità come italiani di difenderci da soli ( vedi nave Saipem a Cipro ultimo di centinaia di casi precedenti )

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