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Sono riuscito a finire "Memorie di Adriano", un paio di settimane fa. Ci ho messo un mese e mezzo, era un periodo in cui non mi andava di leggere e l'ho "letto male": troppo frammentariamente, troppe poche pagine al giorno, troppi pochi giorni a settimana.

 

Vabbè, quando l'ho finito, ho comprato "Il mondo dei ragazzi normali", che ho concluso giusto ieri (m'è tornata la voglia di leggere): bellissimo. Anche se m'ha messo un po' il magone.

 

Ora mi dovrei rileggere Adriano, che non ho avuto proprio la possibilità di apprezzarlo, letto in quel modo.

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Per adesso è in stand-by (manca poco alla fine) il superbol'illusione di Dio, causa materie universitarie che non mi consentono letture del genere, nonostante la buona volonta' :asd:

Finita l'Odissea, la cui edizione italiana da me letta mi ha lasciato di cacca all'ultimo libro, dove scopro che il traduttore non ha fatto in tempo a finire (poverino, mancava poco!) e gli ultimi versi sono opera di altri.

Poi mi tenta sempre piu', dal basso dello scaffale "M" della Feltrinelli, Colori Proibiti di Yukio Mishima, di cui aspettavo da tempo un'edizione tradotta dal giapponese (e non di seconda mano dal francese :asd:), recentemente pubblicata ad opera della prof. Vienna di "Studi Orientali" ;)

  • 2 weeks later...

Mi hanno regalato oggi "inchiesta sui servizi segreti" di Aldo Giannuli, devo dire che mi ha preso un sacco, lo sto divorando

 

aldilà dell'interesse per l'argomento, il tema è trattato bene, con fonti verificate e senza sensazionalismi a vanvera

:)

terminato già da un paio di giorni Gaiman,

 

mi sto dedicando a Stephen King con uno degli ultimi lavori pubblicati (ma non scritti, essendo un recupero di circa 30 anni fa), Blaze.. decisamente per il momento nulla di che, abbastanza deludente rispetto ad alcuni capo-lavori del passato

Estoy leyendo "Mares del Sur" de Manuel Vasquez Montalbàn... se non si fosse capito sto leggendo mari del sud di Montalbàn in lingua originale (necessità universitarie) ed effettivamente Pepe ha quel non so che di Salvo... molto carino...

AndrejMolov89

Decameron di Boccaccio

Viaggio al Centro della terra

Scrittura creativa

 

Il terzo è un "regalo", però, nonostante quasi tutti mi consiglino di evitarlo come la peste bubbonica lo trovo interessante. Il secondo devo finirlo, il terzo l'ho trovato ieri con il corriere della sera e per quanto sia un classico della letteratura, non era nella mia piccola e amena biblioteca.

Ho appena finito:

 

"L'angelo bruciato: storia di Kurt Cobain", sulla vita del leader dei Nirvana (l'ho trovata troppo generica, le biografie mi piacciono più dettagliate, ma in ogni caso una lettura piacevole)

 

"La divina Elvira: l'ideale femminile nella vita e nell'opera di Giacomo Puccini", libro che affronta la tematica legata alle eroine femminili delle opere di Puccini e di come le donne in genere abbiamo potuto influenzare la sua vita di artista (interessante ma non aggiunge niente che non sia già stato detto nella sterminata bibliografia dedicata a Puccini)

 

sto leggendo:

 

"Proust in love", una sorta di biografia proustiana tutta incentrata sulla sessualità di Proust e sui richiami - evidenti anche senza leggere questo libro - che di essa si ritrovano sparsi in tutta la Recherche

 

"Robert Schumann", una biografia (non s'è capito che mi piacciono le biografie... :rotfl:) di uno dei miei Kompositor preferiti in assoluto

 

"La divina Elvira: l'ideale femminile nella vita e nell'opera di Giacomo Puccini", libro che affronta la tematica legata alle eroine femminili delle opere di Puccini e di come le donne in genere abbiamo potuto influenzare la sua vita di artista (interessante ma non aggiunge niente che non sia già stato detto nella sterminata bibliografia dedicata a Puccini)

 

 

C'è una correlazione di carattere e modo di essere tra le eroine delle opere di Puccini e le donne che hanno potuto influenzare la sua vita?

D'altro canto ci può mai essere una unità tra Turandot e Mimì? Ho sempre pensato che Turandot, e anche la Zia Principessa, rappresentassero

una sorta di donna castrante nascosta sotto le immagini tanto-femminili di molte sue eroine. Mi sbaglio?

