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4 minutes ago, Renton said:

Non so a me Bukowski è sempre stato antipatico, mentre Welsh mi piace tantissimo, non li assimilo

Sottoscrivo. Bukowski mi è sempre sembrato un coglione compiaciuto mentre i libri di Welsh che ho letto mi sono quasi sempre piaciuti. 

Io sto rileggendo Ubik. 

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Avrei dovuto scrivere cosa stavo leggendo sotto le feste, ma mi sono collegato poco. Non leggo maimaimai perché o non ho tempo o non ho la testa, quindi ne ho approfittato per una maratona:

- Kafka on the shore (Kafka sulla spiaggia), di Murakami. Ovviamente non ho capito uno stracazzo :sisi: me l'aspettavo
- Not forgetting the whale, di John Ironmonger - una trama molto semplice, si legge in fretta, ma mi è piaciuto molto, ha pizzicato le corde giuste al momento giusto
- Hello world: how to be human in the age of the machine, di Hannah Fry, che è un divulgativo scorrevolissimo senza alcuna pretesa; mi è stato regalato per Natale

ora sul comodino ho, da cominciare, se non cambio idea:

- un libro con due racconti di Lars Saabye Christensen (Amatøren e Billettene). Ma è in lingua originale e non so se ho voglia di mettermici perché mi sa che devo aprire il dizionario ogni tre parole
- The seven deaths of Evelyn Hardcastle, Stuart Turton

davydenkovic90

30 Dicembre 2020, ultimo giorno arancione, direzione libreria. Cerco qualcosa di spiritoso, ma anche interessante. Sezione cinema, musica, ecc., noto e sfoglio subito due capolavori da cui poter trarre monologhi di teatro epici, che però  non acquisto: La cacciatrice di Narcisi. Mai dare soddisfazione agli stronzi. di Alba Parietti e Agli uomini preferisco il cioccolato di Giulia Salemi. 

Torno a casa, invece, con: Diario di un gatto, di Remco Campert e Pantera di Stefano Benni

ma soprattutto con:

Tra bandiere rosse e acquasantiere eBook: Berti, Orietta: Amazon.it: Kindle  Store

  • 1 month later...

Lavorare stanca mi piace tantissimo, però è un'eccezione. La poesia non mi tocca e, difatti, le raccolte successive dello stesso Pavese mi lasciano freddo del tutto.

13 hours ago, misterbaby said:

La città dei vivi

Questo mi ispira. Mi interessa la vicenda e, vivendo a Roma, anche l'ambientazione. Mi frena il fatto che non ho mai letto nulla di Lagioia e nessun suo libro precedente mi sembra interessante. Ho anche paura che il confronto con L'avversario (un libro che amo molto) risulti impietoso.

 

1 minute ago, LocoEmotivo said:

Però Penna ti è piaciuto

Mi è abbastanza piaciuto anche se non è minimamente entrato nel mio canone poetico. Canone in cui campeggia, appunto, Lavorare stanca insieme a poche altre cose.

2 minutes ago, LocoEmotivo said:

Perché non hai un'anima.

già già già

On 1/2/2021 at 6:09 PM, Rocco88 said:

Io ora comincio Abbiamo sempre vissuto nel castello di Shirley Jackson

Facci sapere com'è io ho letto della Jackson Lizzie che è davvero fantastico e Hill House bello ma non quanto Lizzie ed ovviamente la Lotteria.
Abbiamo sempre vissuto nel castello ho rifiutato di comperarlo perchè 20 euro per una versione non rilegata di un libro di nemmeno 200 pagine lo ritengo un furto con un Iva al 5 %.

On 2/18/2021 at 8:40 PM, misterbaby said:

 

-Amatissima di Morrison;

 

Com 'è sembra interessante?

Aggiornamenti:

Dunque su suggerimento del buon @misterbaby ho letto il primo libro

1)I Tormenti del giovane (dell'allievo) Torless, devo dire che non avrei mai e poi mai letto questo libro se non mi fosse stato consigliato, ed invece wow, letto in pochi giorni e mi ha proprio preso aprendo la mia stagione di autori tedeschi

2) Il racconto dell'ancella di Atwood, dopo aver visto le prime puntate della serie, interrompo tutto e affascinato da questa storia leggo il libro. Il risultato è molto deludente, l'Atwood è sicuramente una scrittrice con le palle ma ha uno stile estremamente statico e descrittivo che non funziona proprio a mio avviso in un romanzo distopico. Questo approccio psicologico va bene ma alla fine quasi tutto il romanzo si concentra sulle sensazioni dei protagonisti, senza ritmo, senza avventura e senza evoluzione alcuna. Non è proprio nei miei gusti soprattutto con questo stile di scrittura. Sono riuscito a finirlo a fatica.

