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Premetto che non so se sia giusto pubblicarlo qui o su "Emozioni & Sfoghi" (chiedo venia ai moderatori nel caso in cui avessi sbagliato). 

Ultimamente non so cosa mi prenda, ho sempre avuto periodi di alti e bassi, come ogni persona al mondo, ma questa volta mi preoccupa un po'. 

Il 2017 è stato un anno diviso a metà: fino all'estate tutto filava liscio, era un ragazzo attivissimo tra l'università, teatro, i rapporti sociali,  l'associazione di cui facevo parte e qualche lavoretto qua e là. Mi impegnavo a raggiungere i miei obiettivi e non stavo mai con le mani in mano, a volte per far rientrare tutto nell'arco di una giornata dormivo anche 4/5 ore per notte. Stanco sì, ma soddisfatto perché non sprecavo il mio tempo e mi piaceva tutto di quello che facevo. 

A febbraio ho anche chiuso una relazione (dopo un anno e mezzo e tanto sofferta, per certi versi) con una persona alla quale tenevo tantissimo, ma questo non mi ha fermato e ho continuato a perseguire i miei obiettivi. 

Sono andato all'estero per un mesetto per uno stage, mi son laureato a Luglio e, finalmente, ad Agosto mi son preso una "pausa dalla vita" (come mi piace chiamarla). 

Sono stato ammesso alla magistrale che volevo e adesso sto a Bologna da settembre come studente fuorisede. 

Fino a qui tutto nella norma. 

In questo ultimo periodo, invece, che va da novembre circa (ma forse anche prima) mi sento inutile. 

Non provo interesse verso, praticamente, nulla. L'università sta andando male, ho lasciato l'associazione di cui facevo parte e oltre a studiare (con scarsi risultati)  e passare un po' di tempo con gli amici non faccio nient'altro.  

Mi capita di annoiarmi anche quando sono in compagnia.

Mi disinteresso di quello che mi circonda, completamente (non guardo più nemmeno il tg o i giornali). 

Per quanto riguarda la vita sentimentale/sessuale mi sono iscritto ad una delle famigerrime app dove vedo un sacco di ragazzi interessanti e stimolanti con cui scambio due parole, ma quando arriva il momento di incontrarci non ho mai voglia di farlo e non capisco il perché (non è nemmeno per timidezza, perché la faccia da culo non mi manca). So che mi sto perdendo anche delle opportunità, ma me ne frego. 

Non voglio passare la mia vita da studente chiuso tra casa e università e senza nemmeno un interesse o una passione da perseguire che vada al di fuori del "curriculum", non sono mai stato così, ho sempre cercato di fare di più dello stretto necessario per stare bene, divertirmi, impegnarmi e per essere una persona migliore per me, in primis (oltre che per avere un bel biglietto da visita in futuro), ma ora nulla di questo sembra avere granché importanza. 

Che mi prende? Perché io non lo capisco... 

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https://www.gay-forum.it/topic/35784-apatia/
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Ti capisco, è uno smarrimento di quando raggiungiamo degli obiettivi che ci siamo dati. È insoddisfazione mista ad apatia , non è nemmeno depressione è uno stato un pò fermo. Idem ho ambito il mio lavoro e non potendolo fare al sud ho lavorato duro per farlo a Milano ed alla fine ti trovi spaesato, un pò senza bussola.

Niente penso che certi momenti nella vita vadano presi per quello che sono, fermarsi e riflettere per poi ripartire. Ora rifletti , non lasciarti in storie o appuntamenti prenditi una pausa per te e cerca juovi stimolo. Facciamo 100000 cose per non pensare adesso è arrivato il momento di farlo

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https://www.gay-forum.it/topic/35784-apatia/#findComment-1006784
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Intanto dovresti chiederti se il raggiungimento di questi obiettivi ti ha dato gioia soddisfazione, piacere.

O se gli obiettivi stessi erano  un modo per tenerti impegnato con un sacco di attività e scappare da una apatia che già covava prima

Questo ti consentirebbe di "datare" il problema

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https://www.gay-forum.it/topic/35784-apatia/#findComment-1006816
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Può essere tante cose tra cui:

- eccessivo accumulo di stress

- inizio di un lieve stato depressivo ( solitamente inizia proprio così, con scarso riscontro verso gli stimoli esterni)

- vita affettiva poco soddisfacente.