 

OT: anche per me Schumann è sempre stato, fin da ragazzo (14 anni), uno dei miei compositori preferiti. E con lui ho sempre sentito una sorta di

fraternità.

 

"La divina Elvira: l'ideale femminile nella vita e nell'opera di Giacomo Puccini", libro che affronta la tematica legata alle eroine femminili delle opere di Puccini e di come le donne in genere abbiamo potuto influenzare la sua vita di artista (interessante ma non aggiunge niente che non sia già stato detto nella sterminata bibliografia dedicata a Puccini)

 

 

C'è una correlazione di carattere e modo di essere tra le eroine delle opere di Puccini e le donne che hanno potuto influenzare la sua vita?

D'altro canto ci può mai essere una unità tra Turandot e Mimì? Ho sempre pensato che Turandot, e anche la Zia Principessa, rappresentassero

una sorta di donna castrante nascosta sotto le immagini tanto-femminili di molte sue eroine. Mi sbaglio?

 

OT: anche per me Schumann è sempre stato, fin da ragazzo (14 anni), uno dei miei compositori preferiti. E con lui ho sempre sentito una sorta di

fraternità.

 

Allora: per Rugarli (l'autore del libro) lo "spartiaque" dell'esistenza di Puccini è la morte della madre. Ad essa si riccollegano tutti i drammi interiori di Puccini uomo e artista. Ti riporto un piccolo estratto per essere più preciso:

 

Il 17 luglio 1884 muore la mamma di Giacomo. Mosco Carner parla di "attaccamento innaturale all'immagine materna, una mancata risoluzione del vincolo infantile con la Madre". La precoce orfanezza di Giacomo, che perde il padre a sei anni, la convivenza con la mamma e cinque sorelle in un ambiente prevalentemente femminile (segreto desiderio di sottomissione) fanno azzardare la conclusione che la madre lasci in eredità al figlio "le stigmate dell'ncesto". Tali stigmate peseranno sulla vita amorosa e creativa del Nostro che si rivolgerà a matriarche, a donne-padrone oppure, volendo affermare la propria personalità, a donne inferiori, di poco o nessun conto.

 

Certo è eccessivo voler ricondurre a quest'episodio la psicologia delle protagoniste delle sue opere ma se ci fai caso si possono far tranquillamente rientrare tutte in questa definizione (in particolare Turandot e Mimì, che tu hai citato).

 

p.s. (e chiudo l'OT) io quando ascolto Schumann mi sciolgo come neve al sole, i pezzi per piano e violoncello sono di una bellezza sconvolgente... :rotfl::lol: :)

ultimamente sto in fissa con questa:

 

 

(Sonata No. 3 op. 14)

 

Allora: per Rugarli (l'autore del libro) lo "spartiaque" dell'esistenza di Puccini è la morte della madre.

 

 

Grazie per la risposta, Phoenix. Un po' ricordavo anch'io questa tesi. Ma mi domando: se tale è l'influsso esercitato

dalla madre, e dall'ambiente femminile in cui ha vissuto, su Puccini, perché limitarlo all'evento della morte? Forse

per evitare di scrivere una storia interamente in linea con un freudiano Edipo negativo che avrebbe dovuto fare di

Puccini un omosessuale? Perché la storia biografica sembra proprio quella.

 

A parte questo, è vero che quella descrizione psicologica relativa alle donne di Puccini è compresa nel perimetro

segnato da Turandot donna importante e castrante e Mimì ragazza sottomessa e tanto dolce e femminile.

E non solo il Femminile domina nel teatro di Puccini ma anche l'evento della morte della madre potrebbe

risuonare nelle sue eroine, da Manon che muore «sola e abbandonata», a Butterfly e Tosca che si suicidano, a Mimì

che muore di tisi. E si potrebbe facilmente speculare su Tigrana (=la madre/amante) che pugnala Fidelia (le donne

di Puccini) ma poi finalmente è condotta a morte... :rotfl:

 

Su Schumann (grazie per il link) forse ti rispondo altrove  :asd: 

aarghhh la mia turandot! giuro... se un giorno la incontro, rinuncio alla mia omosessualità  :muro:

non me ne frega nulla... lei si che è una donna... una piccola pecca alla fine, ma sempre perfetta  :eek:

 

io praticamente mi sono scoperta lesbica per colpa di una turandot!! :rotfl:

 

l'algida pricipessa continua a mietere vittime... :asd:

 

Grazie per la risposta, Phoenix. Un po' ricordavo anch'io questa tesi. Ma mi domando: se tale è l'influsso esercitato

dalla madre, e dall'ambiente femminile in cui ha vissuto, su Puccini, perché limitarlo all'evento della morte? Forse

per evitare di scrivere una storia interamente in linea con un freudiano Edipo negativo che avrebbe dovuto fare di

Puccini un omosessuale? Perché la storia biografica sembra proprio quella.

