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Quale governo sarà possibile?


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23 minutes ago, Mario1944 said:

nominando quel ministro, implicitamente se ne accetterebbe le idee inopportune od errate od incostituzionali, confermandole e coonestandole.

Ma proprio no, non ha il minimo senso quanto stai dicendo. Nominando un certo ministro il PdR ne accetta la legittimità del ruolo (che non abbia conflitti d'interessi, etc.), non di certo le posizioni politiche. Questo appunto perché è un arbitro imparziale che si limita a verificare il rispetto delle regole. Napolitano che nominava i ministri di Berlusconi ne accettava forse le posizioni politiche? 

Edited by Uncanny
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La costituzione dice solo che il presidente della repubblica nomina i ministri proposti dal presidente del consiglio.

non specifica se il presidente della repubblica e' obbligato a farlo. Dato i precedenti di altri ministri rifiutati si ammette ora che puo' rifiutarli. La costituzione non specifica i motivi del rifiuto, dunque li puo' rifiutare a suo piacimento.

Edited by marco7

Il rifiuto a piacimento è in palese contraddizione con il principio di imparzialità. Quindi o la Costituzione è stata scritta male o evidentemente l'articolo 92 non permette il rifiuto a piacimento, cioè per motivi ideologici e politici. 

Mattarella ha spiegato in tv il suo rifiuto: si tratta di salvaguardare il benessere economico dell'italia. Cosa non possibile con quel ministro in quanto il rischio di uscita dall'euro e' reale con lui ministro e le conseguenze finanziarie e sociali sarebbero enormi in italia.

non e' un rifiuto per le idee del ministro ma per le conseguenze che l'italia subirebbe con quel ministro.

Pero' anche se i motivi del rifiuto fossero ideologici sarebbe comunque una scelta legittima del presidente della repubblica.

http://www.ansa.it/sito/notizie/speciali/editoriali/2018/05/27/governo-m5s-lega-conte_2951488e-74c5-4c27-bdd1-3573b9a496bd.html

Edited by marco7
1 hour ago, Uncanny said:

Ma proprio no, non ha il minimo senso quanto stai dicendo. Nominando un certo ministro il PdR ne accetta la legittimità del ruolo (che non abbia conflitti d'interessi, etc.), non di certo le posizioni politiche.

Ripeto:

è una tua interpretazione del ruolo del presidente della repubblica, puramente notariale,  interpretazione che certamente è possibile, ma che comunque non sottrae il ruolo del presidente ad una politicità "negativa", perché il non dissentire ed il non agire di conseguenza, quando si possa impedire, implica un consentire ed un permettere.

1 hour ago, Uncanny said:

Il rifiuto a piacimento è in palese contraddizione con il principio di imparzialità. Quindi o la Costituzione è stata scritta male o evidentemente l'articolo 92 non permette il rifiuto a piacimento, cioè per motivi ideologici e politici.  

L'imparzialità è relativa, non assoluta:

imparzialità rispetto alla varietà d'opinioni e d'azioni, purché siano nei confini dei principi costituzionali.

Inoltre di rifiuto a piacimento non si può certo parlare in questo caso, dato che le ragioni della ripulsa sono state argomentate ed erano peraltro prevedibili e previste:

si può ovviamente affermare, come fa Salvini, che sia indecente acquiescenza ai "signori dello spread", alla Germania, a Bruxelles, al demonio europeo, ma si può anche affermare che è stata prudente ed intelligente difesa degli impegni internazionali dell'Italia e del risparmio degli Italiani, minacciati non tanto dalle posizioni accademiche del ministro proposto, quanto dalle posizioni politiche di quei partiti che pretendevano d'imporlo a dichiarata ostentazione del proprio populismo antieuropeo.

LocoEmotivo
5 hours ago, Mario1944 said:

[...]

imparzialità rispetto alla varietà d'opinioni e d'azioni, purché siano nei confini dei principi costituzionali.

[...] si può anche affermare che è stata prudente ed intelligente difesa degli impegni internazionali dell'Italia e del risparmio degli Italiani

This.

Hinzelmann
6 hours ago, Uncanny said:

Il rifiuto a piacimento è in palese contraddizione con il principio di imparzialità. Quindi o la Costituzione è stata scritta male o evidentemente l'articolo 92 non permette il rifiuto a piacimento, cioè per motivi ideologici e politici. 

E' corretto quanto dice Calderoli

"l'illustre costituzionalista Costantino Mortati, uno dei padri della nostra Costituzione, uno che la nostra Costituzione l'ha scritta". Ebbene, "nel suo 'Istituzioni di diritto pubblico, ed. 1975, a pagina 568 scrive che 'la proposta dei ministri (fatta dal premier, ndr) deve ritenersi strettamente vincolante pel capo dello Stato'. Impossibile uscirne, dunque. "È bene ricordare che su quel testo si sono formati i migliori giuristi italiani - conclude Calderoli - Chi sa parli. Chi non sa taccia. O meglio ancora studi"

Quindi diciamo pure che dal 1948 al 1994 si è ritenuto che il potere di nomina presidenziale fosse addirittura vincolato e puramente formale, questo era scritto in ogni manuale di diritto pubblico o costituzionale su cui hanno studiato generazioni di studenti

Poi, nella prassi, dal 1994 in poi si è ritenuto che in un contesto maggioritario fosse legittimo che il Presidente della Repubblica esercitasse un potere di "moral suasion" di garanzia ed in questi giorni si sono citati i precedenti : Previti Maroni e Gratteri.