Dovresti iniziare a preoccupartene se questo atteggiamento persiste nei prossimi mesi. Altrimenti la riponi come una " fase" di transizione.

Ultimamente a me capita un giorno si e uno no.

Ma sto ribaltando la mia vita, quindi presumo che ci possa stare per ora. Certo, se tra sei mesi sarò ancora in questa situazione, dovrò prendere provvedimenti più seri. Per ora mi adeguo, e invece di cavalcare l'onda  seguo il ciclo delle maree.

In bocca al lupo.

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https://www.gay-forum.it/topic/35784-apatia/#findComment-1006863
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la situazione in cui ti trovi può capitare quando c'è una concomitanza di fattori di stress: nel tuo caso hai avuto nel giro di pochi mesi la fine di una storia sentimentale, l'inizio di un nuovo ciclo universitario e l'esserti trasferito fuori sede

tutte queste cose singolarmente possono essere gestibili, ma insieme possono determinare un surriscaldamento emozionale, da cui l'apatia come forma di autodifesa psicologica, per fare un po' di silenzio e ritrovare la motivazione

quindi direi di assecondare questa fase senza farti grandi problemi: attendi la buona stagione che sicuramente tornerà

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4 hours ago, Hinzelmann said:

In questa ipotesi l'apatia potrebbe essere un modo di nascondere o reprimere un'ansia accessiva, che si

tende a provare ogni volta in cui si inizia qualcosa di nuovo e non ancora conosciuto

Non soffro di ansia da prestazione per quanto riguarda l'università, in realtà (col tempo ho imparato a gestirla tranquillamente). 

Per quanto, come tutti, posso avere un po' di timore nell'affrontare cose nuove, non mi faccio mai sopraffare dalla situazione. 

Lo stress, invece, mi "piace", quando sono sotto pressione rendo meglio e rendo di più. A giuste dosi, lo stress, per me è uno stato positivo.

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Non hai risposto però al mio primo intervento, in cui ti chiedevo se il raggiungimento di questi obiettivi ti ha dato soddisfazione, rispondeva a tuoi desideri sentiti anche a posteriori come autentici o non fosse un modo per tenerti occupato

In questa prima ipotesi sotto l'apatia cova rabbia repressa, mentre nella seconda ( che tu tendi ad escludere ) ansia mascherata

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Chiedo venia @Hinzelmann

In realtà sono contento di quello che ho ottenuto. Nulla di straordinario, per carità, ma pur sempre obiettivi che mi son posto (volentieri) e che ho raggiunto. 

Poi io ho il "problema" di sottovalutare (forse) quello che faccio, nel senso: se ottengo qualcosa significa che, forse,  non era così difficile da ottenere, quindi contento ma con un piccolo "ma" (non so questo possa incidere, però). 

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23 hours ago, bradipo said:

Non soffro di ansia da prestazione per quanto riguarda l'università, in realtà (col tempo ho imparato a gestirla tranquillamente). 

Per quanto, come tutti, posso avere un po' di timore nell'affrontare cose nuove, non mi faccio mai sopraffare dalla situazione. 

Lo stress, invece, mi "piace", quando sono sotto pressione rendo meglio e rendo di più. A giuste dosi, lo stress, per me è uno stato positivo.

Mm.... sei convinto di quel che stai facendo all'Uni?

Anche a me capitò qualcosa di simile...più di una volta in realtà...c'entravano spesso i rapporti umani, non solo con fidanzatini del momento...

e tu, problemi in famiglia? cogli amici? 

Capisco anche il fatto di bassa autostima (quasi a dire, una volta che ce l'hai fatta, "se ce l'ho fatta io ce la possono fare in tanti")...per quello soluzione giusta mi sa che non c'è, potrebbe essere anzi un ottimo trigger per affrontare sfide nuove.

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4 hours ago, schopy said:

Mm.... sei convinto di quel che stai facendo all'Uni?

Anche a me capitò qualcosa di simile...più di una volta in realtà...c'entravano spesso i rapporti umani, non solo con fidanzatini del momento...

e tu, problemi in famiglia? cogli amici? 

Ecco sull'uni, forse, non sono del tutto convinto. Sto facendo fatica e non so se perché non sono all'altezza o se perché non mi piace fino in fondo quello che faccio ora. 

Per quanto riguarda il resto, invece, le cose vanno nella norma, mi sono creato un gruppetto di amici (compagni di corso e lo più) coi quali mi trovo bene. 

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