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Guest -NakedOnTheSand-

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Ho finito stamane il secondo capitolo di Orlando di Virginia Woolf.

Un libro che mi incuriosisce, visto che non ho ancora capito se mi piaccia o meno.

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54 minutes ago, LocoEmotivo said:

Ho finito stamane il secondo capitolo di Orlando di Virginia Woolf.

Un libro che mi incuriosisce, visto che non ho ancora capito se mi piaccia o meno.

wow ...orlando di virginia woolf.....una favola universale....che non invecchia mai.

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LocoEmotivo

Ho finito ieri sera di leggere tale Orlando, di tale Virginia Woolf, e riesco a terminare la mia analisi soltanto ora.
(Prima di proseguire, tengo a precisare che non sono un critico letterario né un letterato tout court e che, di conseguenza, questo intervento-fiume potrà contenere un numero di eresie in rapporto proporzionale se non esponenziale alla sua lunghezza. Così, tanto per rivitalizzare la storia dell'uomo mezzo salvato.)

Alla fine, quello che non capisco è il perché la gente associ sempre quella cavolo di oca a questo romanzo: di tutta l'opera, è uno dei punti che desta meno interesse. Forse per significati simbolici, allegorici, metaforici, massonici, boldriniani, giudoplutodemocratici? Ma tutto Orlando è una enorme allegoria simbol-metaforico-eccetera: come spiegarci, altrimenti, una morte sopraggiunta a quasi quattrocento anni d'età?
Ho scoperto dall'introduzione (letta debitamente a romanzo finito) che, in effetti, l'intera storia è una sorta di trasposizione ai limiti del mitologico di una figura reale e cioè della tizia che si bombava la Woolf (o che si faceva bombare da lei, sempre che si bombassero contemporaneamente): da questo punto di vista, l'intero lavoro non è che una lunga, monografica lettera d'amore. Ma l'amore, a mio avviso, non basta.
Partiamo dalla longevità di questa figura dall'asterisco ante litteram facile (quella storia del "siamo tutt* antifascist*", no?):  è un fattore che potrebbe non stupire più di tanto (visto che il piglio da demiurgo beffardo, anche se poco riuscito, della narratrice ci dà un po' quel tocco favolistico à la Calvino del ciclo degli antenati) ma il problema nasce quando diventa chiaro che Orlando (o lady Orlando) non è l'unic* a campare per così tanto, troppo tempo. Il personaggio di Nick Greene, ad esempio, potrebbe restare benissimo confinato nel suo secolo di apparizione quando, invece, lo vediamo irrompere nel Diciannovesimo e Ventesimo. Perché? Non è l'antagonista con cui l'eroe torna a scontrarsi dopo un fottio di tempo (tipo, che ne so, in Transformers) ma una figura di secondo piano che emerge giusto per la sua funzione esemplificativa. E allora perché non possiamo pensare che anche Orlando svolga la stessa funzione? Perché non supporre che Orlando non sia di carne e di ossa ma che debba leggersi in altra maniera?
(Non è la stessa Woolf a suggerirci questa mossa, in fondo? La storia di un tizio che diventa tizia, che campa quattrocento anni in mezzo ad altra gente che campa quattrocento anni: o è un fantasy del menga o c'è sotto qualcos'altro, dai, è evidente.)
Potremmo non avere a che fare soltanto con dei personaggi (intesi come dramatis personae) o con mitizzazioni di maschiette reali, quindi, ma con dei tipi quasi archetipi - e Orlando, in tutto ciò, quale maschera indossa? Quella dell'Androgino? Quella della Bellezza? Della Perfezione? Dell'Immutabile Mutamento? Volendo fare le pulci a quest'opera, potremmo addirittura sostenere che la metamorfosi di Orlando è quella di una certa mascolinità che si è vista sparire alla fine del Settecento e che, per sopravvivere, deve trasformarsi nientepopodimeno nell'opposta femminilità (dettaglio che forse rende questo romanzo amato dal popolo LGBT e forse no).