In tutti e tre i casi però si è sempre trattato della scelta del ministro della Giustizia e come sappiamo  il PdR presiede il CSM ed in contesto maggioritario deve garantire la Separazione dei Poteri

Il primo era l'Avvocato di Berlusconi, Maroni era stato indagato per aver ostacolato delle perquisizioni di sedi della Lega ( nel periodo secessionista di Bossi 1996-1998 ) che furono solo dopo dichiarate illegittime

Contro la perquisizione la Camera dei deputati nel 2003 avanzò ricorso per «conflitto di attribuzione tra poteri dello Stato, chiedendo alla Corte costituzionale di dichiarare che non spetta all'autorità giudiziaria (ed in particolare alla Procura della Repubblica presso il Tribunale di Verona) di disporre e di far eseguire la perquisizione del domicilio del parlamentare Roberto Maroni». Nel 2004 la Corte Costituzionale darà ragione alla Camera[31]. La Cassazione, nel 2009, si adeguò

Nel terzo caso- Gratteri-si trattava di un magistrato in servizio. Sono casi estremamente diversi e che non coinvolgono la determinazione dell'indirizzo politico-economico del governo.

I giornali che sostengono si tratti di 3 precedenti mentono spudoratamente

Per quanto il Rosatellum sia nella sostanza una legge proporzionale, si può ritenere che per la presenza di 1/3 di parlamentari eletti con il sistema maggioritario il presidente conservi il potere precedentemente esercitato dal 1994 in poi, ma tale potere non ha mai riguardato la determinazione dell'indirizzo economico del governo

Quanto ad impegni internazionali e tutela del Risprmio, basti dire che in questo modo non solo non è possibile il governo Lega-M5S, ma - di fatto - qualunque altro governo che non abbia il gradimento di Francia e Germania il ché ovviamente è una follia

Edited by Hinzelmann

Bell'articolo di Fabbrini su Il Sole24Ore di ieri, peraltro superato dagli eventi, ma ancor valido nelle osservazioni.

Alcuni estratti:

"(omissis)

È la prima volta che un incaricato alla presidenza del Consiglio si auto-definisce come «l’avvocato difensore del popolo italiano» oppure viene presentato, dai leader dei due partiti che lo hanno proposto per quella carica, come «l’amico del popolo». Con tali espressioni, il populismo verbale è entrato di forza nel vocabolario della politica ufficiale, inquinandone le basi costituzionali. Se Giuseppe Conte riuscirà a dare vita a un governo, quest’ultimo sarà espressione di una maggioranza parlamentare (peraltro abbastanza risicata) e non già del “popolo” in quanto tale. Il popolo italiano è rappresentato anche dai partiti che si collocheranno all’opposizione, così come fanno parte di esso coloro che non sono andati neppure a votare.

(omissis)

Peraltro, è del tutto sorprendente che si definisca portavoce del popolo un presidente-incaricato, come Conte, che non è stato neppure eletto dal “popolo”, ma scelto dai leader della maggioranza di governo.Così aggiungendosi alla lista di capi di governo non-eletti che erano stati oggetto di un dispregio ingiustificabile proprio da parte di coloro che ora hanno scelto Conte. È costituzionalmente legittimo scegliere un primo ministro non-eletto, tuttavia tale legittimità non può essere piegata alle convenienze politiche del momento. Le democrazie liberali sono state sconfitte dalle parole prima ancora che dalle azioni. Se il professore di diritto privato Giuseppe Conte si abbassa al livello di un analfabeta della democrazia come Alessandro Di Battista, allora è inevitabile l’inquinamento della nostra democrazia costituzionale.

(omissis)