 

A parte questo, è vero che quella descrizione psicologica relativa alle donne di Puccini è compresa nel perimetro

segnato da Turandot donna importante e castrante e Mimì ragazza sottomessa e tanto dolce e femminile.

E non solo il Femminile domina nel teatro di Puccini ma anche l'evento della morte della madre potrebbe

risuonare nelle sue eroine, da Manon che muore «sola e abbandonata», a Butterfly e Tosca che si suicidano, a Mimì

che muore di tisi. E si potrebbe facilmente speculare su Tigrana (=la madre/amante) che pugnala Fidelia (le donne

di Puccini) ma poi finalmente è condotta a morte... :muro:

 

Su Schumann (grazie per il link) forse ti rispondo altrove  :asd: 

 

Se non sbaglio, almeno per quanto ho capito io del libro, il trauma per la morte della madre viene "superato" soltanto tramite la relazione con Elvira (che diventa sua moglie solo dopo parecchi anni in quanto ufficialmente era già sposata con un concitadino). Il fatto che sia una donna dal carattere forte e deciso, che sia autoritaria e violenta (anche fisicamente, e il libro abbonda di episodi del genere) fanno ritenere che Puccini abbia trovato in lei una sorta di "continuazione" dell'autorità materna (e la chiave di lettura edipica in questo senso si rivela esatta).

L'ipotesi di un Puccini (anche inconsciamente) omosessuale mi chiedo quanto possa reggere: sia per gli aspetti prettamente biografici, che per quelli creativi (dove un elemento simile avrebbe potuto benissimo essere espresso sotto forma di sublimazione artistica, e forse ce n'è traccia solo nella figura castrante di Turandot et simili) ma resta comunque una chiave di lettura interessante del suo lavoro.

 

P.s. in attesa di una (forse) risposta su Schumann ti linko questo pezzo geniale per cominciare bene l'anno nuovo ;):

 

 

L'ipotesi di un Puccini (anche inconsciamente) omosessuale mi chiedo quanto possa reggere

 

 

Veramente io volevo dire una cosa diversa, Phoenix, e cioè - detta nel modo più semplice - che se Puccini fosse stato

omosessuale, o anche semplicemente si fosse scoperto un suo amante maschio, la sua storia psicologico-biografica non sarebbe

stata delineata a partire dalla morte della madre, ma a partire dalla sua infanzia. Raccontarla a partire dalla morte e

parlare di "stigmate dell'incesto lasciate in eredità" (che è una frase che non significa niente) è in effetti un'evidente assurdo:

il desiderio incestuoso, se c'è, precede, e non nasce in modo magico con la morte della madre. Detto ancora in altri termini,

la biografia di Puccini mostra come il consueto racconto psicoanalitico-freudiano sulla madre castrante che causa l'omosessualità

del figlio, non funzioni affatto, se una situazione di partenza notevolmente in linea con quel resoconto genera un uomo

eterissimo come Puccini.

 

PS: strabello Il Quintetto col pianoforte! grazie mille e buon anno anche a te!  :asd:

Tò, guarda cosa ti regalo io: 

Anche se non riesco a trovare l'interpretazione che mi soddisfi interamente  :rotfl:

...E Colori Proibiti alla fine l'ho preso.

L'anziano scrittore Shunsuke è cosi' deluso dal rapporto con le donne da essere diventato misogino. Anche la sua ultima giovane fiamma Yasuko gli preferisce un altro. Ma quest'altro è un ragazzo bellissimo, dai lineamenti perfetti, simile a un dio. Il giovane pero' rivela a Shunsuke di essere omosessuale, e da questa rivelazione parte il diabolico piano dello scrittore: pagare il ragazzo per far innamorare e poi abbandonare le donne che in passato lo hanno rifiutato.

Guest macavity

Ho finito "il libro che la tua chiesa non ti farebbe mai leggere"...una lettura interessante, ancora più interessante che me l'abbia prestato la mia compagna iper cattolica.

Sto leggendo contemporaneamente il De Profundis di Wilde. Molto bello, molto interessante, tristissimo! E sta rafforzando la mia opinione che Wilde fosse un genio!

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