Il punto che si corre di perdere di vista, in tutto ciò, è: ma è bello, 'sto romanzo?
No.
Cioè: a me non è piaciuto.
Il primo capitolo mi ha lasciato perplesso.
Il secondo idem, anche se ormai mi aveva cominciato ad incuriosire, e da lì in poi speravo più di leggerne la fine che l'evoluzione.
L'ultimo è telefonatissimo, volutamente telefonatissimo: la prosa della Woolf è perfettamente a metà tra il barocco, il romantico, l'a parte e chi più ne ha e più ne metta, eppure la somma di tutte queste metà  è fin troppo prossima allo zero (come già arguiva Foscolo).
Possiamo parlare di un bildungsroman? C'è una crescita del personaggio? Sembrerebbe proprio di no: Orlando sembra più adeguarsi che non cambiare davvero - e si tratta sicuramente di una mia percezione errata del romanzo, visto che lavora per quasi tutta la vita ad un poema ispirato all'albero emblema dell'immutabilità, ma quest'è.
Questa lettera d'amore funziona? Sono riuscito a cogliere almeno una minima parte del fascino che ha così tanto stregato la Woolf?
La risposta è nuovamente: no.
Penso a dichiarazioni d'amore letterarie e mi viene in mente il De profundis di Wilde: il paragone non c'entra nulla, è vero, ma l'intensità e l'emozione (a volte probabilmente manierista) del cornuto-e-mazziato Oscar non sono le stesse di Virginia. Forse perché il lavoro più vecchio è incentrato su di sé mentre l'altro punta tutto sull'altro-da-sé, forse perché gli stili sono diversi, forse perché la mia capacità di cogliere e apprezzare è più affine al figlio del carcere di Reading, ma non c'è veramente paragone.

Per di più, è evidente che quest'opera è estremamente cerebrale. Non siamo ovviamente ai livelli di Borges (per somma delusione di @Bloodstar) ma ci troviamo comunque di fronte ad una foresta di citazioni. richiami e rimandi che a lungo andare mi ha stufato non poco.
Potrei continuare a lungo ma sarebbe tempo perso. Proprio come quando non ti innamori e potresti star lì per ore a interrogarti sui fattori sfavorevoli, così mi rivolgo a questo libro: non mi ha rapito, non mi ha conquistato, non mi ha per niente sedotto.
A questo punto, quella cavolo di oca finale può pure passare inosservata.

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Quattro donne lavorano insieme in uno stabilimento di pasti pronti alla periferia di Tokyo. Diverse per carattere, mentalità, esperienza, situazione familiare, sono però accomunate dalla frustrazione per una vita che sentono arrivata ad un punto di stallo e per un tipo di lavoro (operaie part-time del turno di notte) che nella scala del prestigio sociale occupa i gradini più bassi. Una sera la più giovane e indifesa del gruppo, spinta dalla disperazione e dalla rabbia, strangola il marito e subito dopo, non sapendo che fare, telefona a Masako Katori, quarantenne intelligente e determinata che è finita nella fabbrica dopo una esperienza di mobbing in un istituto bancario e l'inaridimento del suo matrimonio. Masako per un impulso irrazionale e liberatorio decide di aiutarla e, con una combinazione di casi fortuiti e bisogno di denaro, anche le altre vengono coinvolte nell'impresa di occultare il cadavere. Inizia così una concatenazione di eventi drammatici.

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@LocoEmotivo bell'analisi.  Io adoro la Woolf, però confesso di non aver letto Orlando; ho solo visto la trasposizione cinematografica che mi ha steso e non in senso buono...comunque ti consiglio di leggere "diario di una scrittrice", sempre della Woolf. 

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  • 2 weeks later...
LocoEmotivo

Avevo cominciato la Vita di Napoleone di un tale Stendhal ma dopo un po' le mie gonadi avevano raggiunto dimensioni tali da procurarmi fastidi nell'uscire dal garage che non ho, quindi mi sono fidato della mia zoccoletta (al secolo, l'utente @Bloodstar) e ho scoperto Vasilij S. Grossman: sto leggendo Uno scrittore in guerra, una versione non integrale e con interpolazioni del curatore degli appunti raccolti durante la Grande Guerra Patriottica (1941-1945).
Interessante e alquanto avvincente: se tutto procede bene, dopo potrei affrontare L'inferno di Treblinka e approdare finalmente a Vita e destino, sempre dello stesso autore.
Stay tuned.

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28 minutes ago, Bloodstar said:

Un brutto libro. Peggiore dei racconti meno riusciti di Altri libertini.

Un amante della letteratura non può denigrare Altri libertini. PaoPao non è alla sua altezza, ma è meritevole. Tondelli è un innovatore. Riconoscimento al merito :wub:

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36 minutes ago, misterbaby said:

Un amante della letteratura non può denigrare Altri libertini. PaoPao non è alla sua altezza, ma è meritevole. Tondelli è un innovatore. Riconoscimento al merito :wub:

In Altri libertini, secondo il mio modesto punto di vista, ci sono sia racconti belli e riusciti (un paio anche molto belli), sia racconti sinceramente brutti e poco ispirati. 