a partire dalla metà degli anni 90 del secolo scorso, la tendenza è stata verso il rafforzamento del ruolo del capo del governo. Il quale si è trasformato, da presidente del Consiglio, in un vero e proprio primo ministro. Cioè in un Principe democratico, per dirla con Niccolò Machiavelli. Tale trasformazione è stata sostenuta da diversi processi, in particolare dalla verticalizzazione decisionale indotta dal funzionamento delle istituzioni sovranazionali. L’evoluzione intergovernativa dell’Unione europea ha trasformato il Consiglio europeo dei capi di governo nazionali (e l’Euro Summit di quelli dell’Eurozona) in una sorta di governo collegiale dell’Europa. Se il Trattato di Lisbona (TEU, Art. 15.3) aveva previsto che il Consiglio europeo si riunisse almeno «due volte ogni sei mesi», tra il 2010 e il 2017 esso si è riunito in media sette volte l’anno, senza contare le riunioni dell’Euro Summit oppure quelle informali tenute in occasioni di crisi impreviste (come la Brexit). È stato fatto notare che i capi di governi dei Paesi dell’Ue si riuniscono più spesso tra di loro che con i rispettivi ministri del proprio governo nazionale. Se così è, come agirà Conte in quei Consigli, visto che Luigi Di Maio e Matteo Salvini sostengono che «il leader è il programma»? Chiederà l’interruzione delle riunioni ogni qualvolta si discuteranno temi non previsti dal quel programma, così da potere telefonare a chi lo ha steso? L’«Economist» ha paragonato il nostro presidente-incaricato al protagonista della commedia goldoniana «Il servitore di due padroni» (1745).

(omissis)

il presidente-incaricato si è impegnato a confermare «la collocazione europea dell’Italia». Ma che significato ha tale impegno, se poi non è in grado di garantire che il ministero dell’Economia non venga assegnato a qualcuno che (al di là delle sue intenzioni) potrebbe mettere in discussione quella collocazione?

(omissis)

Naturalmente, in una democrazia parlamentare, il governo deve ricevere la fiducia della maggioranza del Parlamento. Tuttavia, quel governo, non può non tenere in conto la moral suasion del capo dello stato. Quest’ultimo non ha il potere di imporre un ministro inconciliabile con la maggioranza che sostiene il governo. Tuttavia, può e deve prevenire la scelta di un ministro che potrebbe risultare inconciliabile con «la collocazione europea» dell’Italia. È paradossale che il difensore del popolo Giuseppe Conte non si preoccupi di difenderne i risparmi. Qual è la sua prospettiva politica? In conclusione, vi sono ragioni politiche che giustificano le preoccupazioni diffuse in Italia e altrove sul populismo giunto al governo. Esso, infatti, usa un linguaggio illiberale, propone una strutturazione governativa improbabile e riafferma una visione dell’Europa che mette a rischio i nostri interessi.".






A proposito di Calderoli:

era quello che, quand'era ministro delle riforme istituzionali nel governo Berlusconi, per rimediare ai buchi di bilancio, peraltro non di sua competenza, voleva mettere una "tassa sugli evasori"?

Che dio, se c'è....., ci salvi da Salvi-ni e dai suoi imbecilli.....

Comunque pare che tra i due alleati pro tempore incomincino a "volare gli stracci", come dice Freedog:

DiMaio accusa Salvini d'aver insistito su Savona, pur conoscendo il veto quirinalizio, con l'intento di rompere (le uova nel paniere dimaiano) e tornare celermente alle urne, da cui spera di uscire stra-vincitore (senza Berlusconi ?).

Grillo intanto è stranamente silente:

medita vendetta tremenda od è incerto sul da farsi?

Veniamo ora all'incriminato Salvini:

afferma che, se Berlusconi voterà il governo Cottarelli, potrà dire addio all'alleanza con la Lega non più Nord.

Certo che ha una bella faccia di mer.... ehm di bronzo:

l'ha costretto a gettarsi a mare "spontanemente" per far posto a DiMaio sulla barca, pur fingendo di tenergli caldo il posto, ed ora non vuole che Berlusconi gli renda pan per focaccia?

Vabbe' è la politica:

lì son tutti lupi, senza ingiuria per le simpatiche bestie.... ?

Comunque pare che tra i due alleati pro tempore incomincino a "volare gli stracci", come dice Freedog:

DiMaio accusa Salvini d'aver insistito su Savona, pur conoscendo il veto quirinalizio, con l'intento di rompere (le uova nel paniere dimaiano) e tornare celermente alle urne, da cui spera di uscire stra-vincitore (senza Berlusconi ?).

Grillo intanto è stranamente silente:

medita vendetta tremenda od è incerto sul da farsi?

Veniamo ora all'incriminato (da DiMaio) Salvini:

afferma che, se Berlusconi voterà il governo Cottarelli, potrà dire addio all'alleanza con la Lega non più Nord.

Certo che ha una bella faccia di mer.... ehm di bronzo:

l'ha costretto a gettarsi a mare "spontanemente" per far posto a DiMaio sulla barca, pur fingendo di tenergli caldo il posto, ed ora non vuole che Berlusconi gli renda pan per focaccia?

Vabbe' è la politica:

lì son tutti lupi, senza ingiuria per le simpatiche bestie.... ?

Ultimo verbo salviniano:

"Chi ha detto che vogliamo uscire dall’euro?, non è nei nostri progetti, nel contratto, non era nella mente di Savona".

S'avvicinano le elezioni e Salvini teme che DiMaio e Berlusconi occupino le posizioni filoeuro, raccogliendo i voti di chi non vuole fare la fine dell'Argentina ?