3) La strada di Swan di Prust: iniziare la Recherche è qualcosa di ostico sebbene la poetica e la filosofia sottesa all'epopea prustiana mi affascinano come poche altre, devo dire che non sono ancora pronto per la sua opera. Dopo poche centinaia di pagine questo flusso di ricordi cosi dettagliati mi ha davvero stancato. Non è nemmeno lo stile ad essere sbagliato ma la storia. Rimando ad un futuro imprecisato ci ho provato

4) La Montagna incantata (magica) di Mann, ero in vena di qualcosa di intimo e più introspettivo e dopo il fallimento con Prust provo con Mann e penso di aver letto il romanzo più bello, profondo, colto della mia vita. Entra tra i miei libri del cuore, un lungo viaggio nel tempo sospeso e nel rapporto con la morte, raccontato con dolcezza, ironia e con un atmosfera rarefatta, surreale e appunto magica che ti lascia incantato. E' incredibile come Mann riesca a rendere con le parole concetti e sensazioni

5) Tonyo Kroger: dopo aver amato Morte a Venezia e La Montagna incantata mi sono buttato di buon grado su questo racconto di Mann ma sinceramente non mi è piaciuto affatto.

 


 

 

On 2/18/2021 at 8:40 PM, misterbaby said:

-La città dei vivi di Lagioia (scritto molto bene, però non facile da digerire, per quanto mi riguarda. La tematica trattata mi turba)

Incuriosito, lo sto leggendo anch'io...e più procedo più m'incazzo. Non c'è davvero niente di "interessante" in Marco Prato o nel suo complice Foffo, ed il modo in cui si barcamenano per scendere a patti con la loro omosessualità è disgustoso.

Ai tempi del fatto comunque non avevo ben appreso che Prato volesse farsi donna...insomma, avevo sentito del travestismo ma non avevo colto bene il resto.

Al momento  sto rileggendo "L'opera al nero" della Yourcenar.  Il capolavoro che ricordavo, e Zenone è uno dei personaggi più notevoli che siano mai stati creati (il Narciso di Narciso e Boccadoro di Hermann Hesse può giusto fargli una gran pompa con ingoio, ma questo vale per l'intera opera, secondo me).

@Iron84 L'incubo di Hill House veramente figo; Abbiamo sempre vissuto nel castello è, se possibile, ancora più ambiguo, sottile, delirante e irreale; persino troppo. Io ho sentito la mancanza di una coltellata o di qualcosa di simile mentre lo leggevo. :D la protagonista è praticamente la Eleanor de L'incubo, ma ancora più alienata. Ma sì, te lo consiglio, sarei curioso di sapere che ne pensi. Lizzie mi manca, rimedierò presto! 

Edited by Rocco88
On 3/3/2021 at 11:10 AM, Iron84 said:

ita. Entra tra i miei libri del cuore, un lungo viaggio nel tempo sospeso e nel rapporto con la morte, raccontato con dolcezza, ironia e con un atmosfera rarefatta, surreale e appunto magica che ti lascia incantato. E' incredibile come Mann riesca a rendere con le parole concetti e sensazioni

Io l'ho letto due volte. Una rottura di coglioni notevole e allo stesso tempo un libro immenso, secondo me la sua grandezza sta proprio qui. 

Se ti interessa, questa è una playlist che ho fatto con la musica che ascolta Castorp nel corso dell'opera. Quasi sempre ho ritrovato l'esatta registrazione che aveva in mente Mann:

 

42 minutes ago, Rocco88 said:

A me Mann sta sul cazzo. 

Ma no, non ti sono piaciuti nemmeno I Buddenbrock

55 minutes ago, Bloodstar said:

Se ti interessa, questa è una playlist che ho fatto con la musica che ascolta Castorp nel corso dell'opera. Quasi sempre ho ritrovato l'esatta registrazione che aveva in mente Mann:

Ammazza che filologico 😃

30 minutes ago, schopy said:

Ammazza che filologico

Non è stato un gran lavoro, sai.

 I dischi che ascolta Castorp sono in assoluto fra le registrazioni più celebri degli anni '00 e '10. Caruso, Galvany, Melba, è facilissimo ritrovarli. Castorp ascoltava anche molta musica per flauto, è lì ho avuto gioco facile a individuare alcuni maestri francesi che ben conosco.

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