Non scordiamo che nell'80 già era stato pubblicato Pentothal, Cannibale aveva già concluso i suoi giorni e Frigidaire era stata appena fondata. Quanto a innovazione ce n'era d'avanzo in quegli anni, e sono sempre più convinto che Tondelli non fosse, alla fin fine, nell'avanguardia.

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LocoEmotivo
On 15/3/2018 at 4:41 PM, freedog said:

a breve lo chiuderò per eccessiva orchite procurata

Ho provato a farmelo piacere, Lilin, ma non ci sono riuscito: capisco il tuo dramma, fratello!

1 hour ago, misterbaby said:

Un amante della letteratura non può denigrare Altri libertini.

Ma il nostro @Bloodstar non è un amante della letteratura tout court: è un grande lettore e un eccellente critico, ma non credo possa attribuirsi definizioni più pure e assolute.

Io, come preannunciato, ho terminato i diari di guerra di V. Grossman e ho cominciato il suo Vita e destino.

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1 hour ago, Bloodstar said:

In Altri libertini, secondo il mio modesto punto di vista, ci sono sia racconti belli e riusciti (un paio anche molto belli), sia racconti sinceramente brutti e poco ispirati. 

Non scordiamo che nell'80 già era stato pubblicato Pentothal, Cannibale aveva già concluso i suoi giorni e Frigidaire era stata appena fondata. Quanto a innovazione ce n'era d'avanzo in quegli anni, e sono sempre più convinto che Tondelli non fosse, alla fin fine, nell'avanguardia.

Tondelli è stato tra gli scrittori italiani  a portare su carta e senza troppi giri di parole l'amore che non osa pronunciare il proprio nome.  Un giovanissimo con dietro una famiglia super cattolica. Ha avuto coraggio, si è ribellato alla società, si è ribellato alla prosa perbenista. E' stato un innovatore perché ha sperimentato vari stili linguistici e narrativi.  Non so, però a volte lo si sottovaluta ingiustamente. 

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7 minutes ago, misterbaby said:

Tondelli è stato tra gli scrittori italiani  a portare su carta e senza troppi giri di parole l'amore che non osa pronunciare il proprio nome.  Un giovanissimo con dietro una famiglia super cattolica. Ha avuto coraggio, si è ribellato alla società, si è ribellato alla prosa perbenista. E' stato un innovatore perché ha sperimentato vari stili linguistici e narrativi.  Non so, però a volte lo si sottovaluta ingiustamente. 

Si e' liberato di tutto e poi e' morto come la fallaci nelle mani dei preti.

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LocoEmotivo
8 hours ago, misterbaby said:

Tondelli è [...] stato un innovatore perché ha sperimentato vari stili linguistici e narrativi.

E okay, però sperimentare non basta. In letteratura, è importante anche il risultato: se le tue idee e le tue innovazioni non hanno esito felice, sarai anche un grande innovatore ma rimani un narratore mediocre.

Io Tondelli non lo ho ancora letto (lo affronto a breve), ma essere innovatori non interessa tanto il lettore quanto il critico.

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9 hours ago, misterbaby said:

Ha avuto coraggio, si è ribellato alla società, si è ribellato alla prosa perbenista. E' stato un innovatore perché ha sperimentato vari stili linguistici e narrativi.

La prosa perbenista era già stata intaccata alla radice, basta solo guardare le cose giuste nei posti giusti (Ranxerox, Pentothal, Zanardi). 

Io di Tondelli ho letto solo i due libri più famosi (non mi risulta che abbia scritto assai, peraltro) ma io di questo sperimentalismo non ho trovato traccia: a narrazione mi è sempre parsa piuttosto lineare  e non mi sembra di aver incrociato tanto pluristilismo linguistico. A mio vedere l'innovazione stava, fino a un certo punto,  nei temi.

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50 minutes ago, Bloodstar said:

La prosa perbenista era già stata intaccata alla radice, basta solo guardare le cose giuste nei posti giusti (Ranxerox, Pentothal, Zanardi). 

Io di Tondelli ho letto solo i due libri più famosi (non mi risulta che abbia scritto assai, peraltro) ma io di questo sperimentalismo non ho trovato traccia: a narrazione mi è sempre parsa piuttosto lineare  e non mi sembra di aver incrociato tanto pluristilismo linguistico. A mio vedere l'innovazione stava, fino a un certo punto,  nei temi.

Ti consiglio di leggerlo con più attenzione. Evidentemente l'hai letto con occhio svogliato. 