Più che solidarietà tra accusati, c'è la necessità per Berlusconi di distinguersi dalle posizioni di Salvini in materia di Europa e di euro, come del resto già fecein campagna elettorale, quando si presentò come garante della fedeltà europea della coalizione, di contro alle intemperanze antieuropee di Salvini.

Certo che dopo le ultime esasperazioni salviniane in merito, anche se in parte corrette con la dichiarazione sopra riportata, pare un po' dura riproporre la coalizione, ma le vie del signore sono infinite.... dicono.....

Inoltre Mattarella ha così affossato l'odiato governo stellato-legato, dunque Berlusconi non può che essergli riconoscente ?

Edited by Mario1944
2 hours ago, Mario1944 said:

Comunque pare che tra i due alleati pro tempore incomincino a "volare gli stracci", come dice Freedog:

DiMaio accusa Salvini d'aver insistito su Savona, pur conoscendo il veto quirinalizio, con l'intento di rompere (le uova nel paniere dimaiano) e tornare celermente alle urne, da cui spera di uscire stra-vincitore (senza Berlusconi ?).

Grillo intanto è stranamente silente:

medita vendetta tremenda od è incerto sul da farsi?

Veniamo ora all'incriminato Salvini:

afferma che, se Berlusconi voterà il governo Cottarelli, potrà dire addio all'alleanza con la Lega non più Nord.

Certo che ha una bella faccia di mer.... ehm di bronzo:

l'ha costretto a gettarsi a mare "spontanemente" per far posto a DiMaio sulla barca, pur fingendo di tenergli caldo il posto, ed ora non vuole che Berlusconi gli renda pan per focaccia?

Vabbe' è la politica:

lì son tutti lupi, senza ingiuria per le simpatiche bestie.... ?

e che te stavo a dì ieri sera, cì?

dicevi che non poteva esse, e invece...

The Vision

Leonardo Tondelli

“Ho fatto tutto il possibile per far nascere un governo politico.” Alle otto e mezza della sera, il Presidente Mattarella è appena entrato in sala stampa. Salvini sta già tuonando su Facebook che rivuole le elezioni; Di Maio e Chiara Geloni si allenano a pronunciare la parola “impeachment”. Davanti alle telecamere, Mattarella racconta di come è arrivato a una decisione senza precedenti nella storia della Repubblica. La lista dei ministri presentata da Giuseppe Conte è stata bocciata e Mattarella, a domanda, conferma che la trattativa si è arenata su un solo nome: quello del ministro dell’Economia.

Il presidente è visibilmente nervoso, in queste settimane ha ingoiato diversi rospi. Ha atteso più che pazientemente che Cinque Stelle e Lega trovassero un accordo sul programma di governo e sui nomi da coinvolgere. E anche ieri sarebbe stato pronto a firmare la nomina “di un autorevole esponente politico della maggioranza,” purché non fosse “sostenitore di una linea” che avrebbe potuto provocare “la fuoruscita dell’Italia dall’euro.”Non era evidentemente il caso di Paolo Savona, l’autorevole economista ottantaduenne sul quale avevano trovato un accordo Salvini e Di Maio. Savona, che pure si considera un convinto europeista e auspica la nascita degli Stati Uniti d’Europa, con gli anni ha maturato un’opinione sempre più critica nei confronti dell’unione monetaria, e da tempo sostiene la necessità per l’Italia di un “piano B”– l’eventuale uscita, appunto, dall’eurozona. Più che di un’eventualità realizzabile, si sarebbe trattato di un avvertimento da impugnare a Bruxelles: se continuate a imporci il rigore, noi usciamo davvero. Un deterrente, un bluff, ma in economia forse bluffare non è più concesso.

È bastato ricominciare a parlare di euro perché lo spread tra titoli tedeschi e italiani si divaricasse: la nomina di Savona all’Economia avrebbe potuto aggravare la situazione in modo irreversibile. Questa, almeno, è l’opinione di Mattarella. Ieri sera il Presidente della Repubblica ha affermato che tra i criteri che lo devono orientare nella nomina dei ministri c’è la “tutela dei risparmi degli italiani”. Un’interpretazione apparentemente innovativa delle sue prerogative costituzionali, ma Mattarella sa quello che fa, tra le altre cose è stato anche membro della Consulta. Stamattina riceverà al Quirinale Carlo Cottarelli e probabilmente gli darà l’incarico di formare quel governo “neutrale” di cui già parlava venti giorni fa. Cottarelli è l’economista che produsse per il governo Letta un rapporto “per la revisione della spesa” di ottocento pagine. È difficile immaginare che intorno a lui e a un Mattarella indebolito dalla sua presa di posizione si possa formare una maggioranza in questo Parlamento: ci aspetta dunque un breve governo estivo (nella Prima Repubblica li chiamavano “governi balneari”), che traghetti l’Italia verso nuove elezioni in autunno.

Del resto, i comizi telefonici e telematici di Salvini e Di Maio ieri sera sono già pura campagna elettorale. Salvini, soprattutto, dà l’impressione di essersi impuntato sul nome di Savona soltanto per mandare all’aria il tavolo, ora che i sondaggi sono dalla sua parte. I Cinque Stelle hanno l’aria di quelli spiazzati: come se ci avessero creduto davvero nella possibilità di diventare una forza di governo. Tornare alle elezioni per loro significa ammettere che non ne sono ancora capaci (e ridiscutere la questione del doppio mandato). Ma soprattutto, si tratta anche per loro di vedere un bluff.

Su questo Mattarella è stato chiarissimo. Lega e Cinque Stelle devono spiegare ai loro elettori se vogliono uscire dall’euro o no. “Se si vuole discuterne,” ha avvisato ieri sera, “lo si deve fare apertamente e con un serio approfondimento. Anche perché si tratta di un tema che non è stato in primo piano durante la recente campagna elettorale.” Su questo punto anche i più critici dell’operato di Mattarella sembra abbiano poco da eccepire e siano concordi: se davvero quest’uscita è tra i loro piani, anche secondari, Salvini e Di Maio lo dovrebbero spiegare chiaramente ai propri elettori. E invece durante tutta la campagna elettorale i due erano stati molto cauti sull’argomento, lasciato cadere anche nell’ultima versione del contratto di governo. Se decidessero davvero di presentarsi in coalizione e di mantenere il nome-simbolo di Paolo Savona, le prossime elezioni equivarrebbero a un referendum sull’euro. Ma è una possibilità abbastanza remota. Anche se hanno obiettivi comuni, sono concorrenti che mirano allo stesso bacino elettorale. E se l’obiettivo dei Cinque Stelle è da sempre il 51%, quello di Salvini è più realistico: diventare la forza portante del centrodestra. Sulla sua strada, però, c’è un ostacolo dal quale forse dipende il destino dell’Italia (e dell’Europa): Silvio Berlusconi.

Berlusconi ieri sera ha fatto sapere che “in un momento come questo il primo dovere di tutti è difendere il risparmio degli italiani, salvaguardando le famiglie e le imprese del nostro Paese.” Non è solo un esplicito sostegno al Presidente Mattarella, anche in questa inedita veste di difensore dei risparmi; è soprattutto un attacco a Salvini. Può sorprendere chi in questi giorni non abbia dato almeno un’occhiata ai talk di Rete4, dove di colpo l’allarme spread ha preso il posto dell’allarme clandestini. Insomma può darsi che la vera notizia di stamattina, 28 maggio 2018, sia che il Centrodestra italiano è finito; che le due forze principali che lo compongono dal 2001, Lega e Forza Italia, si sono ormai incamminate sue strade diverse e inconciliabili. Se l’abbandono dell’euro, da vaga promessa elettorale, diventa una prospettiva concreta, Berlusconi non ci sta; se Salvini possa o meno rivincere le elezioni senza di lui, e senza l’appoggio mediatico della corazzata Mediaset-Mondadori, è quello che nei prossimi mesi andremo a scoprire. La buona notizia è che dovrebbe essere una campagna un po’ meno razzista: le fiaccolate anti-stranieri in tv dovrebbero drasticamente diminuire.

Allontanandosi da Salvini, Berlusconi potrebbe essere tentato di puntare sull’altro Matteo, quel Renzi che sui social continua a manifestare un orgoglioso europeismo, e che, se non riuscirà a riprendere controllo completo del Pd in tempi brevi, potrebbe decidere di fondare un nuovo partito – una prospettiva che non a caso sembra entusiasmare soprattutto i redattori del Foglio, autorevole palestra di pensiero berlusconiano. Renzi non sembra più il cavallo vincente di qualche anno fa, ma forse qualche ospitata a Pomeriggio Cinque potrebbe aiutare a farlo risalire nei sondaggi. Se l’Europa diventasse davvero il tema delle prossime elezioni, e Berlusconi decidesse di difenderla senza se e senza ma, in una prospettiva liberale, la distanza ideologica tra lui e Renzi diventerebbe quasi impalpabile. L’unico problema è che tra gli elettori di Renzi possa esserci ancora qualche irriducibile antiberlusconiano, ma ormai ne sono rimasti pochi; e se solo Berlusconi decidesse di fare un mezzo passo in quella direzione, con ogni probabilità si ridurrebbero quasi a zero.