2 hours ago, LocoEmotivo said:

E okay, però sperimentare non basta. In letteratura, è importante anche il risultato: se le tue idee e le tue innovazioni non hanno esito felice, sarai anche un grande innovatore ma rimani un narratore mediocre.

Io Tondelli non lo ho ancora letto (lo affronto a breve), ma essere innovatori non interessa tanto il lettore quanto il critico.

Il risultato c'è. Tondelli è apprezzato oggi dai critici di letteratura contemporanea, e da molti lettori,  per fortuna hanno saputo ridargli il giusto valore. Ovviamente non può piacere a tutti, ma quando un autore non piace, anche se la critica ha messo in evidenza i suoi punti forti, basta dire non amo il suo stile, le tematiche che affronta, perché fa parte del gusto personale, ma quando si nega l'evidenza per far passare il messaggio sbagliato che Tondelli sia un autore mediocre io non ci sto. 

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LocoEmotivo
33 minutes ago, misterbaby said:

Il risultato c'è [...] ma quando si nega l'evidenza per far passare il messaggio sbagliato che Tondelli sia un autore mediocre io non ci sto. 

Mi hai messo ancora più curiosità: lo leggerò più che volentieri, allora :kiss:

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3 hours ago, LocoEmotivo said:

Mi hai messo ancora più curiosità: lo leggerò più che volentieri, allora :kiss:

Ahah mi fa piacere. Poi mi farai sapere u.u 

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Ho iniziato ieri sera L'inverno del nostro scontento di Steinbeck, il suo ultimo romanzo. Ci sono certe descrizioni che mettono i brividi, ma non sono ancora riuscito a lasciarmi coinvolgere. Forse perché mi aspettavo lo Steinbeck allegorico di Uomini e topi.

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Ieri sono stato al BookPride e oggi ho letto un libro che ho trovato lì: "Il fascismo eterno" di Umberto Eco. Mi è piaciuto, è un'interessante saggio sui neofascismi: consigliato ;)

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On 19/3/2018 at 10:39 AM, LocoEmotivo said:

Mi hai messo ancora più curiosità: lo leggerò più che volentieri, allora :kiss:

Sullo stile non ho competenze e taccio ma sul contenuto mi ha lasciato alquanto indifferente. Sono stato io il primo a leggerlo e dopo la mia recensione negativa il buon Misterbaby si è convinto a comprarlo e , come facilmente prevedibile, ha trovato questo libro palloso molto bello.
Quindi a sto punto lo consiglio anche a te.

Troverete esaltanti i racconti delle uscite in caserma tra alcol e droga di froci repressi, che poi tornano in caserma ed infine a casa.

Finito Delitto e Castigo, che dire, me lo aspettavo completamente diverso, addirittura l'ho trovato un  pò consolatorio laddove mi aspettavo qualcosa di decisamente più crudo e cervellotico.

Romanzo molto lineare per le prime 300 pagine ti incolla poi diventa un pò difficile da portare a termine.Comunque decisamente non il mattone che mi aspettavo, stai a vedere che pure la letteratura russa non è una palla come quella italiana?

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2 hours ago, Iron84 said:

Sono stato io il primo a leggerlo e dopo la mia recensione negativa il buon Misterbaby si è convinto a comprarlo e , come facilmente prevedibile, ha trovato questo libro palloso molto bello.
Quindi a sto punto lo consiglio anche a te.

No, in realtà mi sono innamorato di Tondelli quando ancora studiavo a Siena, e Tonia può confermartelo. Infetti ho pure seguito un corso di formazione sullo stesso un mesetto fa proprio perché tra i miei autori di letteratura contemporanea preferiti U__U 

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No, in realtà mi sono innamorato di Tondelli quando ancora studiavo a Siena, e Tonia può confermartelo. Infetti ho pure seguito un corso di formazione sullo stesso un mesetto fa proprio perché tra i miei autori di letteratura contemporanea preferiti U__U 
Io non parlavo di Tondelli ma di pao pao
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10 minutes ago, Iron84 said:
21 minutes ago, misterbaby said:
No, in realtà mi sono innamorato di Tondelli quando ancora studiavo a Siena, e Tonia può confermartelo. Infetti ho pure seguito un corso di formazione sullo stesso un mesetto fa proprio perché tra i miei autori di letteratura contemporanea preferiti U__U 

Io non parlavo di Tondelli ma di pao pao

Lo sai da chi è stato scritto Paopao? XD 

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Lo sai da chi è stato scritto Paopao? XD 
Non è difficile dicevo che hai letto pao pao dopo che l ho letto io no che non conoscevi Tondelli
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