Se la pregiudiziale antiberlusconiana è ormai un ricordo del passato, ne potrebbe sorgere all’orizzonte un’altra, ben più ingombrante, la pregiudiziale anti-Putin. Costretto a correre da solo, Matteo Salvini evidenzierebbe ancora di più quei legami col partito Russia Unita, che a ben vedere sono già ufficiali, in nero su bianco. Mattarella non ne ha parlato, e forse nemmeno se ne preoccupa, ma la stampa estera sì: in Italia, uno degli Stati membri più importanti e tra i fondatori dell’Unione Europea, rischia di vincere le prossime elezioni un partito anti-euro che guarda a Mosca più di quanto guardi a ovest. Lasciamo stare se sia un bene o no per il paese: può succedere davvero? Per cinquant’anni in Italia la stabilità politica è nata da una conventio ad excludendum: il Pci filo-sovietico non avrebbe mai potuto governare. A partire dalle prossime elezioni forse vedremo nascere una conventio di opposto colore ideologico, ma nella stessa direzione strategica. I seguaci di Putin potrebbero vedersi esclusi dal governo malgrado i buoni risultati elettorali. Ai comunisti è successo per quarant’anni, e Salvini lo sa bene – dopotutto è stato un rosso, prima di diventare verde.

Qualsiasi cosa succederà, questo è davvero un giorno nuovo per la politica italiana. Da oggi, anche chi non ha studiato educazione civica sa che un Presidente può rifiutarsi di nominare il governo indicato da una maggioranza parlamentare; che i leghisti non bluffano, sono davvero anti-euro (oppure, se bluffano, pretendono di essere presi sul serio); che i Cinque Stelle erano davvero pronti a governare, e oggi sono davvero delusi e arrabbiati per non esserci riusciti; e che ormai tutto è in discussione: l’Unione Europea, la Nato, tutto. Viviamo in tempi interessanti, tanto per cambiare.

7 minutes ago, freedog said:

e che te stavo a dì ieri sera, cì?

dicevi che non poteva esse, e invece...

Be'  è sempre difficile  concedere che uno voglia martellarsi i propri..... ehm.... attributi.....

D'altronde è possibile che Salvini sia eccitato dai sondaggi favorevoli che lo danno sulla cresta dell'onda:

staremo a vedere, anche perché, dai sondaggi al voto, ci son di mezzo molte onde ?

Cottarelli:

"Ho accettato l’incarico di formare un governo come mi ha chiesto il presidente della Repubblica. Sono molto onorato come italiano di questo incarico e naturalmente ce la metterò tutta. Mi presenterò con un programma che in caso di fiducia includa l’approvazione della legge bilancio e poi preveda lo scioglimento del Parlamento e elezioni nel 2019. In assenza di fiducia  il governo si dimetterebbe immediatamente ed il suo compito è quello dell’ordinaria amministrazione per le elezioni dopo il mese di agosto".

In ogni caso, fatti salvi sconvolgimenti nelle posizioni presenti, elezioni nel 2019  o addirittura entro l'anno.

Salvini:

"Savona era la pedina più importante di questo governo. Ci avrebbe garantito che in Europa ci avrebbero ascoltati di più, Giorgetti non sarebbe stato così efficace".

Chissà com'è contento il Giorgetti d'essere stato fatto passare come retoricamente inetto ?

Il Grillo tacente finalmente parla, ma a mo' della Sibilla:

"La gente non parla, è avvilita. Perché c'è qualcuno che parla al posto di milioni di italiani: il mercato. Il mercato oggi è lo pseudonimo del capitalismo più avvilente e di predazione che abbiamo in Italia".

Che vuol dire?:

che dobbiamo sopprimere il "mercato" o che, compiaciuti o dispiaciuti, dobbiamo ascoltarne i segnali?

4 hours ago, Mario1944 said:

è sempre difficile  concedere che uno voglia martellarsi i propri..... ehm.... attributi....

tu continui a spravvalutà sti cialtroni,

che oltre agli slogan propagansistici non sanno proprio andà.

tanto che PARE che solo ora ai congiuntivi di giggino sta a venì il dubbio che il buon Matteo di cui tanto si fidava l'ha inculat.. ehm.. turlupinato

http://www.lastampa.it/2018/05/28/italia/di-maio-si-arrende-salvini-ci-ha-usato-per-tornare-al-voto-ULJGvEKO1W8lPbu6OCAzgM/premium.html 

-ti sei chiesto com'è che i legaioli manco ci pensano a strillà all'impeachment?-

È uscito il primo sondaggio dopo quanto accaduto ieri (istituto SWG). 

M5S in vistoso calo al 29,5%, -1,6% rispetto alla settimana scorsa. 

Boom della Lega che si mangia il centro destra e che tallona il M5S con il 27,5%, +3% rispetto alla scorsa settimana. 

FI e FdI in calo rispettivamente all'8% (-1,7%) e il 3,8% (-0,9%). 

PD in leggera crescita al 19,4% (+0,3%) e gli altri partiti sotto la soglia di sbarramento: LeU al 2,7%, +E al 2,4% e PaP all'1,9%. 

Tutto come previsto. Non ci vorrà molto che la Lega diventi primo partito. 

Edited by Uncanny
15 minutes ago, Danylo said:

ritorna al voto per ottenere cosa ?  

Per dare l Italia agli italiani, Roma ai romani, Napoli ai napoletani, Pisa ai pisani e Perugia ai parigini!e lecco ai leccesi!! ?

Edited by Zafkiel
Silverselfer

A proposito di cialtroneria ... ma un presidente della repubblica sagace, come è dato essere a questo presidente, doveva arrivare alla fine di maggio per giungere a siffatte drastiche conclusioni?  Se voleva rispettare il voto degli italiani, almeno dopo il secondo giro di consultazioni finito male, non avrebbe dovuto dare un mandato esplorativo al CDX?  >>Se<< falliva anche quel tentativo, come probabilmente sarebbe accaduto ma ora rimarrà per sempre un'opzione aperta, l'incarico a Cottarelli sarebbe stato del tutto plausibile e il richiamo alla >>responsabilità<< non sarebbe equivalso a un suicidio elettorale per chi ne avrebbe votato la fiducia.

Questo è il Presidente che ha firmato una legge elettorale architettata per impedire al M5S di andare al governo, poiché era ampiamente previsto che sarebbe diventato il primo partito politico italiano ... un dettaglio che certo non può essere sfuggito a un ex giudice della corte costituzionale ... dunque perché insistere dando un'ulteriore chance al governo giallo verde di nascere? 

Magari lo avrà fatto anche con tutti i buoni propositi di questo mondo, ma queste ulteriori due settimane concesse a Salvini e Di Maio si sono rivelate un'apertura di credito a tutte le utopie sovraniste d'Europa, compresa quella tedesca che, per inciso, comprende la fascinazione della ricca Baviera per l'Europa di Visegrad. La discussione per la formazione del governo italiano è entrata in questo modo nel dibattito politico interno ad ogni paese europeo, inasprendo le già critiche posizioni su tutti i difetti italici. Ergo ---> Il nostro Presidente è un gran pasticcione. 

Di fatto ... ora si trova nella posizione di essere il primo presidenti della repubblica ad aver impedito a un governo democraticamente eletto di andare in parlamento a prendersi la legittima fiducia, ottenuta con una legge elettorale nuova di zecca controfirmata da egli stesso. Propone dunque al suo posto un esecutivo che molto probabilmente non otterrà la fiducia e quindi governerà in deroga a tutte le regole democratiche ---> somiglia proprio tanto a un colpo di stato. 

Spero si voti a Settembre e il signor Mattarella rimanga dov'è solo per il tempo necessario che serve a varare un qualsiasi governo democraticamente eletto e poi si ritiri per sempre a vita privata. Non auspico, invece, quello che ho sentito annunciare da Salvini dalla rete televisiva di Berlusconi e cioè passare alle vie di fatto di un governo di maggioranza parlamentare, procedendo con la calendarizzazione delle funzioni legislative di camera e senato. A meno che Mattarella non decida di sciogliere le camere e allora non ci sarebbe più ombra di dubbio che staremmo parlando di un colpo di stato, una probabile sfiducia al governo del presidente farebbe nascere un governo parlamentare di >>resistenza democratica<<  ---> Che Burdell !!! 

L'Impeachment chiesto dai 5S conferma quanto il movimento sia malato di demagogia. Non perché Di Maio e la Meloni abbiano torto, ma in tutto sto casino, chiedere la testa del Presidente significherebbe aumentare il caos istituzionale ... e magari ritrovarsi di nuovo con quella vecchia cariatide di Napolitano, di cui manco il padreterno pare riuscire a liberarci. 

In fine ---> Il PD e il PdiR insieme a quel che rimane della sinistra, se votano la fiducia a questo governo istituzionale, si taglieranno le palle da soli. Cottarelli, noto come Mr Scissors,  taglierebbe la spesa su tutto e se pensiamo che una delle scadenze in vista è il contratto dei dipendenti pubblici, sarebbe una carneficina elettorale. 

Bah ... riamane da capire chi cazzo andremo a votare a settembre ---> Salvni? Di Maio? Renzi? Berlusconi? Grasso? Meloni? Bonino?Lorenzin? Il due di picche?  Intanto ci apprestiamo ad un ennesima tornata elettorale e per esempio io ho da scegliere tra una ex giunta comunale di CSX di cui 9 assessori sono stati arrestati per corruzione e il M5S, in alternativa c'è Salvini e la Meloni. Cioè ... oramai o scegli sta minestra o ti butti dalla finestra ... 

1 hour ago, Zafkiel said:

Per dare l Italia agli italiani, Roma ai romani, Napoli ai napoletani, Pisa ai pisani e Perugia ai parigini!e lecco ai leccesi!! ?

I risultati saranno i medesimi ... lega e movimento ... stessa proposta di governo . Stesso rifiuto di mattarella 

Ma vi rendete conto che il contratto di governo tra 5* e lega porta al default ?

volete arrivare li ?

Quel che mi chiedo e' se mattarella alla fine non ha fatto saltare il banco per togliere di mezzo il contratto di governo ma non ha voluto dirlo. Piu' che il ministro proposto per me il pericolo maggiore viene da quel contratto di governo che porta dirtto l'italia in default.

il problema si ripresentera' in autunno ma almeno e' rinviato.

5 hours ago, Danylo said:

I risultati saranno i medesimi ... lega e movimento ... stessa proposta di governo . Stesso rifiuto di mattarella 

Non ti preoccupare, Renzi sa quello che fa, è molto più intelligente di quello che si possa pensare.
Probabilmente sarà il Centrodestra ad avere la maggioranza dopo le prossime elezioni, ed è l'avversario più vulnerabile che ci sia.

Hinzelmann
7 hours ago, Silverselfer said:

A proposito di cialtroneria ... ma un presidente della repubblica sagace, come è dato essere a questo presidente, doveva arrivare alla fine di maggio per giungere a siffatte drastiche conclusioni? 

Premesso che il Presidente della Repubblica sta chiudendo questa crisi con un errore politico madornale ed una decisione che sul piano giuridico è al limite della incostituzionalità ( non che sia la prima castroneria che compie...ha controfirmato una legge elettorale valida per una sola Camera etc etc ) oltre a determinare sul piano internazionale un pasticcio, perchè con quale autorità Cottarelli potrà trattare sulle riforme europee?

Tuttavia credo che inizialmente Mattarella abbia sperato di pilotare la crisi verso una alleanza PD-M5S

La perdita di tempo serviva a far maturare la decisione nel PD ( che gli rinviava sotto il naso direzioni e assemblee ) solo che Renzi ha detto NO. Sconfitto il cd partito di Mattarella nel PD, Mattarella ha detto NO a Berlusconi che voleva andare al voto con un governo di minoranza di CDX in modo da vincolare la Lega alla alleanza del 4 Marzo.

La decisione di Mattarella di non mandare alle camere un governo di CDX senza alcuna speranza di poter ottenere la fiducia è formalmente valida, ma ha spinto Berlusconi a dire SI a Salvini per rinviare il voto, con il risultato di cementare una intesa fra i due partiti cd populisti, che certamente Mattarella non voleva e soprattutto non voleva per la presenza "radicalizzante" della Lega.

Quindi va detto che Renzi e Berlusconi hanno largamente contribuito a determinare questa situazione ed in fondo questo governo lo volevano ( era il partito del pop corn : facciamoli schiantare...)

Ciò non toglie che a questo punto il governo M5S-Lega dovesse partire, perchè lo volevano tutti, anche le opposizioni.

Opporsi in questo modo al Parlamento è stata una decisione tragica

17 hours ago, freedog said:

tu continui a spravvalutà sti cialtroni,

Ma no, dai, non farmi vergognare.... ?

d'altronde anche i cialtroni hanno (di solito....) gli attributi e se, martellati, dovrebbero dolere anche a loro, salvo che non siano masochisti....

17 hours ago, freedog said:

ti sei chiesto com'è che i legaioli manco ci pensano a strillà all'impeachment?-

Sì, sì:  vedi mio post del 27.5.2018 alle 11.28.

D'altronde è stato già osservato ripetutamente che il più interessato a ripetere le elezioni quanto prima sia Salvini, non DiMaio, perché Salvini, in grazia (o disgrazia....) della coalizione può sperare di ottenere la maggioranza assoluta dei voti, Di Maio no od almeno pare più improbabile un tale accrescimento, anche alla luce degli ultimi risultati locali.

12 hours ago, Uncanny said:

Tutto come previsto. Non ci vorrà molto che la Lega diventi primo partito. 

Comunque avrà sempre bisogno o di Berlusconi e Meloni o delle Stelle filanti, senza contare il muro mattarelliano sui ministri euroscettici, che a quanto pare è di cemento armato e potrà essere tale per quattro anni.....

10 hours ago, Silverselfer said:

Magari lo avrà fatto anche con tutti i buoni propositi di questo mondo, ma queste ulteriori due settimane concesse a Salvini e Di Maio si sono rivelate un'apertura di credito a tutte le utopie sovraniste d'Europa

Anch'io penso che Mattarella  abbia concesso troppo tempo ai due scavezzacollo:

aveva detto che avrebbe aspettato due giorni e poi avrebbe incaricato lui un tecnico per le necessità urgenti e per andare a nuove elezioni, ed invece ha aspettato quasi un mese i porci comodi dei due, per poi ritrovarsi proposto un ministro sgradito.

10 hours ago, Silverselfer said:

Di fatto ... ora si trova nella posizione di essere il primo presidenti della repubblica ad aver impedito a un governo democraticamente eletto

"Governo democraticamente eletto"?  ;-))))))))))))))))))))))))))))))))))))))))))))))))))))

Li abbiamo visti tutti sulle schede elettorali i nomi di Conte, Savona ed aggregati.....

Comunque, per male che vada, finiremo come la Grecia di Tsipras e Varoufakis:

tante ciance e tanti lai contro l'Europa e l'euro e la BCE e la Merkel e la Germania e la "allonomia", ma alla fine, cappello in mano, ci adegueremo al dettato e faremo i compiti a casa.....

Parcere subiectis et debellare superbis.

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